di Enrica S.
scritta per celebrare la Festa di Utopiaucronia il 28 giugno 2013
Mi sono chiesta: i Sumeri potevano sopravvivere fino ad oggi, tra Amorrei, Assiri, Persiani, Seleucidi, Parti, Arabi, Turchi e Inglesi? Ecco la mia risposta...
Ottavo-sesto millennio a.C.: introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento in Mesopotamia.
Quinto millennio a.C.: provenienti da una terra d'origine oggi non più identificabile, giungono nella bassa Mesopotamia i Sumeri, che chiamano se stessi "sag-gi-ga" ("gente dalla testa nera") e la loro terra "Ki-en-gi" ("luogo dei signori civilizzati").
Quarto millennio a.C.: fondazione di Ur e di Uruk, nascita della civiltà urbana. Introduzione della ruota e della scrittura per la gestione delle attività economiche. Secondo la leggenda è Oannes, essere anfibio mezzo uomo e mezzo pesce, ad insegnare ai Sumeri la civiltà, le scienze, le lettere e le arti.
4500-2350 a.C.: Sviluppo delle città-stato sumeriche. La scrittura pittografica diventa cuneiforme; sviluppo di nuove tecniche agricole e sistemi di irrigazione; crescente tensione tra le città, che si cingono di mura.
3200 a.C.: "Diluvio Universale": una vasta alluvione devasta la Mesopotamia meridionale, depositando più di tre metri di limo e ponendo fine all'egemonia della prima città dominante, Shuruppak.
3000 a.C.: primo viaggio marittimo dei Sumeri verso Dilmun, mitologica terra lussureggiante posta al di là del mare, identificata con l'isola di Barhein; secondo alcuni Dilmun coincide con il biblico Giardino dell'Eden.
2700 a.C.: regno di Gilgamesh, "Colui che Tutto Vide", costruttore delle mura megalitiche di Uruk e primo sovrano a dominare più di una città.
2450 a.C.: il re di Uruk Enmerkar conquista Aratta, ricca città megalitica situata sulle montagne dell'Iran, e oggi identificata con la Cultura di Jiroft (vedi sotto).
2350 a.C.: Sargon, Re degli Accadi, piomba sulla Mesopotamia e si impossessa delle città-stato sumeriche, costituendo il primo stato centralizzato. Viene composto il celeberrimo "Poema di Gilgamesh".
2113-2095 a.C.: Ur-Nammu, re di Ur, sconfigge gli Accadi ed inaugura la terza dinastia di Ur, che dà vita a un vero apparato statale e amministrativo, non più basato esclusivamente sull'uso della forza: le città sumeriche si federano tra loro per resistere agli attacchi esterni. Sono innalzate le Ziqqurat, torri a gradoni che vogliono rappresentare scale verso il cielo. Nasce il Regno di Sumeria.
2029-2004 a.C.: Ibbi-Sin, Re di Sumeria, sconfigge gli Amorrei che tentavano la conquista della Mesopotamia meridionale. Fondazione di Babilonia sul sito dell'antica capitale degli Accadi, centro nevralgico della civiltà di Amurru, rivale della Sumeria.
2000 a.C.: la tribù semitica di Abramo abbandona la città di Ur, essendo diventata indesiderata dopo le vittorie sumeriche contro gli Amorrei, e si trasferisce nella Mesopotamia settentrionale. Da lì inizierà l cammino di Abramo verso la Terra di Canaan.
1945 a.C: Ishbi-Erra, Re di Ur, è sconfitto e ucciso in battaglia degli Elamiti. Fine dell'egemonia politica della città di Ur, sostituita dalla città di Larsa al vertice dello stato sumerico.
1910 a.C.: il Re di Sumeria Shu-Irishu,che regna da Larsa ed è citato da Gen 14, 1 con il nome di "Arioc, Re di Ellasar", compie una scorreria nella sezione occidentale della Mezzaluna Fertile e conquista le città di Sodoma e Gomorra. Secondo la Bibbia viene preso prigioniero anche Lot, nipote di Abramo, che si allea con Mamre l'Amorreo ed insegue i Sumeri, sconfiggendoli e recuperando Lot e buona parte del bottino.
1792-1750 a.C.: Regno di Ur-Ninurta, contemporaneo e rivale di Hammurabi di Babilonia, che riporta la capitale a Ur. Questo monarca è ricordato per la sua attività legislativa, avendo promulgato un codice di leggi che contribuisce ad unificare la Sumeria, e che secondo lui gli è stato ispirato dal dio Ea in persona.
1698 a.C.: Lipit-Enlil subisce una dura sconfitta da parte degli Amorrei, e la Sumeria diventa vassalla di Babilonia, che manterrà il controllo sull'intera Mesopotamia per quasi un secolo.
1590-1600 a.C.: Invasione degli Ittiti, che distruggono Babilonia. Dopo la loro ritirata, a Babilonia prendono il potere i Cassiti, e lo terranno per diversi secoli. Segue un lungo periodo, durante il quale si confrontano ed alternano la civiltà babilonese-cassita e quella sumerica. Restano leggendarie le imprese belliche del Re Sumerico Enlil-Bani, che ora regna dalla città di Isin.
1243-1207 a.C.: il re di Assiria Tukulti-Ninurta I sconfigge Kashtiliash IV, re cassita di Babilonia, ne conquista la città e fonda la grandezza dell'impero assiro. Primi attriti tra gli assiri e i sumeri, il Re sumerico Iter-Pisha incassa una sconfitta militare.
1115-1076 a.C.: il sovrano assiro Tiglat-Pileser I marcia due volte sulla Sumeria, sconfigge e uccide in battaglia l'usurpatore Zambiya e sottomette la bassa Mesopotamia, assumendo il titolo di "Re di Sumer e Accad". Ben presto però il grande impero da lui costruito inizia a sgretolarsi a causa di una serie di sovrani deboli ed incapaci, di logoranti guerre con la vicina Urartu e continue invasioni da parte dei nomadi Cimmeri. La Sumeria ritorna indipendente.
911-891 a.C.: il nuovo re assiro Adad-Nirari II rifonda la grandezza assira, e strappa alcuni territori di confine al re sumerico Ur-Dul-Kuga III.
859 a.C.-824 a.C.: Salmanassar III compie una serie di spietate campagne militari, con le quali Sumer è di nuovo ridotto a stato vassallo; egli impone Suen-magir di Isin come nuovo sovrano di Sumer. Su un obelisco nero, scoperto a Kalhu, sono incise le imprese militari di Salmanassar III contro i Sumeri. Durante gli ultimi anni di regno scoppia una rivolta di corte sfociata in guerra civile, che fa precipitare l'Assiria in un nuovo periodo di declino.
745–727 a.C.: il re assiro Tiglatpileser III depone il Re di Sumer a lui vassallo Damiq-ilicu ed annette il suo regno al proprio impero, deportando molti sumeri in altre regioni del suo regno. Ha inizio la diaspora sumerica.
705-681 a.C.: Sennacherib, imperatore di Assiria, spostata la sua capitale a Ninive, meglio difendibile dagli attacchi dei Cimmeri, deve affrontare un'ulteriore rivolta della Sumeria, resasi nuovamente indipendente sotto il re di Ur Amar-Sin II: Sennacherib ingaggia battaglia a Kish e lo costringe a rifugiarsi sulla costa dell'Arabia. Il re assiro decide di attaccare Amar-Sin II per mare, ma è distratto dall'alleanza che il Re Ezechia di Giuda ha formato con l'Egitto nel 701 a.C. (la vicenda è descritta nel capitolo 10 del libro di Isaia).
689 a.C.: Amar-Sin II di Ur si ribella ancora una volta agli Assiri, e la risposta di Sennacherib questa volta è tremenda: presa la città, la saccheggia e la incendia, quindi fa aprire i canali attorno ad essa, inondando il terreno fino a che non diventa simile a una palude, in modo che la città non possa più risorgere e costringendo gli abitanti alla fuga.
669-627 a.C.: Assurbanipal porta l'impero assiro al culmine della sua potenza, conquistando l'Egitto, ma suo fratello Shamash-shum-ukin, governatore di Sumeria, alleatosi con gli Elamiti e gli Arabi, si proclama imperatore al suo posto. Assurbanipal affronta il fratello e nel 648 a.C. conquistò Larsa dove Shamash-shum-ukin appicca il fuoco al palazzo dove si era rinchiuso, togliendosi la vita. Assurbanipal fa costruire un'immensa biblioteca, e fa tradurre in assiro le principali opere della letteratura sumerica, tra le quali spicca il "Poema di Gilgamesh".
612 a.C.: il Re sumerico Lugalbani, dopo aver ricostruito Ur e rifondato la sua potenza, si allea con il Re dei Medi Ciassare, espugna Ninive e distrugge l'impero assiro.
605-562 a.C.: lungo regno di Lugalnammu, fondatore dell'Impero Neosumerico, esteso fino alle coste del Mediterraneo. Nella città di Ur fioriscono gli studi scientifici, letterari, astrologici e astronomici. Nel 586 a.C., dopo che il Re Sedecia ha tentato di allearsi con l'Egitto in funzione antisumerica, Lugalnammu distrugge Gerusalemme e deporta l'elite ebraica in Sumeria: ha inizio la cosiddetta "Cattività Sumerica". Durante la permanenza ad Ur, viene messa per iscritto la versione definitiva del Pentateuco. La famosa "Tavola delle Genti" di Gen 10 fa di Sumer il secondogenito di Sem, anche se come sappiamo i Sumeri non sono Semiti: la loro posizione in questa lista sottolinea la ritrovata grandezza del popolo sumerico.
539 a.C.: approfittando del fatto che il giovane re sumerico Lugaldagan (il famoso banchetto descritto nel capitolo del Libro di Daniele) è impegnato in una cerimonia religiosa, Ciro il Persiano conquista Ur senza colpo ferire e permette agli Ebrei di far rientro nella Terra d'Israele.
522-486 a.C.: regno di Dario I di Persia, genero di Ciro, che fa della Sumeria l'ottava Satrapia del suo immenso impero.
480 a.C.: contingenti sumeri combattono a fianco dei Persiani nella Battaglia delle Termopili, nel corso della Seconda Guerra Persiana.
401 a.C.: Ciro il Giovane, secondogenito di Dario II e satrapo di Sumeria, si ribella al fratello e legittimo sovrano Artaserse II ed ingaggia diecimila mercenari, i quali avanzano in Mesopotamia e riescono ad arrivare fino a Marad, nella Sumeria settentrionale, dove si scontrano con l'esercito regolare persiano. Ciro il Giovane muore nella Battaglia di Marad, e Senofonte, capo dei mercenari greci, inizia una difficilissima marcia verso il Mar Nero, per poter far ritorno in Grecia; questi fatti sono narrati nell'"Anabasi" dello stesso Senofonte.
334 a.C.: Alessandro il Macedone, dopo aver sconfitto i Persiani ad Isso e a Gaugamela, ne conquista l'immenso impero ed entra da trionfatore ad Ur, accolto come un liberatore dalla popolazione sumera. Dai tempi delle prime dinastie di Ur e Uruk sono passati 3000 anni, cosicché il Tigri e l'Eufrate lasciando i loro sedimenti hanno allungato la Mesopotamia verso sud, e ora Ur è lontana dal mare: il conquistatore fonda perciò la città di Alessandria di Sumeria come nuovo porto sul Golfo Persico.
323 a.C.: morte di Alessandro Magno, i suoi generali (Diadochi) lottano per spartirsi il suo impero. Alla fine Seleuco I Nicatore si impossessa di Siria, Mesopotamia, Sumeria e di parte della Persia e fonda la dinastia seleucide.
140 a.C.: I Parti, popolo indoeuropeo stanziato a sudest del Mar Caspio, si scontrano con il sovrano seleucide Demetrio II Nicatore, lo sconfiggono e fondano un nuovo, grande impero; la Sumeria diventa una loro provincia. Roma e i Parti lotteranno a lungo per il controllo della Mesopotamia, in una situazione di pressoché perenne stallo.
53 a.C.: l'esercito romano condotto da Marco Licinio Crasso viene annientato nella Battaglia di Carre dal generale partico Surena, che ha antenati sumeri provenienti da Shuruppak.
7 a.C.: nasce Gesù a Betlemme di Giudea. Nei Magi giunti dall'Oriente a venerarlo secondo Matteo 2, 1 la tradizione successiva riconoscerà un arabo, un etiope e un sumero ("Sumero" nel Mediterraneo è sinonimo di "astronomo" e "astrologo").
70 d.C.: l'Apostolo Giuda Taddeo viene martirizzato mentre predica il Vangelo in Sumeria.
116: l'imperatore romano Marco Ulpio Traiano invade l'Impero dei Parti, occupa la Mesopotamia e la capitale Ctesifonte e si spinge fin sul Golfo Persico, creando le nuove province di Mesopotamia, Assiria e Sumeria. Egli però muore prima di riuscire a consolidare le conquiste, e il suo successore Elio Adriano decide di abbandonare le nuove province, ritenendole indifendibili.
200: lo scrittore romano Claudio Eliano compone in greco l'opera "De Natura Animalium", nel quale cita una leggenda riguardante la nascita miracolosa di Re Gilgamesh: « Le guardie, per ordine del re, scagliarono il fanciullo dalle mura della cittadella, ma un'aquila che vide con il suo occhio penetrante il bambino mentre cadeva, volò sotto di essa, lo raccolse al volo con il proprio dorso, lo condusse in un giardino e lo depose lì con la massima cura. Quando la custode del luogo vide il bambino, se ne innamorò e lo allattò; fu chiamato Gilgamesh, e divenne re di Sumeria » (De Natura Animalium 12,21)
224: un vassallo persiano dei Parti, Ardashir I, si ribella ai dominatori, occupa la loro capitale Ctesifonte, si proclama Shāhanshāh ("Re dei Re") e fonda il nuovo impero Sasanide, comprendente anche i Sumeri in posizione assai subordinata. Ardashir vuole imporre lo Zoroastrismo come religione di stato, e perseguita i Sumeri che sono rimasti fedeli all'antica religione politeistica.
