Tutto comincia con questo intervento dell'amico Filobeche:
Il famoso ius primae noctis non é mai stato né diffuso né istituzionalizzato. Anzi, era considerato una palese violazione delle leggi feudali e del buon dovere di ogni signore. Questa, come tante altre idee distorte, ci sono state infilate a forza nella testa e dall'Illuminismo e dal rinascimento che volevano a tutti i costi far sembrare il medioevo come un età primitiva dalla quale si era usciti con immensa gloria...
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Al che un altro di noi replica, inserendosi nella discussione:
Il Medioevo non esiste; ma se proprio devo definirlo, comincia nel 395 con la divisione dell'Impero o nel 526 con la morte di teodorico; finisce o nel 1453 con Costantinopoli o nel 1521 con la dieta di Worms e la conquista del Messico; il 1492 va comunque bene.
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Filobeche risponde subito:
Come medievalista non sono assolutamente concorde sul fatto che il Medioveo non esista. Esiste eccome!! E stanno a dimostracelo le cattedrali e le opere degli scrittori che sono venuti prima di noi.
Il medioevo non è assolutamente fittizio, ha caratteri tutti suoi particolari che non possono essere assolutamente confusi né con quanto è venuto prima (e di cui rappresenta un' evoluzione), né con quanto venuto dopo (di cui è l'antenato). Semmai il problema è porre i paletti a questa età storica (il che non è facile come mai quando si devono mettere i paletti alle epoche storiche per facilitarne lo studio), tuttavia un Lorenzo il magnifico catapultato nella Firenze di Dante avrebbe dei seri problemi ad adattarsi alla vita del tempo, e dicasi lo stesso per uno di noi che si ritrovi, che so, alla corte di Federico Barbarossa, per noi sarebbe più semplice da comprendere la società romana che non quella Medievale. Il Medioevo non è un'invenzione degli storici ma l'età dell'infanzia del nostro continente. Sul fatto che il medioevo sia strettamente europeo mi trovate assolutamente d'accordo, ed è stato il medioevo a darci quella carica che ci ha permesso di diventare il continente leader del mondo.
I paletti classici della
delimitazione di Medioevo sono 476-1492 e, se sulla data d'inizio generalmente
c'è accordo, si discute di più di quella finale, difatti ci sono diverse
possibilità (1453, 1492, la data dell'abdicazione di Carlo V e via dicendo).
Ogni medievalista vi può dire che il medioevo ha caratteri suoi particolari e
che non è un "Antitesi" né di antichità né di modernità. S'è
tentato di cambiare nome al periodo ma siccome alla fine il
medioevo è un età di transizione il nome gli sta bene.
Comunque, anche se non globalizzato come oggi né culturalmente univoco come la
romanità o la civiltà ellenica, il medioevo fu un periodo con caratteri tutti
suoi che culminarono poi nel "Vero" (attenzione alla parola) Medioevo
che fu il XIV secolo e che è rimasto più impresso nella mente di tutti. Per la
questione medioevale consiglio di leggete "Il medioevo: caratteristiche di
un'età di transizione" di Vitolo ed il primo capitolo del manuale del
Donzelli.
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Anche William Riker ha voluto dire la sua:
Secondo me il Medioevo comincia con il 553, la guerra Greco-Gotica che squassa l'Italia e trasforma la romanità nel manzoniano "volgo disperso che nome non ha", e finisce nel 1402, con la prima cattedra di greco istituita in occidente a Firenze dall'umanista Coluccio Salutati, occupata dall'erudito bizantino Manuele Crisolora, fuggito da Costantinopoli minacciata dai Turchi, che aveva trovato casa e moglie in Toscana. L'Umanesimo per me è già età moderna.
L'Arazzo di Bayeux... animato!
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A questo punto, il medievalista Filobeche ha voluto mettere i puntini sulle i e ci ha inviato questo scritto, che noi pubblichiamo volentieri.
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1) che cos'è il medioevo?
Si chiama Medioevo quel periodo di tempo, o età storica, che va, più o meno (ma anche su questo avremo da discutere) dalla caduta dell'impero romano d'occidente alla scoperta della Americhe.
I primi ad usare Medioevo furono gli umanisti del XV secolo che videro nella loro età un ritorno alle glorie dell'antichità, specie in Italia e definirono tutto quello che era venuto prima di loro con l'espressione latina "Media Aetas" o età di mezzo, intendendo che quei mille anni (più o meno) che erano passati dalla fine di roma erano stati un intervallo tra la fine dell'antichità e la nuova età dell'oro che stavano preparando.
