Il Cardinale Re


A gettare il sasso nello stagno è stato (guarda caso) il francese Perchè no? con questa sua proposta:

Armand Jean du Plessis, meglio noto come Richelieu, era cardinale di Santa Romana Chiesa, era un grande intellettuale del periodo post-tridentino, era intelligente, astuto e abbastanza privo di scrupoli per riuscire ad essere eletto Papa, se non fosse stato ministro di Luigi XIII. Anche Giulio Mazarino, altro grande ministro senza scrupoli, ha cominciato nella diplomazia pontificia ed era legato ai Colonna; chissà quale carriera avrebbe fatto se non fosse andato in Francia. Ci sarebbero stati due grandi papi politici, e credo proprio che lo Stato Pontificio con loro due sarebbe diventato una potenza...

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Demofilo allora ha fatto un'eccezione alla sua passione per le ucronie novecentesche ed ha fatto sua questa proposta:

La storiografia generalizzata e la letteratura hanno dipinto Armand-Jean du Plesis, meglio conosciuto come il cardinale Richelieu, come un losco figuro che trama contro la corona e lo stato; in verità non fu così. Lo storico francese Georges Duby ha detto di questo grande primo ministro francese: "Superiore al suo entourage per intelligenza, per miscuglio di immaginazione creativa e di buon senso, e soprattutto per ambizione, il Richelieu giunse alle supreme vette dello Stato avendo già al suo attivo una ricca esperienza politica e con un bagaglio di vasti progetti di riforma". Un servitore della Francia e della corona, quindi; ma se...

Con l'uccisione di re Enrico IV nel 1610, l'erede al trono era il piccolo Luigi XIII (nove anni), e doveva essere coadiuvato da una figura forte. La grande nobiltà transalpina infatti, le cui ambizioni erano state frenate dal defunto sovrano, aveva deciso di ribellarsi contro la corte di Parigi. Al tempo stesso si verificò un riacutizzarsi della tensione tra il partito cattolico e la minoranza ugonotta. In questo quadro si arrivò alla convocazione degli Stati Generali, il 6 maggio 1614, dove si scontrarono soprattutto la nobiltà e la nuova aristocrazia di toga, la quale sosteneva il consolidamento del potere regio. La regina Maria de' Medici, incapace di gestire ormai uno stato che sembrava al completo sfacelo, chiama urgentemente al governo il cardinale Richelieu.

Nato a Parigi da una famiglia originaria della zona di Poitiers, suo padre era capitano delle guardie del re Enrico IV. Era destinato ad una carriera militare, ma si trovò ad affrontare invece una carriera ecclesiastica, nel 1605, al posto del fratello Alfonso che l'aveva rifiutata. Cominciò quell'anno i suoi studi in teologia per essere nominato già l'anno successivo vescovo di Luçon da parte del re Enrico IV ed ottenere la stessa investitura anche dal Vaticano pochi mesi dopo, il 14 aprile 1607. Per conferirla gli venne elargita una dispensa speciale per permettere una nomina a così alta prelatura già prima dei 21 anni. Nel 1614 iniziò anche la sua carriera politica, quando riuscì a farsi eleggere deputato, diventando anche in breve il portavoce dell'assemblea. Nel novembre dello stesso anno venne nominato da Maria de' Medici gran cerimoniere alla corte della regina Anna d'Austria, cosa che gli permise di entrare nel consiglio del re di Francia e assumere il compito di Segretario di Stato per l'interno e la guerra. Nello stesso anno il Papa Gregorio XV lo proclamò cardinale di Santa Romana Chiesa. L'anno successivo l'invadenza della regina madre terminò con la nomina ufficiale a primo ministro del re di Francia, con poteri speciali contro la nobiltà e ogni tipo di rivolta contro l'autorità della corona.

Avviò una politica di potenza per la Francia, con una forte opposizione alla cattolica Spagna e un'alleanza con la Svezia, la Gran Bretagna, le Province Unite dei Paesi Bassi e gli stati tedeschi. A novembre del 1630 Maria de' Medici insieme al figlio Gastone d'Orleans e ad altri membri della nobiltà (il cosiddetto Parti dévot, cioè Partito devoto), contrariata dalla politica anti-spagnola del cardinale, ordì un complotto che consisteva nel far disapprovare al re il piano di alleanze con i paesi protestanti contro gli Asburgo, per far cadere l'autore in disgrazia di fronte al re stesso. La congiura parve riuscire in un primo momento, ma successivamente il Richelieu, venutone a conoscenza, riuscì in un colloquio con Luigi XIII a convincere il re a ritornare sulle sue decisioni ed a punire i congiurati. L'epilogo si ebbe l'11 novembre 1630, quando la posizione dei nemici del cardinale fu rovesciata, Richelieu fu confermato nella sua carica di primo ministro e la regina madre mandata in esilio. Quel giorno passò alla storia con il nome di Journée des Dupes (Giorno degli Ingannati). Tale complotto vide la stessa partecipazione del sovrano Luigi XIII, ammaliato dalla possibile posizione che poteva giovare alla sua persona, sbarazzandosi di un primo ministro ingombrante.

Richelieu a questo punto fondò, il 30 aprile 1632, l'ordine dei Cavalieri del Cardinale, guardie personali del primo ministro che lo avrebbero protetto contro possibili attentati e complotti. Da quel giorno non avrebbe infatti giurato fedeltà al sovrano, ma alla stessa Francia. Nel 1634, dopo l'ennesima scoperta, Richelieu decise di fare piazza pulita di tutti gli oppositori e orchestrò un vero e proprio colpo di stato. Per prima cosa fece firmare all'ingenuo Luigi una dichiarazione che lo impegnava a cedere tutti i poteri regi al primo ministro, la cui carica sarebbe durata a vita. In secondo luogo il sovrano sarebbe stato scortato fino alla sua nuova residenza, una villa di campagna fuori Parigi, a Versailles: qui sarebbe stato controllato a vista, con la moglie Anna d'Austria e il piccolo Luigi XIV. In secondo luogo il cardinale strinse un patto di ferro con le varie componenti degli Stati Generali, durante l'assise del 14 luglio 1635: i nobili avrebbero avuto libertà d'azione, ma dovevano giurare fedeltà alla Francia, alla corona e soprattutto al primo ministro, il clero avrebbe dovuto sottomettersi al cardinale ma sarebbe stato esentato dal fisco transalpino e lo stesso partito cattolico avrebbe accettato l'editto di Nantes, visto che il nuovo padrone della Francia era un cardinale, Principe della Chiesa e di Dio.

Armand-Jean du Plesis, cardinale Richelieu, era diventato il primo ministro cardinale-re del Regno di Francia e il suo governo sarebbe durato fino alla sua morte, il 4 dicembre 1642. Ai funerali, a Notre Dame di Parigi, Luigi XIII avrebbe letto il suo testamento politico: la nomina del suo delfino e discepolo, il cardinale Giulio Mazarino, a primo ministro. Mazarino avrebbe continuato l'opera del maestro confermando il primato della Francia in Europa e nel mondo e, verso la fine della sua vita, avrebbe approvato una riforma fiscale (che coinvolgeva per la prima volta nobili e clero) approvata dal nuovo re Luigi XIV e dal nuovo primo ministro, Jean-Baptist Colbert.

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Perchè no? a sua volta ha commentato:

Strana idea. Ma almeno non mostra Richelieu come un ministro ambizioso e pericoloso, questa fama non é eredità di Alexandre Dumas e dei suoi romanzi ma viene direttamente dai suoi nemici alla corte, i “Grandi”, i cattolici fanatici, i protestanti, i poveri, le donne della corte (un potere oscuro di forte peso nella vita del paese), insomma quasi tutti ... eccezion fatta per il re.

La relazione tra Richelieu e Luigi XIII è strana e complessa: il re ha impiegato degli anni per fidarsi del cardinale, perché era stato sotto il potere di qualcuno (sua madre e i suoi favoriti) per tutta la sua vita, temeva Richelieu perché in precedenza era stato un servitore di sua madre. Però il re era abbastanza onesto per comprendere l’intelligenza del cardinale e di riconoscerla superiore alla sua, e il cardinale stesso si é sempre mostrato umile davanti al re (i testi dell’epoca mostrano che non prendeva mai una decisione senza l’accordo scritto del re). Un episodio racconta il pensiero del cardinale: egli avrebbe detto al re che loro due erano come il numero 10, lo 0 essendo il cardinale e il re l’1; senza l'1 lo 0 non vale niente (e senza dirlo intendeva anche che l'1 da solo é ben poco).

Alla fine la relazione tra il cardinale e il re é stata quasi una relazione filiale, perché il cardinale ha fornito al re una figura paterna che gli é mancata dopo la morte di suo padre per mano del fanatico Ravaillac.

Il cardinale lavorava per la gloria della Francia e del Re, che erano la stessa cosa per lui (infatti é morto di fatica dopo anni di lavoro). Fu lui ad iniziare la monarchia assoluta alla francese. Dunque l’idea di Demofilo é possibile solo se la personalità di uno dei due é cambiata in un momento qualunque delle loro vite.

Un’altra cosa: Demofilo fa intervenire Luigi XIV troppo presto, il bambino nacque solo nel 1638...

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E ora, una proposta davvero allettante scritta il 6 aprile 2015 dal grande Bhrghowidhon:

In concomitanza con la ricorrenza della Festa tradizionale indoeuropea del risveglio del Sole all'Aurora (*Haus(e)s-terah), per proporre un tema che mi terrà occupato almeno per otto mesi.

Insieme allo svevo (se non figlio di Guglielmo Divini da Lisciano / Fra' Pacifico) Federico II. di Hohenstaufen (Deitās Sōlis, Sacro Romano Imperatore, Re di Germania, dei Franchi, Teutoni, Burgundi, Longobardi, Romani, Normanni, Sultano, Basileus, Imperatore Latino e Re di Gerusalemme), uno dei Sovrani europei più conformi alla Regalità īrānica (xwaranah "splendore") è stato Louis XIV Dieudonné di Borbone, Roi-Soleil di Francia e Navarra, di madre (e poi anche di moglie) asburgica (i cui possedimenti ereditarî di famiglia hanno appunto il nome di Austria < Ôstarrichi "impero dell'Est [*haus(e)s-tero-] in quanto punto cardinale dell'Aurora [*Hausōs]"), dal significativo secondo nome di Dieudonné = īrānico Baya-dāta- "Dato da Dio" > mediopersiano Bagdād.