250: missionari provenienti da Emessa convertono al cristianesimo una parte della popolazione sumerica. Ha origine la Chiesa Apostolica Sumerica d'Oriente.
266: nell'estremo sud della Mesopotamia si forma intorno ad Eridu (nel terzo millennio a.C. la più meridionale delle città stato numeriche) il Regno Eridiano, vassallo dei Sasanidi, di religione cristiana nestoriana; tale regno comprende anche parte dei Lakhmidi, arabi cristiani della tribù dei Banū Lakhm, ed acquista potenza grazie al commercio con l'Arabia meridionale. Il fondatore del regno prende il nome di Enmerkar II, mutuandolo da quello del leggendario fondatore della città di Eridu.
Enmerkar II (a destra) ritratto nei panni di Gilgamesh
325: lo Shah Sasanide Shapur II (309-379) guida una campagna militare contro il Regno Eridiano, riducendolo a stato vassallo, dopo che esso aveva mostrato velleità di espansione e di piena indipendenza. Il re dei Sumeri Dumuzi IV chiama in suo soccorso i Romani, ma i Persiani hanno la meglio ed espugnano Eridu, che viene assegnata a Balulu III, fedele vassallo di Shapur II.
634: la Sumeria viene sottomessa dagli Arabi guidati da Khālid bin al-Walīd, che vi introducono l'Islam. Resistono però la Chiesa Nestoriana (con il 30 % dei fedeli) e il paganesimo tradizionale (con il 10 %). L'ex regno di Eridu diventa una wilāya, cioè un governatorato del dominio califfale, con il nome di Irāq Shamār ("Terra Bassa Sumera"). Come capitale della wilāya viene fondata Al Basrah (in arabo "dove si incontrano i sentieri") o Bassora, sul sito dell'antica città sumerica di Kharba. La lingua sumerica abbandona la tradizionale scrittura cuneiforme e passa all'alfabeto arabo.
762: il califfo abbaside al-Mansūr fonda la nuova città di Baghdad sul sito dell'antica Ctesifonte e a poca distanza dal territorio sumerico.
786-809: regno del califfo abbaside Hārūn al-Rashīd, quello delle "Mille e Una Notte". Alcune delle novelle hanno come protagoniste dei Sumeri, che hanno la fama di persone tirchie (un po' come gli scozzesi per gli inglesi) ma estremamente versate in astronomia ed alchimia. Sumero ad esempio è Sinbad il Marinaio, che infatti vive a Bassora.
802: Niceforo il Logoteta, sovrintendente alle finanze dell'impero bizantino, detronizza l'imperatrice Irene e si proclama Basileus. Secondo alcuni storici dell'epoca, Niceforo è si origini sumere.
950: il califfato abbaside si va disgregando a causa delle lotte intestine fra i Selgiuchidi (sunniti turchi) e i Buwayhidi (sciiti iranici). Cresce l'autonomia dell'Emirato di Sumeria.
930-1020: vita di Hakim Enmebaragesi, il più grande poeta sumero di tutti i tempi, che lavora alla corte del sovrano persiano Mahmud Ghazni (971-1030). Questi gli commissiona nel 977 un'opera sulla grandezza della sua dinastia; invece Hakim decide di scrivere un'opera immensa, l'epopea nazionale del popolo sumerico, dalla creazione del mondo e dalle mitiche origini asiatiche del popolo sumerico fino appunto al regno di Mahmud Ghazni. In essa confluiscono il Poema di Gilgamesh, le Liste Reali Sumeriche, le leggendarie imprese degli eroi del passato, le battaglie, gli amori, le antiche religioni, la magia, gli spiriti maligni, gli scontri di immense schiere ora luminose, ora oscure. Nasce così quello che in lingua persiana sarà ricordato come lo Shahnameh ("I Nomi dei Re"), il capolavoro assoluto della letteratura sumerica, simbolo stesso della sua identità culturale. Il sovrano però non gradisce che nelle oltre mille pagine della monumentale opera si parli dei Sumeri e non di lui, e non scuce un soldo di quanto promesso. Hakim, amareggiato, torna nel suo villaggio natio presso Larsa, vivendo in assoluta povertà. In seguito il sovrano si pente e gli invia trenta cammelli carichi di monete d'oro, ma è troppo tardi: proprio mentre gli animali arrivano al villaggio, la bara di Hakim Enmebaragesi esce dalla porta di casa sua verso il cimitero, e sua figlia dona tutto ai poveri.
1055: il turco selgiuchide Tughril Beg viene nominato sultano dal califfo di Baghdad al-Qāsim, riducendo il califfato a un vuoto nome. I Sumeri vengono sconfitti e ridotti all'obbedienza dai Turchi.
1100: l'esploratore sumero Ahmad ibn Majid Urnungal è probabilmente il primo a toccare con la sua nave il continente australiano.
1258: il mongolo Hülegü Khan conquista Baghdad e impone il dominio mongolo su tutta la regione mesopotamica, saccheggiando la Sumeria. Bassora viene assediata e rasa al suolo: secoli di arte islamica vanno perduti. Ur e Eridu si salvano perché spalancano le porte ai conquistatori asiatici. L'impresa di conquista è narrata da Marco Polo nel suo "Milione", che parla anche dei Sumeri, definiti "il popolo più antico del mondo".
1308: descrivendo il mostro Gerione nel XVII canto del suo "Inferno", Dante Alighieri scrive: « Con più color, sommesse e sovraposte / non fer mai drappi Turchi né Sumeri, / né fuor tai tele per Aragne imposte » (Inf. XVII, 16-18). Il massimo poeta italiano si riferisce all'abilità sumerica nel tessere tappeti colorati.
1327: il viaggiatore arabo Ibn Battuta (detto "il Marco Polo musulmano") visita la Sumeria e ne lascia una vivida descrizione.
1335: dopo il crollo dell'impero mongolo degli Ilkhanidi, i Sumeri passano sotto il controllo della confederazione turcomanna dei "Montoni Bianchi" (Ak Koyunlu), i quali perseguitano i cristiani nestoriani ed i pagani.
1401: Timur Leng ("Timur lo Zoppo"), preteso discendente di Gengis Khan detto in Europa Tamerlano, dopo aver conquistato l'Asia centrale e la Persia, e dopo aver messo a sacco l'India, piomba sulla Mesopotamia, prende la città sumera di Eridu e vi compie un vero e proprio massacro. Gli storici musulmani dicono che sulla porta della città vengono poste due piramidi di teste umane, una di uomini e una di donne.
1411: morto Tamerlano, il suo impero si sfascia e i Sumeri passano sotto il dominio dei Kara Koyunlu ("Montoni Neri").
1492: alle due di notte del 12 ottobre Rodrigo de Triana, marinaio di Cristoforo Colombo, è il primo ad avvistare il Nuovo Mondo. Rodrigo de Triana è membro di una famiglia della diaspora sumerica giunta in Spagna (precisamente a Siviglia) al seguito degli Arabi e poi convertita al cattolicesimo; il nome di suo padre era Rodrigo Lugalmundu.
1508-1534: la Sumeria finisce sotto il controllo della dinastia persiana dei Safavidi.
1517: il viaggiatore sumero al-Hasan ibn Muhammad Elulu (1485-1554) è catturato da corsari cristiani mentre viaggia nel Mediterraneo e riscattato da Papa Leone X. Al-Hasan si converte al cattolicesimo, assume il nome di Leone in onore del Papa, e traduce in latino e in italiano alcune grandi opere della letteratura sumerica. Resterà universalmente famoso con il nome di Leone il Sumero.
1520: prima edizione a stampa del "Libro dei Nomi dei Re Sumerici" di Hakim Enmebaragesi.
1534: nella Battaglia di Čaldiran l Sultano Ottomano Solimano I il Magnifico (1520-1566) sconfigge lo Shah safavide Ismail I e conquista la Mesopotamia e la Sumeria. Quest'ultima diventa una provincia ottomana, e il sultano Murad III (1574-1595) la dividerà in sangiaccati. Bassora ritrova il suo ruolo di capitale sumera, ma non tornerà mai più ad essere la metropoli che è stata in periodo abbaside, riducendosi a città periferica del vasto impero ottomano.
1556: fallisce il tentativo portoghese di conquistare la Sumeria.
1600-1700: nel corso del XVII secolo la Sumeria viene colpita da una serie impressionante di catastrofi: una carestia nel 1621, un'alluvione nel 1633, una pestilenza nel 1635, un massacro ad opera dei Turchi (quasi 30.000 morti) nel 1638, una seconda alluvione nel 1656 e una terza, ancora più devastante, nel 1689.
1623-1638: temporanea riconquista persiana della Sumeria, che si risolve in un massacro di Sumeri. Le continue guerre fra Turchi e Persiani portano alla decadenza la gloriosa terra di Gilgamesh.
1670: il medico inglese Henry Condom presenta alla corte di Carlo II d'Inghilterra (1665-1685) l'invenzione del preservativo moderno, da allora chiamato appunto "condom". Condom appartiene alla diaspora sumera, il suo vero nome è Henry Kalbum, che tradisce le sue origini da Kish.
1793: il 13 luglio Charlotte Corday assassina nel bagno di casa sua Jean-Paul Marat, uno dei protagonisti della Rivoluzione Francese e capo del partito dei Giacobini. Marat era figlio di una famiglia appartenente alla diaspora sumera, suo nonno si chiamava Jean-Luc Mesh-He, poi storpiato in Maret e quindi in Marat.
1831: nel XIX secolo l'autonomia lasciata ai pascià consente il formarsi di poteri locali, ma l'alluvione del Tigri e dell'Eufrate di quest'anno pone fine al governo di Dawud (1816-1831), Pascià di Sumeria, e ad una stagione di riforme, investimenti e iniziative di riordino che questo pascià ha intrapreso; il sultano ottomano Mahmud II lo sostituisce con un suo uomo di fiducia.
1842: il 9 marzo viene rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano la terza opera di Giuseppe Verdi, il "Lugallo" (il titolo originale completo è "Lugalnammo"), su libretto di Temistocle Solera. Essa decreta il successo del "Cigno di Busseto"; il coro "Va Pensiero" diventa il simbolo del grido di dolore dei patrioti italiani oppressi dalla dominazione austriaca.
1869: Midhat Pascià, nuovo governatore di Sumeria, tenta di portare avanti un progetto di modernizzazione in senso occidentale che prevede la riorganizzazione dell'esercito, la secolarizzazione della scuola, l'aggiornamento degli ordinamenti giuridici ed il risanamento delle strutture amministrative. Presso la popolazione sorge così un forte sentimento nazionalista sumero, alimentato dalle ambizioni coloniali di Germania, Francia e Gran Bretagna. Alla fine tedeschi e britannici giungono ad un accordo: la Germania estende la sua influenza sulla Mesopotamia centrosettentrionale, progettando la costruzione di una ferrovia da Istanbul a Baghdad, mentre il Regno Unito ottiene il protettorato sulla Sumeria, considerata strategica perché si trova sulla via verso l'India. Sono anni di forte emigrazione sumera verso l'Europa, verso gli USA e verso l'Argentina.
1901: il 6 settembre l'anarchico sumero Leon Kugbaba, figlio di emigranti negli USA, durante la fiera di Buffalo (Stato di New York), spara al Presidente americano William McKinley, che spira il 14 settembre successivo. Kugbaba è condannato a morte e giustiziato mediante sedia elettrica il 29 ottobre successivo.
1914: il 19 ottobre l'Impero Ottomano entra nella Prima Guerra Mondiale a fianco della Germania. Il 22 novembre le truppe anglo-indiane sbarcano a Bassora con la «Sumeria Expeditionary Force» (SEF), un corpo creato ad hoc, e conquistano la Sumeria avanzando con obiettivo Baghdad, ma la loro offensiva è bloccata all'altezza di Nippur. La SEF, al comando del generale Charles Townshend, è messa sotto assedio a Kissura e costretta a capitolare nell'aprile 1916, subendo 23.000 tra morti e feriti.
1916: il 16 novembre il britannico Sir Mark Sykes e il francese François Georges-Picot siglarono in segreto gli accordi Sykes-Picot, con i quali le due potenze europee si spartiscono la regione mesopotamica: Parigi avrà mano libera sulla Siria e sul Kurdistan, Londra invece sulla Mesopotamia e sulla Sumeria.
1917: l'11 marzo le truppe britanniche comandate dal generale Stanley Maude conquistano l'intera Sumeria e poi entrano a Bagdad. I Sumeri le accolgono come dei liberatori.
1918: il 30 ottobre gli Ottomani siglano con la Gran Bretagna l'armistizio di Mudros e sono costretti a rinunciare definitivamente a tutti i territori al di fuori della penisola anatolica, Sumeria inclusa.
1919: una rivolta popolare dimostra che i Sumeri non hanno nessuna intenzione di passare dalla dominazione turca a quella britannica. Gli Stati Uniti del presidente Woodrow Wilson mettono il veto alla manovra inglese per rendere la Sumeria una colonia, ed alla Conferenza di pace di Parigi si decide di considerarla un "mandato di classe A" della Società delle Nazioni, come Iraq, Siria e Palestina, destinato ad una vicina indipendenza.
1922: l'archeologo britannico sir Leonard Woolley (1880-1960) compie una grande campagna di scavi in Sumeria, e riporta alla luce dopo 4000 anni il celebre Stendardo di Ur, che si riteneva perduto per sempre.
1923: l'hāshemita Faysal ibn al-Husayn, figlio di al-Husayn ibn 'Alī, Sceriffo della Mecca, è posto a capo del Regno dell'Iraq in mani inglesi. Faysal avanza rivendicazioni sulla Sumeria, a cui segue la rabbiosa reazione dei Sumeri. La Gran Bretagna fatica sette camicie per rimettere pace tra le sue colonie, ma Iraq e Sumeria restano in uno stato di tregua armata. Il regno di Faysal rimane arretrato e tribale, mentre in Sumeria, grazie anche ai porti sul Golfo Persico, si sviluppa un proletariato urbano in via di occidentalizzazione.
1926: prime elezioni in Sumeria; vengono rilasciate anche le prime concessioni per la ricerca e l'estrazione del petrolio ad una compagnia straniera, le cui prospezioni inizieranno nel 1927.
