E se la Germania avesse vinto la Grande Guerra?

di MAS


Ecco la proposta di Generalissimus che ha tradotto per noi nuove ucronie per il nostro gioco ucronico consistente nello scrivere tutti un'ucronia che preveda una Prima o una Seconda Guerra Mondiale "alternativa". Chi vuole commentare o partecipare,scriva al Webmaster a quest'indirizzo. Queste

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La Prima Guerra Mondiale venne soprannominata la guerra che avrebbe messo fine a tutte le guerre.
L'Europa all'epoca era in una nuova era, un'era di crisi dove le tradizioni e la modernità erano sempre più ai ferri corti, l'industrializzazione progrediva più velocemente di quanto non facesse la mentalità.
I vecchi nobili metodi della guerra tra gentiluomini si scontrarono con la brutale realtà delle trincee, e, a causa di questo, milioni di persone morirono.
La Prima Guerra Mondiale fu la guerra che avrebbe posto fine a tutte le guerre perché questa fu l'ultima volta nella quale combatterono i vecchi ideali europei e l'ultima volta in cui avrebbero regnato le monarchie, e nei paesi che vinsero e persero queste furono sostituite da nuovi ideali per questo mondo industriale come il Fascismo e il Comunismo.
Detta in modo semplice, preparò il palcoscenico per la guerra successiva.
Nella nostra TL la Germania gettò la Russia nella guerra civile, causò un ammutinamento in Francia e quasi fece cedere le linee alleate nel 1917 prima che… Beh, sapete, l'America.
Fu solo a causa di cattive decisioni che abbiamo assistito ad un 20° secolo caratterizzato dall'ascesa americana, quando sarebbe potuto facilmente diventare il secolo tedesco.
L'unica domanda è: come sarebbe potuto essere? E se in una TL alternativa la Germania e le potenze centrali avessero vinto la Prima Guerra Mondiale? Torniamo indietro al 1914, all'assassinio del membro della famiglia reale austriaca Francesco Ferdinando.
Francesco Ferdinando fu ucciso per mano di un nazionalista serbo e le tessere del domino iniziarono a cadere.
I trattati in essere certamente costrinsero molti paesi a dichiarare guerra assieme ai loro alleati, ma c'è una decisione militare fatta dalla Germania che quasi certamente le fece perdere la guerra: invadere il Belgio.
La Francia aveva rinforzato i suoi confini per anticipare l'attacco tedesco, ma la Germania aveva un piano: il Piano Schlieffen, bypassare le difese francesi sul confine invadendo il Belgio, che era indifeso.
Aggirando questo tritacarne i Tedeschi avrebbero avuto accesso facile a Parigi.
Beh, non era così malvagio come piano, il Belgio era piccolo, non poteva difendersi da solo, ma la Germania ignorava che il Belgio aveva un alleato chiave: gli Inglesi.
E gli Inglesi avevano posto un'unica condizione che avevano messo in chiaro che non andava infranta: non violare la neutralità del Belgio.
La Germania, da paese oppressore qual era, credeva più nell'azione militare che nelle conseguenze diplomatiche, e marciò comunque contro il Belgio.
Fu questo singolo atto che mise in moto l'ira dell'impero britannico, ridefinendo la scala assoluta sulla quale si sarebbe combattuta questo conflitto.
Gli Inglesi bloccarono i porti tedeschi e tagliarono il cavo telegrafico transatlantico tra Stati Uniti e Germania.
In questa TL alternativa, perché la Germania non perda la guerra un passo importante da fare è semplicemente non invadere il Belgio.
Facendo così, la Germania evita il conflitto immediato con l'Inghilterra, anche se questo non garantisce che gli Inglesi restino fuori (tenete in mente che una vittoria delle potenze centrali cementerebbe il dominio tedesco in Europa e questo non sarebbe una cosa buona per l'Inghilterra), ma senza una provocazione la Germania avrebbe abbastanza tempo per ottenere un grande vantaggio sulla Francia anche se l'Inghilterra intervenisse solo un anno dopo.
Nella nostra TL assistemmo a quattro anni di guerra di trincea tra gli Inglesi e i Francesi uniti contro la Germania da sola, ma la sola Francia non aveva la popolazione per affrontare un'offensiva tedesca.
Perciò, in questa TL alternativa le forze armate tedesche tengono a bada i Francesi sullo stretto confine che condividono con essi in Alsazia-Lorena, mentre la maggior parte delle loro forze si mobilita completamente contro la Russia, aiutando l'alleato austriaco.
Questa strategia alternativa funzionerà o no? Chi lo sa, ma risolve il problema di tenere l'Inghilterra fuori dalla guerra.
Non importa quale sia la strategia militare tedesca, il risentimento contro lo Zar è assicurato e una rivoluzione può danneggiare lo sforzo bellico russo come nella nostra TL, costringendo i Russi a negoziare, mi concentrerò su questo aspetto fra un po'.
Le forze tedesche sul fronte orientale si riversano poi in occidente, ci sono milioni di soldati che combattono in una piccola area fino a quando una delle due parti non cede, e senza l'Inghilterra molto probabilmente a farlo è la Francia.
La Germania, poi, procede con l'invasione.
Nella nostra TL la Germania quasi distrusse le difese francesi nel 1917, prima che gli Americani arrivassero, perciò non ci vorrebbe molto prima che i Francesi non riescano semplicemente più a difendersi e vengano fatti arretrare.
Presto Parigi cade e la guerra in occidente e in oriente è ufficialmente finita, le nazioni su entrambi i lati del fronte hanno cercato di combattere la Germania e hanno perso.
L'Inghilterra rimarrà seduta e permetterà alla Germania di battere in guerra due nazioni e ottenere il dominio completo sull'Europa continentale? Forse no, dichiarerebbe guerra, ma comunque è improbabile che vinca, dato che gli Inglesi erano i padroni dei mari ma i Tedeschi avevano la migliore forza armata terrestre, che l'Inghilterra da sola possa porre un freno all'occupazione tedesca è dubbio.
L'America rimarrebbe semplicemente fuori dalla guerra e in cambio di un cessate il fuoco verrebbe stipulato un accordo molto simile al Trattato di Brest-Litovsk.
Con la semplice firma di un documento, Germania e Austria-Ungheria prendono possesso di Polonia, stati baltici, Bielorussia e tutta l'Ucraina e la Crimea.
Entro il 1918 la maggior parte dell'Europa adesso o fa parte dell'Impero Tedesco o è un suo fantoccio.
Perché la Germania farebbe così? La Germania temeva il dominio russo, per secoli la Russia era stato un arretrato aspirante paese europeo, era grande e aveva molta manodopera, ma era tremendamente povero e parecchio indietro dal punto di vista tecnologico, ma negli ultimi decenni qualcosa era cambiato.
Aveva iniziato ad industrializzarsi rapidamente, e se la Russia si fosse completamente industrializzata non ci sarebbe stato modo di sconfiggerla.
Catturando i suoi territori più di valore diplomaticamente o con accordi militari la Germania avrebbe neutralizzato legalmente lo stato russo.
Un quarto della sua popolazione ora è tedesco; gran parte del suo carbone ora è tedesco, ma questo è solo l'inizio: se c'è una cosa che non piace agli Slavi è essere invasi e occupati, perciò i due milioni di soldati tedeschi nell'est adesso affrontano la guerriglia contro gli insorti, inclusi quelli finanziati dai Sovietici.
Alla Francia viene data la colpa di aver imposto alla Germania pagamenti di danni di guerra troppo ingenti, ma è improbabile che la Germania sarebbe stata così gentile se si fosse trovata nella stessa posizione.
In questa TL alternativa la Germania mantiene l'Alsazia-Lorena e impone grandi pagamenti di danni di guerra, il popolo francese deve affrontare una breve occupazione tedesca.
Immaginate la Francia in questo momento: ha perso due guerre contro il nuovo Impero Tedesco ed è stata praticamente incapace di fermare uno stato che in sostanza era appena nato, non è difficile immaginare che elementi della società francese provino del risentimento contro i Tedeschi.
Questo significa che avremo un Hitler francese alternativo? Probabilmente no, e anche se la Francia avesse davvero un Hitler francese, semplicemente non avrebbe la popolazione per vincere una guerra.
La Prima Guerra Mondiale fu determinante per un motivo: preparò il palcoscenico per chi sarebbero stati i vincenti e i perdenti nel 20° secolo; non solo in termini di confini, ma anche di ideologia, i vecchi metodi aristocratici europei morirono col Kaiser e con l'Imperatore austriaco.
Non pensate che la Germania e l'Austria esportino la monarchia in Francia o diano nuovi poteri al Re d'Inghilterra, ma manderebbero il messaggio che la vecchia aristocrazia e la nobiltà europee sono ancora importanti.
È molto probabile che il 20° secolo possa diventare il secolo tedesco.
I Tedeschi volevano un'unione economica che unisse tutti i popoli d'Europa intorno alla Germania, e senza l'ascesa dei Nazisti gli intellettuali, incluse persone come Albert Einstein, continuerebbero le loro ricerche scientifiche in Germania, ma abbiamo appena iniziato: i conflitti fanno sì che tu possa riorganizzare la scena secondo i tuoi termini, e questo lo abbiamo visto nella nostra TL, quando gli Alleati hanno eliminato per sempre i Tedeschi e gli Austriaci dalla politica europea.
Le riparazioni di guerra danneggiarono l'economia della Germania e le tolsero territori, rendendola fragile quando la colpì la Grande Depressione, e la guerra vide la morte dell'Impero Austro-Ungarico.
A questo punto probabilmente conoscerete le ramificazioni di ciò.
Fu questa sconfitta iniziale che fermò immediatamente l'ascesa al potere della Germania che era iniziata nel mezzo secolo precedente.
Una Germania unita sotto la guida prussiana era una forza formidabile, non era una potenza coloniale come l'Inghilterra, la Francia o la Russia, ma aveva comunque il potenziale per crescere.
Quando la Grande Guerra finì e il Kaiser se ne andò, la sua ascesa finì, la Germania imboccò il sentiero del Nazismo, che non fece altro che distruggerla ulteriormente, e la portò ad essere divisa in due stati per cinque decenni, fino agli anni '90.
Stiamo parlando di 80 anni passati sotto l'influenza di potenze straniere e oggi, solo due decenni dopo, la Germania è la potenza economica dell'Europa, anche se adesso è una democrazia, ma non è difficile vedere che una Germania unita probabilmente avrebbe percorso una strada diversa durante questi anni perduti.
Le potenze centrali hanno vinto contro gli Alleati, i Russi sono caduti vittime di una guerra civile e grazie ai territori acquisiti tramite il Trattato di Brest-Litovsk, che non è completamente collassato, la Germania ora possiede gran parte dell'Europa orientale.
Probabilmente starete pensando alla Seconda Guerra Mondiale, ma tenete in mente che non è una conquista del Lebensraum in oriente in stile Terzo Reich.
In base agli accordi del trattato i Tedeschi permettono la nascita di nuove nazioni sul Baltico e di un'Ucraina indipendente, così come la creazione di uno stato cosacco e di uno crimeano.
I Tedeschi iniziano a ridisegnare le mappe, anche se questi stati sono tecnicamente indipendenti sono fedeli al sistema economico e finanziario tedesco, quasi come un'altra entità che tutti conosciamo e amiamo.
Ma questi stati, tutto sommato, sono fantocci tedeschi dove la minoranza tedesca di ogni stato costituisce la classe più alta, regnanti inclusi.
Stiamo parlando della Prussia, dopotutto.
Della Polonia non si è mai parlato davvero, perciò il suo futuro è incerto e probabilmente violento.
Parlando della quale, la Guerra Civile russa è ancora in corso, ovviamente, e ostacola i piani dei Tedeschi.
Si può facilmente prevedere che il conflitto in Russia intralcerà i piani dei Tedeschi quando la guerra supererà i confini del paese.
Comunisti e non Comunisti si combatteranno in diverse aree dell'Europa orientale, ma la stabilità della Russia è della massima importanza per i Tedeschi, dato che uno stato sovietico sui suoi confini sarebbe una catastrofe per la cultura tradizionalista prussiana.
L'Armata Bianca riceve grandi quantità di finanziamenti, supporto e uomini per il fronte da parte di quasi tutti gli stati occidentali, Inghilterra, Francia, Germania e America.
Con questi aiuti da parte del potente Impero Tedesco, i Bianchi hanno successo e i Sovietici vengono distrutti.
L'Unione Sovietica non nasce mai, ma la Germania, anche se è l'esercito più forte del continente è praticamente confinata lì, sul continente.
È sempre stata limitata dalla superiore marina inglese e rispetto agli altri paesi ha sempre avuto un numero misero di colonie oltremare.
Andando in guerra la Germania ha sempre avuto l'ambizione di strappare gran parte di queste colonie ai suoi nemici, se avesse vinto nulla avrebbe potuto fermarla.
In questa TL alternativa vedremo un qualcosa chiamato Mittelafrika: l'Impero Tedesco conquista territori inglesi, francesi e belgi in tutta l'Africa, prendendosi in effetti gran parte del continente, connettendo in pratica le tre colonie tedesche già esistenti, permettendo un grande scambio di terra attraverso la giungla equatoriale e la savana africane.
Avere un impero in gran parte dell'Africa ed essere una forza economica dominante in Europa orientale è sempre una possibilità.
Le ribellioni verrebbero sedate con durezza, se i Tedeschi riusciranno in un'impresa così grande su un territorio così vasto è difficile dirlo, dato che nella nostra TL i Tedeschi persero contro il Sudafrica.
La Grande Guerra è finita e al vincitore va la pace, ma la pace viene ottenuta solo se il vincitore è competente, e questo ci porta a parlare della pecora nera del gregge, il Kaiser Guglielmo II.
Durante la guerra fu soprattutto una figura simbolica, ma quando prese decisioni, di solito le prese basandosi sulle emozioni, e così facendo danneggiò la Germania.
Perché la Germania abbia una pace di successo, dovrebbe definire il ruolo esatto che avrà la monarchia in questa nuova Germania.
La guerra dimostrò che non era necessario che il Kaiser avesse la completa autorità, dato che i suoi generali conducevano il paese con efficacia da soli, perciò il ruolo tradizionale del Kaiser non sarebbe stato del tutto necessario, anche se la Germania avesse vinto.
È possibile, a causa dell'incompetenza generale di Guglielmo, che il governo tedesco inizi lentamente a togliere poteri alla monarchia, trasferendoli nelle mani dei militari o del governo.
Non si tratta esattamente di una democrazia, ma è un allontanamento dalla monarchia assoluta.
In occidente non c'è un forte cambiamento culturale, ma una svolta nel suo potenziale.
Nella nostra TL abbiamo percorso una strada guidata da Inghilterra, America e Francia, ma in questa TL quella cultura è germanizzata.
Senza la sconfitta della Germania a fare da chiodo della bara per le importanti monarchie della nostra TL, l'eredità dei monarchi e degli imperi è meno definita.
Le monarchie dimostrano di poter ancora avere una certa importanza nel 20° secolo ma il cambiamento principale qui è l'eredità della Germania nel mondo.
Prima della guerra Berlino era uno dei centri finanziari, artistici e dell'istruzione più importanti di tutto il mondo occidentale, dopo di essa la Germania divenne una nazione circondata, e dopo Hitler divenne una nazione troppo pericolosa per poter continuare ad esistere, ma in questa TL alternativa quest'eredità non esiste.
Con le nuove vittorie in oriente e duri trattati contro gli Inglesi e i Francesi, i Tedeschi diventano i padroni economici di questo nuovo ordine.
Proprio come gli Stati Uniti utilizzarono la Seconda Guerra Mondiale e il boom economico per diffondere la loro cultura in tutto il mondo, così fa la Germania.
Ma quando qualcuno vince di certo ci sono anche dei perdenti.
La sconfitta per mano delle potenze centrali ha effetti diversi su ogni nazione alleata in seguito alla firma del Trattato di Parigi e del Trattato di Londra.
L'Inghilterra, anche se amareggiata, stabilirebbe in fretta legami commerciali con i Tedeschi, anche se ci sarebbero delle tensioni a causa della nuova influenza della Germania sul Belgio.
L'impero britannico ha perso pezzi in Africa, dato che i Tedeschi si sono impossessati di tutta l'Africa centrale e per gli imperialisti questo è incredibilmente orrendo.
I Francesi, beh... Non sono tanto disposti a perdonare, hanno perso due guerre contro i Tedeschi e c'è una forte chiamata nazionale alla vendetta.
Probabilmente il Trattato di Parigi sarà duro proprio come quello di Brest-Litovsk lo fu contro i Russi e questa volta saranno i Francesi ad essere costretti a pagare i danni di guerra.
Ora, se questo vi sembra solo uno scambio di quello che accadde contro la Germania nella nostra TL, non lo è.
Dopo aver perso contro i Prussiani nella Guerra Franco-Prussiana nella nostra TL i Francesi si infuriarono, e instabilità e anarchia di massa regnarono.
La Comune di Parigi fu uno di questi eventi in cui le truppe dei Socialisti radicali presero il possesso della città per mesi, la Francia sarebbe soggetta ad un disastro se perdesse un'altra guerra, cosa che in questo scenario avviene.
Probabilmente Nazionalismo e Socialismo guadagneranno slancio nel paese mentre questo si chiederà che fare col suo nemico ad est.
Il cattivo sangue tra le due nazioni non svanisce, a discapito di tutto, e molto probabilmente ci sarà un'altra guerra.
Inghilterra e Francia diventerebbero estremamente amareggiate dopo questa sconfitta.
A proposito di alleati, non ho parlato di quelli della Germania, l'Austria-Ungheria e gli Ottomani.
Entrambi i paesi erano i malati d'Europa, ed è improbabile che sopravvivano a lungo nel 20° secolo, ma a noi non importa, ci importa di come moriranno.
La demografia è un argomento importante nelle aree sotto controllo Ottomano: la Grande Guerra e il decennio successivo videro un grande cambiamento demografico in Anatolia, dopo la guerra e il collasso dell'impero il caos che ne seguì vide uno scambio di popolazione tra i Greci e i Turchi.
In questa TL alternativa il Genocidio Armeno avviene comunque; gran parte della popolazione subisce deportazioni, assassinii e genocidio.
L'Impero Ottomano, uno dei vincitori di questa guerra, non crolla, o almeno non ancora, e così la minoranza Cristiana rimane nella regione fino a 20° secolo inoltrato, ma ci sono ancora tensioni etniche nell'impero mentre la sua presa si indebolisce, se l'impero collassa probabilmente si ripeterà la guerra civile etnica della nostra TL.
Per quanto riguarda gli Arabi a sud, dopo la guerra il Medio Oriente non viene diviso in stati artificiali come l'Iraq o la Siria, quando gli Ottomani collassano gli Arabi si uniscono in stati più grandi e naturali.
L'Iraq non esiste e viene spartito tra Arabi Sciiti e Sunniti, anche i Curdi hanno la loro nazione.
Ci sono ancora guerre tra i vari gruppi, ma che si arrivi alla guerra civile come nella nostra TL è un'evenienza rara.
Israele in questa TL semplicemente non esiste, ma c'è una popolazione Ebraica più grande in Europa, specialmente, e la cosa non sorprende, in Polonia.
Non c'è nessuna Palestina britannica, e nemmeno Hitler, perciò l'Olocausto non costringe mai gli Ebrei a fuggire verso una nuova terra.
Il Fascismo potrebbe diventare comunque popolare? Forse, ma ovviamente non come nella nostra TL, gli sarà più difficile visto che dovrà diffondersi in paesi con una lunga storia di democrazia.
Nel complesso vedremo una civiltà occidentale molto più conservatrice dal punto di vista sociale della nostra.
Senza la Seconda Guerra Mondiale, che creò un forte cambiamento nella società, le generazioni più giovani non si disinteressano al vecchio ordine.
La potenza imperiale, gli stessi imperi e le colonie rimangono oggetti del desiderio, perché quelli erano i premi principali della vittoria tedesca.
Inghilterra e Francia rivorranno indietro le loro colonie e l'America vorrà essere come la Germania.
A proposito della quale… Cosa fa l'America? Non è mai rimasta coinvolta nella guerra, perciò il pubblico americano rimane largamente neutrale nei confronti della vittoria tedesca.
Ovviamente, essendo culturalmente ed economicamente più vicina all'Inghilterra questo significa che anche se la sconfitta degli alleati è stata un problema, non è stata catastrofica.
Quello che è fatto è fatto, e per quanto riguarda gli Americani devono instaurare relazioni con i vincitori e riparare i legami con gli altri.
Non essendo rimasti coinvolti nella guerra, gli Stati Uniti cercano di superare queste divisioni.
Non sono dei leader militari globali, ma sono forti economicamente, se il piano economico tedesco funzionasse, sarebbero un partner prezioso.
Milioni di immigrati tedeschi nel midwest non devono abbandonare il loro retaggio così rapidamente.
Nella nostra TL il motivo per cui i Tedeschi si assimilarono così rapidamente fu il sentimento antitedesco che nacque quando l'America rimase coinvolta nella guerra, furono discriminati e odiati, e per adeguarsi abbandonarono la loro cultura.
Senza la guerra, molti potrebbero continuare a parlare la loro lingua nativa, incluse intere città isolate nel midwest.
Come risultato, gli Stati Uniti hanno un'influenza germanica molto più forte mescolata nella sua popolazione anglosassone.
Nel corso del 20° secolo questa influenza le relazioni finanziarie e diplomatiche con le nuove potenze al di là dell'Atlantico.
Poiché molto è cambiato per via di questa vittoria non posso andare nello specifico per quanto riguarda il resto del 20° secolo, qualsiasi evento potrebbe cambiare in modo casuale il corso della storia anche se la Germania vincesse.
La Grande Depressione causerebbe di certo sconvolgimenti in tutti i paesi del mondo, ma nel complesso, seguendo semplicemente la nostra TL, chiunque vinca la Grande Guerra cambierà per sempre il volto del 20° secolo.
Se la Germania avesse vinto partirebbe immediatamente in testa in questa nuova era grazie alla sua influenza prussiana, alla sua potenza economica e alla sua grande popolazione, il 20° secolo sarebbe potuto facilmente diventare il secolo tedesco.
Questa nuova era sarebbe molto simile alla vecchia, dato che gli imperi europei combatterebbero ancora per conquistare terre, le mentalità rimarrebbero le stesse e un po' più a lungo, e anche se il Kaiser perdesse il favore popolare la Germania beneficerebbe comunque da questa guerra, anche se per i suoi alleati le cose andassero diversamente, e forse la cultura tedesca è molto più influente nel mondo, diffondendosi in tre interi continenti.
Ovviamente questo è semplicemente uno scenario, un esercizio di storia alternativa, ma è divertente fare teorie.

