di MAS
Ecco la proposta di Generalissimus che ha tradotto per noi nuove ucronie per il nostro gioco ucronico consistente nello scrivere tutti un'ucronia che preveda una Prima o una Seconda Guerra Mondiale "alternativa". Chi vuole commentare o partecipare,scriva al Webmaster a quest'indirizzo. Queste
.
La Prima Guerra
Mondiale venne soprannominata la guerra che avrebbe messo fine a tutte le
guerre.
L'Europa all'epoca era in una nuova era, un'era di crisi dove le tradizioni e la
modernità erano sempre più ai ferri corti, l'industrializzazione progrediva più
velocemente di quanto non facesse la mentalità.
I vecchi nobili metodi della guerra tra gentiluomini si scontrarono con la
brutale realtà delle trincee, e, a causa di questo, milioni di persone morirono.
La Prima Guerra Mondiale fu la guerra che avrebbe posto fine a tutte le guerre
perché questa fu l'ultima volta nella quale combatterono i vecchi ideali europei
e l'ultima volta in cui avrebbero regnato le monarchie, e nei paesi che vinsero
e persero queste furono sostituite da nuovi ideali per questo mondo industriale
come il Fascismo e il Comunismo.
Detta in modo semplice, preparò il palcoscenico per la guerra successiva.
Nella nostra TL la Germania gettò la Russia nella guerra civile, causò un
ammutinamento in Francia e quasi fece cedere le linee alleate nel 1917 prima
che… Beh, sapete, l'America.
Fu solo a causa di cattive decisioni che abbiamo assistito ad un 20° secolo
caratterizzato dall'ascesa americana, quando sarebbe potuto facilmente diventare
il secolo tedesco.
L'unica domanda è: come sarebbe potuto essere? E se in una TL alternativa la
Germania e le potenze centrali avessero vinto la Prima Guerra Mondiale? Torniamo
indietro al 1914, all'assassinio del membro della famiglia reale austriaca
Francesco Ferdinando.
Francesco Ferdinando fu ucciso per mano di un nazionalista serbo e le tessere
del domino iniziarono a cadere.
I trattati in essere certamente costrinsero molti paesi a dichiarare guerra
assieme ai loro alleati, ma c'è una decisione militare fatta dalla Germania che
quasi certamente le fece perdere la guerra: invadere il Belgio.
La Francia aveva rinforzato i suoi confini per anticipare l'attacco tedesco, ma
la Germania aveva un piano: il Piano Schlieffen, bypassare le difese francesi
sul confine invadendo il Belgio, che era indifeso.
Aggirando questo tritacarne i Tedeschi avrebbero avuto accesso facile a Parigi.
Beh, non era così malvagio come piano, il Belgio era piccolo, non poteva
difendersi da solo, ma la Germania ignorava che il Belgio aveva un alleato
chiave: gli Inglesi.
E gli Inglesi avevano posto un'unica condizione che avevano messo in chiaro che
non andava infranta: non violare la neutralità del Belgio.
La Germania, da paese oppressore qual era, credeva più nell'azione militare che
nelle conseguenze diplomatiche, e marciò comunque contro il Belgio.
Fu questo singolo atto che mise in moto l'ira dell'impero britannico,
ridefinendo la scala assoluta sulla quale si sarebbe combattuta questo
conflitto.
Gli Inglesi bloccarono i porti tedeschi e tagliarono il cavo telegrafico
transatlantico tra Stati Uniti e Germania.
In questa TL alternativa, perché la Germania non perda la guerra un passo
importante da fare è semplicemente non invadere il Belgio.
Facendo così, la Germania evita il conflitto immediato con l'Inghilterra, anche
se questo non garantisce che gli Inglesi restino fuori (tenete in mente che una
vittoria delle potenze centrali cementerebbe il dominio tedesco in Europa e
questo non sarebbe una cosa buona per l'Inghilterra), ma senza una provocazione
la Germania avrebbe abbastanza tempo per ottenere un grande vantaggio sulla
Francia anche se l'Inghilterra intervenisse solo un anno dopo.
Nella nostra TL assistemmo a quattro anni di guerra di trincea tra gli Inglesi e
i Francesi uniti contro la Germania da sola, ma la sola Francia non aveva la
popolazione per affrontare un'offensiva tedesca.
Perciò, in questa TL alternativa le forze armate tedesche tengono a bada i
Francesi sullo stretto confine che condividono con essi in Alsazia-Lorena,
mentre la maggior parte delle loro forze si mobilita completamente contro la
Russia, aiutando l'alleato austriaco.
Questa strategia alternativa funzionerà o no? Chi lo sa, ma risolve il problema
di tenere l'Inghilterra fuori dalla guerra.
Non importa quale sia la strategia militare tedesca, il risentimento contro lo
Zar è assicurato e una rivoluzione può danneggiare lo sforzo bellico russo come
nella nostra TL, costringendo i Russi a negoziare, mi concentrerò su questo
aspetto fra un po'.
Le forze tedesche sul fronte orientale si riversano poi in occidente, ci sono
milioni di soldati che combattono in una piccola area fino a quando una delle
due parti non cede, e senza l'Inghilterra molto probabilmente a farlo è la
Francia.
La Germania, poi, procede con l'invasione.
Nella nostra TL la Germania quasi distrusse le difese francesi nel 1917, prima
che gli Americani arrivassero, perciò non ci vorrebbe molto prima che i Francesi
non riescano semplicemente più a difendersi e vengano fatti arretrare.
Presto Parigi cade e la guerra in occidente e in oriente è ufficialmente finita,
le nazioni su entrambi i lati del fronte hanno cercato di combattere la Germania
e hanno perso.
L'Inghilterra rimarrà seduta e permetterà alla Germania di battere in guerra due
nazioni e ottenere il dominio completo sull'Europa continentale? Forse no,
dichiarerebbe guerra, ma comunque è improbabile che vinca, dato che gli Inglesi
erano i padroni dei mari ma i Tedeschi avevano la migliore forza armata
terrestre, che l'Inghilterra da sola possa porre un freno all'occupazione
tedesca è dubbio.
L'America rimarrebbe semplicemente fuori dalla guerra e in cambio di un cessate
il fuoco verrebbe stipulato un accordo molto simile al Trattato di Brest-Litovsk.
Con la semplice firma di un documento, Germania e Austria-Ungheria prendono
possesso di Polonia, stati baltici, Bielorussia e tutta l'Ucraina e la Crimea.
Entro il 1918 la maggior parte dell'Europa adesso o fa parte dell'Impero Tedesco
o è un suo fantoccio.
Perché la Germania farebbe così? La Germania temeva il dominio russo, per secoli
la Russia era stato un arretrato aspirante paese europeo, era grande e aveva
molta manodopera, ma era tremendamente povero e parecchio indietro dal punto di
vista tecnologico, ma negli ultimi decenni qualcosa era cambiato.
Aveva iniziato ad industrializzarsi rapidamente, e se la Russia si fosse
completamente industrializzata non ci sarebbe stato modo di sconfiggerla.
Catturando i suoi territori più di valore diplomaticamente o con accordi
militari la Germania avrebbe neutralizzato legalmente lo stato russo.
Un quarto della sua popolazione ora è tedesco; gran parte del suo carbone ora è
tedesco, ma questo è solo l'inizio: se c'è una cosa che non piace agli Slavi è
essere invasi e occupati, perciò i due milioni di soldati tedeschi nell'est
adesso affrontano la guerriglia contro gli insorti, inclusi quelli finanziati
dai Sovietici.
Alla Francia viene data la colpa di aver imposto alla Germania pagamenti di
danni di guerra troppo ingenti, ma è improbabile che la Germania sarebbe stata
così gentile se si fosse trovata nella stessa posizione.
In questa TL alternativa la Germania mantiene l'Alsazia-Lorena e impone grandi
pagamenti di danni di guerra, il popolo francese deve affrontare una breve
occupazione tedesca.
Immaginate la Francia in questo momento: ha perso due guerre contro il nuovo
Impero Tedesco ed è stata praticamente incapace di fermare uno stato che in
sostanza era appena nato, non è difficile immaginare che elementi della società
francese provino del risentimento contro i Tedeschi.
Questo significa che avremo un Hitler francese alternativo? Probabilmente no, e
anche se la Francia avesse davvero un Hitler francese, semplicemente non avrebbe
la popolazione per vincere una guerra.
La Prima Guerra Mondiale fu determinante per un motivo: preparò il palcoscenico
per chi sarebbero stati i vincenti e i perdenti nel 20° secolo; non solo in
termini di confini, ma anche di ideologia, i vecchi metodi aristocratici europei
morirono col Kaiser e con l'Imperatore austriaco.
Non pensate che la Germania e l'Austria esportino la monarchia in Francia o
diano nuovi poteri al Re d'Inghilterra, ma manderebbero il messaggio che la
vecchia aristocrazia e la nobiltà europee sono ancora importanti.
È molto probabile che il 20° secolo possa diventare il secolo tedesco.
I Tedeschi volevano un'unione economica che unisse tutti i popoli d'Europa
intorno alla Germania, e senza l'ascesa dei Nazisti gli intellettuali, incluse
persone come Albert Einstein, continuerebbero le loro ricerche scientifiche in
Germania, ma abbiamo appena iniziato: i conflitti fanno sì che tu possa
riorganizzare la scena secondo i tuoi termini, e questo lo abbiamo visto nella
nostra TL, quando gli Alleati hanno eliminato per sempre i Tedeschi e gli
Austriaci dalla politica europea.
Le riparazioni di guerra danneggiarono l'economia della Germania e le tolsero
territori, rendendola fragile quando la colpì la Grande Depressione, e la guerra
vide la morte dell'Impero Austro-Ungarico.
A questo punto probabilmente conoscerete le ramificazioni di ciò.
Fu questa sconfitta iniziale che fermò immediatamente l'ascesa al potere della
Germania che era iniziata nel mezzo secolo precedente.
Una Germania unita sotto la guida prussiana era una forza formidabile, non era
una potenza coloniale come l'Inghilterra, la Francia o la Russia, ma aveva
comunque il potenziale per crescere.
Quando la Grande Guerra finì e il Kaiser se ne andò, la sua ascesa finì, la
Germania imboccò il sentiero del Nazismo, che non fece altro che distruggerla
ulteriormente, e la portò ad essere divisa in due stati per cinque decenni, fino
agli anni '90.
Stiamo parlando di 80 anni passati sotto l'influenza di potenze straniere e
oggi, solo due decenni dopo, la Germania è la potenza economica dell'Europa,
anche se adesso è una democrazia, ma non è difficile vedere che una Germania
unita probabilmente avrebbe percorso una strada diversa durante questi anni
perduti.
Le potenze centrali hanno vinto contro gli Alleati, i Russi sono caduti vittime
di una guerra civile e grazie ai territori acquisiti tramite il Trattato di
Brest-Litovsk, che non è completamente collassato, la Germania ora possiede gran
parte dell'Europa orientale.
Probabilmente starete pensando alla Seconda Guerra Mondiale, ma tenete in mente
che non è una conquista del Lebensraum in oriente in stile Terzo Reich.
In base agli accordi del trattato i Tedeschi permettono la nascita di nuove
nazioni sul Baltico e di un'Ucraina indipendente, così come la creazione di uno
stato cosacco e di uno crimeano.
I Tedeschi iniziano a ridisegnare le mappe, anche se questi stati sono
tecnicamente indipendenti sono fedeli al sistema economico e finanziario
tedesco, quasi come un'altra entità che tutti conosciamo e amiamo.
Ma questi stati, tutto sommato, sono fantocci tedeschi dove la minoranza tedesca
di ogni stato costituisce la classe più alta, regnanti inclusi.
Stiamo parlando della Prussia, dopotutto.
Della Polonia non si è mai parlato davvero, perciò il suo futuro è incerto e
probabilmente violento.
Parlando della quale, la Guerra Civile russa è ancora in corso, ovviamente, e
ostacola i piani dei Tedeschi.
Si può facilmente prevedere che il conflitto in Russia intralcerà i piani dei
Tedeschi quando la guerra supererà i confini del paese.
Comunisti e non Comunisti si combatteranno in diverse aree dell'Europa
orientale, ma la stabilità della Russia è della massima importanza per i
Tedeschi, dato che uno stato sovietico sui suoi confini sarebbe una catastrofe
per la cultura tradizionalista prussiana.
L'Armata Bianca riceve grandi quantità di finanziamenti, supporto e uomini per
il fronte da parte di quasi tutti gli stati occidentali, Inghilterra, Francia,
Germania e America.
Con questi aiuti da parte del potente Impero Tedesco, i Bianchi hanno successo e
i Sovietici vengono distrutti.
L'Unione Sovietica non nasce mai, ma la Germania, anche se è l'esercito più
forte del continente è praticamente confinata lì, sul continente.
È sempre stata limitata dalla superiore marina inglese e rispetto agli altri
paesi ha sempre avuto un numero misero di colonie oltremare.
Andando in guerra la Germania ha sempre avuto l'ambizione di strappare gran
parte di queste colonie ai suoi nemici, se avesse vinto nulla avrebbe potuto
fermarla.
In questa TL alternativa vedremo un qualcosa chiamato Mittelafrika: l'Impero
Tedesco conquista territori inglesi, francesi e belgi in tutta l'Africa,
prendendosi in effetti gran parte del continente, connettendo in pratica le tre
colonie tedesche già esistenti, permettendo un grande scambio di terra
attraverso la giungla equatoriale e la savana africane.
Avere un impero in gran parte dell'Africa ed essere una forza economica
dominante in Europa orientale è sempre una possibilità.
Le ribellioni verrebbero sedate con durezza, se i Tedeschi riusciranno in
un'impresa così grande su un territorio così vasto è difficile dirlo, dato che
nella nostra TL i Tedeschi persero contro il Sudafrica.
La Grande Guerra è finita e al vincitore va la pace, ma la pace viene ottenuta
solo se il vincitore è competente, e questo ci porta a parlare della pecora nera
del gregge, il Kaiser Guglielmo II.
Durante la guerra fu soprattutto una figura simbolica, ma quando prese
decisioni, di solito le prese basandosi sulle emozioni, e così facendo danneggiò
la Germania.
Perché la Germania abbia una pace di successo, dovrebbe definire il ruolo esatto
che avrà la monarchia in questa nuova Germania.
La guerra dimostrò che non era necessario che il Kaiser avesse la completa
autorità, dato che i suoi generali conducevano il paese con efficacia da soli,
perciò il ruolo tradizionale del Kaiser non sarebbe stato del tutto necessario,
anche se la Germania avesse vinto.
È possibile, a causa dell'incompetenza generale di Guglielmo, che il governo
tedesco inizi lentamente a togliere poteri alla monarchia, trasferendoli nelle
mani dei militari o del governo.
Non si tratta esattamente di una democrazia, ma è un allontanamento dalla
monarchia assoluta.
In occidente non c'è un forte cambiamento culturale, ma una svolta nel suo
potenziale.
Nella nostra TL abbiamo percorso una strada guidata da Inghilterra, America e
Francia, ma in questa TL quella cultura è germanizzata.
Senza la sconfitta della Germania a fare da chiodo della bara per le importanti
monarchie della nostra TL, l'eredità dei monarchi e degli imperi è meno
definita.
Le monarchie dimostrano di poter ancora avere una certa importanza nel 20°
secolo ma il cambiamento principale qui è l'eredità della Germania nel mondo.
Prima della guerra Berlino era uno dei centri finanziari, artistici e
dell'istruzione più importanti di tutto il mondo occidentale, dopo di essa la
Germania divenne una nazione circondata, e dopo Hitler divenne una nazione
troppo pericolosa per poter continuare ad esistere, ma in questa TL alternativa
quest'eredità non esiste.
Con le nuove vittorie in oriente e duri trattati contro gli Inglesi e i
Francesi, i Tedeschi diventano i padroni economici di questo nuovo ordine.
Proprio come gli Stati Uniti utilizzarono la Seconda Guerra Mondiale e il boom
economico per diffondere la loro cultura in tutto il mondo, così fa la Germania.
Ma quando qualcuno vince di certo ci sono anche dei perdenti.
La sconfitta per mano delle potenze centrali ha effetti diversi su ogni nazione
alleata in seguito alla firma del Trattato di Parigi e del Trattato di Londra.
L'Inghilterra, anche se amareggiata, stabilirebbe in fretta legami commerciali
con i Tedeschi, anche se ci sarebbero delle tensioni a causa della nuova
influenza della Germania sul Belgio.
L'impero britannico ha perso pezzi in Africa, dato che i Tedeschi si sono
impossessati di tutta l'Africa centrale e per gli imperialisti questo è
incredibilmente orrendo.
I Francesi, beh... Non sono tanto disposti a perdonare, hanno perso due guerre
contro i Tedeschi e c'è una forte chiamata nazionale alla vendetta.
Probabilmente il Trattato di Parigi sarà duro proprio come quello di
Brest-Litovsk lo fu contro i Russi e questa volta saranno i Francesi ad essere
costretti a pagare i danni di guerra.
Ora, se questo vi sembra solo uno scambio di quello che accadde contro la
Germania nella nostra TL, non lo è.
Dopo aver perso contro i Prussiani nella Guerra Franco-Prussiana nella nostra TL
i Francesi si infuriarono, e instabilità e anarchia di massa regnarono.
La Comune di Parigi fu uno di questi eventi in cui le truppe dei Socialisti
radicali presero il possesso della città per mesi, la Francia sarebbe soggetta
ad un disastro se perdesse un'altra guerra, cosa che in questo scenario avviene.
Probabilmente Nazionalismo e Socialismo guadagneranno slancio nel paese mentre
questo si chiederà che fare col suo nemico ad est.
Il cattivo sangue tra le due nazioni non svanisce, a discapito di tutto, e molto
probabilmente ci sarà un'altra guerra.
Inghilterra e Francia diventerebbero estremamente amareggiate dopo questa
sconfitta.
A proposito di alleati, non ho parlato di quelli della Germania, l'Austria-Ungheria
e gli Ottomani.
Entrambi i paesi erano i malati d'Europa, ed è improbabile che sopravvivano a
lungo nel 20° secolo, ma a noi non importa, ci importa di come moriranno.
La demografia è un argomento importante nelle aree sotto controllo Ottomano: la
Grande Guerra e il decennio successivo videro un grande cambiamento demografico
in Anatolia, dopo la guerra e il collasso dell'impero il caos che ne seguì vide
uno scambio di popolazione tra i Greci e i Turchi.
In questa TL alternativa il Genocidio Armeno avviene comunque; gran parte della
popolazione subisce deportazioni, assassinii e genocidio.
L'Impero Ottomano, uno dei vincitori di questa guerra, non crolla, o almeno non
ancora, e così la minoranza Cristiana rimane nella regione fino a 20° secolo
inoltrato, ma ci sono ancora tensioni etniche nell'impero mentre la sua presa si
indebolisce, se l'impero collassa probabilmente si ripeterà la guerra civile
etnica della nostra TL.
Per quanto riguarda gli Arabi a sud, dopo la guerra il Medio Oriente non viene
diviso in stati artificiali come l'Iraq o la Siria, quando gli Ottomani
collassano gli Arabi si uniscono in stati più grandi e naturali.
L'Iraq non esiste e viene spartito tra Arabi Sciiti e Sunniti, anche i Curdi
hanno la loro nazione.
Ci sono ancora guerre tra i vari gruppi, ma che si arrivi alla guerra civile
come nella nostra TL è un'evenienza rara.
Israele in questa TL semplicemente non esiste, ma c'è una popolazione Ebraica
più grande in Europa, specialmente, e la cosa non sorprende, in Polonia.
Non c'è nessuna Palestina britannica, e nemmeno Hitler, perciò l'Olocausto non
costringe mai gli Ebrei a fuggire verso una nuova terra.
Il Fascismo potrebbe diventare comunque popolare? Forse, ma ovviamente non come
nella nostra TL, gli sarà più difficile visto che dovrà diffondersi in paesi con
una lunga storia di democrazia.
Nel complesso vedremo una civiltà occidentale molto più conservatrice dal punto
di vista sociale della nostra.
Senza la Seconda Guerra Mondiale, che creò un forte cambiamento nella società,
le generazioni più giovani non si disinteressano al vecchio ordine.
