di Epaminonda
Verso la fine del VII secolo a.C. L'Impero Assiro, che si estendeva
su Mesopotamia, in Siria, Cipro, nell'Elam, buona parte dell'Anatolia e della Palestina, era in una gravissima crisi, stroncato dalle guerre civili, le scorribande di nomadi e la sfibrante campagna in Egitto. Dovette affrontare le pericolose rivolte dei Medi e dei Caldei, che tuttavia sconfisse più volte separatamente.
I due popoli riuscirono a sconfiggere definitivamente gli Assiri solo unendo gli eserciti, e non senza grandi difficoltà. Ma se gli Assiri avessero avuto un po' di fortuna?
613 a.C.
Il grande esercito congiunto di Medi, guidato dal re Ciasarre, e di Caldei, capeggiati da Nabopolassar, che stava distruggendo l'Impero Assiro viene colpito da un'epidemia, che in breve miete numerosissime vittime e fa diffondere il terrore di un castigo divino tra i soldati alleati.
Così gli Assiri, guidati in persona dall'imperatore Sir-sar-iskun, sconfiggono sonoramente i nemici nella regione del Suhu, precedentemente ribellatasi a Nabopolassar.
Ciasarre torna nei suoi territori come vassallo dell'Assiria, obbligato a pagare un tributo più alto e a mandare tutti i primogeniti dei capi tribù e di tutti i vassalli dei Medi come ostaggi politici. L'Assiria perde l'Elam.
L'esercito dei medi tornando in patria diffonde la pestilenza in tutta le regione persiana, causando una periodo di decadenza politico-economica generale.
Per i Caldei la situazione è ben diversa: essi hanno subito più perdite dei Medi e Sir-sar-iskun è stufo di quella continua spina nel fianco dell'Assiria alle porte del suo stesso nucleo, così stabilisce che mai più l'Assiria sarà così in ginocchio davanti ai suoi nemici e prepara lo sterminio dei Caldei.
All'esercito caldeo viene promesso un salvacondotto se consegna le armi, appena fatto ciò ogni caldeo viene passato a fil di spada.
612 a.C.
Sir-sar-iskun guida in fretta e furia una spedizione punitiva contro i Caldei e tutte le altre popolazioni ribellatesi della Mesopotamia.
Lo zone erano rimaste sguarnite per fornire uomini a Nabopolossar, così gli Assiri non incontrano intoppi anche perché usano la stessa tattica, i popoli vengono sterminati, le città non ricostruite per evitare che diventino focolai per eventuali superstiti.
Ne consegue che gran parte della bassa e media Mesopotamia viene spopolata, il bottino è immenso, Sir-sar-iskun lo divide con le popolazioni rimaste fedeli.
611 a.C.
Sir-sar-iskun continua la campagna di vendetta assira.
Questa volta con l'aiuto “sollecitato” dell'Egitto vengono cancellate dalla storia le popolazioni siriane, anatoliche e cananee ribellatesi durante l'attacco medo-caldeo, spesso con inganni simili a quelli giù usati.
Il regno di Giuda torna vassallo, con gli egizi viene stipulata un'alleanza e un trattato commerciale.
Nel 609 Sir-sar-iskun dichiara conclusa la vendetta assira e torna a Ninive.
Tuttavia deve rinunciare a sottomettere diverse terre in Anatolia e Cipro.
L'Assiria che era stata sul punto di morire ha sfogato tutta la sua rabbia.
Inizia un periodo crisi e decadenza in quasi tutto il Vicino e Medio Oriente a cause delle grandi distruzioni portate dalla guerra, che ha portato un grande calo demografico ed economico, crisi agraria e grande instabilità politica.
Tutti cominciano a piegarsi al potere dell'Impero Assiro, una potenza che è riuscita a mantenersi, nonostante le difficoltà, salda sui suoi piedi.
Sir-sar-iskun, con l'aiuto del suo Sukkallu, equivalente di un gran visir, Assur-nabù, vedendo la crisi in cui versano il suo paese e i suoi alleati egli si mette d'impegno per riportare i fasti d'un tempo.
605 a.C.
Per risolvere il problema dello spopolamento promulga un editto che promette notevoli sgravi fiscali fino alla seconda generazione a chi si trasferisca nelle zone spopolate, e fa circolare la notizia tra popoli confinanti, popoli sottomessi e stati vassalli, le casse imperiali possono sopportare una minor affluenza di denaro visto il bottino di guerra.
Un fiume umano immenso composto da chi la decadenza ha reso sventurato e chi cerca una vita più agiata si riversa nelle terre spopolate.
Nelle zone ripopolate si trovano genti di diverso ceto ed origine, quindi è facile diffondere lì la cultura e l'ideologia/religione reale assira, secondo la quale l'imperatore ha ricevuto da Ashur, la divinità che creò sé stessa e le altre, il mandato celeste di questa terra e il diritto a dominarla.
Anche presso le popolazioni ostili al giogo assiro avviene un fenomeno simile, poiché la loro resistenza e le loro culture vengono colpite e vinte dalle difficoltà della crisi che impera, questi popoli non hanno certo il coraggio di ribellarsi a Sir-sar-iskun che “ha marciato sulla scia della vendetta e ha sparso sangue da un mare all'altro”, così preferiscono piegarsi al nemico, consci che è l'unico capace di riportare prosperità.
Inizia così a nascere l'idea dell'imperatore non solo come colui che deve unire tutto il mondo in un unico paese, ma anche colui che deve unire tutti i popoli in un solo popolo.
Viene dato impulso al commercio soprattutto mediterraneo, vengono stabilite rotte commerciali con l'Arabia, con la Persia e persino con l'India.
A questo proposito viene fondata nel 598 a.C. sulla stretto di Hormuz, tra Arabia e Persia, la città di Pel, un crocevia commerciale.
Gli Assiri non hanno altre campagne militari, tanto è il terrore che hanno ispirato nel mondo, anzi spesso ricevono doni che i re della regione mandano loro per tenerli buoni.
594 a.C.
Dopo una battaglia contro un cugino ambizioso, sale al potere l'Imperatore Assurbanipal II.
Egli continua a lavorare per favorire la ripresa assira, per questo si fa grande promotore di cultura: fa costruire splendidi monumenti che celebrano la forza, la brutalità ma anche lo splendore dell'impero, fa costruire molte città, varie strade e diversi edifici a scopo civile: così offre lavoro alla manodopera e guadagni ai mercanti, e si guadagna l'approvazione del popolo, li fa costruire in luoghi ripopolati dove l'assimilazione culturale ha già preso piede. Grande uso di propaganda per aumentare il senso di appartenenza.
Inoltre si fa mecenate di artisti e letterati.
L'Epopea di Gilgamesh viene tradotto nella lingua assira ufficiale e viene “nazionalizzato”, in quanto si dichiara che venne scritto da un servo dell'imperatore prima dell'egemonia assira, viene modificato in minima parte così da renderlo conforme al pensiero assiro.
Nel frattempo si sta diffondendo a macchia d'olio lo Zoroastrismo, nel quale Ahura Mazda viene chiamato Ashur Mazda, per la preponderante influenza assira.
571 a.C.
lo Zoroastrismo viene proclamato regione di stato, che mitigherà in parte l'aggressività assira.
Viene inoltre composto il poema epico “Le gesta di Tiglatpileser” da un certo Salmacherib, letterato favorito a corte.
Il poema racconta di Tiglatpileser III, il fondatore dell'Impero Assiro, un uomo bello e di grandi qualità, sovrano intelligente e premuroso che un giorno mentre caccia un leone si trova davanti a un fuoco sospeso in aria, così incontra Ashur Mazda che, impegnato nella lotta contro Angra Mainyu, gli affida il mandato celeste e il diritto su tutto il mondo.
Le gesta di Tiglatpileser diventa il poema nazionale e si diffonde anche oltre i confini.
Il poema cementifica la nuova grande identità assira, poiché viene diffuso dai cantastorie, resi numerosi dal precedente degrado, facendo nascere una vera e propria tradizione
Assurbanipal II inoltre organizza una scuola statale, riprendendo il modello ebraico, che prevedeva una scuola ed istruzione ad hoc per ogni ceto e per ogni città o villaggio sin dall'infanzia.
Per farlo chiede supporto e consiglio a molti ebrei, avviando una grande corrispondenza diplomatica col Regno di Giuda, inizia così un periodo di grande dialogo e scambio fra i vertici assiro-giudei che porta a un riavvicinamento ed amicizia dei due popoli.
Così Assurbanipal II decide di concedere molta più autonomia al Regno di Giuda e gli cede una piccola striscia di terra che lo colleghi al mare.
Inoltre migliora il sistema bellico introducendo dei corpi d'armata comprendenti per ogni tipo unità un numero di soldati preciso e bilanciato (per chi non lo sapesse la forza militare degli assiri consisteva nel fatto che essi avevano unità praticamente di ogni tipo che si conoscesse: fanteria pesante spesso greca e mercenaria, frombolieri, arcieri, carri da guerra prima leggeri poi pesanti, cavalleria pesante e cavalleria leggera; insomma un esercito che più completo non si può)
553 a.C.
Assurbanipal II muore lasciando un'Assiria potente, ripresa completamente e fiorente più di prima. con un'egemonia mai vista.
Sale al potere Sargon III, il quale mostra il carattere bellicoso dei suoi omonimi.
Egli comincia i preparativi per una nuova grande campagna di conquista con l'aiuto di Ciro II di Persia, ostaggio politico mandato dai Persiani cresciuto a Ninive, con il quale il “Re di Tutte le Cose” intrattiene un rapporto di amicizia speciale.
551 a.C.
Comincia in Cina il Periodo delle Primavere e degli Autunni: la dinastia Zhou perde ogni potere e il paese cade nell'anarchia a causa delle guerre fra nobili e scorrerie dei barbari.
550 a.C.
Sargon III parte con un terrificante esercito assiro e inizia una grande campagna di conquista, affidando l'impero a Ciro in sua assenza, che per le cose più importanti è tenuto a consultarlo.
Sargon decide di portare la rivincita assira sui Medi, che sono sprofondati in una guerra civile dopo la morte di Ciasarre.
Sargon cinge d'assedio la città di Elam, pensando che i nemici siano troppo presi dalle loro discordie per attaccarlo.
Invece le varie fazioni, temendo la vendetta degli Assiri, decidono di coalizzarsi.
Sargon viene sorpreso, ma la battaglia volge comunque a sua favore e i Medi subiscono una sconfitta cocente.
Sargon comincia a occuparsi di tribù per tribù: chi si sottomette accetta lo smembramento della tribù e la deportazione in Assiria, che porta all'assimilazione culturale, chi resiste viene sterminato.
Le città non vengono ricostruite per evitare che diventino focolai per superstiti, ma vengono costruiti insediamenti in luoghi diversi. Sargon imita Sir-sar-iskun
549 a.C.
Mentre Sargon ottiene gloria in Media e nell'Elam, Ciro si dà da fare in Assiria per essere degno della fiducia dell'amico.
Alle frontiere con l'Egitto la situazione s'infiamma: Ciro viene a sapere che il faraone Amasis, preoccupato della risorta egemonia assira vuole approfittare dell'assenza di Sargon per ridare slancio all'Egitto.
Le risorse assire permettono a Ciro di sollevare un altro esercito, che lascia Ninive e affida l'Assiria al Sukkallu, una carica simile al gran visir.
Ciro si scontra con Amasis e nella battaglia di Rafah sconfigge pesantemente l'Egitto.