La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto che scosse le fondamenta del vecchio ordine europeo e diede il via ad una nuova dinamica estrema destra-estrema sinistra che avrebbe poi portato alla vittoria dei Comunisti e li avrebbe bloccati in una battaglia per la supremazia globale con la superpotenza rimasta del vecchio mondo, gli Stati Uniti.
Ora esploreremo come questa dinamica sarebbe potuta cambiare se la Germania fosse emersa vittoriosa dalla Prima Guerra Mondiale invece dell'Inghilterra e dell'Intesa.
Nel 1915 la Prima Guerra Mondiale si era trasformata in un lungo stallo, dove sembrava che sul fronte occidentale non si stessero facendo progressi mentre le avanzate ad est stavano solo attirando altri nemici per la Germania.
Nel 1917 la Germania riuscì ad eliminare la Russia dalla guerra facendo leva sul dissenso interno tramite l'infiltrazione di Lenin per alimentare le fiamme della rivoluzione, ma quello stesso anno, a causa di una cospirazione per far entrare in guerra il Messico per mezzo del Telegramma Zimmermann e dei danni collaterali della guerra sottomarina senza restrizioni, gli Stati Uniti entrarono in guerra al fianco di Francia e Inghilterra.
Gli Ottomani stavano subendo tremende sconfitte a causa delle forze inglesi che avanzavano dall'Iran e dall'Egitto, la Bulgaria stava affrontando un'invasione dalla Grecia e lo slancio che stava impiegando nelle offensive in Francia costrinse la Germania al punto di rottura, portando alla fine a disordini interni di massa e alla resa.
Col senno di poi è chiaro che la caduta della Germania fu causata dal crescente numero di nemici che le si pararono davanti.
La storia della Germania è segnata dall'arte della guerra, l'Impero Tedesco e il precedente Regno di Prussia erano il prodotto di un popolo guerriero ed erano capaci di tenere testa sia alla Francia che alla Russia.
La Francia non aveva le capacità e la manodopera della Germania, mentre la Russia non era affatto industrializzata, e all'inizio sembrava che queste sarebbero stati gli unici veri avversari di Germania e Austria, ma la Germania, con un atto di stupidità conclamata o di sfacciata spavalderia, violò la neutralità belga per ottenere un vantaggio sul confine francese con un'invasione che costrinse l'alleato del Belgio, l'Inghilterra, ad entrare nel conflitto.
L'Inghilterra, con le sue linee commerciali verso gli Stati Uniti, trascinò gli interessi americani nel mirino della Germania, e a quel punto gli alleati diventarono un'idra che la Germania non poteva sconfiggere.
Ma tutto questo si sarebbe potuto evitare se solo la Germania semplicemente non avesse invaso il Belgio e avesse limitato il fronte con la Francia all'Alsazia-Lorena, avesse investito più risorse nel sovvertire la Russia prima di organizzare un'invasione su vasta scala dell'ormai esausta Francia, una specie di Piano Schlieffen al contrario.
La Francia non sarebbe riuscita a sconfiggere la Germania fin quando questa fosse rimasta sulla difensiva, ma la Germania poteva logorare lentamente le forze francesi fino a quando non fosse stata possibile un'invasione dal loro confine condiviso.
In questa TL la Germania semplicemente non invade il Belgio, il suo unico campo di battaglia diventa il confine con la Francia e le truppe tedesche e austriache invadono la Russia dopo la cattura austriaca della Serbia.
L'Italia, manovrata dalla Francia, entra in guerra nel tentativo di cambiare le sorti della guerra, ma questa diventa solo una giustificazione per l'Austria per invadere i territori contesi a nord.
Lenin viene comunque mandato in Russia e inizia ad istigare il dissenso civile, dato che il risentimento nei confronti dello zar continua a crescere a causa della conduzione di una guerra che il popolo non sente sua.
L'Ucraina si sarebbe staccata dalla Russia pochi mesi prima dello scoppio della rivoluzione e si sarebbe alleata con la Germania, portando presto alla chiusura del fronte orientale.
Grazie a ciò la Germania e l'Austria ridirigono le loro truppe per sfondare il fronte occidentale, l'Austria invade la Francia dal suo confine indifeso con l'Italia settentrionale e la Germania distrugge finalmente le linee francesi dirigendosi verso Parigi.
La guerra finisce e Austria e Germania si spartiscono le colonie francesi e italiane, l'Alsazia-Lorena viene incorporata nei confini della Germania e l'Austria annette l'intera Italia, mentre gli stati baltici vanno alla Germania.
L'Austria e l'Impero Ottomano sarebbero imbaldanziti da questa vittoria, ma in realtà stavano già cadendo a pezzi, e non sarebbero durati un altro secolo senza riforme importanti.
L'Inghilterra è sempre più diffidente dell'Impero Tedesco, considerato che prima della guerra aveva sviluppato una rivalità con esso, ma ora sembra che la Germania stia sfidando il dominio inglese in Europa, incoraggiando l'Inghilterra a rinforzare il suo esercito terrestre per un atteso conflitto con la Germania nel futuro prossimo.
La Russia precipiterebbe nella guerra civile, con una fazione Anarchica che emergerebbe in Ucraina, i Comunisti ad ovest e a sud e fazioni sparse dell'Armata Bianca nel resto della Russia.
La maggior parte dell'Armata Bianca, sostenuta dai Tedeschi, si unirebbe sotto la guida dell'Ammiraglio Aleksandr Kolčak.
Nella nostra TL Kolčak fece un buon lavoro alla guida dell'Armata Bianca, la sua dedizione era estrema, ma non aveva abbastanza forze, inoltre Kolčak era un ammiraglio, ovvero un comandante della marina, e la guerra terrestre non era il suo forte, ma fece del suo meglio col poco che ne conosceva.
In questa TL la Germania, le Legioni Cecoslovacche e le forze armate ucraine aiutano Kolčak inviando ad assisterlo una squadra di generali austriaci e tedeschi di prim'ordine che facciano le sue veci.
In Mongolia sorgerebbe un'altra fazione guidata dal Barone von Ungern-Sternberg, un monarchico deciso a reinsediare la Dinastia Romanov e ad eliminare i Comunisti dalla Russia.
Nella nostra TL von Ungern-Sternberg fu una specie di figura leggendaria, un uomo che caricava direttamente le mitragliatrici con poco più che cavalleria armata di spada, sempre in testa agli assalti e che colpiva sempre duro, così efficace sul campo che i Mongoli lo insignirono del titolo di Gran Khan e lo consideravano la reincarnazione di Gengis Khan.
In questa TL, grazie alla grande efficacia dell'esercito di Kolčak, von Ungern-Sternberg riesce a sconfiggere le forze Comuniste in estremo oriente, costringendo i superstiti a fuggire a sud e fra le grinfie dei Giapponesi, che hanno iniziato ad espandersi in Corea, Russia orientale e Manciuria.
La Bulgaria, per un senso di restaurazione ancestrale, cercherebbe di ricreare il vecchio Impero Bizantino a sua immagine e somiglianza, e questo porterebbe all'annessione della Grecia con la protezione della Germania dall'Inghilterra, ma la Bulgaria rimarrebbe comunque in conflitto con gli Ottomani per il possesso di Costantinopoli, e dovrebbe trovare un modo per ricreare la sua Zargrad.
Gli Ottomani, con una mossa audace dopo dei colloqui con i ribelli nell'Egitto inglese, invadono la regione finendo invischiati in una guerra con la Gran Bretagna.
Gli Ottomani chiederebbero alla Germania sostegno in questa guerra, e la Germania la vedrebbe come un'occasione per catturare il Belgio e dimostrare la sua superiorità militare all'Inghilterra, accetterebbe quest'alleanza e riaprirebbe di nuovo il fuoco poco tempo dopo la fine della guerra.
La Germania, la Russia Bianca, la Mongolia, gli Ottomani e la Finlandia si unirebbero contro l'alleanza Anglo-Franco-Giapponese.
La Germania cercherà di includere anche l'Austria, ma il vecchio impero austriaco collasserebbe sotto la pressione di numerose rivolte etniche in Italia e nei Balcani, lasciandolo con solo una frazione del suo vecchio territorio.
La Francia non sarebbe in condizioni di combattere, ma offrirebbe all'Inghilterra un punto d'appoggio per penetrare in Germania e tutto il supporto terrestre possibile.
Le colonie tedesche, rinforzate dalla cattura di quelle francesi dopo la guerra, riuscirebbero a mettere alle strette le colonie inglesi settentrionali, mentre la Namibia verrebbe catturata dal Sudafrica.
La Germania invade il Belgio costringendo molti dei suoi abitanti a fuggire in Olanda e gli Ottomani si ritrovano in una brutta situazione a causa dell'entrata in guerra della Bulgaria al fianco dell'Inghilterra per rivendicare Istanbul, ma le truppe tedesche avanzano rapidamente e prendono contatto con i soldati e le regioni occupate rimaste, mettendo la Francia sotto occupazione totale tedesca.
L'Anatolia verrebbe usata come merce di scambio da Inghilterra e Bulgaria e la Germania ricomporrebbe la vecchia alleanza Sino-Tedesca per cacciare i Giapponesi dalla Manciuria.
Von Ungern-Sternberg e i Mongoli riusciranno a condurre diversi raid di successo contro le forze armate giapponesi, ma non avrebbero le capacità per invadere le loro isole, lasciando la costa nello stato di territorio conteso che i Giapponesi non possono invadere ma che von Ungern-Sternberg non può catturare a causa dei bombardamenti della marina, almeno fino a quando la Cina non sosterrà l'offensiva mongola e riuscirà a cacciare i Giapponesi dalla Corea usando una combinazione delle armi tedesche, delle tattiche mongole e della sua manodopera.
Senza i mezzi per intervenire in Europa, con l'India minacciata da un'invasione, i Giapponesi a rischio di un'occupazione totale e gli Ottomani già sconfitti, l'Inghilterra deve porre fine alla guerra adesso o affrontare ulteriori umiliazioni per mano della Germania, che ha già iniziato il processo per invadere le colonie inglesi in Nordafrica.
Viene firmato un trattato di pace, i confini vengono stabiliti e la Germania dimostra all'Europa chi è che comanda.
Il Medio Oriente, in assenza dell'Impero Ottomano e dell'intervento Franco-Inglese si dividerebbe su basi etno-religiose, mentre l'Austria tedesca cercherebbe l'annessione alla grande Germania e l'Ungheria si separerebbe per diventare uno stato autonomo.
In seguito la Germania includerà la Svizzera in un'unione economica tedesca per rafforzare ulteriormente il perno economico tedesco intorno al quale adesso gira l'Europa.
Gli USA, poiché non sono mai entrati nella Prima Guerra Mondiale non sviluppano mai i valori antitedeschi, al contrario, abbracciano i valori tedeschi, perché iniziano a girare intorno ad un asse tedesco.
Come la cultura americana e la lingua Inglese si diffusero nel mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale, la distruzione del dominio inglese ad opera della Germania farà sì che la cultura e la lingua tedesche permeino Francia, Italia, Giappone, Balcani, USA e specialmente la Russia, mantenendo queste regioni sotto una forte influenza tedesca.
Francia e Giappone, che hanno avuto la peggio e hanno subito perdite e umiliazioni tremende, diventano lentamente sempre più antitedesche.
Nello stesso periodo, nella nostra TL Germania e Francia videro importanti ondate Socialiste, ma la vittoria della Prima Guerra Mondiale evitò per un pelo la loro salita al potere in Francia.
In Giappone la credenza che l'Imperatore avrebbe creato un grande impero giapponese teneva a bada la gente, ma in mancanza di ciò questi due paesi si ritrovano a dover pagare pesanti risarcimenti di guerra, aggiungiamoci la fuga dei Comunisti sovietici in varie parti d'Europa e vedremo entrambe queste nazioni soccombere a rivoluzioni Comuniste come successe a Parigi dopo la sconfitta contro la Prussia nella Guerra Franco-Prussiana.
Ma non sarebbero da sole in questa rivoluzione politica, dato che dallo stato autonomo di Roma vedremo l'ascesa di Benito Mussolini e della sua ideologia Fascista.
Ad ispirarlo sarebbe l'ascesa in Turchia di un Atatürk più radicalizzato che creerebbe un nuovo stato turco fondato sui valori ancestrali del popolo e non su una teocrazia religiosa.
Immediatamente questi nuovi stati, anche se piccoli, inizierebbero ad espandersi nelle regioni circostanti istigando delle rivoluzioni e grazie al sostegno dei loro alleati in quelle regioni.
Gli operai giapponesi chiederebbero il sostegno degli Anarchici e dei Comunisti in Corea e dei Comunisti sovietici fuggiti nella Cina nordoccidentale.
Roma, grazie ad una combinazione di forza militare e cooperazione militare si unisce alla Sicilia per ricreare l'Italia, mentre la Francia si unisce all'Olanda col sostegno dei rifugiati sovietici in Belgio.
Questo darà il tono al decennio successivo: guerra civile in Francia e guerra civile in Italia che si espanderanno in Spagna, Portogallo e Cina, costringendo le potenze imperiali di Germania, Inghilterra, Russia e Mongolia a negoziare.
L'Inghilterra, nonostante i suoi trascorsi tesi con la Germania, è costretta a fare accordi con essa per distruggere le nuove idee radicali che minacciano il vecchio ordine.
L'Inghilterra stessa vedrebbe degli scontri ideologici, con una fazione Comunista che acquisirebbe sempre più potere al suo interno.
Re Edoardo VIII e Winston Churchill cercherebbero di affrontare la situazione e risolverla, la Germania proporrebbe un ritorno ad una sistema più monarchica dove il re può operare più che come una semplice figura simbolica tramite l'uso di un partito del re, un qualcosa che nella nostra TL Churchill considerò di creare.
I quattro paesi uniti diventerebbero le potenze imperiali d'Europa, ed inizierebbero ad eliminare e abbattersi sistematicamente sulle nuove fazioni, il Giappone, la Spagna, l'Italia e la Francia, ma questo non farà che rendere le nuove fazioni perdenti più coese.
L'Italia, la Bulgaria e la Turchia si unirebbero per formare un enorme stato Fascista mentre si creerebbe un blocco internazionale Comunista comprendente Giappone, parti dell'Asia, Francia, Spagna e Portogallo.
Queste fazioni muoverebbero insieme guerra all'ordine imperiale, una guerra di potenza e ideologie nella quale i territori non verrebbero conquistati tramite l'azione militare, ma la trasmissione di idee, e vedremo una corsa a contenere queste idee prima che si diffondano troppo.

