1713, l'Italia Austriaca

di Davide Miani

1713: Con il trattato di Utrecht l'Austria annette il Ducato di Milano, Napoli e Sardegna; la Repubblica di Venezia si trova accerchiata dai possedimenti austriaci.

Marzo 1714: L'Impero Asburgico ammassa truppe sul confine a nord mentre ne trasferisce altre sul confine napoletano; l'Austria si prepara a una guerra di conquista.

1 aprile 1714: Parte l'incursione austriaca nella Repubblica di Venezia,gli Austriaci conquistano velocemente Udine,Pordenone e Treviso occupando anche Belluno e Vicenza accerchiando Venezia la quale asserragliata si preparava ad un lungo assedio.

15 aprile 1714: La flotta austriaca,sicura di espugnare velocemente Venezia, attacca la città ma viene colta impreparata dal sistema difensivo lagunare che affonda la maggior parte delle navi austriache mentre quelle rimaste vengono portate in città per essere riparata; la popolazione della serenissima si prepara al grande esodo.

3 luglio 1714: Venezia ,stremata dai bombardamenti, attua il Grande esodo:tutti gli abitanti della città vengono imbarcati sulle navi disponibili nella laguna e su quelle austriache sequestrate precedentemente tutti gli abitanti vengono imbarcati sulle navi che,armate per la difesa raggiungono,la Repubblica di Ragusa che li accoglie nonostante la rivalità che serpeggiava tra le due repubbliche;finiva così l'assedio di Venezia e l'intera Repubblica di Venezia veniva annessa all'impero. Intanto l'imperatore Carlo VI si reca in Francia per stipulare un patto di non aggressione per i prossimi 5 anni.

27 luglio 1714: Carlo VI e Luigi XIV firmano il Patto di Versailles e Carlo VI, ritornato in patria, si prepara a invadere l'intera penisola italiana.

2 gennaio 1715: Carlo VI dichiara guerra al Ducato di Parma, a quello di Modena, al Granducato di Toscana e alla Repubblica Ligure. I quattro staterelli, sentendosi minacciati, creano un'alleanza anti-Asburgica. Essi, sperando di contrastare il forte esercito austriaco, crearono una potente linea difensiva lungo Parma, Piacenza, Reggio di Lombardia (attuale Reggio nell'Emilia) e Modena. Gli austriaci, divisi in due contingenti, entrarono nei ducati senza trovare resistenza ma arrivati all'altezza di Parma e Modena trovarono i soldati dell'alleanza anti-asburgica ben trincerati e pronti alla battaglia. Gli austriaci non pronti a una battaglia di posizione subirono ingenti perdite dai 500 ai 600 uomini, ma una volta trincerati i due eserciti cominciarono una dura guerra di trincea.

20 agosto 1715: I reparti Austriaci di stazza a Modena riescono a sfondare le linee del ducato ed entrano a Modena vittoriosi mentre il duca Rinaldo d'Este fugge nel Ducato di Parma anch'esso sotto assedio che finirà il 4 settembre 1715 con le truppe Asburgiche che entrano vittoriose a Parma mentre i duchi fuggono nel vicino Ducato di Sardegna. La strada per Genova è libera ora gli Austriaci marciani verso la città trovarono poca resistenza da parte dell'esercito Genovese che sconfissero velocemente presso La Spezia e Rapallo dopo queste disastrose battaglie l'esercito si disgregò e gli Austriaci occuparono la repubblica annettendola all'impero insieme ai ducati di Parma e Modena.

1 settembre 1715: Dopo aver consolidato i territori appena acquisiti l'Austria, chiese l'ammissione pacifica del Granducato di Toscana all'Impero, ma gli Asburgo - Lorena rifiutarono sdegnosamente e allora l'impero dichiarò guerra al granducato ed entrò con circa 30000 uomini e vari reparti di cavalleria. L'esercito austriaco sfondò nei pressi di Pistoia occupando velocemente anche Lucca e Firenze da cui fuggirono i granduchi per proclamare il granducato di Siena e prepararsi all'assedio.

21 settembre 1715: Nonostante la strenua resistenza senese l'assedio finisce e gli Austriaci riescono ad entrare in città abolendo il granducato e annettendo i suoi territori all'impero intanto il granduca e la sua famiglia fuggivano nel papato ultimo baluardo contro la dominazione austriaca in Italia ,ma che sarebbe caduto di li a poco.

25 dicembre 1715: Nello stato del pontefice sono in corso i festeggiamenti per il Santo Natale nessuno,nonostante i movimentati mesi precedenti,si aspetta l' affronto di un attacco tedesco in questa sera,ma ecco un fronte di 32000 tedeschi, sicuri dell'impossibilità di un aiuto francese per il Papa e divisi in tre gruppi, entrati da Grosseto, da Reggio di Lombardi e ad Ascoli dal meridione tedesco. Gli uomini del primo e del terzo gruppo attaccarono contemporaneamente da Ascoli e da Reggio di Lombardia occupando velocemente, i primi, Bologna, Forlì e Pesaro mentre i secondi Ascoli e Macerata ricongiungendosi ad Ancona con il primo reggimento. Intanto il secondo reggimento, partito da Grosseto, conquisto Viterbo e arrivò a Roma senza trovare resistenza perché tutte le guardie pontificie erano asserragliate in città, si profilava un ungo assedio che gli Austriaci non volevano neanche cominciare per espugnare velocemente Roma optarono per un violento bombardamento.

26 dicembre 1715: La popolazione, stremata, supplica il pontefice Clemente XI di dichiarare la resa per dar fine ai bombardamenti, ma il papa rifiuta e continua l'assedio che sarebbe finito di li a poco quando i Tedeschi sfondarono le mura presso Porta Pia sciamando in città e costringendo il papa a firmare il trattato di Roma con il quale la maggior parte dei territori di Roma vengono annessi all'impero mentre il restanti vanno a far parte di un nuovo Stato della Chiesa fantoccio (creato per non attrarre troppo le antipatie degli altri stati cattolici); papa Clemente XI viene fatto abdicare e Carlo assunse il titolo di papa Carlo I; l'Italia è finalmente unificata, ma sotto il dominio austriaco che si estenderà fino alla Sicilia nel 1720.

Come continuarla? Come realizzare l'unità d'Italia, se ci sarà?

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Subito il grande Bhrihskwobhloukstroy gli risponde:

Anzitutto le tappe storiche.

Controllo diretto (a parte il Tirolo):
1382-1805, 1806-1809, 1813-1918 Trieste;
1516-1700, 1707-1734/1735 Napoli e Sicilia;
1516-1700, 1708-1717, 1718-1720 Sardegna;
1535-1700, 1706-1797, 1799-1800, 1814-1859 Lombardia (Mantova dal 1707/1708);
1731 Corsica;
1736-1748 Parma, Piacenza e Guastalla;
1797/1798-1806, 1814-1866 Venezia;
1799-1800 Piemonte;
1800 Liguria;
1803-1805, 1814-1918 Trentino;
1814-1859: Modena e Reggio (già garantito dal 1763).

Controllo indiretto (come territorî dell’Impero):
1273-1291, 1298-1308, 1314-1330, 1437-1740, 1745-(1797, 1799-)1801 tutti i territorî a Nord dello Stato Pontificio a parte Venezia (il Trentino fino al 1806);
1799-1800 Legazioni Pontificie (comprese Marche e Umbria).

In una formula: tutto tranne il Lazio è stato asburgico, in particolare austriaco fra il 1706 e il 1800. Ciò non ha portato all’unificazione di tutti questi territorî soprattutto per due cause: la Guerra di Successione Spagnola e Napoleone.

Una Vittoria Asburgica nella Guerra di Successione Spagnola avrebbe portato all’unificazione di tutti questi territorî (compreso il Lazio), ma poi il Regno di Sardegna (compresa la Liguria) e lo Stato Pontificio non vi sarebbero rimasti. Per realizzare il punto di partenza dell’ucronia bisogna quindi insistere sullo scenario senza Napoleone nel suo ruolo storico; perché ciò accade non c’è bisogno di modificare il Punto di Divergenza, giacché la Vittoria Asburgica nella Guerra di Successione Spagnola rende superflua la richiesta dell’Intervento Sabaudo nella Guerra di Successione Austriaca e quindi toglie di mezzo il motivo dell’Intervento Genovese, con ciò rendendo massimamente probabile il ricorso all’Austria / Impero anziché alla Francia nella repressione delle rivolte in Corsica e quindi, alla fine, ‘dirotta’ Napoleone lontano dalla Repubblica Francese. Senza Napoleone la Battaglia di Marengo si risolve in una Sconfitta Francese e questo porta con ogni verosimiglianza alla fine delle Guerre Rivoluzionarie con la Prima Coalizione. Fra le altre conseguenze (persistenza della Polonia nell’esito della Terza Spartizione, probabile riunificazione fra Svezia e Danimarca-Norvegia), hanno massima rilevanza la sicura riconquista degli Stati Uniti da parte britannica e, con quasi altrettanta certezza, il ritorno o addirittura la permanenza delle Colonie Ispanoamericane con la Madrepatria.

Se però deve essere inclusa anche la Sicilia insieme alla Sardegna (e non una sola in alternativa all’altra), bisogna evitare anche la Guerra di Successione Spagnola e partire da un Testamento di Carlo II. che semplicemente si rimette alla Legge di Successione dello Stato e della Dinastia, quindi con subentro di Leopoldo I. sul Trono (poi nel 1706 Spagna e Impero sarebbero stati di nuovo divisi, per riunificarsi cinque anni più tardi).

Non tutte le eventualità ucroniche sono infatti ugualmente possibili; in particolare, questo scenario è il minimo nel quale si può realizzare la condizione da cui siamo partiti. Un solo dettaglio in meno e non si arriva più all’unificazione asburgica dell’Italia (si intende a partire dalla condizione storicamente più vicina, quella del XVIII. secolo). L’implicazione più importante dell’Unificazione Asburgica (austriaca; quella spagnola avrebbe richiesto più tempo che la persistenza storica del Ramo Primogenito e quindi non si sarebbe realizzata, a parità di Genealogie, che è sempre la condizione alla quale mi sento di sviluppare un’ucronia) è dunque che l’Italia sarebbe stata parte di una compagine (geo)politica assai più estesa, nella fattispecie la Germania (come Grande Austria) da un lato e la Spagna – con l’Impero Ispanoamericano – dall’altro.
La Lista dei Sovrani corrisponde a quella dai Capi dell’Arcicasa e perciò non presenta alcuna novità ucronica. Un’importante divergenza è invece che la Sardegna, la Sicilia e Napoli rimarrebbero di lingua ufficiale castigliana. Sotto Giuseppe II. ci sarebbe una forte centralizzazione, ma è inconcepibile l’estensione del tedesco alla Corona di Spagna (storicamente non è avvenuta neppure in Lombardia). Il Sacro Romano Impero verrebbe riformato in un modo che ricorderebbe il Secondo Reich, ma con l’estensione della Grande Austria (in tal caso anche con l’intero Reichsitalien, in cui rientrerebbe pure lo Stato Pontificio e verosimilmente lo stesso ex-Dogado Veneziano). Lo schema sarebbe dunque:

1) Reich (diviso in due Teilreiche, Germania e Italia, ognuno con la propria lingua ufficiale e il latino come lingua dell’Impero);

2) Kaisertum in forma di Duplice Monarchia (Austria e Spagna, ognuna con la propria lingua ufficiale e il latino come lingua imperial-regia).