Nel luglio del 1657 il Cardinale Mazzarino ha sondato le opinioni dei Grandi Elettori dell'Impero in vista di una candidatura del diciannovenne Sovrano come successore di Ferdinando III. d'Asburgo in luogo del secondogenito di quest'ultimo, Leopoldo, già Re di Boemia e d'Ungheria ma non ancora Re dei Romani. Storicamente le donazioni francesi in oro non sono state sufficienti nemmeno per portare al successo la candidatura alternativa dell'Elettore di Baviera. Dato che, tuttavia, l'eventualità di un'elezione di Luigi XIV. (col nome di Ludovico V.) non avrebbe violato alcuna Legge di Natura, il cómpito dell'ucronia è di cercare quali sarebbero state le condizioni - in particolare le più vicine alla Storia vera - perché tale eventualità si realizzasse. Non essendo bastato l'oro allora disponibile, occorrerebbe o altro oro (da dove?) oppure una politica di concessioni territoriali molto generosa.

Per l'Elettore di Brandenburgo potrebbe bastare la concessione anticipata del titolo di Re in Prussia, per tutti gli altri occorrerebbero investiture pressoché gratuite di Feudi in Francia (in contraddizione con la politica di tutti i Re precedenti). Basterebbero? Se sì, in che misura?

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C'è poi questa idea del solito Perchè No?, elaborata una settimana dopo il suo matrimonio:

Vorrei iniziare un'ucronia a proposito di una vostra bellissima connazionale che senza avere niente di speciale all'inizio ha conquistato il cuore del magnifico capo supremo della Francia. Avete indovinato di chi parlo? Ma no! Non parlo di una certa cantante dalla voce impercettibile. Non avete letto? Ho precisato un "magnifico" capo della Francia.

Io intendevo parlare di Maria Mancini. Infatti ho ripreso l'idea avuta qualche tempo fa da William Riker sugli amori di Napoleone. Cosa sarebbe avvenuto se Luigi XIV avesse potuto sposare l'amore della sua vita?

Arrivata come il resto della sua avida famiglia per approfittare della ricchezza del loro potente zio, il cardinale Mazzarino, Maria era l'ultima figlia e il problema della sua famiglia. Sembrava troppo indipendente con un caratteraccio difficile, e non era abbastanza bella per farlo dimenticare.

Nel 1658 il giovane re Luigi XIV, ancora sotto il controllo della sua madre e del cardinale, cade malato, la corte lo considera perso e va presentare i rispetti a suo fratello Filippo. Solo Maria lo piange, il re finalmente guarisce e non dimentica quella che sembrava l'unica reazione naturale.

Presto nasce una storia d'amore incredibile tra il re di Francia e la centenne. Maria é intelligente e arrivista, non é difficile per lei sedurre questo ragazzone: il loro amore é tinto di eroismo romantico, il re si mostra innamorato senza nascondere nulla, fa cose folli degne di un giovanotto innamorato e si lascia scappare qualche parola che fa intravedere l'intenzione di sposare Maria! 

Lo scandalo é grandissimo alla corte, dove Maria é vista come un'ambiziosa venuta dal niente, quasi non nobile, neanche Francese. E presto è odiata da tutta la corte. La regina madre e il cardinale non vogliono neanche sentirne parlare, Anna d'Austria teme di perdere il controllo del suo ancora inesperto figlio. Malgrado la gloria possibile per la sua famiglia, il cardinale sta negoziando il matrimonio di Luigi con la figlia del re di Spagna, e questa storia rischia di distruggere il suo lavoro, inoltre teme di non poter controllare Maria.

Sembra che Luigi avesse già comprato uno splendido gioiello dal re di Inghilterra per proclamare la sua intenzione di fidanzarsi con Maria, però sua madre e il cardinale avevano ancora troppo potere sulla mente di un re troppo presto considerato oggi come forte e orgoglioso (questo forse é stato vero più tardi). La pressione della famiglia, della corte, dell'interesse del regno sono state troppo forti. I due sono separati per qualche tempo, per rompere il loro legame. Si rivedono solo nel 1659 al castello di Brouage, dove Luigi XIV mette fine a questa storia e si impone di non rivederla mai più. Qualche tempo dopo sposa Maria Teresa di Spagna e Maria Mancini sposa Lorenzo Colonna.

Ma se Luigo trova il coraggio di resistere e di prendere da solo la decisione? Se il re di Francia decide finalmente di sposare Maria Mancini? Dopo tutto, era lui il maestro e lo mostrerà pochi anni dopo sposando in segreto la Maintenon, ancora meno nobile di Maria Mancini. Lo scandalo sarebbe stato grande, ma comunque niente di veramente grave. Le conseguenze sono però grandissime:

a)  Luigi XIV non sposa Maria Teresa di Spagna, la pace é comunque realizzata tra le due potenze ma senza questo matrimonio e senza i diritti che vanno con questo a Luigi XIV; questi non rivendica nel 1672 i Paesi Bassi spagnoli e non conquista la Franca Contea durante la guerra di devoluzione iniziata in nome degli diritti di Maria Teresa. Inoltre Luigi XIV non può entrare nella competizione per la successione spagnola e, alla morte di Carlo II, la corona passa naturalmente a un Asburgo austriaco (probabilmente con una guerra per impedire la ricreazione dell'impero di Carlo V, ma allora la Francia avrebbe avuto l'aiuto dell'Inghilterra e dei Paesi Bassi).

b) Questa nuova geopolitica impedisce alla Francia di rivendicare l'egemonia europea e la obbliga a mantenere delle alleanze con i Paesi Bassi e gli Stati protestanti di Germania. Questa politica probabilmente la costringe ad essere meno duro contro i protestanti francesi.

c) Una Francia meno espansionista avrebbe come conseguenza una prosperità maggiore, sopratutto con l'organizzazione di Colbert, rovinata dalle guerre nella nostra Timeline. La Francia sarebbe meno grande (ma non é sicuro, almeno una guerra é possibile contro la Spagna asburgica ma senza la rovina delle guerre di Luigi XIV), ma forse il Re Sole avrebbe avuto l'occasione di pensare alle sue colonie americane, e soprattutto la popolazione francese sarebbe cresciuta in pace dando al re la ricchezza e la prosperità, e permettendo uno regno ancora più fastoso. Versailles sarebbe stata costruita ancora più grande.

d) l'arciduca austriaco sul trono spagnolo non avrebbe avuto i mezzi di ricreare l'impero di Carlo V e l'Austria nella tentazione egemonica sarebbe stata isolata, con la conseguenza di un'ostilità europea e infine la debolezza come alla fine del regno di Luigi XIV per la Francia.

e) La distruzione del Palatinato non sarebbe avvenuta, non fornendo il punto di partenza dell'odio franco-tedesco.

f) Mazzarino avrebbe perso di sicuro il potere e il giovane re avrebbe governato più o meno alla stessa maniera assoluta, ma con il consiglio e l'aiuto intelligente di Maria Mancini. Ovviamente la sua discendenza sarebbe stata del tutto diversa, cambiando la storia europea. Probabilmente il re non diventa il mostro di orgoglio degli anni '70-'80 del XVII secolo, forse sarebbe stato meno aggressivo e più saggio.

Se avete altre idee su questo tema, mi piacerebbe sviluppare l'argomento. Vostro Perchè No?

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Citiamo anche la proposta di Federico Pozzi:

E se l'esercito parlamentare fosse stato sconfitto dai realisti di Carlo I? Certamente la testa di Cromwell finirebbe infilata su una picca, lo Stuart divetrebbe un re molto più assolutista (uno dei motivi della rivolta fu proprio la tendenza di quest'ultimo a voler limitare i poteri del parlamento), in compenso niente teatri e pub chiusi, e forse un piccolo passo dell'Inghilterra per riavvicinarsi ai paesi cattolici con molta, molta prudenza; nessun massacro di irlandesi (per i quali Cromwell fu peggio delle dieci piaghe d'Egitto), invece i protestanti più arrabbiati e più compromessi con la rivolta di Cromwell scapperebbero nelle americhe. Forse lo stesso Carlo I ne invierebbe una buona quantità nella colonia penale della Virginia. A lui succederebbe tranquillamente Carlo II e così seguendo nella dinastia Stuart. A lungo termine gli inglesi potrebbero pensare che dopo tutto la repubblica non è una forma così orribile di governo (Cromwell in questo senso traumatizzò il popolo inglese), e forse nel 1789 prenderebbero spunto dai cugini americani ispirati dai loro filosofi, e magari farebbero la rivoluzione e le potenze conservatrici europee avrebbero orrore di questo "mostro" protestante e rivoluzionario (praticamente una nazione maledetta da Dio!). Magari alla fine si avrebbe una "storia rovesciata" con un Inghilterra "rivoluzionaria" con un dittatore venuto dai gradi bassi della marina: Horatio Nelson come Napoleone! C'è molto di fantastico, ma sarebbe una storia affascinante. Dopo il 1815 tornerebbero gli Stuart fino al 1830 circa, quando un cugino di Horatio Nelson diverrebbe :"Imperatore degli inglesi". Sarebbe possibile questa storia rovesciata? (un divertissement molto improbabile, ma tant'è)

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E ora, la trovata di Generalissimus:

La Guerra franco-spagnola del 1635 si conclude con la vittoria della Spagna, che riesce a tenere Artois, Fiandre orientali, Rossiglione e Cerdagna. La Francia dovrà aspettare un'altra occasione per affermarsi come grande potenza. La Spagna continuerà il suo sogno egemonico? E cos'altro accade?

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Gli replica il solito Bhrghowidhon:

Comunque nel 1659?

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E Paolo Maltagliati propone:

Presumibilmente la guerra finisce nel '48 (ufficialmente; di fatto anche prima) e la pace tra i due stati viene inclusa nei trattati di Westfalia. Mi sorge il dubbio che però gli spagnoli si incasinerebbero di nuovo con le Province Unite. Comunque... « prima della Battaglia di Rocroi il Principe di Condé dormì profondamente... e dall'oblio del sonno passò, senza nemmeno accorgersene, a quello della morte. Fu veleno o la maestà divina compì il suo disegno senza servirsi di mani d'uomo? Mai lo sapremo. Don Abbondio questo rischio certo non lo poteva correre, poiché al contrario... »

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Generalissimus riprende il filo del discorso:

Di sicuro la Spagna avrà altri problemi dalle Province Unite. E se gli Spagnoli, trovando insperate provviste di cibo, che nella nostra Timeline non ci furono, ne approfittano per azzannare alla gola una stremata Francia e terminare la guerra nel 1652?

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Al che Paolo replica:

In questa ucronia il problema è che la sconfitta militare arriva quando già le defaillances economiche e politiche erano evidenti e quasi insormontabili. Di fatto facendo vincere i Tercios allunghiamo solo l'illusione degli Austrias. Per un rilancio del peso specifico ispanico nella seconda metà del XVII e nel XVIII secolo ci vorrebbe qualcosa di più. Chi trarrebbe più vantaggio dalla vittoria spagnola contro i francesi sarebbero comunque gli austriaci, alla fin fine. Magari nel '700 riescono persino a mettere le mani sulla Polonia. Ragionando per assurdo, una sconfitta a metà del '600 potrebbe indurre la Francia a rivedere anche il suo impegno coloniale.

