Tutto parte da questa proposta di MorteBianca:
E se la rivolta di Masaniello si evolvesse in senso socialista ante-litteram? Come reagirebbe l’Europa, all’epoca nel pieno della Guerra dei Trent’Anni, ad una Comune Napoletana?
La rivolta di Masaniello si compie. Napoli viene occupata. I nobili vengono buttati fuori o impiccati, i loro beni vengono redistribuiti ai più poveri. In tutte le strade di Napoli si radunano notai e preti vicini ai rivoltosi che raccolgono lamentele ("I quadern e' Lament" li chiamarono) e possibili riforme. La Comune di Napoli si basa su principi scritti non da Masaniello, bensì dai suoi collaboratori letterati: tutti i cittadini sono uguali, tutti i maschi adulti possono votare se prestano servizio militare, tutti i beni verranno distribuiti secondo il principio "Gli ultimi saranno i primi" in modo da considerare i più bisognosi come primo bersaglio di soccorso. Si forma subito un Consiglio a cui prendono parte deputati eletti quartiere per quartiere. Nella Comune di Masaniello è possibile il voto vicario, usato frequentemente dai padri di famiglia per votare a nome di tutti i loro parenti.
La Comune vive giorni di festa, i beni redistribuiti rifocillano i rivoltosi, i lavoratori iniziano ad organizzarsi in gruppo per prestare servigio alla causa. Le armate del Regno vorrebbero riprendersi la città ma scoppiano ovunque rivolte simili che le bloccano. Mentre l'esercito è impelagato a sedarle, i rivoltosi a sorpresa iniziano a liberarle di città in città. I rivoltosi li accolgono spianando loro la strada, aprendo le porte di notte, accogliendo le spie. Diverse province si liberano da sole. Il Re fugge in Sicilia dove spera si trincerarsi con la sua flotta. Il suo atto di codardia (unito al suo essere fuggito con tutto l'oro che era riuscito a trafugare) fa capitolare le ultime resistenze. La Sicilia al di là del Faro diventa la Repubblica Napoletana. La Repubblica ha anche i suoi veri e propri servizi segreti, con i quali si ripromette di dare la caccia a Camorristi e Mafiosi. Sono guidati da un uomo misterioso chiamato la Maschera di Ferro (A Facc'e fierr).
Il Re spera di preparare le sue forze per invadere l'entroterra. A sorpresa è lui a venire invaso. Ai pirati di tutto il Mediterraneo e a tutti i mercanti è infatti stato concesso asilo e porto libero in tutte le città costiere della Repubblica in cambio della difesa. La Sicilia è tormentata dai pirati. E proprio mentre l'Esercito è radunato a Palermo e si imbarca, ecco che la flotta Napoletana sbarca in Sicilia. "O Novo Modell d'Armata" è denominata da Gennaro Annese, noto armaiolo, braccio destro di Masaniello. Lui ha prodotto notevoli innovazioni nelle armi dell'esercito, migliorando le antiquate strutture spagnole, innovando la Flotta e organizzando l'Esercito non più su base aristocratica, bensì sul merito, dividendolo in piccole unità con una gerarchia solida e con meccanismi di controllo reciproco. L'esercito rivoluzionario sbarca a Messina, viene accolto dalla folla catanese che gli spalanca le porte e gli consegna i nobiluomini legati e imbavagliati e poi l'armata si dirige a Siracusa, dove si verifica una storica battaglia vinta facilmente dai rivoluzionari (la città era rimasta sguardianata per l'invasione). I nobili siciliani, compreso il greve problema, si riuniscono tutti quanti a Palermo, abbandonando le campagne e facendo terra bruciata. La cosa in realtà favorisce Masaniello che si prende le terre senza colpo ferire, supportato dal popolo. A Palermo l'esercito siciliano è riunito e l'armata rivoluzionaria è in minoranza (essendosi divisa per assicurare il porto di Trapani ed impedire ai Duosiciliani di sbarcare di nuovo). Ma è qui che Gennaro Annese dimostra il suo genio tattico, fingendo una ritirata che attira i tronfi nobili dritti nella trappola: Masaniello caricai insieme alla cavalleria con un pugno di uomini sparuti e sfonda le linee, che vengono finite dalle truppe che le avevano circondate. Le Due Sicilie sono unite in un sistema Federale.