Entro questo schema, l’area corrispondente all’attuale Repubblica Italiana sarebbe così distribuita:

- Kaisertum d’Austria nel Teilreich di Germania: Tirolo, Gorizia e Trieste (latino e tedesco; italiano come lingua regionale) + Savoia (latino e tedesco; francese come lingua regionale);

- Feudi Imperiali nel Teilreich di Germania: Trento (latino, tedesco, italiano);

- Kaisertum d’Austria nel Teilreich d’Italia: Veneto, Lombardia (con Parma, Piacenza, Guastalla, Mantova, l’Ossola, Novara, Vigevano, la Lomellina, Tottona, Alessandria, Astia), Piemonte (con Nizza e Aosta) e Savoia, Liguria e Corsica, Toscana (e Lucca?), Modena e Reggio (con Ferrara?), eventualmente Bologna e la Romagna (latino e italiano [francese ad Aosta]; tedesco come prima lingua straniera);

- Feudi Imperiali nei Teilreich d’Italia: Campione, Civenna, Monaco, San Marino &c. (latino e italiano);

- Monarchia Cattolica nel Teilreich d’Italia: Napoli, forse anche la Sicilia e la Sardegna, che comunque fanno parte del Consejo de Italia (castigliano e italiano, latino come lingua solo scritta);

- Stato Pontificio (latino e italiano).

Dal 1800 al 1848 e dal 1849 al 1866 non cambierebbe niente (se non che probabilmente prima o poi la Francia tornerebbe ai confini del 1789); fra il 1866 e il 1871 probabilmente avrebbe luogo la Riforma dell’Impero, senza grandi riflessi a Sud delle Alpi. Senza l’esistenza di Napoleone III. e senza Bismarck come Cancelliere (se non, al massimo, della sola Prussia e non altro) è molto più difficile arrivare a una guerra fra l’Impero e la Francia; è invece abbastanza naturale una qualche forma di Triplice Intesa. Dato il diverso esito della Guerra di Successione Polacca, la Serbia sarebbe ancora austriaca e quindi probabilmente non si arriverebbe all’Attentato di Sarajevo.

Il grande dilemma è: Guerra fra Impero e Russia o no? Si tratterebbe comunque di una sola, perché che le Guerre Mondiali siano state due è dovuto al fallimentare perseguimento dell’obiettivo dell’Equilibrio di Potenza dopo la Prima, che qui non sarebbe possibile perché l’eventuale guerra, anche col coinvolgimento integrale dell’Intesa, sarebbe in ogni caso vinta dall’Impero, dato che al posto degli Stati Uniti le Colonie Britanniche e Russe ne rappresenterebbero solo la metà (l’altra essendo parte della Nuova Spagna).

Certo la Cina sarebbe pur sempre spartita soprattutto fra Russia, Impero Britannico e Francia e, anche nel caso di uno spostamento a Est (fino agli Urali) del confine fra Russia e Impero, la maggior parte della Russia rimarrebbe indipendente e sovrana, con la porzione maggiore di Cina. Prima o poi, del resto, si scoprirebbe l’utilizzo militare dell’Energia Nucleare e non sarebbero più possibili conflitti diretti fra Potenze, ma, essendo la stragrande maggioranza del Mondo spartito fra queste, non ne sarebbero possibili neanche per procura.

Un secondo dilemma è se in Russia si mantiene o no la Monarchia. Se sì, oggi la certezza della quasi imminente Unione Personale fra Russia e Prussia sotto gli Hohenzollern sposterebbe definitivamente il peso della Potenza a favore degli Imperi Centrali (a questo punto quasi paritarî); altrimenti, la contrapposizione dei due Blocchi continuerebbe ancora a lungo.

In entrambi i casi, i corrispondenti ucronici degli attuali Italiani starebbero molto meglio che nella Storia reale. Il Molise – tanto per dire – farebbe parte di uno Stato – la Spagna – esteso fino alla California e all’Oregon e contemporaneamente sarebbe in uno dei più grandi Länder del Reich. I Lombardi, bilingui con l’italiano fin dalla nascita, a scuola imparerebbero il castigliano (questo anche già dalla televisione), il tedesco (che avrebbe il ruolo dell’inglese oggi) e il latino come normale lingua scritta. Per il petrolio, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta fra quello del Caucaso, del Venezuela, della Norvegia o dell’alleato Ottomano; lo userebbero per alimentare la Mercedes o BMW per gli spostamenti quotidiani e, se benestanti, una Hispano-Suiza come auto di prestigio. Papa Francesco li ammonirebbe per la vita eccessivamente lussuosa, pur lodandone la mancanza di avarizia, fino al limite dell’eccesso di prodigalità (indizio di un’inconfessabile superbia per vivere nella Perla dell’Impero).

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Invece Alessio Mammarella propone:

Un PoD settecentesco per l'unità d'Italia è difficile da individuare. Ci provo: nel 1735 la campagna della coalizione franco-ispano-sabauda è intralciata dalle rivendicazioni incrociate di Carlo Emanuele III e degli spagnoli su Milano. Luigi XV riesce però a sbloccare la questione proponendo alla Spagna una compensazione a proprio carico nelle colonie. Rassicurato circa le sue ambizioni su Milano, Carlo Emanuele continua a impegnarsi a fondo: Mantova cade e le truppe austriache vengono inseguite fino a Trento. Il trattato di pace riconosce a Carlo Emanuele il Ducato di Milano, ma la Savoia deve essere ceduta alla Francia per "debito di gratitudine". Nel corso della successiva Guerra di Successione Austriaca, il Regno di Sardegna resta alleato della Francia, e la Repubblica di Genova viene indotta dalle pressioni britanniche e austriache a entrare in guerra contro di lui. Inevitabilmente l'operazione si rivela velleitaria e il Regno di Sardegna conquista Genova.
Successivamente Napoleone Buonaparte, suddito di Vittorio Amedeo III, combatte in una breve campagna contro i rivoluzionari francesi, distinguendosi nella riconquista di Nizza. (Senza Napoleone a difendere il Direttorio) nel 1795 si verifica un colpo di stato monarchico che mette fine alla Rivoluzione. L'ordine europeo viene quindi ripristinato nel giro di poco tempo. Buonaparte continua nel frattempo a progredire con la sua carriera, grazie alla propria capacità di intessere relazioni e all'interesse suscitato dai suoi scritti in materia di artiglieria e strategia militare. La sua attività influirà non poco sulla formazione del futuro Re di Sardegna Carlo Alberto.
Nella prima metà del XIX secolo l'isola di Malta, ancora gestita dall'omonimo Ordine cavalleresco, si trova in difficoltà contro i pirati barbareschi e decide spontaneamente di mettersi sotto la protezione del vicino Regno delle Due Sicilie. Poco dopo in Francia si accende una seconda Rivoluzione. Questa volta la Repubblica Francese riesce a resistere agli attacchi esterni e a durare più a lungo.
Nel frattempo a Venezia, dove esiste ancora l'antica Serenissima, si sviluppa una fazione rivoluzionaria che si ispira alle innovazioni politiche francesi. L'Austria invade il territorio veneziano per attuare la repressione conservatrice, ma i cittadini veneziani si appellano al sovrano liberale Carlo Alberto, che decide di intervenire. Nonostante il suo esercito sia sulla carta inferiore per numero ed armamenti a quello austriaco, Carlo Alberto mette in pratica alla perfezione le idee del Buonaparte e schianta l'esercito austriaco in più occasioni. Sull'onda dell'entusiasmo per la grande vittoria riportata, Carlo Alberto procede a occupare l'Emilia e la Toscana, dalle quali i rispettivi sovrani conservatori fuggono intimoriti. In breve tempo, tutti i territori a nord dello Stato Pontificio sono annessi al Regno di Sardegna, che cambia nome in Regno d'Italia. Vittorio Emanuele II, figlio di Carlo Alberto, completa poi l'unificazione italiana a spese dello Stato Pontificio, che si riduce alla piccola enclave romana denominata Vaticano, e a spese del Regno delle Due Sicilie, che cessa di esistere.
Nel 1903 Alessandro I di Serbia viene a sapere che è in preparazione il suo assassinio, e dichiara improvvisamente guerra all'Impero Ottomano per costringere i militari a desistere dal loro proposito. La guerra, decisa all'improvviso senza alcuna preparazione, si rivela immediatamente disastrosa, ma la Bulgaria, la Grecia e l'Italia decidono di approfittarne per scendere tutte insieme in guerra contro gli ottomani. La situazione si ribalta e il territorio europeo ancora in mano agli ottomani viene spartito tra Grecia, Bulgaria e un nuovo paese indipendente, l'Albania, che l'Italia mette sotto la sua protezione. La Serbia non ottiene nulla, ma Alessandro, nella confusione degli eventi, riesce a scoprire coloro che cospiravano contro di lui e a farli giustiziare, assicurandosi la sopravvivenza. Non trascorrono molti anni, comunque, che la Serbia è di nuovo in crisi, Alessandro decide di abdicare a favore di Francesco Ferdinando, erede al trono asburgico, prefigurando così una unione personale della Serbia con il potente stato vicino. Sorge una irrisolvibile crisi diplomatica tra Austria e Russia che conduce alla Prima Guerra Mondiale.
Dopo la Prima Guerra Mondiale si forma il Regno di Jugoslavia, con l'anziano Nicola del Montenegro come sovrano. L'Austria si riduce a una piccola repubblica, mentre in Ungheria si diffonde una rivoluzione socialista sul modello russo. Anche in Italia, il Biennio Rosso sfocia in una breve guerra civile, nella quale le forze rivoluzionarie si trovano a combattere contro i controrivoluzionari chiamati "fascisti" e guidati dall'ex socialista Mussolini. Vittorio Emanuele III fugge con il resto della famiglia reale. Dopo il successo della Rivoluzione in Italia, anche nei paesi amici di Albania e Bulgaria si formano partiti rivoluzionari. In Grecia, per evitare che possa accadere qualcosa di analogo, i militari attuano un colpo di stato e proclamano la repubblica, considerando la monarchia incapace di resistere. Jugoslavia, Romania e Grecia formano un'alleanza, chiamata "Piccola Intesa" per proteggersi reciprocamente dai rivoluzionari.
Il socialismo italiano (e quelli amici di Albania e Bulgaria) complice la separazione geografica dall'Unione Sovietica e l'Ungheria si sviluppa in modo del tutto peculiare.

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Shark Peddis obietta:

Mi sfugge un passaggio: Carlo Emanuele oltre a Milano riesce a conquistare pure la Sardegna dagli stessi spagnoli? Che peraltro perdono pure le Due Sicilie, tutto come in HL?

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E Alessio gli replica:

Sardegna e Due Sicilie passano di mano già dopo la Guerra di Successione Spagnola combattuta dal 1700 al 1714-15. Invece la questione del milanese si pone durante la Guerra di Successione Polacca (anni '30) durante la quale Carlo Emanuele s'inalberò perché gli spagnoli non intendevano riconoscere le sue aspirazioni su Milano. In questo scenario il primo PoD determina come uniche conseguenze il passaggio della Savoia alla Francia (difficile spiegare una sorte diversa per Nizza e Savoia) e il permanere dell'alleanza con la Francia che servirà poi, durante la guerra europea successiva, per Genova e la Corsica.
Ho pensato questo perché l'idea che mi sono fatto è che la Corsica, se viene acquistata dalla Francia, è impossibile che diventi mai italiana, quindi il passaggio deve avvenire prima. Altro punto delicato Nizza: la Francia avrebbe gradito quel territorio in ogni caso, quindi l'unificazione italiana deve avvenire senza contributo francese. L'idea di Carlo Alberto istruito da Napoleone non è inedita, l'ho già proposta in un'altra occasione, e onestamente mi piace molto.
Poi ho dovuto inventarmi anche qualcosa sulla Serbia perché ho visto che i confini con Albania e Bulgaria sono difficilmente spiegabili. la Serbia la Grande Guerra l'ha vinta, la Bulgaria l'ha persa e l'Albania, sostanzialmente, con contava nulla. Quindi quei confini diversi devono sorgere prima e la Serbia deve avere ben poco peso nella questione. Infatti ho poi considerato il Re del Montenegro come nuovo Re di Jugoslavia.