La Senyera, storica bandiera catalana, risalente al IX secolo

La Senyera, storica bandiera catalana, risalente al IX secolo

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Diamo ancota la parola a Generalissimus per questa sua nuova idea:

La Sollevazione della Catalogna riesce e nel 1653 la Catalogna diventa una repubblica sotto protettorato francese. Cosa accade? E quali POD sono necessari affinché i paesi catalani (Andorra, Catalogna, Baleari, Comunità Valenzana, El Carche, Frangia d'Aragona e Rossiglione) creino uno stato unitario?

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Risponde subito Paolo:

Di POD per l'indipendenza di uno stato di lingua prevalentemente catalana ce ne sono a bizzeffe. Tutto sommato il fatto che abbiamo due stati nella penisola iberica e non uno o 6-7 dipende in gran parte da vicende dinastiche, che come si sa, sono facilissime da cambiare.

Un’alternativa che mi piace parecchio sarebbe che Giovanni di Calabria, figlio di Renato d’Angiò, non muoia improvvisamente prima della conquista di Valencia a Giovanni II d’Aragona (che aveva fatto sposare in fretta e furia suo figlio a Isabella di Castiglia, anche per disperato bisogno di aiuto militare). Sarebbe paradossale che gli aragonesi alla fine fossero sovrani solo di Napoli e Sicilia!

Con gli Angioini sovrani d’Aragona, si potrebbe addirittura riproporre il progetto a lungo termine di una “riunificazione occitana”, comprendente la corona d’Aragona e la Provenza come punti di partenza, per poi proseguire con italia nord-occidentale. Resta da vedere il rapporto con la Francia.

Andando nel merito della tua proposta, vorrei capire meglio cosa significa il “riesce”, perché ci sono molti modi per “riuscire”.

Poi... proprio una repubblica? ritengo più probabile o un regno o un’annessione diretta della regione. Nel secondo caso, adesso a Barcellona si parlerebbe francese. Il catalano sarebbe parlato sì, ma solo da quelli da una certa età in su. Gli sforzi del governo francese per la preservazione culturale dei tempi recenti e recentissimi sarebbero tutti di facciata/promozione turistica con scarsi risvolti effettivi. Il catalano sarebbe parlato di più nella comunità valenciana, ma con 4 secoli di diverse influenze culturali a dividerli, non sarebbe più il “catalano di Catalonia” ma Valenciano in tutto e per tutto (nel senso che la differenza tra valenciano e catalano sarebbe molto più ampia rispetto a quella esistente nella nostra Timeline).

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Ma Generalissimus puntualizza:

Perchè il progetto originario era proprio creare una repubblica indipendente. Poi ci sarebbe anche Alghero: potrebbe prendere il posto di Andorra e diventare una seconda San Marino?

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Paolo resiste:

Lo so, ma il punto non era quel che volevano gli insorti, ma come andava a finire la storia. Non penso che potessero essere assoluti padroni del loro destino. Detto in modo brutale, non credo che ai francesi fregasse qualcosa di quel che avevano in mente gli insorti. E’ per questo che mi sembra poco probabile (non impossibile, solo poco probabile). Ma magari è solo una mia impressione.

E’ questo il punto, secondo me: capire i rapporti degli insorti con il resto del mondo e soprattutto con la Francia come punto di partenza per la divergenza dalla HL.

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Generalissimus torna alla carica:

In effetti nella nostra Timeline i Catalani finirono per subire anche i Francesi, ai quali, essendo in guerra con la Spagna interessava solo ed esclusivamente occupare Aragona e Valencia. I Catalani dovettero accollarsi il sostentamento dell'esercito francese, un compito molto più oneroso di quello di mantenere l'esercito spagnolo.

Luigi XIII nominò un vicerè francese e riempì l'amministrazione locale di notabili francesi, proprio come se la Catalogna fosse un territorio francese. La perdita di interesse da parte dei francesi e la riconquista della regione da parte di Filippo IV fece cadere ogni speranza di indipendenza catalana.

Accadde tutto dopo la morte (per avvelenamento, secondo le ultime ricerche) di Pau Claris i Casademunt, l'aristocratico catalano a capo della Generalitat de Catalunya che proclamò la Repubblica nel 1641. Potrebbe essere questo il POD decisivo: Pau Claris scampa agli attentati alla sua vita, si accorge che i Francesi non sono meglio degli Spagnoli e comincia a combattere anche contro di loro, anche se mi sembra un'impresa disperata.

Per quanto riguarda Alghero (o per meglio dire l'Alguer), Bernardo de Cabrera potrebbe decidere di conquistare la città per sé stesso nel 1353, seguendo le orme di Ranieri I di Monaco, ma quante sono le probabilità di successo?

Ecco ora a voi una Timeline per la fanta-sollevazione catalana. Precisazioni e suggerimenti sono benaccetti.

26 gennaio 1641: Battaglia di Montjuic, i franco-catalani sotto il comando di Henri Robert de Serignan, George Stewart e Francesc de Tamarit sconfiggono una forza spagnola sotto il comando di Pedro Fajardo.
Gli Spagnoli sono costretti a ritirarsi a Tarragona.
Nel frattempo Pau Claris i Casademont, il proclamatore della Repubblica di Catalogna, scopre i tentativi di avvelenamento ai suoi danni, e comincia a diffidare anche dei suoi alleati francesi.
Trovandosi nell'impossibilità di rinunciare al prezioso alleato, però, decide di passare sull'accaduto per il momento e adottare misure aggiuntive per la sicurezza della sua persona.
Il suo mancato decesso, comunque, impedisce il processo che porterà Luigi XIII a diventare Conte di Barcellona, offrendogli la possibilità di rivendicazioni territoriali sui paesi catalani.
Inoltre il peso specifico dei ribelli catalani nelle operazioni militari terrestri rimarrà quasi invariato rispetto alle fasi iniziali della sollevazione.

4 luglio-25 agosto 1641: Battaglie navali di Tarragona, la flotta francese sconfigge quella spagnola due volte, il blocco navale francese continua, e il controllo delle acque antistanti la Catalogna è ormai assicurato.
La Repubblica di Catalogna comincia ad armare le prime galee con l'aiuto francese.

4 novembre 1641-9 settembre 1642: Assedio di Perpignano, i Catalani conquistano la città e l'intero Rossiglione, che entra a far parte della Repubblica.

28 marzo 1642: Battaglia di Montmelò, vittoria catalana contro gli Spagnoli.

29 giugno-3 luglio 1642: Battaglia di Barcellona, la flotta francese sconfigge di nuovo la flotta spagnola.
Da segnalare la partecipazione di 5 galee e 4 brulotti catalani.

7 ottobre 1642: Battaglia di Lerida, i Catalani sconfiggono una forza spagnola, dopodichè chiamano in aiuto i Francesi e cingono d'assedio Tortosa, che cade.

1643: Ormai la Repubblica ha cacciato le truppe spagnole dal territorio nazionale e si concentra sulla difesa dei suoi confini. Tutti i tentativi spagnoli di rientrare in territorio catalano falliscono, grazie anche all'aiuto di alcune guarnigioni di confine gestite dai Francesi.
Piccoli contingenti catalani, comunque, continueranno a combattere al fianco dei Francesi per tutta la durata della Guerra franco-spagnola.

1651: Ultimo tentativo spagnolo di invasione della Catalogna.
Morte di Pau Claris, diventa Presidente Pau del Rosso.

7 novembre 1659: Pace dei Pirenei, la Spagna deve cedere alla Francia parte delle Fiandre, l'Artois e Thionville, e inoltre deve riconoscere l'indipendenza della Repubblica di Catalogna.

Come continuarla?

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C'è anche da segnalare il curioso crossover di Enrica S.:

Nel romanzo di Alexandre Dumas "Il Visconte di Bragelonne", terzo libro della trilogia dei Tre Moschettieri, Aramis e Porthos riescono a sostituire Re Luigi XIV con suo fratello Filippo, rinchiudendolo nella Bastiglia con la Maschera di Ferro sul volto. D'Artagnan, Athos e suo figlio Raul, appunto Visconte di Bragelonne, giurano fedeltà a Filippo e il quartetto non fa una brutta fine. E se l'anziano Barone di Sigognac, in gioventù noto come Capitan Fracassa, cercasse di riportare Luigi sul trono?

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E adesso, la Timeline di Federico Sangalli:

6 novembre 1661: Nasce al Real Alcazar di Madrid Carlo, figlio ultimogenito di Filippo IV di Spagna e Marianna d'Austria(rispettivamente zio e nipote; è opinione comune degli storici che proprio questo fattore genetico abbia portato ai problemi di salute che furono causa di morte del Re). Sebbene molto debole e malaticcio, egli è accolto con gioia essendo l'ultimo figlio superstite di Filippo IV, Filippo Prospero, morto a soli 4 anni appena 5 giorni prima. Egli appare comunque fin da subito vessato da gravissimi problemi di salute tanto da essere incapace di prendersi cura di se stesso: è seguito costantemente da tutori che gli impediscono qualunque sforzo fisico o intellettuale, tra cui persino lavarsi e curare la propria igiene personale.

17 settembre 1665: Muore Filippo IV, nominando Carlo suo erede universale a soli 4 anni d'età. Data la giovane età dell'infante e le sue precarie condizioni di salute, con la clausola 21 del testamento, Filippo IV affida la reggenza alla Regina Marianna d'Austria, con l'assistenza di un consiglio di 6 funzionari presieduto dall'Arcivescovo di Toledo e Inquisitore Generale, Cardinal Baltasar Moscoso y Sandoval. Filippo IV poi, con la clausola 37, riconobbe come proprio legittimo figlio Don Giovanni d'Austriache si era distinto come generale nelle Fiandre e aveva riunito alla corona Napoli e la Catalogna e che al momento ha la carica di Viceré d'Aragona raccomandando alla moglie di rispettarlo e di promuoverne la carriera, dandogli inoltre il titolo di valido. Lo stesso giorno, qualcuno dice per sfortunata coincidenza qualcuno dice avvelenato, muore tuttavia lo stesso Arcivescovo di Toledo Sandoval, lasciando la carica vacante. La Francia contesta tuttavia l'assegnazione dei Paesi Bassi spagnoli a Carlo II in quanto, secondo la legge del Brabante, i territori devono passare prima ai figli del primo matrimonio, cioè a Maria Teresa, moglie di Luigi XIV, e non ad un erede, seppur maschio, di secondo letto. I francesi avevano rinunciato ad ogni diritto di successione in cambio di una massiccia dote che tuttavia Madrid non ha ancora pagato. La Spagna naturalmente rifiuta e la Francia si prepara alla guerra.