Subito Amasis ripara dietro le frontiere, manda subito una delegazione di pace a Ciro, dichiarandosi
umile servo e vassallo suo e dell'Assiria, promette un tributo annuale, gli offre oro, palazzi, e offre per lui e Sargon la mano delle figlie.
Ciro ci pensa bene: nonostante egli sia devoto a Sargon per l'amicizia che le lega dalla più tenera età, ha sempre sognato di compiere imprese uniche che restino scritte nella Storia, lui diffida degli egizi ma sa che Sargon vuole continuare le relazioni di pace con loro, poiché è una frontiera facilmente difendibile e perché è stata la conquista dell'Egitto a indebolire l'Assiria, tuttavia la conquista dell'Egitto arricchirebbe enormemente di prestigio e la ricchezza dell'impero.
Alla fine Ciro non riesce a non assecondare i suoi desideri personali: rifiuta le offerte di Amasis e inizia una campagna di conquista dell'Egitto.
547 a.C.
Sargon ha completato la conquista della Media e dell'Elam e comincia la loro ripopolazione col metodo di Sir-sar-iskun, e ha accettato la sottomissione dei Persiani senza deportarli, poiché essi sono il popolo di Ciro e intende lasciare che sia lui a decidere il destino della Persia.
Nel frattempo viene a sapere che Ciro ha iniziato senza il suo consenso di conquista dell'Egitto.
Nonostante sia sorpreso e amareggiato dalla scelta dell'amico decide di continuare la campagna, per poi tornare in patria e saldare i conti.
545 a.C.
Sargon ha portato le frontiere a nord fino al Caucaso, ai popoli locali lo stesso trattamento riservato ai Medi, mentre Ciro ha completato la conquista dell'Egitto e lo ha pacificato, ma lui stesso ne è rimasto conquistato, così si comporta magnanimamente col popolo, si converte allo zoomorfismo ed è acclamato faraone.
Sargon torna in patria e va in Egitto senza congedare l'esercito.
Ciro muove verso di lui.
I due sovrani e i due eserciti si trovano faccia a faccia nella penisola del Sinai.
Sargon teme che Ciro abbia voluto approfittare della sua assenza per creare un regno tutto suo e che ora sia pronto a rivendicare ben più dell'Egitto.
Ciro teme che Sargon voglia punirlo per il suo disservizio e che voglia conquistare e deportare gli egiziani.
La tensione è alta ma alla fine l'amicizia prevale: i due amici corrono uno contro l'altro e si abbracciano. Hanno un colloquio in cui Ciro si scusa e spiega le sue ragioni, il voler compiere gesta, l'imperatore lo perdona, Ciro chiede a Sargon di risparmiare l'Egitto dalla deportazione.
I due amici trovano un accordo: Sargon preferisce la vecchia frontiera, quindi l'Egitto diventa un regno vassallo affidato a Ciro che divida con l'Assiria le sue ricchezze e difenda le sue frontiere.
Ciro rimarrà faraone, e sposerà la sorella di Sargon, così che l'Egitto sia sempre satellite dell'Assiria, anche perché Ciro fa notare a Sargon che lui ha ottenuto il dominio dell'Egitto ottenendo l'amore del suo popolo, che altrimenti l'Egitto sarebbe difficile da governare.
Inoltre gli Egizi sono culturalmente, fisicamente e religiosamente troppo diversi dalle genti d'Assiria, e la deportazione non basterebbe ad assimilarli.
Ciro inoltre cede tutto il suo esercito assiro a Sargon, tranne una piccola unità che possa provvedere alla sua sicurezza personale.
Sargon gli chiede se vuole rivendicare il dominio dei Persiani ma Ciro afferma che non gliene interessa e che il suo popolo sono gli Egizi.
Essi passano insieme un mese tra feste, cacce e divertimenti vari.
Infine Sargon decide di tornare a Ninive visto che è via da molti anni ormai.
542 a.C.
Sargon compie una piccola campagna di consolidamento territoriale annettendo tutte le terre comprese tra la Mesopotamia e Canaan, e annette la Persia.
Usa lo stesso metodo di Sir-sar-iskun per ripopolare le varie terre conquistate.
Inoltre promulga l' “Atto di Unione” nel quale unisce tutte le terre mesopotamiche all'Assiria, smettendo di usare termini come Caldea, Sumeria, Accadia ecc, e ogni città della Mesopotamia diventa una città dell'Assiria, così l'intera Mesopotamia entra a far parte del nucleo dell'impero: l'Assiria nominale
540 a.C.
Sargon III fa costruire un palazzo nei pressi dell'odierna Gaza molto vicino all'Egitto, così può passare periodi molto lunghi insieme a Ciro, spesso i due sovrani governano i loro paesi, anche per anni, dal palazzo congiunto.
531 a.C.
Sargon e Ciro si separano per cominciare due campagne di conquista:
Ciro ha preparato un esercito egizio assistito da diversi corpi d'armata assiri e si dirige a sud d'Egitto.
Sargon III prepara una grande offensiva contro Cipro.
525 a.C.
Sargon e Ciro si incontrano nuovamente nel palazzo a Gaza, Ciro ha vissuto le avventure che sperava ed è riuscito a portare le frontiere dell'Egitto fino alla sesta ed ultima cateratta del Nilo, dove mai nessun faraone si spinse.
Il suo bottino è immenso, e lo divide volentieri con Sargon, il quale fa lo stesso col bottino guadagnato a Cipro.
Sargon e Ciro sono ormai vecchi, passano gli ultimi anni insieme nel palazzo.
Ciro muore nel 519, cadendo da un balcone.
Il dolore per Sargon sarà enorme.
Organizzerà le più grande celebrazioni di lutto mai viste in tutta l'Assiria.
Rispetterà le ultime volontà dell'amico facendolo seppellire in Egitto nella Valle dei Re, fa costruire per lui la più grande piramide mai vista, nonostante sia un'usanza abbandonata, persino più grande di quella di Cheope, al quale assegna una truppa assira che la sorvegli a tempo pieno da eventuali saccheggiatori.
Sargon III stesso sovrintende ai lavori e muore poco dopo.
La settima meraviglia del mondo non sarà la Piramide di Cheope, ma la Piramide di Ciro.
503 a.C.
Dopo una breve guerra civile, sale al potere Esarhaddon II, in Egitto diventa faraone Ciro II, il figlio di Ciro, che ha ricevuto un'educazione prettamente assira.
I due si incontrano al palazzo di Gaza, dove rinnovano l'amicizia fra assiri ed egizi, quel palazzo ne
diventa il simbolo. Il faraone sarà comunque un vassallo e dovrà fornire contingenti di supporto e tributi regolari.
Il faraone dovrà subito occuparsi di mantenere i territori conquistati dal padre.
Esarhaddon inizierà subito i preparativi per una nuova campagna militare.
509 a.C.
Tarquinio il Superbo viene cacciato da Roma, comincia la Res Pubblica Romana.
500 a.C.
Esarhaddon II ha annesso l'intera Anatolia, dove prova a seguire il consiglio del Sukkallu Lullaia: invece di sterminare, distruggere, deportare e ripopolare, prova a imporre un tributo pesantissimo su quelle terre ma a sollevarne chiunque mandi i propri figli a studiare nelle scuole degli insediamenti assiri che stanno costruendo, dove crescerebbero come assiri in tutto e per tutto.
Questo decreto farà scoppiare piccoli focolai d'insurrezione facilmente domati, ma alla fine molti anatolici saranno costretti a piegarsi all'editto. In capo a un paio di generazioni l'Anatolia verrebbe “assirizzata”
I nobili della regione tuttavia, potendosi permettere il pagamento del tributo, rifiutano di mandare i loro figli e preparano una ribellione.
Il governatore locale li anticipa: confisca dei beni e deportazione.
Gli Assiri non hanno nessun rispetto poiché loro stessi non hanno il concetto di nobiltà come diritti e beni ereditarie, gli Assiri avevano l'amministrazione, i nobili erano solo i vari amministratori che pure non potevano lasciare in eredità la loro carica e certi beni connessi con questa, spesso i potenti capi dell'amministrazione erano eunuchi, così che non rovesciassero il sovrano per istituire la propria monarchia. Questo faceva dell'Assiria la più grande monarchia assoluta mai esistita.
Per quanto riguarda le poleis greche, sono costrette a fare atto di sottomissione e pagare un pesante tributo ogni anno, e ad accettare una guarnigione assira.
Esarhaddon II avvia rotte commerciali con tutto il Mediterraneo orientale.
Fa costruire una potente flotta variegata quanto l'esercito assiro, usando anche come modello certe navi da guerra greche. La flotta possiederà navi pesanti, medie e leggere, veloci e lente, grandi e piccole.
La flotta viene subito collaudata con la conquista di qualche isola dell'Egeo fra cui Rodi, e Creta.
495 a.C.
Ci sono state diverse scorrerie in Persia ad opera di qualche tribù nomade.
Esarhaddon II coglie l'occasione prepara una grande spedizione verso Est.
Vengono radunati oltre centomila soldati assiri, con diverse truppe egizie di supporto.
Esarhaddon stesso decide di guidare la spedizione.
Nel giro di un anno Esarhaddon conquista senza troppe difficoltà Sagartia e l'Ircania, così che tutte le terre tra il Mar Caspio e il Golfo Persico siano assire.
Siccome Esarhaddon sospetta che le tribù locali siano parenti delle odiate genti mede, usa il metodo sterminio-distruzione-deportazione-ripopolamento.
Esarhaddon decide di far venire il principe ereditario da Ninive perché faccia una prima esperienza di governo nelle terre conquistate.
Infatti Esarhaddon non ha intenzione di fermarsi: scende in Persia, costeggia il Golfo Persico per evitare il deserto e attacca la Carmania e la Gedrosia, che conquista con facilità visto che sono terre poco abitate.
I popoli di quelle terre che hanno sentito storie terribile a proposito dell'Assiria si sottomettono senza provare ad affrontarlo ed Esarhaddon usa il metodo anatolico, modificandolo di poco: accetterà la sottomissione di ogni popolo se questi accetteranno di mandare i loro figli in un vicino insediamento assiro e farli istruire da una scuola assira.
Esarhaddon risale in Drangiana, che sottomette in maniera analoga.
Risale ancora fino alla Parthava, dove incontra una forte resistenza locale che lo impegna in una guerriglia e parecchie battaglie.
In una battaglia viene persino ferito, così decide lasciare una forte guarnigione locale per sterminare i Parthavani.
Risale verso la Margiana e la Chorasmia, dove i nomadi locali lo impegnano in una pesante guerriglia.
Esarhaddon vorrebbe fare come in Parthava, ma rimane straordinariamente colpito dalla bellezza e dalla natura del paese
Così decide di fare un accordo con le tribù: lui dichiara che ha intenzione di costruire per loro tante città, porterà loro molto cibo, e insegnerà loro certe tecniche di coltivazione assire che permetteranno di coltivare qualche terreno, farà di quella zona una provincia ricca, in cambio loro accetteranno la sua autorità e l'istruzione assira per i loro figli.
Le tribù rimangono sorprese dall'offerta, in quanto conoscevano solo il volto sterminatore degli Assiri, accettano.
Esarhaddon ordina la costruzione di un palazzo dove vivrà in vecchiaia davanti ai bellissimi canyon di Asgabat, piccolo insediamento locale.
Esarhaddon decide di interrompere la campagna di conquista dell'Est e di consolidare le conquiste con la costruzione di strade, insediamenti e la creazione di un ramo amministrativo locale.
Tutte le terre tra l'Aral e l'Oceano Indiano sono assire.
