La battaglia di Texel


La discussione parte dalla proposta di Tommaso Mazzoni:

Nel 1694, durante la Guerra dei Nove Anni, la Francia fu sull'orlo del disastro; i raccolti dei due anni precedenti erano stati magrissimi, e la Francia era sconvolta dalla carestie; 120 navi mercantili piene di grano furono comprate in Norvegia e catturate dagli olandesi; Jean Bart, allora non nobile, riuscì a recuperarle a Texel contro tutti i pronostici (gli olandesi erano in sovrannumero e giocavano in casa) e salvò la Francia; ma se a Jean Bart non fosse dato il comando, perchè non era un nobile e quindi la preziosa flotta del grano va perduta?

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Gli risponde il francese Perchè No?:

Da una parte direi che la carenza di grano potrebbe provocare ribellioni locali, ma il regno di Luigi XIV ne ha già avute tantissime. Non hanno cambiato di molto la politica del re, ma in questo caso penso che i progetti francesi sarebbero ritardati. Non credo ad una pace anticipata.

Ma dall'altra parte vedo le reazioni di Luigi XIV a questa vittoria, facendo Jean Bart nobile, ricompensandolo con la massima decorazione ecc. Queste reazioni esagerate indicano forse che Luigi XIV era veramente molto preoccupato, e forse si potrebbe immaginare la Francia chiedere la pace già nel 1694 per mancanza di grano e di mezzi (senza parlare del bisogno di domare ribellioni locali). Forse sarebbe stato obbligato a riformare il paese per pacificare le province, convocando degli Stati Generali (e Vauban era ancora vivo, sempre suggerendo al re una tassa universale pro capite, anche per i nobili).

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E ora, la parola a Federico Sangalli:

Se c'è un Re che poteva imporre le riforme alla nobiltà quello era Luigi XIV, anche se dubito avrebbe riconvocato gli Stati Generali, percepiti come uno strumento per togliere spazio al sovrano più che all'aristocrazia che di fatto li controllava.

Un eventuale ritiro anticipato della Francia dalla Guerra dei Nove Anni potrebbe però avere importanti ripercussioni. All'epoca infatti, come è noto, la corte del debole Carlo II di Spagna era divisa tra due fazioni: una filo-francese, guidata dal Cardinale Portocarrero e intenzionata a designare erede dell'impotentente Carlo un Borbone, e una filo-austriaca, capitanata dalla Regina Maria Anna e desiderosa di mantenere il patto famigliare con gli Asburgo d'Austria designando come successore l'Arciduca Carlo, figlio secondogenito dell'Imperatore Leopoldo. Inizialmente i filo-asburgici prevalsero, tant'è che la Spagna entrò in guerra contro la Francia durante la Guerra dei Nove Anni e Carlo II adottò il suo giovane omonimo come erede. Ma il conflitto cambiò le carte in tavola: i francesi infatti suonarono gli spagnoli come tamburi e presero Barcellona e con essa tutta la Catalogna, umiliando Madrid. Alla fine i soldati del Re Sole se ne andarono ma non certo per qualche successo militare spagnolo. Come conseguenza la nobiltà iberica si convinse che la Spagna era troppo debole per potersi permettere di avere la Francia come nemica, che l'Austria era evidentemente incapace di proteggerla e che sarebbe stato più conveniente allearsi con Parigi. I consiglieri tedeschi di Maria Anna furono banditi da corte e i filo-francesi presero il sopravvento. La cosa ebbe conseguenze sulla successione. Nel 1698 Francia, Gran Bretagna e Olanda si accordarono col Trattato di Londra per riconoscere l'Arciduca Carlo come futuro sovrano di Spagna in cambio di una spartizione dei domini spagnoli in Europa che riequilibrasse la riunificazione dei due rami degli Asburgo, principalmente a favore della Francia. Sia Carlo II (il cui parere era però considerato ormai quasi irrilevante) sia Carlo stesso (o, meglio, suo padre Leopoldo) rifiutarono l'ipotesi di una spartizione dell'impero spagnolo. Poi un mese prima di morire Carlo II fu convinto da Portocarrero a cambiare testamento e a lasciare la Corona di Spagna a Filippo di Borbone, con l'idea che la potenza militare francese era l'unica chance di preservare l'impero madrileno intatto. Quando subito dopo Carlo II morì Luigi XIV si trovò davanti a una scelta, sostenere il suo parente Filippo oppure rispettare il Trattato di Londra da lui firmato. Luigi chiese a Guglielmo III d'Inghilterra se, nel caso in cui avesse seguito il trattato ma Carlo si fosse ancora rifiutato di operare le compensazioni previste, Londra e Amsterdam sarebbero state al suo fianco ma Guglielmo gli rispose che aveva voluto il trattato per evitare una guerra e dunque non ne avrebbe scatenato una per esso. Fu un grave errore perché Luigi si ritenne sciolto da ogni impegno e optò per appoggiare Filippo, scatenando quella stessa guerra che Guglielmo voleva evitare.

Ora, in questa TL l'invasione francese della Catalogna o non avviene o è molto breve e la Francia non appare come una potenza solida capace di intimidire il suo vicino meridionale. Come conseguenza i filo-austriaci non perdono il potere a corte e il testamento non viene cambiato, quindi alla morte di Carlo II l'Arciduca Carlo diventa Re di Spagna (sotto reggenza di Maria Anna) come Carlo III. Gli Asburgo rifiutano di ottemperare al Trattato di Londra, che del resto non hanno mai sottoscritto. Luigi chiede a Guglielmo di aiutarlo come in HL. La risposta di Guglielmo è abbastanza indifferente, nel senso che, con la successione non in dubbio, o Londra si dimostra nuovamente indifferente almeno finché i due rami degli Asburgo non si riuniranno di nuovo oppure interviene immediatamente a sostegno della Francia. Comunque vada alla morte dell'Imperatore Giuseppe Carlo gli succederebbe nei possedimenti tedeschi spingendo tutte le potenze europee rimaste a unirsi alla Francia per evitare un nuovo impero carloquintesco. Appare evidente come gli Asburgo siano destinati alla sconfitta perché né i Paesi Bassi Austriaci né Madrid stessa né il Reno sono difendibili contro una coalizione anglo-franco-porto-olando-sabauda. La successiva pace (che porrebbe fine a un conflitto che non potrebbe certo chiamarsi Guerra di Successione Spagnola ma che potrebbe prendere il nome di Guerra di Ripartizione Asburgica) dovrebbe ricalcare quindi il Trattato di Londra:

- la Francia ottiene l'Alsazia-Lorena, le Province Basche, Nizza e buona parte della Savoia.
- l'Austria ottiene Milano come compensazione per la perdita dell'Alsazia-Lorena.
- i Savoia ottengono Napoli e Sicilia come compensazione per la perdita di Nizza e Savoia.

In più posso immaginare che i vincitori pretenderanno una clausola che regoli la successione asburgica, visto che la guerra è scoppiata proprio per questo. La Prammatica Sanzione sarà accantonata ancor prima di essere formulata. Volendo fare le cose per bene e apparire anche rispettosi dell'autonomia della dinastia Asburgo, penso che le potenze vincitrici sceglierebbero di applicare anzitempo il Patto di Mutua Successione stipulato tra Carlo (III) e suo fratello Giuseppe nel 1703, che prevedeva che in caso di estinzione della linea maschile degli Asburgo le figlie di Giuseppe avrebbero avuto la precedenza su quelle di Carlo (cosa che poi Carlo appunto ribaltò con la Prammatica Sanzione). Dunque, giocando anche sul fatto che Carlo non è stato riconosciuto come Imperatore a causa della guerra in corso, il trattato assegna i possedimenti asburgici tedeschi (più Milano) a Maria Giuseppa, figlia primogenita di Giuseppe e moglie del principe Federico Augusto di Sassonia, creando così il casato degli Asburgo-Wettin. Carlo III invece potrà restare Re di Spagna e dei suoi possedimenti, meno quelli ceduti dal trattato di pace, in accordo con le volontà di Carlo II.

Prevedere cosa succederebbe dopo è difficile, perché entrerebbero in gioco le dinamiche dinastiche. Sicuramente sarà difficile che Federico Augusto venga eletto Re di Polonia, il che cambierebbe la Guerra di Successione Polacca. Poiché la Spagna riconosce senza problemi la successione femminile alla morte di Carlo III, Maria Teresa diventerà Regina di Spagna senza bisogno di guerre di successione. L'assenza di una guerra di successione austriaca impedirà alla Prussia di conquistare la strategica Slesia, almeno per il momento. Avendo ottenuto praticamente metà della penisola, i Savoia sono ben posizionati per cercare di conseguire l'unità nazionale con quasi un secolo di anticipo.

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Anche Bhrghowidhon dice la sua in merito:

Che il Punto di Divergrenza porti mantenere il penultimo testamento di Carlo II. è in effetti molto verosimile. Sugli ulteriori sviluppi, invece, dato che infestato questa Lista di centinaia di messaggi in cui sostenevo che la Successione Asburgica in Spagna avrebbe avuto tutt'altro esito, penso di essere chiamato a difendermi (in caso contrario, dovrei riconoscere che un'intera vita da ucronista è stata fondata su un errore).

Da quel che ho leggo (in particolare dall'espressione «oppure interviene immediatamente a sostegno della Francia») inferisco che Luigi XIV. – come del resto è facilmente immaginabile – contesti il testamento di Carlo II. e dichiari guerra all'Austria e all'Impero, con tutto ciò che ne consegue (adesione di Massimiliano II. Emanuele e di suo fratello Giuseppe Clemente, Elettore di Cologna).

Il momento cruciale è la morte di Giuseppe I. (17. aprile 1711) e quindi mi concentro su questa, prendendo in parola la dichiarazione di Guglielmo d'Orange che non avrebbe scatenato una guerra per il trattato, per cui la Guerra di Successione Spagnola si è svolta fra la Francia da un lato (con la Baviera e Colonia; i Savoia cambiano schieramento nel 1703) e l'Impero (con Austria e Prussia) insieme ai Paesi Bassi (dalla morte di Guglielmo d'Orange, nel 1702) e il Portogallo (dal 1703, come nella Storia reale). Rispetto alla guerra che conosciamo, manca la Gran Bretagna, mentre la Spagna è interamente asburgica fin dall'inizio. L'evidenza è dunque quella di una vittoria della Coalizione Asburgica, presumibilmente dopo il 1709 (quando sono iniziate le prime trattative; in questo caso il Re-Sole può resistere più a lungo – senza l'ostilità britannica – e in compenso non è impotente di fronte a eventuali rifiuti del Duca d'Angiò, che qui non è Re di Spagna).

Che Carlo succeda al fratello nei Dominî Ereditarî è previsto da ogni Legge Successoria e dal Patto di Mutua Successione, quindi nessuno lo può contestare; che Carlo venga eletto Imperatore non è previsto da alcun trattato, ma spetta esclusivamente agli Elettori e, col Collegio Elettorale del 1711, l'Elezione di Carlo VI. è inevitabile. Il Patto di Mutua Successione includeva anche la Corona di Spagna, quindi il Successore prende tutto, chiunque sia. Federico Augusto I. / Augusto II. è già Re di Polonia-Lituania e lo rimarrà fino al 1733, per cui insistere sull'osservanza scrupolosa del Patto di Famiglia vuol dire ritrovarsi non solo l'Unione di Spagna, Austria e Ungheria (con l'Impero), ma anche della Polonia-Lituania.

L'Alsazia era già francese e la Lorena non era ancora in unione con gli Asburgo, quindi avrebbero bisogno di qualche giustificazione in più per essere incluse nell'ucronica "Ripartizione Asburgica"; tuttavia il punto fondamentale è un altro. Lo sviluppo proposto da Federico – che è un notevole esempio di pensiero geopolitico fondato sul Principio dell'Equilibrio di Potenza caro alla Politica anglosassone – implicherebbe che, nella nostra Storia, la Gran Bretagna proseguisse la guerra contro la Francia e la Spagna (il cui Patto di Famiglia superava la tanto paventata Unione Ispano-Imperiale) e ne abbiamo discusso concordemente in varie occasioni, compresa una mia lunga ucronia (Rule, Britannia!); sappiamo invece che così non è stato e che i Tories (andati al Potere nel 1710) hanno con ogni mezzo voluto porre fine al conflitto, anche a un prezzo rivelatosi alla lunga assai caro per la Potenza britannica (come abbiamo visto, per contrasto, nell'ucronia citata).

Ne consegue che la Storia ci impone di postulare – a meno di ulteriori divergenze – una Politica Tory analoga a quella nota (sarebbe davvero assurdo che i Tories entrassero in guerra per evitare una concentrazione di Potere minore di quella che storicamente hanno accettato pur di uscire dalla guerra): dunque, né nel 1711 né dopo la Gran Bretagna intererrà a favore della Francia e, se la Guerra di Successione Spagnola non è già terminata, lo sarà di lì a poco, anche perché a Luigi XIV. manca ormai poco (per non parlare di quanto vorrebbe proseguire la guerra la successiva Reggenza) e il nuovo Re di Gran Bretagna e Irlanda è un Grande Elettore dello stesso Carlo VI.

Ribadisco insomma che la somma delle probabilità che la Guerra di Successione Spagnola sia vinta dalla Coalizione Asburgica supera quella delle probabilità del contrario se la Divergenza comporta che a Carlo II. succeda sùbito l'omonimo Arciduca. Non sto a ripetere le conseguenze epocali che questo fatto avrebbe avuto su tutta la Storia successiva, a cominciare dalla Guerra di Successione Polacca. Certo era ormai tardi per arrivare a un'Unificazione del Mondo entro oggi, ma l'Austrispania sarebbe comunque una delle massime Superpotenze del Globo (insieme a Gran Bretagna, Francia e Russia). Passo e chiudo.

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Invece Alessio Mammarella suggerisce:

La Guerra di Successione Spagnola, come ogni altra grande guerra, può essere oggetto di un'analisi specifica per quanto riguarda gli eventi militari. Osserviamo le condizioni divergenti:

1) Con la Spagna asburgica, in Spagna le parti sarebbero rovesciate (ai francesi il compito di dover conquistare Madrid)
Su questo punto potremmo osservare che l'esercito spagnolo era davvero malmesso all'inizio del conflitto (appena 13.000 uomini) ma come sappiamo la morfologia del territorio spagnolo avrebbe potuto aiutare i difensori.

2) Con la Gran Bretagna neutrale sarebbero venuti a mancare alla coalizione antifrancese:
- le 127 navi della flotta britannica (in HL britannici e olandesi combinati avevano una superiorità di 2 a 1 sui francesi) senza la quale i francesi sarebbero stati in vantaggio sul mare;
- 40.000 uomini del contingente anglo-tedesco schierato nei Paesi Bassi, il che avrebbe ridotto l'entità del contingente alleato da 130mila (con 60mila olandesi e 30mila imperiali) a 90mila (da considerare altri 42mila olandesi componenti la riserva, che sarebbero entrati nel conflitto in un secondo momento);
- il Duca di Marlborough, brillante comandante militare britannico che spesso fu decisivo nel decidere le battaglie col suo talento (analogamente a come lo sarebbe stato, un secolo dopo, il Duca di Wellington);
- la scelta del Portogallo di cambiare campo, perché i portoghesi scelsero come alleato i britannici, è in dubbio se avrebbero cambiato alleanza in caso di neutralità britannica; al limite, anche il Portogallo avrebbe virato verso la neutralità.

Queste diverse condizioni iniziali ci dicono, per prima cosa, che i francesi sarebbero stati più aggressivi sul mare. Forse non avrebbero tentato conquiste oltreoceano, perché comunque Luigi XIV voleva vincere la guerra in Europa, ma per esempio possiamo immaginare che sarebbero stati i francesi a distruggere la flotta spagnola del tesoro, mettendo ancora più nei guai la Spagna e quindi indebolendola ulteriormente. Consideriamo che in HL gli spagnoli ottenevano aiuti via terra dalla Francia, in questo scenario avrebbero potuto ottenerne solo via mare.