Primavera 1666: La Regina Marianna d'Austria tuttavia disattende apertamente le disposizioni del marito e nomina nuovo Presidente del Consiglio Reale(cioè Primo Ministro) e Inquisitore Generale il suo confessore personale, il gesuita austriaco Johann Eberahard Nithard, conferendogli persino il titolo ufficioso di valido, togliendolo così a Don Giovanni d'Austria, che inizia ben presto ad odiare la Regina e il suo protetto, mentre la nobiltà spagnola disprezza profondamente Nithard in quanto austriaco, troppo influente sulla Regina e la mancata approvazione della sua nomina da parte di Papa Alessandro VII. Il malcontento serpeggia.

24 maggio 1667: L'esercito francese invade a sorpresa i Paesi Bassi spagnoli a seguito del mancato pagamento della dote a Maria Teresa, figlia di Filippo IV e moglie di Luigi XIV, Re di Francia: è l'inizio della Guerra di Devoluzione. Davanti ai sempre maggiori insuccessi contro i portoghesi e i francesi, Nithard propone una serie di riforme fiscali che dovrebbero portare ad una distribuzione del fisco più equa, in particolare facendo pagare anche nobili e latifondisti. Questo gli aliena definitivamente ogni supporto da parte della classe dirigente spagnola.

13 febbraio 1668: Nithard, per il Regno di Spagna, firma infine il disastroso Trattato di Lisbona con i ribelli portoghesi, con cui, in cambio di Ceuta, Madrid riconosce l'indipendenza portoghese e la sua sovranità anche sul Brasile e su parte dell'India. Si tratta della goccia che fa letteralmente traboccare il vaso della pazienza della nobiltà spagnola che si rivolta: insorgono Aragona e Catalogna, le regioni di cui Don Giovanni, ormai diventato capo dell'opposizione alla Regina, è il Viceré. Egli guida personalmente le truppe ribelli in battaglia.

2 maggio 1668: La Spagna, grazie solo alle pressioni diplomatiche di Inghilterra, Olanda e Svezia, intenzionata a porre un freno all'avanzata francese, sottoscrive la Pace di Aquisgrana con la Francia, cedendogli 12 piazzeforti dei paesi Bassi spagnoli e ottenendo in cambio la restituzione della Franca Contea.

18 gennaio 1669: Nasce Maria Antonia d'Austria, unica figlia superstite di Leopoldo I, Sacro Romano Imperatore, e Margherita Teresa di Spagna, figlia di Filippo IV.

25 febbraio 1669: Le forze ribelli vincono definitivamente le deboli forze realiste ed entrano a Madrid, costringendo la Regina a licenziare Nithard e a nominare al suo posto lo stesso Don Giovanni d'Austria. Nonostante il successo il vero dominatore della politica madrilena resta comunque l'alta e corrotta nobiltà spagnola, specie castigliana, la quale inizia a cercare un nuovo primo ministro in sostituzione di Don Giovanni, orientandosi verso Francisco de Valenzuela y Enciso, a capo di una fitta rete di amicizie altolocate e corrotte e che gode anche del supporto della Regina oltre che di molti nobili. Sembrerebbe il candidato perfetto per rimuovere da lì a pochi mesi Don Giovanni se non fosse che...

1° novembre 1669: Muore a sorpresa, forse per lo stress causato dal colpo di stato sulla sua fragile salute, Carlo II di Spagna, ufficialmente Re dal 1665, 5 giorni prima del suo ottavo compleanno, lo stesso giorno di suo fratello Filippo Prospero(e la sua stessa data di morte anticipata di 31 anni. PS tutti gli eventi narrati fino a questo momento sono veri, non ho aggiunto nessun POD aggiuntivo o altro). In una situazione di caos come questa, senza, ovviamente, un erede maschio diretto a portata di mano, Don Giovanni d'Austria prende in mano la situazione, approfittando della carica appena conquistata e dell'ancora presente indignazione contro la Regina Marianna e i suoi favoriti austriaci: in fondo egli non è l'unico figlio maschio vivo di Filippo IV, legittimato dal Re per testamento(anche se era già stato riconosciuto nel 1642). Su questo presupposto egli è l'unico erede maschio legittimo al trono di Spagna e pertanto le Cortes lo acclamano Re pochi giorni dopo col nome di Giovanni/Juan I. Ovviamente la Regina Marianna d'Austria, giudicandolo frutto di un colpo di stato, rifiuta la successione e si rifugia nella natia Austria, chiedendo aiuto al Sacro Romano Imperatore Leopoldo I d'Austria, suo parente, il quale, avendo sposato Margherita Teresa, figlia di secondo letto di Filippo IV, la quale non ha nemmeno, al momento del matrimonio, rinunciato ai suoi diritti sul trono di Spagna, coglie la palla al balzo e rivendica il Regno di Spagna per la moglie e per i suoi figli. Anche Luigi XIV però non sta a guardare: egli dichiara che, poiché la dote non è ancora stata pagata, sua moglie Maria Teresa non ha ancora rinunciato ai suoi diritti sul Bramante e pertanto pretende i Paesi Bassi spagnoli, tanto più che i due pretendenti sono una figlia di seconde nozze e un figlio nato illegittimo. Inghilterra, Olanda e Svezia, supportati da alcuni principi tedeschi, formano tuttavia la Triplice Alleanza e intervengono volendo impedire sia la ricreazione dell'Impero di Carlo V sia l'annessione francese del Brabante. Inizia ufficialmente la Guerra di Successione spagnola.

1671: Fallito un debole e fragile tentativo di sbarco a Barcellona, sia per l'intervento navale inglese sia per l'opposizione dei catalani che difendono Giovanni I, Viceré di questa terra, Leopoldo I attacca i territori esterni dell'Impero, ovvero Napoli, Milano e Paesi Bassi spagnoli, ma gli stati italiani, in testa il Papa che teme l'accerchiamento, e tedeschi gli dichiarano guerra.

1672: Dopo le invasione coronate dal successo di Franca Contea e Paesi Bassi spagnoli, Luigi XIV varca i Pirenei per costringere Giovanni I a riconoscergli i territori conquistati.

12 marzo 1673: Muore Margherita Teresa, moglie di Leopoldo I e candidata austriaca al trono di Spagna. L'Imperatore sostiene ora i diritti della figlia Maria Antonia ma le sue possibilità sono molto deboli e deve inoltre risposarsi subito per avere un erede maschio, senza rispettare il periodo di lutto.Il Papa ne approfitta per minacciare d'invalidità il nuovo matrimonio e tutti i suoi discendenti.

1675: Con la mediazione papale,Leopoldo avvia trattative di pace con Giovanni I il quale, astutamente, gli promette i territori invasi dai francesi, costringendo de facto Leopoldo I a dichiarare guerra alla Francia.

17 settembre 1679: Nell'anniversario della morte del padre Filippo IV, Giovanni I sconfigge nettamente l'esercito francese del Condé nella Battaglia di Saragozza e lo massacra mentre ripassa l'Ebro. Lo stesso giorno sfugge ad un tentativo di avvelenamento da parte di alcuni congiurati franco-austriaci.Leopoldo, che ha avuto solo figlie femmine nate morte dalla sua seconda moglie, chiede in ginocchio il perdono del Papa che accetta e gli convalida il matrimonio in cambio della rinuncia ai diritti sul trono di Spagna. A seguito di questi due eventi Luigi XIV inizia a pensare anch'egli alla pace: in fondo egli non ambiva al trono di Madrid ma solo ai territori già conquistati. Tuttavia decide di combattere ancora un po' per ridurre la sfera d'influenza austriaca. Molte potenze tacitamente lo appoggiano.

30 luglio 1683: Muore anche Maria Teresa di Spagna, consorte di Luigi XIV e candidata al trono di Spagna. A seguito di questo evento la Francia decide infine di giungere ad un accordo. La Pace di Colonia stabilisce: la cessione di Vallonia e Franca Contea alla Francia e delle Fiandre all'Austria, il riconoscimento di Giovanni I sul trono madrileno, Milano viene ceduta a Maria Antonia che si sposa con Vittorio Emanuele di Savoia(futuro Vittorio Emanuele II) il quale in cambio da in sposa la sorella Ludovica Cristina di Savoia a Giovanni I di Spagna. Inoltre sia Leopoldo I sia Luigi XIV rinunciano ad ogni diritto sulla corona spagnola.

Poiché né Don Giovanni d'Austria né Ludovica Cristina ebbero figli(anche se il marito di Ludovica, Maurizio di Savoia,morto nel 1657, era un ex cardinale di 36 anni più vecchio di lei sposato a forza per risolvere la guerra civile piemontese, fattori che potrebbero aver influito sulla procreazione) alla morte di Giovanni I il 6 febbraio 1699 potrebbe succedergli un Savoia, magari adottato prima della morte.

Che ne dite?

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Massimo Berto gli risponde:

Propongo una piccola variazione. Maria Antonia sposa Vittorio Amedeo II e dal matrimonio nasce Carlo Emanuele (III per casa Savoia), inoltre la seconda moglie di Leopoldo, Claudia Felicita del Tirolo, non muore ma non gli dà eredi.

1698: Giovanni I, dopo una lunga discussione con Leopoldo I e vista l'intenzione di quest'ultimo di lasciare tutto al nipote Carlo Emanuele, decide di lasciare la scelta del re di Spagna alle Cortes. 
Si scatena la Seconda Guerra di Successione Spagnola, che vede Vittorio Amedeo reggente per il figlio, l'imperatore Carlo VI di Savoia-Asburgo.
Alla guida dell'esercito di Carlo VI troviamo il grandissimo Eugenio di Savoia Carignano.
La guerra diventa totale quando le Cortes scelgono Filippo duca d'Angiò come loro re.

1713: vista l'influenza della decisione del Pontefice, nel conflitto entra anche lo Stato Pontificio.
Pace dell'Aja : Napoli, la Vallonia, Sicilia, Sardegna, Mantova agli Asburgo-Savoia e proclamazione del Regno d'Italia.
Carlo VI sposa Maria Elisabetta Farnese. 
Il primogenito è il futuro CarloVII, padre di Carlo VIII che sposerà l'ultima Este.

1721: muore Gian Gastone de Medici. Guerra di Successione Toscana. Come andrà a finire?

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Tommaso Mazzoni commenta:

Tradizionalmente, in Spagna si segue la successione Castigliana (se no Filippo non sarebbe stato II), quindi Giovanni sarebbe il III e non il primo. Per il resto, molto interessante.

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A questo punto interviene Bhrihskwobhloukstroy:

Elenco in ordine cronologico i punti critici che non posso tacere.

1669: per quanto fosse amato, Don Giovanni non poteva essere considerato (nemmeno dalle Cortes) superiore sia a Luigi XIV. sia a Leopoldo; come già osservato (mi ripeto perché l'obiezione è la stessa), è troppo romanesco che qui si metta contro i due Sovrani più potenti d'Europa e addirittura li vinca...