Sebbene già qualcuno fosse pessimista nei confronti di questo periodo, fu solo con l'Illuminismo che la "media Aetas" divenne nota con il termine "Secoli bui" con la quale i Filosofi illuministi volevano dare un giudizio negativo a quella che credevano un età tetra dominata dalla superstizione, dalle guerre e dalla fame.
Il romanticismo invece fu di tutt'altro avviso, nascevano allora le prime idee nazionalistiche ed ognuno andò a pescare nel passato del proprio paese eroi e storie edificanti con le quali costruire un passato ad hoc.
Cosi Manzoni per raccontare dell'occupazione Austriaca dell'Italia si rifece al periodo Longobardo e nell'Adelchi sebbene non lo dica esplicitamente egli paragona i Longobardi agli Austriaci Sir Walter Scott riprende il medioevo cavalleresco per raccontare la storia della sua inghilterra che egli considerava la più cavalleresca e civile delle nazioni e cosi via per ogni nazione e popolo c'è un eroe da santificare ed a cui attribuire eccelsi onori.
Tuttavia la visione romantica del medioevo, se possibile, fece ancora più danni di quella illuminista perchè, la seconda era correttibile con la ricerca, la prima aveva il difetto di erigere muri di affetto su determinati personaggi snaturandone del tutto il carattere reale: cito ancora il caso di Berengario re d'Italia che aveva sfidato Ottone I per la corona d'imperatore, ecco egli venne idolatrato dagli Italiani come "il primo re nazionale" ma in realtà non era più italiano di Liutprando da Cremona o di Adelchi essendo, come loro di stirpe Germanica.
Oggi finalmente il medioevo ha ritrovato una sua dignità storica, almeno in parte ripulita e dalla critica settecentesca e dalla melassa ottocentesca.
Il medioevo è, per gli studiosi moderni, un età di transito (ecco perchè il nome di "Media Aetas" gli è rimasto), tra due periodi storici che nei suoi mille anni sviluppa una cultura sua propria: come Roma sviluppo rispetto alla Grecia a cui tanto doveva, cosi il medioevo sviluppo a partire da basi romane una sua civiltà, più o meno condivisa da tutti i popoli e nazioni che occuparono il continente.
Per poter continuare a parlare di medioevo doobbiamo però domandarci quali furono questi tratti e quando si ritrovò ad avergli.
I caratteri fondamentali del medioevo sono sostanzialmente due o tre.
a) la feudalizzazione, lungi dall'essere tipica del medioevo e dell'europa, solo in Europa e nel medioevo fu caratterizzata dal carattere di essere strumento di governo anzichè di disgregazione sociale Su questo punto infatti, colpiti dalle esperienze negative del XV e XVI e XVII secolo, i Filosofi illuministi fecero del feudalesimo uno strumento inadeguato a controllare lo stato ma questo è vero solo in parte e solo in determinati periodi e nazioni.
Difatti l'Inghilterra pur lenta a carburare il feudalesimo ne fece lo strumento su cui si resse per secoli uno degli stati più potenti e "Moderni" dell'Europa Per contro la Germania partita in accelerazione non fu in grado di gestire la costante frammentazione perchè mancò ai tedeschi l'idea di popolo e nazione che invece fu tipica degli Inglesi e dei Francesi (non mi addentro oltre altrimenti non si sorte più, vi basti questo)
b) La "Res Pubblica Christiana" il medioevo fu caratterizzato anche dalla religione, non intesa come potere temporale dei Papi (benché taluni credessero che una res pubblica senza un capo assoluto non potesse funzionare) ma come appartenente a quella comunità (la chiesa) che aveva preso, agli occhi di chi viveva in quei secoli, il posto dell'antica Ekumenè di greca memoria e che racchiudeva in se l'ideale stesso di Europa.