Nel 2014 è avvenuta la celebrazione del centenario della Prima Guerra Mondiale, una guerra molto importante per noi Francesi che è ancora presente nella memoria di tutti, e malgrado le possibilità infinite e molto interessanti che ci offre la materia, la Prima Guerra Mondiale è abbastanza mal rappresentata nel genere ucronico.
A parte qualche fumetto e tre romanzi è veramente difficile trovare delle storie alternative che valgono veramente la pena di essere lette, e questo tra l’altro è un vero peccato, ed è per questo che oggi risponderò alle vostre numerose richieste e farò un episodio speciale di AlterHis sulla Prima Guerra Mondiale.
Torniamo dunque nel 1916, vale a dire nel bel mezzo della guerra: in quell’anno il fronte occidentale fu uno dei più statici del conflitto, in effetti i belligeranti continuarono a trincerarsi ancora di più, e gli Italiani, che l’anno prima si erano uniti al campo della Triplice Intesa, non erano riusciti ad avanzare in Austria.
A parte una grande offensiva russa ad oriente, niente si mosse per davvero.
Lo stato maggiore tedesco, che è un po’ stufo ed è comprensibile, decide di dissanguare l’esercito francese attaccando Verdun.
Questo attacco diventerà una delle battaglie con più vittime della guerra, farà un numero di morti quasi uguale da entrambe le parti e avrà un risultato militare praticamente nullo.
Se all’epoca la morte di uno dei nostri soldati faceva notizia, perdere 60.000 uomini fece sicuramente colpo, ma che sarebbe successo se i Tedeschi fossero riusciti nel loro obiettivo, ovvero dissanguare l’esercito francese? Immaginiamo per un solo istante che la Battaglia di Verdun si trasformi in una svolta decisiva che permette ai Tedeschi di mettere fuori combattimento una gran parte dell’esercito francese; immaginiamo che nei mesi seguenti i Tedeschi riescano a respingere Francesi e Inglesi fino a Parigi e ottengano un armistizio; immaginiamo anche che dopo aver sconfitto la Francia, l’Italia e l’Inghilterra le truppe tedesche, Austro-Ungariche e Ottomane si rivolgano contro la Russia e ottengano una pace nel 1917: quali saranno le conseguenze di una vittoria della Triplice Alleanza? Come avrebbe cambiato le relazioni tra i diversi paesi d’Europa? Per questo scenario immagineremo che la Germania faccia esattamente la stessa cosa che fecero la Francia e l’Inghilterra nel 1918 e imponga un armistizio ingiusto alla Francia, includendo in particolare gigantesche indennità di guerra, la riduzione delle capacità militari della Francia, così come un risarcimento economico negli anni seguenti oltre a quello già richiesto, c’è molto da dire e ve lo descriverò passo per passo.
Iniziamo dal protagonista principale, la Germania: il reich esce dal conflitto come il grande vincitore dopo aver sconfitto quasi da solo la Francia e il Regno Unito.
L’Impero Tedesco ora gode di un immenso prestigio militare e possiede il primo esercito d’Europa, sia a livello di numeri che di materiali.
A livello di conquiste territoriali vedremo la Germania prendere qualche territorio alla Russia, in particolare una gran parte dell’attuale Polonia, ma anche i paesi baltici.
Ad ovest pochi territori interesseranno davvero la Germania, eventualmente potremmo immaginare che il Kaiser decida di sgranocchiare una parte della Lorena e una parte della Vallonia in Belgio, ma il vero obiettivo dell’Impero Tedesco saranno le colonie.
È molto probabile che la Germania sottragga alla Francia grandissime porzioni del suo impero coloniale.
Per quanto riguarda la Gran Bretagna, dovrà cedere una parte della Nigeria, e il Belgio una parte del Congo belga.
Con il primo esercito del mondo e un impero coloniale dalle risorse immense, l’Impero Tedesco è senza dubbio il più grande vincitore della Prima Guerra Mondiale.
Purtroppo non possiamo affatto dire altrettanto della Francia: le riparazioni di guerra mostruose fanno impennare l’inflazione come nella Germania dopo il 1918, e la Francia, che già all’epoca aveva un grosso debito pubblico, si ritroverà presto in default.
L’armistizio ingiusto imposto dalla Germania aumenterà le già grandi tensioni sociali, e della situazione economica catastrofica della Francia approfitteranno come d’abitudine nei tempi di crisi sia l’estrema destra che l’estrema sinistra.
Potremo anche immaginare diverse rivolte causate dai militanti Comunisti, che è molto probabile che culmineranno con una presa del potere.
Un’ipotesi spesso proposta è che la Francia, indebolita e in default, segua lo stesso scenario della Germania della realtà e diventi Fascista, e potremmo quindi avere un piccolo Adolf alla francese.
Interessiamoci adesso ad uno dei casi più complicati, ovvero l’Impero Austro-Ungarico: già prima della guerra l’Impero Austro-Ungarico aveva visto numerose tensioni tra le diverse comunità che abitavano il paese.
Per l’Austria-Ungheria ipotizzerei quindi due scenari: nel primo, dopo la vittoria, l’Impero Austro-Ungarico annette una piccola parte della Russia e la Serbia, l’imperatore manda l’esercito a calmare i problemi interetnici e decide di riformare il governo e integrare i membri di tutte le comunità.
L’imperatore asserisce la sua autorità sul suo impero, che continua ad esistere e diventa una grande potenza.
Nel secondo scenario le tensioni interetniche sono troppo forti e l’Impero Austro-Ungarico finisce per collassare, creando diversi piccoli paesi indipendenti sotto l’influenza dell’Austria nonostante tutto.
Passiamo adesso all’Inghilterra, per la quale le conseguenze della guerra non saranno così catastrofiche.
Il Regno Unito non perde alcun territorio in Europa, resta una potenza marittima di primo ordine e continua a possedere il primo impero coloniale del mondo.
È molto probabile che l’impero britannico mantenga dei legami forti con la Francia e la Russia per conservare una sembianza di equilibrio del potere in Europa.
Potranno comunque scoppiare delle rivolte da parte delle milizie Comuniste e operaie, ma non avranno grandi possibilità di successo.
Interessiamoci adesso all’Impero Russo: malgrado la vittoria della Germania e il cambiamento del contesto generale, sarà quasi impossibile per la Russia sfuggire alla rivoluzione Bolscevica.
In effetti oltre al disastro militare che ha subito l’esercito imperiale, i raccolti saranno pessimi e l’autorità dello Zar sarà quasi insignificante.
L’unico cambiamento che si potrà constatare alla fine sarà una maggiore vicinanza diplomatica con la Francia e la Gran Bretagna per controbilanciare la potenza della Germania.
Passiamo adesso al mio preferito, l’Impero Ottomano: prima della guerra l’Impero Ottomano veniva considerato il malato d’Europa, l’esercito Ottomano e la sua amministrazione erano obsolescenti e corrotte, e come nell’Impero Austro-Ungarico le tensioni tra le comunità erano forti.
A livello di conquiste territoriali possiamo assolutamente immaginare che l’Impero Ottomano prenda qualche territorio alla Russia nel Caucaso e sottragga l’amministrazione dell’Egitto all’Inghilterra.
Se l’Impero Ottomano sopravvivrà, la conseguenza più grande è che Israele, Giordania, Iraq, Siria, Libano e Arabia Saudita non esisteranno affatto, modificando così drasticamente la cartina del Vicino Oriente.
L’Impero Ottomano potrebbe crollare su sé stesso o sopravvivere, ma è troppo difficile fare supposizioni a questo livello.
Passiamo ora al Regno d’Italia, che è uno dei grandi perdenti della guerra: nella realtà vinse la guerra al fianco della Francia e del Regno Unito, ma rimase completamente fregato dall’armistizio, perché non guadagnò quasi niente.
Allora fu questa una delle cause della salita al potere di Mussolini, e alla fine, anche se l’Italia ha perso la guerra, globalmente seguirà lo stesso scenario della realtà.
Si riavvicinerà diplomaticamente alla Francia nel caso seguirà lo stesso cammino politico, ovvero il Fascismo.
Passiamo adesso agli Stati Uniti, anche se nel nostro scenario non sono ancora intervenuti in Europa, perché non è ancora il 1917.
Così non diventeranno mai una grande potenza industriale come nella Prima Guerra Mondiale.
In effetti la Prima Guerra Mondiale permise agli Stati Uniti di diventare i creditori dell’Europa e di rilanciare la loro industria bellica, cosa che qui non avverrà mai.
Le potenze europee continueranno dunque a vedere gli Stati Uniti come un paese di rozzi contadini che per di più ascoltano musica strana.
Gli Stati Uniti rimangono quindi con la loro politica incentrata su loro stessi e continuano a difendere il non interventismo.
Passiamo all’ultimo della mia lista, il Giappone, che approfitta della politica di non interventismo degli Stati Uniti per affermare le sue ambizioni in Asia.
Potremo dunque immaginare un Giappone molto più potente nella regione.
Queste sono le conseguenze per alcuni dei paesi dopo la guerra, gli scenari che ne potrebbero seguire sono diversi, potremo per esempio immaginare un’aggressione della Francia Fascista contro la Germania che provocherà così la Seconda Guerra Mondiale, o un’alleanza delle potenze europee contro la minaccia Comunista, o ancora l’invasione dei Balcani da parte dell’Impero Ottomano e lo scoppio di una guerra contro l’Impero Austro-Ungarico, o ancora delle rivolte Comuniste che avranno successo in Francia e in Gran Bretagna, che costituiranno così un blocco Comunista europeo alleato contro la Triplice Alleanza.

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E se l'Italia fosse rimasta nella Triplice Alleanza?

Dei colpi di scena che caratterizzarono la Grande Guerra forse il più famigerato è l’apparente tradimento della Triplice Alleanza con Germania ed Austria ad opera dell’Italia, che si rifiutò di combattere con gli Imperi Centrali e si unì invece alla fazione opposta della Triplice Intesa.
Vi ricordo però che la decisione degli Italiani non era completamente ingiustificata.
La base della Triplice Alleanza tra Germania, Italia e Austria era costruita su un equilibrio del potere in Europa immaginato dalla Germania.
La Germania era rapidamente in ascesa, mentre l’Austria era in declino, essendo stata indebolita dagli stessi Tedeschi, o per meglio dire dai Prussiani, che volevano soppiantare l’Austria come forza guida nell’Europa tedesca e assumere alla fine un ruolo dominante nel continente.
L’Italia, all’epoca, e un po’ come la Germania, era emersa solo di recente, come gli Stati Uniti, e anch’essa era in ascesa, anche se ad un ritmo più lento.
La storia dell’unificazione italiana era stata confusa e opportunistica, al contrario di quella della Germania, che non solo fu pragmatica nel suo approccio all’unificazione, ma anche tattica e astuta.
Come conseguenza di ciò l’Italia si ritrovò teoricamente ai ferri corti con tutti i suoi vicini che possedevano ancora territori che gli Italiani vedevano come loro di diritto, e che ovviamente contenevano aree storicamente importanti e ospitavano una grande popolazione etnica italiana.
In Francia queste includevano parti della Savoia, l’isola della Corsica e perfino la Tunisia, in Nord Africa, che i Francesi avevano colonizzato di recente.
In Austria, invece, queste includevano le terre del Tirolo, Trieste, l’Istria e la Dalmazia.
Qualsiasi opportunità di espandersi ulteriormente veniva ostacolata da queste potenze, e in Nord Africa sia dagli Ottomani che dagli Inglesi, in particolare in Egitto e in Tripolitania, lasciando così l’Italia confinata e limitata da stati più esperti.
La Germania, i cui interessi non sembravano scontrarsi con quelli italiani e che trovava sia affinità che convenienza nel fatto che l’Italia, come lei, si fosse unificata solo di recente e non avesse legami profondi con le altre potenze, la rendevano un alleato naturale.
Aiutava la causa della Germania anche il fatto che gli sforzi per consolidare il suo stato aiutarono quelli dell’Italia: la Guerra Austro-Prussiana aiutò l’Italia a riconquistare territori posseduti dall’Austria; la Guerra Franco-Prussiana lasciò lo Stato Pontificio vulnerabile in assenza della Francia, e permise all’Italia di reincorporarlo; e la Conferenza di Berlino permise all’Italia di reclamare delle colonie in Africa.
Troviamo ripetutamente l’Italia cavalcare i successi della Germania, e tutto questo diede alla Germania un’opportunità di rendere l’Italia una potente alleata che avrebbe potuto dominare il Mediterraneo mentre essa dominava il nord, ma questo era più facile a dirsi che a farsi.
Nei primi anni alla ricerca di unità dell’Italia, lo stato che forse contribuì di più alla causa dell’unificazione italiana fu di fatto la vicina Francia, specialmente sotto la leadership di Napoleone III.
Napoleone III sperava di promuovere il nazionalismo in Europa e la creazione di stati-nazione liberi dall’influenza degli imperi multietnici come l’Austria, gli Ottomani e la Russia, e pensava allo stesso tempo che un’Italia unita sarebbe stata fortemente affine agli interessi francesi, per non dire grata del sostegno francese.
Ovviamente c’era qualche conflitto d’interesse fra le due che abbiamo già menzionato, ma nell’insieme l’operato francese favorì l’Italia per tutto il suo processo di unificazione a spese dell’Austria.
Gli Austriaci, in contrasto, cercarono ripetutamente di mandare in stallo o sopprimere l’unificazione italiana.
Il cancelliere austriaco Klemens von Metternich addirittura affermò famigeratamente che l’Italia non era niente più di un’espressione geografica, e ovviamente l’Austria fu la principale avversaria dell’Italia in tutte le guerre d’unificazione italiane.
Questo senza nemmeno parlare del fatto che le terre in possesso dell’Austria erano considerevolmente più italiane e strategicamente più preziose di quelle in possesso della Francia.
Sembrava naturale che l’Italia e l’Austria dovessero rimanere avversarie, ma poi nell’equazione arrivò la Germania.
Come già spiegato, i Tedeschi e gli Italiani avevano interessi comuni nel sostenersi a vicenda.
La Germania aveva una visione di ordine per il continente europeo, ma quella visione includeva anche un ruolo per l’Austria.
L’Italia era ovviamente esitante ad allinearsi con l’Austria, ma vedeva la Germania come un alleato molto più fattibile sul lungo termine rispetto alla Francia o all’Inghilterra, le cui ambizioni coloniali nel Mediterraneo si scontravano direttamente con le sue, mentre i Tedeschi si dimostrarono un contrappeso capace alla Francia che un giorno avrebbe superato l’Inghilterra.
Di conseguenza venne forgiata la Triplice Alleanza come patto difensivo che avrebbe assicurato che un attacco ad un alleato avrebbe avuto come risposta un attacco dell’intera alleanza, ma dietro le quinte l’Italia rimase dubbiosa, a riconsiderare se essere amica della Germania valesse la pena o meno abbandonare le sue ambizioni in Austria, e iniziò addirittura a cospirare con la Francia alle spalle dell’Alleanza, stipulando un patto segreto di non aggressione e un piano per attaccare l’Austria.
Non aiutò il fatto che la Germania si dimostrò sempre più belligerante mentre tra l’Austria e gli stati balcanici aumentavano le tensioni.
L’Italia non era ansiosa di ritrovarsi coinvolta in una guerra per conto dell’Austria, e cercò un modo per evitare un simile esito.
Quando l’arciduca austriaco Francesco Ferdinando fu assassinato, l’Austria diede la colpa al governo serbo, che secondo essa aveva istigato, finanziato e addirittura organizzato gruppi radicali antiaustriaci e filo-jugoslavi, come quello che tolse la vita all’arciduca.
Quando l’Austria spinse per un’indagine la Serbia si rifiutò e scoppiò il conflitto.
La Germania colse quest’opportunità per iniziare la sua guerra contro l’alleato della Serbia, la Russia, e l’alleato della Russia, la Francia.
Gli Italiani però affermarono che la guerra tra Austria e Serbia era stata istigata dagli Austriaci, perciò non costituiva un’attivazione dell’alleanza.
Inoltre l’Austria era legata, secondo l’alleanza, a consultare l’Italia sulle questioni balcaniche, dati i loro interessi condivisi nella regione, una condizione alla quale non adempì.
La Germania e l’Austria furono ovviamente frustrate da questo esito, ma l’Austria era soddisfatta fin quando l’Italia rimaneva neutrale e non la costringeva ad aprire un secondo fronte.
La neutralità italiana non durò a lungo.
La pressione aggiunta di un ulteriore fronte sulle accidentate Alpi contro un nemico che quasi eguagliava il livello di industrializzazione dell’impero ostacolò gravemente lo sforzo bellico dell’Austria, e costrinse la Germania ad addossarsi ulteriori pesi nella campagna contro la Russia, togliendo risorse al fronte occidentale.
La posizione strategica dell’Italia nel Mediterraneo permise all’Intesa di imbottigliare l’indubbiamente scarna marina austriaca nel Mar Adriatico, impedendole di avere un qualsiasi ruolo nel conflitto.
Inoltre, l’affiliazione dell’Italia all’Intesa, assieme al confinamento navale dell’Austria, lasciò gli Ottomani in una posizione particolarmente pericolosa nella quale la forza delle marine francese, inglese e italiana si abbatté su di loro, colpendo la Triplice Alleanza nel suo ventre molle.
Quella che avrebbe potuto essere una solida fortezza che abbracciava la maggior parte dell’Europa centrale e lasciava l’Intesa ai bordi rimase invece con un pugnale infilato proprio nel suo fianco più debole, privandola di uomini e risorse che avrebbero potuto cambiare il corso della guerra.
Ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa l’Italia rimanesse con la Triplice Alleanza? Ora, agli Italiani non piaceva che l’Austria procedesse con la sua campagna contro la Serbia senza che prima non si consultasse con loro sulla questione secondo i termini della loro alleanza, né erano troppo contenti degli stessi Austriaci, data la loro storia e i loro interessi in conflitto fino a quel momento, ma quando si arrivò al dunque non fu quello il fattore decisivo per l’Italia, tutto si ridusse a chi avrebbe dato di più all’Italia per la sua alleanza.
L’Austria non era ansiosa di cedere terre all’Italia, ma certamente possedeva più territori che l’Italia voleva, ed era disposta a fare qualche piccola concessione e ad accordare diritti sui territori francesi dopo la guerra, e non perché entrasse in guerra, ma perché continuasse a rimanere neutrale.
Queste offerte, però, erano mediocri per gli standard dell’Italia, perciò ella chiese alla Francia che cosa poteva offrire.
L’Intesa ovviamente promise all’Italia praticamente tutte le terre dell’Austria e dell’Impero Ottomano che desiderava, dopotutto essa non ci perdeva molto nell’accordo.
Nella nostra TL la Germania, che si era fatta carico dell’Austria nella campagna contro la Serbia, insistette che gli Austriaci dessero all’Italia quello che aveva chiesto, o avrebbe rischiato di perderla comunque.
Ovviamente l’Austria resistette, e l’Italia siglò un accordo con l’Intesa, ma stavolta le cose vanno in maniera differente.
Sotto una maggiore pressione della Germania, l’Austria, durante i primi negoziati per rimettere in riga gli Italiani, accetta di cedere immediatamente i territori occidentali all’Italia, con la promessa della Dalmazia alla fine della guerra assieme a qualsiasi bottino chiesto alla Francia.
Diversamente dalla nostra TL l’Austria non chiederà la neutralità, ma l’unione alla lotta contro l’Intesa e l’apertura di un secondo fronte in Francia, rendendo allo stesso tempo sicuro il suo fianco occidentale.
Con l’Italia tornata dalla parte della Triplice Alleanza, i Francesi si ritroveranno in una situazione simile a quella degli Austriaci nella nostra TL, costretti a trattenere l’avanzata italiana su un accidentato territorio alpino e a ridirigere abbastanza risorse cruciali su un nuovo fronte a sud per tenere a bada il grande ma inesperto esercito italiano.
L’aggiunta dell’Italia avrebbe portato il Mediterraneo orientale sotto il dominio della Triplice Alleanza, e avrebbe visto una concentrazione di potenza navale operare per rovesciare il controllo inglese in Egitto.
Gli Italiani, profondamente interessati al Nord Africa e rifiutandosi di permettere agli Ottomani di riprendere piede lì, investiranno pesantemente in questa campagna, ma vedranno importanti assalti navali in patria per via del fatto che la loro costa rimarrà molto più vulnerabile ai cannoneggiamenti Franco-Britannici.
L’Italia in questa TL verrà colpita molto più nettamente dalla guerra, ma questo avrà la conseguenza di far affluire più sostegno italiano allo sforzo bellico, non più semplicemente per ottenere acquisizioni territoriali, ma per la sopravvivenza e per vendicarsi dell’aggressione Franco-Britannica.
Questa aumentata attività nel Mediterraneo drenerà ulteriori risorse francesi necessarie per mantenere il fronte contro la Germania, e come conseguenza permetterà ai Tedeschi di avanzare di più e più velocemente rispetto al nostro mondo, rendendo chiaro a tutti gli spettatori che il conflitto sta favorendo la triplice Alleanza e scoraggiando gli stati come la Grecia e addirittura gli Stati Uniti dal farsi coinvolgere in un conflitto infruttuoso, il tutto mentre la caduta dell’Egitto, la perdita del controllo nel Mediterraneo occidentale e alla fine la cattura del Canale di Suez da parte delle forze congiunte Italo-Ottomane paralizzeranno la mobilità navale inglese, interrompendo essenzialmente la facilità d’accesso del Regno Unito ai suoi possedimenti coloniali ad oriente.
Il successo di questa strategia nel togliere risorse alla Gran Bretagna e l’andamento della guerra a favore dell’Alleanza potrebbero rendere non necessaria una ripresa della Guerra Sottomarina Indiscriminata, almeno se paragonata con i potenziali rischi, rimuovendo così forse un motivo per gli Stati Uniti per farsi coinvolgere nella guerra.
Una volta affrontata la Serbia, la concentrazione primaria della Germania sarà diretta contro la Francia, mentre l’Austria avrà come priorità la lotta contro la Russia, ovviamente col sostegno e la coordinazione tedesca.
La Serbia cadrà come ha fatto nel nostro mondo dopo alcune sconfitte austriache iniziali, ma adesso l’Austria riuscirà a caricare contro la Russia senza il bisogno di combattere un secondo fronte nella direzione opposta.
Questa pressione aggiunta contro la Russia la farà cedere prima che nel nostro mondo, e dati i progressi tedeschi più rapidi, Mosca e Parigi potrebbero cadere simultaneamente nel 1916 o nel 1917.
Rimarrà solo l’Inghilterra, e, ritrovandosi bloccata fuori dal continente, essa concederà la resa.
La Germania vittoriosa otterrà le sue rivendicazioni desiderate da Francia, Regno Unito e Russia, riorganizzando al contempo il continente secondo il suo piano Mitteleuropa.
Per riassumere, la Germania voleva neutralizzare completamente la Francia come potenziale minaccia futura, e avrebbe demilitarizzato tutti i territori fra i confini tedeschi e Parigi.
Ovviamente la Germania porterà il suo confine molto più vicino a Parigi, e annetterà una porzione della costa francese per posizionarsi meglio contro la Gran Bretagna.
La Russia vedrebbe i suoi territori più occidentali frammentati in alcuni stati-nazione più piccoli fedeli alla Germania, mentre in Russia verrà instaurato un regime fantoccio.
Date le circostanze, i Tedeschi potrebbero essere costretti a intervenire per sottomettere la fazione Bolscevica in ascesa in Russia o rischiare che l’ex impero diventi una forza confinante ostile e potente.
La Germania porterà gli stati europei sotto il suo controllo nello stesso modo in cui la Prussia all’inizio mise sotto il suo controllo gli stati della Confederazione Tedesca del Nord, attraverso un’unione economica con la Germania al suo cuore, il tutto mentre l’economia tedesca verrà sovralimentata dalle risorse ricavate dai suoi molti nuovi possedimenti coloniali in Africa.
La Germania aveva riconosciuto da tempo il declino dell’Austria, e l’aveva esclusa dalla sfera germanica, ma adesso potrebbe cercare di reintegrare gli Austriaci in qualche modo, perlomeno la parte tedesca.
L’Austria, cedendo le sue rimanenti terre promesse all’Italia, perderà il suo ultimo principale interesse nel Mediterraneo e rimarrà anche esclusa da quella sfera, e adesso, nonostante la vittoria, si ritroverà sotto la pressione dell’Italia nella sfera balcanica.
Vedendo il suo destino scritto, capendo che la creazione di una terza corona non farà che ritardare l’inevitabile con l’Italia alle sue porte, e dopo essere stato ostacolato dagli Ungheresi prima e durante tutta la grande Guerra, l’imperatore austriaco promuoverà un referendum per la divisione dell’impero in tre nuovi regni, uno tedesco, uno ungherese e uno slavo.
La Germania ovviamente sosterrà questa mossa, vedendo un’opportunità per incorporare completamente l’Austria e manovrare i due stati rimanenti.
Infine, l’Italia otterrà il suo bottino non solo dall’Austria, ma anche dalla Francia.
Le distruzioni e il costo della guerra che il regno ha sopportato sorpasseranno quelle del nostro mondo, ma anche le ricompense che otterrà.
Lo spirito unificatore che metterà assieme il paese diviso contro un nemico comune, assieme alla soddisfazione di aver ottenuto completamente quello che voleva ottenere, lasceranno alla fine l’Italia molto più in pace che nel nostro mondo.
L’ostilità proveniente dal fatto che le vennero negati tutti i territori promessi dall’Intesa non si manifesta, e invece di intraprendere il cammino del Fascismo, l’Italia concentrerà le sue energie nella ricostruzione e nello sviluppo di un impero vero e proprio, che adesso si estenderà su tutto il Nord Africa fino alla costa egiziana e al Corno d’Africa.
L’Italia, quando recupererà e con l’aiuto della Germania, ascenderà per diventare la potenza guida del Mediterraneo, ottenendo maggiore influenza nell’Impero Ottomano, in Francia e nei Balcani occidentali.
La Germania vedrà l’Italia come il suo partner di minoranza in questa disposizione e una forza capace di proiettare il dominio economico tedesco su tutto il Vecchio Mondo.
Utilizzando il controllo italiano del Mediterraneo nel Vicino Oriente, la Germania potrà facilmente semplificare i traffici dalle sue colonie italiane verso l’Europa, dall’Europa verso il Vicino Oriente, e dal Vicino Oriente agli angoli più remoti dell’Asia, dove ovviamente, senza rivali francesi, inglesi o russi, potrà iniziare a costruire la sua influenza nella Cina destabilizzata di recente, ma sarà qui che i Tedeschi incontreranno ancora un altro grande rivale per il dominio nel Pacifico, l’impero giapponese.
Alle sue spalle ci saranno l’Inghilterra, amareggiata per la sua sconfitta, e, forse abbastanza presto, gli Stati Uniti.