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Restituiamo la parola a Bhrihskwobhloukstroy:

La domanda più precisa che noi Ucronisti ci dobbiamo porre dovrebbe essere: una volta portata a termine la Restaurazione Assolutistica a opera dell’Impero d’Austria (che – nel contesto di un’Alleanza politica e militare in complesso egualitaria – ne aveva ricevuta formale e pressante richiesta, fra l’altro N.B. da un Sovrano della Dinastia che aveva meno di cent’anni prima sottratto con una guerra di aggressione il Regno medesimo alla stessa Austria), chi ne avrebbe dovuti pagare i costi?

A) Chi li ha sostenuti portando a termine una conquista militare cui poi ha rinunciato del tutto;
B) chi ne ha ricevuti i maggiori benefìci (il Re che ha riavuto un Regno dal precedente proprietario, che lo ha riconquistato per lui);
C) l’intera Alleanza.

Per intenderci, è come se la Polonia venisse incaricata dall’Alleanza Atlantica di riconquistare (e consegnare all’Ucraina) le aree dell’Ucraina annesse od occupate dalla Federazione Russa; in tal caso i costi potrebbero gravare su:

A) la Polonia;
B) l’Ucraina;
C) tutta l’Alleanza Atlantica.

In entrambi i casi, la risposta A equivarrebbe a trattare l’Austria risp. la Polonia come un servo stupido; la risposta B è quella più probabile; la C potrebbe essere la più giusta, ma al contempo la meno realistica.

Comunque sia, in genere nella Storia la soluzione sarebbe stata un’altra: l’Austria reprime i Moti e si riannette il Regno delle Due Sicilie, ovviamente senza pagamenti di sorta. In tal caso mi permetto di fare a mia volta alcune domande:

1) che cosa sarebbe convenuto di più all’Austria (questo o ciò che è avvenuto)?
2) Che cosa sarebbe convenuto di più alla Dinastia Borbonica?
3) Che cosa sarebbe convenuto di più alle altre Potenze?
4) Per i Cittadini eredi di quel Regno, sarebbe stato meglio questo o quel che è avvenuto nella Storia reale?

Alla prima risponderei: questo (l’annessione); alla seconda: ciò che è avvenuto; alla terza: ciò che è avvenuto.
Da queste semplici domande emerge in modo inequivocabile che chi ci ha perso di più – sottolineo: rispetto all’ucronia – è stata proprio l’Austria e che comunque la convenienza è stata dei Borboni e delle altre Potenze.
Per rispondere alla quarta domanda bisognerebbe invece capire come sarebbero andate le vicende del 1848-1849 e del 1859...

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Tommaso Mazzoni dice la sua:

È indubbio che le due Sicilie sarebbero state governate meglio dagli Asburgo che dai Borbone. È anche indubbio che non sarebbe stato nominato un viceré Austriaco con truppe austriache perché Napoli è lontana e non direttamente collegata a Vienna. Quindi il viceré sarebbe stato Duosiciliano, con truppe diosiciliane e più autonomo da Vienna del viceré del Lombardo-Veneto quindi probabilmente non ci sarebbe stato un effetto Radezsky a Napoli, ma un semplice moto costituzionale, che se accettato porterebbe le Due Sicilie dalla parte dell'Austria immediatamente. Ma se le Due Sicile fossero amministrate da un plenipotenziario austriaco con truppe austriache, beh, temo che sarebbe un problema. Un grosso problema, perchè quelle truppe non sarebbero in grado di sedare il moto popolare e verrebbero facilmente neutralizzate, e a quel punto Napoli avrebbe due possibilità. Chiamare sul trono Ferdinando, che bisogna capire dove sta in quel momento, che dopo il percepito tradimento degli Austriaci ha il dente avvelenato accetta la costituzione e marcia verso Nord con tutto quello che ha ( e vuol dire almeno il doppio dei volontari di Pepe) L'altra soluzione sarebbe offrire il trono direttamente ai Savoia ( come in HL fece la sola Sicilia insulare) che in questa timeline accetterebbero trattandosi del trono di tutte e due le Sicile, e attaccherebbero l'Austria dopo aver ottenuto il trono e il supporto militare delle Due Sicile. Soprattutto la flotta. Che in HL era riservata dal sovrano per gestire la ribellione sicula e in questa timeline sarebbe utilizzabile per trasportare le truppe in Veneto. Insomma se Napoli è gestita meglio di Milano è un bene per l'Austria se è gestita peggio o uguale è un male. Anche perché se volesse fare una gestione occupazionistica con truppe Austriache dovrebbe sottrarle da altre parti. Quindi cooptare i Napoletani è fondamentale.

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Ma Alessio insiste:

È indubbio che le due Sicilie sarebbero state governate meglio dagli Asburgo che dai Borbone? È indubbio piuttosto che sarebbe stato ancora meglio se fossero state governate nell'interesse del paese stesso. Coloro che hanno governato quella parte d'Italia dal XIII secolo in poi hanno sempre avuto in testa una "ragion di stato" che non era quella di Napoli o della Sicilia, bensì quella di imperi più grandi (tedesco, spagnolo, napoleonico) oppure di monarchie nazionali straniere (Francia, Aragona). Per secoli, nessuno si è mai neppure domandato quale fosse l'interesse nazionale del popolo sul quale governava. E si è di conseguenza sviluppata una cultura con un "senso dello Stato" molto debole.
Quindi il viceré sarebbe stato Duosiciliano, con truppe duosiciliane e più autonomo da Vienna del viceré del Lombardo-Veneto quindi probabilmente non ci sarebbe stato un effetto Radetzky a Napoli, ma un semplice moto costituzionale, che se accettato porterebbe le Due Sicilie dalla parte dell'Austria immediatamente.
La vedo difficile, ma si può provare. Magari una politica più morbida a Napoli avrebbe condotto a una politica più morbida anche altrove. Non ci sarebbero stati quindi i moti del 1848 e Ferdinando sarebbe rimasto Imperatore d'Austria fino alla morte, evitando almeno una buona parte degli errori e delle sconfitte di Francesco Giuseppe.

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Tommaso non si mostra d'accordo:

Scusami, Alessio, ma io dissento dall'idea che chi ha governato su Napoli e Sicilia dal XIII secolo in poi non avesse in mente l'interesse nazionale del proprio regno. Anzi, oltre a dissentire devo proprio dire che non corrisponde alla realtà. Sia la casa di Angiò che la casa di Aragona Napoli, da Ferdinando ( Ferrante) a Federico III hanno sempre avuto una politica autonoma da Francia e Aragona. Fatta salva la parentesi Spagnola che dura appena due secoli, le politiche di Carlo VII di Ferdinando IV e III, poi I delle due Sicilie e di tutti i successori fino a Francesco II, con tutte le limitazioni e gli errori sono state improntate a logiche nazionali che però includevano il mantenimento della propria dinastia al governo.

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Allora Alessio corregge il tiro:

Probabilmente mi sono espresso male, ma ciò che intendevo dire è che i regni di Napoli e Sicilia si sono trovati ingabbiati in una dinamica politica, dopo il XIII secolo, che ne ha compromesso la capacità di sviluppo commerciale ed ha provocato un ristagno anche culturale. Insomma, una situazione che ha posto le basi per la Questione Meridionale (quella che i neoborbonici, con una grossolana semplificazione, riconducono all'invasione piemontese). Mi sembra interessante approfondire questo punto proprio perché il nostro Enrico Pizzo ha occasione di confrontarsi spesso in altre sedi con interlocutori che sono fautori delle tesi neoborboniche e allora sarebbe opportuno coniugare le nostre opinioni su dinastie ed equilibri geopolitici con aspetti di storia economica.

Come mai il Regno di Napoli, così ben collocato geograficamente al centro del Mediterraneo, non ha una storia navale e commerciale paragonabile a quella di Venezia? I normanni avevano ben cominciato, arrivando addirittura a stabilire avamposti in Nordafrica e a insidiare l'Impero Bizantino. Ecco a dire il vero posso essere stato ingeneroso verso gli angioini, nel mio precedente intervento, perché non ho considerato che essi tentarono di continuare la politica dei normanni e che il loro fallimento va probabilmente ascritto alle lotte interne alla dinastia. Quanto agli aragonesi, certamente riconosco Ferrante e altri buoni sovrani, ma quella aragonese di Napoli era una dinastia cadetta, e proprio la sua eliminazione durante le Guerre d'Italia mostra quanto sbilanciato fosse il rapporto con la dinastia principale. D'altra parte, se guardiamo all'evento del Compromesso di Caspe, possiamo ben capire quanto la dinastia aragonese fosse profondamente radicata ai suoi interessi nella Penisola Iberica: in quella occasione non furono neppure invitati i rappresentanti dei regni di Sicilia e Sardegna, il nuovo sovrano fu scelto solo da "spagnoli" e la scelta fu fortemente influenzata dagli interessi economici che legavano l'Aragona alla Castiglia. Per quanto i sovrani aragonesi di Napoli potessero essere capaci ed animati da ottime intenzioni, il futuro era già scritto: ci sarebbe stato prima o poi un unico regno spagnolo e a Napoli, così come in Sicilia e Sardegna, ci sarebbe stato solo un Vicerè.

Ciò che intendevo dire, senza voler archiviare il periodo spagnolo o austriaco come negativi di per sé, è in pratica la politica estera napoletana non esisteva oppure era quella dell'impero di appartenenza. Qualcuno potrebbe anche pensare che fosse meglio far parte di un grande e glorioso impero invece che di un piccolo regno, ma attenzione: la realtà non è un gioco da tavolo e la cosa più importante per un paese non è far parte dell'alleanza più forte che vince le guerre. Il problema che chiamiamo Questione Meridionale è prima di tutto un problema di classe dirigente. In un paese indipendente, che deve avere una sua politica estera e militare, l'aristocrazia deve essere inevitabilmente coinvolta sul piano politico come intellettuale. Sono stati per esempio gli junkers, i proprietari terrieri, a fare del piccolo Brandeburgo il potente regno di Prussia. Se un paese si trova però ad essere la periferia di un Impero, la sua classe dirigente non ha un ruolo politico, si limita a sfruttare le sue ricchezze in modo passivo. Mentre in Svezia, in Prussia, in Inghilterra c'erano degli aristocratici che in ogni campo lavoravano per la grandezza della loro nazione (e dopo di loro, una borghesia pronta a seguirne le orme e fare ancora di meglio), il meridione d'Italia era rimasto al medioevo, al latifondista che per non annoiarsi si dedica a studi eruditi come Don Ferrante oppure a quello che molesta le ragazze povere per puro capriccio come Don Rodrigo.