490 a.C.
Esarhaddon scende in Parthava per aiutare la guarnigione assira che sta incontrando serie difficoltà contro i Parthavani.
Nel frattempo la voce dell'arrivo degli Assiri in Oriente ha destato grande terrore in quelle aree, con la fama che hanno gli Assiri.
Così grandi e potenti popoli si coalizzano, tralasciando ogni divisione tribale: Arii, Battriani e Sogdiani.
Il grande esercito coalizzato penetra in Parthava dove stipula un'alleanza con i Parthavani.
Insieme i quattro popoli attaccano e distruggono gli avamposti assiri.
Esarhaddon fatica a guidare le truppe in un paese straniero ed ostile.
Divide le truppe in diverse guarnigioni per costringere i nemici a sfidarlo in campo aperto ma i nemici persistono nella guerriglia, sanno che uno scontro in campo aperto sarebbe rischioso, che gli costa molte perdite tra le varie guarnigioni.
Dopo due anni inconcludenti, nel 488 a.C., Esarhaddon decide di ritirarsi verso l'Ircania e la Sagartia per riorganizzare le proprie forze, ottenere rinforzi ma spera anche che i nemici abbiano il coraggio di inseguirlo dove la presenza assira è forte e consolidata.
Nel frattempo riesce ad inviare il bottino finora raccolto al figlio che risiede in Sagartia, con la notizia delle ultime sconfitte.
Esarhaddon si sta ritirando.
I quattro popoli decidono di radunare le proprie forze e seguire il “Sovrano di Tutte le Cose” da lontano, approfittando del momento propizio per attaccare.
Una giorno gli Assiri fermano prima del consueto la loro marcia, i coalizzati si accorgono che c'è qualche problema: infatti Esarhaddon ha accusato un tremendo malore, per i medici assiri inspiegabile.
Quella notte è senza luna, i quattro popoli decidono di attaccare.
Battaglia del fiume Ario:
Arii, Battriani, Sogdiani e Parthavani lanciano un tremendo attacco notturno.
Gli Assiri se ne accorgono troppo tardi, uscendo dall'accampamento non fanno in tempo a comporre lo schieramento e vengono falciati via dai coalizzati.
Muoiono oltre quarantamila assiri.
Esarhaddon, ancora afflitto dal malore muore scivolando e battendo la testa.
Gli Assiri superstiti, circa venticinquemila, riescono a fuggire verso la Sagartia portando con sé le insegne del re.
I coalizzati inseguono i superstiti anche perché questi si sono portati dietro le insegne regali, e i comandanti dei quattro popoli credono che Esarhaddon sia vivo, e temono che possa voler ritentare l'impresa in futuro, così decidono di inseguirlo per dare una bella lezione all'Assiria e assicurare la pace futura.
487 a.C.
Il comandante dei superstiti dell'Ario raggiunge il nuovo capoluogo della Sagartia assira, riesce ad incontrare il principe ereditario, Nur-Ili, e gli comunica tutto.
E' la prima volta dai tempi di Sir-sar-iskun che gli Assiri non subiscono un simile smacco.
Il principe ereditario uccide il comandante per evitare che racconti che l'imperatore è morto.
Nur-Ili sa che la situazione è delicata, che sarebbe uno shock per l'impero sapere che Esarhaddon è morto ucciso da nemici, si rischiano panico in tutto il regno e rivolte nelle regioni appena conquistate e non assirizzate.
Così, con la complicità del servizio segreto e l'appoggio dell'amministrazione, fa credere che Esarhaddon sia arrivato sano e salvo nell'insediamento assiro ma che sia costretto a letto per via del suo malore, dichiara che prenderà lui le redini della guerra.
Raduna la guarnigione locale e chiama quelle dell'Elam, dell'Ircania e della Persia.
Intanto nomina un nuovo comandante per i superstiti dell'Ario e lo incarica di rintracciare i coalizzati.
I quattro popoli quindi ritrovano l'esercito di cui avevano perso le tracce.
I superstiti si dirigono la città di Ecbatana , insediamento minore medo ricostruito parecchio tempo dopo il loro sterminio.
L'esercito coalizzato incautamente insegue i superstiti, portandosi nel cuore dei possedimenti assiri.
Alla fine i superstiti si rifugiano nella città di Ectabana, che viene subito cinta d'assedio.
Nur-Ili ne approfitta e fa convergere lì tutte le truppe assire, accerchiando gli assedianti.
L'esercito di Parthavani, Arii, Battriani e Sogdiani viene sterminato dal primo all'ultimo.
Verranno scuoiati vivi i superstiti, fatte pile con i loro arti, e altre crudeltà tipicamente assire.
Nur-Ili innalzerà un tumulo, e lì annuncerà la morte di Esarhaddon II, proclamandosi Imperatore d'Assiria col nome di Esarhaddon III.
486 a.C.
Esarhaddon III con sessantacinquemila uomini torna in Parthava e la sottomette, i pochi Parthavani sopravvissuti accettano la supremazia assira con la promessa che il loro paese sarà ricco e florido, in cambio dell'assirizzazione.
Rinnova gli accordi presi con Carmania, Gedrosia, Drangiana, Margiana, Chorasmia.
Ottiene da loro rinforzi e si abbatte come ciclone su Aria, Batrianna, Sogdiana.
Gli eserciti vengono spazzati via e le tribù non riescono ad organizzare una guerriglia efficace.
I popoli di quelle terre vengono quasi sterminati, i pochi sopravvissuti sono schiavi o collaborazionisti.
Quelle terre vengono pienamente annesse, e per risolvere il problema demografico si usa lo stesso metodo di Sir-sar-iskun, in più Esarhaddon III fa stabilire molti dei suoi soldati ormai veterani, lascia che sposino alcune donne locali rese schiave e quindi liberate.
Esarhaddon III inoltre si fa continuatore della politica di Sargon III promulgando un nuovo “Atto d'Unione” dove allarga il nucleo principale dell'impero, l'insieme di terre che vengono chiamate Assiria, andando a comprendere territori a nord della Mesopotamia/Assiria fino alle sorgenti del Tigri e dell'Eufrate e il lago Van, l'Armenia dell'epoca, aggiungendo anche la Media e l'Elam.
Inoltre proclama che le varie province non dovranno portare nome propri, ma il nome di Assiria con gli aggettivi che indichino la regione.
Così ora l'Impero Assiro comprende l'Assiria, ovvero il suo nucleo centrale, l'Assiria siriana, l'Assiria fenicia, l'Assiria cananea, l'Assiria arabica, l'Assiria lidica, l'Assiria frigica, l'Assiria cappadocica, l'Assiria colchidica, l'Assiria ircanica, l'Assiria sargatica, l'Assiria persica, l'Assiria carmanica e gedrosica, l'Assiria drangianica, l'Assiria parthavana, l'Assiria margianica, l'Assiria chorasmica, l'Assiria battrica, l'Assiria sogdiana, l'Assiria delle isole, comprendente tutte le isole conquistate. A tutti i nomi dei capoluoghi delle regioni verrà aggiunto il prefisso Ashur.
Nella mappa in rosso è indicato l'Impero Assiro al tempo di Esarhaddon III, in nero il nucleo dell'impero, l'Assiria stessa, e in giallo le monarchie vassalle..
Per evitare che nascano sentimenti regionalisti e per far sentire tutti gli abitanti dell'impero Assiri,
Esarhaddon III dà slancio all'idea che l'Imperatore assiro debba riunire tutti i popoli della terra in uno solo.
Intanto la notizia della morte di Esarhaddon II in Oriente arriva in Anatolia, dove la città di Mileto si solleva contro gli Assiri ma non riesce a cacciarne la guarnigione, che tuttavia rimane assediata.
I semi della rivolta si diffondono in tutte le colonie greche passate sotto il giogo assiro e in tutta l'Assiria delle isole tranne Cipro.
Le colonie stringono d'assedio le guarnigioni assire che cercano di resistere disperatamente.
I governi provinciali anatolici non possono reagire, non hanno abbastanza uomini a causa delle campagne di Esarhaddon II e III.
Atene ed Eubea intervengono a fianco dei ribelli e invitano tutta la Grecia a portare il suo aiuto.
482 a.C.
Le varie guarnigioni assire sono ormai morte di stenti portando con sé parecchi rivoltosi, ma questi con gli aiuti dalla Grecia stanno attaccando l'Assiria lidica e l'Assiria frigica.
Esarhaddon III è tornato in Assiria dopo aver assicurato le frontiere orientali.
A Ninive fa l'entrata trionfale più sontuosa della storia assira e subito si mette al lavoro per tirare su un nuovo esercito per reprimere la rivolta, è costretto a chiedere uomini a Ciro II e a reclutare parecchi mercenari.
480 a.C.
Esarhaddon III libera Ashur-Alicarnasso, capoluogo dell'Assiria lidica assediata dai ribelli, e subito si scatena nella repressione.
Tutte le colonie greche in terra assira vengono spazzate via, così come quelle in Egitto.
La flotta assiro-egizia riconquista le isole perdute una ad una, mettendole a ferro e fuoco.
479 a.C.
Esarhaddon III espugna Mileto, ultima città ribelle ancora in piedi, e viene distrutta.
Le isole vengono ripopolate con schiavi liberati.
Esarhaddon riceve l'atto di sottomissione e doni inestimabili di tutte le le poleis greche che si sono alleate coi ribelli.
Mancano all'appello Atene ed Eubea.
Esarhaddon non si ferma e va avanti con una spedizione punitiva.
La flotta assiro-egizia, trasportando Esarhaddon e l'esercito, attaccano Eubea e la devastano.
Atene si organizza per resistere agli Assiri e manda richieste d'aiuto a tutta la Grecia, ottenendo ben poco.
478 a.C.
La flotta assiro-egizia fa vela verso l'Attica, l'esercito assiro e quello ateniese si incontrano a Maratona.
Il vantaggio all'inizio della battaglia va agli Ateniesi che hanno una fanteria oplitica più numerosa e piena d'ardore, tuttavia Esarhaddon stesso usa una fanteria oplitica greca, ma è mercenaria e senza ardore.
La fanteria assira riesce comunque a resistere abbastanza, poiché Esarhaddon riesce a compiere una manovra d'accerchiamento poderosa con la cavalleria pesante e i carri da guerra.
L'esercito ateniese viene sterminato, ma non senza provocare gravi perdite per gli Assiri.
Esarhaddon rimane molto impressionato dagli opliti ateniesi per la loro efficacia e del loro ardore, Atene è una piccola città che è riuscita ad azzoppare l'esercito dell'imperatore più potente e temuto sulla Terra.
Esarhaddon si ripromette di scoprire come addestrare una fanteria così letale
Dopo la battaglia Esarhaddon guida flotta ed esercito verso Atene che viene presa d'assalto, saccheggiata e distrutta.
Esarhaddon riesce a impadronirsi del segreto dell'addestramento oplitico grazie alla presa di Atene.
Egli anelava a lanciarsi in una conquista lampo dell'Ellade, ma si rende conto di aver sottovalutato quella cultura e quella realtà politica se solo una misera città è riuscita ad opporgli tanta resistenza e a provocargli tante perdite.
Sa di aver provocato uno shock in Grecia per aver fatto irruzione in quel piccolo angolo di mondo.
Così, invece di provare una conquista lampo, convoca una riunioni di tutti gli stati greci.