Per quanto riguarda il contingente britannico e il Duca di Marlborough, essi si rivelarono decisivi della battaglia di Blenheim, battaglia che sventò il progetto dei franco-bavaresi di raggiungere Vienna. Una svolta della guerra, visto che a essere messa fuori causa fu la Baviera. Se però non ci fossero stati i britannici e il Duca di Marlborough, probabilmente si sarebbe trattato di una vittoria franco-bavarese, con un effetto strategico simile a quello della battaglia di Ulma.

Certo, non è detto che la guerra sarebbe finita allora perché i fatti dimostrano che i sovrani del tempo avevano troppo oro tra le mani e troppa carne umana da gettare nel cannone per non impiegarle fino all'ultimo, ma indubbiamente si sarebbero determinate delle ripercussioni. Ad esempio, gli imperiali avrebbero dovuto ritirare truppe dal fronte italiano (e quindi sarebbero guai per il Duca di Savoia, se anche in questo scenario come in HL avesse appena cambiato schieramento). Possiamo anche concedere agli austriaci una vittoria davanti a Vienna (una Austerlitz o una Sadowa che finiscono bene) in modo da consentire la prosecuzione del conflitto senza vittoria rapida di Luigi XIV. A questo punto dovremmo però vedere che cosa sarebbe accaduto sul fronte dei Paesi Bassi.

Nei Paesi Bassi il contributo delle truppe britanniche e del loro brillante comandante fu decisivo per vincere le grandi battaglie di Ramilles, Oudenaarde, Malplaquet. Queste battaglie costrinsero i francesi sulla difensiva (si rischiò l'invasione della Francia e la marcia degli alleati su Parigi). In uno scenario in cui i britannici non ci sono, e nel quale anzi i franco-bavaresi sono giunti a minacciare Vienna, è possibile (direi probabile) che quelle battaglie sarebbero state vinte dai francesi, logorando e facendo a pezzi la coalizione imperiale.

A questo punto il nodo politico è la sorte dei Paesi Bassi e la posizione britannica. I britannici infatti si consideravano protettori dell'indipendenza olandese, e di fronte a un andamento della guerra molto favorevole alla Francia si sarebbero allarmati. Forse la minaccia della Gran Bretagna di entrare in guerra contro la Francia avrebbe convinto Luigi XIV ad accontentarsi delle vittorie già ottenute e della pace vantaggiosa che avrebbe potuto spuntare. Magari approfittando della volontà britannica di salvaguardare l'indipendenza olandese per ottenere maggiori concessioni in altri settori non di interesse britannico.

Io comunque penso di essere più bravo a immaginare le vicende militari che gli accordi politici, quindi non saprei di preciso quali avrebbero potuto essere le condizioni della pace.

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Federico però scuote la testa:

Mi dispiace, ma non sono d'accordo. La logica conservativa è una grande risorsa nell'elucubrazione ucronica, ma non quando fallisce nel considerare i necessari cambiamenti derivanti dal POD.

Punto primo, la neutralità britannica. Si cita la risposta di Guglielmo III data a Luigi XIV nel 1701 sulla sua indisponibilità a combattere una guerra per evitarne un'altra come se questa fosse una dichiarazione di pacifismo da parte del governo britannico. Non lo era, per tre ottime ragioni. Prima, non decideva solo il Re che, pur nei suoi vasti poteri esecutivi, condivideva il potere decisionale coi suoi consiglieri, i nobili e gli esponenti borghesi dei Comuni. Seconda, Guglielmo III sarebbe morto appena un anno dopo, lasciando il trono alla Regina Anna. Terzo e più importante, il Guglielmo III che fece questa dichiarazione è lo stesso che in HL pochi mesi dopo dichiarò Guerra proprio alla Francia, catapultando la Gran Bretagna nella Guerra di Successione Spagnola.
È dunque evidente come la dichiarazione di Guglielmo non possa essere letta come assoluta ("non voglio fare la guerra, punto") bensì attraverso le lenti della diplomazia e dell'interesse nazionale ("non voglio fare la guerra per difendere gli interessi francesi"). La situazione mi pare molto chiara: Luigi firma per dare a Carlo d'Asburgo la Corona di Spagna in cambio di certe condizioni che però Carlo rigetta; Carlo II in punto di morte designa Filippo di Borbone come erede; Luigi fa due conti, è ovvio che unire al patrimonio borbonico tutto l'Impero Spagnolo conviene di più ma si dichiara disposto a rispettare il compromesso se gli altri faranno lo stesso, con questo affermando che o l'impero sarà diviso o altrimenti è meglio che vada ai Borbone e non agli acerrimi nemici asburgici; Carlo rifiuta nuovamente il compromesso; Luigi chiede a Guglielmo se è disposto ad aiutarlo a far rispettare il trattato, nella speranza che la pressione di un blocco unito possa far recedere gli Asburgo a più miti consigli; Guglielmo rifiuta, evidentemente non ignaro che tale gesto farà detonare un conflitto generale, perché ritiene che, stante il testamento di Carlo II, l'unione borbonica franco-spagnola sia più pericolosa di una successione asburgica allora ancora divisa in due rami; Luigi capisce allora che il Trattato di Londra è carta straccia e appoggia Filippo, facendo scoppiare il conflitto. Questo in HL.
In questa Timeline alternativa però l'ipotesi che Filippo di Borbone diventi Re di Spagna è praticamente inesistente, perché Carlo II ha designato erede Carlo d'Asburgo e Luigi XIV non sollevò la cosa prima del fallimento del Trattato di Londra e solo in forza del testamento di Carlo II. Ergo, in questo 1701 tutti sono d'accordo che Carlo d'Asburgo è il legittimo monarca di Spagna, solo che Luigi vuole le compensazioni previste dal TdL. Gli Asburgo comprensibilmente rifiutano come in HL e analogamente Luigi chiede a Guglielmo una mano. Ora, gli inglesi hanno davanti due possibilità: in una il Trattato viene rispettato, gli Asburgo volenti o nolenti, e si ha una soluzione equilibrata, dove un depotenziamento territoriale a favore della Francia compensa il potenziamento imperial-dinastico degli Asburgo; nell'altro invece il Trattato non viene applicato e i francesi perdono il dibattito, il che porta a un grande impero asburgico potenzialmente capace di tornare ai fasti del passato e dominare l'Europa Continentale. L'ipotesi di un analogo ammasso borbonico, come abbiamo visto, non è sul tavolo. Appare evidente che il primo scenario sia preferibile per gli inglesi sotto ogni punto di vista e sia anche coerente con la politica storica britannica. Dunque, esclusa la possibilità di un intervento contro la Francia, restano solo le opzioni di un intervento a favore o di una neutralità comunque benevola verso il Re Sole, con la via di mezzo di perseguire prima la seconda e poi la prima. Quest'ultima mi sembra quella che più si confà agli interessi britannici, unendo l'utile (l'obiettivo di evitare un accentramento asburgico sul Continente) al dilettevole (l'obiettivo, secondario ma non meno gradito, di far indebolire un poco la Francia).

Secondo punto, l'avvento dei Tories e il cambio di politica auto-lesionistico in seno al governo britannico. Questo punto attiene a ciò che menzionavo prima e cioè come il monarca britannico, pur detenendo molti poteri, era lungo dal prendere decisioni da solo. Come sappiamo il cambio di governo nel 1709-1710 giocò un ruolo importante nel indurre Londra alla pace, anche a costo di riconoscere la successione borbonica in Spagna (ma in cambio di una consistente mutilazione del suo impero), nell'esilio di Marlborough e nella cacciata degli Whig. Però si fallisce nel menzionare che questi eventi furono innescati dalla Guerra di Successione Spagnola. Fu l'alto costo del conflitto a indurre una quota crescente di borghesia mercantile britannica a chiedere la fine delle ostilità in nome del libero commercio, trovando voce tra i Tories. Furono le dispute attorno alla conduzione della guerra e alla gestione dei ricchi fondi stanziati per essa a far cadere i Whig e a mettere la Regina Anna contro le sue vecchie favorite, tra cui la moglie di Marlborough, causando la caduta in disgrazia del generale. Fu poi la morte di Giuseppe e l'ascesa di Carlo in Austria a indurre le corti europee, compresa quella britannica, a ripensare la propria strategia davanti alla possibilità di un nuovo grande impero asburgico. Questo ultima riflessione si sposò con i nuovi equilibri politici e col sentimento prevalente del paese nell'indurre la Gran Bretagna - e con lei la coalizione anti-francese - a ripiegare su un accordo di compromesso che riconoscesse la successione borbonica. Anche in questo caso il pensiero britannico scelse l'opzione più adatta ai suoi interessi: meglio dare ai Borbone, avversari e quasi sconfitti, quello che chiedevano, consci di poter imporre loro delle compensazioni territoriali che avrebbero indebolito l'accentramento borbonico e riequilibrato lo scacchiere europeo piuttosto che continuare fino alla vittoria completa con la consapevolezza di dover consegnare più mezza Europa agli Asburgo, vincitori e alleati e dunque a cui non si sarebbe potuto imporre alcuna mutilazione, in più senza neanche una Francia (umiliata e forse pure mutilata) a fare da contrappeso. Probabilmente Anna riecheggiò le parole di Guglielmo III nell'affermare che la Gran Bretagna non era più disposta a combattere "per gli interessi degli Asburgo" (che poi tale scenario potesse essere più positivo per Londra col senno di poi, come ipotizzato, non ha alcun valore visto che i decisori del XVIII secolo non avrebbero avuto il punto di vista dei loro successori di trecento anni dopo). Ergo, in questa Timeline alternativa la borghesia britannica non è esausta, gli Whig non hanno perso il potere, i Tories stanno all'opposizione e Marlborough è al suo posto. Londra non ha alcun bisogno di cercare una pace che non gli conviene e invece ha tutto l'interesse a perseguire i suoi obiettivi geopolitici, con l'unica differenza che il ragionamento che in HL pose fine alla guerra ("non vale la pena di consegnare l'Europa agli Asburgo col sangue degli inglesi") qua vale fin da subito perché non è oscurato da uno scenario peggiore (quello espresso da Guglielmo, "non vale la pena di consegnare l'Europa ai Borbone col sangue degli inglesi", che qua non c'è perché i Borbone non rivendicano la Corona spagnola per sé).

Punto tre, il ruolo di Giorgio I. Mi si sottolinea che l'erede al trono, Giorgio di Hannover poi Re come Giorgio I, era uno degli Elettori di Carlo Imperatore e che dunque come sovrano avrebbe indotto la Gran Bretagna a un atteggiamento più favorevole agli Asburgo. Questo può anche essere vero ma, al netto del fatto che Giorgio non deciderebbe comunque da solo perché la Gran Bretagna non è la Prussia, Anna muore nel 1714. Fino ad allora è lei sul trono e come abbiamo visto le condizioni vanno nella direzione di un intervento a sostegno della Francia più che degli Asburgo. Anzi, considerando le riflessioni militari di Alessio, è probabile che la coalizione anti-asburgica abbia già vinto entro tale data. Si può forse immaginare, ammesso e non concesso che il conflitto si trascini tanto a lungo, che la morte di Anna e magari di Luigi XIV salvi gli Asburgo da una sconfitta completa come l'allontanamento di Marlborough salvò la Francia in HL ma gli Asburgo sarebbero comunque gli sconfitti e dovrebbero subire una pace che, come ho già spiegato, dovrebbe logicamente partire dal Trattato di Londra, per far rispettare il quale la guerra è stata scatenata.

P.S.: mentre cercavo informazioni su Marlborough mi sono imbattuto nella notizia che il famoso comandante inglese si mosse, con tanto di tangenti a uno dei suoi più stretti consiglieri, per convincere Carlo XII, fortemente corteggiato dalla Francia affinché intervenisse contro gli Asburgo in Germania come durante la Guerra dei Trent'Anni, a concentrarsi invece sulla Grande Guerra del Nord, apparentemente con successo. È dunque plausibile che in questa TL invece il Duca si unisca agli sforzi diplomatici francesi e convinca Carlo XII a intervenire nella Guerra. Dunque l'Austria dovrebbe fronteggiare anche la Svezia, mentre andrebbero soppesate le conseguenze di una GGN mai avvenuta o rinviata di parecchi anni.

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Anche Bhrghowidhon obietta:

Le due obiezioni insieme sono incompatibili. Se Austria e Spagna insieme sono così deboli da non reggere – pur col sostegno olandese e prussiano – la sola Coalizione franco-bavarese, allora a Londra, memori anche di tutto il XVII. secolo, basta fare due conti per capire che l'Impero del Nuovo Carlo Quinto è meno minaccioso che Francia e Baviera insieme.

L'ottima ricapitolazione degli argomenti – fra gli altri – di Jonathan Swift conferma che la paura dell'Austrispania era un puro pretesto e che le vere ragioni dell'abbandono del conflitto da parte britannica erano altre (quelle che qui non si pongono).

Il Trattato dell'Asiento non era distante di trecento anni e i Decisori britannici avrebbero avuto tutto l'agio di chiedere a Carlo VI. ciò che desideravano – tanto più quanto meno gli avessero sottratto – e per di più indebolendo pure la Francia.

Per tutto ciò, la Gran Bretagna non sarebbe mai intervenuta a fianco della Francia né l'avrebbe favorita. Il massimo che poteva accadere era che tenesse una rigida neutralità (era a questo che mi riferivo ripetendo la citazione di Guglielmo III.; l'effetto è lo stesso, ma non l'ho usata come dichiarazione di pacifismo) e che, se i Franco-Bavaresi avessero vinto imponendo il Trattato di Londra agli Asburgo (i quali, appunto, non vi erano mai stati vincolati in precedenza), avrebbero accettato più o meno volentieri (si trattava pur sempre di un compromesso: alla Gran Bretagna – a parità di energie profuse, poche o tante – conveniva comunque di più che si rafforzassero gli Asburgo che il Re-Sole, non è che la Lorena, la Savoia e Nizza alla Francia portassero a più equilibrio, ma a meno: la Francia diventava ancora più potente di prima e a contrastarla c'era un'Austrispania più debole di quanto già era).

Più di questo non era materialmente possibile. L'unione di Spagna e Austria era ineluttabile oltre che legittima, chiunque fosse stato il successore di Carlo VI., e nel caso che lo fosse un Wettin si sarebbe arrivati alla triplice Unione Austrispano-polacco-lituana, per cui casomai la Gran Bretagna – pur senza poterci fare alcunché – avrebbe privilegiato la Prammatica Sanzione.

Carlo XII. era ultralegittimista, se fosse intervenuto lo avrebbe fatto a fianco dell'Erede legittimo di Spagna. Su questo punto era intransigente (il che spiega anche il suo atteggiamento nella Storia reale). Questo esclude definitivamente la "Partizione Asburgica".

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Ritorna alla carica Alessio:

La Grande Guerra del Nord è un altro evento cruciale nella storia europea, soprattutto cruciale nel determinare l'uscita di due paesi dal novero delle potenze europee (la Svezia sconfitta e la Polonia rovinata) e l'entrata di altri due (la Russia vittoriosa e la Prussia, che pur non avendo partecipato al conflitto si è avvantaggiata dalla crisi dei due paesi vicini).

Ragioniamo sui tempi:

- nel 1704 , mentre si combatteva la battaglia di Blenheim, gli svedesi avevano già sotto controllo una grossa parte della Polonia e fatto eleggere il nuovo re Stanislao II (futuro suocero di Luigi XV);
- nel 1706, mentre si combatteva nei Paesi Bassi la battaglia di Ramillies, avevano invaso la Sassonia e costretto alla resa l'elettore Federico Augusto, costringendolo a rinunciare al trono polacco.