Carlo di Borbone, fondatore della dinastia Borbone-Napoli, è stato un buon sovrano. Tuttavia anche nel suo caso venne fuori il problema dei rami cadetti: il trono di Spagna era vacante, e Carlo che cosa fece? Beh, la Spagna era quella più importante, era la "sede centrale" della dinastia, quindi Carlo si spostò a Madrid lasciando a Napoli uno dei suoi figli (col senno di poi, il peggiore). Perché Carlo non ha fatto il contrario? Perché non ha deciso di restare a Napoli delegando al figlio minore di regnare a Madrid? Alla fine viene sempre fuori una differenza di rango, la stessa che l'altra metà d'Italia pagava nei confronti della Germania. In Germania c'erano i principi Elettori, in Italia le secondogeniture. Il salotto e il giardino, il centro e la periferia.Perciò io penso che non si possa dare ai neoborbonici più di un 25% di ragione. E' vero, come sostengono loro, che il Risorgimento ha posto brutalmente fine all'esistenza di un regno che aveva circa 8 secoli di storia. E' vero, come sostengono loro, le politiche adottate dal nuovo stato italiano unitario furono dolorose e in vari aspetti sbagliate rispetto alle esigenze del meridione.

Sbagliano però nell'individuare una origine ottocentesca della Questione Meridionale, e sbagliano a confondere sovrani e dinastie con la condizione complessiva del regno, che avrà avuto buoni sovrani ma si è costantemente ridimensionato nei secoli fino a diventare economicamente misero e politicamente ininfluente. So comunque che discutere con un Neoborbonico è come discutere con un terrapiattista.

Insomma Tommaso, io non ce l'avevo con un sovrano o con una dinastia in particolare, ce l'avevo il ruolo molto scomodo nel quale si sono trovati Napoli e Sicilia (ma gli stati italiani in generale) in un lungo periodo storico. Il Risorgimento alla fine è stato un tentativo di uscire da quel ruolo lì per assumerne uno diverso (o almeno provarci... ancora oggi non è chiaro quale sia il ruolo del nostro paese - comunque per quello vecchio non credo si debba avere alcuna nostalgia).

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E ora, l'idea di Tommaso Mazzoni:

La Guerra di Successione Francese

1717
Muore misteriosamente il piccolo Re di Francia Luigi XV; Filippo II d'Orleans è incoronato Re di Francia con il nome di Filippo VII; Filippo V di Spagna, su invito di una parte della nobiltà Francese, dichiara invalida la sua rinuncia ai diritti sul trono di Francia e la Spagna invade la Francia.

1718-1721
Guerra di Successione Francese.
ll Sacro Romano Impero, l'Olanda e la Gran Bretagna si schierano a favore di Filippo VII; La possibilità di annettere la Francia alla corona Spagnola spinge Filippo a investire meno risorse su Parma, su Napoli e sulla Sicilia, quindi, il Regno di Napoli e il Ducato di Parma restano di Carlo VI. La Spagna conquista la Bassa Navarra, il Rossiglione e la Sicilia; tuttavia, non è in grado di continuare la campagna militare, di conseguenza nel 1721 con il Trattato di Londra, la Spagna riconosce la successione al trono di Filippo VII in cambio del riconoscimento delle conquiste spagnole.
Carlo VI ottiene il riconoscimento della Francia della Pragmatica Sanzione.

1722
Editto di Riorganizzazione, Filippo VII abolisce l'editto di Fontainbleu , e riorganizza lo stato in modi di mediare fra gli interessi dell'alta aristocrazia e della nascente borghesia; I Parlamenti locali eleggeranno rappresentati dei loro interessi al Parlamento del Regno che si riunirà a Versailles, mentre Filippo pone la sua corte a Parigi, al Palazzo delle Tullieres.
Con questa data si considera tradizionalmente finito il periodo assolutistico della corte francese, per quanto si dovrà aspettare ancora un po' per arrivare alla costituzione.

1723
Muore Re Filippo VII, gli suggede il figlio Luigi XVI. Come primo atto, pensiona il Primo Ministro del padre, il Cardinal Dubois, e decide di nominare al suo posto Monsignor André-Hercule de Fleury, che in questa timeline è stato precettore di Luigi dopola morte del piccolo Luigi XV, sostenuto dai conservatori del parlamaento.)

1724
Re Luigi XVI sposa la Principessa Maria Leszczyńska, sua coetanea. (In HL, fu proprio Luigi la persona a rappresentare il cugino alle nozze per procura, un anno dopo, qui è proprio lui lo sposo). Il matrimonio sarà molto felice.

1725
Nasce Luigi Filippo di Borbone-Orleans, Delfino di Francia.

1726
Il Concistoro nomina Monsignor de Fleury Cardinale.

1733-1735
Guerra di Successione Polacca.
Poco desideroso di mettere da parte l'abile Primo Ministro, Re Luigi, a costo di deludere la moglie, di fronte alla minaccia di dimissioni del Cardinale, e vista l'ostilità del Parlamento alla Guerra, decide di non sostenere il suocero sul trono.
Senza il sostegno Francese la Spagna non ottiene nulla mentre i Savoia restano neutrali.

1736-1739
Guerra Austro-Turca, l'Austria mantiene i confini di Passarowitz

1737-1741
Guerra di Successione Toscana, fra Il Duca di Parma, Carlo di Borbone, sostenuto dalla Spagna, e il Sacro Romano Impero; La Spagna approfittò del conflitto in corso fra il Sacro Romano Impero e l'Impero Ottomano per appoggiare i diritti al trono Toscano di Anna Maria Luisa de'Medici, facendo valere l'editto del 1723; L'Interesse Spagnolo è quello di far riconoscere il diritto di successione del ramo femminile in Toscana. Anna Maria Luisa indicherà Carlo di Borbone come suo erede. In cambio del riconoscimento Austriaco nel Trattato di Parigi della situazione, la Spagna ricoosce la Prammatica Sanzione.

1742-1748
Guerra di Successione Austriaca.
De Fleury promuove una linea di neutralità, Orry, suo successore,interverrà contro la Spagna, riuscendo a riconquistare la Bassa Navarra, ma non il Rossiglione.

1743
Muore la Granduchessa di Toscana Anna Maria Luisa de'Medici, le succede Carlo di Borbone, che lascia al fratello Filippo il Trono di Parma.
Muore anche il Cardinal de Fleury, il Parlamento suggerisce a Re Luigi XVI il nome di Philibert Orry, ministro delle finanze di de Fleury come nuovo Primo Ministro. Orry promuove un rovesciamento delle alleanze, e dichiara guerra alla Spagna.

1746
Pace separata fra la Francia e la Spagna, sancita dal matrimonio fra il Delfino e Maria Teresa Raffaella di Borbone-Spagna (diversamente dalla nostra timeline l'infanta sopravviverà al primo parto e anche ai successivi.)

1747
Nasce il Duca di Borgogna Luigi Filippo Giuseppe, figlio del Delfino. Muore Philibert Orry, nominato al suo posto il Conservatore Étienne François de Choiseul.

1752
Muore Re Luigi XVI, gli succede il figlio Luigi Filippo con il nome di Luigi XVII.

1756-1763
Guerra dei Sette Anni.
La Francia resta inizialmente neutrale, il Parlamento e la Corte sono divisi fra chi vorrebbe invadere la Lorena, e chi dichiarare guerra alla Spagna (alleata della Prussia) per riprendersi il Rossiglione; la Neutralità Francese causa lo schieramento Britannico in campo Imperiale; La Spagna riesce ad invadere la Sradegna, ma perde la Sicilia a causa dell'intervento Britannico; Nel 1760, tuttavia, il Partito Austricante prevale, e la Francia invade la Spagna; La Spagna decide , nuovamente, di dare massima priorità alla guerra continentale, riuscendo a espugnare la Rocca di Gibilterra, nonostante l'appoggio dei portghesi agli Inglesi; in Francia, la Spagna riesce a conquistare la Guscogna e a riprendersi la Bassa Navarra. La Prussia invade facilmente l'Hannover, e non dovendo cofrontarsi con la Francia riesce facilmente a respingere gli assalti Astro-Russi; l'Intervento Francese del 1760 obbliga la Prussia ad aprire un altro fronte, che causa la perdita di posizioni in Slesia, infine riconquistata dall'Austria. Le perdite territoriali sono ampliamente compensate, per la Francia dalle conquiste coloniali; le Filippine, la Florida e il nostro Texas cadono in mano Francese, Il Brasile annette parte dell'Argentina, mentre il Resto dell'Argentina cade in mano Britannica, insieme a tutti i caraibi spagnoli inclusa Cuba e Puertorico; alla fine della Guerra anche Tolosa è riconquistata dai francesi. In sede di trattato, siglato a Vienna, l'Austria offre lo scambio della Sicilia con la Toscana, e offre la Toscana a Carlo Emanuele III di Savoia (Carlo II di Toscana) in cambio della cessione dei Suffeudi imperiali; il Granducato di Toscana porta con se il Titolo Regio. Nel Granducato di Toscana, in virtù del trattato di Parigi del 1741 non è piu in vigore la legge Salica. La Sicilia diventa una secondogenitura borbonica, mentre la Sardegna è annessa direttamente alla Spagna.

1767
Il Delfino di Francia sposa Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, di cinque anni piu giovane di lui; in questa timeline Maria Antonietta sposerà il Re di Sicilia Ferdinando III.

1768
La Spagna interviene in Corsica su richiesta della repubblica di Genova, contro la Repubblica Corsa di Pasquale Paoli.

1769
La Corsica diventa parte della Corona di Spagna, tre mesi prima della nascita di Napoleone Buonaparte.

1770
Nel Parlamento i Liberali sono la maggioranza e sfiduciano il Primo ministro Choiseul. Al suo posto viene indicato Anne-Robert-Jaques Turgot; questa è la prima volt in cui il primo ministro di Francia viene scelto dal parlamento; Re Luigi XVII apprezza le idee di turgot, perché le ritiene positive per l'erario.

1772
Abolite le leggi che impediscono alla nobiltà di lavorare.

1773
Nasce il Duca di Borgogna Luigi Filippo.

1775
Riforma fiscale, Turgot svecchia il sistema rendendolo piu equo ed efficiente; L'Austria si oppone con successo alla spartizione di Polonia.

1776-1783
Rivoluzione Americana
Turgot tiene la Francia fuori dal conflitto, e anche il suo successore Necker non desidera inimicarsi la Spagna, che invece sostiene con decisione gli insurgents.

1780
Alla morte di Maria Teresa, l'Imperatore Giuseppe II le succede in tutti i domini ereditari asburgici, e decide di abdicare in Lorena a favore del fratello Leopoldo II, con l'unico vincolo che non dovesse formarsi una secondogenitura in Lorena.

1781
Muore Turgot, nominato al suo posto Jacques Necker.

1782
Riforma del sistema coloniale, per evitare un contagio della rivoluzione Americana; Un Congresso Generale della nuova Francia, simile al Parlamento, riunito a Ville de Quebec nomina un Luogotenente Generale, sottoposto alla sola autorità regia rappresentata dal Governatore Generale.

1785
Muore Re Luigi XVII il Ricco, sotto il quale la francia tocca il suo picco storicodi ricchezza, azzerando il debito pubblico, gli succede il figlio con il nome di Filippo VIII;
Con il consenso di Giuseppe II, Leopoldo II di Lorena inizia l'esperimento costituzionale; la Lorena ha un Parlamento monocamerale, che nomina Nicolas Liebault primo ministro.