La potenza imperiale, gli stessi imperi e le colonie rimangono oggetti del
desiderio, perché quelli erano i premi principali della vittoria tedesca.
Inghilterra e Francia rivorranno indietro le loro colonie e l'America vorrà
essere come la Germania.
A proposito della quale… Cosa fa l'America? Non è mai rimasta coinvolta nella
guerra, perciò il pubblico americano rimane largamente neutrale nei confronti
della vittoria tedesca.
Ovviamente, essendo culturalmente ed economicamente più vicina all'Inghilterra
questo significa che anche se la sconfitta degli alleati è stata un problema,
non è stata catastrofica.
Quello che è fatto è fatto, e per quanto riguarda gli Americani devono
instaurare relazioni con i vincitori e riparare i legami con gli altri.
Non essendo rimasti coinvolti nella guerra, gli Stati Uniti cercano di superare
queste divisioni.
Non sono dei leader militari globali, ma sono forti economicamente, se il piano
economico tedesco funzionasse, sarebbero un partner prezioso.
Milioni di immigrati tedeschi nel midwest non devono abbandonare il loro
retaggio così rapidamente.
Nella nostra TL il motivo per cui i Tedeschi si assimilarono così rapidamente fu
il sentimento antitedesco che nacque quando l'America rimase coinvolta nella
guerra, furono discriminati e odiati, e per adeguarsi abbandonarono la loro
cultura.
Senza la guerra, molti potrebbero continuare a parlare la loro lingua nativa,
incluse intere città isolate nel midwest.
Come risultato, gli Stati Uniti hanno un'influenza germanica molto più forte
mescolata nella sua popolazione anglosassone.
Nel corso del 20° secolo questa influenza le relazioni finanziarie e
diplomatiche con le nuove potenze al di là dell'Atlantico.
Poiché molto è cambiato per via di questa vittoria non posso andare nello
specifico per quanto riguarda il resto del 20° secolo, qualsiasi evento potrebbe
cambiare in modo casuale il corso della storia anche se la Germania vincesse.
La Grande Depressione causerebbe di certo sconvolgimenti in tutti i paesi del
mondo, ma nel complesso, seguendo semplicemente la nostra TL, chiunque vinca la
Grande Guerra cambierà per sempre il volto del 20° secolo.
Se la Germania avesse vinto partirebbe immediatamente in testa in questa nuova
era grazie alla sua influenza prussiana, alla sua potenza economica e alla sua
grande popolazione, il 20° secolo sarebbe potuto facilmente diventare il secolo
tedesco.
Questa nuova era sarebbe molto simile alla vecchia, dato che gli imperi europei
combatterebbero ancora per conquistare terre, le mentalità rimarrebbero le
stesse e un po' più a lungo, e anche se il Kaiser perdesse il favore popolare la
Germania beneficerebbe comunque da questa guerra, anche se per i suoi alleati le
cose andassero diversamente, e forse la cultura tedesca è molto più influente
nel mondo, diffondendosi in tre interi continenti.
Ovviamente questo è semplicemente uno scenario, un esercizio di storia
alternativa, ma è divertente fare teorie.
La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto che scosse le fondamenta del vecchio
ordine europeo e diede il via ad una nuova dinamica estrema destra-estrema
sinistra che avrebbe poi portato alla vittoria dei Comunisti e li avrebbe
bloccati in una battaglia per la supremazia globale con la superpotenza rimasta
del vecchio mondo, gli Stati Uniti.
Ora esploreremo come questa dinamica sarebbe potuta cambiare se la Germania
fosse emersa vittoriosa dalla Prima Guerra Mondiale invece dell'Inghilterra e
dell'Intesa.
Nel 1915 la Prima Guerra Mondiale si era trasformata in un lungo stallo, dove
sembrava che sul fronte occidentale non si stessero facendo progressi mentre le
avanzate ad est stavano solo attirando altri nemici per la Germania.
Nel 1917 la Germania riuscì ad eliminare la Russia dalla guerra facendo leva sul
dissenso interno tramite l'infiltrazione di Lenin per alimentare le fiamme della
rivoluzione, ma quello stesso anno, a causa di una cospirazione per far entrare
in guerra il Messico per mezzo del Telegramma Zimmermann e dei danni collaterali
della guerra sottomarina senza restrizioni, gli Stati Uniti entrarono in guerra
al fianco di Francia e Inghilterra.
Gli Ottomani stavano subendo tremende sconfitte a causa delle forze inglesi che
avanzavano dall'Iran e dall'Egitto, la Bulgaria stava affrontando un'invasione
dalla Grecia e lo slancio che stava impiegando nelle offensive in Francia
costrinse la Germania al punto di rottura, portando alla fine a disordini
interni di massa e alla resa.
Col senno di poi è chiaro che la caduta della Germania fu causata dal crescente
numero di nemici che le si pararono davanti.
La storia della Germania è segnata dall'arte della guerra, l'Impero Tedesco e il
precedente Regno di Prussia erano il prodotto di un popolo guerriero ed erano
capaci di tenere testa sia alla Francia che alla Russia.
La Francia non aveva le capacità e la manodopera della Germania, mentre la
Russia non era affatto industrializzata, e all'inizio sembrava che queste
sarebbero stati gli unici veri avversari di Germania e Austria, ma la Germania,
con un atto di stupidità conclamata o di sfacciata spavalderia, violò la
neutralità belga per ottenere un vantaggio sul confine francese con un'invasione
che costrinse l'alleato del Belgio, l'Inghilterra, ad entrare nel conflitto.
L'Inghilterra, con le sue linee commerciali verso gli Stati Uniti, trascinò gli
interessi americani nel mirino della Germania, e a quel punto gli alleati
diventarono un'idra che la Germania non poteva sconfiggere.
Ma tutto questo si sarebbe potuto evitare se solo la Germania semplicemente non
avesse invaso il Belgio e avesse limitato il fronte con la Francia all'Alsazia-Lorena,
avesse investito più risorse nel sovvertire la Russia prima di organizzare
un'invasione su vasta scala dell'ormai esausta Francia, una specie di Piano
Schlieffen al contrario.
La Francia non sarebbe riuscita a sconfiggere la Germania fin quando questa
fosse rimasta sulla difensiva, ma la Germania poteva logorare lentamente le
forze francesi fino a quando non fosse stata possibile un'invasione dal loro
confine condiviso.
In questa TL la Germania semplicemente non invade il Belgio, il suo unico campo
di battaglia diventa il confine con la Francia e le truppe tedesche e austriache
invadono la Russia dopo la cattura austriaca della Serbia.
L'Italia, manovrata dalla Francia, entra in guerra nel tentativo di cambiare le
sorti della guerra, ma questa diventa solo una giustificazione per l'Austria per
invadere i territori contesi a nord.
Lenin viene comunque mandato in Russia e inizia ad istigare il dissenso civile,
dato che il risentimento nei confronti dello zar continua a crescere a causa
della conduzione di una guerra che il popolo non sente sua.
L'Ucraina si sarebbe staccata dalla Russia pochi mesi prima dello scoppio della
rivoluzione e si sarebbe alleata con la Germania, portando presto alla chiusura
del fronte orientale.
Grazie a ciò la Germania e l'Austria ridirigono le loro truppe per sfondare il
fronte occidentale, l'Austria invade la Francia dal suo confine indifeso con
l'Italia settentrionale e la Germania distrugge finalmente le linee francesi
dirigendosi verso Parigi.
La guerra finisce e Austria e Germania si spartiscono le colonie francesi e
italiane, l'Alsazia-Lorena viene incorporata nei confini della Germania e
l'Austria annette l'intera Italia, mentre gli stati baltici vanno alla Germania.
L'Austria e l'Impero Ottomano sarebbero imbaldanziti da questa vittoria, ma in
realtà stavano già cadendo a pezzi, e non sarebbero durati un altro secolo senza
riforme importanti.
L'Inghilterra è sempre più diffidente dell'Impero Tedesco, considerato che prima
della guerra aveva sviluppato una rivalità con esso, ma ora sembra che la
Germania stia sfidando il dominio inglese in Europa, incoraggiando l'Inghilterra
a rinforzare il suo esercito terrestre per un atteso conflitto con la Germania
nel futuro prossimo.
La Russia precipiterebbe nella guerra civile, con una fazione Anarchica che
emergerebbe in Ucraina, i Comunisti ad ovest e a sud e fazioni sparse
dell'Armata Bianca nel resto della Russia.
La maggior parte dell'Armata Bianca, sostenuta dai Tedeschi, si unirebbe sotto
la guida dell'Ammiraglio Aleksandr Kolčak.
Nella nostra TL Kolčak fece un buon lavoro alla guida dell'Armata Bianca, la sua
dedizione era estrema, ma non aveva abbastanza forze, inoltre Kolčak era un
ammiraglio, ovvero un comandante della marina, e la guerra terrestre non era il
suo forte, ma fece del suo meglio col poco che ne conosceva.
In questa TL la Germania, le Legioni Cecoslovacche e le forze armate ucraine
aiutano Kolčak inviando ad assisterlo una squadra di generali austriaci e
tedeschi di prim'ordine che facciano le sue veci.
In Mongolia sorgerebbe un'altra fazione guidata dal Barone von Ungern-Sternberg,
un monarchico deciso a reinsediare la Dinastia Romanov e ad eliminare i
Comunisti dalla Russia.
Nella nostra TL von Ungern-Sternberg fu una specie di figura leggendaria, un
uomo che caricava direttamente le mitragliatrici con poco più che cavalleria
armata di spada, sempre in testa agli assalti e che colpiva sempre duro, così
efficace sul campo che i Mongoli lo insignirono del titolo di Gran Khan e lo
consideravano la reincarnazione di Gengis Khan.
In questa TL, grazie alla grande efficacia dell'esercito di Kolčak, von
Ungern-Sternberg riesce a sconfiggere le forze Comuniste in estremo oriente,
costringendo i superstiti a fuggire a sud e fra le grinfie dei Giapponesi, che
hanno iniziato ad espandersi in Corea, Russia orientale e Manciuria.
La Bulgaria, per un senso di restaurazione ancestrale, cercherebbe di ricreare
il vecchio Impero Bizantino a sua immagine e somiglianza, e questo porterebbe
all'annessione della Grecia con la protezione della Germania dall'Inghilterra,
ma la Bulgaria rimarrebbe comunque in conflitto con gli Ottomani per il possesso
di Costantinopoli, e dovrebbe trovare un modo per ricreare la sua Zargrad.
Gli Ottomani, con una mossa audace dopo dei colloqui con i ribelli nell'Egitto
inglese, invadono la regione finendo invischiati in una guerra con la Gran
Bretagna.
Gli Ottomani chiederebbero alla Germania sostegno in questa guerra, e la
Germania la vedrebbe come un'occasione per catturare il Belgio e dimostrare la
sua superiorità militare all'Inghilterra, accetterebbe quest'alleanza e
riaprirebbe di nuovo il fuoco poco tempo dopo la fine della guerra.
La Germania, la Russia Bianca, la Mongolia, gli Ottomani e la Finlandia si
unirebbero contro l'alleanza Anglo-Franco-Giapponese.
La Germania cercherà di includere anche l'Austria, ma il vecchio impero
austriaco collasserebbe sotto la pressione di numerose rivolte etniche in Italia
e nei Balcani, lasciandolo con solo una frazione del suo vecchio territorio.
La Francia non sarebbe in condizioni di combattere, ma offrirebbe
all'Inghilterra un punto d'appoggio per penetrare in Germania e tutto il
supporto terrestre possibile.
Le colonie tedesche, rinforzate dalla cattura di quelle francesi dopo la guerra,
riuscirebbero a mettere alle strette le colonie inglesi settentrionali, mentre
la Namibia verrebbe catturata dal Sudafrica.
La Germania invade il Belgio costringendo molti dei suoi abitanti a fuggire in
Olanda e gli Ottomani si ritrovano in una brutta situazione a causa dell'entrata
in guerra della Bulgaria al fianco dell'Inghilterra per rivendicare Istanbul, ma
le truppe tedesche avanzano rapidamente e prendono contatto con i soldati e le
regioni occupate rimaste, mettendo la Francia sotto occupazione totale tedesca.
L'Anatolia verrebbe usata come merce di scambio da Inghilterra e Bulgaria e la
Germania ricomporrebbe la vecchia alleanza Sino-Tedesca per cacciare i
Giapponesi dalla Manciuria.
Von Ungern-Sternberg e i Mongoli riusciranno a condurre diversi raid di successo
contro le forze armate giapponesi, ma non avrebbero le capacità per invadere le
loro isole, lasciando la costa nello stato di territorio conteso che i
Giapponesi non possono invadere ma che von Ungern-Sternberg non può catturare a
causa dei bombardamenti della marina, almeno fino a quando la Cina non sosterrà
l'offensiva mongola e riuscirà a cacciare i Giapponesi dalla Corea usando una
combinazione delle armi tedesche, delle tattiche mongole e della sua manodopera.
Senza i mezzi per intervenire in Europa, con l'India minacciata da un'invasione,
i Giapponesi a rischio di un'occupazione totale e gli Ottomani già sconfitti,
l'Inghilterra deve porre fine alla guerra adesso o affrontare ulteriori
umiliazioni per mano della Germania, che ha già iniziato il processo per
invadere le colonie inglesi in Nordafrica.
Viene firmato un trattato di pace, i confini vengono stabiliti e la Germania
dimostra all'Europa chi è che comanda.
Il Medio Oriente, in assenza dell'Impero Ottomano e dell'intervento
Franco-Inglese si dividerebbe su basi etno-religiose, mentre l'Austria tedesca
cercherebbe l'annessione alla grande Germania e l'Ungheria si separerebbe per
diventare uno stato autonomo.
In seguito la Germania includerà la Svizzera in un'unione economica tedesca per
rafforzare ulteriormente il perno economico tedesco intorno al quale adesso gira
l'Europa.
Gli USA, poiché non sono mai entrati nella Prima Guerra Mondiale non sviluppano
mai i valori antitedeschi, al contrario, abbracciano i valori tedeschi, perché
iniziano a girare intorno ad un asse tedesco.
Come la cultura americana e la lingua Inglese si diffusero nel mondo dopo la
Seconda Guerra Mondiale, la distruzione del dominio inglese ad opera della
Germania farà sì che la cultura e la lingua tedesche permeino Francia, Italia,
Giappone, Balcani, USA e specialmente la Russia, mantenendo queste regioni sotto
una forte influenza tedesca.
Francia e Giappone, che hanno avuto la peggio e hanno subito perdite e
umiliazioni tremende, diventano lentamente sempre più antitedesche.
Nello stesso periodo, nella nostra TL Germania e Francia videro importanti
ondate Socialiste, ma la vittoria della Prima Guerra Mondiale evitò per un pelo
la loro salita al potere in Francia.
In Giappone la credenza che l'Imperatore avrebbe creato un grande impero
giapponese teneva a bada la gente, ma in mancanza di ciò questi due paesi si
ritrovano a dover pagare pesanti risarcimenti di guerra, aggiungiamoci la fuga
dei Comunisti sovietici in varie parti d'Europa e vedremo entrambe queste
nazioni soccombere a rivoluzioni Comuniste come successe a Parigi dopo la
sconfitta contro la Prussia nella Guerra Franco-Prussiana.
Ma non sarebbero da sole in questa rivoluzione politica, dato che dallo stato
autonomo di Roma vedremo l'ascesa di Benito Mussolini e della sua ideologia
Fascista.
Ad ispirarlo sarebbe l'ascesa in Turchia di un Atatürk più radicalizzato che
creerebbe un nuovo stato turco fondato sui valori ancestrali del popolo e non su
una teocrazia religiosa.
Immediatamente questi nuovi stati, anche se piccoli, inizierebbero ad espandersi
nelle regioni circostanti istigando delle rivoluzioni e grazie al sostegno dei
loro alleati in quelle regioni.
Gli operai giapponesi chiederebbero il sostegno degli Anarchici e dei Comunisti
in Corea e dei Comunisti sovietici fuggiti nella Cina nordoccidentale.
Roma, grazie ad una combinazione di forza militare e cooperazione militare si
unisce alla Sicilia per ricreare l'Italia, mentre la Francia si unisce
all'Olanda col sostegno dei rifugiati sovietici in Belgio.
Questo darà il tono al decennio successivo: guerra civile in Francia e guerra
civile in Italia che si espanderanno in Spagna, Portogallo e Cina, costringendo
le potenze imperiali di Germania, Inghilterra, Russia e Mongolia a negoziare.
L'Inghilterra, nonostante i suoi trascorsi tesi con la Germania, è costretta a
fare accordi con essa per distruggere le nuove idee radicali che minacciano il
vecchio ordine.
L'Inghilterra stessa vedrebbe degli scontri ideologici, con una fazione
Comunista che acquisirebbe sempre più potere al suo interno.
Re Edoardo VIII e Winston Churchill cercherebbero di affrontare la situazione e
risolverla, la Germania proporrebbe un ritorno ad una sistema più monarchica
dove il re può operare più che come una semplice figura simbolica tramite l'uso
di un partito del re, un qualcosa che nella nostra TL Churchill considerò di
creare.
I quattro paesi uniti diventerebbero le potenze imperiali d'Europa, ed
inizierebbero ad eliminare e abbattersi sistematicamente sulle nuove fazioni, il
Giappone, la Spagna, l'Italia e la Francia, ma questo non farà che rendere le
nuove fazioni perdenti più coese.
L'Italia, la Bulgaria e la Turchia si unirebbero per formare un enorme stato
Fascista mentre si creerebbe un blocco internazionale Comunista comprendente
Giappone, parti dell'Asia, Francia, Spagna e Portogallo.
Queste fazioni muoverebbero insieme guerra all'ordine imperiale, una guerra di
potenza e ideologie nella quale i territori non verrebbero conquistati tramite
l'azione militare, ma la trasmissione di idee, e vedremo una corsa a contenere
queste idee prima che si diffondano troppo.
Nel 2014 è avvenuta la
celebrazione del centenario della Prima Guerra Mondiale, una guerra molto
importante per noi Francesi che è ancora presente nella memoria di tutti, e
malgrado le possibilità infinite e molto interessanti che ci offre la materia,
la Prima Guerra Mondiale è abbastanza mal rappresentata nel genere ucronico.
A parte qualche fumetto e tre romanzi è veramente difficile trovare delle storie
alternative che valgono veramente la pena di essere lette, e questo tra l’altro
è un vero peccato, ed è per questo che oggi risponderò alle vostre numerose
richieste e farò un episodio speciale di AlterHis sulla Prima Guerra Mondiale.
Torniamo dunque nel 1916, vale a dire nel bel mezzo della guerra: in quell’anno
il fronte occidentale fu uno dei più statici del conflitto, in effetti i
belligeranti continuarono a trincerarsi ancora di più, e gli Italiani, che
l’anno prima si erano uniti al campo della Triplice Intesa, non erano riusciti
ad avanzare in Austria.
A parte una grande offensiva russa ad oriente, niente si mosse per davvero.
Lo stato maggiore tedesco, che è un po’ stufo ed è comprensibile, decide di
dissanguare l’esercito francese attaccando Verdun.
Questo attacco diventerà una delle battaglie con più vittime della guerra, farà
un numero di morti quasi uguale da entrambe le parti e avrà un risultato
militare praticamente nullo.
Se all’epoca la morte di uno dei nostri soldati faceva notizia, perdere 60.000
uomini fece sicuramente colpo, ma che sarebbe successo se i Tedeschi fossero
riusciti nel loro obiettivo, ovvero dissanguare l’esercito francese? Immaginiamo
per un solo istante che la Battaglia di Verdun si trasformi in una svolta
decisiva che permette ai Tedeschi di mettere fuori combattimento una gran parte
dell’esercito francese; immaginiamo che nei mesi seguenti i Tedeschi riescano a
respingere Francesi e Inglesi fino a Parigi e ottengano un armistizio;
immaginiamo anche che dopo aver sconfitto la Francia, l’Italia e l’Inghilterra
le truppe tedesche, Austro-Ungariche e Ottomane si rivolgano contro la Russia e
ottengano una pace nel 1917: quali saranno le conseguenze di una vittoria della
Triplice Alleanza? Come avrebbe cambiato le relazioni tra i diversi paesi
d’Europa? Per questo scenario immagineremo che la Germania faccia esattamente la
stessa cosa che fecero la Francia e l’Inghilterra nel 1918 e imponga un
armistizio ingiusto alla Francia, includendo in particolare gigantesche
indennità di guerra, la riduzione delle capacità militari della Francia, così
come un risarcimento economico negli anni seguenti oltre a quello già richiesto,
c’è molto da dire e ve lo descriverò passo per passo.