1931: il 1 settembre la Sumeria proclama formalmente l'indipendenza con il nome di Repubblica di Sumeria e con capitale Ur; viene riunita una assemblea costituente, i cui lavori producono una costituzione modellata su quella francese. I rapporti con la corona britannica restano però fortissimi, e Londra conserva basi militari esclusive nel paese, ufficialmente per garantire la sicurezza della "via delle Indie", in realtà per mantenere un controllo efficace sugli interessi petroliferi.
Odierna bandiera della Sumeria
1932: Mohamed Urnammu, di religione musulmana sunnita, è eletto primo Presidente della Sumeria. La Sumeria è ammessa nella Società delle Nazioni con l'appoggio francese e italiano, e deve guardarsi dalle rivendicazioni irachene e saudite.
1934: è fondata la Federazione Calcio della Sumeria.
1938: il giornalista ungherese László József Bíró inventa la penna a sfera, poi chiamata penna biro dallo scrittore italiano Italo Calvino; tale nome è adottato in tutto il mondo. Biro appartiene alla diaspora numerica, suo bisnonno si chiava József Ibbi-Urur.
1939: il generale sumero Ahmed Shulgi, ammiratore di Mussolini e Hitler, con il sostegno di Ghāzī, nuovo re dell'Iraq figlio di Faysal, tenta un colpo di stato filofascista e si impossessa di Bassora, ma è sconfitto dalle forze armate britanniche e si suicida. La Sumeria rompe le relazioni con la Germania nazista.
1941: la Repubblica di Sumeria dichiara guerra alle potenze dell'Asse ed interviene nella Guerra anglo-irachena; il generale sumero Ibrahim Urgigir, di religione cristiana, alleato con il generale inglese Archibald Wavell, muove su Baghdad, ed alla fine il governo filonazista iracheno di al-Kaylānī viene abbattuto e sostituito da Nūrī al-Saīd.
1945: la Sumeria è tra gli stati fondatori dell'ONU.
1948: il 14 maggio a Tel Aviv David Ben Gurion proclama lo Stato d'Israele, che viene riconosciuto dalla Sumeria. Sale la tensione con i paesi della Lega Araba, che attaccano militarmente lo Stato d'Israele, subendo una dura sconfitta da parte di Tsahal, il neonato esercito israeliano. La maggior parte degli ebrei della Sumeria in breve tempo si trasferisce in Israele.
1950: viene fondata l'Agenzia per lo Sviluppo, ente governativo uno dei cui principali progetti è la protezione dalle inondazioni della Sumeria; per questa importante opera di ingegneria idraulica, comprendente la deviazione di acque dello Shatt el Arab verso sud, la Sumeria riceve un prestito della Banca Mondiale per 10 milioni di dollari.
1955: Sumeria, Turchia, Iran, Pakistan e Gran Bretagna firmano il cosiddetto "Patto di Ur", ispirato dagli Stati Uniti, un'alleanza di difesa per il Vicino e Medio Oriente. L'Iraq rifiuta di aderire al Patto, si avvicina all'URSS e all'Egitto di Gamāl 'Abd al-Nāsser, nuovo leader egiziano dopo la detronizzazione di Re Faruq nel 1952, che ha l'ambizione di riunire tutti gli Arabi in un'unica federazione.
1958: il 14 febbraio Iraq e Giordania costituiscono l'Unione Araba, nel clima di panarabismo che ha investito tutto il Medio Oriente; la Sumeria ritiene questa mossa una minaccia alla sua sicurezza. Il 14 luglio però il generale iracheno ‘'Abd al-Karīm Qāsim organizza un colpo di stato, prende il controllo di Baghdad , occupa la radio ed i palazzi del potere, stermina la famiglia reale, abolisce la monarchia e proclama la repubblica. L'Unione Araba è sciolta. C'è chi dice che i Sumeri non siano estranei a questo golpe, poiché sotto Qāsim i rapporti con Ur migliorano.
1960: il 14 settembre la Sumeria è tra gli stati fondatori dell'OPEC, l'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio.
1961: stabilite regolari relazioni diplomatiche tra la Sumeria e la Santa Sede, grazie alla fama di cui gode Giovanni XXIII. Quest'ultimo riceve in Vaticano Sua Santità Eshai II Zamug, Patriarca della Chiesa Ortodossa Sumera.
1963: Qāsim è deposto ed ucciso da un colpo di Stato organizzato da esponenti del partito Baath, 'Abd al-Salām 'Ārif prende il potere con l'appoggio segreto della CIA. I rapporti con la Sumeria tornano tesissimi, perché 'Ārif torna a rivendicare il territorio dei Sumeri (e il loro petrolio).
1967: la fulminante vittoria israeliana nella Guerra dei Sei Giorni segna la fine del Nasserismo e del suo sogno panarabo. Cresce il risentimento iracheno contro i Sumeri, accusati di fiancheggiare gli israeliani. Un parente del nuovo autocrate iracheno Ahmad Hasan al-Bakr, un certo Saddam Hussein al Tikriti, raccoglie truppe per attaccare la Sumeria al grido di "Morte ai Sumeri"! Al-Bakr però gli impedisce di passare dalle parole ai fatti, per non guastare i rapporti con gli USA.
1970: fallito colpo di stato in Sumeria ad opera di elementi Baathisti. Ur interrompe le relazioni diplomatiche con l'Unione Sovietica, accusata di fiancheggiare gli iracheni.
1973: la Sumeria rifiuta di aderire alle decisioni dell'OPEC che portano alla crisi petrolifera. Vengono riconosciuti pieni diritti civili alle donne e lo stato viene definitivamente laicizzato, nonostante l'opposizione dei gruppi fondamentalisti religiosi, come quello dei Veri Musulmani Sumeri.
1976: la Nazionale di Calcio della Sumeria arriva seconda nella sesta edizione della Coppa d'Asia organizzata dall'Iran, battuta in finale dai padroni di casa per 1-0.
Il 22 settembre nasce a Rio de Janeiro Ronaldo Luís Nazário de Lima, futuro campione di calcio che giocherà nel Cruzeiro, nel PSV Eindhoven, nel Barcellona, nell'Inter, nel Real Madrid, nel Milan e nel Corinthians. Con la nazionale verdeoro del Brasile vincerà due Coppe America, una Confederations Cup e soprattutto due Mondiali di Calcio (1994 e 2002), diventando il miglior marcatore assoluto della storia dei Mondiali con 15 gol in 19 partite. Ronaldo discende da una famiglia della diaspora sumera, secondo alcuni "de Lima" è una storpiatura di "de Lagash".
1977: il presidente della Repubblica di Sumeria, il cristiano Teodoro Lugalmelem, inizia un'opera di mediazione che porterà alla firma del Trattato di Pace di Eridu fra lo stato di Israele guidato da Menachem Begin e l'Egitto di Anwar al-Sādāt, primo trattato di pace tra lo stato ebraico e uno dei suoi nemici arabi. Il presidente egiziano definisce i Sumeri "i migliori amici del popolo egiziano", cancellando così di colpo l'inimicizia negli anni del nasserismo.
1979: Il 12 luglio Saddam Hussein prende il potere in Iraq con un colpo di stato, fa giustiziare i suoi oppositori e dichiara guerra alla neonata Repubblica Islamica dell'Iran. I Sumeri si tengono ben lontani dal conflitto, anche se Teodoro Lugalmelem ha mostrato simpatie per la rivoluzione khomeinista. Il governo sumero è comunque ben lieto che il nuovo dittatore iracheno sia troppo impegnato con la guerra Iran-Iraq per avanzare nuove rivendicazioni sul suo territorio. Inoltre molti politici sumeri pensano che in ogni caso la guerra avrebbe avvantaggiato la loro nazione, eliminando uno dei due scomodi regimi ed indebolendo l'altro, che risulterà più facile da contrastare.
1980: la Sumeria partecipa al boicottaggio USA contro le Olimpiadi di Mosca dopo l'invasione dell'Afghanistan. Dal 15 al 30 settembre inoltre in Sumeria si svolge la settima edizione della Coppa d'Asia di calcio. La finale si svolge il 30 settembre nello Stadio Gilgamesh di Uruk e vede la vittoria della Nazionale di casa sulla Corea del Sud per 3-0.
1982: storica prima partecipazione della Nazionale di Calcio Sumera ai Mondiali di Calcio in Spagna. Inserita nel Gruppo 4 con Inghilterra, Francia e Cecoslovacchia, pareggia 1-1 con quest'ultima ma perde 4-1 con l'Inghilterra e 1-0 con la Francia, venendo eliminata al primo turno come ultima del girone.
1983: il democratico Michael Stanley Lugalkitun, figlio di emigranti sumeri, è eletto Governatore del Massachusetts, che sotto di lui conosce un periodo di straordinario sviluppo economico (si parla di "miracolo sumero").
1984: il presidente USA Ronald Reagan e il ministro degli esteri iracheno Tāreq Azīz si incontrano alla Casa Bianca il 26 novembre e ristabiliscono le relazioni diplomatiche fra i due paesi: Saddam Hussein è considerato un valido bastione contro il khomeinismo. Crescente irritazione da parte dei Sumeri.
1988: il 20 agosto ha fine senza né vincitori né vinti la guerra assurda tra Iran e Iraq, entrambi ridotti allo stremo. I Sumeri pensano di essere al sicuro da possibili aggressioni irachene, ma si sbagliano. L'8 novembre Michael Stanley Lugalkitun è sconfitto da George W. Bush nella corsa alla Presidenza degli Stati Uniti d'America, essendosi dichiarato contrario alla pena di morte (se eletto, Lugalkitun sarebbe stato il primo Presidente USA di religione ortodossa).
1989: l'arte della tradizionale scrittura cuneiforme conosce un revival, e ne è reintrodotto lo studio nelle scuole superiori della Repubblica Sumera.
1990: il 2 agosto a sorpresa l'Iraq di Saddam Hussein occupa la Sumeria, desideroso di conquistare uno sbocco sul mare; il presidente Abdallah Enlilbani fugge in Qatar ed invoca l'aiuto americano. Il Presidente USA George H. Bush non può accettare l'eliminazione di uno dei suoi strategici alleati nella regione, ed ordina a Saddam di lasciare il paese, ma il dittatore iracheno rifiuta. Ne segue una risoluzione ONU che autorizza gli USA e i suoi alleati all'uso della forza per liberare la Sumeria, mentre Papa Giovanni Paolo II continua a lanciare appelli per una risoluzione pacifica della contesa.
1991: il 17 gennaio, scaduto l'ultimatum USA, una coalizione internazionale a guida americana (di cui fa parte anche l'Italia) attacca le forze irachene di occupazione in Sumeria, mentre l'aviazione bombarda Baghdad e le principali città dell'Iraq. Il 10 febbraio ha inizio l'operazione di terra, che vede la rapida riconquista della Sumeria. Stavolta il comandante in capo della coalizione, generale Norman Schwarzkopf, non si ferma, e con l'aiuto del generale sumero Ahmed Amarsin entra a Baghdad il 1 marzo. Saddam Hussein fugge in Unione Sovietica con la famiglia e una gran quantità di oro rubato alla banca centrale irachena, l'Iraq è liberato e George H. Bush insedia un governo amico guidato dallo sciita Iyād 'Allāwī, uomo di fiducia dell'Occidente. L'Iraq è però scosso dalla guerriglia dei sanniti e dei curdi, che si oppongono alla maggioranza sciita che ora governa il paese; l'Iraq vede un fiorire di movimenti estremisti islamici e resta in uno stato di guerriglia permanente, simile alla nostra Somalia. Tra i vari signori della guerra si afferma il saudita Osama Bin Laden, che fonda il movimento Al Qaida (la Base). La Sumeria è così costretta a costruire un vero e proprio vallo difensivo al confine con l'Iraq, che resta il ventre molle della regione mediorientale.
L'odierna Sumeria vista da Google Earth
1994: primo grave attentato terroristico in Sumeria contro un hotel affollato di turisti occidentali, rivendicato da Osama Bin Laden.
1995: il 20 marzo alcuni fanatici membri della setta nazionalista sumera "Sublime Dea Ninsun" liberano gas nervino nella metropolitana di Ur, provocando 12 decessi e più di 3 000 intossicazioni. Sette membri della setta, incluso il suo capo, sono condannati a morte.
1996: i Curdi proclamano un loro stato indipendente nel nord dell'Iraq, ma nessun paese al mondo lo riconosce.
1997: lo scrittore sumero Jalal Angnanna è insignito del Premio Nobel per la Letteratura per i suoi romanzi storici ambientati nelle città stato sumeriche del II millennio a.C.
1998: il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan promuove una Conferenza di Riconciliazione dell'Iraq tra tutte le forze che se ne contendono il controllo, ma essa si risolve in un fiasco.
1999: benché sconsigliato a causa dell'instabilità del vicino Iraq, ed anche se i cattolici Sumeri sono solo lo 0,9 % della popolazione, Papa Giovanni Paolo II compie una visita pastorale ad Ur, patria di Abramo, nell'ambito del suo pellegrinaggio giubilare alle radici della fede cristiana.
2000: il Parlamento di Ur vota a stragrande maggioranza l'abolizione della pena di morte.
2001: dopo gli attacchi terroristici contro le Twin Towers di New York dell'11 settembre, la Sumeria partecipa all'operazione "Enduring Freedom" guidata da George W. Bush contro l'Afghanistan e alla successiva occupazione del paese durante la fase di transizione, ma le truppe sumere subiscono gravi perdite a causa della guerriglia condotta dai Talebani afgani.
2003: in ottobre una concentrazione di truppe irachene al confine con la Sumeria spinge gli Stati Uniti di George W. Bush ad inviare un proprio contingente militare in Iraq, appoggiato dal Regno Unito di Tony Blair e dall'Italia di Silvio Berlusconi. Le truppe occidentali restano però invischiate nel ginepraio iracheno e subiscono gravi perdite. Intanto gli attacchi terroristici in Sumeria mettono in crisi il turismo di questa nazione.