Ora, se noi seguiamo l'ipotesi che i franco-bavaresi avessero vinto a Blenheim, e che successivamente gli austriaci fossero riusciti a salvare Vienna facendo ricorso al richiamo di truppe da altri fronti (Lombardia e Ungheria... perdendo però inevitabilmente posizioni su quei fronti), in ogni caso il fronte della guerra avrebbe potuto assestarsi da quelle parti. Di fatto gli svedesi sarebbero arrivati nelle vicinanze già per fatti loro.
Guido ci dice che Carlo XII era un legittimista, e non ho motivo di dubitarne ma in ogni caso la situazione sarebbe stata allettante: un esercito già in Sassonia. a breve distanza da un'area dove si stava decidendo la storia europea. Spesso, specialmente quando abbiamo parlato di guerre mondiali, abbiamo seguito la tesi opportunista, abbiamo cioè ipotizzato che un soggetto sarebbe intervenuto volentieri a favore del più forte per spartire i domini del più debole (cfr. le ucronie in cui non solo la Gran Bretagna non sostiene la Francia, ma concorre a spartirne l'impero coloniale). Mi viene quindi da pensare che Carlo XII un tentativo di influire in modo decisivo sulla vittoria dei franco-bavaresi avrebbe potuto farlo, con la prospettiva di recuperare in Germania quella influenza che la Svezia avrebbe aveva sfiorato quasi un secolo prima ma poi visto sfumare con la sconfitta di Nordlingen. Sarebbe stata una scelta contraria forse ai suoi principi personali, ma conveniente per il suo paese. Per il dopoguerra potrebbe quindi configurarsi una Germania divisa in due sfere di influenza, svedese e bavarese (invece di quelle prussiana e austriaca della HL).
Provando a dare una chance anche all'ipotesi di Guido, ossia che Carlo XII, a sorpresa, rovesci la tradizionale alleanza con la Francia e si schieri a difesa di Vienna. L'intervento del brillante esercito svedese potrebbe riportare il conflitto in equilibrio, ma comunque sul fronte dei Paesi Bassi probabilmente i francesi avrebbero continuato a essere in vantaggio. Sicuramente però gli austriaci sarebbero potuti riuscire a recuperare la situazione in Ungheria.
Secondo me la differenza tra i due scenari riguarda appunto la sorte dell'Ungheria. ed eventualmente della Slesia (se fosse intervenuta anche la Polonia, anche se dubito, penso che qualsiasi fosse stata la scelta di Carlo XII la Polonia sarebbe rimasta pronta a combattere a oriente, contro la Russia).

Provo a schematizzare:

Ipotesi di base: la Gran Bretagna resta neutrale.
Esito di base: vittoria militare francese.
Sorte della Spagna: comunque asburgica.

Ipotesi sub1: la Svezia si unisce alla coalizione franco-bavarese
Esito: vittoria immediata della coalizione suddetta
Sorte dell'Ungheria: la rivolta nazionalista trionfa, l'Ungheria si stacca dai domini asburgici.

Ipotesi sub2: la Svezia si unisce alla coalizione asburgica
Esito: vittoria francese rinviata di 1-2 anni
Sorte dell'Ungheria: gli austriaci ne recuperano il controllo.

Resta poi da capire che ne sarebbe stato dei domini austriaci dopo la morte precoce e inattesa di Giuseppe I. Carlo in HL divenne Imperatore, ma anche perché non regnava sulla Spagna. In questo scenario invece regnerebbe sulla Spagna e non potrebbe essere Imperatore (titolo passato a Massimiliano II Emanuele e a lui rimasto, in quanto vincitore della guerra). In queste condizioni credo che i domini asburgici austriaci sarebbero passati all'erede naturale, la giovanissima Maria Giuseppa, sotto la reggenza della nonna Eleonora di Neuburg. Nel 1720, alla morte della nonna, la giovane avrebbe avuto 21 anni e sarebbe stata in grado di governare. In realtà penso che prima di arrivare a tal punto sarebbe stata sposata (non saprei dire se allo stesso marito della HL oppure a un altro) quindi dubito che avrebbe governato realmente.
Ciò comunque significa che si sarebbero formate di nuovo due diverse dinastie asburgiche, una da Maria Giuseppa in Austria e una dalla cugina Maria Teresa in Spagna.
Non saprei dire invece che sarebbe successo alla dinastia borbonica. Filippo di Borbone sarebbe potuto restare in patria, e ciò significa che i suoi eredi avrebbero eventualmente ereditato il trono francese. Oppure (opzione che mi sembra probabile) avrebbe potuto ottenere come regno proprio Napoli e la Sicilia se non avesse voluto annettere direttamente quei territori (del resto i francesi non hanno mai controllato quei territori direttamente: nel Medioevo lì regnavano gli angioini, in epoca napoleonica, quando gran parte dell'Italia era annessa all'Impero Francese o inclusa in un regno il cui titolare era comunque Napoleone, Napoli restava un regno separato). In questo scenario potrebbero quindi esserci ugualmente i Borbone di Napoli e/o Parma (sempre se Filippo avesse ugualmente sposato Elisabetta Farnese) ma senza transitare dalla Spagna.
Quanto ai Savoia (ops, mi sto dilungando... per ora è l'ultima cosa) Vittorio Amedeo II avrebbe potuto restare alleato della Francia (intuendo che si trattava del più forte tra i contendenti) e in tal caso sarebbe uscito dal conflitto con qualche piccolo guadagno territoriale (come in HL?) ma se avesse cambiato alleanza temo che sarebbe stato punito con una certa severità. Non saprei però immaginare come. Si, in teoria il nuovo Imperatore, Massimiliano II Emanuele, avrebbe potuto accusarlo di fellonia e in tal caso sarebbe stato lui a subire la sorte toccata in HL a Ferdinando Carlo di Gonzaga.

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Bhrghowidhon non è da meno:

Carlo VI. sarebbe stato eletto, perché gli Elettori erano gli stessi della Storia reale. Non è vero che non fosse Re si Spagna al momento dell'Elezione, era il momento in cui lo era con le massime possibilità (di nuovo: non si può negare X – che fosse Re di Spagna nella Storia reale – e poi affermarlo per far scendere in campo altre Potenze contro di lui per quel motivo).

Inoltre non è possibile una Successione femminile, perché non c'era la Prammatica Sanzione.

Infine, il Patto di Mutua Successione prevedeva proprio la Successione del fratello superstite. Tutto quello che nega la Successione di Carlo nei Dominî Austriaci è fuori dalla Storia e le due Dinastie Asburgiche con spartizione dei Dominî non rappresentano uno scenario fondato.

La Battaglia di Höchstädt/Blenheim ha solo anticipato il crollo bavarese; senza gli Inglesi la guerra sarebbe solo durata molto più a lungo, perché le forze erano esattamente pari (in ogni caso, per la precisione, senza Marlborough c'è comunque il Principe Eugenio).

Ma tutto questo non è più pertinente se, revisione per revisione, riprendiamo in considerazione la posizione di Massimilano II. Emanuele: nella Storia reale è restato Governatore dei Paesi Bassi per la fedeltà all'Erede designato, che però in questo caso sarebbe l'Arciduca Carlo, di modo che Massimiliano resta Governatore e filoimperiale. In tal caso la Francia non ha possibilità di vittoria.

Quanto a Carlo XII., bisogna aver prima letto la sua biografia (va bene anche quella di un antiimperiale come Voltaire) per congetturare come avrebbe agito (io l'ho letta). Questo esclude l'Alleanza Franco-Svedese (in questa guerra).

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E Federico insiste:

Per cominciare, non ha molto senso affermare che la Gran Bretagna non avrebbe accettato la cessione ai Borbone di Nizza, Savoia e Lorena per non potenziare troppo la Francia quando in HL accettò che i Borbone mettessero le mani sulla Spagna e il suo impero. Ho già trattato le azioni della Gran Bretagna e le loro motivazioni e non vedo ragioni valide per tornarci sopra, anche considerando che, come ho detto, la scelta di Londra (neutralità o intervento filo-francese) non cambierà l'esito finale (sconfitta degli Asburgo).
In secondo luogo, l'unione tra Spagna e Austria era tanto "ineluttabile" e "legittima" che in HL addirittura non è avvenuta anzi, le potenze europee hanno preferito che non avvenisse invece che costringere i francesi alla resa con questo obiettivo. Con tanti saluti all'idea che il diritto prevalga quando a parlare sono le armi.
Terzo, Carlo XII potrà essere più il più legittimista dei legittimisti ma ancora una volta sfugge il fatto che qua nessuno sta contestando la successione di Carlo d'Asburgo sul trono spagnolo. Lo stesso Luigi XIV ha firmato un trattato che lo riconosce Re come Carlo III di Spagna dunque Carlo XII può dormire sonni tranquilli sui diritti dell'erede designato da Carlo II. Se proprio ha degli scrupoli può trabquillizzarsi subito: non è necessario che marci su Vienna, gli basta radere al suolo la Prissia e fare piazza pulita di tutti gli alleati tedeschi degli Asburgo per rendere un grande servizio alla Francia senza sparare un colpo contro gli austriaci. Quanto invece a una eventuale concezione estesa del legittimismo sulla base del principio della non espropriabilità dei territori dai loro legittimi proprietari mi scuserete se dubito che tale principio fosse il mantra di un monarca che ha virtualmente passato l'interesse del suo regno a sventrare gli Stati limitrofi uno per volta.
Quarto, anche durante la Guerra di Successione Austriaca gli Elettori elessero nella loro piena legittimità un Imperatore che però poi perse la guerra contro il suo rivale (gli Asburgo-Lorena) col risultato di dover rinunciare al titolo e diventare poco più di un trafiletto nei libri di Storia. Ammesso e non concesso che gli Elettori facciano le stesse scelte della HL, il che è per lo meno opinabile, sarà un trattato di pace a decidere le sorti dell'Austria, non la volontà degli Asburgo.
Quinto, l'accordo del 1703 fa parte della Storia, che ci piaccia o no. In esso Carlo cedeva la successione alle figlie di Giuseppe in caso di assenza di figli maschi. Come sappiamo Carlo si spese molto in HL per cercare il riconoscimento straniero alla Prammatica Sanzione per Maria Teresa, segno che evidentemente tale approvazione serviva. In questo scenario la Sanzione c'è, è incorporata nel trattato di pace ma non è a favore di Maria Teresa ma dell'accordo del 1703, dunque di Maria Giuseppa. La divisione degli Asburgo in due rami è a questo punto inevitabile, coerente con il nuovo assetto europeo e per di più avviene in base a una regola stabilità dagli stessi Asburgo.
Sesto, Massimiliano II Emanuele era molto ambizioso e sognava di diventare Imperatore egli stesso. Per questo passò coi francesi, per indebolire che si frapponeva fra lui e la sua ambizione, cioè gli Asburgo. In questa TL non sarebbe diverso.
Settimo, non ho visto dati militari a sostegno dell'ipotesi che gli Asburgo stessero vincendo la guerra da soli senza l'intervento britannico, quindi rimarrò fedele alla storiografia che afferma a stragrande maggioranza che gli austriaci fossero in una posizione piuttosto precaria prima dell'arrivo di Marlborough (e lo sarebbero a maggior ragione con gli attacchi turchi e svedesi).
Inoltre, Alessio, Napoli e Sicilia dovrebbero andare ai Savoia in base al Trattato di Londra quindi mi aspetto che ottenga almeno uno dei due, se non entrambi, come compensazione minima per la perdita di Nizza e mezza Savoia. Filippo di Borbone potrebbe rimanere un nobile francese oppure ottenere un posto da un altra parte. Forse il nuovo Imperatore potrebbe dargli la Lorena, così da accontentare Luigi XIV ma mantenendola all'interno dell'Impero? Oppure magari la Polonia, se Federico Augusto sposasse sempre Maria Giuseppa e diventasse Imperatore? O ancora l'Ungheria ribelle vittoriosa dopo la morte di Francesco II di Transilvania?

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Rispunta Bhrghowidhon:

1) Ho anch'io esposto le ragioni della neutralità britannica (o l'Austrispania è debole o fa paura; tutte e due insieme non è possibile); quanto al fatto che l'esito sia comunque una vittoria francese, è ancora da dimostrare e rimanda ai punti successivi, quindi passo.

2) Nella Storia reale non è avvenuta a causa del contestatissimo Testamento di Carlo II., che qui non c'è. C'è stata la guerra ed è finita con una sostanziale vittoria borbonica a causa del ritiro britannico. In questa ucronia il testamento è diverso, gli schieramenti differiscono quanto basta per meritare un'ucronia e la neutralità britannica ha effetti diversi che un ritiro dopo tredici anni di guerra. Non ho però mai accennato né pensato alla prevalenza del Diritto sulla Guerra. L'Unione Austrispanica rimane dunque realistica, ma per questo rimando anche qui ai punti successivi.

3) Il punto in discussione (mi scuso se non fosse chiaro) è la legittimità della successione di Carlo nei Dominî Ereditarî entro l'Impero (compresa la Boemia) e in Ungheria. Carlo XII. non ha mai effettuato un'annessione in Polonia-Lituania, benché potesse: la legittimità di Stanislao I. (contro le stesse ambizioni svedesi, se discutiamo di opportunismo) è la garanzia della legittimità di Carlo VI. nei suoi possedimenti ereditarî.

4) Per intanto vale comunque che Carlo VI. viene eletto (nel peggiore dei casi, a maggioranza) e, come ha mostrato Tommaso, non è verosimile che venga deposto (giacché non lo è stato neppure il suo Successore); la differenza col 1740 è che non c'è una guerra fra gli Elettori stessi (v. sotto) o, se c'è – come nella Storia reale – i Wittelsbach non votano. La Francia da sola non è in grado di disporre della Corona di Germania (altrimenti l'avrebbe fatto da tempo) né, come dimostra la Storia, l'avrebbe fatto con i soli Wittelsbach.

5) Questo è il punto cruciale. Il Patto di Mutua Successione era proprio tale, quindi in caso di morte di Giuseppe era previsto che Carlo ereditasse tutto (come è avvenuto) e viceversa. In caso di figlie femmine, le figlie di Giuseppe avrebbero avuto la precedenza alla morte di Carlo (quindi anche su Maria Teresa). Non c'è "Partizione Asburgica". Se non passa la Prammatica Sanzione, Maria Teresa non eredita niente. Su questo punto non c'è da discutere, è così. Se l'argomento della "Partizione Asburgica" è così interessante, basta inaugurare un'ulteriore ucronia su questo e modificare il Patto di Mutua Successione (magari, in quel caso, Vi chiedo di risparmiarmi in questo periodo, che è molto faticoso per me; basta non farmelo sapere ossia discuterne solo nel Gruppo).

6) Massimiliano non è "passato" ai Francesi: è rimasto fedele al Re di Spagna anziché all'Imperatore. Perché? Perché era Governatore. In questa ucronia il suo Re e l'Imperatore coincidono, quindi non passa al Nemico di pochi anni prima; se ha ambizioni imperiali, aspetta – come tutti – la successiva Elezione (dopo la morte del Re dei Romani eletto) e non rischia certo di compromettersela mettendosi in condizione di fellonia.

7) I dati militari (che non abbondavano neanche nel messaggio di prima, più dedicato ai paralleli storici che all'analisi delle battaglie) partono anzitutto dalla parità delle forze in campo (se si vuole la Baviera con la Francia) o dalla leggera prevalenza della Coalizione (se la Francia è da sola). Mentre non ho scritto che l'Austria stesse vincendo (non mi serve, perché non è vero; per favore, limitiamoci a quello che è scritto), non basta togliere una parte di una battaglia vittoriosa, decisiva e tempestiva per la Grande Coalizione per capovolgere le sorti del conflitto: la conseguenza è, più modestamente, che la Baviera non esce di scena sùbito (bensì continua il conflitto, più a lungo che nella Storia reale), anche se ribadisco che il presupposto dello schieramento di Massimiliano è da rivedere senza conservatorismi (e di conseguenza le battaglie nei Paesi Bassi).

8) Per quanto riguarda le proiezioni ulteriori, le Elezioni sono da discutere minutamente (singoli Elettori e loro Politica, anno per anno) e, per quanto precede, la vittoria degli Ungheresi ribelli è a sua volta tutta da dimostrare, nel quadro delle Guerre Austro-Turche.

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Si inserisce nella discussione Tommaso Mazzoni:

Carlo VII è morto in carica, non è stato deposto. Il problema non è l'essere eletto Imperatore è l'eredità Austriaca, che nessuno può contestare a Carlo VI. Per me ha ragione Guido. La Francia sarebbe più debole, la Spagna più determinata, l'Inghilterra in HL si preferì impedire l'unione austro ispanica,ma qui preferirebbe la neutralità e Carlo XII non interverrebbe.