Sulle rovine di Atene molte poleis e il re di Macedonia vengono a fargli atto di sottomissione o a rinnovarglielo, agli altri emissari proclama di aver agito contro Atene per vendicarsi dell'offesa subita e stilla dei trattati politici e commerciali vantaggiosi solo per l'Assiria, dichiarando il suo amore per la pace e l'Ellade, e “invita” gli emissari a firmarli.
Poche sono le poleis che hanno il coraggio di opporsi, fra queste Tebe e Corinto.
Sparta addirittura rifiuta di mandare emissari, la lega peloponnesiaca fa lo stesso.
Atene diventa in Grecia una martire della libertà e della democrazia, anche grazie ai superstiti che sono stati accolti a braccia aperte nelle città ostili agli Assiri.
In queste città gli Ateniesi fomentano il martirio della loro polis, che presto si diffonde anche nelle altre poleis.
Così in quasi tutta la Grecia si forma un clima di delusione verso i governi, spesso oligarchie o tirannie, per non aver affrontato con maggiore fermezza gli Assiri o per essersi prostrati ai loro piedi, di averli lasciati liberi di spadroneggiare in Grecia come fosse loro e per aver lasciato che Atene cadesse senza aiutarla.
Così in moltissime città della Grecia si scatenano rivolte democratiche e antiassire.
Spesso i governi cadono e vengono sostituiti da democrazie molti simili quella ateniese.
L'esempio più eclatante ne è Corinto, dove la democrazia viene stabilita tra i più importanti capi ateniesi della precedente democrazia, e Corinto ha il maggior numero di rifugiati ateniesi.
Qualcuno la chiamerà dispregiativamente la “Seconda Atene”
Queste nuove democrazie sono estremamente bellicose e creano una grande alleanza panellenica che comincia fin da subito a prepararsi per una grande guerra futura con l'Assiria.
Sparta, essendo sia antidemocratica che antiassira, al momento non si schiera, né lo fa la lega peloponnesiaca.
Questo contribuisce a creare un clima di grande tensione in Ellade tra il blocco democratico e antiassiro, che comprende generalmente la Megaride, Beozia, Focide, Locride, Doride, Acarnia, e il blocco antidemocratico e filoassiro, comprendente grossomodo l'Epiro, l'Etolia, la Tessaglia, la Macedonia e la Tracia. (Sono stato generico visto il particolarismo delle
poleis)
Esarhaddon osserva la situazione ma non si preoccupa più di tanto, visto che le città più importanti sono rimaste a lui fedeli e immagina che prima di essere un problema per lui i Greci si scannerebbero fra di loro.
Intanto comanda la ricostruzione di Ashur-Atene e la rende capoluogo dell'Assiria delle isole, a cui annette l'Attica.
La renderà una fortezza maestosa, munita delle famose Lunghe Mura, con una possente guarnigione.
Tornato in patria mette a frutto il segreto dell'addestramento oplitico: cambia l'addestramento per la fanteria assira rendendola oplitica e smettendo di far ricorso a mercenari.
Inoltre, rendendosi conto di sapere troppo poco sul variegato e complesso mondo greco, cerca di rafforzare il servizio segreto a cui offre tutti i finanziamenti necessari e dando ad esso letteralmente qualsiasi cosa chieda.
Inoltre crea un particolare servizio statale di cura per gli orfani, e qualcuno di questi li manda al servizio segreto, dove questi bambini in tenera età vengono cresciuti tutta la vita per diventare assassini imperiali, a questi viene anche insegnato un culto misterico ed esoterico di Ashur e dell'imperatore, grazie al quale saranno più solerti ed efficaci. Il servizio segreto assiro diventa così una potente setta i cui adepti sono servi dell'imperatore, capaci di fare cose uniche al mondo e con abilità ben maggiori rispetto ad agenti segreti degli altri stati.
Per il resto del suo regno Esarhaddon III si impegnerà a evitare altre campagne militari, per non forzare le già provate risorse umane d'Assiria, e spesso per piccoli sconfinamenti o irruzioni di nomadi comanderà agli alleati/vassalli di occuparsene.
475 a.C.
Esarhaddon III, dopo aver atteso che l'impero recuperasse le risorse perdute in guerra, raccoglie pesanti tributi dai vassalli inizia una grandiosa opera di urbanizzazione in tutto l'Oriente assiro.
Vengono costruite città, fortificazioni, strade e stazioni di posta a non finire.
L'imperatore investe capitali immensi per l'Oriente, così mantiene tutti gli accordi presi con i vari popoli.
Vengono create grandi vie commerciali tra l'Est e Ovest, l'impero assiro si anima di una vivacità mai vista prima.
Inoltre fa costruire la “Strada dei Re” che collega Ninive a tutti i capoluoghi.
Esarhaddon organizza la ripopolazione di tutte le aree dell'impero rimaste disabitate.
Cipro, che era stata attaccata e messa a ferro e fuoco dai ribelli, viene ripopolata con schiavi di origini molto differenti, il cui sincretismo creerà una cultura davvero singolare.
Inoltre, essendo stata l'unica isola a non ribellarsi viene premiata con larga autonomia.
473 a.C.
Scoppia una violenta lotta fra i suoi due figli: Sargon IV e Sennacherib II
La guerra è estremamente violenta ma va avanti senza risultati, e colpisce duramente la solidità dell'impero assiro.
Infatti a Ovest in Grecia l'asse antiassiro attacca violentemente Ashur-Atene, che tuttavia riesce a resistere, e compie violente scorrerie contro l'Assiria delle isole e l'Assiria lidica.
Vedendo che gli Assiri sono troppo presi per intervenire, Sparta è scesa in guerra contro l'asse filoassiro.
A est delle tribù nomadi compiono pesanti scorrerie che provocano una rivolta degli schiavi in Sogdania.
I due capiscono che non possono andare avanti in questo modo, così decidono di spartirsi l'Impero Assiro.
A Sennacherib II andrà tutta l'area ovest dell'impero, dall'Assiria delle isole alle Assirie a sud del Mar Caspio comprese, a Sargon IV tutta l'area est.
L'eccessiva bellicosità assira a portato a una veloce rottura dell'unità politica.
Ad ogni modo i due non perdono tempo per insediarsi nei propri imperi.
470 a.C.
Sargon IV, dopo essersi insediato ad Ashur-Battra reprime nel sangue la rivolta degli schiavi, caccia i nomadi e si prepara per nuove conquiste.
Sennacherib II si occupa del fronte greco.
La flotta assira riconquista i possedimenti perduti e rinforza Assur-Atene.
469 a.C.
Sennacherib sbarca con una terrificante armata in Tracia.
Sua intenzione è di calare da nord e abbattere il sud.
La flotta antiassira viene distrutta da quella assira a Capo Artemisio.
Sennacherib II sconfigge gli antiassiri, che avevano assaltato l'Etolia, a Cinocefale.
Egli metterà a ferro e fuoco la Grecia da Doride a Focide.
Sennacherib sbaraglia gli Elleni a Platea, dove l'esercito composto in larga parte da lacedemoni viene sterminato.
Gli spartani, scossi e intimoriti, si affrettano a chiedere la pace che tuttavia ristagna in una fase di negoziazioni. Il mito della loro invincibilità si incrina.
Intanto una seconda flotta antiassira sconfigge quella nemica presso Salamina e il Pireo.
Gli assiri non ebbero mai una vocazione marinara al contrario dei greci.
La situazione si fa complicata: Sennacherib si trova in difficoltà a mantenere i contatti con la patria e inoltre i suoi alleati greci vacillano di fronte alle atrocità inflitte ai loro vicini.
Sennacherib decide di porre fine alla guerra colpendo la polis più testarda e irriducibile: Corinto. Muove verso la Megaride. Corinto manda emissari a chiedere aiuto in tutta la Grecia.
Silenzio da Sparta.
Ma gran parte degli Etoli e dei Tessalli disertano e si alleano con gli antiassiri.
La flotta assira intanto riesce a cacciare quella antiassira dal Pireo, poiché i Corinzi hanno ritirato le loro navi per difendere la polis.
467 a.C.
Sargon IV, dopo aver completato l'urbanizzazione dell'Est, prepara una campagna di conquista.
Sennacherib mette sotto assedio Corinto, ma si è spinto troppo oltre le linee nemiche.
Subisce una pesante guerriglia da Megaresi, Beoti e Peloponnesiaci antiassiri, che rendono difficile mantenere stretto l'assedio. Sparta tiene le sue truppe in difesa della Laconia, timorosa di non essere più padrona della propria penisola, e manderà solo sparuti contingenti per Corinto.
Sennacherib fatica a foraggiare il suo esercito poiché non gli arrivano è più foraggiamenti dagli alleati.
È costretto a far macellare molti cavalli. Nonostante questo indebolisca la forza del suo esercito, ovvero la varietà poiché la cavalleria e i carri restano senza cavalli, egli è convinto che solo con la presa di Corinto la guerra finirà
Dopo qualche mese Corinto viene distrutta, ma a prezzo pesante poiché le perdite sono state numerose e la cavalleria e il contingente di carri ne escono decimati tra battaglie e macellazioni.
Corinto diventa un altro martire della libertà e della democrazia, quindi Sennacherib non ottiene l'effetto sperato.
I germi di tale martirio scuotono ulteriormente l'Ellade, che si appresta a combattere fino alla distruzione. Epiro e Macedonia decidono di ritirarsi dalla guerra, tutti le altre poleis disertano l'alleanza verso Sennacherib e si uniscono agli antiassiri.
Sennacherib vorrebbe marciare verso il cuore del Peloponneso e radere al suolo Sparta, ma le sue forze sono indebolite, quindi decide di andare ad Ashur-Atene e di rinforzarsi.
Nel frattempo i greci hanno preparato un nuovo, grande esercito per cercare di salvare Corinto, che è già arrivato in Attica.
Sennacherib cerca di evitare battaglia e si dirige verso la Beozia.
Tebe, precedentemente evacuata, distrutta da Sennacherib e ricostruita sul mar Egeo per timore degli Assiri, invia messaggeri per informare l'esercito elleno dei movimenti degli Assiri.
Impossibilitato a raggiungere Ashur-Atene, Sennacherib si ritrova in una fase di stallo in un terreno sconosciuto, viene accerchiato e senza cibo tra l'esercito tebano e l'armata antiassira: le truppe assire vengono distrutte nella battaglia di Tegira.
Sennacherib II riesce a fuggire a malapena riparando in patria.
La guerra è costata molto alla Grecia, tuttavia l'asse antiassiro ha trionfato.
I Tebani guidano l'esercito per assediare Ashur-Atene.
Il governo dell'Assiria delle isole tuttavia consegna la testa di un servo, facendo credere che sia di Sennacherib, e si dichiara vassallo di Tebe al generale tebano, il quale, anche per la possanza delle fortificazioni nemiche, accetta la sottomissione in cambio di tutti i possedimenti assiri al di fuori dell'Attica, assirizzata completamente grazie al popolamento con schiavi liberati. Così l'Assiria delle isole, composta solo dall'Attica, si rende indipendente. Anche Creta si renderà indipendente, con la rassegnazione di Tebe.
Tebe accoglie molti superstiti corinzi, che contribuiranno a renderla molto simile alla democrazia che era Atene. Grazie alla posizione sul mare, alle conoscenze dei Corinzi accolti e all'acquisizione delle isole assire diventa in breve la maggiore potenza attiva nel Mediterraneo orientale.
L'asse democratico in Grecia diventa più potente e si allarga.
Tebe fa ricostruire Corinto, più vicino alla Beozia che al Peloponneso.
Una volta scomparso il fattore assiro, l'Ellade torna divisa nell'asse democratico e in quello oligarchico, distribuiti in maniera molto meno omogenea.