2006: di fronte alle difficoltà e allo stillicidio di caduti tra le file della coalizione, gli Stati Uniti e i loro alleati sono costretti a ritirarsi dall'Iraq, che resta praticamente privo di un governo dotato di vera autorità al di fuori della capitale Baghdad. Emigrazione dei cristiani da quella nazione. In Italia Silvio Berlusconi perde rovinosamente le elezioni, a causa dell'impopolarità dell'intervento in Iraq, e Romano Prodi torna alla guida del paese.
2009: il regista sumero Hassan Shusin vince il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.
2010: lo sciita Nuri Kàmil al-Màliki riesce a costituire un governo iracheno che raccoglie il sostegno delle maggiori forze in campo in Iraq, ma la guerriglia prosegue. Dall'11 giugno all'11 luglio si giocano i Campionati Mondiali di Calcio in Sudafrica, cui la Sumeria si qualifica per la seconda volta dopo Spagna '82, sconfiggendo la Corea del Nord nell'incontro decisivo. La nazionale sumera è inserita nel Gruppo G con Brasile, Portogallo e Costa d'Avorio. Vince 3-0 con la Costa d'Avorio, ma perde 2-1 con i brasiliani e 4-0 contro i portoghesi, e viene così eliminata al primo turno per la seconda volta.
2011: il 1 maggio Osama Bin Laden viene abbattuto durante un'azione delle forze speciali americane nella casa dell'Iraq centrale in cui si nascondeva. Pare che gli USA abbiano avuto informazioni certe sulla presenza dello "sceicco del terrore" in quell'abitazione grazie ai servizi segreti sumeri, ma il governo di Ur negherà sempre.
2013: Shulgi Dumuzi è il primo Presidente della Sumeria appartenente alla minoranza (il 5 % della popolazione) che venera ancora la tradizionale religione politeistica sumera. Come primo atto ufficiale del suo mandato, egli assiste il 19 marzo alla Messa inaugurale del Pontificato di Papa Francesco.
Enrica S.
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Questo è il commento in merito del grande Bhrghowidhon:
Cosa vi so dire sull'origine dei Sumeri? La risposta più prudente sarebbe: «Niente». Però trovo sempre un po’ ipocrite le risposte di questo genere (è ovvio che non sappiamo niente; agli Studiosi si chiede che cosa si può ipotizzare, non una verità da sentenza di tribunale, che fra l’altro pure questa è spesso discutibile...), quindi mi permetto di esporre le ipotesi correnti, almeno nel campo linguistico. Evidentemente si tratta di ipotesi controverse; d’altra parte, il sumerico è talmente difforme dalle lingue circostanti che è impossibile condurre dimostrazioni convincenti. Siamo ancora nel campo delle ipotesi di lavoro.
La prima è di carattere macrocomparativo: fra tutte le famiglie linguistiche dell’Eurasia, il sumerico presenta qualche sparuta ma curiosa somiglianza (di pochi lessemi) col turco-tataro e con l’indoeuropeo (che a loro volta sono fortemente sospetti di essere apparentati). È quindi lecito e logico immaginare che, se l’indoeuropeo e il turco-tataro insieme al mongolo (uso una formulazione molto prudenziale al posto di “altaico”, lasciando in sospeso la questione del tunguso) – ma anche l’uralico – facevano parte di un’unica macrofamiglia, allora anche il sumerico ne può provenire.
La seconda ipotesi riguarda invece la Bassa Mesopotamia. Non solo si trovano, in sumerico, alcuni lessemi abbastanza diversi dagli altri e che in compenso presentano precise corrispondenze con l’indoeuropeo vero e proprio (sembrano quindi mutuazioni dall’indoeuropeo preistorico o da una lingua indoeuropea molto antica, non eredità da una comune macrofamiglia); addirittura, alcuni idronimi hanno etimologie direttamente indoeuropee più persuasive che eventuali alternative sumeriche o semitiche. Si tratta della componente del sumerico chiamata – da chi ci crede (me compreso) – “eufratico”: viene considerato un superstrato oppure un sostrato del sumerico, comunque una lingua indoeuropea molto vicina all’indoeuropeo preistorico e che avrebbe lasciato appunto queste tracce nel lessico e nella toponimia del sumerico.
Lo stesso nome accadico del Paese di Sumer, Šu-me-ru, è stato interpretato come equivalente (attraverso un dialetto sumerico socialmente marcato, detto eme-sal) del sinonimo sumerico (in dialetto eme-ĝir) Ki-en-gi(-r) ed entrambi come riflessi di una mutuazione dall’eufratico (indoeuropeo) *Kʷĕṅkʷrŏ-s, dall’indoeuropeo *Pĕṅkʷrŏ-s ‘unità di cinque’ (l’antecedente del tedesco Finger ‘dito’). Sarebbe dunque naturale che si tratti di una denominazione diversa (è da discutere se anteriore o no) rispetto all’endonimo sumerico: sarebbe in realtà il nome eufratico.
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La stessa Enrica S. ha poi avuto un'altra idea:
Nel 2001 un'alluvione nella Valle dell'Halil, a sud della città iraniana di Jiroft, ha rivelato la presenza di una civiltà megalitica datata al 3000 a.C. di cui fino a poco tempo fa si ignorava totalmente l'esistenza. Gli scavi hanno riportato alla luce straordinari corredi funerari, un sorprendente complesso urbano e i resti di una ziggurat in mattoni crudi di 400 metri di lato, assai simile a quelle sumeriche. Alcune tavolette hanno rivelato una scrittura simile a quella cuneiforme. Secondo alcuni si tratta della città perduta di Aratta, mitica terra citata nei più antichi testi sumerici, come " Enmerkar e il signore di Aratta", nel quale si narra dei conflitti tra i re di Uruk e un enigmatico regno a oriente di Sumer, ricco di oro, argento e lapislazzuli. Ma che accade se, anzichè essere distrutta dal re Enmerkar di Uruk, Aratta diventa uno dei principali poli di civiltà monumentale dell'antichità, creando un Impero Persiano anticipato di millecinquecento anni? Come cambia la storia del Medio Oriente?
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Le risponde Bhrghowidhon:
Non cambia solo la Storia del Medio e del Vicino Oriente, ma di tutta l'Indoeuropa. La dissoluzione definitiva dell'unità indoeuropea è avvenuta in conseguenza dell'irradiazione dalla Mesopotamia Meridionale degli effetti delle dinamiche interlinguistiche sumero-semito-indoeuropee; con un baricentro spostato in area ad assoluta prevalenza indoeuropea (anche se una conclusione definitiva dipende dalla auspicabile decifrazione della documentazione della Civiltà della Valle dell'Indo e della Sarasvati), verrebbe meno il meccanismo sociolinguistico alla base di tutto il processo e quindi... una evidente comunanza di sistema fonologico, della morfologia più usata e di un discreto numero - come doveva essere ancora allora - di unità lessematiche (soprattutto quando erano ancora all'opera tendenze centripete, per esempio nell'àmbito delle Culture dei Kurgany) avrebbe garantito la percezione di una comunione 'nazionale' fino all'Atlantico da un lato e al Fiume Giallo dall'altro: ciò che storicamente si è realizzato come Impero Persiano (nel progetto, l'unione di tutti gli Īrāni estesa, in aggiunta, all'intero Vicino Oriente, Egitto incluso) sarebbe stato in quel caso il fatidico Impero Indoeuropeo...
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Ed ecco ora una nuova proposta di William Riker:
Intorno al 1500 a.C. le tribù Hayasa (dal nome del mitico fondatore Haik) si stanziarono nelle pianure dell'Anatolia centorientale, dando vita nei secoli successivi al popolo armeno. Che succede se, come accaduto in Egitto o a Roma, questi popoli danno vita ad un forte stato centralizzato in grado di assurgere a grande potenza e di restarlo fino al presente, costituendo nel Medio Oriente uno stato cristiano con cui tutti dovranno fare i conti?
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Questa è l'articolata proposta di Bhrghowidhon, un vero maestro:
Pochi anni fa Jahowkian ha riconosciuto in alcuni testi urartei sequenze armene; era impressionante. Comunque il punto più sconcertante è l'emersione quasi esclusiva degli Armeni dopo decine di secoli di attestazioni solo hurro-urartee.
È innegabile inoltre che il successo delle retrodatazioni trovi alimento nello sciovinismo; d'altra parte, l'assunto dell'immigrazione rischia di fondarsi su una coazione al modello in ultima analisi classicistico-umanistico rivisitato dalla cultura europea dell'Ottocento: "se le attestazioni di un popolo cominciano in una determinata epoca, significa che prima non erano lì". In apparenza è un atteggiamento molto prudente e rigoroso, ma:
1) lo sarebbe di più se distinguesse tra attestazioni che potevano iniziare prima e attestazioni che iniziano quando gli Attestandi hanno per la prima volta la possibilità di produrre documenti;
2) per avere valore probatorio dovrebbe essere corroborato da attestazioni 'altrove', prima della migrazione, dei presunti invasori (altrimenti, sembra assurdo ma ne è la conseguenza logica, dovremmo concludere che se un popolo non è attestato prima di una certa data - ed escludiamo che sia di origine extraterrestre - non esisteva affatto: è vero che l'etnogenesi è una rinegoziazione continua, ma datarla e silentio rischia di diventare feticismo dell'attestazione).
In altri termini: pensare che gli Armeni, prima del XVI. secolo a.C. (o quello che preferiamo), fossero - per usare la formulazione più prudente - in qualsiasi luogo del mondo fuorché in Armenia è un paradosso; significa usare la mancanza di attestazioni per attribuire maggiore verosimiglianza a una localizzazione fuori Sede e altrettanto non attestata rispetto alla localizzazione in Sede (per quanto anch'essa non attestata).
Comunque non nego di essere sciovinista ;) e perciò mi permetto di rendere più concreta l'ipotesi: fin dalla prima antropizzazione si sarebbero formate comunità umane - di cacciatori-raccoglitori e poi di agricoltori - geneticamente presenti fino a oggi nella regione; dato che l'uscita del Sapiens dall'Africa è avvenuta in pochissime riprese (geneticamente dimostrate) e ad opera di gruppi ristrettissimi (per ragioni paleoantropologiche) e inoltre centinaia di millenni dopo la nascita del linguaggio (in quanto lo stesso Neanderthal è più probabile che lo conoscesse anziché no), la diversità linguistica delle più antiche popolazioni del Vicino Oriente non sarebbe molto maggiore di quella protostorica e quindi l'asse linguistico-genealogico eurasiatico (cioè, nell'area in esame, indoeuropeo) dovrebbe aver avuto un ruolo prevalente in tutti i territori tra l'Altopiano Anatolico e quello Iranico. Le tappe della (prei)storia archeologica e sociologica sarebbero state le consuete, con crescita delle comunità e allargamento della rete economica e 'parentelare': l'unica precisazione è che l'evoluzione linguistica di tali comunità, in origine solo vicane e in prosieguo di tempo anche pagensi fino a diventare etniche in senso classico, sarebbe stata conseguentemente uniformata in parallelo allo stabilirsi di legami sempre più ampi e soprattutto a partire da un originario continuum indoeuropeo comune (quindi: da tante piccole comunità indoeuropee a un ethnos tardoindoeuropeo decisamente caratterizzato - in senso preprotoarmeno - rispetto agli ethne vicini).
Tutta questa era una giustificazione di fronte all'autorevolezza del professor Zekiyan; per l'ucronia, mi sembra che il punto essenziale riguardi il rapporto tra Armeni e Turcomanni, in epoca ben più moderna: dato che la Storia reale è andata come è andata, per 'cambiarla' Riker propone di far avere agli Armeni il ruolo dei Greci (giusto?) e, oltre a ciò, di trasformare la regione da campo di battaglia bizantino-sasanide in centro dell'Impero (presumo con inevitabili conseguenze di contenimento dell'Islam dei primi Califfi).
Per farmi avere il vostro parere, scrivetemi cliccando qui.
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C'è spazio per un'idea che dobbiamo all'amico PinnaHistoriae, giovane promessa dell'ucronia:
I Fenici hanno iniziato il commercio marittimo per ovviare al terreno povero e arido della loro patria, e con il commercio interno precluso dai rilievi ai bordi. Navigando nascono molte colonie dove vengono commerciati i pochi prodotti del luogo (porpora e legno di cedro). Il valore di questi ultimi è molto alto e i Fenici diventano commercianti molto esperti. Tra le colonie preminenti c'è anche Cartagine che, distrutta dai romani, avvia la conquista della Fenicia e la fondazione della provincia della Siria.
Ma se I fenici si fossero stanziati in un luogo fertile e pianeggiante?
I Fenici sono localizzati in una pianura fertile, attraversata da un fiume e ricca di alberi fruttiferi. Che bisogno c'è, dunque, di intraprendere la navigazione? I Fenici, dunque, intraprendono l'agricoltura e il commercio terrestre mentre il commercio marittimo passa in secondo piano, diventando unicamente mezzo di vendita di prodotti finiti dato che l'artigianato è stato potenziato. I fenici diventano molto ricchi e tale ricchezza non sfugge al regno israelita che tenta di invadere la Fenicia. I Fenici, però, hanno affinato la tecnica guerriera quindi vincono Israele nella battaglia di Gerusalemme del 700 e inglobano il regno israelita, così come inglobano lo sterminato regno assiro e altri regni che li sfidano. Diventano così temuti concorrenti dei romani dato che, come loro, hanno assimilato le conoscenze dei popoli sottomessi e probabilmente vincono la battaglia... Come cambia la storia?
Ed ora, ecco un'altra genialissima idea del solito Bhrghowidhon:
Semiti indoeuropei e Impero Indomediterraneo
Nell'ultimo quindicennio è emerso un paradosso sconcertante relativo all'origine dei Semiti: linguisticamente sono senza alcun dubbio parenti immediati dei Camiti, ma geneticamente non hanno alcuna connessione con l'aplogruppo del DNA nucleare (cromosoma Y) larghissimamente maggioritario presso questi ultimi (E), bensì discendono quasi esclusivamente da un progenitore (J) vissuto circa 32˙000 anni fa in area caucasica e direttamente connesso a tutti gli aplogruppi presenti fra le popolazioni di lingua indoeuropea (F, G, H, I, K, L, P, R) oltre che amerindia (Q), uralica e altaica (N), asiatica sudorientale (O) e papuana-neoguineana (M).