Iniziamo dal protagonista principale, la Germania: il reich esce dal conflitto
come il grande vincitore dopo aver sconfitto quasi da solo la Francia e il Regno
Unito.
L’Impero Tedesco ora gode di un immenso prestigio militare e possiede il primo
esercito d’Europa, sia a livello di numeri che di materiali.
A livello di conquiste territoriali vedremo la Germania prendere qualche
territorio alla Russia, in particolare una gran parte dell’attuale Polonia, ma
anche i paesi baltici.
Ad ovest pochi territori interesseranno davvero la Germania, eventualmente
potremmo immaginare che il Kaiser decida di sgranocchiare una parte della Lorena
e una parte della Vallonia in Belgio, ma il vero obiettivo dell’Impero Tedesco
saranno le colonie.
È molto probabile che la Germania sottragga alla Francia grandissime porzioni
del suo impero coloniale.
Per quanto riguarda la Gran Bretagna, dovrà cedere una parte della Nigeria, e il
Belgio una parte del Congo belga.
Con il primo esercito del mondo e un impero coloniale dalle risorse immense,
l’Impero Tedesco è senza dubbio il più grande vincitore della Prima Guerra
Mondiale.
Purtroppo non possiamo affatto dire altrettanto della Francia: le riparazioni di
guerra mostruose fanno impennare l’inflazione come nella Germania dopo il 1918,
e la Francia, che già all’epoca aveva un grosso debito pubblico, si ritroverà
presto in default.
L’armistizio ingiusto imposto dalla Germania aumenterà le già grandi tensioni
sociali, e della situazione economica catastrofica della Francia approfitteranno
come d’abitudine nei tempi di crisi sia l’estrema destra che l’estrema sinistra.
Potremo anche immaginare diverse rivolte causate dai militanti Comunisti, che è
molto probabile che culmineranno con una presa del potere.
Un’ipotesi spesso proposta è che la Francia, indebolita e in default, segua lo
stesso scenario della Germania della realtà e diventi Fascista, e potremmo
quindi avere un piccolo Adolf alla francese.
Interessiamoci adesso ad uno dei casi più complicati, ovvero l’Impero
Austro-Ungarico: già prima della guerra l’Impero Austro-Ungarico aveva visto
numerose tensioni tra le diverse comunità che abitavano il paese.
Per l’Austria-Ungheria ipotizzerei quindi due scenari: nel primo, dopo la
vittoria, l’Impero Austro-Ungarico annette una piccola parte della Russia e la
Serbia, l’imperatore manda l’esercito a calmare i problemi interetnici e decide
di riformare il governo e integrare i membri di tutte le comunità.
L’imperatore asserisce la sua autorità sul suo impero, che continua ad esistere
e diventa una grande potenza.
Nel secondo scenario le tensioni interetniche sono troppo forti e l’Impero
Austro-Ungarico finisce per collassare, creando diversi piccoli paesi
indipendenti sotto l’influenza dell’Austria nonostante tutto.
Passiamo adesso all’Inghilterra, per la quale le conseguenze della guerra non
saranno così catastrofiche.
Il Regno Unito non perde alcun territorio in Europa, resta una potenza marittima
di primo ordine e continua a possedere il primo impero coloniale del mondo.
È molto probabile che l’impero britannico mantenga dei legami forti con la
Francia e la Russia per conservare una sembianza di equilibrio del potere in
Europa.
Potranno comunque scoppiare delle rivolte da parte delle milizie Comuniste e
operaie, ma non avranno grandi possibilità di successo.
Interessiamoci adesso all’Impero Russo: malgrado la vittoria della Germania e il
cambiamento del contesto generale, sarà quasi impossibile per la Russia sfuggire
alla rivoluzione Bolscevica.
In effetti oltre al disastro militare che ha subito l’esercito imperiale, i
raccolti saranno pessimi e l’autorità dello Zar sarà quasi insignificante.
L’unico cambiamento che si potrà constatare alla fine sarà una maggiore
vicinanza diplomatica con la Francia e la Gran Bretagna per controbilanciare la
potenza della Germania.
Passiamo adesso al mio preferito, l’Impero Ottomano: prima della guerra l’Impero
Ottomano veniva considerato il malato d’Europa, l’esercito Ottomano e la sua
amministrazione erano obsolescenti e corrotte, e come nell’Impero
Austro-Ungarico le tensioni tra le comunità erano forti.
A livello di conquiste territoriali possiamo assolutamente immaginare che
l’Impero Ottomano prenda qualche territorio alla Russia nel Caucaso e sottragga
l’amministrazione dell’Egitto all’Inghilterra.
Se l’Impero Ottomano sopravvivrà, la conseguenza più grande è che Israele,
Giordania, Iraq, Siria, Libano e Arabia Saudita non esisteranno affatto,
modificando così drasticamente la cartina del Vicino Oriente.
L’Impero Ottomano potrebbe crollare su sé stesso o sopravvivere, ma è troppo
difficile fare supposizioni a questo livello.
Passiamo ora al Regno d’Italia, che è uno dei grandi perdenti della guerra:
nella realtà vinse la guerra al fianco della Francia e del Regno Unito, ma
rimase completamente fregato dall’armistizio, perché non guadagnò quasi niente.
Allora fu questa una delle cause della salita al potere di Mussolini, e alla
fine, anche se l’Italia ha perso la guerra, globalmente seguirà lo stesso
scenario della realtà.
Si riavvicinerà diplomaticamente alla Francia nel caso seguirà lo stesso cammino
politico, ovvero il Fascismo.
Passiamo adesso agli Stati Uniti, anche se nel nostro scenario non sono ancora
intervenuti in Europa, perché non è ancora il 1917.
Così non diventeranno mai una grande potenza industriale come nella Prima Guerra
Mondiale.
In effetti la Prima Guerra Mondiale permise agli Stati Uniti di diventare i
creditori dell’Europa e di rilanciare la loro industria bellica, cosa che qui
non avverrà mai.
Le potenze europee continueranno dunque a vedere gli Stati Uniti come un paese
di rozzi contadini che per di più ascoltano musica strana.
Gli Stati Uniti rimangono quindi con la loro politica incentrata su loro stessi
e continuano a difendere il non interventismo.
Passiamo all’ultimo della mia lista, il Giappone, che approfitta della politica
di non interventismo degli Stati Uniti per affermare le sue ambizioni in Asia.
Potremo dunque immaginare un Giappone molto più potente nella regione.
Queste sono le conseguenze per alcuni dei paesi dopo la guerra, gli scenari che
ne potrebbero seguire sono diversi, potremo per esempio immaginare
un’aggressione della Francia Fascista contro la Germania che provocherà così la
Seconda Guerra Mondiale, o un’alleanza delle potenze europee contro la minaccia
Comunista, o ancora l’invasione dei Balcani da parte dell’Impero Ottomano e lo
scoppio di una guerra contro l’Impero Austro-Ungarico, o ancora delle rivolte
Comuniste che avranno successo in Francia e in Gran Bretagna, che costituiranno
così un blocco Comunista europeo alleato contro la Triplice Alleanza.
.
E se l'Italia fosse rimasta nella Triplice Alleanza?
Dei colpi di scena che
caratterizzarono la Grande Guerra forse il più famigerato è l’apparente
tradimento della Triplice Alleanza con Germania ed Austria ad opera dell’Italia,
che si rifiutò di combattere con gli Imperi Centrali e si unì invece alla
fazione opposta della Triplice Intesa.
Vi ricordo però che la decisione degli Italiani non era completamente
ingiustificata.
La base della Triplice Alleanza tra Germania, Italia e Austria era costruita su
un equilibrio del potere in Europa immaginato dalla Germania.
La Germania era rapidamente in ascesa, mentre l’Austria era in declino, essendo
stata indebolita dagli stessi Tedeschi, o per meglio dire dai Prussiani, che
volevano soppiantare l’Austria come forza guida nell’Europa tedesca e assumere
alla fine un ruolo dominante nel continente.
L’Italia, all’epoca, e un po’ come la Germania, era emersa solo di recente, come
gli Stati Uniti, e anch’essa era in ascesa, anche se ad un ritmo più lento.
La storia dell’unificazione italiana era stata confusa e opportunistica, al
contrario di quella della Germania, che non solo fu pragmatica nel suo approccio
all’unificazione, ma anche tattica e astuta.
Come conseguenza di ciò l’Italia si ritrovò teoricamente ai ferri corti con
tutti i suoi vicini che possedevano ancora territori che gli Italiani vedevano
come loro di diritto, e che ovviamente contenevano aree storicamente importanti
e ospitavano una grande popolazione etnica italiana.
In Francia queste includevano parti della Savoia, l’isola della Corsica e
perfino la Tunisia, in Nord Africa, che i Francesi avevano colonizzato di
recente.
In Austria, invece, queste includevano le terre del Tirolo, Trieste, l’Istria e
la Dalmazia.
Qualsiasi opportunità di espandersi ulteriormente veniva ostacolata da queste
potenze, e in Nord Africa sia dagli Ottomani che dagli Inglesi, in particolare
in Egitto e in Tripolitania, lasciando così l’Italia confinata e limitata da
stati più esperti.
La Germania, i cui interessi non sembravano scontrarsi con quelli italiani e che
trovava sia affinità che convenienza nel fatto che l’Italia, come lei, si fosse
unificata solo di recente e non avesse legami profondi con le altre potenze, la
rendevano un alleato naturale.
Aiutava la causa della Germania anche il fatto che gli sforzi per consolidare il
suo stato aiutarono quelli dell’Italia: la Guerra Austro-Prussiana aiutò
l’Italia a riconquistare territori posseduti dall’Austria; la Guerra
Franco-Prussiana lasciò lo Stato Pontificio vulnerabile in assenza della
Francia, e permise all’Italia di reincorporarlo; e la Conferenza di Berlino
permise all’Italia di reclamare delle colonie in Africa.
Troviamo ripetutamente l’Italia cavalcare i successi della Germania, e tutto
questo diede alla Germania un’opportunità di rendere l’Italia una potente
alleata che avrebbe potuto dominare il Mediterraneo mentre essa dominava il
nord, ma questo era più facile a dirsi che a farsi.
Nei primi anni alla ricerca di unità dell’Italia, lo stato che forse contribuì
di più alla causa dell’unificazione italiana fu di fatto la vicina Francia,
specialmente sotto la leadership di Napoleone III.
Napoleone III sperava di promuovere il nazionalismo in Europa e la creazione di
stati-nazione liberi dall’influenza degli imperi multietnici come l’Austria, gli
Ottomani e la Russia, e pensava allo stesso tempo che un’Italia unita sarebbe
stata fortemente affine agli interessi francesi, per non dire grata del sostegno
francese.
Ovviamente c’era qualche conflitto d’interesse fra le due che abbiamo già
menzionato, ma nell’insieme l’operato francese favorì l’Italia per tutto il suo
processo di unificazione a spese dell’Austria.
Gli Austriaci, in contrasto, cercarono ripetutamente di mandare in stallo o
sopprimere l’unificazione italiana.
Il cancelliere austriaco Klemens von Metternich addirittura affermò
famigeratamente che l’Italia non era niente più di un’espressione geografica, e
ovviamente l’Austria fu la principale avversaria dell’Italia in tutte le guerre
d’unificazione italiane.
Questo senza nemmeno parlare del fatto che le terre in possesso dell’Austria
erano considerevolmente più italiane e strategicamente più preziose di quelle in
possesso della Francia.
Sembrava naturale che l’Italia e l’Austria dovessero rimanere avversarie, ma poi
nell’equazione arrivò la Germania.
Come già spiegato, i Tedeschi e gli Italiani avevano interessi comuni nel
sostenersi a vicenda.
La Germania aveva una visione di ordine per il continente europeo, ma quella
visione includeva anche un ruolo per l’Austria.
L’Italia era ovviamente esitante ad allinearsi con l’Austria, ma vedeva la
Germania come un alleato molto più fattibile sul lungo termine rispetto alla
Francia o all’Inghilterra, le cui ambizioni coloniali nel Mediterraneo si
scontravano direttamente con le sue, mentre i Tedeschi si dimostrarono un
contrappeso capace alla Francia che un giorno avrebbe superato l’Inghilterra.
Di conseguenza venne forgiata la Triplice Alleanza come patto difensivo che
avrebbe assicurato che un attacco ad un alleato avrebbe avuto come risposta un
attacco dell’intera alleanza, ma dietro le quinte l’Italia rimase dubbiosa, a
riconsiderare se essere amica della Germania valesse la pena o meno abbandonare
le sue ambizioni in Austria, e iniziò addirittura a cospirare con la Francia
alle spalle dell’Alleanza, stipulando un patto segreto di non aggressione e un
piano per attaccare l’Austria.
Non aiutò il fatto che la Germania si dimostrò sempre più belligerante mentre
tra l’Austria e gli stati balcanici aumentavano le tensioni.
L’Italia non era ansiosa di ritrovarsi coinvolta in una guerra per conto
dell’Austria, e cercò un modo per evitare un simile esito.
Quando l’arciduca austriaco Francesco Ferdinando fu assassinato, l’Austria diede
la colpa al governo serbo, che secondo essa aveva istigato, finanziato e
addirittura organizzato gruppi radicali antiaustriaci e filo-jugoslavi, come
quello che tolse la vita all’arciduca.
Quando l’Austria spinse per un’indagine la Serbia si rifiutò e scoppiò il
conflitto.
La Germania colse quest’opportunità per iniziare la sua guerra contro l’alleato
della Serbia, la Russia, e l’alleato della Russia, la Francia.
Gli Italiani però affermarono che la guerra tra Austria e Serbia era stata
istigata dagli Austriaci, perciò non costituiva un’attivazione dell’alleanza.
Inoltre l’Austria era legata, secondo l’alleanza, a consultare l’Italia sulle
questioni balcaniche, dati i loro interessi condivisi nella regione, una
condizione alla quale non adempì.
La Germania e l’Austria furono ovviamente frustrate da questo esito, ma
l’Austria era soddisfatta fin quando l’Italia rimaneva neutrale e non la
costringeva ad aprire un secondo fronte.
La neutralità italiana non durò a lungo.
La pressione aggiunta di un ulteriore fronte sulle accidentate Alpi contro un
nemico che quasi eguagliava il livello di industrializzazione dell’impero
ostacolò gravemente lo sforzo bellico dell’Austria, e costrinse la Germania ad
addossarsi ulteriori pesi nella campagna contro la Russia, togliendo risorse al
fronte occidentale.
La posizione strategica dell’Italia nel Mediterraneo permise all’Intesa di
imbottigliare l’indubbiamente scarna marina austriaca nel Mar Adriatico,
impedendole di avere un qualsiasi ruolo nel conflitto.
Inoltre, l’affiliazione dell’Italia all’Intesa, assieme al confinamento navale
dell’Austria, lasciò gli Ottomani in una posizione particolarmente pericolosa
nella quale la forza delle marine francese, inglese e italiana si abbatté su di
loro, colpendo la Triplice Alleanza nel suo ventre molle.
Quella che avrebbe potuto essere una solida fortezza che abbracciava la maggior
parte dell’Europa centrale e lasciava l’Intesa ai bordi rimase invece con un
pugnale infilato proprio nel suo fianco più debole, privandola di uomini e
risorse che avrebbero potuto cambiare il corso della guerra.
Ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa l’Italia rimanesse con la
Triplice Alleanza? Ora, agli Italiani non piaceva che l’Austria procedesse con
la sua campagna contro la Serbia senza che prima non si consultasse con loro
sulla questione secondo i termini della loro alleanza, né erano troppo contenti
degli stessi Austriaci, data la loro storia e i loro interessi in conflitto fino
a quel momento, ma quando si arrivò al dunque non fu quello il fattore decisivo
per l’Italia, tutto si ridusse a chi avrebbe dato di più all’Italia per la sua
alleanza.
L’Austria non era ansiosa di cedere terre all’Italia, ma certamente possedeva
più territori che l’Italia voleva, ed era disposta a fare qualche piccola
concessione e ad accordare diritti sui territori francesi dopo la guerra, e non
perché entrasse in guerra, ma perché continuasse a rimanere neutrale.
Queste offerte, però, erano mediocri per gli standard dell’Italia, perciò ella
chiese alla Francia che cosa poteva offrire.
L’Intesa ovviamente promise all’Italia praticamente tutte le terre dell’Austria
e dell’Impero Ottomano che desiderava, dopotutto essa non ci perdeva molto
nell’accordo.
Nella nostra TL la Germania, che si era fatta carico dell’Austria nella campagna
contro la Serbia, insistette che gli Austriaci dessero all’Italia quello che
aveva chiesto, o avrebbe rischiato di perderla comunque.
Ovviamente l’Austria resistette, e l’Italia siglò un accordo con l’Intesa, ma
stavolta le cose vanno in maniera differente.
Sotto una maggiore pressione della Germania, l’Austria, durante i primi
negoziati per rimettere in riga gli Italiani, accetta di cedere immediatamente i
territori occidentali all’Italia, con la promessa della Dalmazia alla fine della
guerra assieme a qualsiasi bottino chiesto alla Francia.
Diversamente dalla nostra TL l’Austria non chiederà la neutralità, ma l’unione
alla lotta contro l’Intesa e l’apertura di un secondo fronte in Francia,
rendendo allo stesso tempo sicuro il suo fianco occidentale.
Con l’Italia tornata dalla parte della Triplice Alleanza, i Francesi si
ritroveranno in una situazione simile a quella degli Austriaci nella nostra TL,
costretti a trattenere l’avanzata italiana su un accidentato territorio alpino e
a ridirigere abbastanza risorse cruciali su un nuovo fronte a sud per tenere a
bada il grande ma inesperto esercito italiano.
L’aggiunta dell’Italia avrebbe portato il Mediterraneo orientale sotto il
dominio della Triplice Alleanza, e avrebbe visto una concentrazione di potenza
navale operare per rovesciare il controllo inglese in Egitto.
Gli Italiani, profondamente interessati al Nord Africa e rifiutandosi di
permettere agli Ottomani di riprendere piede lì, investiranno pesantemente in
questa campagna, ma vedranno importanti assalti navali in patria per via del
fatto che la loro costa rimarrà molto più vulnerabile ai cannoneggiamenti
Franco-Britannici.
L’Italia in questa TL verrà colpita molto più nettamente dalla guerra, ma questo
avrà la conseguenza di far affluire più sostegno italiano allo sforzo bellico,
non più semplicemente per ottenere acquisizioni territoriali, ma per la
sopravvivenza e per vendicarsi dell’aggressione Franco-Britannica.
Questa aumentata attività nel Mediterraneo drenerà ulteriori risorse francesi
necessarie per mantenere il fronte contro la Germania, e come conseguenza
permetterà ai Tedeschi di avanzare di più e più velocemente rispetto al nostro
mondo, rendendo chiaro a tutti gli spettatori che il conflitto sta favorendo la
triplice Alleanza e scoraggiando gli stati come la Grecia e addirittura gli
Stati Uniti dal farsi coinvolgere in un conflitto infruttuoso, il tutto mentre
la caduta dell’Egitto, la perdita del controllo nel Mediterraneo occidentale e
alla fine la cattura del Canale di Suez da parte delle forze congiunte
Italo-Ottomane paralizzeranno la mobilità navale inglese, interrompendo
essenzialmente la facilità d’accesso del Regno Unito ai suoi possedimenti
coloniali ad oriente.
Il successo di questa strategia nel togliere risorse alla Gran Bretagna e
l’andamento della guerra a favore dell’Alleanza potrebbero rendere non
necessaria una ripresa della Guerra Sottomarina Indiscriminata, almeno se
paragonata con i potenziali rischi, rimuovendo così forse un motivo per gli
Stati Uniti per farsi coinvolgere nella guerra.
Una volta affrontata la Serbia, la concentrazione primaria della Germania sarà
diretta contro la Francia, mentre l’Austria avrà come priorità la lotta contro
la Russia, ovviamente col sostegno e la coordinazione tedesca.