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E se il Messico si fosse unito alla Triplice Alleanza?

Nella storia della guerra pochi singoli documenti hanno avuto un impatto tanto grande quanto il Telegramma Zimmerman tra la Germania e il Messico.
L’anno è il 1917 e la Grande Guerra si trova ad un importante punto di svolta dopo anni di stallo: la Russia ha affrontato gravi perdite, ha visto crescenti sommosse ed è sull’orlo del collasso; la Romania è stata pacificata; il teatro Ottomano del conflitto ha visto importanti sviluppi a favore dell’Intesa; sia la Germania che l’Inghilterra sono in una guerra delle risorse e dei rifornimenti per costringersi l’un l’altra alla resa per fame; e il fronte occidentale, che è stato caratterizzato per anni da lenti progressi, è stato finalmente scosso dagli sforzi francesi, mentre le truppe tedesche finalmente liberatesi ad oriente iniziano ad affluire verso ovest.
Fra tutti questi cambiamenti un fattore causava le preoccupazioni più tremende per la Germania, e questo era la potenziale entrata degli Stati Uniti nel conflitto dalla parte della Triplice Intesa.
I Tedeschi erano fiduciosi che una volta chiuso il fronte orientale essi avrebbero potuto utilizzare quella manodopera ora libera e le risorse dell’est per sostenere una campagna finale ad alta intensità contro l’Inghilterra e la Francia, ma per ottenere questo la Germania doveva comunque isolare l’Inghilterra dai rifornimenti esterni attraverso l’uso della Guerra Sottomarina Indiscriminata, una cosa contro la quale gli Stati Uniti avevano avvisato la Germania, a causa del rischio che essa poneva per le navi americane.
Gli Stati Uniti erano ancora neutrali, e la Germania voleva avidamente mantenere le cose così.
Il corso del conflitto in Europa in quel momento offriva apparentemente una vittoria per la Triplice Alleanza se esso fosse continuato senza interferenze esterne, ma agli occhi della Germania le possibilità che gli Stati Uniti si unissero alla guerra crescevano giorno per giorno.
Dato che possedevano capacità industriali di prima categoria che non erano state sfiancate dai pesi della guerra negli ultimi anni, gli Stati Uniti sarebbero stati un fattore che avrebbe cambiato le carte in tavola in maniera schiacciante sul fronte occidentale che avrebbe potuto assicurare che l’Inghilterra non finisse mai i rifornimenti e la Francia mantenesse alto il morale fra i soldati per sostenere un conflitto prolungato.
La Germania era più che desiderosa di durare più della Francia e dell’Inghilterra da sole, ma non avrebbe potuto farlo se queste fossero state sostenute dagli Stati Uniti.
Se gli Stati Uniti fossero rimasti coinvolti la Germania aveva bisogno di una valvola di sicurezza, qualcosa che preoccupasse gli USA e li tenesse lontani dal teatro europeo, e l’attenzione tedesca si rivolse immediatamente al Messico.
Nel Gennaio 1917 la Germania inviò al Messico il Telegramma Zimmermann, nel quale proponeva un’alleanza.
In superficie il Messico sembrava il candidato perfetto: è un grande paese proprio sul confine statunitense; aveva ambizioni su territori persi a favore degli Stati Uniti; era di recente diventato più ostile verso il suo vicino settentrionale a causa di alcuni interventi all’interno del suo territorio e della sfera Latinoamericana; e, cosa abbastanza interessante, il Messico era un importante paese esportatore di petrolio verso la Triplice Intesa, provvedendo per circa il 75% dei rifornimenti di carburante della Royal Navy inglese.
Se gli Stati Uniti fossero entrati in guerra il Messico sarebbe stato un ottimo contrappeso… Solo che non lo sarebbe stato.
La Germania, nella sua valutazione del Messico, deve aver trascurato di riconoscere la sua scarsa popolazione, la sua mancanza di capacità militari, lo stato caotico in cui si trovava la nazione e la natura sottosviluppata delle infrastrutture del Messico.
Gli Stati Uniti all’epoca avevano una popolazione seconda solo a quella della Russia, della Cina e dell’Impero Britannico nel suo complesso, la popolazione del Messico ammontava a meno del 15% di quella statunitense.
Quella popolazione era anche impegnata in una guerra civile, con una leadership che poteva essere facilmente rovesciata da un rimpiazzo filoamericano nel caso gli Stati Uniti fossero rimasti attivamente coinvolti.
In cima a tutto c’era il fatto che il Messico era ed è ancora famigeratamente sottosviluppato quando paragonato al suo vicino settentrionale, trasportare rifornimenti e soldati sarebbe stato un incubo per il Messico se avesse dovuto competere con degli Stati Uniti molto meglio coordinati.
Chiaramente non c’è nessun vero modo per il Messico di sconfiggere gli Stati Uniti, ma questo non è mai stato l'obbiettivo della Germania: quello di cui i Tedeschi avevano bisogno non era che gli Stati Uniti venissero sconfitti, ma che semplicemente fossero preoccupati, distratti abbastanza a lungo perché i Tedeschi ponessero termine al conflitto in Europa.
Il Messico doveva semplicemente fare abbastanza pressioni per rendere questo possibile, e se i Messicani fossero riusciti a impantanare gli Stati Uniti in una caotica guerriglia con diverse fazioni, a tagliare i rifornimenti di carburante alla Triplice Intesa e a costringere a deviare le proprie armi e risorse verso il Messico, allora questo potrebbe essere abbastanza per fare la differenza, ma poi dobbiamo ovviamente chiederci perché? Perché il Messico dovrebbe acconsentire a sacrificarsi per la Germania? Che cosa ne avrebbe da guadagnarci? Sulla carta la Germania aveva offerto al Messico un’opportunità per riacquisire il Texas, l’Arizona e il Nuovo Messico dagli Stati Uniti, ma perfino il governo e le forze armate del Messico riconobbero la forte improbabilità di un’invasione di successo, un’annessione e un successivo mantenimento di questi stati, che, vi ricordo, adesso avevano una popolazione in larga maggioranza statunitense, con una percentuale trascurabile di popolazione di discendenza messicana.
Anche se la guerra civile fosse finita e avesse avuto a sua disposizione la potenza completa delle sue forze armate unificate, il Messico non avrebbe potuto prevedere il successo in questa avventura, che non sarebbe valsa il rischio.
La Germania non aveva nemmeno promesso sostegno militare al Messico, ma un semplice sostegno finanziario, e anche questo era dubbio, visto il passato fallimento della Germania nell’aiutare la fazione che sosteneva nella guerra civile a creare una banca nazionale.
Sembrava davvero che la Germania avesse solo promesse a vuoto per il Messico.
Anche per il Giappone era previsto un ruolo in tutto questo, con la California promessa ai Giapponesi se avessero cambiato schieramento e avesse tenuto occupati gli Stati Uniti adesso che la sconfitta russa sembrava inevitabile, ma il Giappone rifiutò apertamente queste proposte di alleanza.
Alla fine anche il Messico avrebbe rifiutato l’offerta della Germania, e il Telegramma Zimmermann avrebbe aiutato a motivare l’entrata degli Stati Uniti in guerra, portando alla fine ad una sconfitta della Germania.
Ma se tutto questo cambiasse? E se in una TL alternativa, nonostante le probabilità contro di lui, il Messico dicesse di sì all’alleanza e si unisse alla Triplice Alleanza? Prima di tutto il Messico chiederebbe ulteriori condizioni alla Germania per la sua entrata in guerra, combattere gli Stati Uniti sarebbe una sentenza di morte senza queste condizioni, e senza di esse non riuscirebbe nemmeno a rendere sicuri i territori a lui promessi, prima di tutto il sostegno finanziario e in termini di risorse.
Il Messico interromperebbe il suo commercio con l’Inghilterra, e si aspetterà che la Germania gli dedichi i necessari rifornimenti e denaro una volta scoppiata la guerra con gli Stati Uniti.
In secondo luogo, il Messico avrà bisogno di armi e macchinari moderni dalla Germania per riuscire a competere con la produzione statunitense e le sue forze armate moderne, e avrà bisogno di queste cose immediatamente prima di dire ufficialmente sì all’alleanza.
La Germania era una delle potenze industriali più avanzate del pianeta, aveva un surplus di armi grazie alla sua produzione bellica e nella nostra TL fece perfino accordi simili con la Cina per aiutarla nella sua industrializzazione e militarizzazione.
In terzo luogo, il Messico avrà bisogno che la Germania continui a muovere guerra agli Stati Uniti una volta che il teatro europeo verrà chiuso.
I Tedeschi saranno esitanti ad aderire a questo ultimo punto, ma senza altra scelta e sapendo che presto saranno in guerra con gli Stati Uniti a discapito di tutto, accetteranno i termini messicani.
Solo per amore di questo scenario e per dare al Messico ogni vantaggio possibile, presumeremo anche che Germania e Messico riescano a convincere il Giappone a cambiare schieramento come espresso nel Telegramma Zimmermann come parte del piano tedesco per un’alleanza diretta tra Messico e Giappone, non necessariamente fra Germania e Giappone.
Forse nei negoziati fra i tre la Germania potrebbe promettere al Giappone le terre dell’Estremo Oriente russo, che potrebbero diventare immediatamente accessibili, assieme alle sue rivendicazioni sui territori cinesi che il Giappone aveva occupato e alle conquiste dei territori dell’Intesa in Asia orientale, incluse le Filippine Americane, oltre alla promessa della California nel caso gli Stati Uniti entrassero in guerra.
Tutto questo dovrebbe dimostrarsi sufficiente abbastanza perlomeno per stuzzicare la considerazione da parte del Giappone.
Detto tutto questo considereremo due possibilità in seguito all’accordo sull’alleanza da parte del Messico.
Prima di tutto immaginiamo uno scenario nel quale gli Stati Uniti, sperando di impedire il diffondersi della Grande Guerra sul continente americano, decidano di non farsi coinvolgere nonostante la continua aggressione degli U-Boot tedeschi: il Presidente Wilson, sentendo il bisogno di ridurre gli incidenti riguardanti gli attacchi degli U-Boot sia per salvare vite statunitensi che per impedire coppi di rabbia sul fronte interno, taglia drasticamente il commercio con l’Inghilterra ad un minimo indispensabile.
Gli Inglesi sarebbero essenzialmente tagliati fuori da tutte le risorse che arrivano dall'America del Nord.
Senza il carburante messicano, i rifornimenti messicani e con la Germania imbaldanzita nell’accrescere il suo uso della Guerra Sottomarina Indiscriminata nell’Atlantico, perfino i rifornimenti in arrivo dal Canada si rimpicciolirebbero ad una frazione della quantità precedente.
Essenzialmente la macchina da guerra inglese si fermerebbe, e la sua popolazione affronterebbe un razionamento ancora più intenso che nel nostro mondo, che porterebbe forse a sommosse civili e ampie richieste di porre fine al conflitto entro l’anno.
La Francia, come conseguenza di quello che sta avvenendo in Inghilterra, vedrebbe le sue linee di rifornimento ridursi a causa del suo affidamento sul supporto aereo, l’industria e i rinforzi via terra inglesi.
Dato che le linee tedesche vengono rinforzate dai soldati dall’est, quelle francesi collassano e Parigi capitola.
Poiché gli Stati Uniti non entrano in guerra, l’alleanza col Messico e il Giappone non si attiva mai e questa diventa una tipica TL con la vittoria tedesca.
Ora, il nostro secondo scenario è uno nel quale gli Stati Uniti, nonostante la nascita di questa alleanza, si sentono abbastanza sicuri di poter sconfiggere il Messico rapidamente e decidono di dichiarare guerra alla Germania a prescindere da tutto, aprendo il fronte americano della Grande Guerra.
Gli Stati Uniti saranno costretti a dare il via immediatamente al War Plan Green, e poco dopo al War Plan Orange contro il Giappone.
Il War Plan Green prevedeva un blocco del Messico e la conquista dei suoi porti principali, come avvenuto durante l’Occupazione Statunitense di Veracruz.
Questi includerebbero i porti di Mazatlán, Manzanillo e Salina Cruz lungo la costa occidentale, così come l’intero Veracruz sulla costa orientale.
La Penisola di Bassa California vedrà l’occupazione totale, mentre le forze di terra si spingeranno negli stati messicani settentrionali per stabilire una zona cuscinetto dalla quale condurre operazioni contro la capitale e il centro del paese, il tutto tenendo le città statunitensi sul confine al sicuro dai raid.
Potrebbe emergere un’alleanza tra gli Stati Uniti e le forze menomate di Pancho Villa concentrate negli stati nordoccidentali, con gli USA che potrebbero sostenerlo come leader sostitutivo.
Un rimpiazzo alternativo esisteva anche sotto forma di Félix Díaz, il nipote dell’ex dittatore messicano Porfirio Díaz, che operava nei dintorni di Veracruz.
Díaz era una figura molto meno radicale di Villa ed aveva meno controversie alle spalle, considerato che Villa in precedenza aveva attaccato i paesi di confine statunitensi.
Qualunque sia il caso o uno o entrambi questi uomini diventeranno enormemente importanti una volta attivato il War Plan Green.
Proprio come durante la prima Guerra Messico-Statunitense il metodo più veloce per conquistare la capitale messicana sarà attraverso un'offensiva dalla costa del Veracruz, portando di nuovo sostegno a Díaz come potenziale successore di Carranza.
Senza molto sostegno tedesco in questi primi anni, il Messico sarà costretto a sobbarcarsi il conflitto da solo fino a quando i Tedeschi non porranno fine al conflitto in Europa, e ancora una volta probabilmente avranno bisogno di un anno per fare questo.
Il poco sostegno che riceverà il Messico sarà sotto forma di attacchi di U-Boot alla marina statunitense nel tentativo di infrangere il blocco, ma al di fuori delle armi e dei rifornimenti che la Germania riuscirà a trasportare in Messico prima che si unisca al conflitto, esso sarà in gran parte da solo, ma gli Stati Uniti saranno tenuti occupati e gli invii di petrolio all’Inghilterra cesseranno.
Per quanto riguarda il Giappone, vengono in mente tre bersagli immediati: le Filippine, Guam e le Samoa, seguite da una campagna di “salto delle isole” fino alle Hawaii e al Canale di Panama.
Il War Plan Orange prevedeva essenzialmente un abbandono delle Filippine, di Guam e delle Samoa fino a quando non si fossero rese disponibili e fossero state mobilitate sufficienti risorse per un blocco e un’eventuale conquista delle isole giapponesi, ma col conflitto sia col Messico che con la Germania che infuria, probabilmente la marina statunitense avrà le mani troppo legate per perseguire questa strategia, e sarà costretta ad adottare un approccio differente.
Secondo il War Plan Orange, il Canale di Panama verrà rinforzato, cosa probabilmente già intrapresa considerata l’accresciuta attività nella regione, mentre le rimanenti forze navali in California partiranno per fortificare le Hawaii, dato che saranno il previsto campo di battaglia principale contro il Giappone.
Quando la guerra finirà in Europa e la Germania riuscirà a contribuire attivamente sul fronte messicano, probabilmente darà troppo poco troppo tardi.
Félix Díaz verrà instaurato come nuovo Presidente del Messico, o perlomeno di quello che ne è rimasto.
Dopo aver affrontato a quel punto le conseguenze dell’instabilità messicana per anni e rifiutandosi di permettere ad uno stato così grande ai suoi confini di tornare nel caos, il paese verrà spartito, garantendo autonomia al nordovest e al sud sotto la leadership rispettivamente di Villa e di Emiliano Zapata.
Alcune porzioni dello Yucatán e del Messico meridionale, nello specifico l’Istmo di Tehuantepec, potrebbero vedere l’annessione statunitense o l’affitto per il loro potenziale come canale transoceanico alternativo o semplicemente come rotta terrestre breve dall’Atlantico al Pacifico.
Anche i giacimenti petroliferi di Tampico saranno di grande interesse per gli Stati Uniti, e potrebbero essere affittati agli USA dal nuovo regime, ma non vedremo un’annessione diretta, dato che l’area circostante verrà considerata molto più parte integrante del Messico dei più ribelli e divergenti estremo nord e sud.
Quei territori meridionali annessi direttamente dagli Stati Uniti saranno molto ricchi di giacimenti petroliferi.
Il Giappone verrà respinto dalle Hawaii, ma le Filippine e le isole del Pacifico occidentale saranno perdute, permettendo al Giappone di uscire da questo conflitto con molte conquiste aggiuntive ad un costo relativamente piccolo.
Una pace postbellica vedrà la Germania pagare un risarcimento agli Stati Uniti per tutti i danni causati dalla Guerra Sottomarina Indiscriminata, così come per la distruzione affrontata a causa del Messico.
Rifiutandosi di permettere alla Germania di immischiarsi di nuovo negli affari americani, probabilmente in questo trattato di pace verrà incorporata una riaffermazione della Dottrina Monroe, ma questa andrà di pari passo con l’affermazione del dominio della Germania in Europa e in Africa e del dominio del Giappone in Asia orientale, dividendo di conseguenza il mondo in tre sfere d’influenza e creando un nuovo equilibrio del potere per il nuovo secolo.