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E Federico gli risponde:

Il punto focale mi sembra squisitamente geopolitico e riguarda l'ammassamento di potere in Europa Continentale, fatto temuto dalla diplomazia britannica in ogni tempo e in ogni epoca. Storicamente la più semplice delle logiche ha imposto agli inglesi (e con loro alle altre potenze europee) di perseguire una politica tesa a mantenere Spagna, Francia e Austria/Impero separate. Questo è un dato storico incontrovertibile. Qualora due delle tre potenze finiscano per accasarsi in qualche modo ciò può essere accettato solo in cambio di rinunce sufficienti a riequilibrare lo squilibrio di potenza che si era venuto a creare con tale unione. Tale politica si ravvede esplicitamente nella conclusione della Guerra di Successione Spagnola: Londra ha combattuto una guerra sanguinosa per impedire che i Borbone mettessero le mani sia sulla Francia sia sulla Spagna ma alla fine ha acconsentito a tale operazione solo e solamente in cambio di una serie di mutilazioni territoriali che sfrondassero il nuovo patto di famiglia borbonico e riequilibrassero la situazione a favore degli Asburgo, cioè della terza potenza rimasta. In questa TL avviene lo stesso ma a parti invertite: sono gli Asburgo a voler mettere le mani e a unire Austria e Spagna mentre la Francia, senza avanzare rivendicazioni dinastiche proprie, chiede esattamente quel riequilibrio di cui si è sempre fatta alfiere la Gran Bretagna. Naturalmente, è assolutamente corretto sostenere che gli Asburgo non hanno alcun obbligo a ottemperare a tali richieste, così come era per loro pienamente legittimo rifiutare il Trattato di Londra e chiedere tutta la loro eredità. Ma qua non si sta facendo una discussione di diritto, si sta facendo una discussione di potenza e il responso è chiaro: un accentramento di tale entità era inaccettabile per la Francia e molto critico per la Gran Bretagna e le altre potenze. Questa alleanza non è disposta ad accettare tale assestamento territoriale. Questa alleanza è militarmente più forte del patto asburgico. Quindi delle due l'una: o gli Asburgo rinunciano a tale unione austroispanica in favore di una soluzione che mantiene comunque le due potenze all'interno del patto di famiglia asburgico in cambio di qualche cessione territoriale o la rifiutano e pretendono l'unione personale ma allora questa potrebbe essere accettata solo dopo mutilazioni territoriali così pesanti da ridurre l'Austria a un normale staterello tedesco. I francesi hanno già accettato la prima soluzione anzi, l'hanno proposta loro. Gli inglesi l'hanno già accettata nel Trattato di Londra e in più chiaramente gli conviene perché la seconda rischia di lasciare poi troppo spazio alla Francia. Agli Asburgo conviene la prima perché così almeno manterranno più territori e prestigio. Dunque, se il problema è l'eredità austriaca ho appena esposto le linee guida in base a cui tale problema dovrebbe essere dibattuto e risolto. Siamo nel primo decennio del XVIII secolo, il patto del 1703 è in vigore, Carlo non ha eredi maschi e il suo erede è Maria Giuseppa, la cui ascesa già dividerà i due rami degli Asburgo e i regni di Austria e Spagna. Dunque nessuno scandalo, nessuna radicale riforma, solo cose già scritte dagli Asburgo stessi. Ovviamente Carlo sarà l'erede titolare di suo fratello (quanto possa invece tornare materialmente in Austria per godersi l'eredità mi appare invece un po' più dubbio) e altrettanto ovviamente dovrà abdicare in favore di sua nipote. Nulla di blasfemo, di sovrani che abdicano il Medioevo è pieno (lo stesso Carlo V, tra gli altri) e qua si tratta di salvare capre (integrità territoriale) e cavoli (continuità della dinastia). Poi possiamo discutere sulle fedeltà di Carlo XII (insisto nel pensare che una persona che in HL non ebbe scrupoli ad asfaltare una mezza dozzina di stati tedeschi non avrebbe avuto altrettanti dubbio sul farne fuori un paio in più) o sulle propensioni britanniche alla neutralità ma questo non cambia il ragionamento testé esposto.

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Tommaso però, come suo solito, si intestardisce:

L'alleanza anti-Asburgica non mi sembra tanto militarmente più forte. Secondo me finirebbe in un logoramento reciproco al termine del quale gli Asburgo si terrebbero tutti possedimenti europei mentre parte dei territori oltremare sarebbero spartiti dall'Inghilterra, dal Portogallo e dall'Olanda. Quello che Guido dice su Massimilano Emanuele e Carlo XII per altro è vero. Non è pensabile una divisione dei territori asburgici, almeno non senza una guerra, che nel 1714 ( perché scoppirebbe nel 1711) vedrebbe il re Sole defungere lasciando il Duca d'Angiò reggente del pro-nipote e Dio solo sa che disastri avrebbe fatto, dato che sarebbe stata una reggenza complicatissima con troppi galli nel pollaio che probabilmente avrebbe interrotto il conflitto almeno per un po'. Quindi, o va tutto a Maria Teresa, o va tutto a Maria Giuseppa, il che aggiungerebbe Polonia e Sassonia al bottino e non sarebbe auspicabile per Londra.

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Federico non è da meno:

I "possedimenti d'oltremare" includono l'intero continente americano dallo Utah in giù, le Filippine, la Florida e una mezza dozzina di avamposti in Africa; l'idea che la Spagna rinunci a tutto questo, cioè tra le altre cose all'unica cosa che ne evitava il default (letteralmente, la riduzione di produzione delle miniere di argento del Perù costrinsero infine Madrid a dichiarare bancarotta nel 1739), quando potrebbe tenersi tutto questo ben di Dio per delle confessioni minori in Europa è completamente assurdo e privo di ogni logica.
Perbacco, io davvero non capisco: nel mio scenario gli Asburgo non vengono smembrati e occupati stile Germania 1945, devono solo acconsentire a delle cessioni territoriali. Analizziamole un momento: l'Austria cede la Lorena alla Francia, che già la occupava quasi interamente da quasi mezzo secolo, e in cambio è compensata con Milano che tra i territori italiani è forse quello di maggior valore; la Spagna cede parte delle Province Basche alla Francia e Napoli e la Sicilia ai Savoia (come compensazione per la cessione di Nizza e mezza Savoia alla Francia), oltre ovviamente a vedere Milano agli austriaci. L'Austria mi sembra ampiamente compensata per un sacrificio tanto piccolo da essere il riconoscimento di un dato di fatto. La Spagna cede di più ma se pensiamo che in HL dovette accettare la perdita dei Paesi Bassi Spagnoli, Napoli, Milano, Sicilia (tutti all'Austria), Sardegna (ai Savoia), Gibilterra e Minorca (alla Gran Bretagna) mi pare che la Spagna (asburgica) se la cavi molto meglio, specie se consideriamo che tali rinunce territoriali beneficiano quasi esclusivamente o una piccola potenza poco minacciosa per gli interessi ispanici (i Savoia) oppure i cugini Asburgo d'Austria laddove invece in HL la Spagna (borbonica) fu disposta a farne di molto più grandi a favore di acerrimi nemici austriaci e britannici.
Davvero non vedo come tale scenario possa essere considerato un'onta inaccettabile agli Asburgo quando se la cavano molto meglio dell'HL.
Massimiliano Emanuele è un uomo che ha passato tutta la vita a cercare di soddisfare le sue ambizioni tese a conquistare un titolo più alto. In HL è noto che da governatore dei Paesi Bassi ed Elettore di Baviera offrì i suoi servigi prima all'Imperatore Leopoldo (ma come, non era fedele al Re di Spagna legittimo e controllato DOP Filippo di Borbone?), che però rifiutò le sue richieste, e poi a Luigi XIV, che invece ovviamente fu ben felice di promettergli quello che voleva. Risultato, la Baviera entrò in guerra nelle fila francesi. Ora, a meno che per qualche strana ragione Leopoldo in questa TL accetti (ma il vostro stesso atteggiamento circa l'intransigenza asburgica mi dice il contrario), questo si verificherà pari pari in questa timeline e vedremo i Wittelsbach con Luigi. Ah, dimenticavo, dopo la sua sconfitta nella GSS Massimiliano Emanuele era così felice del suo ruolo da gregario degli Asburgo che fece carte false per comprarsi due seggi da principe-elettore (Treviri e Magonza) per altrettanti Wittelsbach così che al giro successivo suo figlio potesse fregarli in sede di collegio elettorale. Quando si dice la fedeltà e la lealtà.
Pietro il Grande, come i sovrani di Polonia-Lituania, Prussia, Sassonia e Danimarca-Norvegia, per citare solo i più importanti, avrebbero da ridire su questo ritratto cavalleresco di Carlo XII galantuomo del legittimano rispettoso delle dinastie straniere e dei possedimenti altrui, soprattutto farà la storia di un uomo così guerrafondaio che alla fine è stato fatto fuori dai suoi stessi uomini.
Ah, e non credo che i Churchill sarebbero così contenti di sentire il rango secondario a cui declassate l'apporto decisivo del loro capostipite, il Duca di Marlborough, ma comunque sono contento del fatto che abbiamo chiarito un principio solido: la Francia perde sempre. L'Austria ha degli alleati, la Francia perde. La Francia ha degli alleati, perde lo stesso. La Gran Bretagna rimane neutrale, i francesi non ce la fanno ugualmente. L'Austria è da sola, indovinate un po' chi perde? Dai, non ha il minimo senso. Ribaltando la questione, se la Francia è così debole (cioè, stando a quanto dite voi, a tal punto da non poter neanche battere l'Austria da sola) allora tutta la Storia europea da Richelieu a Napoleone III diventa prova di significato perché allora non si capisce la necessità di tutte queste ripetute coalizioni anti-francesi (compresa quella della nostra Guerra di Successione Spagnola).

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Chiude le danze per ora Alessio:

Il mio punto di vista è un po' diverso. Io penso che la guerra non andrebbe interpretata, come da tesi convenzionale, come uno scontro tra Francia e Asburgo con i britannici che scelsero da che parte stare, bensì come una guerra di tutti contro la Spagna. La Spagna di era indebolita molto negli anni dei Carlo II e i suoi possedimenti facevano gola. Quello che le altre potenze condussero era solo un gioco delle parti: una piazza il suo uomo a Madrid, le altre me approfittano per ritenersi defraudate, offese, minacciate e quindi inizia l'attacco predatorio. E infatti noi parliamo sempre di Francia sconfitta, ma chi ha perso di più è stata proprio la Spagna. Solo così si capisce la successiva Guerra della Quadruplice alleanza, quando la Spagna provò a riprendersi i territori persi e si trovò contro tutte le potenze coalizzate contro.
Perché mai, in caso di parti rovesciate avrebbe dovuto essere diverso? Perché a parti rovesciate la Gran Bretagna non avrebbe voluto prendersi Gibilterra, fondamentale per la sua strategia di dominio degli oceani? Perché mai la dinastia bavarese non avrebbe dovuto approfittare per tentare di inserirsi al vertice dell'Impero?
Non possiamo mutare i caratteri della politica da "opportunismo" a "lealismo" a seconda dei casi. (Aka: a Madrid c'è un Borbone? Tutti vogliono qualcosa dalla Spagna; a Madrid c'è un Asburgo? Prego di accomodi, molto umano lei).
Si dirà: ma Carlo era l'erede legittimo! Beh, questo è da vedere perché tra testamenti, prammatiche sanzioni, eredi legittimi estromessi per vera o presunta infermità mentale, illegittimi legittimati.. i sovrani hanno sempre fatto un po' come volevano nei limiti della loro forza militare. (Chi non aveva forza militare, come i rami secondari dei Medici o dei Gonzaga, non ha mai potuto rivendicare alcunché).
Purtroppo signori miei nelle guerre di quel periodo la i canoni della legittimità e dell'onore possono essere applicati fino a un certo punto, era una lotta tra clan, con l'oro e il sangue dei cittadini che venivano in tal modo "investiti".

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E ora, la palla a Dario Carcano:

Ci si chiede spesso chi potrebbe occupare il trono in stati un cui la monarchia è stata abolita, ma quasi mai si fa la domanda inversa: chi potrebbe essere presidente della Repubblica in Stati che adesso sono monarchie? Mi riferisco in particolare al Regno Unito: chi, al posto della regina Elisabetta II, avrebbe potuto essere al vertice dello Stato?

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Gli risponde Generalissimus, traducendo per noi questa ucronie:

E se l'Inghilterra fosse diventata (e rimasta) una repubblica?