La Serbia cadrà come ha fatto nel nostro mondo dopo alcune sconfitte austriache
iniziali, ma adesso l’Austria riuscirà a caricare contro la Russia senza il
bisogno di combattere un secondo fronte nella direzione opposta.
Questa pressione aggiunta contro la Russia la farà cedere prima che nel nostro
mondo, e dati i progressi tedeschi più rapidi, Mosca e Parigi potrebbero cadere
simultaneamente nel 1916 o nel 1917.
Rimarrà solo l’Inghilterra, e, ritrovandosi bloccata fuori dal continente, essa
concederà la resa.
La Germania vittoriosa otterrà le sue rivendicazioni desiderate da Francia,
Regno Unito e Russia, riorganizzando al contempo il continente secondo il suo
piano Mitteleuropa.
Per riassumere, la Germania voleva neutralizzare completamente la Francia come
potenziale minaccia futura, e avrebbe demilitarizzato tutti i territori fra i
confini tedeschi e Parigi.
Ovviamente la Germania porterà il suo confine molto più vicino a Parigi, e
annetterà una porzione della costa francese per posizionarsi meglio contro la
Gran Bretagna.
La Russia vedrebbe i suoi territori più occidentali frammentati in alcuni
stati-nazione più piccoli fedeli alla Germania, mentre in Russia verrà
instaurato un regime fantoccio.
Date le circostanze, i Tedeschi potrebbero essere costretti a intervenire per
sottomettere la fazione Bolscevica in ascesa in Russia o rischiare che l’ex
impero diventi una forza confinante ostile e potente.
La Germania porterà gli stati europei sotto il suo controllo nello stesso modo
in cui la Prussia all’inizio mise sotto il suo controllo gli stati della
Confederazione Tedesca del Nord, attraverso un’unione economica con la Germania
al suo cuore, il tutto mentre l’economia tedesca verrà sovralimentata dalle
risorse ricavate dai suoi molti nuovi possedimenti coloniali in Africa.
La Germania aveva riconosciuto da tempo il declino dell’Austria, e l’aveva
esclusa dalla sfera germanica, ma adesso potrebbe cercare di reintegrare gli
Austriaci in qualche modo, perlomeno la parte tedesca.
L’Austria, cedendo le sue rimanenti terre promesse all’Italia, perderà il suo
ultimo principale interesse nel Mediterraneo e rimarrà anche esclusa da quella
sfera, e adesso, nonostante la vittoria, si ritroverà sotto la pressione
dell’Italia nella sfera balcanica.
Vedendo il suo destino scritto, capendo che la creazione di una terza corona non
farà che ritardare l’inevitabile con l’Italia alle sue porte, e dopo essere
stato ostacolato dagli Ungheresi prima e durante tutta la grande Guerra,
l’imperatore austriaco promuoverà un referendum per la divisione dell’impero in
tre nuovi regni, uno tedesco, uno ungherese e uno slavo.
La Germania ovviamente sosterrà questa mossa, vedendo un’opportunità per
incorporare completamente l’Austria e manovrare i due stati rimanenti.
Infine, l’Italia otterrà il suo bottino non solo dall’Austria, ma anche dalla
Francia.
Le distruzioni e il costo della guerra che il regno ha sopportato sorpasseranno
quelle del nostro mondo, ma anche le ricompense che otterrà.
Lo spirito unificatore che metterà assieme il paese diviso contro un nemico
comune, assieme alla soddisfazione di aver ottenuto completamente quello che
voleva ottenere, lasceranno alla fine l’Italia molto più in pace che nel nostro
mondo.
L’ostilità proveniente dal fatto che le vennero negati tutti i territori
promessi dall’Intesa non si manifesta, e invece di intraprendere il cammino del
Fascismo, l’Italia concentrerà le sue energie nella ricostruzione e nello
sviluppo di un impero vero e proprio, che adesso si estenderà su tutto il Nord
Africa fino alla costa egiziana e al Corno d’Africa.
L’Italia, quando recupererà e con l’aiuto della Germania, ascenderà per
diventare la potenza guida del Mediterraneo, ottenendo maggiore influenza
nell’Impero Ottomano, in Francia e nei Balcani occidentali.
La Germania vedrà l’Italia come il suo partner di minoranza in questa
disposizione e una forza capace di proiettare il dominio economico tedesco su
tutto il Vecchio Mondo.
Utilizzando il controllo italiano del Mediterraneo nel Vicino Oriente, la
Germania potrà facilmente semplificare i traffici dalle sue colonie italiane
verso l’Europa, dall’Europa verso il Vicino Oriente, e dal Vicino Oriente agli
angoli più remoti dell’Asia, dove ovviamente, senza rivali francesi, inglesi o
russi, potrà iniziare a costruire la sua influenza nella Cina destabilizzata di
recente, ma sarà qui che i Tedeschi incontreranno ancora un altro grande rivale
per il dominio nel Pacifico, l’impero giapponese.
Alle sue spalle ci saranno l’Inghilterra, amareggiata per la sua sconfitta, e,
forse abbastanza presto, gli Stati Uniti.
.
E se il Messico si fosse unito alla Triplice Alleanza?
Nella storia della
guerra pochi singoli documenti hanno avuto un impatto tanto grande quanto il
Telegramma Zimmerman tra la Germania e il Messico.
L’anno è il 1917 e la Grande Guerra si trova ad un importante punto di svolta
dopo anni di stallo: la Russia ha affrontato gravi perdite, ha visto crescenti
sommosse ed è sull’orlo del collasso; la Romania è stata pacificata; il teatro
Ottomano del conflitto ha visto importanti sviluppi a favore dell’Intesa; sia la
Germania che l’Inghilterra sono in una guerra delle risorse e dei rifornimenti
per costringersi l’un l’altra alla resa per fame; e il fronte occidentale, che è
stato caratterizzato per anni da lenti progressi, è stato finalmente scosso
dagli sforzi francesi, mentre le truppe tedesche finalmente liberatesi ad
oriente iniziano ad affluire verso ovest.
Fra tutti questi cambiamenti un fattore causava le preoccupazioni più tremende
per la Germania, e questo era la potenziale entrata degli Stati Uniti nel
conflitto dalla parte della Triplice Intesa.
I Tedeschi erano fiduciosi che una volta chiuso il fronte orientale essi
avrebbero potuto utilizzare quella manodopera ora libera e le risorse dell’est
per sostenere una campagna finale ad alta intensità contro l’Inghilterra e la
Francia, ma per ottenere questo la Germania doveva comunque isolare
l’Inghilterra dai rifornimenti esterni attraverso l’uso della Guerra Sottomarina
Indiscriminata, una cosa contro la quale gli Stati Uniti avevano avvisato la
Germania, a causa del rischio che essa poneva per le navi americane.
Gli Stati Uniti erano ancora neutrali, e la Germania voleva avidamente mantenere
le cose così.
Il corso del conflitto in Europa in quel momento offriva apparentemente una
vittoria per la Triplice Alleanza se esso fosse continuato senza interferenze
esterne, ma agli occhi della Germania le possibilità che gli Stati Uniti si
unissero alla guerra crescevano giorno per giorno.
Dato che possedevano capacità industriali di prima categoria che non erano state
sfiancate dai pesi della guerra negli ultimi anni, gli Stati Uniti sarebbero
stati un fattore che avrebbe cambiato le carte in tavola in maniera schiacciante
sul fronte occidentale che avrebbe potuto assicurare che l’Inghilterra non
finisse mai i rifornimenti e la Francia mantenesse alto il morale fra i soldati
per sostenere un conflitto prolungato.
La Germania era più che desiderosa di durare più della Francia e
dell’Inghilterra da sole, ma non avrebbe potuto farlo se queste fossero state
sostenute dagli Stati Uniti.
Se gli Stati Uniti fossero rimasti coinvolti la Germania aveva bisogno di una
valvola di sicurezza, qualcosa che preoccupasse gli USA e li tenesse lontani dal
teatro europeo, e l’attenzione tedesca si rivolse immediatamente al Messico.
Nel Gennaio 1917 la Germania inviò al Messico il Telegramma Zimmermann, nel
quale proponeva un’alleanza.
In superficie il Messico sembrava il candidato perfetto: è un grande paese
proprio sul confine statunitense; aveva ambizioni su territori persi a favore
degli Stati Uniti; era di recente diventato più ostile verso il suo vicino
settentrionale a causa di alcuni interventi all’interno del suo territorio e
della sfera Latinoamericana; e, cosa abbastanza interessante, il Messico era un
importante paese esportatore di petrolio verso la Triplice Intesa, provvedendo
per circa il 75% dei rifornimenti di carburante della Royal Navy inglese.
Se gli Stati Uniti fossero entrati in guerra il Messico sarebbe stato un ottimo
contrappeso… Solo che non lo sarebbe stato.
La Germania, nella sua valutazione del Messico, deve aver trascurato di
riconoscere la sua scarsa popolazione, la sua mancanza di capacità militari, lo
stato caotico in cui si trovava la nazione e la natura sottosviluppata delle
infrastrutture del Messico.
Gli Stati Uniti all’epoca avevano una popolazione seconda solo a quella della
Russia, della Cina e dell’Impero Britannico nel suo complesso, la popolazione
del Messico ammontava a meno del 15% di quella statunitense.
Quella popolazione era anche impegnata in una guerra civile, con una leadership
che poteva essere facilmente rovesciata da un rimpiazzo filoamericano nel caso
gli Stati Uniti fossero rimasti attivamente coinvolti.
In cima a tutto c’era il fatto che il Messico era ed è ancora famigeratamente
sottosviluppato quando paragonato al suo vicino settentrionale, trasportare
rifornimenti e soldati sarebbe stato un incubo per il Messico se avesse dovuto
competere con degli Stati Uniti molto meglio coordinati.
Chiaramente non c’è nessun vero modo per il Messico di sconfiggere gli Stati
Uniti, ma questo non è mai stato l'obbiettivo della Germania: quello di cui i
Tedeschi avevano bisogno non era che gli Stati Uniti venissero sconfitti, ma che
semplicemente fossero preoccupati, distratti abbastanza a lungo perché i
Tedeschi ponessero termine al conflitto in Europa.
Il Messico doveva semplicemente fare abbastanza pressioni per rendere questo
possibile, e se i Messicani fossero riusciti a impantanare gli Stati Uniti in
una caotica guerriglia con diverse fazioni, a tagliare i rifornimenti di
carburante alla Triplice Intesa e a costringere a deviare le proprie armi e
risorse verso il Messico, allora questo potrebbe essere abbastanza per fare la
differenza, ma poi dobbiamo ovviamente chiederci perché? Perché il Messico
dovrebbe acconsentire a sacrificarsi per la Germania? Che cosa ne avrebbe da
guadagnarci? Sulla carta la Germania aveva offerto al Messico un’opportunità per
riacquisire il Texas, l’Arizona e il Nuovo Messico dagli Stati Uniti, ma perfino
il governo e le forze armate del Messico riconobbero la forte improbabilità di
un’invasione di successo, un’annessione e un successivo mantenimento di questi
stati, che, vi ricordo, adesso avevano una popolazione in larga maggioranza
statunitense, con una percentuale trascurabile di popolazione di discendenza
messicana.
Anche se la guerra civile fosse finita e avesse avuto a sua disposizione la
potenza completa delle sue forze armate unificate, il Messico non avrebbe potuto
prevedere il successo in questa avventura, che non sarebbe valsa il rischio.
La Germania non aveva nemmeno promesso sostegno militare al Messico, ma un
semplice sostegno finanziario, e anche questo era dubbio, visto il passato
fallimento della Germania nell’aiutare la fazione che sosteneva nella guerra
civile a creare una banca nazionale.
Sembrava davvero che la Germania avesse solo promesse a vuoto per il Messico.
Anche per il Giappone era previsto un ruolo in tutto questo, con la California
promessa ai Giapponesi se avessero cambiato schieramento e avesse tenuto
occupati gli Stati Uniti adesso che la sconfitta russa sembrava inevitabile, ma
il Giappone rifiutò apertamente queste proposte di alleanza.
Alla fine anche il Messico avrebbe rifiutato l’offerta della Germania, e il
Telegramma Zimmermann avrebbe aiutato a motivare l’entrata degli Stati Uniti in
guerra, portando alla fine ad una sconfitta della Germania.
Ma se tutto questo cambiasse? E se in una TL alternativa, nonostante le
probabilità contro di lui, il Messico dicesse di sì all’alleanza e si unisse
alla Triplice Alleanza? Prima di tutto il Messico chiederebbe ulteriori
condizioni alla Germania per la sua entrata in guerra, combattere gli Stati
Uniti sarebbe una sentenza di morte senza queste condizioni, e senza di esse non
riuscirebbe nemmeno a rendere sicuri i territori a lui promessi, prima di tutto
il sostegno finanziario e in termini di risorse.
Il Messico interromperebbe il suo commercio con l’Inghilterra, e si aspetterà
che la Germania gli dedichi i necessari rifornimenti e denaro una volta
scoppiata la guerra con gli Stati Uniti.
In secondo luogo, il Messico avrà bisogno di armi e macchinari moderni dalla
Germania per riuscire a competere con la produzione statunitense e le sue forze
armate moderne, e avrà bisogno di queste cose immediatamente prima di dire
ufficialmente sì all’alleanza.
La Germania era una delle potenze industriali più avanzate del pianeta, aveva un
surplus di armi grazie alla sua produzione bellica e nella nostra TL fece
perfino accordi simili con la Cina per aiutarla nella sua industrializzazione e
militarizzazione.
In terzo luogo, il Messico avrà bisogno che la Germania continui a muovere
guerra agli Stati Uniti una volta che il teatro europeo verrà chiuso.
I Tedeschi saranno esitanti ad aderire a questo ultimo punto, ma senza altra
scelta e sapendo che presto saranno in guerra con gli Stati Uniti a discapito di
tutto, accetteranno i termini messicani.
Solo per amore di questo scenario e per dare al Messico ogni vantaggio
possibile, presumeremo anche che Germania e Messico riescano a convincere il
Giappone a cambiare schieramento come espresso nel Telegramma Zimmermann come
parte del piano tedesco per un’alleanza diretta tra Messico e Giappone, non
necessariamente fra Germania e Giappone.
Forse nei negoziati fra i tre la Germania potrebbe promettere al Giappone le
terre dell’Estremo Oriente russo, che potrebbero diventare immediatamente
accessibili, assieme alle sue rivendicazioni sui territori cinesi che il
Giappone aveva occupato e alle conquiste dei territori dell’Intesa in Asia
orientale, incluse le Filippine Americane, oltre alla promessa della California
nel caso gli Stati Uniti entrassero in guerra.
Tutto questo dovrebbe dimostrarsi sufficiente abbastanza perlomeno per
stuzzicare la considerazione da parte del Giappone.
Detto tutto questo considereremo due possibilità in seguito all’accordo
sull’alleanza da parte del Messico.
Prima di tutto immaginiamo uno scenario nel quale gli Stati Uniti, sperando di
impedire il diffondersi della Grande Guerra sul continente americano, decidano
di non farsi coinvolgere nonostante la continua aggressione degli U-Boot
tedeschi: il Presidente Wilson, sentendo il bisogno di ridurre gli incidenti
riguardanti gli attacchi degli U-Boot sia per salvare vite statunitensi che per
impedire coppi di rabbia sul fronte interno, taglia drasticamente il commercio
con l’Inghilterra ad un minimo indispensabile.
Gli Inglesi sarebbero essenzialmente tagliati fuori da tutte le risorse che
arrivano dall'America del Nord.
Senza il carburante messicano, i rifornimenti messicani e con la Germania
imbaldanzita nell’accrescere il suo uso della Guerra Sottomarina Indiscriminata
nell’Atlantico, perfino i rifornimenti in arrivo dal Canada si
rimpicciolirebbero ad una frazione della quantità precedente.
Essenzialmente la macchina da guerra inglese si fermerebbe, e la sua popolazione
affronterebbe un razionamento ancora più intenso che nel nostro mondo, che
porterebbe forse a sommosse civili e ampie richieste di porre fine al conflitto
entro l’anno.
La Francia, come conseguenza di quello che sta avvenendo in Inghilterra,
vedrebbe le sue linee di rifornimento ridursi a causa del suo affidamento sul
supporto aereo, l’industria e i rinforzi via terra inglesi.
Dato che le linee tedesche vengono rinforzate dai soldati dall’est, quelle
francesi collassano e Parigi capitola.
Poiché gli Stati Uniti non entrano in guerra, l’alleanza col Messico e il
Giappone non si attiva mai e questa diventa una tipica TL con la vittoria
tedesca.
Ora, il nostro secondo scenario è uno nel quale gli Stati Uniti, nonostante la
nascita di questa alleanza, si sentono abbastanza sicuri di poter sconfiggere il
Messico rapidamente e decidono di dichiarare guerra alla Germania a prescindere
da tutto, aprendo il fronte americano della Grande Guerra.
Gli Stati Uniti saranno costretti a dare il via immediatamente al War Plan
Green, e poco dopo al War Plan Orange contro il Giappone.
Il War Plan Green prevedeva un blocco del Messico e la conquista dei suoi porti
principali, come avvenuto durante l’Occupazione Statunitense di Veracruz.
Questi includerebbero i porti di Mazatlán, Manzanillo e Salina Cruz lungo la
costa occidentale, così come l’intero Veracruz sulla costa orientale.
La Penisola di Bassa California vedrà l’occupazione totale, mentre le forze di
terra si spingeranno negli stati messicani settentrionali per stabilire una zona
cuscinetto dalla quale condurre operazioni contro la capitale e il centro del
paese, il tutto tenendo le città statunitensi sul confine al sicuro dai raid.
Potrebbe emergere un’alleanza tra gli Stati Uniti e le forze menomate di Pancho
Villa concentrate negli stati nordoccidentali, con gli USA che potrebbero
sostenerlo come leader sostitutivo.
Un rimpiazzo alternativo esisteva anche sotto forma di Félix Díaz, il nipote
dell’ex dittatore messicano Porfirio Díaz, che operava nei dintorni di Veracruz.
Díaz era una figura molto meno radicale di Villa ed aveva meno controversie alle
spalle, considerato che Villa in precedenza aveva attaccato i paesi di confine
statunitensi.
Qualunque sia il caso o uno o entrambi questi uomini diventeranno enormemente
importanti una volta attivato il War Plan Green.
Proprio come durante la prima Guerra Messico-Statunitense il metodo più veloce
per conquistare la capitale messicana sarà attraverso un'offensiva dalla costa
del Veracruz, portando di nuovo sostegno a Díaz come potenziale successore di
Carranza.
Senza molto sostegno tedesco in questi primi anni, il Messico sarà costretto a
sobbarcarsi il conflitto da solo fino a quando i Tedeschi non porranno fine al
conflitto in Europa, e ancora una volta probabilmente avranno bisogno di un anno
per fare questo.
Il poco sostegno che riceverà il Messico sarà sotto forma di attacchi di U-Boot
alla marina statunitense nel tentativo di infrangere il blocco, ma al di fuori
delle armi e dei rifornimenti che la Germania riuscirà a trasportare in Messico
prima che si unisca al conflitto, esso sarà in gran parte da solo, ma gli Stati
Uniti saranno tenuti occupati e gli invii di petrolio all’Inghilterra
cesseranno.
Per quanto riguarda il Giappone, vengono in mente tre bersagli immediati: le
Filippine, Guam e le Samoa, seguite da una campagna di “salto delle isole” fino
alle Hawaii e al Canale di Panama.
Il War Plan Orange prevedeva essenzialmente un abbandono delle Filippine, di
Guam e delle Samoa fino a quando non si fossero rese disponibili e fossero state
mobilitate sufficienti risorse per un blocco e un’eventuale conquista delle
isole giapponesi, ma col conflitto sia col Messico che con la Germania che
infuria, probabilmente la marina statunitense avrà le mani troppo legate per
perseguire questa strategia, e sarà costretta ad adottare un approccio
differente.
Secondo il War Plan Orange, il Canale di Panama verrà rinforzato, cosa
probabilmente già intrapresa considerata l’accresciuta attività nella regione,
mentre le rimanenti forze navali in California partiranno per fortificare le
Hawaii, dato che saranno il previsto campo di battaglia principale contro il
Giappone.