Il Re Spagnolo è furioso e giura vendetta. La sua armata, rimasta per mare, viene sconvolta da atti di pirateria continui, non riesce a sbarcare (merito delle innovative difese portuali di Annese) e gli uomini iniziano a morire. E' una situazione carnevalesca. Ma non può durare ancora a lungo. L'esercito spagnolo alla fine ripara a Roma, dove vengono sostenuti da tutta l'armata Spagnola giunta con fatica da Madrid. Ma è qui che intervengono, a sorpresa, dalle loro retrovie, i Francesi. La maschera di Ferro infatti si rivela essere Enrico II di Lorena, che riesce ad ottenere l'alleanza con il Regno Francese, che ha ambizioni nel suo vecchio dominio e spera di usare la rivoluzione in chiave Anti-Spagnola. Mentre le due potenze litigano, l'armata rivoluzionaria riesce ad arrivare appena in tempo e a schiacciare gli Spagnoli, che ora non possono più intervenire.
La Repubblica duosiciliana non aspetta ad espandersi. Con l'aiuto dei suddetti pirati viene liberata Tunisi (porto franco per tutti i corsari che accettano di diventare irregolari della flotta repubblicana) e Tripoli, riformando il vecchio Regno Siciliano Normanno. L'impresa riceve un lieve supporto dalle altre potenze europee. La Repubblica di Genova è il prossimo bersaglio, attaccata tramite un segreto accordo tra Savoia (spinta dalla Francia) e Napoli. Napoli si piglia la Corsica, i Savoia si annettono con largo anticipo la Liguria. La Repubblica delle Cinque Sicilie (Sicilia, Napoli, Sardegna, Tunisia e Corsica) entra in una Santa Alleanza organizzata dal Papa (comprendente Milano) contro Venezia. Mentre Milano e Roma attaccano dalla Terra, Napoli attacca dal Mare e libera diverse isole in mano ai Veneziani. Gli Spagnoli iniziano a vedere di migliore occhio i Napoletani, giungendo ad accettarne l'indipendenza.
La Francia è stufa di aspettare e decide di invadere da Nord la Corsica. La Spagna (che non intende certo farsi sottrarre le potenzialmente riottenibili terre) difende la Repubblica Napoletana. Il contrattacco è formidabile. La Liguria viene annessa alla Repubblica Napoletana, la Lombardia si espande in Piemonte, i Savoia sono fortemente ridimensionati. Il Lombardo Veneto spagnolo diventa ora il Regno d'Alta Italia.
Quando inizia la Guerra di Successione Spagnola ovviamente Francia e Napoli si riscoprono grandi alleate. Nel frattempo Napoli è degenerata in una Repubblica Unitaria e Centralista. La Repubblica era guidata da un discendente del Guisa. Si trattava di Enrico Carolaio (Italianizzazione di Charolais, di cui in teoria sarebbe stato conte, è il nostro Enrico II Giulio di Borbone-Condè). Giunto al potere grazie alla sua abilità nelle trame politiche e nei prestiti a credito, aveva proseguito nell'opera di centralizzazione dei suoi predecessori fino a rendere Napoli una sanguinaria dittatura, decapitando i suoi oppositori. Era noto anche come "il Re Lupo" per via della sua collera, brutalità e la sua Licantropia Clinica. La corona spagnola viene spartita come nella nostra timeline, ma in questo caso l'Austria si prende il Veneto, Napoli si prende la Toscana e il centro Italia, compresa Milano, i Savoia filo-francesi si riprendono il Piemonte. Nasce così la Repubblica Italiana.