1671: i Paesi Bassi Meridionali e Milano NON sono «esterni all'Impero», sono parte dell'Impero a tutti gli effetti, i Paesi Bassi nel Circolo Imperiale di Borgogna, Milano come Capitale dell'altra metà dell'Impero (Teilreich), il Langobardisches Reich Welscher Nation ossia Reichsitalien. Non riesco a vedere né il motivo né la convenienza per cui i Principi dell'Impero (in Germania e Lombardia) dichiarino guerra all'Imperatore; in ogni caso, se l'Imperatore rimane il medesimo, a guerra terminata avrebbero tutti (compreso perso per fellonia i proprî Feudi. Escludo anche che lo volesse fare Venezia, a un anno dalla fine della Guerra di Candia e nella prospettiva che l'Austria cedesse a un attacco ottomano. Che poi l'ottantunenne Clemente X. dichiarasse guerra nientemento che al Sacro Romano Imperatore mi sembra proprio inverosimile.

1675: Leopoldo per la mediazione del proprio nemico Clemente X. (ormai ottantacinquenne) si fa indurre dal proprio primo e attuale nemico (!) a mettersi in guerra col Re più potente d'Europa (!) per contendergli territorî (cui il Potente non rinuncerebbe mai!) che corrispondono a briciole dell'obiettivo originario (!): allora chiamiamo questa ucronia «Leopoldo I., l'Imperatore-Idiota»; c'è un'ampia letteratura secentesca (di parte francese) denigratoria dell'Imperatore...

1676: perché Claudia Felicita non muore?

1679: Leopoldo rinuncia all'Impero Spagnolo (!) per farsi perdonare (?) da Papa Innocenzo XI. (che non è suo nemico e anzi è in tensione con Luigi XIV.!) la data del proprio secondo matrimonio (?!?)... Inoltre è fattualmente falso che Luigi XIV. «non ambisse al Trono di Madrid», nelle sue opere pubblicate è contenuto un riassunto dei suoi diritti su varie Corone fra le quali - fino all'ultimo - Spagna (in tutte le sue parti) con la Sardegna, le Due Sicilie e Milano (inoltre Genova, Lucca e varî Feudî Sabaudi, oltre ovviamente a tutti gli obiettivi transalpini).

1683: Leopoldo cederebbe ai Savoia, appena dopo averlo ottenuto come misero residuo dei diritti della quattordicene Maria Antonia, Milano (l'obiettivo più ambito! Addirittura lo aveva riservato a sé come condizione all'Arciduca Carlo prima che questi ottenesse la Corona Spagnola...): la pretesa sabauda era in carico alla Spagna, non all'Austria (mentre qui non è la Spagna, ma l'Austria che cede Milano ai Savoia), quindi Leopoldo può 'cedere' Milano solo se ottiene la Spagna (non certo se ottiene dalla Spagna solo Milano). Inoltre non ho capito chi sposa Maria Antonia: Vittorio Amedeo II. (che era già al potere da otto anni, dalla morte del padre Carlo Emanuele II.), no? Questi aveva infatti solo tre anni più di lei (il consorte storico, Massimilano II. Emanuele di Baviera, ne aveva qualcuno in più, otto anni).

1698: se il loro figlio si chiama ugualmente Carlo Emanuele III., quando è nato? Quello storico nel 1701, sette anni dopo il matrimonio.

1713: le Cortes non avrebbero MAI (in modo assoluto) accettato una spartizione dell'Impero Spagnolo; la Guerra di Successione è scoppiata appunto per questo (altrimenti c'erano già i Trattati di Spartizione pronti e l'accordo delle altre Potenze) e all'uopo si è cercato un Sovrano che fosse in grado di prevalere militarmente su tutti gli altri. Qui quello stesso Sovrano (il Duca d'Angiò, quando però il Re Sole è a meno di due anni dalla morte, non come tredici anni prima...) sarebbe invece scelto CONTRO un Savoia (se resta valida l'idea dell'adozione - si intende di Vittorio Amedeo o del figlio - da parte di Don Giovanni nel 1699?) che invece garantirebbe la riunificazione dell'Impero (a parte le cessioni fatte alla Francia, che comunque non sarebbero recuperate nemmeno con Filippo V., perché ormai era nato da tre anni il futuro Luigi XV., l'erede del Duca di Borgogna).
Trattato dell'Aja (quando? 1720?): il Regno d'Italia esisteva già da 1151 anni (col nome di Regno d'Italia da 1116 anni) ed era il già ricordato Langobardisches Reich Welscher Nation detto Reichsitalien; Carlo VI. (quello storico) ha riesumato per tutto l'Impero la denominazione di Heiliges Römisches Reich Teutscher und Welscher Nation («Sacro Romano Impero della Nazione Germanica e "Italica" = (Gallo)romanza»). In questa ucronia non era stato adottato un Savoia come erede di Giovanni III.? Quale Savoia, Vittorio Amedeo II. (o suo figlio)? Se non loro, chi? Inoltre, Mantova Modena e la Toscana dovevano essere già tornate all'Imperatore per fellonia (v. sopra).

Ad ogni modo, con questa situazione ucronica non mi sembra che ci siano gli estremi perché scoppi una Guerra di Successione: l'erede è Carlo Emanuele di «Savoia-Asburgo» (è l'erede testamentario di Carlo II. ed è anche il parente più vicino).
Ovviamente Luigi XIV. sarebbe furente, ma non ci sono appigli di sorta per contestare l'eredità, se intende ugualmente conquistare la Spagna (senza alcun pretesto più valido delle ragioni degli avversarî) deve intraprendere una guerra di aggressione. Può trovare alleati finché non ambisce a una conquista diretta, ma nel momento in cui emerge che vuole annettere l'Impero Spagnolo gli alleati si dileguano (a loro interessa che entrambi i contendenti si dissanguino, onde poter coltivare il proprio diverso - e a livello europeo più ridotto - interesse geopolitico locale, chiaramente con la conseguenza che 300 anni dopo siamo ancora all'odio reciproco fra Europei).
Di fatto la Guerra di Successione Spagnola ha finito per imporre una spartizione, eppure con ciò non si sono evitate né altre tre Guerre di Successione (tutte interconnesse) più la Guerra della Quadruplice Alleanza e quella dei Sette Anni né le Guerre Napoleoniche e le Guerre Mondiali. Mi pare dunque che la spartizione sia stata un fallimento totale. Una vittoria completa di uno dei due Contendenti sarebbe stata inaccettabile per tutti gli altri; ecco dunque che, per questo motivo, insisto a proporre una soluzione iperegemonica: solo con la fusione dei due Rivali si sarebbe creato un Blocco di Potere in grado di sostenere l'urto di tutti gli altri messi insieme (se prescindiamo dalla Russia).

Aggiungo che tutte le spartizioni, anche il Patto Segreto del 1668 (all'Austria la Spagna con le Baleari e la Sardegna e tutti i Possedimenti in America; alla Francia i Paesi Bassi Meridionali, la Franca Contea, la Navarra Spagnola, Milano, il Finale, le Due Sicilie, i possedimenti in Africa settentrionale e le Filippine) sarebbero state contro il volere dei Grandi di Spagna e poi Milano era irrinunciabile per entrambe le Parti.
In pratica, qualunque spartizione - come del resto quella storicamente avvenuta - avrebbe portato sùbito a nuove guerre (nella Storia reale dopo soli quattro anni e proprio fra due Corone della medesima Dinastia! Questo dimostra, fra l'altro, che l'Unione Dinastica non serve assolutamente a niente).
Perciò traggo le seguenti conclusioni:

1) l'Impero Spagnolo non poteva essere diviso (in ciò avevano ragione i Grandi e con loro Carlo II.);
2) un'Unione Dinastica non poteva bastare (in ciò si sono sbagliati tutti tranne Carlo VI.), occorreva un'Unione Personale (tuttavia inaccettabile sia per la Parte perdente sia per tutte le altre Potenze);
3) nessuno - né Borboni né Asburgo - avrebbe rinunciato ad alcuni specifici territorî, in particolare Milano (perciò la soluzione non poteva essere di lasciare l'eredità a una Terza Parte; in ciò si sbagliavano le altre Potenze).

Di conseguenza, emerge ancora una volta che i successivi 300 anni di Guerre si potevano (forse) evitare solo attraverso un'immediata unione dei due Contendenti (come quella quasi realizzatasi nel 1725 e fallita per il veto anglo-olandese, cui tocca una responsabilità storica enorme, che paragonerei ai disastri del Ventesimo Secolo). Questo credo che sia il risultato di tante discussioni storiche (e in fondo anche morali) sulla Guerra di Successione Spagnola.
Per fare un'analogia: l'Unione Asburgo-Borbonica sta alla Guerra di Successione Spagnola come l'Unione Europea sta alle due Guerre Mondiali.
Corollario: gli oppositori dell'Unione Asburgo-Borbonica hanno agito come gli oppositori dell'Unione Europea stanno agendo oggi.

Non è una fake: è stata fotografata davvero su un muro!

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E ora, la trovata di William Riker:

Il Re Sole anticipa Napoleone

Nel 1673, durante il suo soggiorno a Parigi, il diplomatico e filosofo tedesco Gottfried Wilhelm von Leibniz sottopose a Luigi XIV un piano per una campagna di occupazione dell'Egitto, per distoglierlo dalle guerre di occupazione in Europa, ma il re respinse il progetto. E se invece il Re Sole avesse accettato e avesse deciso di tentare la conquista della Valle del Nilo? Ci sarebbe potuto riuscire? E se sì, con quali conseguenze?

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Perchè No? tuttavia obietta:

Significa alienarsi lo storico alleato Ottomano, e sappiamo tutti quanto l'idea di crociata non interessava a Luigi XIV. Poi l'armamento degli soldati del Re Sole era ancora arretrato rispetto all'epoca di Napoleone. Non sono nemmeno sicuro che avrebbero avuto la capacità di trasportare un esercito cosi lontano, non é che avevano una flotta potente nel Mediterraneo. Luigi XIV ha preso il controllo diretto di Marsiglia solo nel 1660 e la città é stata poi ampliata con uno vasto cantiere navale che non era ancora finito nel 1673 (la mia città si é estesa per quasi il doppio).

Inoltre la fase religiosa del regno di Luigi XIV non era ancora iniziata nel 1673, siamo ancora nell'epoca delle feste e dello splendore. La Maintenon inizia appena a guadagnarsi l'attenzione del re. Ci vorrebbero ancora dieci anni (più o meno) per vedere Luigi XIV prendere iniziative sulla religione, sopratutto per affari interni alla Francia, figuriamoci per una crociata.