L'Inghilterra e il susseguente impero britannico sono per molti l'immagine stessa della monarchia, ma non è stato sempre così, e ci fu un punto in cui l'Inghilterra quasi prese una strada molto diversa.
La Guerra Civile Inglese, che durò dal 1642 al 1651, fu un enorme scontro tra le forze del monarchismo e del repubblicanesimo che attanagliò le Isole Britanniche, e nonostante quello che potreste pensare, dato il resto della storia inglese, in realtà i parlamentari repubblicani vinsero la guerra.
L'Inghilterra finì sotto il controllo repubblicano, il re venne giustiziato e Scozia e Irlanda vennero pacificate e unite al Protettorato.
Ora, ovviamente la nuova repubblica non durò, e la leadership del Protettorato, capendo che il suo destino era scritto, negoziò il ritorno sul trono dell'erede del re giustiziato, ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa l'Inghilterra e la Gran Bretagna nel complesso rimanessero una repubblica? La Guerra Civile Inglese era motivata soprattutto da fattori politici e religiosi, ma c'erano anche fattori etnici sottostanti.
In Europa, alla fine della Guerra dei Trent'Anni, e più in generale durante la Riforma Protestante, la fede nelle Isole Britanniche stava sperimentando un importante riorientamento.
A questo punto l'Inghilterra era completamente passata dal Cattolicesimo all'Anglicanesimo, ma esisteva ancora un divario tra la High Church e la Low Church.
La prima veniva riconosciuta da molti come di carattere troppo Cattolico nei suoi rituali e strettamente gerarchica, la seconda veniva vista dai membri della High Church come troppo liberale e decentralizzata.
Gli Scozzesi seguirono di poco gli Inglesi nell'adozione della Riforma, ma diversamente dagli inglesi, la cui pratica Anglicana era molto vicina alla tradizione Cattolica e che per breve tempo cercarono addirittura di tornare al Cattolicesimo con la Regina Maria I d'Inghilterra, gli Scozzesi adottarono la struttura della Chiesa Presbiteriana, opposta alle strutture episcopali inglese e Cattolica.
Questo significava che gli Scozzesi di ogni congregazione eleggevano gli anziani che guidavano la Chiesa, invece di avere vescovi nominati dal re come nell'Anglicanesimo o dal papa come nel Cattolicesimo.
Questo poneva efficacemente più potere della Chiesa nelle mani del popolo invece che nelle mani di un élite prestabilita.
Molti Gallesi, anche se integrati in Inghilterra e generalmente in linea con la pratica Anglicana, aderirono più velocemente agli insegnamenti Calvinisti dai quali era derivato il Presbiterianismo scozzese.
Il Galles in seguito divenne un focolaio del Metodismo, e più tardi lo divennero i compagni brittonici celtici della Cornovaglia e del Devon.
Delle Isole Britanniche solo l'Irlanda resistette come baluardo Cattolico sia tra la sua popolazione celtica nativa che tra la popolazione mista Celto-Normanna sulla costa orientale.
Esse comunque affrontarono continue pressioni dall'Inghilterra perché si convertissero e sopprimessero il Cattolicesimo sull'isola.
Fu solo attraverso la colonizzazione diretta in Ulster che il Protestantesimo si diffuse in maniera significativa nel nord e lungo la costa orientale.
Tra le fazioni più radicali della Low Church c'erano i Congregazionalisti Puritani, concentrati principalmente in Anglia Orientale, situata nell'Inghilterra sudorientale.
Etnicamente questa intera regione è di discendenza distintamente Anglo-Normanna, con una significativa popolazione Anglo-Scandinava che si estende verso nord come residuo del vecchio Danelaw.
I Puritani si opponevano con forza al Cattolicesimo e a quella che percepivano come la sua presenza persistente nell'Anglicanesimo.
Essi cercavano di purificare la Chiesa eliminando la gerarchia e i rituali per creare invece una società pia di individui e congregazioni autonome basata puramente sull'adesione alle scritture, non sull'autorità di una Chiesa o un individuo.
Il Puritanesimo aveva comunque posizioni abbastanza ampie, i più moderati chiedevano semplicemente un sistema più rappresentativo in stile Presbiteriano scozzese al posto del sistema episcopale della Chiesa, mentre i più radicali volevano la separazione totale dalla Chiesa d'Inghilterra e l'adozione del congregazionalismo decentralizzato.
Vale la pena menzionare queste divisioni etno-religiose, in quanto sono fondamentali per le varie fazioni della Guerra Civile Inglese, riflettevano i divari culturali e di classe e le ambizioni politiche di ognuna di queste.
Scozzesi e Celti brittonici sostenevano ampiamente una monarchia costituzionale, gli Irlandesi non preferivano un particolare tipo di monarchia, gli Anglo-Normanni e gli Anglo-Scandinavi cercavano il repubblicanesimo o il dominio del parlamento e la rimanente popolazione in gran parte Anglo-Brittonica era più o meno nel mezzo.
Ora, nel 1625, quando Carlo I salì sul trono, le Isole Britanniche erano ancora divise: a quel punto Inghilterra e Galles erano unite da secoli, ma i Gallesi continuarono a mantenere un senso di alterità rispetto al resto dell'Inghilterra.
L'Irlanda era essenzialmente uno stato cliente dell'Inghilterra, col Re d'Inghilterra che serviva anche come Re dell'Irlanda, ma l'Irlanda, specialmente dopo la Riforma, riconosceva di non essere come la Gran Bretagna, e specialmente non come l'Inghilterra, che vedeva gli Irlandesi come dei sudditi inferiori.
Gli Scozzesi si vedevano da più tempo come dei rivali dell'Inghilterra, e anche se i due condividevano culturalmente più cose di Inglesi e Irlandesi, non c'era necessariamente un senso di parentela tra gli Scozzesi e gli Inglesi che li avrebbe incentivati a cercare apertamente legami più stretti.
L'ascesa al trono del padre di Carlo, Giacomo, come primo membro della dinastia Stuart, creò un'unione personale tra Scozia e Inghilterra, dato che Giacomo era stato Re di Scozia prima della morte di sua cugina Elisabetta I, che era deceduta senza figli.
Vi ricordo che questa non era ancora un'unione politica, perché sia la Scozia che l'Inghilterra mantenevano parlamenti e Chiese indipendenti.
Giacomo regnò nell'ordine e nella stabilità generali, specialmente considerato che aveva calmato le divisioni politiche del suo dominio.
Oltretutto Giacomo aveva tentato di far diventare la sua unione personale qualcosa di più grande, un singolo regno unito con un parlamento condiviso, una Chiesa condivisa e un monarca che regnava in maniera assoluta.
Questo venne ovviamente accolto con difficoltà e resistenza, ma Giacomo ebbe abbastanza tatto da aggirare le critiche e le preoccupazioni dei suoi sudditi e del parlamento.
Lo stesso, però, non si può dire del figlio di Giacomo, perché anche se Re Giacomo I aveva messo in moto l'unità, non poteva distruggere il crescente sentimento anticattolico, specialmente dopo la Congiura delle Polveri, che mirò ad assassinare la famiglia reale e tutto il parlamento.
Giacomo non riuscì a completare la sua missione di far accettare alla Scozia la pratica Anglicana prima della sua morte, e il difficile compito ricadde su Carlo, che diversamente da suo padre non aveva una forte storia con la Scozia da utilizzare come base, né l'abilità di suo padre di fare compromessi e negoziati strategici.
Sembrava che Carlo avesse ereditato la ferma credenza di suo padre nell'assolutismo, ma niente affatto il suo tatto politico.
Questo gli costò famigeratamente la vita quando il parlamento alla fine scoprì che non ci si poteva fidare di lui per dei negoziati onesti.
Quello che ostacolò ulteriormente Carlo nelle sue capacità di negoziare furono i sospetti che lui fosse un cripto-Cattolico o che perlomeno nutrisse delle simpatie per il Cattolicesimo, cosa che non venne affatto aiutata dal suo matrimonio con la Cattolica Enrichetta Maria di Borbone-Francia.
Oltre al lavoro non terminato di appianare le divisioni religiose, Carlo rimase con un enorme deficit sul groppone.
Lottò per persuadere il parlamento a fornirgli i fondi di cui aveva bisogno per le guerre e, frustrato da questo, alla fine dissolse il parlamento e iniziò un periodo di 11 anni di dominio personale, causando molto sdegno fra i parlamentari più Puritani, che iniziarono a vedere Carlo come un tiranno cripto-Cattolico.
Durante questo periodo di dominio personale Carlo si mise a racimolare fondi con mezzi alternativi ma impopolari, una cosa che potrebbe essere stata perdonata dai suoi sudditi se avesse prodotto dei risultati più positivi nelle sue guerre contro la Spagna e la Francia, entrambe le quali macchiarono ulteriormente la sua reputazione e lasciarono molti a farsi domande sulle sue capacità di guida.
Questi sentimenti vennero finalmente a capo nel 1639, quando, in seguito agli sforzi di Carlo di mettere in linea gli Scozzesi con la Chiesa Anglicana, scoppiò la guerra tra Inghilterra e Scozia, una guerra nella quale Carlo andò male, costringendolo a richiamare il parlamento in sessione nella speranza di invertire le sue perdite.
I parlamentari acconsentirono a finanziare una campagna in Scozia, ma solo se Carlo avesse fatto loro delle concessioni, cosa che si rifiutò apertamente di fare, rivolgendosi invece all'Irlanda, dove riuscì a reclutare un piccolo esercito.
Per il parlamento, l'immagine di Carlo che reclutava un esercito Cattolico per imporre nuovi standard religiosi agli Scozzesi era incriminante.
Iniziarono colloqui per un'invasione Anglo-Scozzese dell'Irlanda indipendentemente dal re, cosa che preoccupò comprensibilmente gli Irlandesi.
Nel 1641 l'Irlanda si ribellò, catturando i forti inglesi sulla costa ma riaffermando la sua lealtà al re, sperando che con la ribellione scozzese e il parlamento non collaborativo Carlo avesse finalmente una giusta causa per stabilire la tolleranza del Cattolicesimo assieme all'Anglicanesimo.
La reazione alla ribellione fu però lontana dall'essere positiva per tutte le parti coinvolte, dato che gli Irlandesi divennero sempre più violenti e le notizie dei civili feriti raggiunsero la madrepatria.
Carlo, il parlamento e la Scozia adesso dovevano sopprimere la ribellione, ma nessuna delle fazioni si fidava delle altre, e stando così le cose il parlamento avanzò una mozione per reclutare un esercito, ma allegò ad essa una lista di lamentele e soluzioni proposte, inclusa mettere l'esercito sotto il comando diretto del parlamento, e non del re.
Carlo si rifiutò, ma il parlamento, frustrato dai fallimenti del re e dalla sua mancanza di cooperazione, approvò la misura a discapito di tutto.
In risposta Carlo arrestò alcuni membri scelti del parlamento che lui identificò come radicali, ma ancora una volta fallì.
Questa azione venne vista come un grave abuso di potere e una conferma che Carlo fosse il tiranno che pensava il parlamento.
Carlo fuggì da Londra per Oxford, le linee vennero tracciate e la Guerra Civile Inglese iniziò: il sud Anglo-Normanno e Anglo-Scandinavo e le contee della costa orientale si schierarono con i parlamentari, mentre l'occidente Celto-Brittonico, il nord Anglo-Pitto e l'interno misto si schierarono col re.
In Scozia, l'antica popolazione gaelica delle Highland e la popolazione discendente dai Pitti concentrata nell'Aberdeenshire rimasero focolai del sostegno realista, mentre le popolazioni più miste Celto-Scandinava e Celto-Germanica dell'interno e delle Lowland sostennero i Covenanti, che, anche se volevano ridurre l'influenza monarchica, favorivano ancora Carlo come regnante, lasciando che la Scozia rimanesse neutrale durante i primi giorni della Guerra Civile Inglese.
Nonostante i precedenti fallimenti le forze realiste in realtà ottennero all'inizio vittorie degne di nota, ma i successi videro dei rovesci alla fine del 1643 e il collasso completo con due importanti cambiamenti poco dopo.
Il primo di questi cambiamenti arrivò con l'allineamento della Scozia col parlamento in cambio di un'ambigua adozione del Presbiterianismo in Inghilterra.
Il secondo cambiamento fu la leadership militare di successo del Puritano radicale gallese Oliver Cromwell, che in seguito aiutò nella creazione del New Model Army.
Il New Model Army venne creato come un esercito professionale più uniforme e organizzato, in opposizione alla struttura dell'esercito realista basata sulle milizie.
Molti fra i ranghi del New Model Army erano Puritani radicali, e con Cromwell alla loro testa prefiguravano quello che il parlamento definiva un sistema moderato, ma erano i radicali ad avere il vero potere se e quando sarebbero stati disposti ad usarlo.
Nel 1646 Carlo venne sconfitto, ma tirò fuori un altro asso dalla manica: non si arrese all'Inghilterra, ma agli Scozzesi, coi quali aveva pianificato un'insurrezione realista in cambio di una soppressione dei Puritani e l'introduzione della pratica scozzese in Inghilterra per un periodo di prova di tre anni.
Gli Scozzesi, temendo che i Puritani non avrebbero mantenuto del tutto la loro parte dell'accordo e che avrebbero semplicemente finito col dominare la religione e la politica, accettarono l'accordo di Carlo, ma vennero rapidamente sconfitti in pochi mesi.
Visto l'inganno di Carlo, e la continua minaccia che diversi parlamentari pensavano ponesse, egli alla fine venne giustiziato, con Cromwell che purgò diversi membri del parlamento moderati che si opposero all'esecuzione.
L'esecuzione di Carlo fu una misura radicale che gli anti-gerarchici Puritani furono molto ben disposti ad accettare, ma per gli Scozzesi, che volevano semplicemente preservare la tradizione religiosa che includeva il re, questo fu troppo, e così presero posizione contro il parlamento, unendosi ai resti del movimento realista.
Gli Irlandesi, vedendo che non c'era nulla tra loro e un'inenarrabile persecuzione dei Puritani fortemente anticattolici e anti-irlandesi, si schierarono con i resti realisti e gli Scozzesi, dando il via alla terza fase della Guerra Civile Inglese.
Nel 1649 Cromwell arrivò in Irlanda e inflisse importanti sconfitte agli Irlandesi prima di rivolgere le sue attenzioni alla Scozia un anno dopo, lasciando la conquista del resto dell'Irlanda nelle mani dei suoi generali.
In Scozia Cromwell conquistò rapidamente le Lowland e iniziò ad avanzare verso nord.
Il figlio di Carlo, che era stato incoronato Re di Scozia, tentò un'ultima invasione dell'Inghilterra, ma venne sconfitto e costretto a fuggire.
Con nessuno rimasto a sfidarlo, e anche se il potere tecnicamente era nelle mani del parlamento, Cromwell presto divenne essenzialmente un dittatore militare della nuova repubblica.
Cromwell però era un leader riluttante, aveva la visione di una società egalitaria pia e senza Chiesa, ma non voleva ottenerla attraverso il dominio di un singolo individuo, cosa che sentiva sarebbe stato poco differente dalla vecchia monarchia.
Egli voleva piuttosto che il popolo la ottenesse attraverso il potere di un parlamento unicamerale, ma rimase deluso di volta in volta.
La faziosità rimase un problema in Inghilterra anche con la soppressione dell'influenza realista e Cattolica, molti moderati volevano un sistema Presbiteriano in stile scozzese invece di un modello puramente congregazionista, e alcuni suggerivano perfino di restaurare il re come figura cerimoniale.
Diverse fazioni promossero una miriade di politiche che alla fine non riuscirono ad ottenere completamente nessuna delle visioni da esse desiderate e si ribaltavano semplicemente l'una con l'altra.
Cromwell sciolse il parlamento due volte prima di stabilire quello che divenne noto come il Protettorato, assumendo il titolo di Lord Protettore in quello che essenzialmente era un ruolo di presidente a vita, ma comunque egli si rimetteva senza successo al parlamento.
Alla fine, la crescente disillusione con l'incapacità del parlamento di creare una politica stabile fece sì che egli iniziasse un periodo di dominio militare diretto, mettendo la repubblica sotto il controllo del suo esercito più radicalmente Puritano, cosa che, anche se portò stabilità, era ampiamente impopolare e ancora dipendente dal parlamento per i fondi.
Un'ultima riorganizzazione si svolse in un tentativo di portare l'ordine nel Protettorato attraverso mezzi più convenzionali: venne messa in atto una nuova costituzione che rafforzava il ruolo del parlamento, restaurava l'abolita Camera dei Lord, riduceva le dimensioni delle forze armate per rimetterle in riga e permetteva al Lord Protettore di nominare il suo successore.
Qualcuno sperava di rendere la posizione ereditaria e apertamente monarchica, ma Cromwell rifiutò questo punto.
Questa costituzione finale essenzialmente ricostruì le istituzioni del vecchio ordine, ma le pose sotto un controllo assolutamente parlamentare e Presbiteriano.
Il ruolo di Cromwell era adesso quello di un monarca limitato e solo di nome, e finora senza successione.
Ironicamente, però, quando Cromwell morì, il potere ricadde sul suo inesperto figlio Richard.
Senza parlamento e senza le forze armate alle spalle, Richard perse il potere, il Protettorato iniziò a spaccarsi e alla fine la monarchia venne restaurata con Carlo II, ma stavolta le cose sono diverse: vari fattori stavano operando contro Cromwell e la repubblica, in verità molti dei radicali avevano sovrastimato i desideri di riforma della popolazione e rimasero a promuovere politiche generalmente impopolari che spesso non riuscivano ad accontentare più di una singola fazione.
Veniva anche messa troppa enfasi sul bisogno del consenso e la soddisfazione del pubblico, quando la realtà era che il Protettorato aveva bisogno di ordine più che di altro, anche se attraverso mezzi impopolari.
La storia dell'Inghilterra ha dimostrato un bisogno simile di fare compromessi sui desideri a breve termine per i bisogni a lungo termine, e data la natura variegata delle Isole Britanniche ci sarà sempre una buona quantità di dissenso da parte del pubblico a discapito di qualsiasi politica.
Cromwell era in una posizione forte per far applicare il Puritanismo in tutta l'Inghilterra, tenere la Scozia in riga e soggiogare l'Irlanda, ma si rifiutò di fare troppi passi al di fuori di quello che lui vedeva come il consenso democratico riflesso dal parlamento.
Allo stesso tempo egli sembrò incapace di fare compromessi pragmatici e strategici, che avrebbero portato il parlamento più vicino al suo modo di pensare senza il bisogno della forza militare, e questo risultò nella concessione graduale di sempre più potere da parte di Cromwell, ma ad un parlamento che lui pensava fosse troppo reminiscente dell'establishment prebellico.
Il parlamento e l'esercito non riuscivano a tollerarsi molto, e il bisogno di un leader competente che potesse comandare e mediare con entrambi era essenziale, ma Oliver Cromwell ebbe sempre meno il ruolo del leader e sempre più quello del mediatore in un periodo in cui il Protettorato diviso aveva bisogno di una chiara leadership che lo portasse in una singola direzione.
Non possiamo nemmeno dare per scontato il fatto che queste divisioni non scomparvero semplicemente una volta che Carlo II salì sul trono.
Sì, ci fu un lungo periodo di rinascita realista nel parlamento, ma proprio come avvenne con suo padre, le relazioni tra il re e il parlamento si ruppero, le sessioni vennero sciolte, i politici cercarono di agire indipendentemente dal re, sorsero sospetti delle simpatie Cattoliche di Carlo II, aumentarono i disaccordi sulla politica estera e la destinazione del denaro e molti temettero l'ascesa dell'assolutismo.