Lungi dal giustificare l'inquisizione, essa nacque, non come nel '600 come mezzo di repressione, ma come mezzo per rendere omogenea questa Res Publica di cui si percepiva l'ameno ideale unità.
da questo nacquero i movimenti pacifisti come le tregue di Dio ed in ultimo l'idea stessa di Crociata: anziché combattersi tra Cristiani indirizzare le forze della stessa verso il mondo esterno, verso il diverso: Mussulmani, Ebrei Eretici, che minacciavano questa unità ideale.
c) Un mondo più vuoto: a differenza dell'antichità con le sue popolose città (Roma aveva 1milione di abitanti, Alessandria poco meno, Atene decine di migliaia e cosi via) il medioevo è il periodo della lotta tra l'uomo e la natura che lo circonda, la lotta tra l'uomo è l'ambiente esterno che è ostile; non c'è da meravigliarsi che la schiavitù si estinse e le guerre diventarono meno sanguinose: l'uomo era diventato una merce preziosa e nemmeno c'è da meravigliarsi che solo il medioevo fu cosi fecondo di leggende quanto l'età del Bronzo, infatti gli spazi erano diventati immensi e i mostri come lupi mannari, vampiri e Draghi la manifestazione "Fisica" della paura del vuoto.
nemmeno quando il medioevo fu più popoloso che mai (verso la metà del 1200) riuscì a recuperare per intero la popolazione dell'impero romano e si dovette aspettare i secoli successivi perchè talune regioni tornassero popolose che erano state in età imperiale.
d) Nasce l'industria: mentre
in età romana la società era paralizzata nella forma di un super contado
organizzato schiavisticamente, invece il medioevo si caratterizza per uno
sviluppo economico ben diverso abbandonata la schiavitù per la cronica mancanza
di esseri umani, esso si concentrò sulla produzione e se nei primi secoli essa
fu artigianale e ben lontana da quella romana, nei secoli dopo il mille, quando
il medioevo è in pieno sviluppo, divenne fervente e nacquero le prime vere
industrie con mulini ad acqua e gualchiere che follavano i panni e producevano
l'energia per un'espansione economica prima d'ora nemmeno immaginata Fu, il
medioevo, anche l'età che portò alla nascita del denaro come lo intendiamo noi
moderni e delle banche del grande commercio volto al solo scopo di fare profitto
che non esistevano nell'antichità
Il commercio permise l'afflusso di ricchezze che prima di allora erano rimaste inattivate ed il circolare del denaro permise la nascita di un ceto medio che non era mai esistito, se non in maniera marginale alla fine dell'età repubblicana.
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2) Quando inizia?
Innanzi tutto dire che un periodo storico inizia o finisce rasenta l'assurdo, perchè non è che le persone cambiano mentalità da un giorno all'altro o sviluppano filosofie e concetti nel giro di ore.
La divina commedia, massima summa del medioevo e testimonianza scritta di quella cultura, superiore ad ogni altra, benché parto del genio di Dante, non nasce nel giro di una notte ma è il risultato di secoli di lenta riflessione e politica e filosofica di un intera età.
Per cui porre un inizio al medioevo è estremamente problematico ed ha valore puramente da un punto di vista didattico.
le date più gettonate sono sostanzialmente quattro:
- 378 d.C. con la sconfitta di Adrianopoli e la fine dell'invincibilità romana e la prima vittoria del barbari in territorio romano
- 476 d.C. con la deposizione di Romolo Ausgustolo da parte del capo Sciro Odoacre e l'inviò dell'insegne a Costantinopoli
- 621 d.C. con l'invasione Araba e la fine dell'Unità culturale politica del mediterraneo
-800 d.C. incoronazione di Carlo magno e la nascita di un impero Germanico in luogo di uno romano
Nessuna di queste tre, o delle varie altre che nel corso del tempo sono state proposte, ha in realtà valore assoluto perchè nessuno di questi eventi fu veramente importante per tutto il mondo o ebbe quel carattere distintivo che si è soliti dargli noi moderni.
Rimane il fatto che almeno a partire dalla metà del IV secolo D.C. l'Europa e l'impero romano stanno vivendo una profonda crisi ed una trasformazione, l'organismo romano che era rimasto saldo per secoli adesso stava andando incontro alla morte e i barbari furono solo il colpo finale alla traballante struttura romana che si reggeva solo per mancanza traumi esterni.
I barbari furono al tempo stesso trauma e cura per l'impero malato.
Il trauma fu veramente pesante e mise veramente a rischio il continente ma la cura ebbe effetto ed il medioevo nel IX° secolo sbocciò, forse prematuramente, ma sulle rovine di una cultura millenaria, quella greco romana si ergeva ora una nuova cultura, forse più barbarica ma non meno potente ed affascinante.