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E se i Quattordici Punti avessero davvero successo?

I Quattordici Punti sono probabilmente tra le proposte politiche più incomprese della storia recente.
Il presidente statunitense Woodrow Wilson aveva cercato per molto tempo di tenere gli USA fuori dalla Grande Guerra fra la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa.
In seguito alle ripetute provocazioni tedesche sotto forma di attacchi della Guerra Sottomarina Indiscriminata alle navi americane neutrali e una tentata istigazione di guerra tra gli Stati Uniti e il Messico, Wilson alla fine si ritrovò costretto ad agire.
Riconobbe comunque il pericoloso precedente che avrebbe stabilito questa mossa: fino a quel momento gli Stati Uniti avevano evitato il coinvolgimento negli affari europei, considerandolo non necessario, ma adesso il paese aveva una marina, aveva delle colonie, era diventato capace di asserire la sua volontà oltre i suoi confini, e le potenze europee lo consideravano un attore che avrebbe potuto cambiare il corso delle proprie guerre, uno strumento da sfruttare per le proprie conquiste, perfino in patria uomini come Theodore Roosevelt asserivano che gli USA non potevano più nascondersi dietro i propri confini e dovessero abbracciare il loro posto di grande attore nella politica globale, e adesso la Germania stava provocando gli USA e stavano minacciando vite americane innocenti.
Wilson pensò che questo fosse troppo, ma se gli Stati Uniti dovevano farsi coinvolgere nella guerra bisognava far sì che questa fosse l’ultima volta che sarebbe stato necessario, e perciò Wilson fissò un obiettivo: stabilire una pace duratura e autoalimentata piuttosto che un nuovo equilibrio del potere che sarebbe stato sfidato qualche anno dopo, e così arrivarono i Quattordici Punti, una proposta di pace sviluppata da una squadra di 150 storici, scienziati politici, geografi, etnografi e altri accademici.
La proposta favoriva solo leggermente la Triplice Intesa, ma il suo scopo generale era utilizzare il caos causato dalla guerra per affrontare le cause radicali di diverse rivalità e dispute, e aveva chiari obiettivi di non penalizzare la Triplice Alleanza e farla risentire, tutto questo con l’intento di stabilire un sistema di pace perpetua sul continente europeo.
Trovando i Quattordici Punti ragionevoli, la Germania accettò di negoziare una pace su queste basi, portando finalmente la guerra ad una conclusione.
Viene spesso affermato che i Quattordici Punti segnarono l’inizio dell’interventismo statunitense e che il loro obiettivo era diffondere la democrazia in stile americano in paesi che non la volevano, e che furono i responsabili ultimi dell’ascesa della Germania Nazionalsocialista e della Russia Comunista, ma questo probabilmente non è affatto vero, specialmente quando capiamo che i Quattordici Punti non videro mai un’implementazione adatta, essendo stati massacrati dalla leadership dell’Intesa, che cercò di ricavare una vittoria più favorevole per sé stessa e di punire la Germania più severamente per assicurarsi che la Germania non tornasse più ad essere una minaccia.
Per quanto riguarda i Bolscevichi, furono i Tedeschi a mandare Lenin in Russia per infiammare il sentimento rivoluzionario che all’epoca della proposizione dei Quattordici Punti aveva già dato il via ad una guerra civile all’interno della Russia, e furono i Tedeschi stessi che si ribellarono contro il Kaiser e instaurarono una repubblica al posto dell’impero.
Anche in seguito al Trattato di Versailles ci furono proteste in Germania e Austria che il trattato violava i Quattordici Punti e ci furono forti richieste per la loro adozione al posto del Trattato di Versailles.
Il piano di Wilson non vide mai un’implementazione adeguata e quello che si verificò negli anni seguenti fu precisamente quello che temeva lui: un nuovo equilibrio del potere che venne semplicemente sfidato da quelli che si sentivano offesi da esso.
Ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa i Quattordici Punti avessero successo? Per rispondere dobbiamo capire cosa implicavano davvero i Quattordici Punti, e affronteremo lo scenario punto per punto.
Punto 1: pubblici trattati di pace, stabiliti pubblicamente e dopo i quali non vi siano più intese internazionali particolari di alcun genere, ma solo una diplomazia che proceda sempre francamente e in piena pubblicità.
In termini più semplici, il punto 1 chiedeva il divieto di alleanze o trattati segreti, così che due o più paesi non tramassero in segreto contro un altro e che venissero impediti accordi come il Patto Molotov-Ribbentropp o il Patto Hoare-Laval.
Nella nostra TL Wilson denunciò i trattati segreti dell’Intesa che promettevano ulteriori concessioni agli attuali e aspiranti membri e tentavano di onorare queste promesse fino a quando non causavano un conflitto d’interessi con un’altra potenza, scartando in alternativa gli aspetti rimanenti di simili accordi.
Punto 2: assoluta libertà di navigazione per mare, fuori delle acque territoriali, così in pace come in guerra, eccetto i casi nei quali i mari saranno chiusi in tutto o in parte da un'azione internazionale, diretta ad imporre il rispetto delle convenzioni internazionali.
Questo avrebbe messo fuorilegge pratiche come la Guerra Sottomarina Indiscriminata al di fuori delle acque territoriali di un dato paese e avrebbe reso le acque internazionali una zona neutrale perpetua, impedendo ai paesi neutrali che tentavano di condurre il commercio con gli Stati Uniti di essere direttamente influenzati e potenzialmente attirati in conflitti esteri.
In aggiunta c’era una disposizione che permetteva l’istituzione di blocchi navali solo quando di concerto con un accordo internazionale per penalizzare un paese recalcitrante.
Questo sarà importante in seguito per il punto 14.
Punto 3: soppressione, per quanto è possibile, di tutte le barriere economiche ed eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni che consentano alla pace, e si associno per mantenerla.
In breve questo è un accordo per il libero commercio fra tutte le nazioni coinvolte nella pace.
Lo scopo di questo punto era assicurare una competizione economica equa tra i paesi europei, affrontando le preoccupazioni tedesche di un dominio inglese sul commercio.
Comprensibilmente, questo fu uno dei punti ai quali l’Inghilterra si oppose di più, perché non voleva competere con gli Stati Uniti, che a quel punto avevano sorpassato l’Inghilterra nella produzione industriale generale, e la Germania, che era diventata rapidamente una potenza industriale e nel futuro avrebbe potuto potenzialmente sorpassare la produzione dell’Inghilterra.
L’accesso a beni esotici sarebbe stato un punto di forza per il Regno Unito fino a quando avrebbe potuto commerciarli grazie al suo vasto impero, ma ne gli anni recenti sembrava che anche questo se ne stesse andando.
Questa svolta degli eventi avrebbe probabilmente incoraggiato la Gran Bretagna ad investire di più nelle sue colonie in Africa ed in India, continuando allo stesso tempo ad esplorare modi per mantenere l’unità imperiale nel disilluso periodo postbellico.
Punto 4: scambio di efficaci garanzie che gli armamenti dei singoli stati saranno ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna.
Semplificando, questo punto mira a ridurre le capacità distruttive immediate di ogni paese per prevenire un conflitto futuro della stessa portata della Grande Guerra.
Questo sarebbe stato ottenuto attraverso quote di riduzioni molto graduali che avrebbero fatto arrivare le potenze più esitanti e diffidenti in uno stato di confort col sistema.
Nella nostra TL questo venne tentato, ma terribilmente mal gestito, da individui che imposero richieste toppo elevate.
La sicurezza collettiva diventerà importante più avanti col punto 14, e anche se ci sarebbe stato un graduale disarmo, un esercito di pace internazionale avrebbe potuto essere creato e mantenuto a livelli più elevati degli eserciti nazionali individuali.
Punto 5: regolamento liberamente dibattuto con spirito largo e assolutamente imparziale di tutte le rivendicazioni coloniali, fondato sulla stretta osservanza del principio che nel risolvere il problema della sovranità gli interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle ragionevoli richieste dei governi, i cui titoli debbono essere stabiliti.
Questo punto è facile da interpretare male, ma essenzialmente chiede una risoluzione delle dispute territoriali e richiede concessioni volontarie in base ai bisogni geopolitici di ogni potenza e la loro disponibilità a garantire una protezione per le popolazioni coloniali uguale a quella della popolazione del paese che le domina, o, semplicemente, se un Inglese o un Tedesco godono in patria del diritto di proprietà, esso deve essere goduto anche dalle popolazioni delle loro colonie.
Questo però non significa l’estensione di un eguale potere alle popolazioni coloniali, e certamente non sostegno ai movimenti indipendentisti anticoloniali come pensarono alcuni all’epoca, dato che lo stesso Wilson pensava che molte colonie erano impreparate per l’autogoverno.
Potremmo immaginare che questo riaggiustamento dei possedimenti coloniali vada in maniera un po’ diversa, la più semplice delle quali è ovviamente il sequestro di tutte le colonie d’oltremare della Germania come parte del suo pagamento del debito di guerra, o forse una specie di scambio nel quale la Germania ceda la Namibia e la Tanzania all’Inghilterra in cambio della Nigeria e del Benin francese, collegando così le sue colonie di Camerun e Togo per formare una singola colonia sulla costa dell’Africa occidentale.
Forse la Germania potrebbe scambiare colonie con la Francia e il Belgio per collegare il Camerun con la Tanzania, conseguendo così una versione in scala più piccola del piano Mittelafrika.
A parte l’assicurare pratiche giuste nelle colonie, l’obiettivo ultimo di questo punto, come del resto dei Quattordici Punti, era risolvere le dispute e placare le ambizioni territoriali.
Le sparse colonie africane tedesche avevano l’obiettivo di essere gradualmente unite in una colonia che si spandesse da costa a costa, ma ovviamente l’Intesa non lo permise, visto che la Germania venne sconfitta, perciò si sarebbe dovuti arrivare ad un compromesso più piccolo.
I possedimenti coloniali francesi erano concentrati soprattutto nel nordovest, mentre le colonie del Regno Unito nel nordest e nel sud, separate dalla Tanzania tedesca, cosa che le impediva di costruire la Ferrovia Città del Capo-Il Cairo, che, sebbene conveniente, sarebbe stata un po’ superflua dato che al Regno Unito non mancavano le navi per trasportare le merci attraverso le sue varie colonie, mentre la Germania ebbe difficoltà a fare un uso efficiente dei suoi sparsi possedimenti coloniali, ma ancora una volta il Regno Unito proverà a fare uno sforzo per collegare meglio le sue colonie, e certamente la Ferrovia Città del Capo-Il Cairo aiuterebbe.
Dato che la mediazione aveva una parte così grande nel piano di Wilson, non sarebbe irragionevole immaginare la condizione aggiunta che la Germania riceva il Gabon e il Congo in cambio del permesso alla Gran Bretagna di costruire la sua ferrovia attraverso la Tanzania, accontentando così tutte le parti coinvolte e dimostrando un inizio di cooperazione tra Tedeschi e Inglesi.
Punto 6: Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento di tutte le questioni che riguardano la Russia senza ostacoli e senza imbarazzo per la determinazione indipendente del suo sviluppo politico e sociale e assicurarle amicizia, qualsiasi forma di governo essa abbia scelto. Il trattamento accordato alla Russia dalle nazioni sorelle nel corso dei prossimi mesi sarà anche la pietra di paragone della buona volontà, della comprensione dei bisogni della Russia, astrazione fatta dai propri interessi, la prova della loro simpatia intelligente e generosa.
Questo punto non chiede agli eserciti stranieri di negoziare le ultime dispute, ma che la stessa Russia risolva da sola la sua turbolenza politica e accetti qualsiasi esito possa venirne fuori, sia esso Bolscevico, democratico o zarista.
Data la sua posizione sugli stati nazione, Wilson sosterrà quasi certamente la continuazione dell’indipendenza di Finlandia, Ucraina e Stati Baltici, e degli stati del basso Caucaso, ma quando i Quattordici Punti entreranno in vigore in questa TL, presumendo che sia lo stesso momento del Trattato di Versailles, Bielorussia e Ucraina avranno già ceduto entrambe a dei regimi favorevoli ai Bolscevichi, facendo sì che o si uniscano alla Russia o che esistano come fantocci russi indipendenti, cosa per la quale i Bolscevichi opterebbero se non gli verrà concessa più influenza nella Società delle Nazioni, un po’ come fece l’URSS con i suoi mandatari nelle Nazioni Unite.
C’è anche un incidente degno di nota nel quale un rappresentante statunitense che incontrò la leadership ucraina per discutere della guerra civile in corso non riconobbe gli Ucraini e i Bielorussi come gruppi separati dalla Russia vera e propria, cosa che suggerisce che indipendentemente o meno dall’annessione di questi stati ci saranno certamente controversie e dibattiti su questo argomento.
Presumeremo, per amore di semplicità, che i Bolscevichi, piuttosto che tentare di conquistare gli stati che si sono separati, vengano obbligati a onorare l’accordo e a porre fine alle ostilità in corso con la Polonia e altri, per cercare di ottenere la fine dell’intervento nella Guerra Civile Russa e per desiderio del riconoscimento delle potenze occidentali.
I Russi trarranno vantaggio anche da questo accordo, dato che la Polonia sarà costretta a restituire i territori occupati dell’Ucraina occidentale, che avevano una popolazione a maggioranza ucraina.
I Bolscevichi potranno anche comprendere che con abbastanza tempo a disposizione riusciranno comunque gradualmente a infiltrare e diffondere la loro ideologia in questi stati, rendendo la loro riconquista immediata non necessaria.
Punto 7: il Belgio – e tutto il mondo sarà di una sola opinione su questo punto – dovrà essere evacuato e restaurato, senza alcun tentativo per limitarne l'indipendenza di cui gode al pari delle altre nazioni libere.
Questo punto richiede semplicemente che il Belgio torni al suo stato libero prebellico.
Punto 8: il territorio della Francia dovrà essere completamente liberato e le parti invase restaurate. Il torto fatto alla Francia dalla Prussia nel 1871, a proposito dell'Alsazia–Lorena, che ha compromesso la pace del mondo per quasi 50 anni, deve essere riparato affinché la pace... Possa essere assicurata di nuovo nell'interesse di tutti.
Questo punto significa che le truppe straniere devono lasciare la Francia e la Germania deve restituire l’Alsazia-Lorena.
Punto 9: una rettifica delle frontiere italiane dovrà essere fatta secondo le linee di demarcazione chiaramente riconoscibili tra le nazionalità.
Questo punto garantisce all’Italia tutte le terre etnicamente italiane, un esito che non sarebbe troppo differente dalla nostra TL e che potrebbe comunque far arrabbiare l’Italia, visti i suoi sentimenti verso la cosiddetta Vittoria Mutilata, che negò all’Italia le terre storicamente italiane della costa dalmata, concedendo ad essa solo alcune isole dove gli Italiani costituivano una maggioranza.
Una possibile compensazione per questo potrebbe essere la concessione della città di Fiume, che in origine non era stata promessa all’Italia ma ospitava una grande popolazione italiana.
Questa, assieme a Malta, che era sotto il controllo inglese, e potenzialmente la Corsica francese, che era stata venduta da Genova un secolo e mezzo prima per via della sua natura ribelle.
Nella nostra TL la narrativa della Vittoria Mutilata, secondo la quale aveva sacrificato troppo senza ricevere un premio adeguato, fu una causa importante per l’ascesa del Fascismo.
Anche se il movimento potrebbe certamente ascendere comunque in questa TL, compensare l’Italia per la Dalmazia, soprattutto se fatto con un premio importante come la Corsica, potrebbe dimostrarsi abbastanza per appagare i nazionalisti italiani con un senso di raggiunta unificazione.
Punto 10: Ai popoli dell'Austria–Ungheria, alla quale noi desideriamo di assicurare un posto tra le nazioni, deve essere accordata la più ampia possibilità per il loro sviluppo autonomo.
Questo punto chiede la divisione dell’Austria-Ungheria lungo basi etniche e possibilmente culturali, la distinzione è che le prime vedrebbero la divisione dell’impero su base germanica, ungherese, slava meridionale e slava occidentale, con alcune terre che verrebbero concesse alla Germania, alla Polonia, alla Romania e all’Ucraina, mentre la seconda comporterebbe diverse ulteriori divisioni su basi linguistiche e religiose, come i Bosniaci Musulmani, i Croati Cattolici e i Serbi Ortodossi sparsi nella regione.
Questo sarà importante per decifrare le parole del punto seguente.
Punto 11: la Romania, la Serbia e il Montenegro dovranno essere evacuati, i territori occupati dovranno essere restaurati; alla Serbia sarà accordato un libero e sicuro accesso al mare, e le relazioni specifiche di alcuni stati balcanici dovranno essere stabilite da un amichevole scambio di vedute, tenendo conto delle somiglianze e delle differenze di nazionalità che la storia ha creato, e dovranno essere fissate garanzie internazionali dell'indipendenza politica ed economica e dell'integrità territoriale di alcuni stati balcanici.
La prima parte è abbastanza chiara: rimuovere le truppe dagli stati balcanici occupati, ma suggerire di dare alla Serbia un libero e sicuro accesso al mare può solo voler dire unire la Serbia col Montenegro, uno stato anch’esso in gran parte slavo e Ortodosso, ma che prima della guerra era un’entità sovrana.
Anche la Bosnia potrebbe essere un’opzione, ma il suo accesso al mare è limitato, e probabilmente implicherebbe l’unificazione anche con la Croazia e la Slovenia.
Probabilmente Wilson era stato messo al corrente di queste divisioni dal suo team di ricerca, ma dato gli sviluppi durante la guerra in favore dell’unificazione tra questi stati pensava che l’unità slava fosse una direzione giusta da adottare, ma, ancora una volta, l’uso del termine “alcuni stati balcanici” complica la questione.
Assumeremo per amore di questo scenario che Wilson cerchi di creare una Croazia, una Slovenia e una Bosnia indipendenti, e le incoraggi ad andare d’accordo con la Serbia, che potrebbe unirsi col Montenegro, per formare una Federazione Jugoslava nella quale ad ogni cultura venga assicurata l’autonomia all’interno dei propri territori.
Punto 12: alle regioni turche dell'attuale impero ottomano dovrà essere assicurata una sovranità non contestata, ma alle altre nazionalità, che ora sono sotto il giogo turco, si dovranno garantire un'assoluta sicurezza d'esistenza e la piena possibilità di uno sviluppo autonomo e senza ostacoli. I Dardanelli dovranno rimanere aperti al libero passaggio delle navi mercantili di tutte le nazioni sotto la protezione di garanzie internazionali.
Questo punto chiede una spartizione dell’Impero Ottomano su basi simili a quelle dell’Austria, incentivando l’autonomia dei nuovi stati piuttosto che la colonizzazione da parte di Inghilterra e Francia come accadde nella nostra TL secondo l’Accordo Sykes-Picot.
Le terre sulla costa con una popolazione a maggioranza greca andranno alla Grecia, assieme alla Cipro inglese e a varie isole tra l’Anatolia e la Grecia vera e propria.
Anche se vengono menzionati solo i Dardanelli, l’implicazione del libero passaggio suggerisce che sia l’Ellesponto che il Bosforo diventeranno zone internazionali, permettendo il libero movimento dalle navi fra Mediterraneo, Egeo e Mar Nero, dando a Russia, Bulgaria, Ucraina, Romania e Georgia un nuovo accesso senza limiti ai mercati occidentali.
Ad oriente la Georgia cercherà di annettere le popolazioni greche Cristiane della costa nord, fornendo loro un rifugio sicuro ed espandendo le sue coste.
L’Armenia vedrà una moderata espansione verso ovest, visto quanto gli Ottomani hanno eradicato con forza la popolazione armena ad oriente, e probabilmente riceverà una qualche forma di risarcimento dalla Turchia quando dopo la guerra si scoprirà questa azione.
Proprio a sud di essa, però, emergerà un nuovo stato curdo indipendente, e a sud di esso una patria araba Sciita sotto forma della Mesopotamia.
Per quanto riguarda il Patto di Londra con l’Italia e tutti i trattati segreti che tradivano gli accordi precedenti o violavano il modello di stato nazione, Wilson scaricherà l’Accordo Sykes-Picot e cercherà di rendere i territori sudoccidentali dell’Impero Ottomano uno stato arabo Sunnita, sia perché in linea con la sua visione di stato nazione che per onorare il Protocollo di Damasco, che gli Arabi avevano interpretato come un trattato vincolante mentre gli inglesi no.
Nella nostra TL Wilson capì che bisognava prendere un po’ in considerazione i bisogni della popolazione locale, e propose una commissione per identificare i desideri e i bisogni della popolazione di quelle regioni prima che venissero intraprese ulteriori azioni, ma le rivendicazioni inglesi e francesi vennero promossi a discapito di tutto.
La questione della Palestina e di Israele rimane un problema, dato che nel 1917 il Reno Unito aveva promesso una patria Ebraica attraverso la Dichiarazione Balfour, nei confronti della quale all’inizio Wilson era esitante, ma che poi in seguito apparentemente sostenne per garantire agli Ebrei senza stato un’opportunità di autodeterminazione, il tutto solo pochi mesi prima di stilare i Quattordici Punti.
Questo causò evidentemente tensioni e conflitti tra la popolazione Ebraica in arrivo e gli Arabi locali, e andò contro gli intenti pacifici di Wilson, perciò, anche se pare che Wilson sostenne la Dichiarazione Balfour presumeremo che questa finisca in secondo piano rispetto ai Quattordici Punti e che per il momento Israele, o piuttosto il Mandato Britannico della Palestina, non venga creato.
Con confini chiaramente delineati basati sul sostegno alla pace piuttosto che sugli interessi geopolitici, i Turchi, anche se con un territorio significativamente ridotto, non affrontano la prospettiva di vedere le loro terre ridotte ad una linea di costa sul Mar Nero, ma rimangono comunque aggressivi sotto la nuova leadership nazionalista e probabilmente perseguiranno lo stesso una Guerra d’Indipendenza Turca come nella nostra TL, ma con gli Stati Uniti intenti a preservare questi nuovi confini e con il continuo sostegno degli adesso rinforzati alleati arabi, i Turchi verranno obbligati ad accettare questo esito.
Punto 13: dovrà essere creato uno stato indipendente polacco, che si estenderà sui territori abitati da popolazioni indiscutibilmente polacche; gli dovrà essere assicurato un libero e indipendente accesso al mare, e la sua indipendenza politica ed economica, la sua integrità dovranno essere garantite da convenzioni internazionali.
Questo chiede semplicemente un’espansione della ricostituita Polonia che la Germania aveva ricavato dalla Russia durante la guerra, espandendola leggermente con i territori acquisiti dalla dissolta Austria-Ungheria e con un corridoio di terra acquisito dalla Germania per permetterle l’accesso al mare.
Questa versione della Polonia non includerà le terre della Lituania meridionale che acquisì nella nostra TL dalla Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa.
I polacchi perderanno anche la Galizia ucraina, trovandosi di fronte questa sporgenza dell’influenza sovietica proprio sui loro confini.
Punto 14: dovrà essere creata un'associazione delle nazioni, in virtù di convenzioni formali, allo scopo di promuovere a tutti gli stati, grandi e piccoli indistintamente, mutue garanzie d'indipendenza e di integrità territoriale.
Infine, questo punto chiede la creazione della Società delle Nazioni come corpo di mediazione tra i paesi che assicuri la continuazione della sovranità di tutti.
Anche se questo nel nostro mondo avvenne, essa si dimostrò tutt’altro che efficace, e alla fine vide la sostituzione con le Nazioni Unite in seguito al fallimento nel fermare la seconda grande guerra.
La faremo semplice e supporremo semplicemente che la Società adotti le stesse strategie che resero di successo le Nazioni Unite, inclusa l’entrata immediata di Stati Uniti, Germania e Unione Sovietica.
Un mondo in cui i Quattordici Punti hanno davvero successo sarebbe a questo punto molto simile al nostro in diversi modi, specialmente se si desse un rapido sguardo ad una mappa senza osservarla da vicino, ma il futuro di questo mondo divergerà rapidamente verso qualcosa di molto poco familiare.
La Germania manterrà il controllo delle terre a maggioranza tedesca assieme alla città di Danzica.
Avendo inoltre acquisito dall’Austria-Ungheria il Sudetenland a maggioranza tedesca e addirittura mantenuto le colonie d’oltremare, adesso inizierà a considerare l’unione con l’Austria dopo la dissoluzione del suo impero.
L’Anschluss non verrà mai proibito come nel Trattato di Versailles, e molti dei territori etnicamente tedeschi che Hitler aveva tentato di acquisire ottenendo popolarità sarebbero già incorporati nel territorio tedesco.
I Tedeschi devono pagare i debiti di guerra, ma non sono affatto pesanti come quelli del nostro mondo, né le forze armate tedesche verranno profondamente smantellate come nella nostra TL, anche se vedremo comunque una riduzione in linea con le quote di smilitarizzazione imposte a tutte le nazioni.
Poiché la Germania non è mai costretta ad affrontare le pressioni irragionevoli del Trattato di Versailles, il Nazionalsocialismo non diventa mai importante nel paese , e lo stesso si potrebbe dire del Fascismo in Italia, anche se questo dipende fortemente dalla volontà italiana di accettare concessioni alternative alla Dalmazia.
Il Medio Oriente viene mantenuto in uno stato stabile, con solo i Turchi che per il momento rimangono piuttosto risentiti, ma che è probabile che accettino la loro situazione quando diventerà chiaro che quei confini saranno lì per restare e che questo nuovo modello gli permetterà di concentrarsi sulla loro popolazione invece che su diversi gruppi imperiali.
Negli anni seguenti ci si potrà aspettare un conflitto fra gli Hashemiti e la Dinastia Saudita, ma quasi certamente vedremo una sua risoluzione in un controllo Hashemita dell’Arabia.
I Sovietici probabilmente continueranno a tentare di proiettare la loro influenza oltre i loro confini negli anni immediatamente seguenti gli accordi di pace, attirando le ire dell’occidente fino a quando Stalin non prenderà il controllo e porterà l’Unione Sovietica in una direzione più rivolta verso l’interno, concentrandosi sull’industrializzazione e il consolidamento del potere all’interno della Russia, almeno per il momento.
Con la Germania e l’Italia appagate e la Russia che è improbabile che agisca in Europa con una Società delle Nazioni efficace al suo posto, gli ultimi attori importanti che potrebbero sovvertire la pace globale sono il Giappone e la Cina.
I Cinesi ovviamente sono stati destabilizzati in seguito al collasso della Dinastia Qing, e i confini dell’ex impero cinese stanno ancora prendendo forma.
Nella nostra TL il Giappone trasse vantaggio da questo e iniziò ad espandersi nei territori cinesi costieri del nord, asserendo la sua posizione di potenza guida dell’Asia Pacifica.
Non è perfettamente chiaro se il Giappone farà comunque ricorso a queste azioni senza segnali di una Società delle Nazioni davvero inefficiente o se penserà che un’altra nazione possa intervenire, ma dati i passati incidenti con la Cina, il clima politico all’interno del Giappone e il fatto che i Giapponesi hanno tentato di giustificare la sua invasione con un attacco sotto falsa bandiera, probabilmente procederà con la sua invasione della Manciuria, e questa sarà la cartina di tornasole delle capacità della Società di mantenere la stabilità quando dovrà affrontare una nazione bellicosa.