Per quanto vittorioso e orgoglioso, l'asse democratico comprende le zone della Grecia più danneggiate dagli Assiri, mentre quello oligarchico comprende le zone più illese, guidate da Sparta, che nonostante abbia subito colpi non da poco ed è criticata per aver abbandonato sia Atene che Corinto, è la città che meglio è riuscita a preservare i suoi alleati.
Tuttavia il terremoto del 464 a.C. diffonderà la voce che essa sia maledetta dagli dei, e ne incrinerà ulteriormente la posizione.
460 a.C.
Sargon IV ha portato ha termine la conquista del Gandhara, Sattagudia ed Aracosia, portando il confine dell'Est assiro fino all'Indo.
Sennacherib II si è accordato con Sargon IV: il primogenito di Sargon sposerà la nipote di Sennacherib, il loro figlio dominerà sull'Est e sull'Ovest così l'Impero Assiro verrà ricomposto.
Nel frattempo Sennacherib deve affrontare la rivolta dell'Egitto contro l'Assiria.
A Gaza, per molto tempo simbolo dell'amicizia tra Assiri ed Egizi, avviene lo scontro.
Il faraone Ciro VII sconfigge Sennacherib e assalta il Regno di Giuda, distruggendolo e deportandone gli abitanti.
Tuttavia Ciro VII si ferma lì, preferisce non rischiare di addentrarsi troppo
Sennacherib, afflitto dai fallimenti, si suicida nel 458 a.C.
Sargon IV è costernato per la morte per il fratello e decide di affidare la reggenza al figlio di Sennacherib, che prenderà il nome di Tiglatpileser IV.
Il suo è un interregno di grande difficoltà poiché le campagne di Sennacherib e le sue tasse hanno indebolito fortemente l'Ovest assiro.
Quando è costretto a imporre nuove tasse e a convocare il nuovo esercito( l'esercito assiro infatti funzionava sulla base di coscrizioni che portavano ad assumere soldati/ufficiali ecc addestrati che stavano in carica per per un anno, al termine di questo anni l'esercito veniva licenziato e se ne metteva in piedi uno nuovo anche per evitare i giochetti tra generali, che poi saranno la rovina dell'impero romani), gran parte dei soldati non si presentano, in quanto le ultime campagne sono state un disastro che hanno portato a perdite umane immense per l'Assiria già provata dalla guerra civile.
Vi è molta confusione tra i “servi dell'imperatore” (tutti all'infuori dell'imperatore), in quanto ci si chiede come possa essere l'Impero diviso in due, come possa essere il mandato celeste del dio Ashur diviso fra due differenti sovrani che hanno persino lottato fra loro. Le recenti sconfitte contro quelli che erano considerati popoli insignificanti e carestie sparse ovunque cominciano a diffondere l'idea che Ashur possa aver revocato il mandato celeste della Terra alla dinastia imperiale attuale, tale ipotesi crea fermento nel vasto ambiente intellettuale imperiale.
I vertici dello stato, la cui brama non è stata sfamata da nuove conquiste, possono approfittare della crisi ideologica su cui l'impero per secoli si era basato, e possono provare a stabilire una propria dinastia sul trono.
Ninive è incapace di mantenere il dominio sulle terre dell'Ovest, l'esercito lealista può difendere a malapena la Mesopotamia.
Nel resto del territorio amministratori, burocrati e comandanti si ribellano e fanno guerra all'imperatore e fra loro.
Si diffonde l'anarchia.
456 a.C.
Ciro VII approfitta della crisi politica e ideologica assira.
Nuovamente varca i confini e fa conquiste in terra assira.
Inoltre egli accampa pretese sul trono d'Ashur e sul mandato celeste poiché discende da Ciro I che sposò la sorella di Sargon III.
La sua propaganda fa effetto e certe province dell'Ovest appoggiano le sue cause offrendogli risorse importanti.
Tiglatpileser IV lavora di diplomazia e riesce a riottenere la fedeltà di qualche provincia ma non basta.
Ciro VII conquista la Siria, l'odierna Giordania e dal Golfo Persico comincia a risalire la Mesopotamia verso Ninive.
Tiglatpileser IV è costretto a chiedere aiuto a Sargon, che per anni non ha potuto intervenire a causa della pressione nomade alle frontiere che lo ha portato a conquistare la Sacia.
Egli stesso guida un grande esercito assiro nell'Ovest, ma arriva tardi.
Ciro con un esercito di insorti e di egizi ha conquistato l'Assiria, il nucleo dell'impero.
Ciro VII si è fatto proclamare Imperatore d'Assiria sulle rovine d'Ashur e di Ninive, entrambe rase al suolo.
Sargon IV riesce nella faticosa riconquista dell'Ovest, e sconfigge in battaglia Ciro riuscendo a catturarlo.
Lo obbligherà a dichiarare di aver tradito e usurpato il trono d'Assiria, lo obbligherà ad abbandonare i territori conquistati e ad abdicare per essere prigioniero degli Assiri. Inoltre obbligherà i faraoni a mandare i loro primi tre figli che possano ascendere al trono alla corte assira per crescere ed essere educati lì.
Sargon sconfigge ogni fazione rivale riunificando l'impero, confermandosi agli occhi di tutti il mandato celeste rimasto vacante. I posteri diranno che egli disse dopo aver visto le ceneri di Ashur: “Ho conquistato un cumulo di macerie”
Infatti a causa del periodo di anarchia l'Ovest è andato in malora da ogni punto di vista.
Sargon predispone la ricostruzione di Ashur e quella dell'Ovest ma per mantenere il potere ha bisogno di un forte centro, così stabilisce la nuova capitale assira ad Ashur-Nisa, in Margiana, che ricostruisce ad immagine di Ninive.
L'Impero Assiro entra in una grande fase di tracollo economico a causa della decadenza nell'Ovest, e tale debolezza economica enfatizza l'incrinazione dell'ideologia di stato basata sul mandato celeste, visto che il nucleo dell'Impero, l'Assiria stessa, è diventato uno landa desolata.
Questi fattori si ripercuotono sulla macchina burocratica imperiale portando corruzione e intrighi che mettono ancora più in difficoltà l'impero.
In rosso l'impero dopo la riconquista dell'Ovest, in giallo i vassalli.
Intanto in Grecia l'asse democratico per “festeggiare” i dieci anni dalla battaglia di Tegira organizza una spedizione marittima per attaccare gli Assiri, vista la loro crisi.
Ma è prematuro, l'Ellade si sta ancora leccando le ferite quando Tebe guida un attacco contro l'Assiria lidica, che perde la battaglia ma non abbastanza da poter temere un'invasione ellenica, dato che i democratici hanno ottenuto una vittoria di Pirro.
Inoltre la spedizione ha reso deboli le poleis democratiche in patria, dove alcune subiscono colpi di stato oligarchici o veri e propri attacchi da poleis oligarchiche.
La situazione è grave. Tebe, capo indiscusso dell'asse democratico, orchestra alla perfezione la liberazione delle poleis occupate e respinge gli attacchi delle poleis nemiche.
A causa delle difficoltà e delle minacce, Tebe riesce a convincere le altre poleis a costruire un grande centro democratico che possa vincere Sparta e i suoi.
Così si forma un grande governo panellenico con un parlamento situato a Tebe, un governo con tratti di federalismo creato con la motivazione di evitare un nuovo martirio della democrazia.
La Grecia è incapace di uscire dalla propria sfera socio-politica, e si radicalizza in un fanatismo bellico fra blocchi opposti, entrambi deboli e con le cicatrici dell'invasione assira, il periodo classico greco-ateniese non si realizzerà mai, mentre invece si avrà un periodo classico ancor più ricco a Creta. A Creta si formerà un governo parzialmente oligarchico e parzialmente democratico, il bellicismo verrà sonoramente rifiutato, essendo Creta una terra ricca e favorita, una realtà confusa tra arrivo degli Assiri e ripopolamento con schiavi, che cerca di riscoprire la propria identità, dove fiorirà il commercio e il sincretismo, dove troveranno realizzazione arte, cultura e persino filosofia. Socrate non verrà mai processato né osteggiato, e la filosofia sboccerà oltre ogni aspettativa.
Creta diventa la meta per tutti gli Elleni che rifiutano il militarismo e scelgono la cultura.
Tuttavia questo patrimonio resterà generalmente confinato a Creta, con sporadiche contaminazioni a Cipro.
448 a.C.
Sargon IV muore avvelenato per mano del servizio segreto assiro, che riteneva scomoda la sua tendenza a creare scandali a corte.
Inizia un periodo di ulteriore decadenza a causa del predominio dell'elité misterica del servizio segreto che manipola l'imperatore e fomenterà ulteriori tensioni e tradimenti.
391 a.C.
L'Impero Assiro è tornato florido grazie alla ripresa e ricostruzione dell'Ovest.
In questi anni a causa delle difficoltà interne non c'è stata espansione territoriale.
Finisce lo strapotere del servizio segreto assiro grazie all'ascesa di Sargon V, che fa arrestare e uccidere pubblicamente i membri del servizio segreto.
Questo ristabilisce la fiducia dei vertici amministrativi verso il mandato celeste dell'imperatore.
L'imperatore rende nuovamente salda la presenza assira su certe zone lasciate a sé stesse, inoltre avvia una campagna militare oltre l'Indo che porta alla conquista della parte occidentale della penisola indiana
Inoltre partecipa alle fasi finali della guerra del Peloponneso, mandando la sua flotta in aiuto di Sparta, che riesce così a sconfiggere la nazione democratica formatasi nella Grecia centrale con capitale Tebe.
L'Assiria delle isole torna in mano a Sargon V, il quale aveva intenzione di conquistare Creta, ma rimane ammirato dallo straordinario centro civile di Creta così decide di limitarsi a renderla vassalla.
La nazione democratica viene smantellata nelle precedenti poleis, Tebe perde possesso delle isole che tornano assire. A tutte le poleis greche viene imposto un governo oligarchico vassallo di Sparta.
Sparta perderà ulteriormente credibilità a causa di tale accordo, che la faranno apparire come una traditrice.
Sargon conquista inoltre diversi territori a nord del Caucaso.
Infine Sargon V rende capitale dell'impero Ashur, completamente ricostruita e resa più bella che mai.
390 a.C.
Roma viene saccheggiata dai Celti.
379 a.C.
Sargon V, dopo essersi espanso lungo il Mar Nero, decide di iniziare una nuova spedizione militare in India.
L'Assiria delle isole ne approfitta per rendersi nuovamente indipendente, condizione alla quale si era abituata.
Nel frattempo in molte delle vecchie città dell'asse democratico scoppiano insurrezioni contro le oligarchie vassalle mal tollerate.
Sparta è lenta a reagire a causa di alcuni disordini tra gli iloti, così alcune poleis oligarchiche cominciano ad agire per conto proprio, ignorando gli ordini di Sparta e incrinando il sistema di alleanze.
Tebe risorge con una prontezza imprevista, e fa crescere i semi della rivolta democratica antispartana in tutta l'Ellade.
I nuovi governi, che devono subito affrontare la guerra con Sparta, creano una situazione politica transitoria affidando a vecchi magistrati ampli poteri mentre la guerra viene combattuta.
Non c'è abbastanza tempo per ripristinare in toto la democrazia e preparare l'esercito.
Tebe comunque comanda le poleis democratiche e si discute già di rimettere in piedi la nazione confederata democratica.
371 a.C.
A Mantinea Sparta viene travolta dall'ordine obliquo di Epaminonda, perdendo così l'ultima credibilità rimasta: l'esercito.