La dinastia Stuart non sarebbe durata molto a lungo, venendo notoriamente deposta dalla Gloriosa Rivoluzione dell'Olandese Guglielmo d'Orange, che sarebbe stato succeduto dalla Regina Anna e poi dal Casato di Hannover.
Ciò significa che non si può addossare tutta la colpa a Cromwell e ai parlamentari, l'Inghilterra e le Isole Britanniche in generale stavano sperimentando dolori di crescita che sarebbero stati un ostacolo per qualsiasi fazione al potere che avrebbe cercato di mantenere l'autorità centrale e promuovere l'unità di isole etnicamente e religiosamente diverse.
Quello che è chiaro, comunque, è che l'Inghilterra si stava muovendo in una direzione parlamentare.
Gli Inglesi, dopo anni di dibattito eterno, si erano lasciati alle spalle il Cattolicesimo e sarebbero diventati una nazione distintamente Protestante, una che favoriva sempre più la democratizzazione e il repubblicanesimo rispetto all'assolutismo.
Questo da solo sarebbe stato più facile da gestire, ma accoppiato al bisogno di tenere gli Scozzesi dalla propria parte e assimilare gli Irlandesi, questa costruzione di una nazione britannica unificata diventa più difficile, specialmente senza la giusta leadership o struttura di governo, perciò cosa si può fare per assicurarsi che la repubblica duri e non si esaurisca? Iniziamo lo scenario dalla negoziazione della seconda costituzione: proprio come nella nostra TL, Oliver Cromwell rifiuta di rendere la sua posizione quella di un monarca, ma in questa TL alternativa la posizione di Lord Protettore viene cambiata.
Piuttosto che vedere semplicemente la nomina da parte del precedente incaricato, il Lord Protettore verrà nominato dalla camera alta del parlamento ed eletto dalla Camera dei Comuni.
I candidati dovranno possedere esperienza sia politica che militare, considerato il bisogno di mediare sia con l'esercito che con il parlamento in qualità di comandante in capo e capo di stato.
La posizione sarà ancora vita natural durante, ma il Lord Protettore potrà essere messo in stato d'accusa da un voto di maggioranza delle camere.
Queste condizioni serviranno da contrappeso contro un'evoluzione verso la dittatura, ma saranno anche una concessione per ulteriori modifiche al parlamento.
Per impedire una regressione della repubblica nella monarchia o nell'anarchia, il parlamento avrebbe impedito ai realisti e ai Cattolici di farne parte e avrebbe limitato la rappresentanza scozzese per qualche tempo fino a quando il Protettorato non si sarebbe letteralmente stabilizzato.
La Chiesa Anglicana verrà riorganizzata con una struttura Presbiteriana, ma la partecipazione non sarà più obbligatoria, a cominciare da una parziale separazione fra Chiesa e stato che permetterà al congregazionismo di crescere di importanza.
Il New Model Army verrà ridotto nelle dimensioni, ma rimarrà un esercito professionale permanente che riceverà fondi annuali dal parlamento e, anche se messo direttamente sotto il comando del Lord Protettore, non potrà dare il via ad una guerra senza l'approvazione del parlamento.
Come conseguenza di questa costituzione Cromwell non potrà nominare suo figlio Richard, che non aveva esperienza né militare né politica, a parte un breve periodo nel parlamento di suo padre.
Questa ovviamente sarà una cosa buona, perché Richard si dimostrò incapace di governare e il Protettorato aveva bisogno di stabilità.
Anche se c'erano altre opzioni tra le quali scegliere per Cromwell, egli probabilmente preferirà comunque un parente nel caso soddisfacesse le qualifiche, e fortunatamente per lui suo figlio minore, Henry Cromwell, si adattava alle richieste.
Henry Cromwell era sia un colonnello del New Model Army che un maggior generale delle forze in Irlanda, e alla fine ne diventò suo governatore, uno piuttosto efficace e popolare.
Il perché Richard venne scelto invece di Henry nella nostra TL non è chiaro, anche se è assolutamente possibile che Oliver Cromwell considerasse appropriato che dovesse succedergli il suo figlio maggiore o perfino che preferisse un Lord Protettore che riferisse al parlamento piuttosto che dominarlo.
In ogni caso in questa TL Henry Cromwell viene promosso da Oliver suo successore preferito, e grazie alla sua popolarità, all'esperienza e al sostegno di suo padre il parlamento nomina ed elegge Henry alla posizione con perfino più supporto di quello che ebbe Richard nella nostra TL, lasciando che sia lui a prendere il potere alla morte di Oliver nel 1658, solo un anno dopo la ratifica della nuova costituzione.
Come Lord Protettore le responsabilità di Henry sarebbero molto più grandi di quelle che aveva un tempo in Irlanda, ma lo sarebbero anche i suoi poteri.
Henry era molto meno ideologico e più pragmatico di suo padre, così come più cauto quando si trattava di minacce politiche, congedando ufficiali e politici che avrebbero probabilmente causato problemi o mandato in stallo progressi necessari.
I movimenti che cercheranno di sfruttare il loro potere o che potrebbero costituire una forza d'opposizione. come gli Anabattisti in Irlanda o i Diggers in Inghilterra, verranno efficacemente soppressi.
Dopo aver affrontato diverse reazioni negative da Londra che ostacolarono il suo governo in Irlanda, egli probabilmente purgherà legalmente o toglierà influenza ad ognuna di queste figure o altri individui nel governo o nelle forze armate per rendere sicura la sua autorità ed impedire inadeguatezze del governo politicamente motivate, delle quali ne notò molte durante il suo periodo in Irlanda.
Risolvere le questioni economiche, specialmente in relazione al finanziamento delle forze armate e all'assicurare che il meccanismo di governo sia in ordine di marcia, saranno priorità importanti per il nuovo parlamento, e con le fazioni esterne ampiamente messe da parte la maggioranza cromwelliana in parlamento riuscirà finalmente a promuovere politiche con maggioranze schiaccianti, che, anche se regolarmente considerate impopolari in varie parti del Protettorato, inizieranno gradualmente a ripristinare la normalità.
Con i Puritani del sudest più radicali a dominare il parlamento, realisti e Cattolici probabilmente affronteranno crescenti pressioni socio-politiche.
Questo, accoppiato col fatto che la maggioranza dei parlamenti di Cavalier realisti formatisi sotto Carlo II non ci saranno mai, ha implicazioni drastiche per le demografie etniche, religiose ed economiche delle Isole Britanniche e delle loro colonie.
Nel nostro mondo le colonie nordamericane si dimostrarono un riflesso delle varie fazioni nelle Isole Britanniche: il New England era a maggioranza Puritana e parlamentare, la Virginia era a maggioranza realista e Anglicana, anche se aveva iniziato ad adottare caratteristiche più Presbiteriane e addirittura congregazioniste per venire incontro alle richieste della sparsa popolazione di coloni piuttosto che delle città concentrate, e il Maryland era un caso unico, dato che era stato escogitato come una colonia Cattolica, o piuttosto una colonia tollerante, e chiamata così in onore della compianta moglie Cattolica di Carlo I, Enrichetta Maria.
Ora, il Maryland non era esclusivamente Cattolico, ma piuttosto era stato ideato per essere a maggioranza Cattolica, anche se ancora tollerante e accogliente verso gli altri Cristiani trinitari.
Anche se gli Anglicani ordinari erano più tolleranti verso il Cattolicesimo, anche alcuni Puritani e altri Protestanti dissidenti avevano iniziato a stabilirsi nella colonia ad un tasso che stava rapidamente cambiando l'equilibrio demografico.
Neanche la disparità fra le classi aiutò la situazione, con la maggioranza dei Cattolici che era aristocratica mentre la maggioranza dei Protestanti era gente comune e lavoratori, presagio del superamento finale di numero della popolazione d'élite Cattolica nella colonia da parte della popolazione a maggioranza Protestante.
I Puritani avrebbero preso il controllo politico del Maryland qualche anno dopo la fine della Guerra Civile Inglese, e anche se per qualche tempo il potere tornò ai Cattolici, la demografia del Maryland alla fine pose un termine a ciò.
Similmente, in Virginia, dove la popolazione aveva visto un afflusso di rifugiati realisti, un governatore Puritano venne messo alla guida della colonia, anche se questi era più favorevole alla popolazione locale e fece poco per cambiare le caratteristiche della colonia.
In questa TL, il simbolismo di queste colonie come porti sicuri per le popolazioni perseguitate del Protettorato potrebbe dimostrarsi abbastanza allettante da portare eventualmente a migrazioni più grandi verso di esse, con l'Irlanda che sarà la candidata più probabile.
Con la colonizzazione cromwelliana dell'Irlanda la maggioranza della popolazione irlandese venne sfollata e rimase con solo un frammento dell'isola a disposizione.
Anche se nella nostra TL le penalità dell'Act for the Settlement of Ireland 1652 vennero eliminate da Carlo II, stavolta questo non accadrà, e gli Irlandesi molto probabilmente continueranno ad affrontare la deportazione nei Caraibi come schiavi, la condanna a morte per motivi religiosi e altro.
Se gli Irlandesi migrassero in massa in Maryland in cerca di migliori condizioni di vita, questi potrebbero benissimo soppiantare la maggioranza Protestante e mantenere al potere l'élite Cattolica a tempo indeterminato.
Anche se molti probabilmente saranno troppo poveri per fare questo viaggio da soli, non sarà difficile immaginare alcuni benefattori Cattolici sia in Maryland che in Irlanda che finanzino dei viaggi in cambio di servizi a contratto.
La Virginia, con la sua relativa autonomia sotto i nuovi governatori del Protettorato, ma rimasta con un carattere realista, potrebbe dimostrarsi una patria attraente per i cittadini gallesi, cornici e inglesi che non avranno fede nel successo a lungo termine della repubblica o saranno semplicemente in disaccordo con la direzione che ha preso.
Molti Scozzesi e Scozzesi dell'Ulster migrarono nelle colonie americane per motivi molto meno gravi, e considerate le maggiori restrizioni imposte agli Scozzesi in questa TL ci si può aspettare che anche la loro emigrazione aumenti.
In generale il motivo per emigrare sarebbe sfuggire alla persecuzione e ottenere condizioni di vita migliori, e cambierebbe anche la demografia degli emigrati, incentivando a compiere il viaggio un gran numero di famiglie invece di giovani di prospettiva in cerca di opportunità finanziarie.
Questo alla fine contribuirà alla crescita esponenziale della popolazione discendente da emigrati nei decenni successivi.
Etnicamente le colonie del sud diventeranno significativamente più celtiche e ci sarà anche un amalgama dei gruppi celtici, invece della popolazione a maggioranza Scozzese-Irlandese della nostra TL.
Questo senza nemmeno menzionare il fatto che il Maryland potrebbe rimanere una colonia a maggioranza Cattolica, cambiando la più ampia dinamica inter-coloniale.
Questo sarà in netto contrasto con le colonie del New England, che saranno molto più reminiscenti dell'Inghilterra Puritana della nostra TL e saranno più modellate a sua immagine, anche se la loro crescita inizierà a rallentare o addirittura declinare, con alcuni Puritani che torneranno nell'adesso più accogliente Protettorato.
Senza la restaurazione di Carlo, l'Atto di Uniformità del 1662, il Conventicle Act 1664 e il Five Mile Act 1665, che contribuirono tutti a quella che fu nota come la Grande Espulsione dei Puritani dalla Chiesa Anglicana e la loro seguente soppressione, non ci saranno.
L'Inghilterra della nostra TL, anche se parzialmente modellata dai Puritani, venne alla fine definita dall'Anglicanesimo in stile episcopale, ma stavolta il Puritanesimo è molto più importante, e come risultato la cultura dell'Inghilterra potrebbe benissimo finire col ricordare più la cultura del New England come lo conosciamo, anche se, considerando le posizioni più pragmatiche di Henry Cromwell, potrebbe assomigliare ad una colonia più moderatamente Puritana come il Connecticut che alla teocrazia più radicalmente Puritana del Massachusetts.
La sopravvivenza del Protettorato e la leadership di Henry potrebbero non dimostrarsi sufficienti abbastanza per costruire in questa TL una relazione più forte con l'Olanda Protestante.
Nella nostra TL la rivalità sul commercio e sul dominio navale portarono Oliver Cromwell in guerra con gli Olandesi, e Carlo II entrò in contrasto con loro per motivi simili.
Anche se adesso è possibile che le seguenti Guerre Anglo-Olandesi potrebbero essere evitate, la lotta per la supremazia navale e commerciale sarà probabilmente troppo grande da superare, ma il Protettorato ne uscirebbe comunque vincitore.
Se le guerre verranno evitate, gli Olandesi manterranno il controllo della loro colonia nordamericana dei Nuovi Paesi Bassi, anche se per quanto e in che veste sarà ancora in dubbio, dato che gli Olandesi avevano trascurato di fornire alla colonia sufficiente sicurezza e non riuscirono a popolarla abbastanza per permetterle di difendere con facilità i suoi confini.
Sia che le guerre avvengano o meno, i Nuovi Paesi Bassi cadranno quasi certamente sotto il controllo del Protettorato, considerato la sua continua importanza sulla scena coloniale e navale.
I territori di frontiera dei Nuovi Paesi Bassi verranno spartiti fra i loro vicini più popolosi, mentre il nucleo della colonia manterrà una relativa autonomia.
Il Protettorato era noto per non essere molto premuroso verso le sue colonie, preferendo lasciarle in gran parte a loro stesse e concentrarsi invece su sé stesso, la risposta del parlamento alla Virginia realista e al Maryland Cattolico durante i loro periodi di disordini fu semplicemente nominare e rimuovere una leadership quando necessario.
Il Protettorato vedrà una simile rivalità navale con la potenza Cattolica della Spagna, esso sosterrebbe comunque il Portogallo e la restaurazione più o meno come nella nostra TL, ma non ci sarà alcun matrimonio tra la portoghese Caterina di Braganza e il capo di stato inglese per cementare l'alleanza come avvenuto con Carlo nella nostra TL.
Questo avrà delle conseguenze perché Caterina portò in dote dei possedimenti coloniali, inclusa Bombay in India, che sarebbe diventata un hub commerciale e si sarebbe rivelata importante per la futura espansione della Compagnia Britannica delle Indie Orientali nel subcontinente.
Cromwell era interessato ad acquisire quel territorio per il Protettorato, e anche se è possibile che venga acquistato o comprato con mezzi propri in questa TL, supporremo semplicemente che questo non avvenga.
Anche se la Ribellione di Monmouth e la Gloriosa Rivoluzione non avverranno mai in questa TL, è ragionevole presumere che avverranno delle ribellioni parallele o tentati colpi di stato, forse in Scozia o nelle colonie, o prenderanno addirittura la forma di una ribellione militare e l'inizio di un periodo dei signori della guerra in Gran Bretagna simile alla vecchia Eptarchia Anglosassone.
Dietro qualsiasi ribellione del genere che avrà l'intento di destabilizzare il Protettorato ed eliminarlo come concorrente e minaccia ideologica ci sarà sicuramente il sostegno francese.
Se presumiamo che i Cromwell riusciranno a stabilizzare il Protettorato prima della morte di Henry nel 1674 e a sopprimere tutte le minacce interne dell'Inghilterra, non sarà difficile pacificare la Scozia o schiacciare una piccola ribellione, e si può presumere che Henry sarà abbastanza saggio da congedare gli ufficiali che sospettava di slealtà e da costruire il suo supporto fra i ranghi come fece suo padre nominando un successore fidato, anche se idealmente sarà un altro Cromwell con esperienza militare.
Sopprimere una rivolta coloniale sarà più difficile, dato che possiamo aspettarci che la sostanzialmente la popolazione del sud subirà l'influsso di coloni anti-parlamentari, al punto che i Puritani saranno di gran lunga inferiori di numero.
Questo è quello che potrebbe accadere con lo scoppio della Guerra della Grande Alleanza o della Guerra di Successione Spagnola, con i Francesi che avranno una parte maggiore nelle guerre Giacobite e in quelle Indiane, con il sostegno delle colonie del sud.
Probabilmente il Maryland passerà immediatamente al sostegno della Francia Cattolica, sentendosi sempre più a disagio con la crescente popolazione Puritana del New York e sperando di passare sotto un dominio a lui più congeniale.
Le colonie del sud saranno più divise, così come Scozia, Inghilterra e Galles nelle insurrezioni Giacobite della nostra TL, cosa che potenzialmente le farà schierare completamente con la Francia o le farà affrontare una lotta interna per il dominio tra ribelli e lealisti del Protettorato.
Il Protettorato avrà quasi certamente aumentato il senso di indipendenza delle colonie del sud, dato il suo approccio lassista al dominio coloniale, il che significa che durante questo o un futuro conflitto queste colonie desidereranno inevitabilmente la completa indipendenza, sviluppando già ambizioni di ulteriore espansione verso ovest.
Il sostegno delle colonie del sud sarà essenziale per la sopravvivenza del Maryland sul lungo termine, dato che la Francia storicamente non ha mai avuto buone prestazioni in questo teatro di conflitto, lasciando il Maryland Cattolico con poca capacità di negoziare se affronterà nemici su due fronti.
Un mondo in cui le colonie meridionali si schierano con la Francia e il Maryland avrà un impatto significativo sulle relazioni globali imperiali: come detto i Francesi non sono stati particolarmente efficaci nel far crescere e difendere i loro possedimenti d'oltremare, almeno rispetto all'Inghilterra.
Questo significa che le conquiste francesi contro l'Inghilterra o i suoi alleati in Europa continentale venivano spesso abbandonate per reclamare le colonie francesi, ma con un alleato coloniale molto popolato, la Francia avrà finalmente un vantaggio oltremare sul Protettorato.
Se i Francesi coltivassero l'amicizia col sud, oltre al Maryland avranno automaticamente un alleato francese e potranno controbilanciare l'espansione dell'impero britannico e relegarlo a ricca potenza commerciale.
Non diventando più il gigante commerciale che sarebbe diventato nel nostro mondo, sarà la Francia invece a prendere gradualmente quel ruolo, mantenendo una presa più salda sull'India, che fu persa nella seguente Guerra dei Sette Anni, e con le risorse agricole del sud a sostenere le scorte in riduzione della Francia questo potenzialmente le permetterà di sventare la sua rivoluzione.
All'epoca della Rivoluzione Francese il successo del Protettorato e la resistenza della repubblica contribuiranno probabilmente ad aumentare le vedute antirepubblicane all'interno della Francia e forse a tenere i radicali fuori dalle posizioni influenti, anche se, detto questo, è ugualmente possibile che il Protettorato aumenti l'influenza del repubblicanesimo all'interno della Francia, sostenendo e fomentando gli ideali e le azioni antimonarchiche, lasciando i due paesi bloccati in una rivalità ideologica strisciante.