Se accettiamo il principio che la lingua di prima socializzazione è la lingua della madre, i Semiti sono praticamente i discendenti di padri eurasiatici e madri afroasiatiche (in particolare camitiche). Data la cronologia, il momento in cui una tale 'ibridazione' può aver avuto luogo più facilmente è il 'collo di bottiglia' del Pleniglaciale (18˙000 anni fa) ai margini dei deserti vicino-orientali (allora nella fase di massima siccità) fra due comunità esogamiche, delle quali una verosimilmente poligamica (quella camitica, a giudicare dalle continuazioni etnologiche) e l'altra rigorosamente monogamica (perché le possibilità di massimo sfruttamento della fertilità femminile si hanno in una società di coppie monogame, dato che il sistema poligamico del maschio dominante presenta il duplice svantaggio di lasciare senza discendenti la quasi totalità dei maschi e di non garantire la puntuale presenza del maschio dominante in ogni momento utile per la fecondazione; chiedo scusa del linguaggio brutalmente zootecnico...). È sufficiente anche una leggera prevalenza di figli di madri della comunità di maschi E (e quindi di padri J, monogami) sui figli di madri della comunità di maschi J (e quindi di padri E, poligami) per innescare, in una popolazione relativamente ristretta, una deriva genetica in grado di portare al risultato storicamente osservabile (genetica eurasiatica e lingua afroasiatica).
A questo punto scatta la possibile divergenza: se entrambe le comunità fossero state monogamiche (situazione del tutto comprensibile in un contesto di scarsa popolazione, ma per definizione costituita al 50% da maschi e 50% femmine), si sarebbe creata una popolazione geneticamente per metà eurasiatica e metà afroasiatica e linguisticamente bilingue o del tutto ibrida; se invece l'uso della monogamia o poligamia fosse stato inverso, avremmo una popolazione linguisticamente indoeuropea di origine afroasiatica (si noti che questo caso è realmente avvenuto col subaplogruppo E1 b1b1, comune a Napoleone e Hitler oltre che a una parte degli Ebrei Tedeschi).
Le conseguenze del secondo caso sarebbero state pressoché incalcolabili sul piano sociolinguistico. Senza le dinamiche di contatto linguistico fra (camito-)semitico e indoeuropeo in Mesopotamia (ma anche in Basso Egitto) e quindi, attraverso l'Altipiano Īrānico da un lato e l'Anatolia dall'altro, riverberatesi in tutta l'Indoeuropa (con conseguente definitiva individuazione, a livello fonologico, delle classi linguistiche protostoriche: Indo-Īrānici, Anatolici, Greci, Armeni, Frigi, Traci, Italici, Germani, Daco-Misî, Slavi, Balti, Celti &c.), la situazione sarebbe rimasta letteralmente quella descritta con fraseologia accadicizzante in Genesi XI 1 ("e tutta la Terra era di una sola lingua e di lessico unitario").
Senza ibridazione linguistica non si sarebbero create differenziazioni microsociolinguistiche di prestigio in grado di indurre nei basiletti (lingue socialmente basse) i mutamenti fonologici provocati nell'acroletto (lingua socialmente alta) dagli effetti del bilinguismo personale di Re nati da Principesse alloglotte. Nessun mutamento fonologico, del resto, era ā priōrī necessario, tant'è vero che le lingue neoindoarie preservano fonemi tipologicamente marcatissimi come le occlusive sonore fiatate o mormorate aspirate in principio di parola seguite da laterali o vibranti (in pratica /#bʱl/, /#bʱr/, /#dʱl/, /#dʱr/, /#gʱl/, /#gʱr/, sequenze uniche al Mondo) e tutti i tratti che queste stesse lingue hanno modificato sopravvivono tranquillamente in altre lingue indoeuropee più a Occidente.
Con variazione linguistica nello spazio ("diatopica") solo a livello lessicale e, strutturalmente, morfologico, la persistente coscienza della comune affiliazione linguistica indoeuropea avrebbe sicuramente mantenuto o determinato un durevole senso di appartenenza nazionale nel pieno senso del termine. Le vicende geopolitiche verificatesi dalla nascita dell'Urbanesimo in poi, pur obiettivamente identiche - per definizione - a quelle storiche, sarebbero state soggettivamente percepite come in India (ma su un territorio dieci volte più grande): tentativi sempre più 'agguerriti' di unificazione nazionale.
Già a molti di noi (sulla scia, per esempio, di Kitsikis) risulta che fra gli Achemenidi, i Diadochi, Roma, Bisanzio, i Sāsānidi, i Califfati, i Saljūqidi e gli Ottomani sussista una sostanziale continuità storica; a maggior ragione, in un contesto etnolinguistico come quello proposto in questa ucronia la 'Successione degli Imperi' sarebbe apparsa come una sequenza di Dinastie dalla funzione storica di trasformare la Nazione Indoeuropea in un Impero Indomediterraneo.
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Gli replica Iacopo:
Ho un dubbio di fondo su questo tipo di linea ucronica, e cercherò di renderlo chiaro.
La Successione di Imperi che parte con gli Achemenidi (ci sono secondo me ottimi motivi per non considerare le entità politiche precedenti ad essi in questa sequela) nasce ovviamente in un mondo geopolitico già frazionato. Non solo la divisione dell'Indoeuropeo in idiomi locali, ma anche la (conseguente?) Frammentazione "ideologica" erano già avvenute o stavano avvenendo. Gli Imperi furono la risposta ad una disgiunzione di un tutto continuo, ma l'opera di frammentazione dell'Ecumene Indoeuropea proseguì a lungo entro l'epoca imperiale, estendendosi ad aree ben più profonde della lingua, della politica e anche della cultura.
Dunque pur accettando tutte le premesse di Guido, non riesco a seguirlo sulla conclusione: gli Imperi della nostra timeline non potrebbero essere trasposti come Dinastie di un Iperimpero in formazione. Non posso accettare ciò perché secondo me ogni Impero,anche un Iperimpero, si staglia sullo sfondo di una frammentazione che ideologicamente lo precede. L'ideale imperiale è, a mio parere, una rivolta contro il mondo (moderno). È intrinsecamente reazionario, in senso proprio e etimologico. È un tentativo di fermare la Storia. "Le mani del Re sono mani di guaritore": il compito logico dell'Impero è sanare una frattura.
(Breve digressione: il compito logico della Storia, della Psicologia e dell'Anarchismo è quello di elaborare, di portare a compimento, di vivere, di disattendere la frattura; l'ucronia in questo senso è uno strumento di disattendimento e di emancipazione della Storia).
Per tutti questi motivi ritengo che senza la frizione euforica non sarebbe esistita un'Ecumene Indoeuropea COME IDEALE, ma solo come realtà di fatto. Dunque non vi sarebbero stati i presupposti per il sorgere di un'Ideale imperiale e di in Impero. Avremmo semplicemente avuto una sequela disordinata di potentati locali.
La Ruota del Dharma non si sarebbe messa in moto e la dialettica materiale della Storia non avrebbe avuto inizio. Un'Ecumene intatta, che sia postulata o prodotta da un punto di divergenza, non lascerebbe spazio nel suo abbraccio incestuoso per l'opera deo grandi Frattori: niente Cammelliere, niente Illuminato, niente Servo del Disco, niente Fuoriuscente, niente Unto, niente Lodato, niente religione. E dunque niente scienza.
Insomma, per come la vedo io, per avere una frittata devi rompere le uova.
(Una nota: non mi sfugge come questa ucronia risponda all'ideale sgorgato dall'andamento reale della dinamica storica)
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E Bhrghowidhon ribatte:
Sono osservazioni molto impegnative (con tanto di citazione di Giulio Cesare Andrea E., per gli amici Julius), mi ci è voluto un giorno intero (24 ore nette) per preparare una risposta; però questa volta davvero non esiste divergenza di posizioni, bisogna solo chiarire che il numero grammaticale singolare dell'etichetta "indoeuropeo" è in parte un'insufficienza puramente linguistica (fattualmente è un collettivo di almeno cinquanta varietà diatopiche) e in parte il portato di una pigrizia della vulgata, che appiattisce su un orizzonte cronologico ristrettissimo (Calcolitico) almeno quattro lunghissime fasi (Paleolitico, Mesolitico, Neolitico e appunto Calcolitico) per una durata della preistoria indoeuropea più di quaranta volte maggiore di quanto comunemente ritenuto. C'è più differenza fra l'indoeuropeo arcaico e ognuno della cinquantina (se non addirittura dieci volte tanto) di indoeuropei tardi che fra questi ultimi e le loro continuazioni storiche e moderne; ma quel che più conta è che, all'epoca del Punto di Divergenza immaginato in questa ucronia, l'indoeuropeo era ormai sicuramente diviso (almeno nel modello qui adottato) in centinaia di varietà certo appartenenti a un unico cŏntĭnŭŭm (la Comunione Linguistica Indoeuropea), ma non reciprocamente comprensibili quando si trovavano separate da una quantità (variabile) di dialetti interposti.
Come tutti gli uomini 'primitivi', anche quelli che hanno parlato i dialetti indoeuropei preistorici appartenevano a famiglie, clanna (plurale di clan), villaggi, tribù e, col passare dei millenni, anche popoli e perfino "nazioni"; da qui potete scaricarne uno schema diviso per livelli e per epoche, esemplificato sul castello in cui mi trovo oggi (corte Rusca nella frazione di Doneda del comune di Cadegliano-Viconago &c.). L'Ecumene Indoeuropea come realtà di fatto ha avuto il suo culmine nel Paleolitico Superiore e probabilmente da lì si è tramutata nella semimitica (ma non semitica) Urheimat ("Protopatria") detta Āryāvărtă in sanscrito (La Protopatria degli Ariani, che in questo modello non può essere dei soli Arî perché quest'ultima coincide con la Patria storica degli stessi Arî).
Dopo di allora, l'espansione territoriale (iniziale e in séguito postglaciale) e poi la crescita demografica neolitica (con relativa onda demica) e infine le migrazioni calcolitiche hanno sparso, disperso, accresciuto, disintegrato, riaggregato e messo in reciproca contrapposizione i clanna, le fratrie, le stirpi, le tribù indoeuropee preistoriche, cresciute fino a diventare popoli e regni suddivisi in centurie, centene, cantoni e pāgī (ciascuno più grande delle antiche tribù originarie).
Il Punto di Divergenza (collocato nel Pleniglaciale, 18˙000 anni fa) non tocca minimamente questo processo; semplicemente lo mantiene, in forma latente dal XVI. al V. millennio a.C. e palesemente nei millenni successivi, entro le dimensioni normali ('tradizionali') dei trenta o quaranta millenni precedenti. Ciò significa che, da un lato, il Vicino Oriente, la cui eccezionalità è già garantita a sufficienza dallo sviluppo dell'Agricoltura e dell'Urbanesimo, non assume - a motivo dell'ucronica mancanza del contatto indoeuropeo-camit(osemit)ico - l'ulteriore tratto di epicentro della differenziazione strutturale a livello fonologico (l'effetto della "Torre di Babele") del cŏntĭnŭŭm indoeuropeo; dall'altro, le ragioni materiali e ideologiche che hanno storicamente determinato i processi frattura restano tutte tali e quali, vi manca solo l'emblema fonologico, ma anzitutto un emblema del genere non è affatto indispensabile e in secondo luogo sarebbero state sufficienti all'uopo altre opposizioni fonetiche opportunamente pertinentizzate (che però - qui sta il punto - non sarebbero state oggettivamente di dimensioni tali da cancellare qualsiasi traccia dell'originario cŏntĭnŭŭm, come invece avvenuto in realtà).
Il Cammelliere e l'Illuminato sarebbero stati tali anche se si fossero continuati a chiamare *G'ĕrh₂nt-hₓúk'/strŏ-s e *Bʱŭdʱ-tó-s anziché Zărăθŭštrăh e Bŭddháḥ; l'opera del Kʰrīstós sarebbe stata identica se all'origine di questo titolo, anziché il traducente di Māšīᵃḥ, vi fosse stato l'antecedente *Gʱrĭ(hₓ)s-tó-s. Se è permesso elaborare sull’etimo, i Lupi (che si assimilavano ai *Bărbărõs) hanno realmente svolto un ruolo da Fuoriuscenti prima ancora del contatto indoeuropeo-semitico.
La stessa continuità fra gli Achemenidi, i Diadochi, Roma, Bisanzio, i Sāsānidi, i Califfati, i Saljūqidi e gli Ottomani, senza cessare di essere una sequenza di Dinastie, è al contempo una successione di egemonie rivali da parte di centri antichissimi, in gran parte (se non tutti, almeno come possibilità) preesistenti alla rottura dell’unità indoeuropea (*Trh₂-wĭ-sŏ-s “Quello che è più potente per natura” > Troíā, *Bʱăgŏ-stăh₂nŏ-m “Luogo degli Dèi” > Bīsutūn, *Hₐrŏh₃-máhₐ “(Terra) coltivata” / *Wrŏh₁/₃-máhₐ “(Luogo) dell’incendio / di raccolta” / *H₁rōm-áhₐ “Luogo della calma” / *H₃rŏihₓ-m[n]-áhₐ “(Gente o città) del fiume (che turbina, fluttua)” > Rōmă, *Bʱŭg’(ŏ)ntĭyŏ-m “(Territorio) del Caprone” > Bȳzántĭŏn, *Bʱăgŏ-dʱĕh₁tŏ-s “Posto da Dio” > Băḡdād &c.).
Nel complesso, i motivi di frattura sarebbero rimasti gli stessi (un comune sistema fonologico non impedisce alcuna frattura), ma senza la dissoluzione del comune sistema fonologico sarebbe rimasta l’ultima traccia dell’unità originaria e questo sarebbe stato un indizio evidente a chiunque, a ogni ‘semplice’ Parlante, quindi avrebbe alimentato meglio la Reazione, rendendo concreto l’Ideale dell’Ecumene Indoeuropea pur senza ostacolare «i presupposti per il sorgere di un'Ideale imperiale e di un Impero» (e Kikkuli si sarebbe definito un *h₁ĕk’wŏ-sŏnh₂ŏ-s anziché un ăšvăsănăḥ <LÚa-aš-šu-ša-an-ni>: un’altra omofonia insidiosa – o, da un diverso punto di vista, moltiplicatrice di ucronie – è fra il sostantivo e aggettivo indoeuropeo “antecedente delle lingue indoeuropee” e l’aggettivo indoeuropeo “appartenente alla famiglia linguistica indoeuropea”…).