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E ora, la proposta di matritum, tratta da questo sito:

Eccovi la mia mappa di un'Europa alternativa nel 1922 a causa di un diverso trattato di Versailles:

Come si vede, è stato deciso che la Prussia e il suo militarismo furono le cause della Grande Guerra e il resto degli stati tedeschi furono vittime della Prussia, quindi la Germania non deve più esistere. La Prussia conserva Danzica ma cede la provincia di Assia-Nassau alla Repubblica Popolare di Assia, che trasferisce la capitale a Francoforte sul Meno. Sul fronte opposto, il trattato conferisce alcuni territori dell'Oldenburg e dei vecchi ducati Ernestini alla Prussia al fine di rimuovere le enclavi. Inoltre tutti gli stati tedeschi riacquistano la loro indipendenza, ma si impone che gli stati del sud non possono unirsi alla Prussia. Di conseguenza, Brunswick, Lippe, Schaumburg-Lippe, Waldeck-Pyrmont, Brema, Amburgo e Lubecca si uniscono alla Prussia. L'Oldenburg invece sceglie di diventare indipendente e gli stati di Meclemburgo-Schwerin e Meclemburgo-Strelitz si fondono in un nuovo statoeuropeo: lo stato libero di Meclemburgo con capitale Schwerin. Infine, gli stati del sud accettano di creare una nuova repubblica federale chiamata Confederazione della Germania Meridionale con capitale federale a Monaco. Viene creata la Turingia e il Baden ottiene il Palatinato renano dalla Baviera, quindi lo stato viene ribattezzato Baden-Palatinato. L'Austria sceglie di rimanere indipendente. In questo scenario che ruolo avrà Adolf Hitler? La Prussia diventerà alleata della Polonia e la Germania Meridionale si avvicinerà alla Francia? E con che conseguenze sulla storia d'Europa? La Seconda Guerra Mondiale scoppierà lo stesso? Eviteremo l'Olocausto?

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E adesso, la parola a Enrico Pizzo:

Durante i lavori della Conferenza di Versailles venne tentato di dare un assetto all'Europa post-bellica mediante la creazione di stati etnicamente omogenei.
Il tentativo era nobile ma purtroppo destinato a fallire a causa della non perfetta corrispondenza degli erigendi confini politici con quelli etnici.
Supponiamo invece che a Versailles si scelga di applicare un principio modificato del territorio etnicamente omogeneo, basato su questi punti:

1 - solo i territori caratterizzati da una percentuale etnica almeno pari, o superiore, al 98% possono essere eretti in Nuovi Stati
2 - qualora vi sia un collegamento territoriale tra un territorio di cui al punto 1 ed uno Stato etnicamente omogeneo già esistente il territorio verrà assegnato allo Stato di cui sopra
3 - qualora non vi sia possibilità di collegamento territoriale con uno Stato etnicamente omogeneo già esistente il territorio di cui sopra verrà eretto in Stato Indipendente
4 - qualora il territorio etnicamente omogeneo costituisca un enclave all'interno di un territorio etnicamente omogeneo più grande i 2 andranno a costituire entrambi un Nuovo Stato di natura Federale
5 - i territori non etnicamente omogenei verranno eretti in Stato Indipendente Bilingue, gli Stati etnicamente omogenei limitrofi ed affini si impegneranno, in caso di necessità, a garantirne la sicurezza ed a sostenerli economicamente.

Sulla base di quanto ho scritto sopra i territori dell'odierna Slovenia andrebbero a costituire il nuovo Stato Sloveno, il Trentino verrebbe assegnato all'Italia, la Moravia diverrebbe lo Stato dei Tedeschi di Moravia, l'Ungheria lo Stato Federale Magiaro-Tedesco e la Venezia Giulia uno Stato Indipendente protetto e sostenuto economicamente dai vicini Stato Sloveno e Regno d'Italia.

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Gli risponde Federico Sangalli:

É un POD interessante, ma, come peraltro accadde per le condizioni di pace di Versailles, non dipende tanto dalla ragionevolezza o no delle condizioni quanto dalla volontà politica di applicarle, che verrebbe inficiata dall'onnipresente nazionalismo (motivato alla base dalle perdite della Prima Guerra Mondiale, della serie "Abbiamo sputato sangue per tre anni sul Carso solo per vedere Trieste far parte di uno staterello indipendente?" Vien da sé quanto l'Italia sarebbe motivata a garantire onestamente la sicurezza del suddetto stato e vale anche per le altre nazioni). La soglia di omogeneità etnica, concetto già di per sé controverso, al 98% poi è molto alta e aprirebbe la strada a uno spezzettamento dell'Europa continentale in molteplici staterelli indipendenti (non solo la Moravia, ma anche la Slesia, la Pomerania, l'Holstein, l'Alsazia-Lorena,...) e potrebbe avere interpretazioni molto diverse (che succede se la Scozia dice di essere scozzese e non britannica?). Poi il concetto di federazione si basa sui legami tra due entità territoriali che decidono di federarsi. Se però tali entità non ci sono perché il 2% dell'altra etnia è sparso su tutto il territorio automaticamente non è più una federazione, bensì uno stato unitario con grande autonomie culturali per le minoranze (esempi di riferimento possibili, i tedeschi di Ungheria, gli ebrei polacchi o gli zingari). Se invece la minoranza è concentrata territorialmente perché non dare l'indipendenza al suddetto territorio (esempi di riferimento, gli ungheresi di Transilvania, gli ucraini dell'Ungheria transcarpatica, i baschi spagnoli). Da ultimo questo metodo non terrebbe conto (non è una vera obiezione, Versailles ne tenne conto anche meno) delle opinioni locali: gli sloveni vogliono davvero l'indipendenza o il romanticismo nazionale li induce a chiedere l'unione alla fratellanza iugoslava? Tutti i catalani sono secessionisti o c'è anche chi vuole rimanere unito alla Spagna? Ribadisco comunque che l'idea è interessante, anche se le percentuali esatte della composizione etnica dell'Europa del 1918 mi sono troppo poco familiari per poter avere un'idea precisa del risultato finale.

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Ed ecco il punto di vista di Perchè No?:

Tutto questo mi fa pensare ad una serie di fumetti ucronici francesi, intitolata Jour J (Giorno G) ed iniziata con un racconto spaziale in cui l'URSS pone piede sulla Luna prima degli USA. La serie cresce con velocità impressionante, e conta ormai parecchi volumi su altri momenti della storia del XX secolo. Il secondo volume si intitola "Parigi, settore sovietico", e tratta di una storia di spionaggio in una Francia divisa tra Est ed Ovest, nido di spie della guerra fredda.

Il terzo e il quarto volume formano una dilogia : "Settembre rosso" e "Ottobre nero". La storia si svolge nel 1917. La Francia non ha avuto un Ferdinand Foch per vincere la battaglia della Marna ed é stata sconfitta già nel 1914: di conseguenza é occupata dai Tedeschi che hanno restaurato la monarchia. Le colonie francesi sono rimaste fedeli al governo repubblicano in esilio, diretto in Algeria da Clémenceau come un De Gaulle ante litteram. Il Regno Unito ha firmato la pace senza grossi problemi e la Russia rimane da sola a combattere contro le potenze centrali: non so come, ma il fronte inizia appena a crollare nel 1917, e lo Zar Nicola II sembra sul punto di accettare una pace di compromesso.

Per continuare a lottare la Francia repubblicana ha bisogno della Russia e Clémenceau vede una sola possibilità per impedire a Nicola II di firmare la pace: favorire una rivoluzione in Russia e la nascita di un fronte repubblicano contro le monarchie. Clémenceau assegna questa missione a uno dei suoi migliori agenti e fa uscire di prigione il suo nemico pubblico numero uno: Jules Bonnot, anarchico, ladro, vero gangster di Cosa Nostra, personaggio leggendario in Francia in stile Battisti). I due arrivano a San Pietroburgo e si uniscono ai movimenti Bolscevichi. Lenin, Trotsky e Stalin sono dipinti di maniera cinica, tutti tirannici e crudeli anche se in maniere diverse. Jules Bonnot lancia una vasta operazione di terrorismo contro il potere e i suoi agenti (potere aiutato da agenti tedeschi), e la rivoluzione sta per scoppiare come nella nostra storia. Ma Bonnot inizia a non fidarsi più di Lenin e de i suoi. La rivoluzione scoppia, il regime di Nicola II, crolla ma stranamente durante uno discorso Lénin, Trotsky e Stalin sono uccisi da un'esplosione con tutti i capi bolscevichi, lasciando campo libero a gli anarchici della Makhnovchina e ai ribelli del Kronstadt. Qualche mese dopo l'agente francese tornato in Algeria racconta il prosieguo degli eventi: Clémenceau ha approfittato della situazione; il popolo russo, mobilitato da una febbre nazionalista, si é organizzato da solo con l'esercito in reggimenti e rovescia le linee tedesche, avanzando in Polonia. Clémenceau prepara uno sbarco in Provenza quando il re fugge da Parigi, a Berlino scoppia una rivoluzione spartachista, la guerra é finita più o meno ovunque lasciando il posto alla rivoluzione anarchica mondiale. La storia finisce con Bonnot che, in aereo sopra Parigi, lascia dei messaggi alla popolazione civile : "Arriviamo!"

Cosa ne pensate?

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Così gli risponde Lord Wilmore:

Complimenti: l'idea della Rivoluzione Anarchica Mondiale non era venuta in mente a nessuno di noi, né tanto meno quella di Clemenceau che fa il De Gaulle ante litteram. Perchè non immaginare uno sviluppo analogo a quello della Seconda Guerra Mondiale anticipata?

Le truppe del Kaiser piegano la Francia che si arrende e bombardano con cannonate pazzesche le isole britanniche usando il suolo francese come poligono per cannoni da cento metri di canna (analogo delle V1 e delle V2), ma non piegano Londra. L'Italia è rimasta fedele alla Triplice ed è scesa in guerra con le potenze centrali. In Russia Tedeschi e AustroUngarici assediano San Pietroburgo e penetrano in profondità fino a 50 Km da Mosca, lo Zar fugge a Ekaterinenburg al di là degli Urali, a Mosca scoppia una rivoluzione anarchica dopo che Jules Bonnot ha fatto fuori Lenin e soci.