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Dopo aver letto questa ucronia, ecco la proposta in merito di Lord Wilmore:

Repubblica Unita di Inghilterra e Galles

Nome ufficiale: United Commonwealth of England and Wales / Gweriniaeth Unedig Cymru a Lloegr
Capitale: Londra/Llundain (9.625.000 ab. al 1° gennaio 2023)
Altre Città: Birmingham (1.141.816 ab.), Manchester/Manceinion (551.938 ab.), Sheffield (551.800 ab.), Liverpool/Lerpwl (498.042 ab.), Bristol/Bryste (463.400 ab.), Cardiff/Caerdydd (361.468 ab.), Nottingham (329.000 ab.)
Forma di Governo: Repubblica Presidenziale, il Presidente ha il titolo di Lord Protettore ed è eletto a suffragio universale per un mandato quinquennale rinnovabile una sola volta
Lord Protettore: Boris Johnson (Partito Conservatore), in carica dal 24 gennaio 2020
Viceprotettore: Mary Elizabeth Truss (Partito Conservatore)
Presidente del Parlamento: Rishi Sunak (Partito Conservatore)
Leader dell'opposizione: Keir Rodney Starmer (Partito Laburista)
Fondazione: 19 maggio 1649 con Oliver Cromwell, che abolì il Regno d'Inghilterra
Confini: Regno di Scozia a nord, Mare d'Irlanda a ovest, Canale della Manica a sud, Mare del Nord a est

Suddivisioni amministrative: 9 regioni, 70 province
Superficie: 151.058 km2/58.324 sq mi (Inghilterra 130.279 km2/50.301 sq mi, Galles 20.779 km2/8.023 sq mi)
Abitanti: 59.757.301 abitanti (Inghilterra 56.489.800 ab., Galles 3.267.501 ab.) al 1° gennaio 2023
Densità: 396 ab. per km2/1025 ab. per sq mi
Lingue ufficiali: inglese, gallese
Altre lingue: cornico, mannese

Religioni: Chiesa Puritana (48,22%), Cattolicesimo (8,47%), Islam (4,41%), Induismo (1,32%), Ebraismo (0,43%), non religiosi (32,67%), altre (4,48%)
Moneta: Sterlina (1,15 € al 17 ottobre 2023)
PIL: 2.212.000 milioni di € (2023)
PIL pro capite: 37.016 €/ab. (2023)
Organizzazioni internazionali: membro fondatore di ONU, NATO, OCSE ed EFTA; non ha mai voluto aderire all'UE, a differenza del Regno di Scozia e della Repubblica d'Irlanda (il 23 giugno 2016 l'ultimo referendum voluto dagli europeisti ha nuovamente respinto l'adesione)
Province d'Oltremare: Isola di Man, Isole del Canale della Manica, Gibilterra, Anguilla, Isole Cayman, Bermuda, Sant'Elena, Ascensione e Tristan da Cunha, Isole Falkland, Georgia del Sud e Sandwich Meridionali, Territorio Antartico del Commonwealth
Feste nazionali: 8 maggio (Vittoria nella Seconda Guerra Mondiale), 19 maggio (Fondazione del Commonwealth)
Inno nazionale: "God Save the Commonwealth"
Motto: « Pax quaeritur bello »
Patrono: San Giorgio
Fuso orario: UTC+0 (UTC+1 se è in vigore l'ora legale)

Prefisso telefonico: +44
Targa automobilistica: UC
TLD: .uc

Successione dei Lord Protettori:
1650-1658 Oliver Cromwell (indipendente, morto in carica)
1658-1660 Richard Cromwell (indipendente, presidente provvisorio)
1660-1670 William Penn (Tory)
1670-1680 Samuel Pepys (Whig)
1680-1685 Henry Sidney (Tory)
1685-1705 John Churchill (Whig)
1705-1710 John Somers (Whig)
1710-1715 Robert Harley (Tory)
1715-1725 Henry St John (Tory)
1725-1735 Robert Walpole (Whig)
1735-1745 Spencer Compton (Whig)
1745-1754 Henry Pelham (Whig, morto in carica)
1754-1750 Thomas Pelham-Holles (Whig, Viceprotettore subentrato dopo la morte di Pelham, poi eletto)
1750-1760 William Cavendish (Whig)
1760-1765 John Stuart (Tory)
1765-1770 George Grenville (Whig)
1770-1780 William Pitt Senior (Whig)
1780-1790 Frederick North (Tory)
1790-1795 Augustus Henry Fitzroy (Whig)
1795-1805 William Pitt Junior (Tory)
1805-1812 Spencer Perceval (Tory, morto in carica)
1812-1815 George Canning (Tory, Viceprotettore subentrato dopo la morte di Perceval)
1815-1825 Robert Banks Jenkinson (Tory)
1825-1835 Arthur Wellington (Tory)
1835-1840 Charles Grey (Whig)
1840-1850 Robert Peel (Conservatore)
1850-1855 John Russell (Conservatore)
1855-1865 Henry Palmerston (Liberale)
1865-1870 Edward Smith Stanley (Conservatore)
1870-1880 Benjamin Disraeli (Conservatore)
1880-1890 Robert Gascoyne-Cecil (Conservatore)
1890-1900 William Gladstone (Liberale)
1900-1910 Arthur Balfour (Conservatore)
1905-1910 Herbert Henry Asquith (Liberale)
1910-1920 David Lloyd George (Liberale)
1920-1925 Ramsay McDonald (Laburista)
1925-1930 Andrew Law (Conservatore)
1930-1935 Philip Snowden (Laburista)
1935-1940 Stanley Baldwin (Conservatore)
1940-1950 Winston Churchill (Conservatore, governo di unità nazionale)
1950-1955 Clement Attlee (Laburista)
1955-1965 Anthony Eden (Conservatore)
1965-1970 Harold Macmillan (Conservatore)
1970-1975 Edward Heath (Conservatore)
1975-1980 Harold Wilson (Laburista)
1980-1990 Margaret Thatcher (Conservatrice)
1990-1995 John Major (Conservatore)
1995-2005 Tony Blair (Laburista)
2005-2010 Gordon Brown (Laburista)
2010-2020 James Cameron (Conservatore)
2020-in carica Boris Johnson (Conservatore)

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Sempre lo stesso autore ha realizzato per noi anche il:

Regno di Scozia

Nome ufficiale: Kingdom of Scotland / Rìoghachd na h-Alba / Kinrick o Scotland
Capitale: Edimburgo /Dùn Èideann / Edinburgh (464.990 ab. al 1° gennaio 2023)
Altre Città: Glasgow / Glaschu / Glesca (590.507 ab.), Aberdeen / Obar Dheathain / Aiberdeen (195.021 ab.), Dundee / Dùn Dèagh (147.285 ab.), Paisley / Pàislig (76.834 ab.), East Kilbride / Cille Bhrìghde an Ear (74.395 ab.)
Forma di Governo: Monarchia Costituzionale
Sovrano: Giacomo X Stuart, sul trono dall'8 settembre 2022

Primo Ministro
: Humza Haroon Yousaf (Partito Socialdemocratico), in carica dal 29 marzo 2023
Presidente del Parlamento: Alison Johnstone (Verdi), in carica dal 13 maggio 2021
Leader dell'opposizione: Douglas Ross (Partito Conservatore)
Fondazione: 843 con Re Kenneth I MacAlpin / Cináed I Mac Ailpín
Confini: Repubblica Unita di Inghilterra e Galles a sud, Mare del Nord a est, Oceano Atlantico a nord e a ovest, Mare d'Irlanda a sud-ovest
Suddivisioni amministrative: 33 contee
Superficie: 78.782 km2
Abitanti: 5.463.800 abitanti al 1° gennaio 2023
Densità: 69,35 ab. per km2
Lingue ufficiali: inglese, gaelico scozzese, Scots
Religioni: Cattolicesimo (42,4%), Chiesa di Scozia (18,9%), altre confessioni cristiane (5,5%), Islam (1,4%), Induismo (0,3%), Ebraismo (0,1%), non religiosi (30,6%), altre (0,8%)
Moneta: Euro (in precedenza Scellino = 0,86 €)
PIL: 851.000 milioni di € (2023)
PIL pro capite: 15.578 €/ab. (2023)
Organizzazioni internazionali: membro fondatore di ONU, NATO, OCSE; membro dell'UE dal 1° gennaio 1973; ha adottato l'Euro il 1° gennaio 2002
Contee d'Oltremare: Isole Vergini Scozzesi, Montserrat, Turks e Caicos, Isole Pitcairn, Territorio Antartico Scozzese
Feste nazionali: 8 maggio (Vittoria nella Seconda Guerra Mondiale), 24 giugno (Battaglia di Bannockburn), 30 giugno (Sant'Andrea)
Inno nazionale: "Flower of Scotland" / "Flùr na h-Alba" / "Flouer o Scotland"
Motto: « Nemo me impune lacessit »
Patrono: Sant'Andrea Apostolo
Fuso orario: UTC+0 (UTC+1 se è in vigore l'ora legale)
Prefisso telefonico: +42
Targa automobilistica: SC
TLD: .sc, .eu

Successione dei Re di Scozia dal 1306:
1306-1329 Roberto I Bruce "Cuore Impavido", figlio di Roberto Bruce, Signore di Annandale, e di Marjorie, Contessa di Carrick, luogotenente di William Wallace, il 24 giugno 1314 sconfisse gli inglesi nella Battaglia di Bannockburn e restaurò l'indipendenza della Scozia
1329-1371 Davide II Bruce, figlio di Roberto I e di Elisabetta de Burgh
1371-1390 Roberto II Stuart, figlio di Walter Stuart, Grande Intendente di Scozia, e di Marjorie Bruce, figlia di Roberto I
1390-1406 Roberto III Stuart, figlio di Roberto II e di Elisabetta Mure
1406-1437 Giacomo I Stuart, figlio di Roberto III e di Annabella Drummond
1437-1460 Giacomo II Stuart "Faccia di Fuoco", figlio di Giacomo I e di Giovanna Beaufort
1460-1488 Giacomo III Stuart, figlio di Giacomo II e di Maria di Gheldria
1488-1513 Giacomo IV Stuart, figlio di Giacomo III e di Margherita di Danimarca
1513-1542 Giacomo V Stuart, figlio di Giacomo IV e di Margherita Tudor, secondogenita di Re Enrico VII d'Inghilterra
1542-1567 Maria I Stuart, figlia di Giacomo V e di Maria di Guisa, fu deposta dai Protestanti che posero sul trono suo figlio Giacomo
1567-1625 Giacomo VI Stuart, figlio di Maria Stuart e di Enrico Stuart, pronipote di Giacomo II, anche Re d'Inghilterra come Giacomo I dopo l'estinzione della Dinastia Tudor, essendo discendente di Enrico VII in linea femminile
1625-1649 Carlo I Stuart, figlio di Giacomo I e di Anna Sofia di Brandeburgo, anche Re d'Inghilterra come Carlo I, fu detronizzato e giustiziato per ordine del puritano Oliver Cromwell, che proclamò il Commonwealth di Inghilterra. La Scozia gli si ribellò ed elesse Re Carlo, figlio diciannovenne di Carlo I
1649-1685 Carlo II Stuart, figlio di Carlo I e di Anna di Danimarca, morì senza figli
1685-1701 Giacomo VII Stuart, fratello minore di Carlo II, si convertì al Cattolicesimo ma con l'Editto di Dundee garantì libertà di culto alle altre confessioni cristiane
1701-1766 Giacomo VIII Stuart, figlio di Giacomo VII e di Enrichetta Maria di Borbone, avviò la monarchia costituzionale in Scozia accettando l'elezione di un Parlamento; nel 1745 sventò nella Battaglia di Culloden un tentativo di invasione da parte del Commonwealth di Inghilterra e Galles
1766-1788 Carlo III Stuart, figlio di di Giacomo VIII e di Maria Clementina Sobieska, noto popolarmente come il "Bonnie Prince Charlie"
1788-1807 Giacomo IX Stuart, fratello minore di Carlo III, nato con il nome di Enrico Benedetto
1807-1830 Carlo IV Stuart, figlio di Giacomo IX e di Maria Cristina di Asburgo-Lorena, quintogenita di Maria Teresa d'Austria, si ammalò di mente e nel 1821 le sue funzioni regali furono trasferite a suo fratello Roberto con il titolo di Reggente
1830-1837 Roberto IV Stuart, fratello minore di Carlo IV, morì senza figli
1837-1901 Vittoria Stuart, figlia di Giacomo, fratello minore di Carlo IV e di Roberto IV, e di Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
1901-1910 Davide III di Sassonia-Coburgo-Gotha, secondogenito di Vittoria e di Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha
1910-1936 Carlo V di Sassonia-Coburgo-Gotha, figlio di Davide III e di Alessandra di Danimarca, tenne la Scozia fuori dalla Prima Guerra Mondiale
1936 Davide V di Sassonia-Coburgo-Gotha, figlio di Carlo V e di Isabella di Wittelsbach, abdicò dopo dieci mesi di regno per sposare l'attrice americana Lilyan Tashman, divorziata e bisessuale
1936-1952 Carlo VI di Sassonia-Coburgo-Gotha, fratello minore di Davide V, nato con il nome di Alberto, assunse con l'approvazione del Parlamento il cognome Stuart di sua bisnonna dopo che la Scozia era entrata in guerra contro la Germania nazista
1952-2022 Maria II Stuart, figlia di Carlo VI Stuart e di Sofia di Hohenberg, primogenita dell'Arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este assassinato a Sarajevo il 28 giugno 1914, il suo regno fu il più lungo della millenaria storia scozzese
2022-regnante Giacomo X Stuart, figlio di Maria II e di Carlo Luigi di Lussemburgo, fratello del Granduca Giovanni di Lussemburgo, conservò il nome Stuart per la propria dinastia. Dall'attrice Emma Thompson (americana di madre scozzese) il 21 giugno 1982 ebbe l'erede al trono Roberto, futuro Roberto V Stuart. Quest'ultimo dalla tennista italiana Flavia Pennetta il 22 luglio 2013 ebbe l'erede al trono Carlo, futuro Carlo VII Stuart

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aNoNimo a questo punto ha voluto dire la sua:

Mi sembra che manchi solo la riunificazione dell'Irlanda! Ci penso io:

Nome ufficiale: Repubblica d'Irlanda; irlandese: Poblacht na hÉireann; Ulster Scots: Republick o Airlann
Capitali: Dublino (sede del governo), Belfast (sede del Parlamento)
Altre Città: Armagh, Cork, Derry, Galway, Limerick, Sligo, Waterford
Lingue ufficiali: Gaelico irlandese, Ulster Scots, Inglese
Religioni: Cattolicesimo, Puritanesimo, altre confessioni protestanti, minoranze islamiche ed ebraiche
Forma di governo: Repubblica Parlamentare
Presidente: Marti McGuinness
Primo Ministro: Micheal Martin
Indipendenza: 6 dicembre 1922 dal Commonwealth di Inghilterra e Galles
Ingresso nell'UE: 1 gennaio 1973
Riunificazione: 17 marzo 2021
Ingresso nella NATO: 1° gennaio 2022
Superficie: 84.421 km2
Popolazione: 6.568.590 abitanti
Densità: 78 abitanti/km2
Moneta: euro (in precedenza sterlina irlandese = 1,2697 €)
PIL pro capite: 62.562 $
Inno nazionale: Ireland's Call
Prefisso telefonico: +353
Targa: IRL
TLD: .ie, .eu

Quanto sarebbe realistica una tale riunificazione anche nel nostro universo?