L'Ellade si scuote in massa dal giogo spartano, la lega peloponnesiaca si frammenta.
Epaminonda marcia nel Peloponneso distruggendo sulla sua strada i pochi rimasti fedeli a Sparta.
Aiuta gli iloti a liberarsi e a rifondare Messene, colpendo duramente la società spartana, infine devasta la Laconia, ma non ha il coraggio di attaccare Sparta, anche perché teme di sbilanciare la situazione e fare di Tebe la città odiata
Decide di consolidare le posizioni tebane distruggendo parecchie poleis oligarchiche e bellicose sparse in Grecia.
Ashur-Atene fa nuovamente atto di vassallaggio.
Epaminonda torna a Tebe.
Lì verrà processato per non aver colto l'occasione di distruggere Sparta.
Viene chiesta la pena di morte, ma alla fine viene commutata in un esilio.
Il comando dell'esercito passa a Pelopida, che raccoglie un enorme esercito fra tutte le poleis ed invade nuovamente il Peloponneso dove Sparta aveva ripreso a spadroneggiare.
Dopo averla sconfitta a Mantinea, muove verso essa.
Tuttavia persino Pelopida non ha il coraggio di attaccare Sparta, tuttavia la tiene circondata e sotto assedio, affamando gli spartani.
362 a.C.
Sparta cade insieme alla sua cittadinanza.
Pelopida attraversa la città con timore religioso, poi la fa bruciare insieme ai cadaveri.
Tornato in patria, egli è un eroe assoluto per Tebe e per la Grecia intera, che si è liberata dallo spettro spartano.
Pelopida ottiene un prestigio senza pari e non esita a prendere il potere per sé.
Lentamente concentra il potere nelle sue mani, dando le cariche principali a suoi burattini.
Tuttavia le cose non vanno come previsto: Tebe fatica a gestire quello che è diventato il suo impero, e non riesce a controllare il Peloponneso che cade preda di scontri perenni fra le varie città e finisce in malora.
Inoltre molte città criticano la politica di Pelopida che nel frattempo diventa sempre più paranoico e dispotico.
Non possa molto tempo prima che Pelopida trasformi la democrazia in un tirannia, e che instauri un regime di terrore e repressione usando come scusa complotti oligarchici e sfruttando il suo prestigio.
Di fatto la realtà greca è stata incapace di allargarsi a causa del logoramento per motivi esterni ed interni.
Sargon V lascia correre, non si interessa della Grecia, è preso dall'India dove ha conquistato la parte centrale e lo Sri-Lanka.
340 a.C.
Gli Elleni da tempo soffrono la tirannia del successore di Pelopida, Perseo, che con le sue continue guerre con vicini e riottosi impoverisce la già prostrata Grecia.
Lo stato tebano ora comprende i territori tra l'Argolide e l'Etolia.
Tuttavia le cose cambiano con Filippo II di Macedonia.
Egli ha fatto della sua nazione il più potente regno della penisola balcanica, con grandi ambizioni.
Egli convoca una conferenza panellenica nella quale manifesta le intenzioni di guidare all'unità tutti i popoli di cultura ellenica e di condurli contro il grande nemico che mai sono riusciti a sconfiggere definitivamente e che è sempre una spina nel fianco: l'Assiria.
I rappresentanti plaudono alla sua iniziativa, perché vedono l'unico che possa portare la pace nella martoriata Grecia e lavare via le tracce lasciate dagli Assiri, inoltre vogliono opporsi alla barbarica tirannia di Perseo.
Ovviamente Perseo non appoggia tali pretese e dichiara guerra alla Macedonia.
A Cheronea la potentissima falange macedone sbaraglia l'esercito di Perseo.
Lo stato tebano crolla in breve: Perseo viene catturato e ucciso pubblicamente.
Filippo II viene accolto in tutta la Grecia come un liberatore, le poleis si affrancano da Tebe che viene rasa al suolo.
Crea la lega di Corinto, comprendente tutte le poleis greche dove ribadisce le sue intenzioni e per accattivarsi l'appoggio dei conquistati organizza una piccola campagna dimostrativa: attacca e distrugge Ashur-Atene, annettendo l'Attica alla Macedonia.
Il sovrano Esarhaddon IV si preoccupa per la situazione e comincia a organizzare la difesa per la prossima campagna macedone.
L'impero assiro infatti è in un momento di vulnerabilità poiché ha lottato a lungo per stabilire un dominio stabile su tutta l'India, cosa che non è riuscita e ha portato a gravi perdite, così l'Assiria è stata costretta ad abbandonare la penisola
336 a.C.
Filippo riesce a sopravvivere a una congiura voluta da Esarhaddon.
La rabbia è grande, così egli prepara a gran velocità la spedizione.
335 a.C.
Filippo sbarca in Anatolia e attacca.
A Granico riporta una vittoria grazie alla superiorità della falange contro gli opliti assiri.
Il suo esercito subisce gravi perdite, tuttavia il re continua conquistando con difficoltà l'Anatolia, dove vincerà altre battaglie importanti e porterà a termine assedi difficili come quello di Ashur-Alicarnasso.
Filippo riporta vittorie gloriose che inondano d'oro la Macedonia e la Grecia.
Filippo riporta una nuova strabiliante vittoria ad Isso, così i Macedoni dilagano in Siria, Fenicia e Canaan.
Durante l'assedio di Tiro Filippo muore.
Gli succede Alessandro III che aveva seguito il padre in guerra.
Appena salito al potere Alessandro deve fare i conti con parecchie ribellioni in patria e visto che gli Assiri cominciano a premere contro di confine decide di negoziare la pace con Esarhaddon IV che gli permette di mantenere le terre conquistate in cambio di una tregua di trent'anni.
Una clausola in particolare riguarda il possesso di Cipro e la protezione di Creta, che la Macedonia si impegna a rispettare.
Alessandro seda le rivolte e già che c'è compie qualche campagna di conquista lungo le coste del Mar Nero, annettendo Crimea, verrà criticato perché devia dall'obiettivo originario della campagna: la distruzione dell'Impero Assiro.
Tuttavia Esarhaddon non riuscirà più a controllare facilmente le due isole e dovrà lasciare sempre più autonomia. Cipro e Creta si alleeranno e cominceranno ad esercitare una grande influenza in Grecia, grazie alla loro ricchissima cultura.
Alessandro III cercherà di rispettare le tradizioni dei popoli conquistati, così facendo troverà l'opposizione dei suoi generali che rimpiangono Filippo.
332 a.C.
Sfruttando come pretesto una piccola rivolta, Alessandro assalta l'Egitto dove sconfigge Psammetico V, lo depone e, prendendo ad esempio Ciro I, si fa proclamare faraone nel rispetto delle tradizioni locali e si comporta come un sovrano locale.
Questo atteggiamento non piace né ai Macedoni né ai Greci, che non vogliono rispettare un popolo vassallo degli Assiri e non vogliono deviare dal progetto originario della campagna.
330 a.C.
La conquista dell'Egitto è stata una provocazione verso gli Assiri, Esarhaddon non può lasciare impunita la deposizione e conquista di un regno vassallo, infatti prepara un nuovo esercito e muove contro di lui.
Assiri e Macedoni si incontrano a Qadesh.
La battaglia è senza vincitori né vinti.
Viene organizzata una nuova conferenza di pace.
Alessandro III può tenere l'Egitto ma deve restituire la Siria, inoltre deve inviare ostaggi politici alla corte assira e versare un pesante tributo annuale.
Ulteriore scontento dei generali, che ritengono sempre di più che Alessandro sia un inetto.
Alessandro III accetta, tuttavia non rinuncia a continuare le campagne militari.
Annette la Cirenaica e fa ulteriori conquiste in penisola balcanica.
327 a.C.
Esarhaddon IV muore.
Scoppia una guerra civile tra i suoi figli.
Si comincia a diffondere l'idea che il degno possessore del mandato celeste sia Alessandro, poiché suo padre ha sconfitto Esarhaddon e lui non ne è stato sconfitto.
Alessandro decide di approfittarne e si fa proclamare Imperatore Assiro Esarhaddon V, suscitando vera esasperazione fra i suoi generali.
Marcia verso Ashur, deciso a farsi acclamare imperatore assiro.
Si scontra con il vecchio Sukkallu di Esarhaddon, rimasto a difendere il nucleo dell'impero durante la guerra civile, a Gaugamela, ma lì viene sconfitto e riceve una grave ferita che si infetterà lo costringerà a letto per il resto della sua vita.
326 a.C.
Mentre Alessandro soffre per la malattia che lo infesta, i generali si accorgono della malaparata e decidono di trattare nuovamente con gli Assiri, che stufi di tutti i trattati vani non vorrebbero usare la diplomazia se non fosse che c'è bisogno di sicurezza alle frontiere mentre si combatte la guerra civile.
I generali ottengono la Siria, l'Assiria arabica, ovvero l'odierna Giordania e Nord Arabia, l'Assiria colchidica, cioè i territori tra Mar Nero e Mar Caspio, l'Ircania e la Sargatia.
Inoltre i Macedoni dovranno ancora rispettare Cipro e Creta, che cominceranno a dominare tutto il Mediterraneo orientale con la talassocrazia.
Il nucleo dell'Impero Assiro, l'Assiria stessa, rimane salva e in mano al Sukkallu che l'affiderà a chi vincerà la guerra civile.
325 a.C.
Alessandro prova a governare l'impero ottenuto nonostante la malattia, ma perderà sempre più potere in favore dei suoi generali.
Quando si farà dichiarare Imperatore dei Macedoni ed Assiri si alienerà ogni supporto
Basterà un po' di ambizione da parte di Parmenione, che pensa di poter compiere grandi imprese nonostante l'età come Filippo II, per ordinare il suo avvelenamento.
Si fa credere che Alessandro sia stato vinto dalla malattia e questo impressiona il grande amico Efestione che comincerà a prestare più attenzione alla salute. (uno dei motivi per cui sarebbe morto nella nostra Timeline)
Muore Alessandro III, che nessuno chiamerà Magno a causa della sua inadempienza del progetto del vecchio padre.
Il mito di Alessandro non sorge, così come l'idealizzazione della giovinezza che porta al disprezzo dell'anzianità, invece la stima dell'anzianità e della tradizione verrà rafforzata delle imprese di Filippo che non ebbe un figlio alla sua altezza secondo molti. Certo è che gli Assiri non sarebbero stati facili avversari come i Persiani, per la superiorità amministrativa senza nobili né satrapi, e per la superiorità bellica del loro esercito così completo.
Grandi conseguenze sulla nascente cultura occidentale.
Nonostante la Macedonia abbia ottenuto un impero non è riuscita a finire l'Impero Assiro e questo causa rammarico e risentimento da parte dei Greci.
Nel suo testamento fatto durante la malattia, Alessandro lascia l'impero ad Efestione, ma questa decisione non viene accettata e così scoppia la guerra civile anche fra i Macedoni.
Iniziano le guerre dei Diadochi.
320 a.C.
Le forze macedoni già decimate non possono sostenere una lunga guerra così la spartizione del piccolo impero avviene presto.
Durante la guerra certi territori conquistati vanno persi.
Ad Antigono tocca una Macedonia allargata
A Lisimaco la Tracia e altri territori sulla costa occidentale del Mar Nero.
A Tolomeo l'Egitto e la Cirenaica.
A Seleuco l'Assiria cananea, fenicia, siriana ed arabica.