Alla morte di Enrico le grandi potenze sperano di riprendersi il potere sfruttando la debolezza della neonata repubblica. Questo non avviene, il Direttorio dopo la sua morte riesce abilmente a deporre il figlio (cospiravano da tempo contro Enrico) e la democrazia viene restaurata. Quando la Repubblica italiana viene attaccata da più parti sembra chiaro che questa non riuscirà a resistere. Uno dei pochi atti sensati di Enrico fu la firma dei Patti Casalesi, con cui la Repubblica stabilizzava i suoi rapporti con la Chiesa Cattolica, riconoscendola come religione ufficiale e lasciando salvi i patrimoni residui dei vescovi, che rimanevano però tassabili. Papa Clemente XI scomunicò i re di Francia ed Austria. E fu a quel punto che, sfruttandone la debolezza, Prussia ed Inghilterra di mossero di comune accordo. La Triplice Alleanza tra Inghilterra, Napoli e Prussia riuscì a salvare l'Italia, che anzi si ingrandì includendo anche Piemonte e Veneto. Restavano ancora irredente Nizza e Savoia (la prima incamerata nella Francia), trentino e Alto Adige, Friuli e Venezia-Giulia. Erano invece occupate grazie alla potenza mercantile Veneta la costa dalmata, le isole del Dodecanneso, Rodi, Cipro e Creta.
Inizia l'Epoca d'oro della Repubblica, di grandi riforme democratiche, patrocinio delle arti e della cultura. A capo degli opifici e delle comuni vengono posti uomini d'ingegno che hanno studiato in Francia ed Austria, stipendiati dallo stato per rinnovare l'apparato produttivo Napoletano, che diventa l'avanguardia. Viene favorito un clima liberale e accogliente di varie idee e speculazioni scientifiche. Fiorisce l'agricoltura e la Medicina. Introdotta l'educazione compulsoria (associata all'educazione cattolica). La proprietà privata resta illegale, ma viene concesso l'Affitto dallo stato agli imprenditori (soprattutto protestanti esiliati dalla Francia ed ebrei da tutto il mondo). La Repubblica diventa in questo modo una potenza regionale. Ma in Francia si muove qualcosa.
La Repubblica Italiana è ormai una potenza mondiale, e si avvia a garantire i propri interessi principalmente nella forma di piccole exclavi mercantili e le piccole isole. Da tempo infatti ha come storici nemici l'Impero Ottomano (con cui si confronta per il dominio mediterraneo) da un lato e l'Austria dall'altro per il suo oscurantismo anti-italiano. Gli ideali repubblicani si diffondono in tutta l'Europa. "Lumerismo" viene denominato, per via del termine Napoletano con cui si indica il Lucernario con cui si illumina una stanza buia (simbolo dell'oscurantismo). Tale clima repubblicano inizia a dare problemi a livello religioso: la Chiesa che fino ad ora aveva tutelato la Repubblica in quanto paese manipolabile, bisognoso di un alleato potente e che avrebbe portato stabilità e protezione nella penisola italiana, inizia a vedere di pessimo occhio gli ideali rivoluzionari e numerose encicliche li condannano. Questo non gli impedisce di avere seguito in Francia, Austria ed altri paesi.
Guerra dei Sette Anni tra Francia ed Inghilterra, la Repubblica si mantiene neutrale non avendo le energie nel suo isolamento di fare nulla. La Francia si vendica del pessimo esito del conflitto supportando l'indipendentismo americano, supportato anche dal generale napoletano Satriano (Carlo Filangieri). Mandato dalla Repubblica per sostenere gli ideali Repubblicani oltreoceano con appena mille uomini riuscì a supportare l'indipendentismo americano e fu amico personale del primo presidente degli Stati Uniti, ossia Alexander Hamilton. La nuova federazione si caratterizza per la palese ispirazione al modello partenopeo, rendendo illegale ogni privilegio feudale e schiavista, tuttavia può votare solo chi possiede una Terra. Per tale motivo gli ex schiavisti si riciclano come sfruttatori, cosa che sarà motivo di tensione negli anni avvenire.