Abbiamo tutti insistito in varie occasioni sul fatto che la Geopolitica dal V. al XIX. secolo sia stata una successione di tentativi di recuperare prima il progetto romano di Impero indomediterraneo, poi l’unità fra gli Imperi d’Oriente e d’Occidente, poi se non altro quella occidentale carolingia, infine almeno l’Ūnĭō Rēgnī ĕt Ĭmpĕrĭī: esempio solare (in ogni senso) di ideale imperiale come reazione alla «frammentazione che ideologicamente lo precede». Questo ideale imperiale è stato accompagnato fino alla fine (in qualche caso precedendola, in altri seguendola) dell’impiego del latino come acroletto (anche se in molti casi solo scritto) della ‘Nazione’ che si voleva unire (la Rēs Pūblĭcă Chrīstĭānă) e ancora oggi si possono trovare difese congiunte del latino come lingua dell’Europa e del Sacro Romano Impero come modello di Unione Europea (non è importante condividerle o no, è significativo che ci siano). La proposta di questa ucronia è che, affinché l’indoeuropeo preistorico (lingua che non risulta mai impiegata – da viva – in scritture fonologiche) svolgesse questo ruolo per un Impero indomediterraneo, il Punto di Divergenza minimo fosse l’indoeuropeità linguistica dei Semiti.
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Iacopo allora si informa:
Due note a margine:
1. scrivi che gli Ebrei erano fuoriuscenti già prima del contatto tra semiti e indoeuropei. Avevo sempre immaginato gli Ebrei come un popolo relativamente recente. Hai più informazioni a riguardo?
2. forse non è necessario specificarlo, ma la mia citazione evoliana non vuole trasmettere nessuna simpatia per l'uomo e le sue idee. Vuole piuttosto esprimere un identico giudizio su Evola e sull'ideale imperiale inteso come progetto politico. Giudizio che, credo.si possa immaginare, è di assoluta antipatia nei confronti di entrambi.
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E Bhrghowidhon puntualizza:
1. Sui Männerbünde c'è l'enorme bibliografia raccolta nel citato libro
di Alberto De Antoni, Chi ha paura del lupo cattivo? Sulle origini dell'Europa, Milano, Qu.A.S.A.R., 2008, 455 p., ISBN-10: 8887193126,
ISBN-13: 9788887193121.
Il libro è tanto ricco sulle tradizioni storiche quanto reticente sulla preistoria indoeuropea, ma basta applicare le più banali e
acquisite procedure comparative, con tutto il rigore del caso, per ricavarne una datazione calcolitica (che non rappresenta neanche una
novità...)
2. Le posizioni politiche sono paradossali, ma le interpretazioni storiche, anche quando contestabili (non sempre), sono comunque davvero interessanti (sia quando sono originali sia quando no).
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William Riker aggiunge di suo:
L'antichità della Storia indiana è uno degli argomenti che mi esalta di più; è grazie a quella se riesco a pensare più al 2019 a.C. che al 2019 d.C.! Chissà ad esempio se riusciremo mai a saperne di più sulle misteriose città Vallinde di Harappa e Moenjo-Daro. Altro che Atlantide, quelli sono i veri enigmi dell'archeologia!
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E Paolo Maltagliati gli replica con questo vero e proprio capolavoro:
Una bella e impossibile stele di Rosetta:
« Gli dèi che qui giacciono noi sfidammo. Da lungi giungemmo mendicanti in questa terra dai mille doni. Ma essi, nella loro ricchezza e potenza ci resero schiavi, così come avevano fatto prima ancora, alla loro venuta in queste lande nel remoto passato.
Ci ribellammo, ma lo scontro fu a lungo impari. Fino a quando non giunse dal lontano occidente il grande Indra. Egli, mirabile nella sua furia guerriera, disse al loro re:
Voi comandate i fiumi e il loro scorrere sulla terra... Ma io comando il cielo e le nubi temporalesche. Liberate dunque la mia stirpe, che presso di voi ha trovato dimora. Che non siano vostri servi, ma vostri pari.
Egli tuttavia si fece beffe di Indra, credendolo debole e menzognero.
Andò dunque Indra in collera, e, furente, modificò con i suoi tonanti fulmini il corso del grande fiume.
Essi, pur nella loro gloria, furono dunque tutti sterminati. Ma essi, prima di perire maledissero infine le loro terre, affinché nessuno dopo di loro se le accaparrasse e potesse dimorarvi.
Questa storia scriviamo nella nostra e nella loro lingua, come monito a non sfidare la collera di Indra, per noi salvatore e per essi vendicatore. »
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Gli replica Bhrghowidhon:
Questo tuo scritto è un autentico capolavoro, ma si colloca al centro di una polemica infuocata, che si può così riassumere:
1) gli Arî sono immigrati in
India o no?
2) la supposta migrazione Aria è stata causa della distruzione delle civiltà
della valle dell'Indo?
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Questo è il parere in proposito di Paolo:
Spero si capisca la mia personale interpretazione qual è:
1) Gli arii sono giunti a
ondate migratorie successive, alcune prima (in epoca persino preistorica) altre
dopo il sorgere della civiltà della valle dell'Indo;
2) la civiltà di Harappa e Moenjo-Daro sono frutto esse stesse di una migrazione
(da dove non si sa);
3) tali civiltà avevano raggiunto un avanzato livello agricolo e culturale;
4) il giungere di nuove ondate migratorie non è stata causa diretta ma una
concausa, stante la principale essere stata il disseccamento del Sarasvati, la
graduale mutazione del regime delle piogge su scala globale e la conseguente
nascita del deserto di Thar.
Indra incarna sia i cambiamenti climatici sia le (ultime) migrazioni da nord e da ovest.
Va detto che la teoria della sostituzione violenta è ancora mainstream presso gli storici del sud dell'India, che (per me non proprio a ragione, potrebbero essere benissimo una fusione tra una migrazione semitica verso est invece che verso ovest annessa ai preesistenti indoeuropei-elamici, annessa a sua volta con la locale evoluzione dei protomunda rimasti ) identificano le civiltà della valle dell'Indo come dravidiche; tra gli industani prevale invece il gradualismo.
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Invece Bhrghowidhon suggerisce:
I punti 3 e 4 sono così evidenti che credo che nessuno li possa contestare (per tutto il resto infuria la polemica, perfino sul fatto che le iscrizioni siano davvero tali o no); sul punto 2 non ho e non riesco ad avere un'opinione personale, perché non ne ho la competenza: me ne sto a quanto mi viene detto, domani mi potrebbero dire il contrario e mi ci adatterei lo stesso...
Sul punto 1 potrei portare qualche contributo, ma sono ancora in alto mare. Al momento, quel che credo di aver dimostrato è che nel ‘quadrilatero’ Irlanda-Cantabria-Tauro-Finlandia si parlava indoeuropeo preistorico, mutàtosi in prosieguo di tempo nelle lingue indoeuropee storiche (in Finlandia baltiche, poi sostituite dalle baltofinniche); la vulgata postula questo scenario per l'area ponto-caspica (per la quale ho indizi, ma non prove), che resta invece tutto da dimostrare per l'Aria (intesa come area indo-īrānica, dall'Alta Mesopotamia all'India.
Tengo a precisare che non nego alcuna migrazione (e quindi non mi sforzo nemmeno di argomentare in merito), per cui la materia del contendere non è – per quanto mi riguarda – se le Migrazioni siano avvenute o no (se sono indiziate archeologicamente e geneticamente, non vedo perché negarle), ma se chi c'era prima parlasse (più o meno) la stessa lingua – ove caso a uno stadio più arcaico – o no. Il postulato comune è che, quando avviene una migrazione, chi c'era prima parlasse tutt'altra lingua, ma questo non è affatto dimostrato (neppure quando la genetica risulta diversa: già gli Indoeuropei preistorici, infatti, dovevano sicuramente essere geneticamente molto diversificati al proprio interno, dal momento che tale diversificazione genetica – a prescindere dalla lingua parlata da chi ne era portatore – è avvenuta molto prima della fine della comunione linguistica indoeuropea preistorica).
Dunque il modello che sto cercando di verificare è che almeno in parte dell'India si parlasse indoeuropeo preistorico dal Paleolitico e che da questo si sia sviluppato – almeno in parte – il vēdico (lascio in sospeso la burū́šaskī, che è comunque indoeuropea ma non so se indigena, anche se penserei di sì), dopodiché si sono succedute migrazioni sia indoeuropee sia indoarie dall'Asia Centrale. Tenuto conto che nel XXIII. sec. a.C. l'anatolico (attestato dall'onomastica delle Colonie Assire) era già mutato rispetto all'indoeuropeo, altrettanto può essere avvenuto all'indo-īrānico (o già indoario) nella Valle dell'Indo e della Sárasvatī e (contemporaneamente) nel Complesso Archeologico Battriano-Margiano (BMAC) e poi nella Cultura di Andronovo.
Vorrei infine sottolineare che questo modello non contraddice l'ipotesi elamo-drāviḑica di David McAlpin: il proto-elamo-drāviḑico rappresenterebbe un'area innovativa rispetto al nostratico, di cui l'indoeuropeo costituirebbe invece la versione più conservativa (in pratica, l'eurasiatico e l'indoeuropeo coinciderebbero). Per riassumere il modello: almeno l'India Nord-Occidentale era già indoeuropea dal Paleolitico (così come l'Asia Centrale e Occidentale e l'Europa); entro la seconda metà del III. millennio a.C. si sono diffuse le innovazioni indo-īrāniche. La Civiltà Vallinda è fiorita in questo periodo e potrebbe essere stata essa stessa responsabile della diffusione di queste innovazioni; poi sono venute le Migrazioni dall'Asia Centrale.
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Paolo Maltagliati torna alla carica:
Ovviamente nemmeno io ho alcun tipo di prove (mi piace mettere insieme pezzi, ma figurati se ne so qualcosa per poter dire qualcosa di intelligente in merito).
Quello che mi sconcerta è che fino ad ora nessuno ha potuto, né ahimé mai potrà, prendere in considerazione un elemento forse fondamentale, vale a dire l'eventuale influenza degli altri generi homo sulle lingue preistoricamente parlate.
In particolare, il fatto che si stiano di recente trovando sempre più evoluzioni locali di Erectus in Asia e sopravvissute fino a epoche spaventosamente recenti, mi fa pensare che, sebbene non potessero parlare come i sapiens, comunque essi parlassero attraverso una serie di linguaggi perfettamente considerabili tali. E per un bel po' (anche diverse migliaia di anni) le diverse specie avrebbero convissuto (anzi, ci siamo anche riprodotti con loro. Si sono estinti non perché li abbiamo ammazzati (perlomeno, non solo), ma perché il loro codice genetico è confluito in una specie che semplicemente faceva molti più figli).
Non c'è praticamente luogo dell'Eurasia in cui i Sapiens siano effettivamente arrivati per primi. Essi avrebbero potuto benissimo provare a imitare il modo di comunicare dei precedenti abitanti, o modificare il loro originario sino ad incorporare il lessico di queste altre specie umane (per quanto erano in grado di fare con la loro struttura oro-laringea).
È logico che i 'nidi' dei sapiens, ossia dove si sono stanziati più a lungo e riprodotti di più e più velocemente siano stati anche centri di propagazione linguistica. Di solito questi nidi sono lungo i grandi sistemi fluviali. Lì non è che i paleontologi non abbiano trovato ossa di Denisova, Neanderthal o Dio sa cos'altro perché non ce n'erano, ma più probabilmente perché sono stati i posti che sono stati demograficamente 'sommersi' per primi dai nostri progenitori.
Ah, e ovviamente, non penso migrassero solo i sapiens, a mo' di locuste, ma che anche gli altri homo li seguissero o ne scappassero.
La sparo grossa, ma l'urheimat nostratica a logica non può essere che la mezzaluna fertile. Solo che la mezzaluna fertile è troppo piena di stratificazioni per poterlo scoprire davvero.
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Bhrghowidhon riprende la parola:
Già in un'altra occasione, a proposito dei Ciclopi, avevamo discusso perlomeno di un influsso fra due specie umane, se è vero che i Neanderthaliani erano chiamati dagli Umani Moderni «balbuzienti», Barbari (che appunto significa «[che parlano dicendo] ban ban», come era la conformazione orale dei Neanderthaliani): la tipica sequenza neanderthaliana [bã bã] sarebbe stata recepita dal sapiēns (sicuramente parlante o nostratico o addirittura già indoeuropeo) come /ban ban/, donde regolarmente *bar bar, che provvisto di ‘articolo’ posposto (vocale tematica *-o-) e desinenza *-s di ergativo (poi nominativo animato) diventa in modo algebrico *barbaros.
Questo per quanto riguarda, come è stato ironicamente formulato, possibili «Neanderthal loanwords in Proto-Human»; mi attengo invece a Chris Stringer per quanto riguarda la questione del DNA neanderthaliano nel sapiēns: mescolanza in epoca remota, dopodiché le due specie si sarebbero differenziate del tutto e quindi non sarebbero più state interfertili. Da questo ricavo la causa dell’estinzione: mentre i Crô-Magnon sono stati sia cacciatori-raccoglitori sia agricoltori (e poi allevatori), i Neanderthaliani sono stati comunità individuate in quanto cacciatori-raccoglitori, ma qualora abbiano accolto l’agricoltura sarebbero stati (e forse sono stati effettivamente) inglobati e ‘neutralizzati’ nelle comunità agricole dei Crô-Magnon (avrebbero avuto figli ibridi, però questi sarebbero stati sterili, quindi l’intero patrimonio genetico neanderthaliano si sarebbe perso), perché l’inizio e la prima crescita dell’agricoltura è stata solo (per ragioni puramente geografiche) dei Crô-Magnon; accanto all’estinzione impercettibile ma totale degli eventuali Neanderthaliani assorbiti dagli agricoltori, sarebbero rimasti tutti i Neanderthaliani cacciatori-raccoglitori, i quali, come tutti i cacciatori-raccoglitori (Crô-Magnon inclusi) non passati all’agricoltura, si sarebbero ridotti progressivamente a una minoranza sempre più percentualmente esigua (1/400), anche nel caso che non diminuissero come numero assoluto. In questa prospettiva si salverebbero le tante ipotesi di sopravvivenza dei Neanderthaliani fino a oggi o a pochi decenni fa nel Caucaso, Tibet e persino in Nordamerica (cioè avrebbero preso parte alla stesa antropizzazione delle Americhe da parte di cacciatori-raccoglitori eurasiatici nordorientali) nonché nei miti dei Fauni e di altri Uomini Selvatici.