Efestione ottiene la più grossa fetta della torta: ottiene l'Anatolia, l'Assiria ircanica, l'Assiria sargatica e le conquiste di Alessandro sulla costa del Mar Nero orientale e Crimea, più l'Assiria colchidica. Questo sarà il preludio dell'Impero Efestionide, che si impegnerà nel rispetto dei popoli conquistati, di avere buoni rapporti con gli Assiri e che si interesserà al Mar Nero e al Caspio invece del Mediterraneo. Efestione siglerà un accordo di amicizia col nuovo Imperatore Assiro e sposerà sua figlia per cementificare tale alleanza.
L'Impero Efestionide sarà particolarmente forte perché avrà tutte le caratteristiche dell'Impero Assiro a tutti i livelli, ma al posto della fanteria oplitica verrà introdotta la falange dal modello macedone.
Nel panorama culturale dei territori di ciò che era l'Impero Assiro prima dell'arrivo di Filippo II si comincia a formare la convinzione che il mandato celeste sia ancora da assegnare e che sarà assegnato a chi riunificherà l'area.
I regni dei Diadochi dovranno fare i conti con la cultura locale, alla quale non possono soppiantare la grande cultura greco-classica, tuttavia cominceranno a approfittare della cultura cretese classica che con supporto di Cipro si sta diffondendo in tutto il Mediterraneo orientale.
In generale il processo di Ellenismo non sorge poiché le terre in mano ai Macedoni sono poche e le tradizioni locali fortemente radicate. Questi regni poi sono fragili a causa del malcontento popolare
Inoltre i più potente dei regni, l'Impero Efestionide, accetta totalmente le tradizioni assire.
Nella mappa la divisione dei territori dopo la fine delle guerre dei Diadochi:
In rosso ciò che resta dell'Impero Assiro, in rosso scuro il Regno Tolemaico, in nero il Regno Seleucide, in azzurro l'Impero Efestionide, in verde i territori di Lisimaco, in grigio quelli di
Antigono.
312 a.C.
La guerra civile assira è ormai terminata.
Tiglatpileser V, il nuovo Sovrano di Tutte le Cose, deve far fronte alla crisi dell'impero: le prolungate guerre e la perdita dell'Egitto e delle province orientali hanno messo in grave difficoltà l'Assiria, sopratutto la perdita dell'Egitto provoca una grave crisi agraria.
Inoltre deve far i conti con altri nomadi ad est, e compirà una piccola campagna che gli assicurerà nuovamente l'India occidentale.
Efestione fa costruire una nuova grande capitale sul Mar Nero: Efestionia.
Antigono e Lisimaco dopo aver combattuto fra loro decidono di firmare un accordo di pace con la mediazione del Sukkallu di Efestione e, per preservare i loro regni dal logoramento, stabiliscono un'unione matrimoniale che unirà i loro regni e renderà nuovamente grande la Macedonia.
280 a.C.
La Macedonia è nuovamente un regno forte e saldo, grazie anche all'annessione della Grecia, nuovamente sprofondata nelle tirannie, dove i Macedoni nuovamente sono stati accolti come liberatori.
La Macedonia ora domina tutta la penisola balcanica fino al Danubio, più la costa lungo il Mar Nero e l'Illiria.
Il principe macedone Pirro che governa l'Illiria in nome del re, decide di accogliere le richieste di aiuto di Taranto, entrando in guerra con Roma.
La scelta avventata nasce dal sogno di compiere a ovest ciò che Filippo II voleva fare ad est, così entra in guerra con Roma senza consultare il re macedone, il quale troverà sconsiderata quest'azione e offrirà la propria collaborazione ai Romani contro Pirro.
264 a.C.
Scoppia la prima guerra punica
263 a.C.
L'Impero Assiro è riuscito a riprendersi dalla crisi agraria con un grande piano di bonifica e irrigazione in tutto l'impero.
Il pazzo imperatore Tiglatpileser VII viene spodestato dal Sukkallu, che ascende al potere col nome di Esarhaddon V, il quale decide di riconquistare i territori perduti a causa dei Macedoni.
Avvia una grossa offensiva con il Regno Seleucide, che soccombe sotto i colpi assiri ed è costretto a chiamare aiuti, che arrivano copiosi dalla Macedonia e dall'Egitto.
Silenzio dall'Impero Efestionide.
Ad Antiochia avviene la grande battaglia.
Gli Assiri sconfiggono i siro-egizio-macedoni e annettono il Regno Seleucide.
Deciso a conquistare una volta per tutte l'Egitto, invece di attaccarlo via terra accarezza il progetto di prendere il regno di sorpresa arrivando via mare, così negozia con Cipro e Creta di riconoscere la loro indipendenza in cambio di essere traghettato con l'esercito sul Delta del Nilo.
Il piano riesce alla perfezione e Esarhaddon conquista l'Egitto senza perdite eccessive, dove si fa riconoscere faraone nel rispetto delle tradizioni locali, inaugurando questa usanza nella sua dinastia.
Esarhaddon V riorganizza le aree conquistate e avendo sconfitto due dei regni sorti dalla venuta dei Macedoni dichiara di essere il possessore del mandato celeste.
Mentre prepara una campagna di conquista dell'Impero Efestionide, i Parti migrano verso l'Est dell'impero e attaccano le province nord-orientali dell'impero.
Esarhaddon è costretto a rimandare.
256 a.C.
L'Impero Efestionide fa conquiste a nord del Caucaso.
La Macedonia si espande a nord del Danubio.
In Cina comincia il Periodo degli Stati Combattenti: il paese si divide in tanti principati feudali in lotta costante fra loro.
Esarhaddon V continua a combattere con fatica i Parti, alla fine decide di insediarli in una frontiera difficile dove difenderanno i possedimenti assiri in cambio di terre su cui stabilirsi e un compenso.
Esarhaddon li insedia in India occidentale, la conquista assira più remota.
231 a.C.
Salgono al potere due imperatori che condividono il potere, i fratelli Assurbanipal IV ed Tiglatpileser VIII. È il primo è più fulgido esempio di come due imperatori possano condividere il potere con pace ed armonia.
I due fratelli hanno un'intesa e affetto reciproco notevole, non hanno il carattere aggressivo tipico di molti sovrani assiri. Amano la cultura e viaggiare, purtroppo la loro condizione di potere ostacola questo loro desiderio, quindi spesso si alternano nel potere, mentre uno governa l'altro viaggia come un comunissimo mercante.
221 a.C.
Assurbanipal IV intraprende un viaggio ad est verso un paese lontanissimo di cui gli ha parlato un misterioso mercante: la Cina, gli viene detto che è un paese glorioso ma da secoli diviso.
220 a.C.
Finisce in Cina il Periodo degli Stati Combattenti.
Il re dello Stato Qin unifica la Cina, e lo fa in maniera violenta con tanto di distruzioni e massacri pur di cancellare il passato di divisioni.
Qin Shihuangdi, il primo Imperatore della Cina proclama il suo diritto di dominare la Cina e il mondo intero in base al possesso del mandato celeste della Terra consegnatogli dal Cielo, riesumando la vecchia concezione del potere della dinastia Zhou, per questo si proclama Figlio del Cielo e sovrano dell'Impero Celeste.
Coincidenza straordinaria quanto fossero simili le concezioni assire e cinesi rispetto al diritto che esercitato dal principe. Nel caso dei Cinesi era molto più laico e simbolico poiché ci si riferiva al Cielo, per gli Assiri aveva una componente religiosa che però finiva per essere laica perché diventava un'ideologia di stato, e non portava a una teocrazia con una scomoda e potente classe sacerdotale come accadeva nelle altre civiltà mesopotamiche.
219 a.C.
Scoppia la seconda guerra punica.
Assurbanipal IV si presenta alla corte del Figlio del Cielo come un ambasciatore del lontano Ovest.
L'Imperatore lo accoglie con tutti gli onori.
Per diversi mesi Assurbanipal verrà ospitato nella reggia di Qin Shihuangdi, stringerà un rapporto di amicizia con l'imperatore e si scambieranno racconti dei rispettivi paesi.
Ma al Figlio del Cielo non basta, egli ha paura di questo grande impero dell'Ovest, teme che sia più forte del suo che possa perdere il trono da un momento all'altro, così comincia a tempestare di domande approfondite il suo ospite, chiedendogli in particolare i segreti amministrativi e militari dell'impero.
Assurbanipal tergiverserà, rendendosi conto di essere finito tra le fauci del drago, e quando proverà a fuggire dalla reggia imperiale il Figlio del Cielo lo farà sbattere in prigione e torturare fino a quando non rivela tutti i suoi segreti, compreso di essere l'Imperatore d'Assiria in viaggio in incognito.
Dopo ciò l'imperatore lo farà ucciderà e imporrà alla sua corte di non nominare mai più lo strano ospite.
215 a.C.
Il re macedone Clito I completa l'annessione della Dacia.
Tiglatpileser VIII è sempre più in ansia per il fatto che suo fratello non sia tornato, e non sa dove si sia diretto.
Metterà una quantità smisurata di agenti segreti e uomini di fiducia in cerca del fratello.
Nel frattempo prende in moglie una principessa dell'Impero Efestionide.
208 a.C.
Tiglatpileser VIII scopre che suo fratello si era diretto in Cina, quindi manda un'ambasciata a Qin Shihuangdi per scoprire che fine ha fatto Assurbanipal.
207 a.C
A causa della violenza e della brutalità di Qin Shihuangdi, il Figlio del Cielo perde agli occhi di tutti il mandato celeste, quindi viene rovesciato dalle ribellioni interne.
La Cina diventa preda degli ambiziosi che si dovranno disputare il diritto sul mandato celeste.
L'ambasciata di Tiglatpileser VIII trova un paese sconvolto e non avendo nessun autorità a cui rivolgersi torna in Assiria.
Tiglatpileser VIII si convince che il fratello sia morto e soffrirà enormemente per ciò.
203 a.C.
Tiglatpileser VIII muore, sale al potere il figlio Tiglatpileser IX.
Il nuovo Sovrano di Tutte le Cose vorrà nuovamente indagare sulla sorte dello zio, così manderà una nuova ambasciata.
202 a.C.
Finisce la seconda guerra punica.
In Cina il generale Liu Bang sbaraglia gli avversari e diventa il nuovo Figlio del Cielo, e fonderà la dinastia imperiale Han portando il nome di Han Gao Zu.
Questi riceve la delegazione assira e li informa della sorte di Assurbanipal e rimanda i suoi effetti personali ritrovati dopo la caduta dei Qin.
Questa diventa un'occasione di incontro fra la civiltà cinese ed assira.
Tiglatpileser e Gao Zu avviano una forte ed amichevole corrispondenza diplomatica che sboccia in un accordo commerciale e alleanza.
Gao Zu informa Tiglatpileser che ha intenzione di preparare una spedizione militare a nord dell'Impero Celeste, contro le aggressive tribù nomadi Xiongnu che stanno premendo contro i confini, e lo invita a prenderne parte, ben conscio del militarismo assiro.
Tiglatpileser ovviamente accetta.
200 a.C.
Battaglia di Baideng: nonstante i nomadi hanno preparato una grande armata le forze sino-assire riescono a vincere, l'aiuto degli Assiri si rivela determinante e senza quello Gao Zu non avrebbe potuto vincere.
Gao Zu ottiene enormi territori: tutto il sud delle terre Xiongnu, che gli permette di arrivare a condividere le frontiere con l'Impero Assiro.