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Alessio Mammarella dice la sua:

L'espansione francese sull'asse mediterraneo incrocia inevitabilmente l'Italia. Carlo VIII cercò di conquistare il Regno di Napoli proprio per quel motivo. La campagna napoleonica d'Egitto, anche senza un nesso diretto, ha avuto fra le premesse la campagna d'Italia. Penso quindi che se Luigi XIV avesse pensato a una "crociata" non avrebbe potuto considerare come alleato la Spagna, che peraltro in quegli anni era debole e quindi induceva le altre potenze ad attacchi opportunistici. Secondo me allora il piano del grande filosofo non poteva rappresentare una alternativa alle guerre in Europa, ma semplicemente una direzione alternativa di espansione... una volta sconfitta (ugualmente) la Spagna.

Discorso diverso per Luigi XVI, per il semplice fatto che nella sua epoca il Regno di Napoli era retto da una dinastia collegata, che probabilmente avrebbe accettato di cooperare con i disegni francesi senza frapporre ostacoli o condizioni. Il buon rapporto con l'Austria c'era già, attestato dalla presenza stessa di Maria Antonietta e peraltro in quegli anni Austria e Russia avevano già cooperato in funzione antiturca. Insomma ci sarebbe stato spazio per una riedizione della coalizione della Guerra dei Sette Anni. La Gran Bretagna però dubito avrebbe lasciato correre: i britannici avrebbero provato a difendere l'Egitto, sia perché gli interessava, sia perché magari ciò gli avrebbe offerto l'opportunità di attaccare la Luisiana, il cui acquisto sarebbe potuta essere una rivincita dopo la nascita degli Stati Uniti. Forse una "crociata" sul finire del XVIII secolo avrebbe potuto portare molti più vantaggi all'Austria e alla Russia (che avrebbero certamente vinto battaglie e operato conquiste nei Balcani) che non alla Francia in relazione al controllo dell'Egitto.

A proposito di sovrani francesi tradizionalisti e di "crociate" forse anche la conquista dell'Algeria voluta da Carlo X la possiamo prendere in considerazione. E se Carlo X, invece dell'Algeria, avesse puntato l'Egitto? La battaglia di Navarino del 1827 aveva in effetti compromesso il potenziale militare egiziano. Ovviamente però, sarebbe stato impensabile per la Francia agire disgiuntamente dalle altre potenze. Si sarebbe potuta prospettare una spartizione "totale" dell'Impero Ottomano? (Ad esempio, Egitto sottomesso alla Francia, espansione Russa nei Balcani, parte restante sotto controllo britannico?)

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Tommaso Mazzoni però scuote il capo:

Dissento. Intanto, nel 1673 la questione del Trono spagnolo era di la da venire, e l'Inghilterra nel Mediterraneo fa molta meno paura. Poi, alla Spagna conviene evitare le guerre di Devoluzione per concentrarsi su altro. E se la Spagna e l'Austria sono alleati, nulla osta l'impresa. Per altro sono sicuro che i Cavalieri di Malta aiuterebbero volentieri.

L'idea di Carlo X ha almeno un argomento a suo favore: Carlo X potrebbe presentarsi come superiore a Napoleone in fama, ripetendo e superando l'impresa napoleonica in Egitto. Ma non credo che sarebbe stato possibile in quel momento.

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Prende la parola il grande Bhrghowidhon:

Il Piano si legge infatti nella Justa Dissertatio, 1671, ed era pensato per salvare l’Impero e i Dominî Asburgici Spagnoli, quindi a maggior ragione i Paesi Bassi Meridionali, il Milanesato, il Finale, lo Stato dei Presidî, le Due Sicilie e la Sardegna. Lo stesso Leibniz si è impegnato a fondo durante la Guerra di Successione Spagnola a favore delle ragioni asburgiche e imperiali.

Da parte francese, il Piano del 1738 del Ministro degli Esteri di Luigi XV René-Louis de Paulmy de Voyer d’Argenson prevedeva la spartizione dell’Impero Ottomano in un Impero di Costantinopoli e nei Regni di Macedonia, Grecia, Palestina, Siria, Egitto, Barberia, Marocco nonché lo scavo di un canale dal Mediterraneo al Mar Rosso.

Infine, l’Alleanza di Giuseppe II con Caterina II prevedeva, dal 1781-1782, un Piano di Spartizione dell’Impero Ottomano, che per quanto riguardava la Russia si concretizzava nel cosiddetto “Piano Greco” del Principe Potëmkin (espansione di San Pietroburgo fino alla Grecia; Costantino sul Trono di Costantinopoli) e che per il resto riservava all’Austria Chotyn, l’Oltenia, Nicopoli, Vidin, Belgrado e tutti i territorî a Ovest della Linea da qui all’Adriatico, incluso il Golfo di Drin, inoltre il Dominio di Terra Veneziano, l’Istria e la Dalmazia in cambio della Morea e di Creta e Cipro; alla Francia, come dal tempo di Leibniz, l’Egitto. Ciò che ha fatto fallire gli attacchi austriaci alla Turchia è stata la minaccia prussiana alle spalle (ne avevo scritto a proposito dell’ucronia sulla Turchia nella Guerra dei Sette Anni).

Questi sono i dati storici. È dunque chiaro che la Spedizione in Egitto non sarebbe stata contro e a spese della Spagna (men che meno della sua parte italiana), ma col favore della Spagna e dell’Impero, in una quadruplice manovra: la Spagna dalla Penisola, dalla Sardegna e dalla Sicilia in Barberia, la Francia in Egitto e da lì con via libera in Palestina e Siria, l’Austria in Ungheria e sul Danubio, la Polonia-Lituania in Moldavia e Valacchia, poi congiuntamente su Constantinopoli. L’Armata di Mare sarebbe stata composta da Spagna, Francia, Inghilterra, Savoia, Genova, Toscana, Stato Pontificio, Cavalieri di Malta e Venezia (che pressoché certamente avrebbe aderito alla Coalizione, come undici anni dopo alla Lega Santa); a queste condizioni, darei per verosimile la conquista dell’Egitto. Luigi XIV. avrebbe accumulato annessioni e gloria in misura molto maggiore di quanto ha ottenuto svuotando le casse del Regno in guerre continue in Europa.

È chiaro che tutto ciò avrebbe comportato altresì la permanenza fino al 1701 di Giacomo II. e VII. sul Trono di Inghilterra-Irlanda e Scozia, la convergenza dei due Soli (il Re e l’Imperatore) a favore dell’elezione di Carlo V. di Lorena nella Rzeczpospolita e la Restaurazione dei Gonzaga-Paleologi a Bisanzio. Presumibilmente Leopoldo avrebbe chiesto a Venezia il Dominio di Terra e l’Istria (in Dalmazia la Serenissima era ancora limitata – e da soli due anni – all’Acquisto Vecchio sulla Linea Nani) in cambio non solo del riconoscimento delle future conquiste della Morea, Creta (oltre a Candia) e Cipro, ma soprattutto degli antichi Possedimenti nell’Egeo (un’impostazione molto più favorevole rispetto a Giuseppe II.). In questo contesto, il Testamento di Carlo II. sarebbe stato pressoché di sicuro a favore dell’Arciduca Carlo e non ci sarebbe stata alcuna Guerra di Successione Spagnola. Carlo XII. non si sarebbe dissanguato per la Polonia nella Terza o Grande Guerra Nordica, Pietro il Grande avrebbe avuto più vantaggio contro il Chānato di Crimea (ma Anna Ivánovna avrebbe dovuto comunque restituire alla Persia le conquiste petrine). Luigi XV. non avrebbe avuto aspirazioni per la Polonia, non ci sarebbe stata la Guerra di Successione Polacca né verosimilmente quella Austriaca e l’Alleanza con l’Austria sarebbe stata ormai una tradizione da 83 anni prima del Rovesciamento delle Alleanze.

Fin qui le conseguenze massimamente probabili; adesso cominciano le ipotesi più discutibili. Fleury potrebbe ricucire i rapporti con Maria Lesczyńska se la russofobia di quest’ultima tornasse utile al Partito (a Corte) della Guerra contro Anna Ivánovna per il residuo Impero Ottomano e la Persia anziché per la Successione Polacca. Dato che Carlo VI. non avrebbe perso territorî in Italia e comunque non avrebbe più avuto un confine con l’Impero Ottomano, la guerra sarebbe stata portata avanti solo dalla Russia (e quindi non sarebbe poi stata bloccata dall’armistizio firmato dall’Imperatore) fino alla morte dell’Imperatrice (con cui sarebbe terminata anche la politica antifrancese della Russia) e naturalmente dalla Persia di Nādir Šāh-e Afšār. Nel 1741 invece la nomina del Marchese di Dupleix a Governatore di Pondichéry avrebbe dato inizio alla politica di espansione in India e con ogni verosimiglianza negli anni di d’Argenson (1744-1747) si sarebbe arrivati alla guerra con l’Inghilterra-Irlanda e Scozia di Giacomo III. e VIII., continuata nella Guerra della Conquista (o Franco-Indiana, 1754-1763) che a sua volta porterebbe alla Guerra dei Sette Anni e, al suo interno, alla Guerra Fantástica (1762-1763). Quale ne sarebbe stato l’esito per la Francia e la Spagna? In questa ucronia, la Francia ha tre grandi vantaggi rispetto alla Storia reale: anzitutto, l’Egitto, la Palestina e la Siria; inoltre, tutto quello che la Russia ha conquistato contro di lei negli Anni Trenta rafforza appunto la Russia, che con Elizaveta Petrovna è alleata della Francia; infine, anche l’Austria, storica Alleata della Francia, è più forte che nella Storia reale, non solo perché senza (o con una diversa e più ridotta) Guerra di Successione Austriaca (e senza Guerra di Successione Polacca e conseguente Guerra Austro-Turca) non ha le perdite degli anni 1733-1748, ma soprattutto perché dal 1746 l’Eredità Gonzaghesca e quindi Paleologa (qui assai consistente: Costantinopoli, Macedonia e Grecia) confluisce nei Dominî Lorenesi (che, ricordiamolo, già comprendono dal 1673 la Polonia-Lituania). La somma di questi tre vantaggi corrisponde esattamente ad aggiungere l’Impero Ottomano allo schieramento Austro-Russo-Gallispanico nella Guerra di Conquista e in quella dei Sette Anni, per cui mi pare che il vantaggio diventi decisivo nei confronti degli Anglo-Portoghesi. Ritengo altresì probabile un’anticipata vittoria russa sulla Prussia e quindi che Pietro III. non arrivi in tempo a salvare Federico II.