Dunque il trapasso tra antichità e medioevo deve porsi, senza particolare date (almeno per i medievalisti) a metà tra il IV ed il V secolo dopo cristo, tra la fine dell'impero antico e la nascita dell'impero greco medievale e quello Franco-Romano
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3) La fine
Tutto ha fine ed anche il medioevo, dopo il suo splendido apice del XIV secolo con il Gotico, che poi è il medioevo fatto pietra, di cui fu supremo monumento la chiesa di Chartres esso entrò in una spirale di decadenza.
Tra Francia e Inghilterra si combatteva la spietata guerra dei 100 anni un conflitto che cambiò per sempre le regole della guerra mentre in Europa infuriava la morte nera che dimezzò, ma in lacuni casi fu anche più terribile, la popolazione europea e ricacciò il continente in una situazione simile a quella del VI secolo con le campagne spopolate e la paura del vuoto.
Va collocata qua la fine del medioevo? oppure come dicono altri quando cadde Costantinopoli nel 1453? o quando Colombo "scoprì" le americhe?
In realtà come accaduto per l'inizio non è possibile parlare di una fine reale per il medioevo ma piuttosto di un trapasso tra l'età di mezzo ed una nuova e che tanto dovette allo sviluppo del millennio precedente, essa va collocata più o meno tra XIV e XVI secolo quando l'Europa viene completata (almeno quella che le nazioni della Res Publica Christiana consideravano tale) e l'orizzonte si allarga ad ovest come ad est, si hanno rotte certe per l'occidente e la via della seta non è più un mistero.
Quando l'Europa diventa il mondo possiamo dire che il medioevo è finito.
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4) Cosa si è detto di lui:
Il medioevo è stato chiamato età oscura, età barbarica ed in genere disprezzato per secoli.
Eppure in mille anni l'umanità (o almeno la sua parte europea) fece più conquiste culturali e scientifiche di quante ne fecero gli antichi in 4000 anni.
Mulini a vento ed ad acqua, soluzioni edilizie che ribaltavano quelle andate perdute nei secoli precedenti (ponti a schiena d'Asino ed archi ad Ogiva, volte a crociara etc..etc..) la nascita di un vero concetto di uomo e cosi via.
Il termine secoli bui, se veramente si può usare, vale solo per i primi quattro secoli del medioevo ma che male si adatta alla parte successiva
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Diamo ora la parola a Iacopo:
Lo sciopero dei ricercatori universitari di inizio ottobre 2010 ha raccolto tutta la mia simpatia, ma mi ha lasciato anche una settimana libera, in pratica, da impegni. Così mi ritrovo steso sul letto a fissare il planisfero (credo ci sia un planisfero nella stanza di ogni ucronista) e a riflettere su chi possa essere considerato legittimo erede dell'Impero Romano.
Inizio scomponendo il titolo di Imperatore Romano.
L'Imperatore era naturalmente Egemone d'Europa (a partire da Cesare), ma anche Autocrate Ellenistico (a partire da Ottaviano) incaricato della missione di conquista dell'Oriente. Era Signore della Città (idealmente, attraverso Enea) e Augusto (dal momento in cui Ottaviano divenne Pontefice Massimo).
Da Costantino in poi la Città di cui si parla non è più Roma ma Nuova Roma o Costantinopoli.
Quindi, ad oggi avremmo questa successione:
Egemone d'Europa: Impero Romano d'Occidente à Regno dei Franchi à Austria, Francia e Spagna degli Asburgo e dei Borbone à Gran Bretagna à Stati Uniti
Autocrate Ellenistico: Impero romano d'Oriente à Impero Bizantino à Principato di Moscovia à Zarato Russo à Impero Russo à Unione Sovietica à Federazione Russa
Signore della Città: Impero Romano d'Oriente à Impero Bizantino à Impero Ottomano à Repubblica Turca
Augusto: Impero Romano d'Oriente // Papato
Salta subito agli occhi come le due missioni storiche di Signore della città e Autocrate Ellenistico siano state perfettamente fuse fino alla conquista turca di Costantinopoli. Se da una parte è innegabile che l'Impero Ottomano abbia ricoperto l'identico ruolo geostrategico dell'Impero Romano d'Oriente (islamizzato), dall'altra è anche innegabile che la missione imperiale prevedeva l'imposizione dell'Impero, anche in forma religiosa (cristiana). Quindi, anche se Mehmet II proseguiva in ogni altro aspetto la politica imperiale romana, ne restava tuttavia escluso per motivi di continuità religiosa. Bisogna anche notare come la Russia sia in qualche modo riuscita a compiere la missione imperiale di domino sull'Asia fra il 1921 (data di fondazione del Partito Comunista Cinese) e il 1966 (Rivoluzione Culturale) - solo, seguendo la via settentrionale. Dal canto suo la Turchia attuale, avendo mantenuto il possesso di Istanbul nei suo anni più bui, prosegue la politica di espansione verso oriente. I recentissimo legami instaurati fra Turchia, Uzbekistan, Turkmenistan e Azerbaijan, nonché la crescente influenza turca nel vecchio Bilat al Sham (il Levante), rispondono ad evidentemente ad una geostrategia analoga a quella bizantina.