Quando la guerra finirà in Europa e la Germania riuscirà a contribuire
attivamente sul fronte messicano, probabilmente darà troppo poco troppo tardi.
Félix Díaz verrà instaurato come nuovo Presidente del Messico, o perlomeno di
quello che ne è rimasto.
Dopo aver affrontato a quel punto le conseguenze dell’instabilità messicana per
anni e rifiutandosi di permettere ad uno stato così grande ai suoi confini di
tornare nel caos, il paese verrà spartito, garantendo autonomia al nordovest e
al sud sotto la leadership rispettivamente di Villa e di Emiliano Zapata.
Alcune porzioni dello Yucatán e del Messico meridionale, nello specifico l’Istmo
di Tehuantepec, potrebbero vedere l’annessione statunitense o l’affitto per il
loro potenziale come canale transoceanico alternativo o semplicemente come rotta
terrestre breve dall’Atlantico al Pacifico.
Anche i giacimenti petroliferi di Tampico saranno di grande interesse per gli
Stati Uniti, e potrebbero essere affittati agli USA dal nuovo regime, ma non
vedremo un’annessione diretta, dato che l’area circostante verrà considerata
molto più parte integrante del Messico dei più ribelli e divergenti estremo nord
e sud.
Quei territori meridionali annessi direttamente dagli Stati Uniti saranno molto
ricchi di giacimenti petroliferi.
Il Giappone verrà respinto dalle Hawaii, ma le Filippine e le isole del Pacifico
occidentale saranno perdute, permettendo al Giappone di uscire da questo
conflitto con molte conquiste aggiuntive ad un costo relativamente piccolo.
Una pace postbellica vedrà la Germania pagare un risarcimento agli Stati Uniti
per tutti i danni causati dalla Guerra Sottomarina Indiscriminata, così come per
la distruzione affrontata a causa del Messico.
Rifiutandosi di permettere alla Germania di immischiarsi di nuovo negli affari
americani, probabilmente in questo trattato di pace verrà incorporata una
riaffermazione della Dottrina Monroe, ma questa andrà di pari passo con
l’affermazione del dominio della Germania in Europa e in Africa e del dominio
del Giappone in Asia orientale, dividendo di conseguenza il mondo in tre sfere
d’influenza e creando un nuovo equilibrio del potere per il nuovo secolo.
.
E se i Quattordici Punti avessero davvero successo?
I Quattordici Punti
sono probabilmente tra le proposte politiche più incomprese della storia
recente.
Il presidente statunitense Woodrow Wilson aveva cercato per molto tempo di
tenere gli USA fuori dalla Grande Guerra fra la Triplice Alleanza e la Triplice
Intesa.
In seguito alle ripetute provocazioni tedesche sotto forma di attacchi della
Guerra Sottomarina Indiscriminata alle navi americane neutrali e una tentata
istigazione di guerra tra gli Stati Uniti e il Messico, Wilson alla fine si
ritrovò costretto ad agire.
Riconobbe comunque il pericoloso precedente che avrebbe stabilito questa mossa:
fino a quel momento gli Stati Uniti avevano evitato il coinvolgimento negli
affari europei, considerandolo non necessario, ma adesso il paese aveva una
marina, aveva delle colonie, era diventato capace di asserire la sua volontà
oltre i suoi confini, e le potenze europee lo consideravano un attore che
avrebbe potuto cambiare il corso delle proprie guerre, uno strumento da
sfruttare per le proprie conquiste, perfino in patria uomini come Theodore
Roosevelt asserivano che gli USA non potevano più nascondersi dietro i propri
confini e dovessero abbracciare il loro posto di grande attore nella politica
globale, e adesso la Germania stava provocando gli USA e stavano minacciando
vite americane innocenti.
Wilson pensò che questo fosse troppo, ma se gli Stati Uniti dovevano farsi
coinvolgere nella guerra bisognava far sì che questa fosse l’ultima volta che
sarebbe stato necessario, e perciò Wilson fissò un obiettivo: stabilire una pace
duratura e autoalimentata piuttosto che un nuovo equilibrio del potere che
sarebbe stato sfidato qualche anno dopo, e così arrivarono i Quattordici Punti,
una proposta di pace sviluppata da una squadra di 150 storici, scienziati
politici, geografi, etnografi e altri accademici.
La proposta favoriva solo leggermente la Triplice Intesa, ma il suo scopo
generale era utilizzare il caos causato dalla guerra per affrontare le cause
radicali di diverse rivalità e dispute, e aveva chiari obiettivi di non
penalizzare la Triplice Alleanza e farla risentire, tutto questo con l’intento
di stabilire un sistema di pace perpetua sul continente europeo.
Trovando i Quattordici Punti ragionevoli, la Germania accettò di negoziare una
pace su queste basi, portando finalmente la guerra ad una conclusione.
Viene spesso affermato che i Quattordici Punti segnarono l’inizio
dell’interventismo statunitense e che il loro obiettivo era diffondere la
democrazia in stile americano in paesi che non la volevano, e che furono i
responsabili ultimi dell’ascesa della Germania Nazionalsocialista e della Russia
Comunista, ma questo probabilmente non è affatto vero, specialmente quando
capiamo che i Quattordici Punti non videro mai un’implementazione adatta,
essendo stati massacrati dalla leadership dell’Intesa, che cercò di ricavare una
vittoria più favorevole per sé stessa e di punire la Germania più severamente
per assicurarsi che la Germania non tornasse più ad essere una minaccia.
Per quanto riguarda i Bolscevichi, furono i Tedeschi a mandare Lenin in Russia
per infiammare il sentimento rivoluzionario che all’epoca della proposizione dei
Quattordici Punti aveva già dato il via ad una guerra civile all’interno della
Russia, e furono i Tedeschi stessi che si ribellarono contro il Kaiser e
instaurarono una repubblica al posto dell’impero.
Anche in seguito al Trattato di Versailles ci furono proteste in Germania e
Austria che il trattato violava i Quattordici Punti e ci furono forti richieste
per la loro adozione al posto del Trattato di Versailles.
Il piano di Wilson non vide mai un’implementazione adeguata e quello che si
verificò negli anni seguenti fu precisamente quello che temeva lui: un nuovo
equilibrio del potere che venne semplicemente sfidato da quelli che si sentivano
offesi da esso.
Ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa i Quattordici Punti avessero
successo? Per rispondere dobbiamo capire cosa implicavano davvero i Quattordici
Punti, e affronteremo lo scenario punto per punto.
Punto 1: pubblici trattati di pace, stabiliti pubblicamente e dopo i quali non
vi siano più intese internazionali particolari di alcun genere, ma solo una
diplomazia che proceda sempre francamente e in piena pubblicità.
In termini più semplici, il punto 1 chiedeva il divieto di alleanze o trattati
segreti, così che due o più paesi non tramassero in segreto contro un altro e
che venissero impediti accordi come il Patto Molotov-Ribbentropp o il Patto
Hoare-Laval.
Nella nostra TL Wilson denunciò i trattati segreti dell’Intesa che promettevano
ulteriori concessioni agli attuali e aspiranti membri e tentavano di onorare
queste promesse fino a quando non causavano un conflitto d’interessi con
un’altra potenza, scartando in alternativa gli aspetti rimanenti di simili
accordi.
Punto 2: assoluta libertà di navigazione per mare, fuori delle acque
territoriali, così in pace come in guerra, eccetto i casi nei quali i mari
saranno chiusi in tutto o in parte da un'azione internazionale, diretta ad
imporre il rispetto delle convenzioni internazionali.
Questo avrebbe messo fuorilegge pratiche come la Guerra Sottomarina
Indiscriminata al di fuori delle acque territoriali di un dato paese e avrebbe
reso le acque internazionali una zona neutrale perpetua, impedendo ai paesi
neutrali che tentavano di condurre il commercio con gli Stati Uniti di essere
direttamente influenzati e potenzialmente attirati in conflitti esteri.
In aggiunta c’era una disposizione che permetteva l’istituzione di blocchi
navali solo quando di concerto con un accordo internazionale per penalizzare un
paese recalcitrante.
Questo sarà importante in seguito per il punto 14.
Punto 3: soppressione, per quanto è possibile, di tutte le barriere economiche
ed eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni che
consentano alla pace, e si associno per mantenerla.
In breve questo è un accordo per il libero commercio fra tutte le nazioni
coinvolte nella pace.
Lo scopo di questo punto era assicurare una competizione economica equa tra i
paesi europei, affrontando le preoccupazioni tedesche di un dominio inglese sul
commercio.
Comprensibilmente, questo fu uno dei punti ai quali l’Inghilterra si oppose di
più, perché non voleva competere con gli Stati Uniti, che a quel punto avevano
sorpassato l’Inghilterra nella produzione industriale generale, e la Germania,
che era diventata rapidamente una potenza industriale e nel futuro avrebbe
potuto potenzialmente sorpassare la produzione dell’Inghilterra.
L’accesso a beni esotici sarebbe stato un punto di forza per il Regno Unito fino
a quando avrebbe potuto commerciarli grazie al suo vasto impero, ma ne gli anni
recenti sembrava che anche questo se ne stesse andando.
Questa svolta degli eventi avrebbe probabilmente incoraggiato la Gran Bretagna
ad investire di più nelle sue colonie in Africa ed in India, continuando allo
stesso tempo ad esplorare modi per mantenere l’unità imperiale nel disilluso
periodo postbellico.
Punto 4: scambio di efficaci garanzie che gli armamenti dei singoli stati
saranno ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna.
Semplificando, questo punto mira a ridurre le capacità distruttive immediate di
ogni paese per prevenire un conflitto futuro della stessa portata della Grande
Guerra.
Questo sarebbe stato ottenuto attraverso quote di riduzioni molto graduali che
avrebbero fatto arrivare le potenze più esitanti e diffidenti in uno stato di
confort col sistema.
Nella nostra TL questo venne tentato, ma terribilmente mal gestito, da individui
che imposero richieste toppo elevate.
La sicurezza collettiva diventerà importante più avanti col punto 14, e anche se
ci sarebbe stato un graduale disarmo, un esercito di pace internazionale avrebbe
potuto essere creato e mantenuto a livelli più elevati degli eserciti nazionali
individuali.
Punto 5: regolamento liberamente dibattuto con spirito largo e assolutamente
imparziale di tutte le rivendicazioni coloniali, fondato sulla stretta
osservanza del principio che nel risolvere il problema della sovranità gli
interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle ragionevoli
richieste dei governi, i cui titoli debbono essere stabiliti.
Questo punto è facile da interpretare male, ma essenzialmente chiede una
risoluzione delle dispute territoriali e richiede concessioni volontarie in base
ai bisogni geopolitici di ogni potenza e la loro disponibilità a garantire una
protezione per le popolazioni coloniali uguale a quella della popolazione del
paese che le domina, o, semplicemente, se un Inglese o un Tedesco godono in
patria del diritto di proprietà, esso deve essere goduto anche dalle popolazioni
delle loro colonie.
Questo però non significa l’estensione di un eguale potere alle popolazioni
coloniali, e certamente non sostegno ai movimenti indipendentisti anticoloniali
come pensarono alcuni all’epoca, dato che lo stesso Wilson pensava che molte
colonie erano impreparate per l’autogoverno.
Potremmo immaginare che questo riaggiustamento dei possedimenti coloniali vada
in maniera un po’ diversa, la più semplice delle quali è ovviamente il sequestro
di tutte le colonie d’oltremare della Germania come parte del suo pagamento del
debito di guerra, o forse una specie di scambio nel quale la Germania ceda la
Namibia e la Tanzania all’Inghilterra in cambio della Nigeria e del Benin
francese, collegando così le sue colonie di Camerun e Togo per formare una
singola colonia sulla costa dell’Africa occidentale.
Forse la Germania potrebbe scambiare colonie con la Francia e il Belgio per
collegare il Camerun con la Tanzania, conseguendo così una versione in scala più
piccola del piano Mittelafrika.
A parte l’assicurare pratiche giuste nelle colonie, l’obiettivo ultimo di questo
punto, come del resto dei Quattordici Punti, era risolvere le dispute e placare
le ambizioni territoriali.
Le sparse colonie africane tedesche avevano l’obiettivo di essere gradualmente
unite in una colonia che si spandesse da costa a costa, ma ovviamente l’Intesa
non lo permise, visto che la Germania venne sconfitta, perciò si sarebbe dovuti
arrivare ad un compromesso più piccolo.
I possedimenti coloniali francesi erano concentrati soprattutto nel nordovest,
mentre le colonie del Regno Unito nel nordest e nel sud, separate dalla Tanzania
tedesca, cosa che le impediva di costruire la Ferrovia Città del Capo-Il Cairo,
che, sebbene conveniente, sarebbe stata un po’ superflua dato che al Regno Unito
non mancavano le navi per trasportare le merci attraverso le sue varie colonie,
mentre la Germania ebbe difficoltà a fare un uso efficiente dei suoi sparsi
possedimenti coloniali, ma ancora una volta il Regno Unito proverà a fare uno
sforzo per collegare meglio le sue colonie, e certamente la Ferrovia Città del
Capo-Il Cairo aiuterebbe.
Dato che la mediazione aveva una parte così grande nel piano di Wilson, non
sarebbe irragionevole immaginare la condizione aggiunta che la Germania riceva
il Gabon e il Congo in cambio del permesso alla Gran Bretagna di costruire la
sua ferrovia attraverso la Tanzania, accontentando così tutte le parti coinvolte
e dimostrando un inizio di cooperazione tra Tedeschi e Inglesi.
Punto 6: Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento di tutte le
questioni che riguardano la Russia senza ostacoli e senza imbarazzo per la
determinazione indipendente del suo sviluppo politico e sociale e assicurarle
amicizia, qualsiasi forma di governo essa abbia scelto. Il trattamento accordato
alla Russia dalle nazioni sorelle nel corso dei prossimi mesi sarà anche la
pietra di paragone della buona volontà, della comprensione dei bisogni della
Russia, astrazione fatta dai propri interessi, la prova della loro simpatia
intelligente e generosa.
Questo punto non chiede agli eserciti stranieri di negoziare le ultime dispute,
ma che la stessa Russia risolva da sola la sua turbolenza politica e accetti
qualsiasi esito possa venirne fuori, sia esso Bolscevico, democratico o zarista.
Data la sua posizione sugli stati nazione, Wilson sosterrà quasi certamente la
continuazione dell’indipendenza di Finlandia, Ucraina e Stati Baltici, e degli
stati del basso Caucaso, ma quando i Quattordici Punti entreranno in vigore in
questa TL, presumendo che sia lo stesso momento del Trattato di Versailles,
Bielorussia e Ucraina avranno già ceduto entrambe a dei regimi favorevoli ai
Bolscevichi, facendo sì che o si uniscano alla Russia o che esistano come
fantocci russi indipendenti, cosa per la quale i Bolscevichi opterebbero se non
gli verrà concessa più influenza nella Società delle Nazioni, un po’ come fece
l’URSS con i suoi mandatari nelle Nazioni Unite.
C’è anche un incidente degno di nota nel quale un rappresentante statunitense
che incontrò la leadership ucraina per discutere della guerra civile in corso
non riconobbe gli Ucraini e i Bielorussi come gruppi separati dalla Russia vera
e propria, cosa che suggerisce che indipendentemente o meno dall’annessione di
questi stati ci saranno certamente controversie e dibattiti su questo argomento.
Presumeremo, per amore di semplicità, che i Bolscevichi, piuttosto che tentare
di conquistare gli stati che si sono separati, vengano obbligati a onorare
l’accordo e a porre fine alle ostilità in corso con la Polonia e altri, per
cercare di ottenere la fine dell’intervento nella Guerra Civile Russa e per
desiderio del riconoscimento delle potenze occidentali.
I Russi trarranno vantaggio anche da questo accordo, dato che la Polonia sarà
costretta a restituire i territori occupati dell’Ucraina occidentale, che
avevano una popolazione a maggioranza ucraina.
I Bolscevichi potranno anche comprendere che con abbastanza tempo a disposizione
riusciranno comunque gradualmente a infiltrare e diffondere la loro ideologia in
questi stati, rendendo la loro riconquista immediata non necessaria.
Punto 7: il Belgio – e tutto il mondo sarà di una sola opinione su questo punto
– dovrà essere evacuato e restaurato, senza alcun tentativo per limitarne
l'indipendenza di cui gode al pari delle altre nazioni libere.
Questo punto richiede semplicemente che il Belgio torni al suo stato libero
prebellico.
Punto 8: il territorio della Francia dovrà essere completamente liberato e le
parti invase restaurate. Il torto fatto alla Francia dalla Prussia nel 1871, a
proposito dell'Alsazia–Lorena, che ha compromesso la pace del mondo per quasi 50
anni, deve essere riparato affinché la pace... Possa essere assicurata di nuovo
nell'interesse di tutti.
Questo punto significa che le truppe straniere devono lasciare la Francia e la
Germania deve restituire l’Alsazia-Lorena.
Punto 9: una rettifica delle frontiere italiane dovrà essere fatta secondo le
linee di demarcazione chiaramente riconoscibili tra le nazionalità.
Questo punto garantisce all’Italia tutte le terre etnicamente italiane, un esito
che non sarebbe troppo differente dalla nostra TL e che potrebbe comunque far
arrabbiare l’Italia, visti i suoi sentimenti verso la cosiddetta Vittoria
Mutilata, che negò all’Italia le terre storicamente italiane della costa
dalmata, concedendo ad essa solo alcune isole dove gli Italiani costituivano una
maggioranza.
Una possibile compensazione per questo potrebbe essere la concessione della
città di Fiume, che in origine non era stata promessa all’Italia ma ospitava una
grande popolazione italiana.
Questa, assieme a Malta, che era sotto il controllo inglese, e potenzialmente la
Corsica francese, che era stata venduta da Genova un secolo e mezzo prima per
via della sua natura ribelle.
Nella nostra TL la narrativa della Vittoria Mutilata, secondo la quale aveva
sacrificato troppo senza ricevere un premio adeguato, fu una causa importante
per l’ascesa del Fascismo.
Anche se il movimento potrebbe certamente ascendere comunque in questa TL,
compensare l’Italia per la Dalmazia, soprattutto se fatto con un premio
importante come la Corsica, potrebbe dimostrarsi abbastanza per appagare i
nazionalisti italiani con un senso di raggiunta unificazione.
Punto 10: Ai popoli dell'Austria–Ungheria, alla quale noi desideriamo di
assicurare un posto tra le nazioni, deve essere accordata la più ampia
possibilità per il loro sviluppo autonomo.
Questo punto chiede la divisione dell’Austria-Ungheria lungo basi etniche e
possibilmente culturali, la distinzione è che le prime vedrebbero la divisione
dell’impero su base germanica, ungherese, slava meridionale e slava occidentale,
con alcune terre che verrebbero concesse alla Germania, alla Polonia, alla
Romania e all’Ucraina, mentre la seconda comporterebbe diverse ulteriori
divisioni su basi linguistiche e religiose, come i Bosniaci Musulmani, i Croati
Cattolici e i Serbi Ortodossi sparsi nella regione.
Questo sarà importante per decifrare le parole del punto seguente.
Punto 11: la Romania, la Serbia e il Montenegro dovranno essere evacuati, i
territori occupati dovranno essere restaurati; alla Serbia sarà accordato un
libero e sicuro accesso al mare, e le relazioni specifiche di alcuni stati
balcanici dovranno essere stabilite da un amichevole scambio di vedute, tenendo
conto delle somiglianze e delle differenze di nazionalità che la storia ha
creato, e dovranno essere fissate garanzie internazionali dell'indipendenza
politica ed economica e dell'integrità territoriale di alcuni stati balcanici.
La prima parte è abbastanza chiara: rimuovere le truppe dagli stati balcanici
occupati, ma suggerire di dare alla Serbia un libero e sicuro accesso al mare
può solo voler dire unire la Serbia col Montenegro, uno stato anch’esso in gran
parte slavo e Ortodosso, ma che prima della guerra era un’entità sovrana.
Anche la Bosnia potrebbe essere un’opzione, ma il suo accesso al mare è
limitato, e probabilmente implicherebbe l’unificazione anche con la Croazia e la
Slovenia.