 

Bhrihskwobhloukstroy scuote la testa:

Difficile: in Irlanda del Nord ci sono basi NATO, la Repubblica di Irlanda è neutrale e non sembra intenzionata ad aderire all'Alleanza Atlantica (a differenza di Svezia e in Finlandia, che in futuro potrebbero aderire). Questo è lo stesso motivo per cui Germania ed Austria non si sono riunificate dopo il crollo del Muro di Berlino.

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Passiamo ora ad un'altra idea di Generalissimus:

Le Roi Soleil fait le plein

Nel 1697 Luigi XIV vince la Guerra della Grande Alleanza e fa l'en plein. Alla fine il Re Sole si ritrova in possesso di Alsazia, Lorena, Baden, Fiandre occidentali, Hainaut, Catalogna, Lussemburgo, Pondichéry, Madras, Nuova Scozia, Nunavut, Manitoba, Ontario, Quebec, Terranova, Acadia, Massachussets, New Hampsire, Connecticut, Rhode Island, New York, New Jersey, Maine, Vermont, Saint Kitts, Giamaica, Martinica e l'intera isola di Hispaniola. In più annette anche l'intero ducato di Savoia e si prepara ad una guerra di conquista contro la Confederazione Irochese. In Inghilterra Giacomo II riesce a farsi incoronare Re di Scozia e Irlanda, lasciando a Guglielmo III il possesso di Inghilterra e Galles. Quali le conseguenze di tutto questo?

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Gli risponde Paolo Maltagliati:

Più che altro mi chiedo come abbia fatto ad ottenere un simile risultato... Inghilterra, Impero, Spagna, Province Unite devono aver preso una serie di cantonate politiche e militari in rapida successione...

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Generalissimus prosegue il botta e risposta:

Secondo me non è impossibile arrivarci. Dal punto di vista coloniale servono solo vittorie militari, quindi la Campagna della Baia di Hudson, di Terranova e del New England devono terminare decisivamente a favore dei Francesi.

La Martinica era già francese. Saint Kitts deve rimanere definitivamente in mani francesi, mentre le incursioni su Giamaica e Hispaniola devono trasformarsi in veri e propri sbarchi con conseguente invasione. Stesso discorso vale per Madras.

Per quanto riguarda il Regno Unito ho ipotizzato una "coesistenza" di Giacomo e Guglielmo in seguito ad una vittoria dei Giacobiti.

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Ma Paolo obietta:

So che ti sembrerà paradossale, ma credo sia molto meglio per Giacomo rimanere re (di fatto un protettorato francese, però) della sola Irlanda.

Faccio un'affermazione palesemente forzata, ma poi la spiego: La Scozia era profondamente ostile agli Stuart. E tu, giustamente potresti dirmi: "Ma come? ma se le ribellioni giacobite sono partite tutte da lì?? e Rob Roy, e gli highlanders e...""

Ecco, appunto: il problema è proprio questo, che la Scozia era divisa a metà. Le Highlands erano ultracattoliche, giacobite alla morte. Ma la Scozia che, mi spiace dirlo, contava dal punto di vista economico e demografico, era quella Scot, del centro-sud, con Glesga ed Edinburgo, non quella gaelica. Ed era mortalmente ANTIcattolica.

Io non vorrei essere re di un regno così lacerato al suo interno, con la grande borghesia che più o meno mi odia (ed è quella che caccia i soldi, non gli Highlanders) soprattutto, con un vicino meridionale che mastica rabbia e attende la prima occasione per prendersi la rivincita...

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Allora Generalissimus fa valere tutta la sua maestria:

Ecco la timeline della Fanta Guerra della Grande Alleanza; gli eventi reali sono contrassegnati da una [v], quelli ucronici da una [u]. La Ribellione giacobita in Scozia fallisce comunque, quindi non è inclusa in questa TL alternativa.

24 settembre 1688: I Francesi occupano Colonia [v].

22 Ottobre 1688: Federico I di Prussia, Giovanni Giorgio III di Sassonia, Ernesto Augusto di Hannover e Carlo I di Assia-Kassel non riescono a raggiungere un accordo e non si mobilitano contro la Francia.
Leopoldo I può contare solo su Lorenesi, Badenesi, Wurttemberghesi, Bavaresi, Franconi, Svevi e qualche contingente svedese. [u]

29 ottobre 1688: Termine dell'Assedio di Filisburgo e presa della città da parte dei Francesi [v].

Fine di dicembre del 1688: A seguito della Gloriosa Rivoluzione, Giacomo II d'Inghilterra, detronizzato, fugge in Francia [v].

22 marzo 1689: Giacomo II d'Inghilterra sbarca in Irlanda [v].

21 aprile 1689: Maria II e Guglielmo III sono incoronati Regina e Re d'Inghilterra e Irlanda [v].

11 maggio 1689: Vittoria navale francese nella Battaglia della Baia di Bantry [v].

12 maggio 1689: Alleanza tra le Province Unite e l'imperatore Leopoldo I [v].

Maggio 1689: I Francesi penetrano in Catalogna fino a Gerona [v].

Giugno 1689: I Francesi occupano il Palatinato [ucronico, in realtà adottarono la tattica della terra bruciata per prevenire invasioni tedesche del territorio francese].

Luglio 1689: Nonostante la superiorità numerica degli Inglesi nel teatro, in America il Governatore Generale della Nuova Francia approfitta della disorganizzazione generale e conquista Maine e New Hampshire [ucronico, nella realtà si limitarono a fare scorrerie e ad aizzare i nativi contro gli Inglesi].

10 settembre 1689: I Francesi vincono a Magonza [u].

10 ottobre 1689: I Francesi vincono a Bonn [u].

Febbraio 1690: I Francesi conquistano New York [u].

Maggio 1690: I Francesi respingono la spedizione navale inviata ad invadere il Canada [u].

1 luglio 1690: Il Maresciallo Luxembourg sconfigge il Principe di Waldeck nella Battaglia di Fleurus [v].

10 luglio 1690: Vittoria navale francese nella Battaglia del Capo Béveziers [v]; Giacomo II, intanto, vince la Battaglia del Boyne e Guglielmo III, gravemente ferito, è costretto a ritirarsi [u].

18 agosto 1690: Il Maresciallo Catinat sconfigge Vittorio Amedeo II di Savoia nella Battaglia di Staffarda [v].

Ottobre 1690: L'Ammiraglio Duquesne-Guitton distrugge la flotta olandese a Madras. Un successivo sbarco francese conquista la città indiana [u].

25 marzo 1691: Il Maresciallo Catinat occupa Nizza [v].

8 aprile 1691: Luigi XIV prende Mons [v].

Maggio-agosto 1691: Tourville pattuglia le coste oceaniche della Francia [v].

16 luglio 1691: Francesco Michele Le Tellier de Louvois riesce a far istituire la leva militare obbligatoria, e continua la sua opera di modernizzazione e riforma dell'esercito francese [ucronico, questa in realtà è la data della sua morte a causa di un colpo apoplettico].

3 ottobre 1691: Disfatta finale delle truppe Guglielmite nei pressi di Cork, luogo di un tentativo di sbarco.
Da questo momento in poi, Guglielmo cercherà un accordo con Giacomo, piuttosto che lo scontro [u].

19 maggio 1692: Tourville sconfigge gli Anglo-Olandesi nell'Azione al largo di Barfleur [u].

29 maggio-3 giugno 1692: La flotta francese sfugge al tentativo di blocco dell'Ammiraglio Edward Russell e gli infligge gravi perdite [u].

30 giugno 1692: Luigi XIV prende Namur [v].

3 agosto 1692: Il Maresciallo Luxembourg batte Guglielmo III nella Battaglia di Steenkerque [v].

17 settembre 1692: Il Duca di Lorges sconfigge il Principe di Wurttemberg a Pforzheim [v].

22 maggio 1693: I Francesi occupano e saccheggiano Heidelberg [v].

9 giugno 1693: Il Duca di Noailles occupa Roses in Catalogna [v].

26-29 giugno 1693: Il Conte di Tourville batte l'Ammiraglio Sir George Rooke nella Battaglia di Lagos, al largo del Portogallo [v].

29 luglio 1693: Il Duca di Lussemburgo sconfigge Guglielmo III nella Battaglia di Landen [v].

4 ottobre 1693: Il Maresciallo Catinat sconfigge il Duca di Savoia e il Principe Eugenio nella Battaglia della Marsaglia [v].

Marzo 1694: Saint Kitts viene conquistata dai Francesi, che riusciranno a tenerla nonostante il tentativo di riconquista inglese [ucronico, Saint Kitts fu riconquistata dagli Inglesi].

Maggio 1694: Offensiva del Duca di Noailles in Catalogna [v].

18 giugno 1694: Fallito tentativo di sbarco a Brest da parte inglese [v].

Fine giugno 1694: Jean Bart, vincitore della Battaglia di Texel, cattura un convoglio olandese [v].

Luglio 1695: Conquista francese della Giamaica [ucronico, la Giamaica vide solo qualche sporadico scontro minore].

14-15 agosto 1695: Il Duca di Villeroy bombarda Bruxelles [v].

Settembre 1695: Guglielmo III non riesce a prendere Namur [u].

Maggio 1696: Anche la parte orientale dell'isola di Hispaniola cade in mani francesi [ucronico, Hispaniola vide solo qualche sporadico combattimento minore].

Giugno 1696: Jean Bart vince la Battaglia di Dogger Bank [v].

29 agosto 1696: Resa di Torino: dopo le disastrose sconfitte di Nizza, Staffarda, Cuneo e della Marsaglia, Vittorio Amedeo II è costretto a capitolare, e l'intero territorio del Ducato di Savoia viene annesso alla Francia.
Liberatosi di un fronte in Europa, Luigi XIV può dedicarsi alla conquista di Catalogna, Paesi Bassi spagnoli e riva destra del Reno [u].

Settembre 1696: Luigi XIV, a 58 anni e dopo 46 anni di partecipazione alla guerra, rinuncia a combattere personalmente [ucronico, in realtà prese questa decisione tre anni prima].

15 marzo 1697: Conquista francese del Massachussetts [u].

3 maggio 1697: I Francesi conquistano Cartagena in Colombia [v].

10 agosto 1697: Il Duca di Vendome e l'Ammiraglio d'Estrées completano la conquista della Catalogna [u].

Settembre-ottobre 1697: I Francesi hanno conquistato tutti gli avamposti inglesi della Baia di Hudson.
Stremati dall'andamento della guerra, gli avversari della Francia firmano il Trattato di Ryswick.
Guglielmo III viene riconosciuto Re d'Inghilterra, Galles e Scozia in cambio del riconoscimento di Giacomo II come Re d'Irlanda e delle conquiste territoriali oltremare.
La Francia si impegna a non intraprendere azioni di qualsiasi genere contro l'Inghilterra.
L'Olanda deve riconoscere la conquista di Madras in India e accettare accordi commerciali in cambio dell'abbandono di qualsiasi pretesa territoriale francese nei confronti delle Province Unite.
La Spagna perde i Paesi Bassi, la Catalogna e l'isola di Hispaniola.
La Colombia viene restituita.
Il Sacro Romano Impero perde tutti i territori ad ovest del Reno, la cui riva destra diventa il nuovo confine francese.

Gennaio 1698: Morte del Maresciallo Luxembourg [ucronico, nella realtà morì di malattia nel 1695].

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Anche il francese Perchè No? vuole dire la sua:

Ci sono alcuni dettagli che stuzzicano la mia curiosità, sapete quanto amo/odio il grande/orribile Luigi XIV!

1) Mi domando: perché i Francesi dovrebbero annettere il Piemonte dopo la cattura di Torino? Non era la prima volta che le armate del re francese lo facevano, Luigi XIII stesso aveva sconfitto i Savoia della sua epoca. Perché non creare uno Stato vassallo? Il Piemonte non sorge come regno nel 1715 ma rimane un ducato sovrano come sempre nella sfera francese.

2) È vero che il progetto di Luigi XIV era la conquista di tutto l'Ovest del Reno come immaginato da Richelieu quando sognava di far tornare le Gallie nelle sue "frontiere naturali", ma non mi vedo questi Stati farsi annettere senza resistenza della popolazione, era per questa ragione che il Palatinato era stato distrutto. Come i Francesi riescono a mantenere le loro posizioni in Germania?

3) A proposito, se il Palatinato non viene distrutto, questo cambia moltissime cose. Questo evento e le guerre di Luigi XIV sono all'origine di una sfida e poi di un odio dei Tedeschi contro i Francesi che si ritrova poi con Napoleone I, nel 1870, 1914 ecc. L'immagine del nemico francese risale proprio a questa catastrofe. Non ho bisogno di spiegarvi cosa sarebbe cambiato.

4) Come fa la Francia a mantenere tutto questo sforzo militare su diversi fronti se manca di oro e le finanze sono vuote dopo la morte di Colbert? Nella nostra Timeline Luigi XIV ha dovuto anche vendere tutto l'argento usato a Versailles solo per pagare le truppe.

5) Cosa fanno Turennes, Vauban, Louvois e tutti gli altri pilastri del regno di Luigi XIV? e Dov'é il principe Eugenio?

6) Come fa la flotta francese a sconfiggere ogni volta la flotta inglese? Anche con Jean Bart Dugay-Trouin e tutti gli altri Corsari?

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E Generalissimus gli risponde puntualmente:

Per quanto riguarda la prima domanda, Luigi XIV potrebbe fare entrambe le cose, ma il suo sogno era far arrivare al Po la frontiera sudorientale della Francia.

Seconda domanda, non ho trovato tracce di resistenza della popolazione, può anche darsi che ci sia stata.
E poi dopo la guerra Luigi XIV potrebbe benissimo dire alle popolazioni tedesche di andarsene di spontanea volontà entro un anno, come fece con Strasburgo nella nostra realtà.

Passiamo a Turenne, Vauban, Louvois ed Eugenio di Savoia.
Se stai parlando del Visconte di Henri de la Tour d'Auvergne-Bouillon, il Grand Turenne, era già morto all'epoca dei fatti (1675).
Sébastien Le Prestre de Vauban si occupò solo di cose militari durante la guerra, con ottimi risultati, ma sarebbe ottimo se dopo la guerra entrasse in vigore la sua idea di tassazione sul reddito.
A Francesco Michele Le Tellier de Louvois ho dato qualche anno in più di vita per continuare nella sua opera di modernizzazione dell'esercito francese.
Eugenio di Savoia era stato mandato a combattere in Piemonte, e fu anche sconfitto dal Maresciallo Catinat.
Chissà che accade se viene anche catturato?

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Per contribuire alle discussioni in corso, scriveteci a questo indirizzo.


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