La vittoria della Francia sull’Inghilterra-Irlanda e Scozia dopo 22 anni di guerra giunge nel momento più propizio per intervenire nelle vicende interne della Persia, a sua volta sconvolta da 40 anni di guerre; ipotizzerei dunque che, al posto della Dinastia Zand, dopo il 1765 la Persia veda il progressivo predominio della Francia, che nel 1793 si troverebbe in posizione di netto vantaggio rispetto agli Inglesi della Compagnia delle Indie Orientali all’inizio della competizione per l’egemonia sull’India. Per parte sua, la Spagna vivrebbe una stagione di fioritura dopo il ripristino dell’Unione Iberica nel 1763, che compenserebbe largamente la mancata acquisizione della Louisiana; tutto ciò, nel quadro della perdurante Unione Austro-Ispanica, farebbe sì che nel 1764-1768 Genova affidasse la Corsica all’Impero – come nel 1731 – anziché alla Francia (che, del resto, in questa ucronia ha già fin troppe Colonie cui badare). Direi perciò che la Conquista dell’Egitto da parte del Re-Sole non solo comporta che Napoleone non effettui la Campagna d’Egitto, ma che non sia neppure francese.
Le ultime congetture sul resto della Storia sono prevedibili: niente Spartizioni della Polonia né Guerra di Successione Bavarese né Rivoluzione Francese né Vendita della Louisiana, Riconquista Britannica degli Stati Uniti entro il 1812, niente Indipendenze Iberoamericane, niente Napoleone III. né Guerra Austro-Prussiana o Franco-Prussiana, Spartizioni della Cina all’inizio del XX. secolo, niente Prima Guerra Mondiale né Rivoluzione Russa. In questo contesto ritengo quanto mai probabile che il divieto di Successione per i Figli Adottivi verrebbe rimosso entro il 1875, per garantire all’Impero Britannico (privo dell’Egitto e di gran parte dell’India) una Dinastia più potente dei Wittelsbach, qui ridotti al Palatinato (tale Successione, fra l’altro, determinerebbe la probabile sconfitta della Russia nella Guerra Russo-Giapponese anche in questa ucronia e quindi il controllo britannico del Tibet); i figli di Francesco Ferdinando sarebbero però comunque esclusi dalla Successione, perché sul Matrimonio Morganatico mi pare impossibile far passare una deroga. Altrettanto probabile mi pare che invece Vladímir Kiríllovič di Holstein-Gottorp-Románov, succeduto a Nicola II. o a una sua figlia in tempo per conquistare un Regno per Leonida (Georgievna) Giorgis asuli Bagrationi-Muxraneli (Bagration-Muchranskaja), la sposi il 13. agosto 1948 non morganaticamente (come invece avrebbe fatto, durante il regno del padre, Ól’ga Nikoláevna sposando un Principe russo), per cui oggi regnerebbe (dal 1992) la sessantaseienne Caríca (“Zarina”) Maríja Vladímirovna Románova e Cesarévič [“Zarevich”] sarebbe il trentanovenne Giorgio [Geórgij] Michájlovč di Hohenzollern-[Holstein-Gottorp-]Románov, che, se rimanesse celibe, sopravvivendo, come probabile, all’oggi settantacinquenne zio Francesco Federico Cristiano di Prussia, senza figli maschi, avrebbe come Erede Giorgio Federico I (nato il 10. giugno 1976), Capo della Casa di Hohenzollern, o uno dei suoi figli, di cui primogeniti sono i settenni gemelli Carlo Federico e Ludovico Ferdinando.

Come risulterebbe la potenza della Francia in questo Mondo ucronico, diviso fra tre Grandi Potenze (Francia, Austriberobritannia e Russia) e pochi altri (Unione Scandinava e Giappone)? Il suo Impero si stenderebbe dal Sénégal alla Cina Meridionale, oltre alla Nuova Francia e alla Polinesia Francese; tutto il resto delle Americhe – tranne l’Alaska – e dell’Africa nonché dell’Oceania sarebbe però (austr)iberobritannico. Indubbiamente, la potenza della Francia sarebbe maggiore di oggi, sia in assoluto sia rispetto alla maggiore Potenza del Globo, che per parte sua sarebbe più potente degli Stati Uniti attuali. Oggi la Francia è quinta fra cinque Potenze; in questa ucronia sarebbe seconda fra tre (penso di aver fatto i calcoli senza pregiudizi e senza favorire nessuno): a me sembra una condizione migliore rispetto alla presente (non ho scelto io il Punto di Divergenza e quindi non sono sospettabile di aver pensato tutto prima) e fra Luigi XX e Macron non vedo poi una gran differenza, né per potere né come persone.

Certo, la distanza fra Marsiglia e Cirene può sembrare intollerabile, ma che cosa è più verosimile, le fobie da accerchiamento o l’effettiva politica di Leopoldo I., Giuseppe I., Carlo VI., Maria Teresa, Giuseppe II., Leopoldo II., Francesco II., Ferdinando I. (*IV.), Francesco Giuseppe, Rodolfo (*III.), Francesco Ferdinando, Carlo (*VIII.) e Ottone (*V.)? Gli unici di cui si potrebbe dubitare sono i primi tre e Rodolfo (di certo non la madre e i fratelli di Maria Antonietta); si dirà che sono proprio i primi tre i contemporanei di Luigi XIV.: ma davvero avrebbero tradito un’alleanza? Leopoldo I. e Carlo VI. direi proprio di no, quindi casomai tutta la questione sta nel giudizio su Giuseppe I. I Borboni hanno sempre temuto negli altri ciò che essi stessi avrebbero fatto (quest'ultima frase è vera per tutti, ma gli Asburgo erano mediamente meno portati alla coltellata alla schiena rispetto agli altri).

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Anche Federico Sangalli dice la sua:

L'idea di Leibniz consisteva nel raggiungere la pace in Europa indirizzando le potenze europee verso guerre extraeuropee, una situazione che si sarebbe effettivamente realizzata durante la Belle Epoque duecento anni più tardi.

Il principale problema è che nel 1673 la Francia, con alleate Inghilterra e Svezia, è impegnata nella Guerra Franco-Olandese contro Paesi Bassi, Spagna e Sacro Romano Impero (cioè Austria e Brandeburgo), iniziata l'anno prima. Per lanciarsi in una tale avventura mediterranea la Francia dovrebbe poter contare almeno sulla benevolenza dell'Inghilterra, principale potenza navale dell'epoca, e possibilmente della Spagna, per ragioni geografiche legate al possesso di Napoli e della Sicilia. Il momento però poteva essere favorevole: con Londra infatti era appena stato firmato il Trattato di Dover, che sanciva un'alleanza anglo-francese in funzione anti-olandese e filo-cattolica. Con la Spagna si era in guerra ma il partito filo-imperiale guidato dalla Regina Madre Mariana d'Austria, Reggente per conto del figlio, il malato Carlo II, era insidiato, davanti alle continue sconfitte militari, dal partito filo-francese guidato dal Principe Giovanni il Giovane, che alla fine prevarrà inducendo Madrid alla trattativa.

Immaginando un maggior impegno francese nel Mediterraneo la Sicilia diventa centrale: durante la guerra i francesi ottennero diversi successi, distruggendo la flotta ispano-olandese nella Battaglia di Palermo, uccidendo l'Ammiraglio De Ruyter, probabilmente il miglior ammiraglio olandese della Storia, e sostenendo con successo una rivolta anti-spagnola a Messina. Tuttavia Luigi XIV considerò sempre la Sicilia come un fronte secondario, utile solo a distrarre uomini e forze di Madrid da altri teatri bellici, e non si impegnò mai a fondo.

Immaginiamo invece che in questa TL, convinto da Leibniz, decida di farlo: distrutta la flotta, un corpo di spedizione francese può sbarcare a Messina, unirsi ai rivoltosi e occupare stabilmente l'isola. La disfatta, nel giugno 1676, porta alla caduta anticipata di Mariana e all'assunzione della reggenza da parte di Giovanni: la pace è firmata all'inizio del 1677 e vede la Spagna cedere Sicilia, Franca Contea e alcune città dei Paesi Bassi Spagnoli alla Francia. In questa fase l'opposizione interna inglese sta costringendo Re Carlo a recidere la sua politica di allineamento con la Francia, svolta sancita dal matrimonio, carico di conseguenze per gli Stuart, tra la figlia del Re, Maria, e Guglielmo d'Orange, ma siamo ancora nella fase di transizione, dettata anche dalla persistente ostilità dei mercanti inglesi contro i concorrenti olandesi.

Luigi XIV può quindi istruire le proprie forze in Sicilia di allestire la spedizione in Egitto, che viene attuata l'anno seguente. L'effetto a sorpresa permette di sconfiggere con relativa facilità le guarnigioni dei Mamelucchi, impossessandosi delle piazzeforti lungo il Nilo e di Alessandria. Sfortunatamente lo Shah Safi II rifiutò sempre di alleare i Savafidi con l'Europa contro gli Ottomani, per cui i francesi sarebbero soli all'inizio, ma se riescono a resistere sono sicuro che Vauban saprà costruire abbastanza fortificazioni sull'istmo di Suez da rendere difficile il contrattacco turco. Alla fine il Sultano deve concedere la sconfitta e si concentra sul sostegno ai cosacchi ucraini anti-polacchi. Quando questi successi lo indurranno ad attaccare gli Asburgo nel 1683 ed ad assediare Vienna Luigi XIV si troverebbe nella posizione giusta per proporre un'intesa anti-ottomana: la Santa Lega formata da Russia, Venezia, Asburgo, Polonia e Spagna si aggiunge dunque della Francia ed è un esercito franco-polacco a salvare Vienna assediata. Gli ottomani sono espulsi dall'Ungheria e perdono Belgrado come in HL, mentre i francesi avanzano anche in Palestina. Nel 1694, alla morte di Safi II, gli eunuchi sono chiamati, per ultima volontà dello Shah morente, a scegliere il successore: il primogenito Sultan Hussein, se avessero voluto pace e quiete, il più giovane Abbas Mirza, se invece avessero voluto un Impero più potente. Davanti alla possibilità di aggredire un Impero Ottomano in forte crisi, gli eunuchi scelgono Abbas Mirza, il quale entra in guerra con la Sublime Porta. Quando la Grande Guerra Turca termina gli Asburgo hanno conquistato gran parte dell'Ungheria e della Serbia, la Francia la Palestina, i persiani terre di confine e la Russia il bacino del Mare di Azov.

Durante questo periodo l'Europa conosce venticinque anni di pace, poiché Luigi XIV non porta avanti le sue ambizioni renane, evitando così la Guerra dei Nove contro la Grande Alleanza. Rispetto all'HL Luigi non ottiene Strasburgo ma Papa Innocenzo XI, deliziato dall'accoglimento del suo invito ad una crociata che ponesse fine ai conflitti europei, dalla ritrovata unità della Cristianità e dalla revoca dell'Editto di Nantes, ha nominato il candidato francese per il posto di Principe-Vescovo di Colonia (il casus belli della Guerra dei 9 Anni in HL).