Probabilmente Wilson era stato messo al corrente di queste divisioni dal suo
team di ricerca, ma dato gli sviluppi durante la guerra in favore
dell’unificazione tra questi stati pensava che l’unità slava fosse una direzione
giusta da adottare, ma, ancora una volta, l’uso del termine “alcuni stati
balcanici” complica la questione.
Assumeremo per amore di questo scenario che Wilson cerchi di creare una Croazia,
una Slovenia e una Bosnia indipendenti, e le incoraggi ad andare d’accordo con
la Serbia, che potrebbe unirsi col Montenegro, per formare una Federazione
Jugoslava nella quale ad ogni cultura venga assicurata l’autonomia all’interno
dei propri territori.
Punto 12: alle regioni turche dell'attuale impero ottomano dovrà essere
assicurata una sovranità non contestata, ma alle altre nazionalità, che ora sono
sotto il giogo turco, si dovranno garantire un'assoluta sicurezza d'esistenza e
la piena possibilità di uno sviluppo autonomo e senza ostacoli. I Dardanelli
dovranno rimanere aperti al libero passaggio delle navi mercantili di tutte le
nazioni sotto la protezione di garanzie internazionali.
Questo punto chiede una spartizione dell’Impero Ottomano su basi simili a quelle
dell’Austria, incentivando l’autonomia dei nuovi stati piuttosto che la
colonizzazione da parte di Inghilterra e Francia come accadde nella nostra TL
secondo l’Accordo Sykes-Picot.
Le terre sulla costa con una popolazione a maggioranza greca andranno alla
Grecia, assieme alla Cipro inglese e a varie isole tra l’Anatolia e la Grecia
vera e propria.
Anche se vengono menzionati solo i Dardanelli, l’implicazione del libero
passaggio suggerisce che sia l’Ellesponto che il Bosforo diventeranno zone
internazionali, permettendo il libero movimento dalle navi fra Mediterraneo,
Egeo e Mar Nero, dando a Russia, Bulgaria, Ucraina, Romania e Georgia un nuovo
accesso senza limiti ai mercati occidentali.
Ad oriente la Georgia cercherà di annettere le popolazioni greche Cristiane
della costa nord, fornendo loro un rifugio sicuro ed espandendo le sue coste.
L’Armenia vedrà una moderata espansione verso ovest, visto quanto gli Ottomani
hanno eradicato con forza la popolazione armena ad oriente, e probabilmente
riceverà una qualche forma di risarcimento dalla Turchia quando dopo la guerra
si scoprirà questa azione.
Proprio a sud di essa, però, emergerà un nuovo stato curdo indipendente, e a sud
di esso una patria araba Sciita sotto forma della Mesopotamia.
Per quanto riguarda il Patto di Londra con l’Italia e tutti i trattati segreti
che tradivano gli accordi precedenti o violavano il modello di stato nazione,
Wilson scaricherà l’Accordo Sykes-Picot e cercherà di rendere i territori
sudoccidentali dell’Impero Ottomano uno stato arabo Sunnita, sia perché in linea
con la sua visione di stato nazione che per onorare il Protocollo di Damasco,
che gli Arabi avevano interpretato come un trattato vincolante mentre gli
inglesi no.
Nella nostra TL Wilson capì che bisognava prendere un po’ in considerazione i
bisogni della popolazione locale, e propose una commissione per identificare i
desideri e i bisogni della popolazione di quelle regioni prima che venissero
intraprese ulteriori azioni, ma le rivendicazioni inglesi e francesi vennero
promossi a discapito di tutto.
La questione della Palestina e di Israele rimane un problema, dato che nel 1917
il Reno Unito aveva promesso una patria Ebraica attraverso la Dichiarazione
Balfour, nei confronti della quale all’inizio Wilson era esitante, ma che poi in
seguito apparentemente sostenne per garantire agli Ebrei senza stato
un’opportunità di autodeterminazione, il tutto solo pochi mesi prima di stilare
i Quattordici Punti.
Questo causò evidentemente tensioni e conflitti tra la popolazione Ebraica in
arrivo e gli Arabi locali, e andò contro gli intenti pacifici di Wilson, perciò,
anche se pare che Wilson sostenne la Dichiarazione Balfour presumeremo che
questa finisca in secondo piano rispetto ai Quattordici Punti e che per il
momento Israele, o piuttosto il Mandato Britannico della Palestina, non venga
creato.
Con confini chiaramente delineati basati sul sostegno alla pace piuttosto che
sugli interessi geopolitici, i Turchi, anche se con un territorio
significativamente ridotto, non affrontano la prospettiva di vedere le loro
terre ridotte ad una linea di costa sul Mar Nero, ma rimangono comunque
aggressivi sotto la nuova leadership nazionalista e probabilmente perseguiranno
lo stesso una Guerra d’Indipendenza Turca come nella nostra TL, ma con gli Stati
Uniti intenti a preservare questi nuovi confini e con il continuo sostegno degli
adesso rinforzati alleati arabi, i Turchi verranno obbligati ad accettare questo
esito.
Punto 13: dovrà essere creato uno stato indipendente polacco, che si estenderà
sui territori abitati da popolazioni indiscutibilmente polacche; gli dovrà
essere assicurato un libero e indipendente accesso al mare, e la sua
indipendenza politica ed economica, la sua integrità dovranno essere garantite
da convenzioni internazionali.
Questo chiede semplicemente un’espansione della ricostituita Polonia che la
Germania aveva ricavato dalla Russia durante la guerra, espandendola leggermente
con i territori acquisiti dalla dissolta Austria-Ungheria e con un corridoio di
terra acquisito dalla Germania per permetterle l’accesso al mare.
Questa versione della Polonia non includerà le terre della Lituania meridionale
che acquisì nella nostra TL dalla Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa.
I polacchi perderanno anche la Galizia ucraina, trovandosi di fronte questa
sporgenza dell’influenza sovietica proprio sui loro confini.
Punto 14: dovrà essere creata un'associazione delle nazioni, in virtù di
convenzioni formali, allo scopo di promuovere a tutti gli stati, grandi e
piccoli indistintamente, mutue garanzie d'indipendenza e di integrità
territoriale.
Infine, questo punto chiede la creazione della Società delle Nazioni come corpo
di mediazione tra i paesi che assicuri la continuazione della sovranità di
tutti.
Anche se questo nel nostro mondo avvenne, essa si dimostrò tutt’altro che
efficace, e alla fine vide la sostituzione con le Nazioni Unite in seguito al
fallimento nel fermare la seconda grande guerra.
La faremo semplice e supporremo semplicemente che la Società adotti le stesse
strategie che resero di successo le Nazioni Unite, inclusa l’entrata immediata
di Stati Uniti, Germania e Unione Sovietica.
Un mondo in cui i Quattordici Punti hanno davvero successo sarebbe a questo
punto molto simile al nostro in diversi modi, specialmente se si desse un rapido
sguardo ad una mappa senza osservarla da vicino, ma il futuro di questo mondo
divergerà rapidamente verso qualcosa di molto poco familiare.
La Germania manterrà il controllo delle terre a maggioranza tedesca assieme alla
città di Danzica.
Avendo inoltre acquisito dall’Austria-Ungheria il Sudetenland a maggioranza
tedesca e addirittura mantenuto le colonie d’oltremare, adesso inizierà a
considerare l’unione con l’Austria dopo la dissoluzione del suo impero.
L’Anschluss non verrà mai proibito come nel Trattato di Versailles, e molti dei
territori etnicamente tedeschi che Hitler aveva tentato di acquisire ottenendo
popolarità sarebbero già incorporati nel territorio tedesco.
I Tedeschi devono pagare i debiti di guerra, ma non sono affatto pesanti come
quelli del nostro mondo, né le forze armate tedesche verranno profondamente
smantellate come nella nostra TL, anche se vedremo comunque una riduzione in
linea con le quote di smilitarizzazione imposte a tutte le nazioni.
Poiché la Germania non è mai costretta ad affrontare le pressioni irragionevoli
del Trattato di Versailles, il Nazionalsocialismo non diventa mai importante nel
paese , e lo stesso si potrebbe dire del Fascismo in Italia, anche se questo
dipende fortemente dalla volontà italiana di accettare concessioni alternative
alla Dalmazia.
Il Medio Oriente viene mantenuto in uno stato stabile, con solo i Turchi che per
il momento rimangono piuttosto risentiti, ma che è probabile che accettino la
loro situazione quando diventerà chiaro che quei confini saranno lì per restare
e che questo nuovo modello gli permetterà di concentrarsi sulla loro popolazione
invece che su diversi gruppi imperiali.
Negli anni seguenti ci si potrà aspettare un conflitto fra gli Hashemiti e la
Dinastia Saudita, ma quasi certamente vedremo una sua risoluzione in un
controllo Hashemita dell’Arabia.
I Sovietici probabilmente continueranno a tentare di proiettare la loro
influenza oltre i loro confini negli anni immediatamente seguenti gli accordi di
pace, attirando le ire dell’occidente fino a quando Stalin non prenderà il
controllo e porterà l’Unione Sovietica in una direzione più rivolta verso
l’interno, concentrandosi sull’industrializzazione e il consolidamento del
potere all’interno della Russia, almeno per il momento.
Con la Germania e l’Italia appagate e la Russia che è improbabile che agisca in
Europa con una Società delle Nazioni efficace al suo posto, gli ultimi attori
importanti che potrebbero sovvertire la pace globale sono il Giappone e la Cina.
I Cinesi ovviamente sono stati destabilizzati in seguito al collasso della
Dinastia Qing, e i confini dell’ex impero cinese stanno ancora prendendo forma.
Nella nostra TL il Giappone trasse vantaggio da questo e iniziò ad espandersi
nei territori cinesi costieri del nord, asserendo la sua posizione di potenza
guida dell’Asia Pacifica.
Non è perfettamente chiaro se il Giappone farà comunque ricorso a queste azioni
senza segnali di una Società delle Nazioni davvero inefficiente o se penserà che
un’altra nazione possa intervenire, ma dati i passati incidenti con la Cina, il
clima politico all’interno del Giappone e il fatto che i Giapponesi hanno
tentato di giustificare la sua invasione con un attacco sotto falsa bandiera,
probabilmente procederà con la sua invasione della Manciuria, e questa sarà la
cartina di tornasole delle capacità della Società di mantenere la stabilità
quando dovrà affrontare una nazione bellicosa.
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E ora, la proposta di matritum, tratta da questo sito:
Eccovi la mia mappa di un'Europa alternativa nel 1922 a causa di un diverso trattato di Versailles:
Come si vede, è stato deciso che la Prussia e il suo militarismo furono le cause della Grande Guerra e il resto degli stati tedeschi furono vittime della Prussia, quindi la Germania non deve più esistere. La Prussia conserva Danzica ma cede la provincia di Assia-Nassau alla Repubblica Popolare di Assia, che trasferisce la capitale a Francoforte sul Meno. Sul fronte opposto, il trattato conferisce alcuni territori dell'Oldenburg e dei vecchi ducati Ernestini alla Prussia al fine di rimuovere le enclavi. Inoltre tutti gli stati tedeschi riacquistano la loro indipendenza, ma si impone che gli stati del sud non possono unirsi alla Prussia. Di conseguenza, Brunswick, Lippe, Schaumburg-Lippe, Waldeck-Pyrmont, Brema, Amburgo e Lubecca si uniscono alla Prussia. L'Oldenburg invece sceglie di diventare indipendente e gli stati di Meclemburgo-Schwerin e Meclemburgo-Strelitz si fondono in un nuovo statoeuropeo: lo stato libero di Meclemburgo con capitale Schwerin. Infine, gli stati del sud accettano di creare una nuova repubblica federale chiamata Confederazione della Germania Meridionale con capitale federale a Monaco. Viene creata la Turingia e il Baden ottiene il Palatinato renano dalla Baviera, quindi lo stato viene ribattezzato Baden-Palatinato. L'Austria sceglie di rimanere indipendente. In questo scenario che ruolo avrà Adolf Hitler? La Prussia diventerà alleata della Polonia e la Germania Meridionale si avvicinerà alla Francia? E con che conseguenze sulla storia d'Europa? La Seconda Guerra Mondiale scoppierà lo stesso? Eviteremo l'Olocausto?
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E adesso, la parola a Enrico Pizzo:
Durante i lavori della Conferenza di Versailles venne tentato di dare un assetto
all'Europa post-bellica mediante la creazione di stati etnicamente omogenei.
Il tentativo era nobile ma purtroppo destinato a fallire a causa della non
perfetta corrispondenza degli erigendi confini politici con quelli etnici.
Supponiamo invece che a Versailles si scelga di applicare un principio
modificato del territorio etnicamente omogeneo, basato su questi punti:
1 - solo i territori caratterizzati da una percentuale etnica almeno pari, o
superiore, al 98% possono essere eretti in Nuovi Stati
2 - qualora vi sia un collegamento territoriale tra un territorio di cui al
punto 1 ed uno Stato etnicamente omogeneo già esistente il territorio verrà
assegnato allo Stato di cui sopra
3 - qualora non vi sia possibilità di collegamento territoriale con uno Stato
etnicamente omogeneo già esistente il territorio di cui sopra verrà eretto in
Stato Indipendente
4 - qualora il territorio etnicamente omogeneo costituisca un enclave
all'interno di un territorio etnicamente omogeneo più grande i 2 andranno a
costituire entrambi un Nuovo Stato di natura Federale
5 - i territori non etnicamente omogenei verranno eretti in Stato Indipendente
Bilingue, gli Stati etnicamente omogenei limitrofi ed affini si impegneranno, in
caso di necessità, a garantirne la sicurezza ed a sostenerli economicamente.
Sulla base di quanto ho scritto sopra i territori dell'odierna Slovenia andrebbero a costituire il nuovo Stato Sloveno, il Trentino verrebbe assegnato all'Italia, la Moravia diverrebbe lo Stato dei Tedeschi di Moravia, l'Ungheria lo Stato Federale Magiaro-Tedesco e la Venezia Giulia uno Stato Indipendente protetto e sostenuto economicamente dai vicini Stato Sloveno e Regno d'Italia.
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Gli risponde Federico Sangalli:
É un POD interessante, ma, come peraltro accadde per le condizioni di pace di Versailles, non dipende tanto dalla ragionevolezza o no delle condizioni quanto dalla volontà politica di applicarle, che verrebbe inficiata dall'onnipresente nazionalismo (motivato alla base dalle perdite della Prima Guerra Mondiale, della serie "Abbiamo sputato sangue per tre anni sul Carso solo per vedere Trieste far parte di uno staterello indipendente?" Vien da sé quanto l'Italia sarebbe motivata a garantire onestamente la sicurezza del suddetto stato e vale anche per le altre nazioni). La soglia di omogeneità etnica, concetto già di per sé controverso, al 98% poi è molto alta e aprirebbe la strada a uno spezzettamento dell'Europa continentale in molteplici staterelli indipendenti (non solo la Moravia, ma anche la Slesia, la Pomerania, l'Holstein, l'Alsazia-Lorena,...) e potrebbe avere interpretazioni molto diverse (che succede se la Scozia dice di essere scozzese e non britannica?). Poi il concetto di federazione si basa sui legami tra due entità territoriali che decidono di federarsi. Se però tali entità non ci sono perché il 2% dell'altra etnia è sparso su tutto il territorio automaticamente non è più una federazione, bensì uno stato unitario con grande autonomie culturali per le minoranze (esempi di riferimento possibili, i tedeschi di Ungheria, gli ebrei polacchi o gli zingari). Se invece la minoranza è concentrata territorialmente perché non dare l'indipendenza al suddetto territorio (esempi di riferimento, gli ungheresi di Transilvania, gli ucraini dell'Ungheria transcarpatica, i baschi spagnoli). Da ultimo questo metodo non terrebbe conto (non è una vera obiezione, Versailles ne tenne conto anche meno) delle opinioni locali: gli sloveni vogliono davvero l'indipendenza o il romanticismo nazionale li induce a chiedere l'unione alla fratellanza iugoslava? Tutti i catalani sono secessionisti o c'è anche chi vuole rimanere unito alla Spagna? Ribadisco comunque che l'idea è interessante, anche se le percentuali esatte della composizione etnica dell'Europa del 1918 mi sono troppo poco familiari per poter avere un'idea precisa del risultato finale.
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Ed ecco il punto di vista di Perchè No?:
Tutto questo mi fa pensare ad una serie di fumetti ucronici francesi, intitolata Jour J (Giorno G) ed iniziata con un racconto spaziale in cui l'URSS pone piede sulla Luna prima degli USA. La serie cresce con velocità impressionante, e conta ormai parecchi volumi su altri momenti della storia del XX secolo. Il secondo volume si intitola "Parigi, settore sovietico", e tratta di una storia di spionaggio in una Francia divisa tra Est ed Ovest, nido di spie della guerra fredda.
Il terzo e il quarto volume formano una dilogia : "Settembre rosso" e "Ottobre nero". La storia si svolge nel 1917. La Francia non ha avuto un Ferdinand Foch per vincere la battaglia della Marna ed é stata sconfitta già nel 1914: di conseguenza é occupata dai Tedeschi che hanno restaurato la monarchia. Le colonie francesi sono rimaste fedeli al governo repubblicano in esilio, diretto in Algeria da Clémenceau come un De Gaulle ante litteram. Il Regno Unito ha firmato la pace senza grossi problemi e la Russia rimane da sola a combattere contro le potenze centrali: non so come, ma il fronte inizia appena a crollare nel 1917, e lo Zar Nicola II sembra sul punto di accettare una pace di compromesso.
Per continuare a lottare la Francia repubblicana ha bisogno della Russia e Clémenceau vede una sola possibilità per impedire a Nicola II di firmare la pace: favorire una rivoluzione in Russia e la nascita di un fronte repubblicano contro le monarchie. Clémenceau assegna questa missione a uno dei suoi migliori agenti e fa uscire di prigione il suo nemico pubblico numero uno: Jules Bonnot, anarchico, ladro, vero gangster di Cosa Nostra, personaggio leggendario in Francia in stile Battisti). I due arrivano a San Pietroburgo e si uniscono ai movimenti Bolscevichi. Lenin, Trotsky e Stalin sono dipinti di maniera cinica, tutti tirannici e crudeli anche se in maniere diverse. Jules Bonnot lancia una vasta operazione di terrorismo contro il potere e i suoi agenti (potere aiutato da agenti tedeschi), e la rivoluzione sta per scoppiare come nella nostra storia. Ma Bonnot inizia a non fidarsi più di Lenin e de i suoi. La rivoluzione scoppia, il regime di Nicola II, crolla ma stranamente durante uno discorso Lénin, Trotsky e Stalin sono uccisi da un'esplosione con tutti i capi bolscevichi, lasciando campo libero a gli anarchici della Makhnovchina e ai ribelli del Kronstadt. Qualche mese dopo l'agente francese tornato in Algeria racconta il prosieguo degli eventi: Clémenceau ha approfittato della situazione; il popolo russo, mobilitato da una febbre nazionalista, si é organizzato da solo con l'esercito in reggimenti e rovescia le linee tedesche, avanzando in Polonia. Clémenceau prepara uno sbarco in Provenza quando il re fugge da Parigi, a Berlino scoppia una rivoluzione spartachista, la guerra é finita più o meno ovunque lasciando il posto alla rivoluzione anarchica mondiale. La storia finisce con Bonnot che, in aereo sopra Parigi, lascia dei messaggi alla popolazione civile : "Arriviamo!"
Cosa ne pensate?
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Così gli risponde Lord Wilmore:
Complimenti: l'idea della Rivoluzione Anarchica Mondiale non era venuta in mente a nessuno di noi, né tanto meno quella di Clemenceau che fa il De Gaulle ante litteram. Perchè non immaginare uno sviluppo analogo a quello della Seconda Guerra Mondiale anticipata?
Le truppe del Kaiser piegano la Francia che si arrende e bombardano con cannonate pazzesche le isole britanniche usando il suolo francese come poligono per cannoni da cento metri di canna (analogo delle V1 e delle V2), ma non piegano Londra. L'Italia è rimasta fedele alla Triplice ed è scesa in guerra con le potenze centrali. In Russia Tedeschi e AustroUngarici assediano San Pietroburgo e penetrano in profondità fino a 50 Km da Mosca, lo Zar fugge a Ekaterinenburg al di là degli Urali, a Mosca scoppia una rivoluzione anarchica dopo che Jules Bonnot ha fatto fuori Lenin e soci.