Gao Zu si rende conto che da solo difficilmente potrebbe batterli di nuovo, così subito comincia a stringere una rete di alleanze matrimoniali con i capitribù degli Xiongnu, concordando che le donne Han sposino gli stessi capitribù e che i figli vengano educati alla corte Han come ostaggi politici.
Stabilisce che queste unioni siano perenni, che per ogni capotribù Xiongnu sia assegnata una moglie Han con il figlio erede cresciuto a corte.
Inoltre per controllare meglio le tribù darà il via a un vastissimo progetto di urbanizzazione, soprattutto costruzione di strade per aver un controllo capillare delle nuove terre, le tribù vassalle e del resto della Cina. Nasce così la Via della Seta, che arricchirà e rafforzerà moltissimo la dinastia Han
Tuttavia Tiglatpileser non accetta un accordo e cerca di convincere Gao Zu a continuare le campagne contro gli Xiongnu.
Gao Zu gli si oppone anche perché vuole compiere altre campagne di consolidamento in territori più vicini all'Impero Celeste, così Tiglatpileser prova a continuare la campagna da solo.
Per non far saltare l'accordo con gli Xiongnu, Gao Zu dovrà prendere le distanze da Tiglatpileser.
Quando Tiglatpileser IX sarà costretto a tornare in patria l'intesa tra Impero Assiro e Impero Celeste verrà rotta definitivamente.
La Cina tornerà a chiudersi nel suo isolamento e affiderà l'area di confine con l'Assiria a una tribù Xiongnu.
Tuttavia rimarrà un certo contatto tra Cina e l'Assiria grazie alla Via della Seta inizia un timido scambio commerciale e culturale tra le due civiltà, dove la parte assira guarderà alla controparte cinese con deferenza, visto che in patria si crede Tiglatpileser sia stato sconfitto da Gao Zu.
Nella mappa è segnato in rosso l'Impero Assiro, in blu l'Impero Celeste, in nero l'area di confine affidata alla tribù Xoungnu dopo gli eventi di Baideng.
195 a.C.
Annibale fugge da Cartagine e trova asilo presso la corte del re macedone Clito V.
Questi non aveva potuto portargli aiuto durante la campagna in Italia contro Roma perché impegnato a soffocare un'insurrezione fomentata dal Senato.
Roma dichiarerà guerra al grande regno macedone pur di farsi consegnare Annibale, attaccando via terra e via mare.
Nella guerra che ne seguirà Roma non riuscirà a sconfiggere la Macedonia poiché essa è un regno potente né riuscirà a ottenere l'egemonia nel Mediterraneo orientale per la forte presenza di Cipro e Creta alleate di Clito V.
Diverse sconfitte terrestri romane saranno inflitte dallo stesso Annibale.
Ne consegue che Roma non si avvierà verso innumerevoli campagne per conquiste nel bacino est del Mediterraneo, né porterà avanti tutte quelle guerre che sfibreranno il suo sistema sociale, i ceti alti non si corromperanno e il mos maiorum resterà intatto perchè non ci sarà una conquista della Grecia né una cultura greca abbastanza solida da contaminare quella latina.
Roma comincia a espandersi lentamente verso l'Europa occidentale, mentre la Macedonia quella orientale, con un accordo si divideranno le aree di influenza.
Roma resterà una repubblica e Annibale resterà ospite di Clito V, comunque Roma strappa alla Macedonia la Dalmazia.
190 a.C.
Tiglatpileser IX è costretto a far fronte a un assalto dell'Impero Efestionide, aiutato della Macedonia, e alla rivolta dell'Egitto.
La guerra è lunga e difficile, costa parecchio all'Impero Assiro che ha già perso notevoli risorse contro gli Xiongnu.
182 a.C.
Tiglatpileser ha sconfitto Pausania II, imperatore efestionide: lo obbliga a troncare le relazioni con la Macedonia, si riappropria dell'Assiria ircanica e di quella sargatica, infine gli fa dichiarare ufficialmente di non essere il possessore del mandato celeste di Ashur, di non averne diritto e di essere vassallo dell'imperatore assiro.
Infine Tiglatpileser si riversa come un tornado sull'Egitto.
Pensando che non sia assimilabile decide semplicemente di mandarlo in malora per l'eternità, ritenendolo la maledizione dell'Assiria, responsabile di innumerevoli momenti di crisi assire.
Non si limita a massacrare gli eserciti ma distrugge ogni segno tangibile dell'esistenza della civiltà egizia: metterà a ferro e fuoco città, templi e monumenti, persino le Piramidi, facendo di tutto l'Egitto un desolato deserto.
Inoltre uccide tutti gli abitanti che trova, per sterminare la popolazione locale.
Così l'Assiria compirà il primo grande genocidio della storia.
155 a.C.
Gli Yuezhi, nomadi vicini degli Xiongnu vengono cacciati da questi ed emigrano in massa nell'Impero Assiro.
Il vecchio Tiglatpileser IX dovrà iniziare una nuova, massacrante campagna militare per fermare i nomadi, che danneggeranno gravemente le province orientali, mettendo l'impero in difficoltà.
Nonostante le diverse vittorie assire, Tiglatpileser dovrà scendere a patti coi nemici e offrirgli terre e la difesa del confine dell'Assiria chorasmica in cambio di un pagamento.
Questo agli occhi di tutta la realtà culturale assira appare come il fallimento finale della dinastia imperiale insediata sul trono dal Sukkallu poi Imperatore Esarhaddon V.
Si ritiene che Ashur le abbia ritirato il mandato celeste e che presto manderà un nuovo Imperatore.
146 a.C.
Nonostante gli aiuti ricevuti dalla Macedonia, Cartagine cade.
Roma non ha più rivali nel Mediterraneo occidentale, soprattutto dopo la conquista dell'Illiria.
141 a.C.
In Cina sale al potere il Figlio del Cielo Han Wu Di.
Sovrano illuminatissimo, porterà grande civilizzazione nel suo paese, favorisce una grande centralizzazione dello stato e riorganizza l'amministrazione grazie al confucianesimo.
Egli aspira a diventare un conquistatore, anche perchè deve tenere occupata l'ambiziosa nobiltà.
L'Impero Assiro diventa l'obiettivo naturale dei suoi propositi, in quanto è ritenuto l'unica entità politica al mondo all'altezza dell'Impero Celeste.
Wu Di manda innumerevoli spie in tutto l'Impero Assiro, per trovare alleati interni ed esterni per una futura guerra, i suoi agenti sono molto facilitati dal fatto che gli imperi siano praticamente confinanti. Nel frattempo inizia a compiere altre campagne di consolidamento in territori più vicini all'Impero che conclude brevemente, grazie alle risorse militari cinesi conseguenti alla vittoria di Baideng
138 a.C.
Wu Di ha stretto una serie di alleanze segrete con i nemici dell'Impero Assiro.
Viene formata una coalizione segreta che comprende la Cina, l'Impero Efestionide, i Parti insediati sulla frontiera indiana e gli Yuezhi sulla frontiera
chorasmica.
137 a.C.
Wu Di attraversa la frontiera con un grande esercito provvisto di ausiliari Xiongnu e attacca la Sogdiana. L'esercito cinese può contare su un'arma con cui gli Assiri non possono competere: la balestra. Ciò causerà molte sconfitte agli Assiri
Scatta la trappola: l'Impero Efestionide attacca il nucleo d'Assiria, gli Yuezhi si ribellano e assaltano la Chorasmia, i Parti assaltano la Sattagudia a tradimento.
136 a.C.
L'Impero Assiro trema dal terrore, mentre l'Imperatore Sennacherib III cerca di ristabilire la situazione e di coordinare le forze.
Gli Efestionidi vengono duramente sconfitti nella battaglia del lago Van, e finiscono invasi a loro volta.
Gli Yuezhi penetrano in Margiana mentre i Parti faticano nella conquista dell'Aracosia.
Il Figlio del Cielo espugna Ashur-Samarcanda.
135 a.C.
I Parti vengono massacrati durante l'assedio di Ecbatana.
Gli Efestionidi riescono a respingere gli Assiri dalla Colchide grazie all'aiuto dei Macedoni.
Gli Yuezhi, dopo aver conquistato Ashur-Nisa sono costretti a rintanarvisi per difendersi dall'imponente esercito assiro in arrivo.
I Cinesi conquistano la Sacia.
Ovunque il Wu Di fa annunciare il suo arrivo, come fosse un re in visita nei suoi possedimenti, e si presenta come Figlio del Cielo, Imperatore di Cina e Assiria, unico vero possessore del mandato celeste della Terra.
Gli Assiri, che percepiscono il proprio degrado come nazione, cominciano a guardare con speranza Wu Di, pensando che lui possa riportare l'Impero agli antichi splendori.
La Batrianna sarà l'ultima provincia assira che dovrà conquistare con la violenza, nelle altre verrà accolto come un sovrano locale.
132 a.C.
Dopo aver sconfitto i Parti, che erano passati dalla parte di Sennacherib III, Wu Di si è riunito con gli Yuezhi e ha completato la conquista dell'Est assiro.
Sennacherib III e Wu Di combattono lo scontro finale nella battaglia del fiume Farah, in Drangiana.
Sennacherib III cade insieme al suo esercito.
130 a.C.
Efestionidi, Yuezhi e Cinesi assediano la capitale Ashur e la radono al suolo.
È la fine dell'Impero Assiro.
L'Impero Celeste ottiene tutto il vecchio Est assiro.
Gli Yuezhi ricevono tutto il vecchio nucleo assiro, Mesopotamia allargata, più l'Ircania, la Sagartia e la Persia, pressappoco odierne Iraq ed Iran
L'Impero Efestionide tutto il resto, ma dovrà riconoscersi vassallo dell'Impero Celeste e dichiare la dinastia Han come unica vera posseditrice del mandato celeste.
Quando verso il 120 a.C. ci sarà la migrazione degli Sciti, questi scalzeranno gli Yuezhi e prenderanno tutto il loro territorio, diventando anch'essi fedeli al Figlio del Cielo e stato cuscinetto tra Impero Celeste ed Impero Efestionide.
Gli Yuezhi si stanzieranno in Egitto, che riprende a splendere nonostante lo sterminio assiro, e li daranno vità a una nuova ed estremamente originale civiltà che risente delle origini nomadi e delle vecchie gesta egizie di cui tutto il Mediterraneo riecheggia.
L'Impero Efestionide raccoglierà buona parte dell'eredità culturale assira, che mescolerà con la cultura classico-cretese che ancora adesso sta vivendo il suo apice.
Il vecchio Est assiro verrà assimilato nella cultura e realtà cinese, che tuttavia beneficerà del suo spiritualismo di origine indo-persiana, poiché i centri maggiori della cultura assira erano stati devastati durante le prime fasi della guerra, e alla fine il cardine della cultura assira era proprio il sovrano. Wu Di dopo la guerra smetterà di usare il titolo di Imperatore d'Assiria, usato a scopo propagandistico, e promulgherà un Atto d'Unione nel quale dichiara che le conquiste da lui fatte sono l'Ovest dell'Impero Celeste.
Credo che la civiltà assira fosse l'impero con meno possibilità di conquistare il mondo o cose simili ma essa rappresentava una realtà estremamente ricca e complessa, e credo che avrebbe potuto arrivare a conquistarsi un posto d'onore tra gli imperi più importanti della storia con un pizzico di fortuna in più. E alla fine, persino con la sua sua morte, riesce a compiere qualcosa di veramente epico: mettere in contatto l'Occidente(ovvero Impero Efestionide alleato della Macedonia) con l'Estremo Oriente.
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Se volete farmi sapere che ne pensate, scrivetemi a questo indirizzo.