Approfittando di questo periodo di pace, la Francia porta a compimento lo scavo del Canale di Suez e rilancia così la penetrazione francese in India. Athanasius Kircher scopre la Stele di Rosetta, corregge il suo schema di traduzione dei geroglifici e fonda la moderna Egittologia, anche se i suoi studi saranno pubblicati solo postumi (morirà nel 1680). Similarmente alle scoperte di Champollion, la traduzione dei geroglifici scatenerà un'egittomania ante litteram, con le corti settecentesche che faranno a gara per sfoggiare richiami all'antico Egitto.

Tale unità si infrange con la Guerra di Successione Spagnola, quando la successione di Carlo II diventa motivo di guerra: il conflitto prosegue come nella Storia nota, solo che la Gran Bretagna si opporrà con forza al controllo francese del Mediterraneo. La pace sarà simile alla nostra, cioè la vittoria borbonica in Spagna ma a patto di ripartire i possedimenti spagnoli: in tal senso la Sicilia potrebbe ritornare alla Spagna, comunque borbonica, mentre i Savoia otterranno la Sardegna (eventualmente come in HL col Trattato de L'Aia). Durante la Guerra di Successione Polacca la Francia ottiene Strasburgo ma lascia libero il Ducato di Lorena, che entra poi nei domini imperiali. La Toscana invece va a Don Carlos, che diventa anche Re di Napoli e Sicilia come in HL. Nello stesso periodo la Francia ottiene la grande alleanza con Nadir Shah in Persia, dando inizio all'ultima grande spallata all'Impero Ottomano, in concomitanza con il Piano Greco di Caterina II: l'Austria ottiene tutto il litorale adriatico fino a Valona almeno (salvo Istria e Dalmazia che rimangono veneziane), la Russia ricrea l'Impero Bizantino sotto i Romanov e ottiene la Crimea, l'Armenia e il protettorato sulla neonato regno di Dacia (Romania), Venezia ottiene Morea, Creta e Cipro, la Persia mette le mani su Mesopotamia e Anatolia orientale, la Francia su Libano, Siria e Anatolia meridionale. La Turchia rimane ridotta ad uno staterello nell'Anatolia centro-occidentale. Grazie al Canale di Suez sono i francesi a poter ridispiegare rapidamente le truppe in Asia e, col sostegno persiano e bengalese, a sconfiggere gli inglesi a Plassy e a prendersi l'India durante la Guerra dei Sette Anni.

Come continuarla? Che accade allo scoppio della Rivoluzione?

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Alessio Mammarella obietta:

Scusate se provo a prendere la palla al balzo, ma qui mi si dice che se la Francia fosse stata "accomodante" con i paesi che in quella fase storica erano i suoi nemici, sarebbe stato tutto meraviglioso, avrebbe conosciuto solo prosperità e vittorie. Ciò può valere per tanti paesi però...

Per esempio, se al Congresso di Berlino non fosse stato fatto di tutto per impedire alla Russia di ottenere uno sbocco sul Mediterraneo, forse si sarebbe disinnescato sul nascere il problema geopolitico che ha condotto alla Grande Guerra. Perché furono fatte quelle scelte? A quest'ora forse l'Austria-Ungheria esisterebbe ancora, la Germania sarebbe ancora uguale a quella del 1914 e la Gran Bretagna forse avrebbe ancora molte delle sue colonie...

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E Bhrghowidhon torna alla carica:

Il fulcro di questa ucronia è che la proposta di Leibniz avrebbe prodotto tali risultati se fosse stata attuata nel quadro di una Spartizione dell’Impero Ottomano come quelle concepite negli Anni Trenta e Ottanta del Settecento; anche il Congresso di Berlino alternativo avrebbe potuto produrre un risultato analogo – mi sembra innegabile – se l’Impero Ottomano fosse stato spartito fra almeno quattro Potenze (le due perdenti delle Guerre Franco-Prussiana e Austro-Prussiana – come nelle note intenzioni di Bismarck, quindi perfettamente nell’ottica per cui il Congresso è stato pensato – e naturalmente la Vincitrice della Guerra Russo-Turca e la Potenza Egemone del momento, il Regno Unito). Che la Turchia Europea dovesse compensare l’Austria-Ungheria delle colossali perdite in Germania e Italia era un luogo comune accettato da tutti (un po’ come la Françafrique quale indennizzo dell’Alsazia-Lorena) e d’altra parte sarebbe stato improponibile che andasse tutta all’Impero Russo, giacché quest’ultimo aveva già ipotecato come minimo la Grande Armenia in Anatolia. Di certo, un Congresso di Pace fallisce la propria funzione se, anziché in una spartizione “equilibrata” fra tutti e senza residui, si risolve in una spartizione che privilegia solo alcuni, crea più Stati di quanti il territorio permetta e oltretutto lascia un grosso residuo umiliato e inferocito, pronto alla rivincita: questa è la ricetta per una guerra mondiale e infatti così è andata. Se si spartisce, non deve rimanere niente (e gli Stati-Cuscinetto possono al massimo essere di dimensioni molto ridotte, mai contigui, sempre schiacciati fra due o tre Potenze; non una ventina in competizione fra loro, come oggi). Notoriamente, sono del parere che l’Impero Ottomano dovesse rimanere una Potenza e in tal modo avrebbe contribuito alla Pace nel Mondo (tanto per fare un esempio, Turchi, Curdi e Arabi si consideravano della medesima Nazione); è la Spartizione in sé a essere immorale, per cui, una volta decisa, va portata – immoralmente – fino in fondo, altrimenti è perfino peggio. L’Equilibrio può sussistere solo se accontenta ugualmente tutti (i Vincitori o i Superstiti); un Equilibrio che scontenta tutti (tranne uno) è l’anticamera della successiva guerra ed è peggio della situazione d’anteguerra.

In concreto, la Russia avrebbe avuto la Bulgaria di Santo Stefano (con la Dobrugia) e perciò l’accesso diretto all’Egeo; inoltre entro poco tempo avrebbe ottenuto anche di più in Anatolia, con la Grande Armenia e l’accesso diretto al Mar di Levante. Francia e Regno Unito si sono spartiti l’Impero Ottomano dopo la Prima Guerra Mondiale: tanto valeva che lo facessero sùbito (eventualmente regalando la Libia ai Savoia, se Londra preferiva che la Tunisia andasse alla Francia). A questo punto, il residuo in Anatolia nonché la Tracia sarebbero toccati alla Grecia e quello in Europa (i tre Principati Danubiani, la Bosnia-Hercegovina, il Sangiaccato di Novi Pazar e l’Albania fino all’Epiro) – meno di qualunque altra porzione – doveva andare alla quarta Potenza (la seconda delle Perdenti del precedente ventennio), che vi aspirava da Carlo VI. e Giuseppe II. (ma ciò avrebbe comportato che la Transleithania non ponesse il veto e qui sta forse l’ostacolo più insidioso). L’“onesto sensale” avrebbe avuto il suo ampio compenso nel giro di pochi decenni, coagulando attorno a sé l’Unione Mitteleuropea (a Nord la Scandinavia, a Ovest Olanda Belgio e Lussemburgo, a Sud la Svizzera, l’Italia e la Grande Austria-Ungheria, fino alla Grande Grecia): non sarebbe stata un gigante come le prime tre Potenze (Regno Unito, Francia, Russia), avrebbe avuto meno Colonie degli altri, ma comunque un discreto Impero d’Oltremare (la somma delle Colonie del Secondo Reich, della Danimarca, dell’Olanda, del Belgio e dell’Italia).

Sarebbe bastato a evitare la Prima Guerra Mondiale? Di certo, direi, non ci sarebbe stato l’Attentato di Sarajevo e, con Francesco Ferdinando Imperatore, sarebbe prima o poi finita la suicida politica di veto da parte transleithana alla riforma federale dell’Impero. È ovvio che una simile Unione Mitteleuropea non sarebbe stata accettabile per l’Impero Britannico, ma allora anche in questo caso, come nell’ucronia «Rule, Britannia!», ritorniamo alla considerazione che il Regno Unito avrebbe avuto tutto da guadagnare da una politica che non mirasse a danneggiare tutti gli altri anche a costo della propria rovina (come invece è avvenuto).

Tutto ciò è la trasposizione geopolitica del Dilemma del Prigioniero, dove le Potenze sono i criminali...

 

Degne di nota queste altre idee del grande Perchè No?:

Volevo condividere con voi un pensiero nato dall'idea della spedizione d'Egitto in anticipo per concentrarsi sull'idea di un'Egittologia anticipata. Padre Athanasius Kircher sarebbe senza dubbio il più indicato per immaginare una traduzione anticipata dei geroglifici. La Stele di Rosetta gli avrebbe impedito di cadere nei suoi errori di interpretazione e avrebbe intuio il legame con il copto.

Ma temo che un'Egittologia del XVII secolo sarebbe stata un po' come lo studio dell'area palestinese: fortemente influenzata dalla preoccupazioni della religione. Lo studio dell'Egitto si sarebbe concentrato sul desiderio della Chiesa di provare la veridicità della Bibbia, cercando tracce di Mosè, Giuseppe ecc., dimenticando lo studio della cultura stessa e forse censurando i testi troppo chiaramente pagani. Come reagirebbe Roma all'inizio XVIII secolo alla scoperta del monoteismo di Akhenaten?

D'altro canto l'Egittologia anticipata sarebbe stata inquinata da considerazioni esoteriche ereditate dalla tradizione, modificando le traduzioni e le scoperte a vantaggio di ciò che ciascuno vorrebbe provare, forse creando una forte egittomania nelle società segrete che cercavano una giustificazione nella tradizione antica. Vi lascio immaginare il casino attorno alle piramide di Giza tra preti cattolici e massoni! Si dovrà allora aspettare l'illuminismo e probabilmente la fine del XVIII secolo per vedere l'Egittologia distaccarsi dalle due opposte influenze.

Se l'Egittomania nasce in anticipo in Francia e nel resto dell'Europa, potrebbe significare uno sviluppo anticipato dell'archeologia, tra le mani dell'aristocrazia, ma significherebbe senza dubbio la nascita anticipata del traffico delle antichità. Oltre oggetti e tesori,monumenti interi potrebbero sparire, venduti, talvolta ricostruiti in Europa, ma sempre vandalizzati.

Ultima idea: e se la tomba di Tutankhamen venisse ritrovata con due secoli di anticipo (senza vedere il suo tesoro rubato e distrutto, tanto per rimanere ottimista)? La maschera d'oro del giovane faraone presentata a Luigi XV e conservata al Louvre? La "maledizione del faraone" considerata colpevole della Rivoluzione?

In generale mi piacerebbe immaginare questa scoperta in altri tempi e la reazione di ogni epoca: ritrovata in epoca augustea, constantiniana, napoleonica... Se avvenisse proprio nel 2020, alcuni fanatici accuserebbero la "Maledizione del Faraone" come causa dell'epidemia di COVID-19!!

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