A questo punto lo Zio Sam pensa: se i Tedeschi vincono, devo dire addio ai grossi prestiti fatti a Londra, Parigi e Mosca, e così con un pretesto gli USA entrano in guerra. Sbarco anglofrancoamericano in Sicilia, Re Vittorio Emanuele III è costretto a firmare la resa, ma i tedeschi occupano la penisola, il Re fugge a Brindisi sotto protezione alleata e i tedeschi insediano Gabriele d'Annunzio come leader di un governo fantoccio che ha sede a Gardone Riviera (perchè no?): il Regno di Gardone. Intanto gli angloamericani sbarcano in Francia (D-Day) e Clemenceau fa il suo trionfale ingresso a Parigi, mentre gli anarchici russi scacciano a poco a poco i tedeschi dal loro suolo patrio. La Russia sarà così divisa in Unione delle Repubbliche Anarchiche Sovrane (la Russia Europea) e in Impero di Siberia (i Romanov rimasti al potere oltre Urali).
In Italia Destra Monarchica e Partito Socialista si scontrano in una guerra civile che passa alla storia come "Resistenza", negli scontri cade anche il giovane Benito Mussolini. Il 4 novembre 1918 gli Alleati entrano a Berlino e il Kaiser si suicida. D'Annunzio è catturato e processato; Don Luigi Sturzo, Filippo Turati e Benedetto Croce proclamano la Repubblica Italiana. La Germania è divisa in zone di occupazione, l'impero AustroUngarico si sfascia, l'Italia deve cedere Valle d'Aosta e Sardegna alla Francia e Sicilia al Regno Unito, anche se Trento e Trieste si uniscono a Roma mediante plebiscito; gli USA emergono da subito come grande potenza. L'infezione anarchica si diffonde in Europa e nel mondo, inizia l'era della "Guerra Fredda" tra la NATO (USA, Regno Unito, Francia, Italia, Benelux, Germania Ovest, Austria, Danimarca, Norvegia, Grecia, Turchia, Impero Zarista) che si fa paladina della democrazia liberale e il Patto di Varsavia (Russia Europea, Polonia, Finlandia, Stati Baltici, Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Albania, paesi arabi) che propugna l'anarchismo. Come andrà a finire?
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Non può mancare il parere di Bhrghowidhon:
L'idea è buona, ma D'Annunzio mi sembra davvero troppo antitriplicista per diventare sùbito uomo di fiducia degli Imperi Centrali (Mussolini, se non altro, ha impiegato 26 anni per una parabola analoga). Durante la Prima Guerra Mondiale le - poche - proposte di 'punizione' del Regno d'Italia prevedevano ancora una Restaurazione Asburgica (unica variante a tali proposte: Lombardia annessa alla Germania - insieme alla Svizzera - anziché parte del ricostituito Lombardo-Veneto, ma in questo scenario immagino che la Svizzera debba per simmetria restare neutrale). Ciò di per sé si risolverebbe nella riesumazione del Lombardo-Veneto, dei Ducati Padani, del Granducato di Toscana, quasi sicuramente anche dello Stato Pontificio e, almeno per qualche mese, del Regno di Napoli. La situazione inedita sarebbe costituita dalla fuga dei Savoia; per quanto riguarda Sardegna e Piemonte, si sarebbero potute combinare una più estesa rivincita asburgica (riportando i confini occidentali della Lombardia, ossia del Ducato di Milano come tradizionalmente chiamato dall'Austria, fino alla situazione antecedente alle Guerre di Successione del Settecento, ma con probabile incameramento degli ex-Feudi Imperiali, inoltre il recupero della Sardegna a 'indennizzo' della Sicilia, forse ricostituzione della Repubblica di Genova ma legata a Milano e infine un Principato di Piemonte assegnato a qualche ramo collaterale e 'collaborazionista' dei Savoia, a meno di lasciarlo a disposizione dei Re degli Stati Tedeschi).
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Citiamo l'idea di Never75, scritta il 7 dicembre 2013:
Dato che ci avviciniamo al centenario dell'Inutile Strage, ho pensato a un'ennesima variante per evitarla. Poniamo che, alla notizia dell'assassinio di Francesco Ferdinando e consorte all'anziano Francesco Giuseppe venga un colpo al cuore e muioa pure lui. In effetti morirà solo un paio di anni più tardi. In questo caso l'Arciduca Carlo, incoronato in fretta e furia, potrebbe avere più successo per evitare il conflitto. Si arriverebbe a un accordo con la Serbia che, peraltro, era già stata disponiblie ad accettare quasi tutte le richieste austriache anche in H.L. La sua antipatia col Kaiser lo farebbe avvicinare maggiormente all'Italia e la cessione del Trentino sarebbe quasi scontata. Il sogno di un impero federale, già vagheggiata dallo zio Francesco Ferdinando e dal cugino Rodolfo, diventerebbe realtà. Inoltre, in virtù della sua religione cattolica, farebbe da intermediario per risolvere la questione romana e quella irlandese. Per questo potrebbe ricevere il Premio Nobel della pace. Un po' troppo ottimista come ucronia? Forse. Però non vogliatemene, ma per evitare una follia costata la vita a 20 milioni di persone, questo e altro!
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Gli risponde Bhrghowidhon:
L'ottimismo eccessivo è purtroppo quello che ha storicamente caratterizzato i Vertici Politici e Militari nel 1914-1915; qualsiasi scenario alternativo, al confronto, si presenta come più realistico... Un possibile itinerario - ovviamente non militare - per evitare la catastrofe della Prima Guerra Mondiale a partire dall'Austria-Ungheria sarebbe stato:
1) radicale riforma politica della Transleithania, suddivisa come approssimazione minima in tre Entità, l'Impero d'Austria (con i Paesi Ereditarî, i Sudeti, la Dalmazia e la Bucovina), il Regno di Boemia e Moravia (con tutela scolastica della Minoranza Tedesca) e il regno di Galizia e Lodomiria (con tutela scolastica dei Ruteni), per cui la Duplice Monarchia sarebbe divenuta l'Unione personale e geopolitico-economico-militare di cinque Stati (se si contano l'Ungheria, praticamente intoccabile, e la Bosnia-Hercegovina);
2) la costituzione di un Impero Danubiano-Adriatico, analogo al Secondo Reich e comprendente le cinque Monarchie Asburgiche, Romania, Montenegro e Albania;
3) la fondazione dell'Unione doganale, economica e politica mitteleuropea a partire dalla Triplice Alleanza (Reich Tedesco col Lussemburgo, Impero Danubiano-Adriatico e Regno d'Italia) ed estesa a Svezia, Danimarca, Olanda, Belgio, Grecia, Bulgaria e Impero Ottomano;
4) Trattato di Controassicurazione tra Mitteleuropa e Impero Russo (unica formulazione compatibile con l'adesione di quest'ultimo alla Triplice Intesa). A questo punto la Serbia sarebbe stata completamente circondata, pur conservando l'alleanza della Russia, mentre l'Impero Asburgico sarebbe stato inattaccabile; l'unità dell'Impero sarebbe stata notevolmente ridimensionata, ma non per quanto riguardava i Poteri Militari né quelli Economici e addirittura Carlo I. avrebbe esteso la propria egemonia a tre Stati o già alleati (Romania) o comunque già costituenti obiettivi territoriali (Montenegro e Albania), che a loro volta avrebbero avuto il vantaggio di passare dalla prospettiva dell'annessione diretta a quella dell'associazione inclusiva quando non addirittura di cancellare di fatto il confine da vasti territorî "irrendenti" (Romania). L'Impero Ottomano avrebbe avuto la garanzia dell'integrità in cambio dell'assunzione del ruolo di sostituto dell'Impero Coloniale per Germania e Italia, quest'ultima anche totalmente assicurata dal punto di vista militare nell'Adriatico (l'Unione Mitteleuropea sarebbe stata ben altrimenti affidabile che la Triplice Alleanza). L'Impero Russo avrebbe ottenuto, in cambio della rinuncia al Panslavismo, all'Armenia Turca e alla penetrazione in Abissinia (a questo punto riservata all'Italia), una benevola neutralità nella competizione con la Gran Bretagna in Persia, Asia Centrale (per quel che rimaneva) e Cina, oltre eventualmente al sempre perseguito Protettorato sui Sudditi Ottomani Ortodossi. Certo i contrasti coloniali sarebbero rimasti ampiamente irrisolti né sarebbe stato in potere di Carlo d'Asburgo potervi esercitare alcun influsso, ma con ogni verosimiglianza l'Impero Britannico non avrebbe perseguito con le energie storicamente profuse la propria politica di smembramento su linee 'nazionali' degli Imperi Europei Centro-Orientali e la stessa Francia non sarebbe stata in condizione di affrontare da sola il Blocco Mitteleuropeo.
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Questo invece è il contributo di xpnck:
E se il Trattato di Versailles portasse alla seguente sistemazione dei Balcani? Che accadrebbe?
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Gli risponde Tommaso Mazzoni:
L'Italia riceve quasi tutta la Dalmazia e l'Austria mantiene i Sudeti, la Bulgaria è stata non solo amputata territorialmente ma anche annessa alla Serbia (forse come compensazione per la Dalmazia Italiana). Con l'annessione quasi totale della Dalmazia l'argomento della Vittoria Mutilata farà molta meno presa sulle masse popolari: forse si evita l'ascesa del fascismo, e l'Italia rimane liberale e allineata con Londra e Parigi. Inoltre, paradossalmente alla Cecoslovacchia andrebbe meglio, perché con l'Anschluss Hitler si annetterebbe anche i Sudeti, e lascerebbe in pace Praga; Senza Fascismo, però, Hitler non tenterà il colpo di stato di Monaco nel 1923, non sarà arrestato, e non potrà scrivere il Mein Kampf, quindi niente finanziamenti per le SA e le SS; senza l'apparato para-militare gli sarà molto difficile forzare il parlamento a votare la sospensione della costituzione dopo l'Incendio del Reichstag, ammesso che, senza l'apparato para-militare Nazista e quello parallelo Comunista, nato in risposta, si arrivi al clima di semi-guerra civile che ha favorito l'incendio stesso. Con una Repubblica di Weimar ancora democratica, Hitler può vincere le elezioni nel 1934 come Presidente ma non può accorpare le cariche e i Nazisti sarebbero al potere ma non senza opposizione. Non avrebbe mai la maggioranza assoluta, il che lo obbligherebbe a continui compromessi con lo Zentrum, quindi von Papen, pur socio di minoranza, potrebbe spuntare la cancelleria. L'Anschluss probabilmente avverrebbe lo stesso, ma, senza Monaco, e l'annessione della Boemia e della Moravia, Inghilterra e Francia non si farebbero garanti della Polonia, che accetterebbe dei compromessi su Danzica. L'ala più radicale e indipendente del partito Nazista non sarebbe mai stata eliminata fisicamente come in HL, quindi questa ala, sempre guidata da Ernst Röhm, anche nel 1938, opterebbe per la scissione, indebolendo i Nazisti e rafforzando lo Zentrum, che avrebbe comunque evitato le leggi di Norimberga; lo Zentrum eviterebbe la Guerra con la Francia, ma Polonia, Paesi Baltici e Germania potrebbero allearsi per difendere la Finlandia da Stalin; Se Stalin invade la Polonia e/o i Paesi Baltici, la Germania può attaccare l'Unione Sovietica, che in quanto paese aggressore non riceverebbe né simpatia né aiuto dagli Stati Uniti; Possibile che la Jugoslavia e la Romania si aggiungano alla coalizione anti-Sovietica; la Guerra si conclude con un ritorno dell'URSS ai confini di Brest-Litovsk, giacché la Germania nel 1945 inventa la bomba atomica e la usa, spingendo i Sovietici alla firma della Pace di Ankara.
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Bhrghowidhon aggiunge di suo:
Dato che le differenze rispetto alla Storia vera sono solo quattro (il Banato, l’adesione della Bulgaria e dell’Albania alla Jugoslavia, una Cecoslovacchia nei confini di Monaco e un’Italia senza Mitteltirol/Alto Adige, ma con gran parte della Dalmazia e tutte le Isole del Quarnero), di cui tre riguardanti l’Austria-Ungheria (due esclusivamente), il Punto di Divergenza deve essere relativo alla Duplice Monarchia e al contempo spiegare il destino della Bulgaria e dell’Albania. Perciò propongo:
1) Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Gotha non abdica il 3. ottobre; in Bulgaria scoppia una Rivoluzione che porta lo jugoslavista Stambolijski al Governo già un anno prima che nella Storia vera, il 14. ottobre;
2) impressionato dagli eventi, Carlo I licenzia in anticipo Wekerle (rispetto al 20. ottobre 1918) e nomina il Conte Andrássy il Giovane (che quindi non è più Ministro degli Esteri Austriaco dal 24. ottobre); viene approvata la Riforma Trialista dell’Impero (Austria-Ungheria-Polonia), cui il 7. ottobre si unisce la Reggenza di Varsavia (Presidente del Consiglio dei Ministri Jan Kanty Steczkowski);
3) la Riforma non basta, Carlo licenzia Andrássy e procede anticipatamente (rispetto al 29. ottobre 1918; meglio se prima del 6. ottobre) all’istituzione unilaterale del Regno Triuno di Croazia, Dalmazia e Slavonia, per il momento limitato alla sola parte compresa nella Cisleithania (Dalmazia) e col Bano Antun Mihalović quale Cancelliere; per la Transleithania è legato al Giuramento di mantenere l’Integrità Territoriale dell’Ungheria, da cui sarà sciolto solo il 22. ottobre dal Consiglio dei Ministri (presieduto adesso dal Conte Hadik);
4) il nuovo Governo Bulgaro rientra sùbito in guerra, adesso a fianco degli Alleati, e partecipa alla Campagna d’Albania anticipando il XVI Corpo d’Armata Italiano nella Presa di Durazzo il 16. ottobre; da allora in poi l’Avanzata in Albania avviene a opera dell’Esercito Congiunto Serbo-Bulgaro, mentre gli Italiani organizzano lo Sbarco a Spalato in precedenza impedito dagli Americani;
5) il 18. ottobre, appena prima della Dichiarazione di Masaryk di Indipendenza della Cecoslovacchia, Carlo dichiara sciolto il Regno di Boemia, i cui Deputati Tedeschi si uniscono con tre giorni di anticipo agli altri Austrotedeschi nel Parlamento di Vienna e proclamano l’istituzione dello Stato dell’Austria Tedesca con Karl Renner come Cancelliere, procedendo al ritiro della Polizia di Vienna dalla Cechia ma non dai Sudeti, mentre Carlo istituisce il Regno di Cechia, nominando il Barone (slovacco) Hussarek von Heinlein come Presidente del Consiglio dei Ministri, il quale di conseguenza si dimette dall’omologo incarico a Vienna (a questo punto assunto direttamente da Renner per i Territorî Tedeschi, da Heinrich Lammasch invece solo per i residui Paesi della Cisleithania di lingua non tedesca, in pratica il Trentino, Trieste, l’Istria e la Slovenia);
6) il 24. ottobre non avviene il richiamo delle Truppe Ungheresi dalla Fronte Italiana e la Battaglia di Vittorio Veneto si risolve in un nulla di fatto; senza il richiamo delle Truppe Ungheresi, invece, l’Avanzata delle Armate Alleate d’Oriente sulla Fronte Balcanica è più rapida, raggiunge prima del 3. novembre il Confine della Bosnia e il XIX Corpo d’Armata del Generale von Pflanzer-Baltin si deve ritirare in anticipo a Cattaro, da dove si dirige contro gli Italiani sbarcati a Spalato;
7) il 27. ottobre Carlo sostituisce Hadik col Conte Károlyi, così evitando almeno temporaneamente la Rivoluzione dei Crisantemi iniziata il giorno dopo; il nuovo Ministro delle Nazionalità Jászi Oszkár procede alla Federalizzazione di ciò che resta della Transleithania in Ungheria, Banato e Transilvania, mentre la Slovacchia si unisce alla Cechia di Hussarek;
8) alla fine del mese, Carlo è Imperatore d’Austria, Re di Cecoslovacchia, Re di Polonia, Re d’Ungheria e Re di Croazia-Dalmazia-Slavonia, ma gli Italiani hanno ormai occupato l’intera Dalmazia e il Trentino, mentre sono ancora bloccati sul(la) Piave; Carlo decide di dare il consenso alla Successione dell’Arciduca Carlo Stefano d’Asbugo-Teschen sul Trono di Polonia, del figlio minore di questi (l’“Arciduca Rosso” Guglielmo Francesco) in Bukovina (sperando di distrarre le difficoltà che venivano al padre dalle simpatie ucraine del figlio) e dell’Arciduca Giuseppe Augusto su quello d’Ungheria e di Croazia-Dalmazia-Slavonia, sperando in tal modo di mantenere l’Unità della Transleithania da un lato e del nucleo della Cisleithania già nella Confederazione Germanica (quindi escluse Dalmazia, Galizia-Lodomiria e Bukovina dall’altro);
9) ai primi di novembre esistono quindi ormai quattro Stati, l’Impero d’Austria-Cecoslovacchia, il Regno d’Ungheria e Croazia-Dalmazia-Slavonia, il Regno di Polonia e il Regno di Bukovina, mentre l’Albania è ormai serbo-bulgara e la Dalmazia e il Trentino dell’Italia; il 12. novembre viene proclamata la Repubblica dell’Austria Tedesca, che sigla l’Armistizio con l’Italia per i territorî di sua competenza (conservando quindi Bolzano), il giorno dopo Carlo viene deposto da Re di Cecoslovacchia e rimane Imperatore “d’Austria” solo in Slovenia e nel Litorale, mentre i tre Arciduchi sono costretti ad abdicare nei rispettivi Regni. Transilvania e Bucovina dichiarano l’Annessione alla Romania, il Banato si stacca dall’Ungheria, il Triregno di Croazia e Slavonia (senza più Dalmazia) si unisce alla Serbia e alla Romania, occupa la Slovenia ed entra a far parte del Regno dei Serbi, Croati, Sloveni e Bulgari (con l’Albania) nato il 1. dicembre 1918;
10) Carlo, ormai Imperatore solo a Trieste e in Istria, firma la Resa con l’Italia, che annette tutti i suoi territorî residui.
Mentre l’Arciduca Guglielmo vive le proprie avventure ucraine, Giuseppe Augusto non viene deposto nel Banato, a causa dei contrasti fra Rumeni, Serbi, Tedeschi, Ungheresi, Slovacchi e Ucraini, per cui si opta per il mantenimento della Monarchia come garanzia dell’Indipendenza dello Stato.
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Così commenta Alessio Mammarella:
Secondo me la percezione di sconfitta dipende anche dagli obiettivi che si prendono in considerazione. In certi momenti sono stati delineati obiettivi incompatibili con il contesto internazionale o con le risorse/capacita’ di gestione del paese. Quindi il problema non è tanto aver fallito quegli obiettivi, ma averli tracciati.
Proviamo a fare un esempio.
Nel 1912, con le guerre balcaniche, sì prospettò l’indipendenza dell’Albania.
Serbia e Grecia erano ostili alla nascita del nuovo paese, perché avevano mire
sul relativo territorio. La Serbia desiderava uno sbocco sull’Adriatico, la
Grecia la storica regione dell’Epiro, anche se popolata in modo rilevante da
albanesi che la chiamavano Ciamuria. Le potenze dell’Intesa proposero quindi la
nascita di una Albania “piccola” tale da non ostacolare le ambizioni serbe e
greche. C'è da precisare che questa Albania "piccola" avrebbe compreso comunque
la maggior parte della popolazione albanese (gli altri territori sono poco
popolati perché montuosi) e le più famose città di Tirana, Valona e Durazzo.
Italia e Austria-Ungheria invece proposero un’Albania “grande” pensando di
poter controllare il paese e farne uno strumento di egemonia della Triplice
sulla regione balcanica.