Dunque Russia e Turchia sono entrambe legittime eredi del sogno imperiale... ma come evitare che queste due realtà si scindano? È evidente che si possono prendere due strade:
1) Turchizzazione permanente del bassopiano sarmatico, senza nessun tipo
di riconquista ortodossa
o
2) Costantinopoli Slava.
Nel caso 1) possiamo trovare un POD antico o uno più recente.
Il più antico (utile) che mi viene in mente è la mancata fondazione del Rus di Kiev (1.a), o la sua mancata conversione al cristianesimo ortodosso. In questo caso le popolazione slave sarebbero probabilmente sommerse dai turchi Kipchak che dominerebbero l'area fino alla loro annessione nell'Impero Ottomano (con la parentesi mongola, ovviamente).
Se scegliessimo un POD più recente, credo che quello migliore sarebbe proprio l'invasione mongola. L'Orda d'Oro riesce a supportare efficacemente il Granducato di Lituania (1.b), che si estende fino a Mosca, bloccando ogni iniziativa di riunificazione. Gli Ottomani potrebbero così fare dei Lituani ciò che hanno fatto dei Serbi (kebab). Novgorod, Pskov e le altre città-stato del Nord cadrebebro così sotto l'influenza dell'Hansa, dell'Ordine Teutonico o dell'Unione di Kalmar.
In ciascuno dei due casi avremmo così una Turchia estesa a tutto il bassopiano sarmatico (nel secondo caso comunque popolata da russi, forse anche ortodossi), in cui l'elemento cosacco è rimasto mussulmano.
Anche nel caso 2) immagino due POD.
Uno è la prosecuzione dell'Impero Serbo di Stefano Dusan (2.a). I Serbi sconfiggono gli Ottomani almeno a Kosovo Polje (se non prima), che riducono fortemente la presenza turca in occidente. All'arrivo di Tamerlano, i Turchi non hanno una base europea nella quale arroccarsi, e l'Interregno Ottomano diviene la fine dell'Impero. Nel 1453 i serbi intervengono in una disputa dinastica fra Paleologi ed occupano manu militare Costantinopoli, ponendo fine all'Impero Bizantino. L'Impero Serbo dal canto suo non avrebbe vita facile: potrebbe essere schiacciato fra Ungheresi e Latini, o finire in unione personale con l'Austria, o ancor meglio con la Russia. L'Anatolia si frammenterebbe in molti staterelli, per poi essere unificata, con ogni probabilità, dai Safavidi. Le città rivierasche come Smirne o Antalya sarebbero nel frattempo divenute colonie europee (spagnole e italiane prima, poi francesi e inglesi), teste di ponte per conquiste e commerci.
Altra possibilità è che la riconquista russa parta da meridione, magari non da Kyev, ma da Cernigov, Halyn o simili (2.b). Così avremmo un impero Russo molto più interessato al Mar Nero che al Baltico, che rimarrebbe danese, svedese o al limite di Novgorod fino a Settecento inoltrato. Viceversa paesi come la Moldavia e l'Ucraina rientrerebbero fin dal '500 nella nazione Russa (anzi, Rutena), e la riconquista di Costantinopoli sarebbe una missione perfettamente alla portata degli Zar. Pietro il Grande sposterebbe la capitale forse a Sebastopoli, o a Rostov, e forse passerebbe alla storia come il riconquistatore di Costantinopoli. La Siberia sarebbe così solo marginalmente russa, mentre l'Anatolia subirebbe un possente processo di riconquista e conversione (come la riva nord del Mar Nero nella nostra Timeline). Nell'Ottocento la Russia preferirebbe tentare il Grande Gioco attraverso la Persia che attraverso l'Asia Centrale.
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