A questo punto lo Zio Sam pensa: se i Tedeschi vincono, devo dire addio ai grossi prestiti fatti a Londra, Parigi e Mosca, e così con un pretesto gli USA entrano in guerra. Sbarco anglofrancoamericano in Sicilia, Re Vittorio Emanuele III è costretto a firmare la resa, ma i tedeschi occupano la penisola, il Re fugge a Brindisi sotto protezione alleata e i tedeschi insediano Gabriele d'Annunzio come leader di un governo fantoccio che ha sede a Gardone Riviera (perchè no?): il Regno di Gardone. Intanto gli angloamericani sbarcano in Francia (D-Day) e Clemenceau fa il suo trionfale ingresso a Parigi, mentre gli anarchici russi scacciano a poco a poco i tedeschi dal loro suolo patrio. La Russia sarà così divisa in Unione delle Repubbliche Anarchiche Sovrane (la Russia Europea) e in Impero di Siberia (i Romanov rimasti al potere oltre Urali).

In Italia Destra Monarchica e Partito Socialista si scontrano in una guerra civile che passa alla storia come "Resistenza", negli scontri cade anche il giovane Benito Mussolini. Il 4 novembre 1918 gli Alleati entrano a Berlino e il Kaiser si suicida. D'Annunzio è catturato e processato; Don Luigi Sturzo, Filippo Turati e Benedetto Croce proclamano la Repubblica Italiana.  La Germania è divisa in zone di occupazione, l'impero AustroUngarico si sfascia, l'Italia deve cedere Valle d'Aosta e Sardegna alla Francia e Sicilia al Regno Unito, anche se Trento e Trieste si uniscono a Roma mediante plebiscito; gli USA emergono da subito come grande potenza. L'infezione anarchica si diffonde in Europa e nel mondo, inizia l'era della "Guerra Fredda" tra la NATO (USA, Regno Unito, Francia, Italia, Benelux, Germania Ovest, Austria, Danimarca, Norvegia, Grecia, Turchia, Impero Zarista) che si fa paladina della democrazia liberale e il Patto di Varsavia (Russia Europea, Polonia, Finlandia, Stati Baltici, Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Albania, paesi arabi) che propugna l'anarchismo. Come andrà a finire?

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Non può mancare il parere di Bhrghowidhon:

L'idea è buona, ma D'Annunzio mi sembra davvero troppo antitriplicista per diventare sùbito uomo di fiducia degli Imperi Centrali (Mussolini, se non altro, ha impiegato 26 anni per una parabola analoga). Durante la Prima Guerra Mondiale le - poche - proposte di 'punizione' del Regno d'Italia prevedevano ancora una Restaurazione Asburgica (unica variante a tali proposte: Lombardia annessa alla Germania - insieme alla Svizzera - anziché parte del ricostituito Lombardo-Veneto, ma in questo scenario immagino che la Svizzera debba per simmetria restare neutrale). Ciò di per sé si risolverebbe nella riesumazione del Lombardo-Veneto, dei Ducati Padani, del Granducato di Toscana, quasi sicuramente anche dello Stato Pontificio e, almeno per qualche mese, del Regno di Napoli. La situazione inedita sarebbe costituita dalla fuga dei Savoia; per quanto riguarda Sardegna e Piemonte, si sarebbero potute combinare una più estesa rivincita asburgica (riportando i confini occidentali della Lombardia, ossia del Ducato di Milano come tradizionalmente chiamato dall'Austria, fino alla situazione antecedente alle Guerre di Successione del Settecento, ma con probabile incameramento degli ex-Feudi Imperiali, inoltre il recupero della Sardegna a 'indennizzo' della Sicilia, forse ricostituzione della Repubblica di Genova ma legata a Milano e infine un Principato di Piemonte assegnato a qualche ramo collaterale e 'collaborazionista' dei Savoia, a meno di lasciarlo a disposizione dei Re degli Stati Tedeschi).

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Citiamo l'idea di Never75, scritta il 7 dicembre 2013:

Dato che ci avviciniamo al centenario dell'Inutile Strage, ho pensato a un'ennesima variante per evitarla. Poniamo che, alla notizia dell'assassinio di Francesco Ferdinando e consorte all'anziano Francesco Giuseppe venga un colpo al cuore e muioa pure lui. In effetti morirà solo un paio di anni più tardi. In questo caso l'Arciduca Carlo, incoronato in fretta e furia, potrebbe avere più successo per evitare il conflitto. Si arriverebbe a un accordo con la Serbia che, peraltro, era già stata disponiblie ad accettare quasi tutte le richieste austriache anche in H.L. La sua antipatia col Kaiser lo farebbe avvicinare maggiormente all'Italia e la cessione del Trentino sarebbe quasi scontata. Il sogno di un impero federale, già vagheggiata dallo zio Francesco Ferdinando e dal cugino Rodolfo, diventerebbe realtà. Inoltre, in virtù della sua religione cattolica, farebbe da intermediario per risolvere la questione romana e quella irlandese. Per questo potrebbe ricevere il Premio Nobel della pace. Un po' troppo ottimista come ucronia? Forse. Però non vogliatemene, ma per evitare una follia costata la vita a 20 milioni di persone, questo e altro!

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Gli risponde Bhrghowidhon:

L'ottimismo eccessivo è purtroppo quello che ha storicamente caratterizzato i Vertici Politici e Militari nel 1914-1915; qualsiasi scenario alternativo, al confronto, si presenta come più realistico... Un possibile itinerario - ovviamente non militare - per evitare la catastrofe della Prima Guerra Mondiale a partire dall'Austria-Ungheria sarebbe stato:

1) radicale riforma politica della Transleithania, suddivisa come approssimazione minima in tre Entità, l'Impero d'Austria (con i Paesi Ereditarî, i Sudeti, la Dalmazia e la Bucovina), il Regno di Boemia e Moravia (con tutela scolastica della Minoranza Tedesca) e il regno di Galizia e Lodomiria (con tutela scolastica dei Ruteni), per cui la Duplice Monarchia sarebbe divenuta l'Unione personale e geopolitico-economico-militare di cinque Stati (se si contano l'Ungheria, praticamente intoccabile, e la Bosnia-Hercegovina);

2) la costituzione di un Impero Danubiano-Adriatico, analogo al Secondo Reich e comprendente le cinque Monarchie Asburgiche, Romania, Montenegro e Albania;

3) la fondazione dell'Unione doganale, economica e politica mitteleuropea a partire dalla Triplice Alleanza (Reich Tedesco col Lussemburgo, Impero Danubiano-Adriatico e Regno d'Italia) ed estesa a Svezia, Danimarca, Olanda, Belgio, Grecia, Bulgaria e Impero Ottomano;

4) Trattato di Controassicurazione tra Mitteleuropa e Impero Russo (unica formulazione compatibile con l'adesione di quest'ultimo alla Triplice Intesa). A questo punto la Serbia sarebbe stata completamente circondata, pur conservando l'alleanza della Russia, mentre l'Impero Asburgico sarebbe stato inattaccabile; l'unità dell'Impero sarebbe stata notevolmente ridimensionata, ma non per quanto riguardava i Poteri Militari né quelli Economici e addirittura Carlo I. avrebbe esteso la propria egemonia a tre Stati o già alleati (Romania) o comunque già costituenti obiettivi territoriali (Montenegro e Albania), che a loro volta avrebbero avuto il vantaggio di passare dalla prospettiva dell'annessione diretta a quella dell'associazione inclusiva quando non addirittura di cancellare di fatto il confine da vasti territorî "irrendenti" (Romania). L'Impero Ottomano avrebbe avuto la garanzia dell'integrità in cambio dell'assunzione del ruolo di sostituto dell'Impero Coloniale per Germania e Italia, quest'ultima anche totalmente assicurata dal punto di vista militare nell'Adriatico (l'Unione Mitteleuropea sarebbe stata ben altrimenti affidabile che la Triplice Alleanza). L'Impero Russo avrebbe ottenuto, in cambio della rinuncia al Panslavismo, all'Armenia Turca e alla penetrazione in Abissinia (a questo punto riservata all'Italia), una benevola neutralità nella competizione con la Gran Bretagna in Persia, Asia Centrale (per quel che rimaneva) e Cina, oltre eventualmente al sempre perseguito Protettorato sui Sudditi Ottomani Ortodossi. Certo i contrasti coloniali sarebbero rimasti ampiamente irrisolti né sarebbe stato in potere di Carlo d'Asburgo potervi esercitare alcun influsso, ma con ogni verosimiglianza l'Impero Britannico non avrebbe perseguito con le energie storicamente profuse la propria politica di smembramento su linee 'nazionali' degli Imperi Europei Centro-Orientali e la stessa Francia non sarebbe stata in condizione di affrontare da sola il Blocco Mitteleuropeo.

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Questo invece è il contributo di xpnck:

E se il Trattato di Versailles portasse alla seguente sistemazione dei Balcani? Che accadrebbe?

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Gli risponde Tommaso Mazzoni:

L'Italia riceve quasi tutta la Dalmazia e l'Austria mantiene i Sudeti, la Bulgaria è stata non solo amputata territorialmente ma anche annessa alla Serbia (forse come compensazione per la Dalmazia Italiana). Con l'annessione quasi totale della Dalmazia l'argomento della Vittoria Mutilata farà molta meno presa sulle masse popolari: forse si evita l'ascesa del fascismo, e l'Italia rimane liberale e allineata con Londra e Parigi. Inoltre, paradossalmente alla Cecoslovacchia andrebbe meglio, perché con l'Anschluss Hitler si annetterebbe anche i Sudeti, e lascerebbe in pace Praga; Senza Fascismo, però, Hitler non tenterà il colpo di stato di Monaco nel 1923, non sarà arrestato, e non potrà scrivere il Mein Kampf, quindi niente finanziamenti per le SA e le SS; senza l'apparato para-militare gli sarà molto difficile forzare il parlamento a votare la sospensione della costituzione dopo l'Incendio del Reichstag, ammesso che, senza l'apparato para-militare Nazista e quello parallelo Comunista, nato in risposta, si arrivi al clima di semi-guerra civile che ha favorito l'incendio stesso. Con una Repubblica di Weimar ancora democratica, Hitler può vincere le elezioni nel 1934 come Presidente ma non può accorpare le cariche e i Nazisti sarebbero al potere ma non senza opposizione. Non avrebbe mai la maggioranza assoluta, il che lo obbligherebbe a continui compromessi con lo Zentrum, quindi von Papen, pur socio di minoranza, potrebbe spuntare la cancelleria. L'Anschluss probabilmente avverrebbe lo stesso, ma, senza Monaco, e l'annessione della Boemia e della Moravia, Inghilterra e Francia non si farebbero garanti della Polonia, che accetterebbe dei compromessi su Danzica. L'ala più radicale e indipendente del partito Nazista non sarebbe mai stata eliminata fisicamente come in HL, quindi questa ala, sempre guidata da Ernst Röhm, anche nel 1938, opterebbe per la scissione, indebolendo i Nazisti e rafforzando lo Zentrum, che avrebbe comunque evitato le leggi di Norimberga; lo Zentrum eviterebbe la Guerra con la Francia, ma Polonia, Paesi Baltici e Germania potrebbero allearsi per difendere la Finlandia da Stalin; Se Stalin invade la Polonia e/o i Paesi Baltici, la Germania può attaccare l'Unione Sovietica, che in quanto paese aggressore non riceverebbe né simpatia né aiuto dagli Stati Uniti; Possibile che la Jugoslavia e la Romania si aggiungano alla coalizione anti-Sovietica; la Guerra si conclude con un ritorno dell'URSS ai confini di Brest-Litovsk, giacché la Germania nel 1945 inventa la bomba atomica e la usa, spingendo i Sovietici alla firma della Pace di Ankara.

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Bhrghowidhon aggiunge di suo:

Dato che le differenze rispetto alla Storia vera sono solo quattro (il Banato, l’adesione della Bulgaria e dell’Albania alla Jugoslavia, una Cecoslovacchia nei confini di Monaco e un’Italia senza Mitteltirol/Alto Adige, ma con gran parte della Dalmazia e tutte le Isole del Quarnero), di cui tre riguardanti l’Austria-Ungheria (due esclusivamente), il Punto di Divergenza deve essere relativo alla Duplice Monarchia e al contempo spiegare il destino della Bulgaria e dell’Albania. Perciò propongo:

1) Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Gotha non abdica il 3. ottobre; in Bulgaria scoppia una Rivoluzione che porta lo jugoslavista Stambolijski al Governo già un anno prima che nella Storia vera, il 14. ottobre;

2) impressionato dagli eventi, Carlo I licenzia in anticipo Wekerle (rispetto al 20. ottobre 1918) e nomina il Conte Andrássy il Giovane (che quindi non è più Ministro degli Esteri Austriaco dal 24. ottobre); viene approvata la Riforma Trialista dell’Impero (Austria-Ungheria-Polonia), cui il 7. ottobre si unisce la Reggenza di Varsavia (Presidente del Consiglio dei Ministri Jan Kanty Steczkowski);

3) la Riforma non basta, Carlo licenzia Andrássy e procede anticipatamente (rispetto al 29. ottobre 1918; meglio se prima del 6. ottobre) all’istituzione unilaterale del Regno Triuno di Croazia, Dalmazia e Slavonia, per il momento limitato alla sola parte compresa nella Cisleithania (Dalmazia) e col Bano Antun Mihalović quale Cancelliere; per la Transleithania è legato al Giuramento di mantenere l’Integrità Territoriale dell’Ungheria, da cui sarà sciolto solo il 22. ottobre dal Consiglio dei Ministri (presieduto adesso dal Conte Hadik);

4) il nuovo Governo Bulgaro rientra sùbito in guerra, adesso a fianco degli Alleati, e partecipa alla Campagna d’Albania anticipando il XVI Corpo d’Armata Italiano nella Presa di Durazzo il 16. ottobre; da allora in poi l’Avanzata in Albania avviene a opera dell’Esercito Congiunto Serbo-Bulgaro, mentre gli Italiani organizzano lo Sbarco a Spalato in precedenza impedito dagli Americani;

5) il 18. ottobre, appena prima della Dichiarazione di Masaryk di Indipendenza della Cecoslovacchia, Carlo dichiara sciolto il Regno di Boemia, i cui Deputati Tedeschi si uniscono con tre giorni di anticipo agli altri Austrotedeschi nel Parlamento di Vienna e proclamano l’istituzione dello Stato dell’Austria Tedesca con Karl Renner come Cancelliere, procedendo al ritiro della Polizia di Vienna dalla Cechia ma non dai Sudeti, mentre Carlo istituisce il Regno di Cechia, nominando il Barone (slovacco) Hussarek von Heinlein come Presidente del Consiglio dei Ministri, il quale di conseguenza si dimette dall’omologo incarico a Vienna (a questo punto assunto direttamente da Renner per i Territorî Tedeschi, da Heinrich Lammasch invece solo per i residui Paesi della Cisleithania di lingua non tedesca, in pratica il Trentino, Trieste, l’Istria e la Slovenia);

6) il 24. ottobre non avviene il richiamo delle Truppe Ungheresi dalla Fronte Italiana e la Battaglia di Vittorio Veneto si risolve in un nulla di fatto; senza il richiamo delle Truppe Ungheresi, invece, l’Avanzata delle Armate Alleate d’Oriente sulla Fronte Balcanica è più rapida, raggiunge prima del 3. novembre il Confine della Bosnia e il XIX Corpo d’Armata del Generale von Pflanzer-Baltin si deve ritirare in anticipo a Cattaro, da dove si dirige contro gli Italiani sbarcati a Spalato;

7) il 27. ottobre Carlo sostituisce Hadik col Conte Károlyi, così evitando almeno temporaneamente la Rivoluzione dei Crisantemi iniziata il giorno dopo; il nuovo Ministro delle Nazionalità Jászi Oszkár procede alla Federalizzazione di ciò che resta della Transleithania in Ungheria, Banato e Transilvania, mentre la Slovacchia si unisce alla Cechia di Hussarek;

8) alla fine del mese, Carlo è Imperatore d’Austria, Re di Cecoslovacchia, Re di Polonia, Re d’Ungheria e Re di Croazia-Dalmazia-Slavonia, ma gli Italiani hanno ormai occupato l’intera Dalmazia e il Trentino, mentre sono ancora bloccati sul(la) Piave; Carlo decide di dare il consenso alla Successione dell’Arciduca Carlo Stefano d’Asbugo-Teschen sul Trono di Polonia, del figlio minore di questi (l’“Arciduca Rosso” Guglielmo Francesco) in Bukovina (sperando di distrarre le difficoltà che venivano al padre dalle simpatie ucraine del figlio) e dell’Arciduca Giuseppe Augusto su quello d’Ungheria e di Croazia-Dalmazia-Slavonia, sperando in tal modo di mantenere l’Unità della Transleithania da un lato e del nucleo della Cisleithania già nella Confederazione Germanica (quindi escluse Dalmazia, Galizia-Lodomiria e Bukovina dall’altro);

9) ai primi di novembre esistono quindi ormai quattro Stati, l’Impero d’Austria-Cecoslovacchia, il Regno d’Ungheria e Croazia-Dalmazia-Slavonia, il Regno di Polonia e il Regno di Bukovina, mentre l’Albania è ormai serbo-bulgara e la Dalmazia e il Trentino dell’Italia; il 12. novembre viene proclamata la Repubblica dell’Austria Tedesca, che sigla l’Armistizio con l’Italia per i territorî di sua competenza (conservando quindi Bolzano), il giorno dopo Carlo viene deposto da Re di Cecoslovacchia e rimane Imperatore “d’Austria” solo in Slovenia e nel Litorale, mentre i tre Arciduchi sono costretti ad abdicare nei rispettivi Regni. Transilvania e Bucovina dichiarano l’Annessione alla Romania, il Banato si stacca dall’Ungheria, il Triregno di Croazia e Slavonia (senza più Dalmazia) si unisce alla Serbia e alla Romania, occupa la Slovenia ed entra a far parte del Regno dei Serbi, Croati, Sloveni e Bulgari (con l’Albania) nato il 1. dicembre 1918;

10) Carlo, ormai Imperatore solo a Trieste e in Istria, firma la Resa con l’Italia, che annette tutti i suoi territorî residui.

Mentre l’Arciduca Guglielmo vive le proprie avventure ucraine, Giuseppe Augusto non viene deposto nel Banato, a causa dei contrasti fra Rumeni, Serbi, Tedeschi, Ungheresi, Slovacchi e Ucraini, per cui si opta per il mantenimento della Monarchia come garanzia dell’Indipendenza dello Stato.

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Così commenta Alessio Mammarella:

Secondo me la percezione di sconfitta dipende anche dagli obiettivi che si prendono in considerazione. In certi momenti sono stati delineati obiettivi incompatibili con il contesto internazionale o con le risorse/capacita’ di gestione del paese. Quindi il problema non è tanto aver fallito quegli obiettivi, ma averli tracciati.

Proviamo a fare un esempio. Nel 1912, con le guerre balcaniche, sì prospettò l’indipendenza dell’Albania. Serbia e Grecia erano ostili alla nascita del nuovo paese, perché avevano mire sul relativo territorio. La Serbia desiderava uno sbocco sull’Adriatico, la Grecia la storica regione dell’Epiro, anche se popolata in modo rilevante da albanesi che la chiamavano Ciamuria. Le potenze dell’Intesa proposero quindi la nascita di una Albania “piccola” tale da non ostacolare le ambizioni serbe e greche. C'è da precisare che questa Albania "piccola" avrebbe compreso comunque la maggior parte della popolazione albanese (gli altri territori sono poco popolati perché montuosi) e le più famose città di Tirana, Valona e Durazzo.
 Italia e Austria-Ungheria invece proposero un’Albania “grande” pensando di poter controllare il paese e farne uno strumento di egemonia della Triplice sulla regione balcanica.
Col senno di poi, sarebbe stato meglio se Austria-Ungheria e Italia avessero concordato con Francia e Russia. Ci avrebbero rimesso i poveri albanesi, però ci sarebbe stata una distensione tra Austria e Serbia (quindi forse non sarebbe scoppiata la Grande Guerra) e tra Italia e Grecia si sarebbero poste le basi di una cooperazione.
Poi se in un momento successivo, pur in assenza della Grande Guerra, ci fosse stata una nuova crisi dell’Impero Ottomano, italiani e greci avrebbero potuto trovare una posizione comune invece di sgambettarsi a vicenda.