Col senno di poi, sarebbe stato meglio se Austria-Ungheria e Italia avessero
concordato con Francia e Russia. Ci avrebbero rimesso i poveri albanesi, però ci
sarebbe stata una distensione tra Austria e Serbia (quindi forse non sarebbe
scoppiata la Grande Guerra) e tra Italia e Grecia si sarebbero poste le basi di
una cooperazione.
Poi se in un momento successivo, pur in assenza della Grande Guerra, ci fosse
stata una nuova crisi dell’Impero Ottomano, italiani e greci avrebbero potuto
trovare una posizione comune invece di sgambettarsi a vicenda.
Insomma, se gli italiani non avessero fissato un obiettivo impraticabile (fare dell’Albania una colonia) e non avessero preso di petto il nazionalismo greco, forse le cose sarebbero andate meglio (e non solo meglio “per l’Italia”). Comunque, durante la II Guerra Mondiale l'Italia fascista seguì esattamente la politica estera sognata dai triplicisti, occupò l'Albania e la ampliò fino a comprendere il massimo dei territori rivendicabili dagli albanesi. Anche sull'Etiopia, se ci pensiamo, Mussolini non si distaccò dalle idee di Crispi. Ciò, in relazione alla discussione riguardo alla politica estera italiana e alle sue "sconfitte" mi fa pensare alcune cose:
1) la politica estera
dell'Italia triplicista (dalle prime imprese coloniali fino alla vigilia della I
Guerra Mondiale) era la stessa del fascismo (il fascismo era solo "meno timido"
nel mettere in pratica le strategie) era basata su un nazionalismo non
rispettoso degli altri paesi e quindi sbagliata e destinata a fallire;
2) Mussolini, con i poteri di cui disponeva, avrebbe potuto ridisegnare la
politica estera italiana su linee diverse e originali, ma non ha voluto o non ha
saputo farlo; questa sua mancanza nel rendersi conto di come certe idee fossero
obsolete e sbagliate rappresenta un'aggravante nel giudizio storico sulla sua
figura (giudizio già negativo per molte altre cose, ovviamente);
3) la politica estera dell'Italia repubblicana, per quanto in gran parte
vincolata dall'appartenenza alla NATO, è infinitamente migliore di quella della
"vecchia" Italia, perché è basata, più di ogni altra cosa, sull'idea di
mantenere rapporti cordiali e collaborativi con il maggior numero possibile di
paesi.
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E Paolo Maltagliati gli dà ragione:
Di solito si tende a considerare un fallimento la diplomazia alla fine della prima guerra mondiale. Se è vero che Orlando e Sonnino furono incompetenti, questo è un tipico errore di sopravvalutazione, peraltro egregiamente sistemato da Nitti nel trattato di Rapallo. Era praticamente impossibile ottenere di più in Istria e sulla costa adriatica. Anzi, a dirla tutta ottenemmo più di quanto eravamo in grado di gestire, visto che poi nacque il movimenti terrorista del TIGR, nelle aree slovenofone oppresse dal governo italiano. Quello che si poteva ottenere in più era il Togo (ma l'Inghilterra non avrebbe concesso poi l'OltreGiuba). Il fatto che poi non vennero promessi i territori concessici negli accordi si San Giovanni della Moriana dipende dalle vicende della guerra Greco-Turca (e il governo italiano in realtà sostenne proprio Atatürk, certi che i greci sarebbero stati ancor meno disponibili a concessioni in tal senso).
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Tocca alla proposta di Federico Sangalli:
Anch'io propongo un'Ucronia, ispirata dalla recente trilogia storica di Ken Follett. Dopo l'ultimatum austriaco alla Serbia e la minacciosa mobilitazione russa l'Europa era sull'orlo della guerra. Nel tentativo di evitare il disastro il Ministro degli Esteri inglese Sir Edward Gray propose alla Germania di chiedere a Vienna di posticipare la data dell'ultimatum e di indurre una conferenza a quattro tra Francia e Inghilterra(teoricamente alleate con Russia e Serbia) e Germania e Italia(in teoria alleate di Vienna) per giungere ad una soluzione mediata concordata non vincolante per l'Austria. L'ambasciatore tedesco a Londra Conte Lichwosky ne fu entusiasta ma Berlino rifiutò poiché ritenne, giustamente, che, se la Germania avesse avanzato una mediazione e Vienna l'avesse rifiutata, la prima non avrebbe potuto supportare la seconda in una successiva guerra. In altre parole i tedeschi pensarono che gli inglesi mirassero a spaccare la Triplice Alleanza. Ma se la conferenza va in porto? L'Austria si piega o va in guerra da sola contro Serbia e Russia? Magari con successiva pugnalata alle spalle italiana e forse anche tedesca? E quale mediazione avrebbero tirato fuori Poincaré, Guglielmo II, Giolitti e Gray?
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Cui replica il nostro Bhrghowidhon:
Questo era uno dei capitoli della mia tesi 'triennale' (non che fosse ufficiale, ma per puro caso mi è capitato di anticipare involontariamente il successivo Ordinamento Universitario Italiano) e ammetto che qualunque soluzione risulta poco verosimile e politicamente disperata, però rispetto ad allora mi sono convinto almeno di questo: quando si fanno - anche nella Storia - errori, anche clamorosi (come nell'Estate del 1914), solo il senno di poi ci permette di fare tesoro dell'esperienza, quindi anche di fronte a un fallimento totale e catastrofico come quello abbiamo il dovere di interiorizzare che cosa si sarebbe dovuto fare per evitare il disastro e condurre questa operazione separatamente per ogni non dirò giorno, ma almeno mese di quel mezzo anno fatale.
La situazione di partenza era praticamente irresolubile: uno Stato in cui il recente Rovesciamento di Dinastia aveva lasciato fuori controllo persone e ambienti disposti - come si è visto - a distruggere l'Umanità intera pur di raggiungere, anche se da morti, i proprî obiettivi politici (che cosa può fare chi è nel mirino di volontà come queste? O sta al gioco e cerca di anticipare la morte dell'avversario, a costo però appunto di distruggere tutto, oppure si lascia uccidere senza del resto poter impedire la distruzione di tutto il resto... È veramente una lotta demoniaca e mi abbatte ulteriormente il fatto che sia stata una Guerra fra Slavi in nome di due Panslavismi inconciliabili solo perché percepiti come tali); inoltre, nella Duplice Monarchia, il Governo Ungherese (con Tisza) irremovibile nel rifiuto categorico di qualsiasi soluzione e Franz Conrad von Hötzendorf convinto (ma come smentirlo senza esperimento?) dell'efficacia della Guerra Preventiva. L'unica persona che avrebbe avuto la volontà politica di spazzare via il boicottaggio da parte di Tisza e non credeva nella Guerra Preventiva né desiderava l'annessione della Serbia (proprio per timore del Regicidio, Tragica Ironia della Storia) era Francesco Ferdinando, la Prima Vittima... (Lo si può accusare di tutto, ma è un fatto che il primo a morire è stato proprio lui).
Cerchiamo di ragionare freddamente: in Austria-Ungheria nessuno poteva fare più niente, uno Stato vicino e dichiaratamente ostile ha nei proprî Servizi Segreti qualcuno che riesce a 'intromettersi' nelle decisioni più delicate della Duplice Monarchia determinando inesorabilmente il corso degli eventi attraverso l'omicidio politico non solo dell'Erede al Trono e unico reale Politico in grado di sbloccare la situazione di paralisi interna per i veti incrociati delle Nazionalità così innocentemente sobillate dalle altre Potenze (che poi fanno tanto le Povere Innocenti ancora cent'anni dopo, indossando la maschera di Indignate Custodi dei Diritti dell'Uomo), ma addirittura dell'unica persona in grado di bloccare gli ambienti militaristi! Ucciso Francesco Ferdinando, in Austria-Ungheria non c'era più niente da fare, è ancora un miracolo che siano trascorsi 30 giorni prima dell'inizio delle ostilità (e sono stati pagati carissimamente, dal punto di vista strategico della stessa Monarchia).
Accaduto il patatrac, solo le altre Potenze Europee avrebbero potuto fermare il Conto alla Rovescia: quelle stesse Potenze che concordavano su un unico punto, arrivare al Conflitto... È possibile che nessuno, né in Serbia né in Austria-Ungheria né altrove, si rendesse veramente conto dei Milioni di Morti che sarebbero seguìti; soprattutto, è difficile che ci si rendesse conto che sarebbero spariti tutti e quattro gli Imperi dello Heartland (il guaio è che non se ne sono tratte le conseguenze neanche al termine del Conflitto). Solo noi posteri siamo in grado di capire e misurare abbastanza esattamente cosa ha portato alla catastrofe. Con questa consapevolezza (che è abbastanza facile da conseguire), ci chiediamo che cosa, fra il 28. giugno e il 28. luglio, avrebbe potuto fermare la reazione dell'Austria-Ungheria.
Escludiamo, per principio, il rispetto di tutti i Punti dell'Ultimatum, perché di fatto non è stato realizzabile. Prendiamo allora in considerazione gli Obiettivi di Guerra di Franz Conrad von Hötzendorf: per definizione, ciò che poteva fermare l'Austria-Ungheria deve essere maggiore o uguale a tali obiettivi. Nel 1914, gli obiettivi erano: associazione della Romania alla Duplice Monarchia, annessione di Serbia e Montenegro e del Lombardo-Veneto (Guerra Preventiva anche al Regno d'Italia), riduzione dell'Albania a Stato Vassallo, Protettorato sulla Bulgaria (Bulgaria e Grecia avrebbero potuto partecipare alla Spartizione dell'Albania). Nel 1915-1916, si sarebbero aggiunte le annessioni della Galizia Occidentale, della Bessarabia e della "Rutenia" (Volhynia e Transnistria), ma in questo momento le dobbiamo scartare, anche perché è chiaro che senza una Vittoria e quindi un Conflitto contro la Russia non le avrebbe mai ottenute.
È altresì evidente che l'Annessione della Serbia prevede la Vittoria nel Conflitto, il quale è proprio ciò che stiamo cercando di evitare. Il rifiuto dei termini dell'Ultimatum è al contempo la dimostrazione che la Serbia non avrebbe accettato alcuna diminuzione della propria Sovranità (al di fuori degli stretti limiti delle Indagini di Polizia) e una Restaurazione (?) degli Obrenović equivaleva a un Conflitto (in più senza i vantaggi concreti di una Vittoria).
Dividiamo il problema in tre: 1) come ottenere gli altri Obiettivi in Area Danubiano-Balcanica, 2) come compensare la rinuncia a qualsiasi Obiettivo in Serbia e 3) come compensare la rinuncia ad annettere direttamente il Lombardo-Veneto.
1) L'inclusione della Romania, del Montenegro, dell'Albania e della Bulgaria nella Duplice Monarchia era possibile in un solo modo: ripetendo l'operazione che ha portato alla Fondazione del Secondo Reich, di fatto una Federazione di Stati dove ogni Dinastia conservava il proprio Potere interno. Sarà Fantapolitica, ma col senno di poi questo è il prezzo da pagare, meno di così - letteralmente - si muore.
2) Compensare la rinuncia alla Serbia significa - in un'epoca in cui la Navigazione Aerea è ancora agli albori - circondarla completamente con un'ulteriore annessione (nella forma del punto 1), quindi con la Grecia. La decisione di fondare l'Impero Danubiano-Balcanico sarebbe stata compito delle Dinastie Germaniche in Romania, Bulgaria e Grecia in accordo con Francesco Giuseppe, ma le pressioni su queste Dinastie sarebbero dovute venire proprio da almeno due delle Potenze convocate, Gran Bretagna e Germania.
3) Compensare la rinuncia all'annessione diretta del Lombardo-Veneto è ancora più fantapolitico, ma abbiamo già discusso tante volte l'argomento che ormai mi vergogno a ripeterlo: l'ingresso del Regno d'Italia non - evidentemente - nell'Impero Danubiano-Balcanico (sarebbe stato improponibile), ma, come spesso mostrato, nel Secondo Reich, ciò che era perfettamente proponibile e perfino giustificabile con qualche atto politico precedente. Dopo di questo, per ottenere lo scopo di fermare l'Austria-Ungheria (che altrimenti, fino a questo punto, si sentirebbe ulteriormente circondata e davvero temerebbe la pugnalata alla schiena), si sarebbe dovuto procedere immediatamente a fondare l'Unione Mitteleuropea fra Secondo Reich e Monarchia Danubiano-Balcanica (forse chiamata «Monarchia Euro-sudorientale», Süd-Ost-Europäische Monarchie).
Detto in tutta franchezza, per quanto questo schema risulti incredibile, meno di ciò non sarebbe servito assolutamente a niente, neppure a ritardare di un giorno lo scoppio delle ostilità. Prima del 28. giugno si poteva perfino rimanere nei confini di allora, confidando che la prudenza di Francesco Giuseppe e il realismo di Francesco Ferdinando (ha addirittura rinunciato alla successione in Boemia e Ungheria per i proprî Discendenti, benché ne avessero diritto!) garantissero la tenuta dell'Impero e quindi che la Questione delle Nazionalità rimanesse un problema solo politico; dopo il 28. giugno non c'era praticamente più nulla da fare, se non appunto un triplo salto mortale come quello proposto (che comunque mi sembra valere la pena, se fosse servito a evitare anche solo una minima parte dei Milioni di Morti che sono seguìti).
Qui a fianco: triste vignetta satirica dell'epoca che mostra come, nel 1914, quasi tutti in Italia fossero entusiasti della guerra, certi che prendere Trento e Trieste fosse una "scala comoda". Il mezzo milione di morti nelle trincee per ottenere la stessa cosa che avremmo preso restando neutrali o poco più, sta a dimostrare il contrario...
"Ognun per la sua meta
lotta con sforzo enorme.
Chi ha la scala comoda (chi sa perchè?) ci dorme."
È molto interessante che Gran Bretagna e Germania competano per la Francia come se fosse Trento e Trieste per l'Italia (o la Serbia per la Russia e l'Austria-Ungheria)... Per Trieste senza guerra credo che l'unica via sarebbe stata appunto la Federazione Mitteleuropea, di cui Trieste poteva essere la Sede Principale in quanto al contempo nella Monarchia Danubiano-Balcanica, in Germania (v. Bismarck) e rivendicata dal Regno d'Italia. Questa vignetta contiene un'involontaria verità di fondo: che Germania e Gran Bretagna (oltre a essere Contendente e Oggetto della Guerra Civile Tedesco-Americana dei 31 Anni per la Successione Britannica) fossero in conflitto per annettersi la Francia, che era in effetti uno degli obiettivi tedeschi e si è poi visto appunto che è stata per due volte (1940 e 1956) unita alla Gran Bretagna o sul punto di esserlo...
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Così si è espresso invece Sparta:
Volevo proporre un PoD in cui nella prima guerra mondiale, rimane tutto identico, ma alla Germania rimangono Togo e Namibia e pure il Kaiser, cosicché Hitler non prende il potere. Mussolini si ritrova a "gestire" lui i paesi sotto dittatura fascista, impone nei paesi come Austria, Jugoslavia, Albania e forse Grecia una dittatura fascista, e Regno Unito e Francia se lo tengono amico perché fa da scudo al socialismo. Lo lasciano agire in Africa e Asia, forse gli cedono anche la Papua Nuova Guinea del nord, dove anni prima ci fu un tentativo di colonizzazione italiana...
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Gli risponde Federico Sangalli:
Salvo per le concessioni francesi mi sembra tutto plausibile: il Kaiser che con un golpe con Hindenburg mantiene il potere, Mussolini che porta a termine il suo piano di un "Asse del Sud" (Patto di Roma) con Spagna, Portogallo, Bulgaria, Romania, Ungheria, Austria e Turchia e forse l'associazione di Germania, Polonia, Finlandia e Stati Baltici, la Nuova Guinea potrebbe essere una concessione accettabile (sicuramente più di Corsica, Nizza e Savoia) che il regime fascista non tarderebbe a trasformare in un carcere per detenuti politici tipo Isola del Diavolo. Vista la comune ostilità per le nazioni capitaliste e colonialiste occidentali potrebbe esserci un riavvicinamento nippo-sovietico (Patto Togo-Molotov) che potrebbe scatenare una guerra quasi congiunta nel 1942. Tenendo conto che senza i nazisti Einstein non migrerebbe negli USA né scriverebbe lettere a Roosevelt, l'Atomica potrebbe essere sviluppata più tardi e probabilmente dall'Italia grazie ad Enrico Fermi, il che farebbe di Mussolini il leader dominante al tavolo della pace. Senza Shoah e con un Benito "Spada dell'Islam" che fa il bello ed il cattivo tempo nel Mediterraneo dubito che i Sionisti abbiano sufficiente supporto (specie in armamenti) per creare Israele.
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Devo per forza trascrivervi il commento di Enrico Pellerito, con il quale non si può non essere d'accordo:
Ciò che non mi piace nei contributi proposti da Bhrghowidhon è che ad un certo punto terminano, perché conclude di esprimere il suo pensiero. Veramente gradevole leggerli.
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Cui segue la pronta replica del nostro Bhrghowidhon:
Può capitare che chi viene lodato si trovi in imbarazzo a rispondere e così, paradossalmente, il dialogo finisce per essere un po' inibito. Del resto, come ovvietà generale, qualsiasi proposta ucronica è passibile di continuazione, non solo fino ai nostri giorni ma anche illimitatamente nel Futuro, quindi può essere divertente continuare (diventa un po' un gioco, ma a differenza dei normali giochi è al contempo un esercizio di Politica - laddove l'ucronia di per sé è un esercizio di Critica Storica - e, in determinati casi, di Filosofia; sappiamo tutti che non sto scherzando, anche uomini della strada come siamo noi possono dedicare qualche ora della vita a filosofare).
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E adesso, la palla a Lord Wilmore:
Rieccoci alle prese con l'intelligenza Artificiale Ucronica, con una creazione dedicata proprio al nostro geniale amico Bhrghowidhon. L'Imperatore d'Austria e Re Apostolico d'Ungheria Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena sposa in seconde nozze la giovane Anastasia Romanova, figlia dello Zar di Russia Nicola II. Basterà, per impedire lo scoppio della Grande Catastrofe?
E' vero che tra i due c'erano 71 anni di differenza, tuttavia in un'altra linea temporale la differenza potrebbe essere minore, se Anastasia è la primogenita e Nicola II si sposa ancora più giovane. Se Nicola II e Alice d'Assia si sposano nel 1890, quando lui ha 22 anni e lei 18, e l'anno successivo nasce Anastasia, avrà 18 anni nel 1909; se poi Papa Pio X concede la dispensa (è incazzato con Francesco Giuseppe per via del veto posto al Cardinale Rampolla del Tindaro che lo ha fatto diventare Papa controvoglia, ma Franz Iosef resta pur sempre il sovrano del maggiore impero cattolico d'Europa) può sposarsi a 16 anni nel 1907, e se la ragazza ha lo stesso carisma di Elisabetta di Wittelsbach, può influenzare l'anziano marito abbastanza dal farlo desistere dall'annessione della Bosnia-Errzegovina e dal dichiarare guerra alla Serbia nel 1914. Rinasce la "Santa Alleanza" Austria-Prussia-Russia, la Triplice Intesa va a farsi benedire, e forse il Secolo Breve sarà meno Breve di quanto lo conosciamo noi.
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Chiudiamo con il commento in proposito di Alessio Mammarella:
Francesco Giuseppe era molto anziano e, se avesse voluto un matrimonio "vero" e non puramente formale, penso che avrebbe cercato di sposarsi dopo la morte di Sissi e non avrebbe lasciato trascorrere più di un decennio. Ecco perché secondo me sarebbe stato meglio prendere in considerazione altre principesse russe, maggiorenni già intorno al 1900. Per esempio, le sorelle di Nicola II, non la figlia. Ksenija Aleksandrovna, nata nel 1875, si sposò nel 1894 (troppo presto per l'esigenza di questa ucronia), ma sua sorella minore Olga, nata nel 1882, sembra fare proprio al caso nostro. Lord Wilmore si spinge a ipotizzare un rovesciamento delle alleanze politiche, con avvicinamento della Russia agli Imperi Centrali, e ciò potrebbe dare il la ad altre divergenze interessanti da approfondire, ad esempio una guerra russo-giapponese allargata alla Germania, un arresto di Lenin nel periodo in cui visse in Austria-Ungheria ecc...
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