1786-1787
Lavora la Convenzione Costituente, riunita a Versailles; Re Filippo VIII, liberale di pensiero e di educazione, in contatto epistolare con il cognato Pietro Leopoldo, Duca di Lorena, convoca una convenzione dei migliori giuristi, nonché di rappresentanti dei vari attori sociali; dopo un anno di lavoro intenso, la Convenzione rilascia la prima Costituzione scritta del Regno di Francia.
All'interno della convenzione si delineano dei veri e propri partiti politici, fra cui spiccano i conservatori oltranzisti, guidati dal Principe di Condé Louis-Henry de Bourbon, i conservatori moderati, guidati dal Vescovo Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, i liberali moderati, guidati da Marie-Jean-Antoine-Nicolas de Caritat, Marchese di Condorcet, e i liberali radicali, guidati da Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre

1788
Entra in vigore la Costituzione, essa prevede un Parlamento Bicamerale, con un'Assemblea Generale che è la Camera Bassa, che è eletta da tutti i sudditi maschi capaci di leggere e scrivere, essa approva le leggi e vota la fiducia al 1° ministro, che nomina e revoca i ministri, e che è nominato dal Re; La Camera Alta è chiamata Assemblea dei Pari, è composta da membri di diritto e nominati, vota in materia fiscale e sulle dichiarazioni di guerra. Il re ha il diritto di veto, superabile solo con maggioranza qualificata (2/3), dirige la politica estera, nomina e revoca 1/3 dei Pari, presiede la Suprema Corte di Giustizia, può emettere decreti che hanno valore di legge se controfirmati dal Primo ministro e approvati entro 90 giorni dall'assemblea Generale; è il Capo Supremo delle Forze Armate e ha diritto di Grazia su tutte le condanne; deve però rispettare una lista civile e può, per tirannia, omicidio, stupro o tradimento, essere processato dal parlamento in Seduta plenaria e deposto.
Le prime elezioni si tengono il 14 Marzo di quell'anno, e vedono la vittoria dei liberali moderati (il sistema elettorale è a collegi a turno secco) che formano un governo in coalizione con i radicali; Condorcet è nominato 1° Ministro; il suo programma prevede l'applicazione della costituzione.

1789
La grave crisi economica costringe Carlo IV a convocare le Cortes Generales, le quali vedono una maggioranza di nobili liberali che cercano di estorcere al sovrano una costituzione sul modello Francese; la Popolazione di Madrid assalta la fortezza cittadina per liberare i prigionieri politici (non ce n'erano). Scoppia la Rivoluzione Spagnola.

1790
Leopoldo II di Lorena diventa Sacro Romano Imperatore; subito decide di applicare una costituzione simile a quella Lorenese a tutti i territori Asburgici; oltre alla Lorena diventano costituzionali l'Austria, la Baviera, la Boemia, Milano Parma, l'Ungheria, la Croazia, i Paesi Bassi Asburgici, la Serbia e Napoli. Un consiglio dei Cancellieri, presieduto dal cancelliere Austriaco ( qui, von Kaunitz), dirime le questioni di interesse generale. Vi è una prevalenza di liberali, nelle varie diete e parlamenti elettivi.

1791
Approvata la prima costituzione Spagnola dalle Cortes Generales; nasce il Regno degli Spagnoli.

1792
Intercettata una lettera segreta di Carlo IV al cugino Filippo VIII in cui Carlo chiede l'intervento armato contro il governo rivoluzionario. Carlo viene esautorato ed è proclamata la I Repubblica Spagnola, ma i suoi figli Ferdinando e Carlo Isidoro riescono a fuggire, prima in Portogallo, poi in Francia .
La Spagna dichiara preventivamente Guerra alla Francia, e invade la Sicilia, Genova, il Regno di Napoli, gli Stati Pontifici, Parma e la Toscana, dove vengono proclamate repubbliche sorelle. A Parma e nel Regno di Napoli gli Spagnoli sono accorti con immediata ostilità dalla popolazione. IL Sacro Romano Impero dichiara guerra alla Spagna.
Muore l'Imperatore Leopoldo II, gli succede il figlio Francesco II.

1793
Re Carlo IV viene condannato a morte dalla Convencion Nacional il 9 di Giugno del 1793, prima dell'esecuzione ottiene di poter passare un'ultima notte con la moglie Maria Luisa di Borbone-Cadice, che viene mandata in esilio in Inghilterra, nazione momentaneamente neutrale; all'insaputa dei rivoluzionari, Maria Luisa è incinta e partorirà un figlio maschio chiamato Francesco da Paola.
Ferdinando VII è riconosciuto Re dai realisti spagnoli.

1794
Napoleone Buonaparte si distingue nella presa di Tolosa.
Approvata la Costituzione Polacca, che designa Ferdinando di Asburgo-Lorena, fratello di Francesco II, come erede al trono. La Russia si avvicina diplomaticamente alla Spagna rivoluzionaria.

1795
La Sublime Porta si riavvicina al Sacro Romano Impero in funzione anti-russa.

1796
Napoleone è mandato a condurre la campagna in Italia, dove ottiene sorprendenti vittorie; dopo la conquista di Milano, decide di violare la neutralità della Serenissima la quale decide un'astuta manovra diplomatica: la dedizione della Repubblica al Sacro Romano Impero; Francesco II accetta. Il Doge si dimette e il Maggior Consiglio elegge il Sacro Romano Imperatore come nuovo Doge. Francesco II giura di difendere in perpetuo le libertà della Serenissima.

1797
La Russia entra in guerra a fianco della Spagna. Intanto, la Spagna invade il Portogallo. L'Impero Ottomano e l'Inghilterra entrano nella Coalizione Antispagnola.

1797-1798
Campagna d'Egitto.

1797-1799
Campagna nei Balcani.

1798
Napoleon Buenaparte diventa primero consul in Spagna.

1801
Napoleone si fa eleggere con plebiscito Imperatore degli Spagnoli.

E poi?

Tommaso Mazzoni

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È il turno della domanda che ci ha posto Generalissimus:

La rivolta popolare che nel 1746 espulse gli Austriaci da Genova mise in luce tutte le forze contestatarie e plebee, fortemente anti-patrizie, che alla fine impose un'assemblea popolare al posto dei consigli dei patrizi.
Per la prima volta la Repubblica di Genova ebbe un vero governo a base democratica.
Il Doge Giovanni Francesco Brignole Sale sembrò accettare di buon grado questa piccola rivoluzione, e a ragion veduta.
Non passò molto tempo prima che i vari caporioni cominciassero a combattersi l'un l'altro e presto divenne chiaro a tutti che solo "i Magnifici" avevano le capacità per governare.
Nel 1748 tutte le istituzioni della repubblica tornarono a funzionare come prima dell'invasione austriaca.
Ma cosa sarebbe accaduto se Genova fosse rimasta democratica per il resto della sua esistenza?

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Gli risponde Fabio Roman:

Forse resta indipendente dopo il Congresso di Vienna, e accetterà di unirsi ai Savoia (e di far partire i Mille da Quarto) solo in cambio di un'ampia autonomia.

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Michal I aggiunge:

Se tornasse forte (presupponendo un vicino Piemontese abbastanza debole), guadagnerebbe dalla rivoluzione francese, e si potrebbe annettere Nizza.
Verrebbe mantenuta dopo il 1815? Se sì, allora Mazzini avrebbe un riferimento per la sua Italia, e il Repubblicanesimo prenderebbe molto più piede, e... chi sa? Magari lo Statuto Albertino dovrebbe tenere conto di ciò, e i Corsi non verrebbero più trattati da coloni ma da pari.

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Interviene Bhrihskwobhloukstroy:

Nel 1746 i Partiti erano: Repubblichisti, Borbonici, Imperiali, Pontifici (per non contare i Criptosabaudofili). Nessuno avrebbe avuto la Maggioranza senza allearsi con un altro. Sul piano esterno, l'annessione ai Dominî Sabaudi è stata differita esclusivamente grazie al Rovesciamento delle Alleanze del 1756, per cui Genova godeva al contempo della Garanzia Imperiale e del Protettorato Francese: qualsiasi Regime si sarebbe dovuto adattare a questo contesto.
Per quanto riguarda la Rivoluzione Francese, il caso di Oneglia dovrebbe dimostrare che l'Annessione di Genova alla Francia era solo questione di tempo. Dopo il 1815 a maggior ragione una Repubblica non Aristocratica non sarebbe stata restaurata, la questione era soltanto fra Annessione diretta ai Dominî Sabaudi o mantenimento del Ducato con un Arciduca austriaco.
Nizza sarebbe diventata genovese solo con una Vittoria completa dei Galligurispanonapoletani (è anche il motivo per cui Genova si è cacciata in quella maledetta Guerra), dopo non sarebbe più stato possibile.

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Tommaso Mazzoni osserva:

Il fatto è che, se Genova mantiene la Corsica, poi la storia cambia radicalmente, visto che questa piccola repubblica darebbe i natali a nientedimeno che a Napoleone, Garibaldi e Mazzini!

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Aggiungiamo quest'altra proposta di Generalissimus:

Ci mancò poco che il Granducato di Toscana non diventasse un possedimento portoghese: Nel 1686 Cosimo III de' Medici decise che sarebbe stato opportuno per suo figlio Ferdinando sposare Isabella Luisa di Braganza, figlia del Re Pietro II del Portogallo.
Il monarca lusitano e quello toscano si accordarono e stipularono il seguente patto: Ferdinando e Isabella Luisa avrebbero vissuto a Lisbona, Ferdinando avrebbe rinunciato ad ogni pretesa sul Granducato, se Pietro II non avesse lasciato eredi maschi Isabella sarebbe successa a lui con Ferdinando in qualità di re consorte e infine, se Cosimo III, suo fratello Francesco Maria e il suo terzogenito Gian Gastone non avessero avuto eredi (cosa che tra l'altro avvenne), la Toscana sarebbe rimasta in unione dinastica col Portogallo.
Ma Ferdinando de' Medici rifiutò il matrimonio con Isabella Luisa e le preferì Violante Beatrice di Baviera.
E se invece sposasse Isabella Luisa, Pietro II non avesse altri figli e le cose in Toscana andassero proprio come in HL?

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Tommaso Mazzoni gli replica:

Beh, bisogna vedere se Ferdinando de' Medici ha figli da Isabella o no; Magari la portoghese riesce a distoglierlo dai bordelli, e si evita la Sifilide; Comunque, se Ferdinando non ha figli da Isabella, e non si riesce a trovare altri mariti per lei e Maria Isabella muore comunque nel 1690, Pietro II potrebbe sposare, con tre anni di ritardo, Maria Anna del Palatinato, e tutto andrebbe come nella storia reale (Se invece, da sposata Isabella campa di più, almeno fino al 1700) Giacomo II d'Inghilterra potrebbe accampare diritti sulla Corona Portoghese, sostenuto dalla Francia. Finché gli Stuart stanno sul trono, la tradizionale Alleanza Anglo-Portoghese sarebbe impossibile; a meno di ulteriori PoD il trono di Portogallo andrebbe a ritornare agli Asburgo (Este) perché in Portogallo la legge Salica non c'é, il trono passerebbe quindi ai Savoia, e da Vittorio Emanuele I ai Duchi di Modena, e poi a Francesco Ferdinando, il quale diventerebbe Re del Portogallo gia nel 1875, e non credo che sarebbe nelle condizioni di essere ucciso nel 1914 a Sarajevo. Saprebbe Francesco Ferdinando mantenere il titolo oltre il 1908-1910? Beh, questo è un altro discorso, ma io propendo per il si, se non altro perché, con l'appoggio dell'Austria, potrebbe ottenere un miglior trattamento a Berlino, nel 1881, ed evitare lo schiaffo del 1895.
I Savoia-Carignano potrebbero svolgere il ruolo avuto nella HL dai Braganza-Brasile, con Carlo Alberto, governatore del Brasile, che proclama l'indipendenza nel 1822; Senza i Carignano in Piemonte, però, Carlo Felice non esiterebbe ad abrogare la Legge Salica e dal 1831 il Re di Portogallo e Duca di Modena sarebbe pure Re di Sardegna; Probabile la concessione di una costituzione nel 1848 quando ti scoppiano tre rivolte in tre domini separati fra loro, non è che puoi reprimere troppo anche se sei il Re più reazionario d'Europa, ma rischi seriamente che i Portoghesi chiamino il Brasile ad intervenire, e il Brasile non è il Piemonte. Se Francesco V è intelligente concede uno statuto almeno basilare in ciascuno dei suoi tre stati, se no, perde il Portogallo.