Insomma, se gli italiani non avessero fissato un obiettivo impraticabile (fare dell’Albania una colonia) e non avessero preso di petto il nazionalismo greco, forse le cose sarebbero andate meglio (e non solo meglio “per l’Italia”). Comunque, durante la II Guerra Mondiale l'Italia fascista seguì esattamente la politica estera sognata dai triplicisti, occupò l'Albania e la ampliò fino a comprendere il massimo dei territori rivendicabili dagli albanesi. Anche sull'Etiopia, se ci pensiamo, Mussolini non si distaccò dalle idee di Crispi. Ciò, in relazione alla discussione riguardo alla politica estera italiana e alle sue "sconfitte" mi fa pensare alcune cose:

1) la politica estera dell'Italia triplicista (dalle prime imprese coloniali fino alla vigilia della I Guerra Mondiale) era la stessa del fascismo (il fascismo era solo "meno timido" nel mettere in pratica le strategie) era basata su un nazionalismo non rispettoso degli altri paesi e quindi sbagliata e destinata a fallire;
2) Mussolini, con i poteri di cui disponeva, avrebbe potuto ridisegnare la politica estera italiana su linee diverse e originali, ma non ha voluto o non ha saputo farlo; questa sua mancanza nel rendersi conto di come certe idee fossero obsolete e sbagliate rappresenta un'aggravante nel giudizio storico sulla sua figura (giudizio già negativo per molte altre cose, ovviamente);
3) la politica estera dell'Italia repubblicana, per quanto in gran parte vincolata dall'appartenenza alla NATO, è infinitamente migliore di quella della "vecchia" Italia, perché è basata, più di ogni altra cosa, sull'idea di mantenere rapporti cordiali e collaborativi con il maggior numero possibile di paesi.

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E Paolo Maltagliati gli dà ragione:

Di solito si tende a considerare un fallimento la diplomazia alla fine della prima guerra mondiale. Se è vero che Orlando e Sonnino furono incompetenti, questo è un tipico errore di sopravvalutazione, peraltro egregiamente sistemato da Nitti nel trattato di Rapallo. Era praticamente impossibile ottenere di più in Istria e sulla costa adriatica. Anzi, a dirla tutta ottenemmo più di quanto eravamo in grado di gestire, visto che poi nacque il movimenti terrorista del TIGR, nelle aree slovenofone oppresse dal governo italiano. Quello che si poteva ottenere in più era il Togo (ma l'Inghilterra non avrebbe concesso poi l'OltreGiuba). Il fatto che poi non vennero promessi i territori concessici negli accordi si San Giovanni della Moriana dipende dalle vicende della guerra Greco-Turca (e il governo italiano in realtà sostenne proprio Atatürk, certi che i greci sarebbero stati ancor meno disponibili a concessioni in tal senso).

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Tocca alla proposta di Federico Sangalli:

Anch'io propongo un'Ucronia, ispirata dalla recente trilogia storica di Ken Follett. Dopo l'ultimatum austriaco alla Serbia e la minacciosa mobilitazione russa l'Europa era sull'orlo della guerra. Nel tentativo di evitare il disastro il Ministro degli Esteri inglese Sir Edward Gray propose alla Germania di chiedere a Vienna di posticipare la data dell'ultimatum e di indurre una conferenza a quattro tra Francia e Inghilterra(teoricamente alleate con Russia e Serbia) e Germania e Italia(in teoria alleate di Vienna) per giungere ad una soluzione mediata concordata non vincolante per l'Austria. L'ambasciatore tedesco a Londra Conte Lichwosky ne fu entusiasta ma Berlino rifiutò poiché ritenne, giustamente, che, se la Germania avesse avanzato una mediazione e Vienna l'avesse rifiutata, la prima non avrebbe potuto supportare la seconda in una successiva guerra. In altre parole i tedeschi pensarono che gli inglesi mirassero a spaccare la Triplice Alleanza. Ma se la conferenza va in porto? L'Austria si piega o va in guerra da sola contro Serbia e Russia? Magari con successiva pugnalata alle spalle italiana e forse anche tedesca? E quale mediazione avrebbero tirato fuori Poincaré, Guglielmo II, Giolitti e Gray?

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Cui replica il nostro Bhrghowidhon:

Questo era uno dei capitoli della mia tesi 'triennale' (non che fosse ufficiale, ma per puro caso mi è capitato di anticipare involontariamente il successivo Ordinamento Universitario Italiano) e ammetto che qualunque soluzione risulta poco verosimile e politicamente disperata, però rispetto ad allora mi sono convinto almeno di questo: quando si fanno - anche nella Storia - errori, anche clamorosi (come nell'Estate del 1914), solo il senno di poi ci permette di fare tesoro dell'esperienza, quindi anche di fronte a un fallimento totale e catastrofico come quello abbiamo il dovere di interiorizzare che cosa si sarebbe dovuto fare per evitare il disastro e condurre questa operazione separatamente per ogni non dirò giorno, ma almeno mese di quel mezzo anno fatale.

La situazione di partenza era praticamente irresolubile: uno Stato in cui il recente Rovesciamento di Dinastia aveva lasciato fuori controllo persone e ambienti disposti - come si è visto - a distruggere l'Umanità intera pur di raggiungere, anche se da morti, i proprî obiettivi politici (che cosa può fare chi è nel mirino di volontà come queste? O sta al gioco e cerca di anticipare la morte dell'avversario, a costo però appunto di distruggere tutto, oppure si lascia uccidere senza del resto poter impedire la distruzione di tutto il resto... È veramente una lotta demoniaca e mi abbatte ulteriormente il fatto che sia stata una Guerra fra Slavi in nome di due Panslavismi inconciliabili solo perché percepiti come tali); inoltre, nella Duplice Monarchia, il Governo Ungherese (con Tisza) irremovibile nel rifiuto categorico di qualsiasi soluzione e Franz Conrad von Hötzendorf convinto (ma come smentirlo senza esperimento?) dell'efficacia della Guerra Preventiva. L'unica persona che avrebbe avuto la volontà politica di spazzare via il boicottaggio da parte di Tisza e non credeva nella Guerra Preventiva né desiderava l'annessione della Serbia (proprio per timore del Regicidio, Tragica Ironia della Storia) era Francesco Ferdinando, la Prima Vittima... (Lo si può accusare di tutto, ma è un fatto che il primo a morire è stato proprio lui).

Cerchiamo di ragionare freddamente: in Austria-Ungheria nessuno poteva fare più niente, uno Stato vicino e dichiaratamente ostile ha nei proprî Servizi Segreti qualcuno che riesce a 'intromettersi' nelle decisioni più delicate della Duplice Monarchia determinando inesorabilmente il corso degli eventi attraverso l'omicidio politico non solo dell'Erede al Trono e unico reale Politico in grado di sbloccare la situazione di paralisi interna per i veti incrociati delle Nazionalità così innocentemente sobillate dalle altre Potenze (che poi fanno tanto le Povere Innocenti ancora cent'anni dopo, indossando la maschera di Indignate Custodi dei Diritti dell'Uomo), ma addirittura dell'unica persona in grado di bloccare gli ambienti militaristi! Ucciso Francesco Ferdinando, in Austria-Ungheria non c'era più niente da fare, è ancora un miracolo che siano trascorsi 30 giorni prima dell'inizio delle ostilità (e sono stati pagati carissimamente, dal punto di vista strategico della stessa  Monarchia).

Accaduto il patatrac, solo le altre Potenze Europee avrebbero potuto fermare il Conto alla Rovescia: quelle stesse Potenze che concordavano su un unico punto, arrivare al Conflitto... È possibile che nessuno, né in Serbia né in Austria-Ungheria né altrove, si rendesse veramente conto dei Milioni di Morti che sarebbero seguìti; soprattutto, è difficile che ci si rendesse conto che sarebbero spariti tutti e quattro gli Imperi dello Heartland (il guaio è che non se ne sono tratte le conseguenze neanche al termine del Conflitto). Solo noi posteri siamo in grado di capire e misurare abbastanza esattamente cosa ha portato alla catastrofe. Con questa consapevolezza (che è abbastanza facile da conseguire), ci chiediamo che cosa, fra il 28. giugno e il 28. luglio, avrebbe potuto fermare la reazione dell'Austria-Ungheria.

Escludiamo, per principio, il rispetto di tutti i Punti dell'Ultimatum, perché di fatto non è stato realizzabile. Prendiamo allora in considerazione gli Obiettivi di Guerra di Franz Conrad von Hötzendorf: per definizione, ciò che poteva fermare l'Austria-Ungheria deve essere maggiore o uguale a tali obiettivi. Nel 1914, gli obiettivi erano: associazione della Romania alla Duplice Monarchia, annessione di Serbia e Montenegro e del Lombardo-Veneto (Guerra Preventiva anche al Regno d'Italia), riduzione dell'Albania a Stato Vassallo, Protettorato sulla Bulgaria (Bulgaria e Grecia avrebbero potuto partecipare alla Spartizione dell'Albania). Nel 1915-1916, si sarebbero aggiunte le annessioni della Galizia Occidentale, della Bessarabia e della "Rutenia" (Volhynia e Transnistria), ma in questo momento le dobbiamo scartare, anche perché è chiaro che senza una Vittoria e quindi un Conflitto contro la Russia non le avrebbe mai ottenute.

È altresì evidente che l'Annessione della Serbia prevede la Vittoria nel Conflitto, il quale è proprio ciò che stiamo cercando di evitare. Il rifiuto dei termini dell'Ultimatum è al contempo la dimostrazione che la Serbia non avrebbe accettato alcuna diminuzione della propria Sovranità (al di fuori degli stretti limiti delle Indagini di Polizia) e una Restaurazione (?) degli Obrenović equivaleva a un Conflitto (in più senza i vantaggi concreti di una Vittoria).

Dividiamo il problema in tre: 1) come ottenere gli altri Obiettivi in Area Danubiano-Balcanica, 2) come compensare la rinuncia a qualsiasi Obiettivo in Serbia e 3) come compensare la rinuncia ad annettere direttamente il Lombardo-Veneto.

1) L'inclusione della Romania, del Montenegro, dell'Albania e della Bulgaria nella Duplice Monarchia era possibile in un solo modo: ripetendo l'operazione che ha portato alla Fondazione del Secondo Reich, di fatto una Federazione di Stati dove ogni Dinastia conservava il proprio Potere interno. Sarà Fantapolitica, ma col senno di poi questo è il prezzo da pagare, meno di così - letteralmente - si muore.

2) Compensare la rinuncia alla Serbia significa - in un'epoca in cui la Navigazione Aerea è ancora agli albori - circondarla completamente con un'ulteriore annessione (nella forma del punto 1), quindi con la Grecia. La decisione di fondare l'Impero Danubiano-Balcanico sarebbe stata compito delle Dinastie Germaniche in Romania, Bulgaria e Grecia in accordo con Francesco Giuseppe, ma le pressioni su queste Dinastie sarebbero dovute venire proprio da almeno due delle Potenze convocate, Gran Bretagna e Germania.

3) Compensare la rinuncia all'annessione diretta del Lombardo-Veneto è ancora più fantapolitico, ma abbiamo già discusso tante volte l'argomento che ormai mi vergogno a ripeterlo: l'ingresso del Regno d'Italia non - evidentemente - nell'Impero Danubiano-Balcanico (sarebbe stato improponibile), ma, come spesso mostrato, nel Secondo Reich, ciò che era perfettamente proponibile e perfino giustificabile con qualche atto politico precedente. Dopo di questo, per ottenere lo scopo di fermare l'Austria-Ungheria (che altrimenti, fino a questo punto, si sentirebbe ulteriormente circondata e davvero temerebbe la pugnalata alla schiena), si sarebbe dovuto procedere immediatamente a fondare l'Unione Mitteleuropea fra Secondo Reich e Monarchia Danubiano-Balcanica (forse chiamata «Monarchia Euro-sudorientale», Süd-Ost-Europäische Monarchie).

Detto in tutta franchezza, per quanto questo schema risulti incredibile, meno di ciò non sarebbe servito assolutamente a niente, neppure a ritardare di un giorno lo scoppio delle ostilità. Prima del 28. giugno si poteva perfino rimanere nei confini di allora, confidando che la prudenza di Francesco Giuseppe e il realismo di Francesco Ferdinando (ha addirittura rinunciato alla successione in Boemia e Ungheria per i proprî Discendenti, benché ne avessero diritto!) garantissero la tenuta dell'Impero e quindi che la Questione delle Nazionalità rimanesse un problema solo politico; dopo il 28. giugno non c'era praticamente più nulla da fare, se non appunto un triplo salto mortale come quello proposto (che comunque mi sembra valere la pena, se fosse servito a evitare anche solo una minima parte dei Milioni di Morti che sono seguìti).

Qui a fianco: triste vignetta satirica dell'epoca che mostra come, nel 1914, quasi tutti in Italia fossero entusiasti della guerra, certi che prendere Trento e Trieste fosse una "scala comoda". Il mezzo milione di morti nelle trincee per ottenere la stessa cosa che avremmo preso restando neutrali o poco più, sta a dimostrare il contrario...

"Ognun per la sua meta lotta con sforzo enorme.
Chi ha la scala comoda (chi sa perchè?) ci dorme."

È molto interessante che Gran Bretagna e Germania competano per la Francia come se fosse Trento e Trieste per l'Italia (o la Serbia per la Russia e l'Austria-Ungheria)... Per Trieste senza guerra credo che l'unica via sarebbe stata appunto la Federazione Mitteleuropea, di cui Trieste poteva essere la Sede Principale in quanto al contempo nella Monarchia Danubiano-Balcanica, in Germania (v. Bismarck) e rivendicata dal Regno d'Italia. Questa vignetta contiene un'involontaria verità di fondo: che Germania e Gran Bretagna (oltre a essere Contendente e Oggetto della Guerra Civile Tedesco-Americana dei 31 Anni per la Successione Britannica) fossero in conflitto per annettersi la Francia, che era in effetti uno degli obiettivi tedeschi e si è poi visto appunto che è stata per due volte (1940 e 1956) unita alla Gran Bretagna o sul punto di esserlo...

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Così si è espresso invece Sparta:

Volevo proporre un PoD in cui nella prima guerra mondiale, rimane tutto identico, ma alla Germania rimangono Togo e Namibia e pure il Kaiser, cosicché Hitler non prende il potere. Mussolini si ritrova a "gestire" lui i paesi sotto dittatura fascista, impone nei paesi come Austria, Jugoslavia, Albania e forse Grecia una dittatura fascista, e Regno Unito e Francia se lo tengono amico perché fa da scudo al socialismo. Lo lasciano agire in Africa e Asia, forse gli cedono anche la Papua Nuova Guinea del nord, dove anni prima ci fu un tentativo di colonizzazione italiana...

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Gli risponde Federico Sangalli:

Salvo per le concessioni francesi mi sembra tutto plausibile: il Kaiser che con un golpe con Hindenburg mantiene il potere, Mussolini che porta a termine il suo piano di un "Asse del Sud" (Patto di Roma) con Spagna, Portogallo, Bulgaria, Romania, Ungheria, Austria e Turchia e forse l'associazione di Germania, Polonia, Finlandia e Stati Baltici, la Nuova Guinea potrebbe essere una concessione accettabile (sicuramente più di Corsica, Nizza e Savoia) che il regime fascista non tarderebbe a trasformare in un carcere per detenuti politici tipo Isola del Diavolo. Vista la comune ostilità per le nazioni capitaliste e colonialiste occidentali potrebbe esserci un riavvicinamento nippo-sovietico (Patto Togo-Molotov) che potrebbe scatenare una guerra quasi congiunta nel 1942. Tenendo conto che senza i nazisti Einstein non migrerebbe negli USA né scriverebbe lettere a Roosevelt, l'Atomica potrebbe essere sviluppata più tardi e probabilmente dall'Italia grazie ad Enrico Fermi, il che farebbe di Mussolini il leader dominante al tavolo della pace. Senza Shoah e con un Benito "Spada dell'Islam" che fa il bello ed il cattivo tempo nel Mediterraneo dubito che i Sionisti abbiano sufficiente supporto (specie in armamenti) per creare Israele.

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Devo per forza trascrivervi il commento di Enrico Pellerito, con il quale non si può non essere d'accordo:

Ciò che non mi piace nei contributi proposti da Bhrghowidhon è che ad un certo punto terminano, perché conclude di esprimere il suo pensiero. Veramente gradevole leggerli.

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Cui segue la pronta replica del nostro Bhrghowidhon:

Può capitare che chi viene lodato si trovi in imbarazzo a rispondere e così, paradossalmente, il dialogo finisce per essere un po' inibito. Del resto, come ovvietà generale, qualsiasi proposta ucronica è passibile di continuazione, non solo fino ai nostri giorni ma anche illimitatamente nel Futuro, quindi può essere divertente continuare (diventa un po' un gioco, ma a differenza dei normali giochi è al contempo un esercizio di Politica - laddove l'ucronia di per sé è un esercizio di Critica Storica - e, in determinati casi, di Filosofia; sappiamo tutti che non sto scherzando, anche uomini della strada come siamo noi possono dedicare qualche ora della vita a filosofare).

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E adesso, la palla a Lord Wilmore:

Rieccoci alle prese con l'intelligenza Artificiale Ucronica, con una creazione dedicata proprio al nostro geniale amico Bhrghowidhon. L'Imperatore d'Austria e Re Apostolico d'Ungheria Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena sposa in seconde nozze la giovane Anastasia Romanova, figlia dello Zar di Russia Nicola II. Basterà, per impedire lo scoppio della Grande Catastrofe?

E' vero che tra i due c'erano 71 anni di differenza, tuttavia in un'altra linea temporale la differenza potrebbe essere minore, se Anastasia è la primogenita e Nicola II si sposa ancora più giovane. Se Nicola II e Alice d'Assia si sposano nel 1890, quando lui ha 22 anni e lei 18, e l'anno successivo nasce Anastasia, avrà 18 anni nel 1909; se poi Papa Pio X concede la dispensa (è incazzato con Francesco Giuseppe per via del veto posto al Cardinale Rampolla del Tindaro che lo ha fatto diventare Papa controvoglia, ma Franz Iosef resta pur sempre il sovrano del maggiore impero cattolico d'Europa) può sposarsi a 16 anni nel 1907, e se la ragazza ha lo stesso carisma di Elisabetta di Wittelsbach, può influenzare l'anziano marito abbastanza dal farlo desistere dall'annessione della Bosnia-Errzegovina e dal dichiarare guerra alla Serbia nel 1914. Rinasce la "Santa Alleanza" Austria-Prussia-Russia, la Triplice Intesa va a farsi benedire, e forse il Secolo Breve sarà meno Breve di quanto lo conosciamo noi.

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Chiudiamo con il commento in proposito di Alessio Mammarella:

Francesco Giuseppe era molto anziano e, se avesse voluto un matrimonio "vero" e non puramente formale, penso che avrebbe cercato di sposarsi dopo la morte di Sissi e non avrebbe lasciato trascorrere più di un decennio. Ecco perché secondo me sarebbe stato meglio prendere in considerazione altre principesse russe, maggiorenni già intorno al 1900. Per esempio, le sorelle di Nicola II, non la figlia. Ksenija Aleksandrovna, nata nel 1875, si sposò nel 1894 (troppo presto per l'esigenza di questa ucronia), ma sua sorella minore Olga, nata nel 1882, sembra fare proprio al caso nostro. Lord Wilmore si spinge a ipotizzare un rovesciamento delle alleanze politiche, con avvicinamento della Russia agli Imperi Centrali, e ciò potrebbe dare il la ad altre divergenze interessanti da approfondire, ad esempio una guerra russo-giapponese allargata alla Germania, un arresto di Lenin nel periodo in cui visse in Austria-Ungheria ecc...

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Per contribuire alla discussione, scriveteci a questo indirizzo.


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