Infine, anch’io mi sbilancerei sulla Urheimat. Per quanto è già verificato (il ‘quadrilatero’ Irlanda-Cantabria-Tauro-Finlandia), la Protopatria degli Indoeuropei può essere soltanto, nel Paleolitico, la fascia dal Levante all’India Settentrionale: qui si sarebbe individuato rispetto alle altre famiglie linguistiche (più innovative) del nostratico, che quindi avrebbe avuto come estensione finale quella dall’Africa Settentrionale all’Asia Nordorientale e perciò come Protopatria l’Africa Nordorientale, in pratica l’Egitto.
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Paolo però scuote la testa:
Stavolta non posso essere d'accordo con te, Bhrghowidhon, perlomeno non totalmente, visto che nemmeno Stinger è più d'accordo con lui...
Stinger stesso ha fatto un decisivo passo indietro rispetto alla sua teoria originale relativamente al peso dell'interbreeding negli ultimi anni, chiamandola, con una crasi tra le due teorie che si dibattevano fino al 'diluvio di scoperte' 2007-2012 (nel senso che il suo libro è del 2012, non che non siano andate avanti), 'Origine Africana multiregionale'.
Il termine ante quem potrebbe essere anche solo 15000 anni fa, se mi attengo agli studi genetici compiuti in Papua Nuova Guinea, che però molti contestano giudicando il campione troppo piccolo. In generale nel sud est asiatico si arriva al 6% di DNA riconducibile a Denisova, nelle Americhe 0,25, mentre il DNA introgresso riconducibile aNeanderthal nelle popolazioni europee arriva fino al 15/20%; più difficile quantificare il DNA Denisova perché i sapiens Europei si ibridarono con Neanderthal con già del DNA Denisova introgresso. L'introgressione in assoluto minore di DNA di altre specie si raggiunge nelle popolazioni africane. Sul quando sono avvenuti i principali fenomeni di ibridazione con Neanderthal, si parla di un periodo tra i 85 e i 45mila anni fa e di indentifica il luogo (appunto) molto probabilmente nel vicino Oriente.
L' introgressione genica è
disequilibrata in certi geni e non altri inoltre perché con Neanderthal solo gli
ibridi di sesso femminile erano fertili. Questo, più che altro, spiegherebbe
l'estinzione o, meglio, la 'diluizione'.
Gli ultimi interbreeding datati, secondo gli studi del 2007 potrebbero essere
avvenuti nelle zone alpine d'Europa tra i 42 e i 33 Milà anni fa.
Il fatto che l'Urheimat sia in Mesopotamia/Egitto in realtà non è un discorso fatto a caso, ma c'entra con il precedente: a seconda effettivamente di quanto peso vogliamo/possiamo dare all'influsso degli altri sapiens e al 'quando' smette di esserci interbreeding, sceglieremo l'una o l'altro.
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Bhrghowidhon risponde punto per punto:
L’accordo c’è lo stesso, perché sono io che cambio posizione. Mi ero accorto dell’aggiustamento del tiro (per usare un eufemismo) da parte di Stringer (e mi ci adeguavo senza esitazione, anche perché altrimenti il tutto diventava assurdo), ma non sapevo della fertilità interspecifica femminile; in Genetica i miei limiti sono molto angusti, al di là del Cromosoma Y non ho purtroppo una competenza neppure minimamente adeguata (già col DNA mitocondriale sono semianalfabeta).
La cronologia nelle zone alpine d’Europa si sovrappone a puntino con quella dell’indoeuropeizzazione paleolitica e la combinazione di entrambe inquadra bene nello stadio prima della fase indoeuropea (quindi in accordo con l’etimologia di *bárbaros) qualsiasi dinamica di sostrato dovuto a bilinguismo precoce individuale (mutuazioni di adstrato – ossia per mera vicinanza geografica o per cultura – sono sempre possibili, a prescindere dall’interfertilità).
A questo punto la questione diventa sociolinguistica: se si privilegia la trasmissione del linguaggio per via materna sarebbe da inferire una parziale e infantile indoeuropeizzazione dei Neanderthaliani, se non che la loro almeno apparente estinzione ci costringe a limitarci al verso Neanderthal → sapiēns, quindi in pratica a postulabili Indoeuropei figli di madre neanderthaliana e di padre sapiēns i quali fossero in grado di trasmettere qualcosa del proprio idioletto al resto della comunità.
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Prima di chiudere, diamo la parola a Federico Sangalli:
La Battaglia di Zhuolo
23 settembre 2019. dedicata ad Enrico Pellerito
Ben quattro anni or sono, più precisamente il 2 dicembre 2015, il nostro Paolo Maltagliati proponeva come POD un capovolgimento della Battaglia di Zhuolo, dove cioè Chi You, re della tribù dei Jiuli, sconfiggeva l'Imperatore Giallo, mitico fondatore della Civiltà Cinese. Sennonché l'intervento all'epoca non suscitò grandi risposte, immagino sopratutto per il solito fatto che siamo tutti-a parte forse Romain che può considerarsi a buon diritto un "orientalista onorario", forse lui sì saprebbe are una risposta più esaustiva della mia-ucronisti occidentali e che quindi risentiamo della nostra cultura ed educazione occidentalocentrica, cioè in parole povere perché non sappiamo 'ne merita mazza di storia cinese, tanto meno così antica. Il sottoscritto si era presentato al gruppo meno di sette mesi prima e, carico della sua ingenuità da giovane dilettante mentre si aggirava tra giganti del calibro dei qui presenti, pensò "E che problema c'è? Basta studiare un po' queste vicende da cinesi e tirar fuori qualcosa di sensato". Iniziai a scrivere qualcosa di un argomento che non avevo mai sentito né letto ma poi, visto che il POD di Paolo era stato sorpassato da molte altre proposte e l'argomento era effettivamente ostico, lo lasciai cadere e andai avanti. Sennonché la bozza rimase sepolta nella memoria del mio computer, riemergendo di tanto in tanto. Negli ultimi tempi mi era balenata l'idea di "restituire" il POD al suo autore, poi, dopo la tragedia del nostro Enrico, capita di guardarsi un po' indietro, di guardare quasi con nostalgia le nostre vecchie discussioni. E quindi ho deciso di finire ciò che avevo iniziato anni fa, tirare fuori la mia vecchia bozza, ristrutturarla e restituirla a Paolo, nella speranza che, seppur tardiva, sia una risposta interessante al suo vecchio interrogativo. Non è una risposta, non è neanche lo scheletro di una risposta, data la vastità e la complessità della storia cinese (studiare nei dettagli un paio d'anni del Periodo delle Primavere e degli Autunni potrebbe già farti venire il mal di testa, figurarsi duemila e rotti anni ai confini tra storia e mitologia), ma potrebbe essere un punto di partenza. Spero che risulti interessante.
2500 circa a.C.: Si svolge la Battaglia di Zhuolo tra Chi You, leader dei Jiuli o Dongyi, alleati con i Kou Fu, e l'Imperatore Giallo alla testa degli Huaxia. L'Imperatore Giallo tuttavia non ha l'intuizione di costruire una specie di primitiva bussola con cui orientarsi nella fitta nebbia che copre il campo di battaglia e pertanto viene facilmente accerchiato e ucciso da Chi You. Chi You può creare così il nuovo regno di Jiuli, estendendolo su buona parte del Bacino del Fiume Giallo. Viceversa con la morte dell'Imperatore Giallo e dell'Imperatore Fiamma in battaglia gli Huaxia si dividono nuovamente nelle tribù rivali di Shennong e Youxiong, le quali migrano verso Nord sotto l'instabile guida di Shaohao, figlio dell'Imperatore Giallo.
Mappa della Cina alla vigilia della Battaglia di Zhuolo
2480 a.C.: Gli Huaxia
giungono nella vasta penisola a Oriente della Cina, dopo aver attraversato le
brulle distese mancesi: qui gli Huaxia guidati da Shaohao si insediano,
sottomettendo le popolazioni locali ancora ferme al Paleolitico.
2450 a.C.: Muore Chi You, il trono di Jiuli è diviso tra i tre figli. I tre
daranno vita a tre dinastie e famiglie reali differenti che si contenderanno a
lungo il trono reale, anche se quella discendente dal figlio primogenito avrà
sempre la preminenza (nella leggenda i tre figli sarebbero i capostipiti dei
Coreani, dei Miao e degli Hmong). Muore Shaohao, gli succede il figlio Zhuanxu,
il quale tenta di sanare i conflitti tra le due tribù e con le popolazioni
locali iniziando una politica di matrimoni misti.
2436 a.C.: Muore Zhuanxu, gli succede il figlio Ku. Con la morte del figlio
primogenito inizia l'instabilità politica nel Regno di Jiuli.
2366 a.C.: Muore Ku, immediatamente scoppia la guerra civile tra i suoi quattro
figlii Zhi, Yao, Xie e Houji, ognuno avuto da una moglie diversa. Il Regno di
Huaxia si spezza così i quattro stati. Quasi contemporaneamente la tensione
politica e la rivalità tra le varie famiglie porta allo scoppio della guerra
civile nel Regno di Jiuli.
2358 a.C.: Muore l'Imperatore Zhi, il suo territorio è assimilato dal
fratellastro secondogenito Yao. Frattanto Houji ha formato il Regno di Zhou e
Xie quello di Shang che saranno guidati dalle omonime dinastie.
2333 a.C.: In questa data circa Dangun, un principe della famiglia "coreana" che
si dice sia stato inviato dal Cielo, pone finalmente fine alla durissima guerra
civile che ha devastato il Regno di Jiuli. Egli fonda una nuova capitale, Joseon,
per cui il regno prende il nome di Regno di Gojoseon.
2300-2200 a.C.: Secondo la leggenda una serie di gravi inondazioni colpisce il
Bacino del Fiume Giallo, devastando il Regno di Gojoseon.
2240 a.C.: Muore Dangun, su Gojoseon continua a regnare la sua discendenza. Con
l'appoggio dei regni rivali Danzhu, figlio di Yao, uccide il padre e si proclama
Re.
2233 a.C.: Il generale Shun, che ha sposato le due figlie di Yao, rovescia
Danzhu e viene incoronato Re.
2184 a.C.: Muore Re Shun che, non ritenendo il figlio Shanjun degno della
successione, adotta Yu il Grande, che fonda la Dinastia degli Xia.
2147 a.C.: Muore Re Yu il Grande, fondatore della Dinastia Xia. Data la sua
stessa importanza, il Regno di Huaxia inizia ad essere chiamato Regno di Xia,
che, con una serie di campagne militari, riusciamo ad estendere il proprio
potere su tutta la penisola.
1728 a.C.: Alla morte di Re Fa, ascende al trono di Xia Re Jie, il quale governa
in maniera tirannica, indebolendo fortemente la Dinastia Xia.
1675 a.C.: Re Jie è sconfitto e ucciso da uno dei suoi vassalli, Tang, che forma
la nuova Dinastia di Shang.
1122: Termina la dinastia regnante di Gojoseon discendente di Dangum, secondo la
leggenda un saggio Han di nome Jizi assume la Corona e inaugura una nuova
dinastia.
1075 a.C.: Alla morte di Re Di Yi, ascende al trono di Shang Re Zhou.
1046 a.C.: Re Zhou di Sia viene sconfitto in battaglia da Wu, sovrano del Regno
di Zhou, uno degli staterelli che si era separato al momento della nascita del
Regno di Huaxia. Wu diventa il nuovo sovrano della penisola, ponendo fine alla
Dinastia Shang e iniziando la Dinastia Zhou.
957 a.C.: Re Zhao di Zhou unifica la penisola con una serie di importanti
campagne militari e sconfigge i barbari mancesi, estendendo l'influenza di Zhou
anche sulla bassa Manciuria.
771 a.C.: Re You di Zhou cerca di imporre il figlio di una sua concubina sul
trono ma viene deposto dalla nobiltà e dalla famiglia reale, che riporta al
potere il Principe Ereditario come Re Ping. Tuttavia a partire da questo momento
la Dinastia Zhou s'indebolisce sempre di più, lasciando spazio a signori della
guerra e grandi feudatari in guerra tra loro.
300 circa a.C.: Il Regno di Gojoseon ha il suo primo conflitto con gli Han dai
tempi della Battaglia di Zhoulo, sconfiggendo alcuni feudatari Han e
conquistando la penisola di Liaoning. A seguito della sconfitta gli Zhou
spostano la capitale a Pyongyang.
256 a.C.: Re Nan viene deposto da Zhuaxiang di Qin, un potente feudatario che ha
sconfitto uno dopo l'altro gli altri signori della guerra.
247 a.C.: Alla morte di Zhuaxiang, suo figlio, il tredicenne Ying Zheng, ascende
al trono.
221 a.C.: Dopo aver sconfitto e sterminato definitivamente tutti gli altri
pretendenti, Ying Zheng proclama la nascita dell'Impero di Qin con sé stesso
come Imperatore. D'ora in poi la grande penisola asiatica a pochi passi dal
Giappone prenderà il nome di Qin o, occidentalizzando il nome, Cina.
210 a.C.: Muore l'Imperatore Qin Ying Zheng, passato alla Storia per la sua
crudeltà, gli succede il figlio Qin Er Shi, che ne condivide i tratti sadici ma
non le capacità politiche.
208 a.C.: Il Generale Liu Bang inizia una rivolta contro il Re di Gojoseon.