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E ora, la pensata di Enrica S.:

In questo articolo si parla della clamorosa gaffe in cui è incappata il 6 giugno 2017 il Ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli, che sull'home page del sito del suo Ministero, nella sezione dedicata alle attività della ministra, ha pubblicato il suo intervento per il premio Cherasco Storia. In esso si legge: « È qui che nel 1631 venne firmata la Pace che concluse la guerra del Monferrato, durante la peste che fa da sfondo ai Promessi Sposi. È qui che più tardi, nel 1796, Napoleone impose a Vittorio Emanuele III l'armistizio con cui decretò la capitolazione Sabauda ». Il testo è stato poi corretto, ma lo strafalcione ha fatto rumore. Ovviamente il sovrano che trattò con il Bonaparte era Vittorio Amedeo III, che fu re di Sardegna e duca di Savoia, Piemonte e Aosta dal 1773 al 1796. Tuttavia l'ucronia nasce spontanea: quali PoD bisogna immaginare perchè Vittorio Amedeo III, come il suo parente Vittorio Emanuele III un secolo e mezzo dopo, sia già Re d'Italia nella seconda metà del Settecento?

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Le replica MorteBianca:

Magari un semplice Regnum Italiae. Possiamo immaginare il Regno di Sardegna che ingloba anche la Corsica, il Ducato di Milano tramite politica matrimoniale con gli asburgo e che occupa militarmente gli staterelli dell'Italia centrale. Napoleone ne farà prima una repubblica sorella e poi la ingrandirà con l'aggiunta di Lazio e Veneto proclamandosi Re d'Italia e favorendo la nascita di un sentimento patriottico negli italiani.

Dopo la ricostruzione andrà tutto come nella nostra timeline, solo di diversi step più avanti: i moti saranno in Veneto, nascerà la Repubblica di San Marino che tramite plebiscito sarà annessa al Regno d'Italia. Moti analoghi si verificheranno a Roma, a Napoli e nelle ex Province Illiriche. Garibaldi conquisterà il Meridione e le truppe italiane prenderanno Roma, mentre con l'ultima guerra d'indipendenza viene annessa l'Istria fino e compreso Fiume.

L'Italia a questo punto ha due aspirazioni: il Trentino e l'Alto Adige a Nord, le Province Illiriche ad Est (residuati del dominio veneziano, a cui il Regno d'italia napoleonico ha dovuto cedere diversi territori con il trattato di Schonnbrunn). Con la prima guerra mondiale l'Italia ottiene tutti e due i territori, ma nel trattato di Londra era stata promessa anche la provincia di Ragusa, che però ai trattati di pace non sarà assegnata all'Italia per via del fatto che in origine nel trattato non era previsto l'Alto Adige (de facto annesso dall'Italia e quindi riconosciuto come conquista italiana a posteriori e per forza di cose), e Ragusa non aveva una presenza italiana abbastanza forte da rispettare i 14 Punti di Wilson. Ragusa diventa invece città libera ed aperta. D'Annunzio la occuperà momentaneamente.

Supponendo gli stessi errori nella Seconda Guerra Mondiale l'Italia perderà le Province Illiriche, tenendosi però Istria e Venezia Giulia fino e compreso Fiume, Alto Adige ed il resto. Se invece l'Italia sarà più accorta potrebbe arrotondare dall'Austria, dalla Jugoslavia (ancor di più), dalla Svizzera (Ticino e Grigioni) e dalla Francia (Costa Azzurra?)

Vittorio Amedeo III di Savoia

Vittorio Amedeo III di Savoia

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Cediamo la parola a Bhrihskwobhloukstroy:

Invito a una semplice riflessione:

1) gli Asburgo, da Imperatori e Re di Spagna, fra il 1706 e il 1847 hanno – in tempi diversi – riunito (nel Sacro Romano Impero – già entro il 1800 – o nei Dominî Ereditarî Asburgici) tutti i territorî non insulari dell'attuale Repubblica Italiana tranne Roma (che però non vi è rientrata solo perché occupata dai Borboni, che se non avessero conquistato Napoli non l'avrebbero potuta occupare), in particolare (oltre a Trieste, Gorizia, il Tirolo e il Trentino) il Ducato di Milano (nella sua integrità ‘spagnola') nel 1706, Mantova (per Fellonia) nel 1708, Napoli nel 1714, la Sardegna nel 1715, la Sicilia nel 1720, la Corsica negli Anni Trenta, i Feudi di Parma (20. gennaio 1731) e Toscana (9. luglio 1737), per due anni Guastalla il 15. agosto 1746 per Estinzione, Venezia nel 1797, il Piemonte (rimasto ai proprî confini orientali del 1630) senza Nizza e Savoia (già conquistate dalla Francia Rivoluzionaria) e le Legazioni Pontificie (Romagna, Marche, Umbria) nel 1799, Genova nel 1800 (con opposto esito della Battaglia di Marengo, essendo Napoglione Buonaparte un Generale Austriaco), Modena-Reggio e Brisgovia come Terzogenitura dal 1803, l'ex--Stato dei Presidî nella Secondogenitura di Toscana dal 1814, di nuovo Parma come Kunkellehen (Feudo Femminile) nel 1815, Massa nella Terzogenitura di Modena-Reggio dal 1829, Lucca nella Secondogenitura di Toscana dal 1847.

2) Napoleone, da Generale o Primo Console o Imperatore, ha annesso direttamente o in Unione Personale o Dinastica tutto (ovviamente partendo già con la Corsica, la Savoia e Nizza) tranne la Sicilia e la Sardegna ed è stato il primo dopo il 1177 a riannettere (per due volte, fra l'altro) lo Stato Pontificio a un Impero.

3) Gli Asburgo sono stati Imperatori dal 1274 (continuativamente dal 1437 al 1740 e dal 1745 al 1806) e Napoleone ha superato tutti i Re di Francia, ma nessuno ha conquistato tutto (eppure avevano altri ben più estesi Dominî nel resto d'Europa).

4) I Savoia hanno conseguito le proprie grandi conquiste (compresa la Spagna) solo con la contemporanea sconfitta definitiva degli Asburgo e dei Bonaparte (1850-1871); prima di allora sono sempre rimasti a livello puramente regionale.

Se per «Re d'Italia» intendiamo non del solo Reichsitalien (Regno Longobardo della Nazione Gallesca), ma di tutta l'Italia che storicamente è diventata sabauda dal 1861-1870, è quindi impossibile partire dal XVIII (o XVII) secolo; siccome prima della seconda metà del XIX secolo non si è mai unificata l'«Italia» senza (tentare di) unificare l'Europa, è obbligatorio:

a) partire dal Sacro Romano Impero
b) prima del 1274.

Con questo si ritorna alla discussione - rimasta in sospeso l'8. marzo e 13. marzo 2016 - sulll'Interregno 1254-1273, in particolare sul 1272-1273, con Filippo I di Savoia come Candidato (successore di Riccardo di Cornovaglia), per la mediazione dell'altro fratello (minore) Bonifacio (1217 – 1270, arcivescovo di Canterbury) e contrapposto in luogo di Rodolfo I d'Asburgo ad Alfonso di Castiglia.

Prima del 30. marzo 1349 il Delfino Umberto II il Vecchio deve vendere ai Savoia (anziché a Filippo VI di Francia) la propria Eredità e nel 1355 deve essere eletto Imperatore il Conte Verde (Amedeo VI), che col Delfinato è dotato di una base territoriale paragonabile a quella che ha favorito l'elezione di (Venceslao) Carlo IV di Lussemburgo.

Dal 1440 (con Ludovico, in tal caso V) i Savoia devono essere continuativamente Imperatori e applicare con sistematico rigore la Legge Salica e il reincameramento dei Feudi in cui si estingua la Linea Maschile; così compiranno il salto di qualità (storicamente asburgico) grazie all'Eredità Borgognona – almeno quella nell'Impero – nel 1477 e con l'opportuna aggiunta della Provenza nel 1481, ma già dal 1447 si assicureranno il Ducato di Milano. Nell'Impero saranno ritenuti, come i Lussemburgo e gli Asburgo, Prìncipi Tedeschi ma non del tutto, potenti ma non troppo invadenti (perché dominanti soprattutto nella Periferia e in particolare al confine con la Francia e il Papato); con gli Asburgo spartiranno Venezia nel 1509 (evidentemente senza subire invasioni francesi, né nei Dominî aviti né in Lombardia) e collaboreranno con Carlo I di Spagna contro la Francia (senza opporsi alla Successione di Ferdinando d'Asburgo in Ungheria nel 1526, ma facendosi pagare con l'accettazione dell'incameramento della Boemia).

È molto verosimile un Sacco di Roma intorno al 1527, sotto Carlo il Buono (storicamente II/III, qui Carlo V come Imperatore, essendo Carlo IV il Carlo I storico di Savoia), che potrebbe diventare Protestante (Valdese?) per l'occasione (non avendo la ‘remora' spagnola di Re Cattolico come invece il vero Carlo V), per cui nascerebbe tale Emanuele Filiberto I Testa di Ferro, in cui vedrei il conquistatore dello Stato Pontificio dopo il 1553 (poco dopo quanto di analogo avveniva in Germania con i Vescovati Ecclesiastici adiacenti a Principati Evangelico-Riformati), una volta eletto Imperatore con una Maggioranza protestante (Giovanni Federico I il Magnanimo di Sassonia, Federico II il Saggio del Palatinato, Gioacchino II Ettore del Brandenburgo e lo stesso Emanuele Filiberto I come Re ed Elettore di Boemia).

Chi si potrebbe riconvertire – come il 25. luglio del 1593 Enrico IV di Borbone – al Cattolicesimo (unendo il proprio voto ai tre Arcivescovi Elettori Renani) sarebbe, entro il 30 agosto del 1580, Carlo Emanuele I di Savoia “Testa di Fuoco”, che oltre alla Corona Imperiale arriverebbe giusto in tempo per conseguire il contratto, firmato a Chambéry il 23. agosto 1584 fra il Barone di Asso e della Valassina Paolo Sfon­drati (noto allora come Sfondrato), ambasciatore a Torino e procuratore speciale di Filippo II, e appunto Carlo Emanuele (per costringere quest'ultimo fattualmente e razionalmente a preferire i Re di Spagna a quelli Francia nelle successive guerre), di preparazione al matrimonio celebrato l'11. marzo 1585 nella Cattedrale di Sarrago­za (Zaragoza) fra il ”Testa di Fuoco” e la secondogenita del Re e della terza moglie Isabella di Valois, Caterina Micaela d'Asbur­go (nata il 3. ottobre 1568) con la promessa, oltre alla dote di 500.000 scudi, del Ducato di Milano per il primo figlio nato dal matrimonio (Filippo Emanuele, tuttavia premorto al Duca) e la riserva dei diritti al Trono di Spagna in linea femminile – a preferenza dei rami laterali – in mancanza di eredi maschi, il che ha determinato la rivendicazione da parte sabauda dell'Eredità di Carlo II. d'Asburgo-Spagna nel 1700.

È chiaro che i Savoia Imperatori manterrebbero – oltre ovviamente alla Bresse, Bugey, Dombes e Pays de Gex – la Provenza, il Delfinato e come minimo la Franca Contea, incamerando anche il Palatinato (e forse non perderebbero le Provinc[i]e Unite). Dal 1625 (se non già dalla Successione Viscontea) si sarebbero impadroniti di Genova e della Corsica (quindi nel 1796 Vittorio Amedeo III non capitolerebbe davanti a Napoleone).

La Guerra di Successione Spagnola – se ammettiamo che inizi allo stesso modo – vedrebbe l'Arciduca Carlo imporsi definitivamente come Re di Spagna (giacché nel 1711 erediterebbe l'Ungheria, ma non l'Impero né la Boemia) e Vittorio Amedeo II accontentarsi, come Imperatore, di meno che il Carlo VI storico (Sardegna e Napoli con lo Stato dei Presidî, in più la Sicilia ma non Milano e i Paesi Bassi, che già erano suoi, come la Boemia; inoltre Mantova – sempre per Fellonia – nel 1708 e, come nel 1714 per breve tempo Carlo VI, la Baviera per la stessa ragione).

Nella Guerra di Successione Polacca, Carlo Emanuele III sarebbe combattutissimo fra i doveri di parentela nei confronti di Luigi XV e i doveri di Imperatore verso Federico Augusto II; di certo comunque non farebbe cedere a Stanislao Leszczyński la Lorena (su cui egli stesso avrebbe forti mire). Nel frattempo, incamererebbe i Feudi di Parma (20. gennaio 1731), Toscana (9. luglio 1737) e Guastalla (15. agosto 1746) per Estinzione.

Nella Guerra di Successione Austriaca, Carlo Emanuele III sarebbe il capofila dello schieramento antiasburgico (nella speranza di incamerare la Lorena, Venezia e l'Austria), insieme alla Francia (più difficilmente con la Prussia e alla Sassonia insieme; forse con la Prussia promettendole l'Elettorato di Hannover e con la Sassonia promettendole una spartizione dell'Austria, permutabile con la Slesia come collegamento con la Polonia?) contro Spagna-Austria-Ungheria e Gran Bretagna (teniamo presente che Carlo Emanuele assomma il corrispondente dei Dominî storici dei Savoia, Borbone-Due Sicilie, Lorena=Toscana, Genova, Provinc[i]e Unite, Belgio, Boemia, Baviera e Borgogna + Delfinato + Provenza oltre all'Impero nel suo complesso). Se non ha luogo un intervento russo, le forze franco-imperiali possono sconfiggere gli Asburgo ispano - veneto - austro - ungarici e gli Hannover.

Se così è, nel 1748 – con l'incameramento di Venezia e dell'Austria (compresi il Tirolo, Trieste e Gorizia e la Sovranità sul Trentino) – non sono Dominî Sabaudi diretti solo Lucca, Modena-Reggio e i Feudi Imperiali minimi. Se anche Federico II sfidasse l'Imperatore con una Guerra dei Sette Anni, tutto si risolverebbe in un nulla di fatto (come nella Storia reale), ma è più probabile che lo scontro (per la Slesia) avvenga con Federico Augusto II di Sassonia / Augusto III di Polonia-Lituania. Le Spartizioni della Polonia rimarrebbero una questione fra Prussia, Russia e Asburgo (in tal caso d'Ungheria e Spagna).

Proprio per sfuggire alla morsa imperiale, può avvenire ugualmente l'Unione Asburgo-Estense (con Modena-Reggio e Brisgovia che diventano Terzogenitura dal 1803, Massa dal 1829). Senza Borboni di Parma, Lucca sarà incorporata in Toscana (quindi nell'Italia Sabauda) dal 1815 anziché dal 1847. Per intanto, comunque, nel 1796 Vittorio Amedeo III sarebbe Re di tutta l'Italia (Lombardia, Venezia, Roma, Due Sicilie, Sardegna e Corsica), Sovrano Feudale di Modena-Reggio, Massa e Lucca, Re ed Elettore di Boemia, Elettore di Baviera, Arciduca d'Austria, Granduca di Toscana, Delfino, Duca di Savoia, Lorena, Lussemburgo, Brabante, Mantova, Guastalla, Parma e Piacenza ecc., Conte Palatino del Reno, di Borgogna, Fiandra, Hainaut, Olanda e Zelanda, Namur, Drenthe, Zutphen, Conte di Provenza e Nizza, Langravio d'Alsazia ecc.; dubito che la Capitolazione davanti a un Generale francese sia qualcosa di totale e definitivo.

Fra parentesi, tutto questo si ottiene senza alterare alcuna parentela.

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Tommaso Mazzoni annuisce:

Semplice e pulito; anche se, a questo punto potremmo organizzare anche un Matrimonio fra Maria Teresa e l'Imperatore Savoia e avremmo ricreato l'impero di Carlo V.

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E Bhrihskwobhloukstroy ribatte:

È una tentazione fortissima, solo che perderemmo il Vittorio Amedeo III storico (ne conserveremmo tutt'al più il mero nome)... (Ovviamente mi importa più di ricreare l'Impero di Carlo V – quello storico – che di rispettare la condizione di quest'ucronia, ma l'ho scritto per dovere di lealtà)

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Ma Tommaso non demorde:

Beh, comunque non si arrende a Napoleone, quindi cambiamento per cambiamento, campane a nozze.

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E nemmeno Bhrihskwobhloukstroy:

L'ucronia chiedeva espressamente: « quali PoD bisogna immaginare perchè Vittorio Amedeo III, come il suo parente Vittorio Emanuele III un secolo e mezzo dopo, sia già Re d'Italia nella seconda metà del Settecento? » A quello mi sono attenuto; che capitolasse o meno davanti a Napoleone non era incluso, che fosse Vittorio Amedeo (il parente di Vittorio Emanuele III) invece sì. Il fatto che io preferisca il grande Impero non deve interferire (però siamo liberi di farci un'altra ucronia, ma sulle Nozze di Maria Teresa e Carlo Emanuele III l'avevamo già discussa a lungo; niente di male, anzi bene così). Ammetto che il punto più debole è l'Elezione del 1355 (purtroppo anteriore alla Bolla d'Oro e quindi meno facile da recuperare); spero di salvare il tutto facendo eleggere nel 1440 il figlio di un Papa...

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Massimo Berto suggerisce:

Il tuo sviluppo è molto coretto, ma ho il dubbio che un Savoia nel 1300/1400 abbia difficoltà a diventare imperatore perché verrebbe percepito dagli elettori come poco tedesco...

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Bhrihskwobhloukstroy torna alla carica:

Questo è un punto molto importante. Allora i Savoia erano percepiti come Borgognoni (praticamente Germani di Gallia, ma non Franchi), il che rientrava nella nozione di "Tedeschi" perché la Borgogna era considerata Germania, anche se linguisticamente neolatina (ma con Nobiltà di origine appunto germanica ed era questo che contava, oltre naturalmente all'appartenenza istituzionale del Regno di Borgogna o d'Arles alla Germania, sancita proprio nel XIV-XV secolo).

Si trattava quindi di una famiglia germanica di area neolatina come i Lussemburgo, che infatti proprio nel XIV-XV secolo sono stati Imperatori (le lingue che parlavano erano le più varie, francese italiano tedesco ceco ungherese polacco, queste ultime quattro classificate come "tedesche"!).

Più sorprendente è che siano stati Re di Germania Alfonso di Castiglia e Riccardo di Cornovaglia, evidentemente non tedeschi da alcun punto di vista. Per questo il periodo più adatto in assoluto è il 1272-1273.

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La palla passa ora ad Alessio Mammarella:

McGregor come Wallace

Rob Roy McGregor, orgoglioso highlander del XVIII secolo, partecipò alle insurrezioni giacobite del 1689 del 1715 e del 1719. Non fu mai un personaggio di spicco, tuttavia il romanzo scritto in suo onore da Scott nel 1817 lo ha reso piuttosto famoso. Ne sono stati tratti anche dei film, colgo l'occasione per mostrarvi questa emozionante scena di duello, tratta per l'appunto dal più recente di quei film, "Rob Roy" (1995).

La storia personale di Rob Roy McGregor assomiglia abbastanza a quella dello storicamente ben più rilevante William Wallace. Solo, McGregor non fu altrettanto fortunato e carismatico da costituire un serio problema per gli inglesi. Cosa sarebbe successo però se lo fosse stato? Se fosse riuscito a diventare un leader dei giacobiti, a trascinarli in epiche vittorie contro le giubbe rosse, rendendo possibile l'indipendenza della Scozia? (Il ritorno degli Stuart sul trono inglese lo considero davvero improbabile, invece).

Prima di tutto dovremmo collocare temporalmente la sua ascesa. Nel 1689 sarebbe stato troppo giovane per assurgere al ruolo di grande condottiero, mentre invece la cosa sarebbe stata più credibile nel 1715 e nel 1719, anni nei quali poteva già vantar di essere un indipendentista veterano. L'epopea di William Wallace durò 8 anni, quindi potremmo immaginare che nel 1719 McGregor riesca a compiere qualche impresa audace che lo faccia diventare straordinariamente popolare. Arrivato al vertice dell'insurrezione, con il pretendente al trono ridotto al ruolo di spettatore interessato, McGregor avrebbe tenuto testa agli inglesi fino al 1727, quando sarebbe stato catturato. In HL Rob Roy McGregor morì nel 1734, nel nostro caso morirebbe con qualche anno d'anticipo. Diversamente da Wallace non avrebbe avuto a patire torture di tipo medievale, sarebbe stato decapitato e basta, ma probabilmente sarebbe lo stesso diventato un eroe nazionale scozzese.

Il problema più grande che si pone noi è la sopravvivenza della Scozia dopo McGregor. Certamente gli inglesi non accetterebbero un ripristinato stato scozzese e non perderebbero occasione per metterlo in discussione. Si tenga conto che nel XVIII secolo il differenziale demografico ed economico tra Scozia ed Inghilterra era ormai ben più ampio che nei secoli precedenti, e continuava ad aumentare. Gli scozzesi avrebbero potuto solo sperare che gli inglesi fossero sempre troppo distratti dalle questioni continentali e coloniali per dedicarsi seriamente alla riunificazione della Gran Bretagna. Vogliamo immaginare che la battaglia di Culloden del 1745 si verifichi ugualmente, ma nel quadro di una invasione inglese? In questo caso però l'esito non sarebbe così scontato. In HL, gli scozzesi avevano solo milizie capaci di attaccare frontalmente in puro stile medievale. Nel nostro scenario ci sarebbe invece un esercito regolare scozzese, ci sarebbero reggimenti di fucilieri armati di baionetta ed ufficiali formati probabilmente in Francia. Dunque gli scozzesi combatterebbero ad armi pari e potrebbero difendere la loro indipendenza in modo efficace.

La successiva "stazione" storica è la Guerra dei Sette Anni, in cui in effetti possiamo vedere due possibilità. La prima è che la Scozia si schieri come da tradizione con la Francia, e questo forse potrebbe sottrarre risorse agli inglesi. Tuttavia, se questa ipotesi dovesse portare solo a ridimensionare (ma non evitare) la vittoria inglese, allora il rischio sarebbe una Francia che abbandona la Scozia in mano inglese per salvare qualche possedimento coloniale. Meglio allora immaginare una Scozia prudentemente neutrale ed estranea a i combattimenti. I costi di quel conflitto, e la successiva Guerra d'Indipendenza Americana non avrebbero consentito agli inglesi di pensare alla Scozia, favorendo la sopravvivenza del paese fino alla Rivoluzione Francese.