207 a.C.: L'Impero Qin de facto collassa su sé stesso tra rivolte contadine e
guerre tra nobili, un gruppo dei quali costringe Qin Er Shi al suicidio. Il
Generale Xiang Xu decide di dividere Qin in Diciotto Regni tra i vari nobili e
feudatari, tenendo per sé il più importante (Periodo dei Diciotto Regni).
202 a.C.: Trionfante sulle forze realiste, il Generale Liu Bang depone Re Jun
che fugge a sud del Fiume Giallo. Liu Bang si proclama Re di Gojoseon col nome
di Re Gaozu. Re Jun invece forma uno stato rivale nel Sud, che prendere il nome
di Regno di Chin.
195 a.C.: Muore Re Gaozu di Gojoseon, gli succede il figlio Hui, che però è una
marionetta nelle mani della Regina Madre. Continua la Dinastia Miao (in HL Han).
162 a.C.: Alla morte di Xiang Xu, il precario equilibrio dei Diciotto Regni di
Qin si rompe: e inizia, se possibile, un periodo ancora più instabile per tutta
la penisola cinese.
141 a.C.: Ascende al trono di Gojoseon Re Wu, con il quale si toccherà l'apice
della Dinastia Miao. Egli infatti promuoverà il Confucianesimo, riunificherà
Gojoseon annettendo ciò che resta del Regno di Chin e espanderà i confini del
regno fino in Asia Centrale.
109 a.C.: Dopo l'uccisione di un suo ambasciatore, Re Wu ordina l'invasione
della Cina, che viene sconfitta e ridotta a cinque province del Regno di
Gojoseon.
37 a.C.: Nascita ufficiale del Regno di Goguryeo, piccolo regno militaresco di
origini mancesi che, approfittando della debolezza sia del Gojoseon, conquista
gran parte delle terre tra l'Amur e lo Yalu, che, proprio da lui, prenderanno il
nome di Corea. Le province cinesi cadono pian piano fuori dal controllo dei Miao
e vengono conquistate una dopo l'altra dai Goguryeo.
9 a.C.: Il Reggente Wang Mang depone la Dinastia Miao e si proclama nuovo Re di
Gojoseon, dando inizio alla Dinastia Xin.
23 d.C.: Wang Ming è ucciso da una folla inferocita durante una ribellione: il
Principe di Huaiyang tenta di proclamarsi nuovo Re ma la capitale è occupata dai
ribelli delle Sopracciglia Rosse, che impongono sul trono il giovanissimo Liu
Penzu, che inizia i Secondi Miao. Inizia un periodo di decadenza per il Gojoseon.
Io mi sono colpevolmente e umanamente fermato qui, ma ho fatto qualche schizzo riassuntivo di cosa è cambiato e chi cosa mi aspetto: in pratica qui abbiamo la Cultura Han che nasce in Corea mentre in Cina ne nasce un'altra sincretica tra proto-coreani, Miao, Hmong e Man, al punto che in Cina c'è il Regno di Gojoseon e in Corea l'Impero Qin. Alla fine le storie dei due paesi ritornano nei loro binari, perché la maggior parte delle due popolazioni è rimasta al loro posto, ha essersi scambiate sono sopratutto le classi dirigenti nobiliari che poi hanno impresso una impronta culturale diversa alle loro società. In particolare la caduta dei Qin è l'occasione per la Corea/Cina di tornare al periodo di caos che aprì la strada alla conquista cinese, mentre l'avvento del povero Liu Bang (anticipando ma eguagliando Wi Man) a Gojoseon porta la nostra Dinastia Han (qua Miao) al potere come in HL in Cina/Gojoseon. La "Corea" diventa la Manciuria visto che il regno di Goguryeo si concentra principalmente lì. Successivamente alla caduta dei Primi Han (qui Miao) sono le Sopracciglia Rosse a prevalere, invece dell'Imperatore Guandwu, questo perché, con la vittoria di Chi You, la capitale del Gojoseon/Cina è rimasta ad oriente, lungo la costa, e non nell'interno, i territori ove era appunto prevalenti le Sopracciglia Rosse in HL, che riescono quindi ad occupare la capitale per primi e a legittimarsi. Nei miei schizzi questo indeboliva ancora di più i Secondi Miao e in generale il Gojoseon: nel 90 esso deve accettare l'offerta di alleanza matrimoniale con l'Impero Kushanide e una delle mie idee preferite era che questo avrebbe potuto aprire la strada ad una rivendicazione del trono d parte di questi ultimi, con l'Imperatore Kushanide Kanishka I il Grande che punta sulla Cina invece che sull'India e riesce a prendere il trono. Successivamente la decadenza kushanide coincide in Cina con le grandi rivolte taoiste dei Turbanti Gialli, quindi io immaginavo che queste potessero essere ancora più virulente, visto che i Kushanidi erano fortemente Buddhisti, portando alla fine alla nascita di una sorta di regime monarchico-teocratico taoista nel Gojoseon (per ora sempre orbitante attorno al Bacino del Fiume Giallo). In tutto questo caos prospererebbe il Goguryeo, che non solo conquista la Manciuria/Corea (probabile che alla fine la Corea diventi la penisola di Liaoning o qualcosa del genere) e la Mongolia ma completa la conquista della nostra Corea, visto che qui è percepita come un'entità unica e sopratutto portatrice di un ambito titolo imperiale. Ecco allora nascere l'Impero di Goguryeo, cioè l'Impero di Corea (sempre che i Goguryeani non si impegnano come Imperatori di Qin/Cina stile Manciù), niente Silla o altri staterelli che possano poi allearsi con la nostra Cina per distruggerlo, tale Impero potrebbe sopravvivere per secoli, forse persino fino ad oggi, e gli Jurchen, i futuri Manciù, all'epoca una tribù al loro servizio, potrebbero poi assumere il potere all'interno dello stesso. Quindi una Cina (chiamato Gojoseon) Buddho-Taoista, a seconda di chi prevale nelle lotte politico-religiose, culturalmente più indocinese (i Man ma anche i Miao) che non cinese, più portata a guardare a Sud che a Nord, più costiera e credo più marittima, con maggiori legami con le grandi vie commerciali, il Tibet buddhista e l'Asia Centrale (e viene da chiedersi che gioco giocheranno queste variabili all'arrivo di Cristianesimo ed Islam), una Manciuria (chiamata Corea) potente, estesa dalla Mongolia allo Stretto di Tsushima e in buona posizione per durare a lungo, con buoni legami con le popolazioni delle steppe, e una Corea (chiamata Cina) culturalmente Han, almeno per ora ridotta a provincia dell'Impero "Manciuriano" e forse un giorno indipendente, con relazioni tutte da vedere con il vicino Giappone. Lo so, sono tutti grandi If e sono un po' irresponsabile a portarveli non sviluppati ma se siamo qui è perché abbiamo tutti grande fantasia e riesumare tutto questo a quattro anni di distanza era già stato un'impresa. Spero di aver fatto bene!
.
Gli risponde Paolo Maltagliati:
Sono commosso, Federico.
Tutti noi ucronisti abbiamo dei 'non detti' quando proponiamo un PoD. Anche
cercando di astenerci dal trarre conclusioni prima di analizzare la vicenda, una
pur vaga idea la abbiamo.
Ma, a maggior ragione, quando un amico esplora tutto un aspetto su cui non
avevamo fatto previsioni e che esalta e concreta la visione iniziale, beh...
Goduria pura.
Ricordo bene quel PoD, perché, paradossalmente non era solo o tanto sui
'cinesi' (anzi, i loro 'antenati', gli Huaxia), ma sui popoli a loro circostanti
e su come sarebbero usciti dalla pre e protostoria senza quel grande motore (epperò
in pari tempo macina stritolante) dei cinesi (prendete 'cinesi' con le pinze).
Certo, il PoD più verosimile sarebbe da ambientare nella leggenda della lite tra
i coltivatori di gelso di Wu e di Yue... o, ancor meglio durante il periodo dei
regni combattenti.
Ad ogni buon conto, il secondo paradosso era che il mio occhio si concentrava
più su quel che succedeva sulle sponde del fiume azzurro, che sulla storia della
maestosa civiltà del fiume giallo.
E già immaginavo un potente regno austronesiano erede della cultura di Liangzhu,
in costante conflitto con i regni austroasiatici Yue... più tardi l'ingombrante
ombra dei prototibetani e in mezzo guerrieri Tai-Kadai che diventano i
'normanni' di quel mondo...
E poi chissà? Magari saranno i Tocari del Tarim a penetrare nelle società del
fiume giallo e magari gli indoari giungeranno sino al Vietnam!
In tutto questo un dubbio mi resta: ma i protoyayoi che abitano sulle coste
coreane che fine fanno? Si sinizzano? E nell'arcipelago giapponese prosegue la
cultura Jomon?
.
E Federico riprende la parola:
La tua risposta basta e avanza a far capire perché parlavo di giganti nel mio precedente messaggio: poche pennellate che dipingono un quadro intenso a cui sento già di appassionarmi ed interessarmi. Un giorno o l'altro ne vorrò una versione completa! Alle tue domande, dopo una rapida ricognizione integrativa tra vecchi appunti e nuove pagine di ricerca, la mia idea prevedeva, tra le altre cose:
Gli Yayoy sono stati più o meno sinizzati, anche se nella parte meridionale della penisola coreana, a sud del Fiume Han, permangono sacche di lingua giapponica o proto-giapponica
Ma in Giappone la cultura Jomon è comunque destinata a cedere il passo, perché nella mia visione, data la maggior vicinanza, le spedizioni dell'Imperatore Qin alla ricerca dell'Isola degli Immortali (che già si ritiene abbiano raggiunto le isole del Sol Levante) hanno maggior successo e aprono decisamente il passo a influenza più diretta e meno "per osmosi": nello specifico immaginavo che Kyusho venisse sino-yayoizzata, al punto che nel 18 Avanti Cristo è qui che Onjo, figlio dell'Imperatore Goguryeo Dongmyeong, fonda il Regno di Baekje e non in Corea meridionale, qua già annessa all'impero. Un intervento così diretto comunque incontrerà forme di resistenza e non è impensabile che si interrompa quel processo di assimilazione graduale degli Jomun: alla fine non solo Hokkaido ma anche Honshu almeno nella sua parte settentrionale potrebbero rimanere tali, de facto prevenendo la nascita di un Giappone omogeneo culturalmente ed etnicamente.
Aggiungo qualche sparo qua e la: senza l'Imperatore Qin difficilmente gli Xiongnu verranno scacciati dal Fiume Giallo verso gli altopiani mongoli, pertanto non si unificheranno mai in una confederazione e non creeranno un aggressivo khanato esteso dalla Manciuria al Kazakhstan. Semmai rimarranno abitanti dell'aio Fiume Giallo, fuggendo occasionalmente da cuscinetto con il Goguryeo e le popolazioni del Tarim, e verranno pian piano miaoizzati. Se però gli Xiongnu non migrano non migrano neppure gli Yuezhi, da questi sconfitti e costretti ad abbandonare i loro territori tra il Qinghai e il Gansù. L'Impero Kushanide nato sulla sottomissione degli Wusun e dei Tocari del Tarim, si troverebbe così davvero a tiro di schioppo dalla Cina vera e propria, aumentando fortemente le possibilità della ascesa kushanide in Cina da me immaginata.
Ma stiamo guardando il meno, perché se gli Yuezhi non migrano non spodestano i loro vicini, cioè i Tocari/Indo-Scizi che quindi non invadono né il Regno Greco-Battriano, né la Persia né tantomeno l'India. Le conseguenze sarebbero notevoli, in primis la permanenza della cultura greco-indo-battriana e un minor indebolimento della Persia (con ben due Imperatori che non muoiono in battaglia). I Gupta riusciranno nel frattempo ad unificare l'India? Viene poi da chiedersi se i Chitariti o la versione locale degli Eftaliti possano sostituirli ma in ritardo, eliminando i greco-battriani, conquistando Transoxiana e Songdiana e potenzialmente invadendo India e Persia, ma in momenti diversi. Se poi crediamo all'idea che A) molte popolazione scite arrivavano proprio da qua, dall'Asia Centrale, come gli Alani, e B) che gli Xiongnu sarebbero stati gli iniziatori del movimento migratorio degli Unni verso occidente, appare chiaro come l'intera storia delle Invasioni Barbariche sia da riscrivere da capo.
Nel profondo Sud nessun generale cinese abbatterà il prospero Regno di Au Lac e la sua capitale fortificata di Co Loa (l'odierna Hanoi), che così potrebbe unificare il Vietnam con secoli di anticipo ed estendersi anche su Panyu (Canton) e quello che in HL fu il Regno di Nanyue. Anzi, visto che difficilmente esisterebbero anche i regni di Minyue e Dian, ambedue fondati da esuli cinesi, Au Lac ha la potenzialità di unificare tutti i Baiyue, cioè le popolazioni indigene della Cina meridionale, in un unico stato.
Nella mia idea è molto difficile che nasca il Regno di Nanzhao, quindi è probabile che l'Impero del Tibet, qui con una lingua più tibetano-burmese che tibetana classica, arrivi fino al Mar Cinese Meridionale. E le differenze culturali potrebbero spingere anche a penetrare nella Birmania divisa in staterelli principeschi e così ci ritroviamo improvvisamente un Impero Tibetano con forti potenzialità marittime.
Ecco, lo sapevo, qualche ora di sghiribizzo e abbiamo già riscritto completamente le etnografie di tre continenti ; )
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Anche Perchè No? dice la sua:
L'idea è veramente bella anche se ho delle difficoltà con le ucronie mitologiche. L'Imperatore Giallo, Yu il grande o Dangun sono delle figure semi-mitiche e hanno lo stesso livello di probabilità storica di Gilgamesh o Agamennone. In Corea Dangun é oggi un dio, é una delle più importanti divinità dell'animismo coreano (talvolta chiamato dangunismo) in qualità di dio-re civilizzatore: é venerato alla sommità della montagna Taebaeksan ogni anno il giorno della fondazione dello Stato.
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Se volete partecipare alle discussioni in corso, scriveteci a questo indirizzo.