Lo scoppio della Rivoluzione Francese troverebbe la Scozia retta da un re-cardinale, Enrico Benedetto Stuart, dunque figura avversa tanto agli inglesi anglicani quanto ai rivoluzionari francesi. Ciò potrebbe forse tenere ancora una volta la Scozia fuori dai guai, almeno fino al momento della successione. Sappiamo che Enrico Benedetto scelse come erede la dinastia sabauda, e visto che in quegli anni gli inglesi stavano conducendo un confronto serrato con Napoleone, avrebbero anche potuto pensare assecondare questa successione: a) per non doversi trovare a combattere un'altra volta contro gli scozzesi, nel momento in cui erano impegnati contro una Francia all'apice della potenza; b) per imporre magari ai Savoia di cedere la Sardegna in cambio della non ostilità inglese. Una grande isola mediterranea come la Sardegna poteva essere particolarmente utile agli inglesi (che quindi non sarebbero poi stati interessati alla Sicilia?).

Certo il prescelto Carlo Emanuele avrebbe abdicato a favore del fratello Vittorio Emanuele (lo aveva già fatto anni prima rispetto al Regno di Sardegna) e Vittorio Emanuele avrebbe avuto da disporre il matrimonio della primogenita Maria Beatrice. Due importanti differenze rispetto alla home line: 1) poiché la monarchia scozzese accettava la successione femminile, non sarebbero entrati in gioco i Savoia-Carignano, che sarebbero rimasti un ramo nobiliare marginale nella storia europea; 2) Maria Beatrice non avrebbe sposato il Duca Francesco di Modena, ma qualcun altro, sia perché il loro legame di parentela non avrebbe consentito un matrimonio in Scozia, sia perché comunque regnare ad Edimburgo avrebbe portato la famiglia reale sabauda a respirare un'altra aria ed avere rapporti privilegiati con altre case reali e nobiliari. Possibili spin off di questa riflessione ucronica potrebbero essere ipotetici mariti alternativi per Maria Beatrice di Savoia.

In ogni caso, passato in giudicato il Congresso di Vienna, si potrebbe considerare la sopravvivenza del Regno di Scozia ormai assicurata. Una Inghilterra lanciata alla conquista degli oceani, forse non avrebbe più badato a quel piccolo povero paese al proprio confine settentrionale. Sempre che il marito di Maria Beatrice probabilmente sovrano intorno al fatidico anno 1848 avesse saputo stare al passo con i tempi, comprendere che ormai l'assolutismo era diventato anacronistico e e prendere nazioni come la Svezia e la Danimarca per punto di riferimento da imitare.

ensando alla collocazione geopolitica della Scozia, c'è da osservare che nel XIX secolo la centralità dinastica di Vittoria d'Inghilterra era tale, e tale il potere dell'economia britannica, che la Scozia non avrebbe potuto sopravvivere in ostilità col suo vicino. Avrebbe dovuto sempre comportarsi come una piccola nazione amica dell'Inghilterra, sperando di conservare la propria indipendenza in onore a questa amicizia ed al fatto che la politica inglese era ormai globale. Ma ripeto, sono tutte considerazioni un po' forzate dall'obiettivo di fondo di garantire la sopravvivenza della Scozia in questo scenario. In onore a questa politica la Scozia potrebbe anche partecipare alle due guerre mondiali in appoggio ad Inghilterra e Francia (non ci sono, in effetti, legami storici tra Scozia e Germania o Austria, anche se tutto dipende anche dal marito di Maria Beatrice di Savoia: se la facciamo sposare con un principe bavarese allora è più probabile un atteggiamento di neutralità come quello della Svezia).

Arrivando ai giorni nostri, potremmo tranquillamente immaginare una Scozia che aderisce all'EFTA (troppo lontana geograficamente per entrare subito nella CEE) e poi ovviamente confluisca nel processo di integrazione europeo, adottando l'euro e non restando coinvolta dalla Brexit.

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Diamo la parola ad Alessio Benassi:

La vittoria dei giacobiti nel 1745/46 porta ad una Scozia indipendente sotto gli Stuart. Parliamo delle conseguenze della successione. Quando muore il cardinale di Santa Romana Chiesa Enrico Benedetto Stuart nomina come erede il parente più prossimo, Carlo Emanuele IV di Savoia Re di Sardegna e Re di Scozia; il Savoia si fa incoronare ad Edimburgo. Carlo Emanuele aveva perso il Piemonte per colpa dell'invasione francese, ben presto affiderà il governo della Scozia al fratello Vittorio Emanuele, che si dimostra un amministratore integerrimo e giusto: riconosce agli scozzesi i costumi tradizionali e la lingua gaelica. Carlo Emanuele ben presto abdica in favore di Vittorio Emanuele I di Sardegna e Scozia. Intanto Carlo Emanuele si ritira in convento. Vittorio Emanuele I regna (dopo la restaurazione) sino ai moti rivoluzionari e abdica in favore di Carlo Felice che vuole mantenere le auguste prerogative regie. Quando Carlo Felice muore, passa le corone, con malavoglia, a Carlo Alberto che nomina il Duca di Genova Ferdinando suo rappresentante in Scozia, mentre lui si lancia nelle campagne risorgimentali. Dopo il 1848 il Re promulga una statuto fondamentale per i regni. In seguito alle sconfitte contro gli austriaci Carlo Alberto abdica e lascia la corona sabauda di Sardegna al primogenito Vittorio Emanuele II e quella di Scozia a Ferdinando di Savoia-Genova in modo da rendere i domini più governabili. Vittorio Emanuele II prosegue le imprese risorgimentali e unificando la penisola diventa Re d'Italia, con l'appoggio di Edimburgo. In seguito alla crisi in Spagna, Roma e Edimburgo riescono a porre stabilmente sul trono iberico Amedeo I di Savoia Aosta, creando una rete dinastica di alleanze tra Roma-Edimburgo-Madrid. L'intervento Scozzese e Italiano a fianco della Spagna nella guerra contro gli USA porta alla sconfitta di questi ultimi. Inoltre, gli Spagnoli appoggiano la conquista italiana della Tunisia. E poi?

Ecco un'ipotetica mappa della situazione mondiale nel 1912:

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Dario Carcano commenta:

Uno dei motivi che portarono alla 'Glorious Revolution' e alla deposizione di Giacomo II d'Inghilterra, fu il fatto che Giacomo, come il padre Carlo II, manteneva un piccolo esercito permanente leale unicamente al re.
La supremazia del Parlamento sul Sovrano era già stata stabilita con la Guerra Civile, pertanto a molti non andava giù il fatto che l'esercito fosse leale al Re anziché al Parlamento.
Per questo, con la Gloriosa rivoluzione e l'insediamento di Guglielmo III sul trono inglese, la Bill of Rights stabiliva che 'levare o tenere un esercito permanente all'interno del regno in tempo di pace, senza che ciò sia [fatto] col consenso del parlamento, è illegale'.
Problema: l'esercito di Giacomo II, in particolare il reggimento dei Royal Scots, era rimasto leale al vecchio re, e rifiutava di servire sotto Guglielmo III. E senza il consenso del parlamento il nuovo re non poteva reprimere gli ammutinamenti dell'esercito perché, siccome la Bill of Rights proibiva l'esistenza di un esercito in tempo di pace, allora il diritto militare non poteva essere applicato in tempo di pace, il che vuol dire che non c'era una base legale per reprimere gli ammutinamenti dell'esercito, e che gli ammutinati potevano essere processati esclusivamente in base alle leggi civili, che non riconoscevano l'ammutinamento come reato.
Così nel 1689, appena un anno dopo la gloriosa rivoluzione e la Bill of Rights, il Parlamento emendò quest'ultima col Mutiny Act del 1689, che permetteva al sovrano di allestire un esercito permanente, e di esercitarvi anche in tempo di pace il diritto militare.
O meglio, la Bill of Rights non fu emendata, e ancora oggi proibisce l'esistenza di una forza armata permanente nel Regno Unito. Piuttosto, il Mutiny Act era una deroga della durata di un anno con cui il Parlamento dava al sovrano il proprio consenso nella creazione di un esercito. Ed essendo di durata annuale, ogni anno il parlamento ha rinnovato il Mutiny Act del 1689 per permettere al governo di mantenere un esercito.
Questa prassi dura ancora oggi, non più col rinnovo anno per anno del Mutiny Act, ma con degli Armed Forces Act di durata quinquennale.
L'ultimo Armed Forces Act risale al 2016, quindi quest'anno il parlamento inglese dovrà rinnovarlo per altri cinque anni.

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Chiudiamo per ora con l'idea di Renato:

Generazione Settecento!

Nel corso del XVIII secolo in una varietà di tabacco mutò un gene responsabile della produzione di sostanze volatili. Si originò un composto che, a contatto di soggetti sensibili, causava un tumore che, partendo dal polmone, intaccava il midollo spinale modificando la produzione di staminali. Lo straordinario risultato era che, dopo un periodo di malessere generale, l'individuo giunto intorno ai 50 anni iniziava ad invecchiare molto più lentamente, raggiungendo traguardi di età da fare invidia alle testuggini.

Il "morbo dell'eterna giovinezza", così fu chiamato dai medici alle prese con una generazione di arzilli centenari, colpiva in tutte le classi sociali, ma si concentrava soprattutto presso i ceti più abbienti, dove era più diffuso l'uso del tabacco.

Il curioso morbo ebbe il suo picco con i nati intorno al 1770, per poi scomparire definitivamente nei primi decenni dell'Ottocento.

Tra i colpiti vi furono molti personaggi illustri.

Alexander von Humboldt (1769-1972), fu uno dei malati più influenti. In giovinezza fu uno dei primi naturalisti a tentare la scalata del Chimborazo, una vetta delle Ande particolarmente impervia. Per tutta la vita coltivò la passione per le scienze naturali e per i viaggi al soldo di musei, privati e persino amministrazioni statali. Per la Russia si recò nei monti Altai fino ai confini con la Cina, per la Gran Bretagna esplorò a fondo l'Australia. Nel corso del secolo XIX esplorò l'Africa ritrovando il disperso David Livingstone, ma anche il Nordamerica, tracciando piste per accedere all'Ovest, per poi tentare l'esplorazione dell'Antartide con la gestione di un campo base durante la spedizione di Shackleton del 1907. Animato da una grande curiosità, nel 1915 poteva vantarsi di essersi recato in ogni stato e colonia dell'intero pianeta. Nel 1920 decise di rallentare il ritmo delle esplorazioni e iniziare a scrivere la sua opera scientifica principale, "Kosmos", pur senza rinunciare alle avventure. Nel 1933 ascese con August Piccard nella stratosfera, e sempre con lui, l'anno successivo, discese nella fossa delle Marianne. Fuggito dalla Germania dopo l'avvento del nazismo, si rifugiò negli Stati Uniti, dove insegnò a lungo botanica e geografia nelle prestigiose università americane. Affascinato dai successi delle missioni spaziali, si offrì per appoggiare gratuitamente la Nasa nel progetto Apollo, fungendo da direttore delle esplorazioni. Nel 1969, poco prima di compiere 200 anni, si mise in contatto da Cape Canaveral con gli astronauti dell'Apollo 11, con cui ebbe una discussione che passò alla storia. Il giorno del suo duecentesimo compleanno venne intervistato dalla BBC: « Qual è il regalo che vorrebbe ricevere per i suoi 200 anni? » Il barone rispose: « Dato che ho girato in lungo e in largo questo pianeta, vorrei vedere quello che c'è fuori. » Non riuscirà però a realizzare il suo sogno perché, dopo 203 anni di peregrinazioni, morirà nella dimora in cui era nato, a Berlino.

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