In Francia scoppia la Rivoluzione, guidata dai successi napoletani ed americani. La Rivoluzione viene però brutalmente repressa dalla Francia. Le guide del popolo chiedono l'intervento della Repubblica Italiana, che manda un generale corso, ossia Napoleone Buonaparte. Napoleone riesce rapidamente a sgominare ciò che resta della Savoia, riprende Nizza e li espande, creando una piccola Repubblica gemellata con Napoli, la Repubblica Provenzale, con capitale Nizza. Intanto Parigi viene occupata dai rivoltosi, guidati da Lafayette, che dichiarano subito fedeltà alla Repubblica Italiana. I monarchici si rifugiano in Normandia e Bretagna, supportati dagli Inglesi. Napoleone conduce la campagna di Francia con maestria, ricongiungendosi con i francesi a Parigi e poi sbaragliando gli ultimi monarchici. "Vi restituisco le vostre terre" disse nell'occupare gli ultimi porti storicamente occupati dagli inglesi. Ma intanto Austria, residui Francesi ed Inghilterra stanno facendo guerra totale all'Italia Repubblicana. Il Lombardo Veneto è occupato dagli austriaci. Napoleone ritorna quindi in Patria. In Italia la situazione politica è drammatica, ci sono lotte di potere tra varie fazioni:
-Livellatori: Sono i più estremisti, ispirati dalle frange inglesi della guerra civile. Vogliono andare oltre Masaniello e redistribuire tutti i beni (dopo averli nazionalizzati) secondo le necessità di ognuno. Non vogliono permettere privilegi e proprietà privata di alcun tipo, neanche sotto affitto. Simpatizzano con il repubblicanesimo di Russeu.
-Ianchi: Si ispirano al modello americano (italianizzano la parola Yankee, inoltre il loro nome è un gioco di parole sul Siculo "Bianco", per via dei paramenti dei Notai) no ai privilegi nobiliari e alla monarchia, sì a Valsoia e a sostanziali libertà private, ma non sono contrari alla proprietà privata. Sono il ceto borghese che è (ri)nato a seguito delle privatizzazioni Enrichiane. Simpatizzano con la divisione dei poteri di Montesqueieuruseesis.
-Lupi: Sono il nucleo di ciò che rimane dei fedelissimi alla linea originale di Masaniello, prima che diventasse il comunista che è divenuto in questa timeline. Sono a favore di uno stato centralizzato (in opposizione ai Ianchi) con un leader forte, nobiltà ereditaria sì ma controllata e costituzionale. Sono nostalgici di Enrico. Si tratta della burocrazia statale, dei piccolissimi imprenditori e classe media. Simpatizzano con la monarchia assoluta di Voltaire.
-Chiagnuni: ispirati ai fiorentini, sono tradizionalisti, monarchici e sostanzialmente contrari alla rivoluzione di Masaniello, pur condividendone l'ottica anti-corruttiva e di pulizia.
Queste fazioni sono estremamente divise su come gestirsi il potere, perché la Repubblica Napoletana per costituzione era inizialmente democratica, ma sotto Enrico (che si circondò di esperti e potentati) si era venuto a creare un circolo prima ufficioso e poi ufficiale, con lo scopo teorico di "limitare" il vizio popolare, ma di fatto di controllarlo. Mentre la Camera resta a suffragio universale maschile (e quindi qui sono forti Libellatori e Ianchi) al Senato sono forti principalmente i Lupi e Ianchi. Nessuno dei due è abbastanza forte da imporsi: se gli Ianchi si alleano con i Livellatori alla Camera, al Senato i Lupi faranno opposizione impedendogli di far passare le leggi. Idem a parti inveertite. Per evitare che riaccadesse ciò che era avvenuto con Enrico ed eventuali altri colpi di stato la Repubblica si era dotata di un sistema di controbilanciamenti: limite di mandato, limite del numero di mandati, un semplicissimo sistema di Impeachment. Nessuna delle fazioni voleva che l'altra potesse ottenere troppo potere subito. Ma in questo modo i presidenti in Italia si cambiavano facilmente. I Chiagnuni e i Lupi vogliono la pace e l'isolazionismo. I livellatori vogliono diffondere la rivoluzione ovunque. Gli Ianchi vorrebbero la pace ma non ritirarsi dalla Francia.
Napoleone rientra dalla campagna francese, rievocando palesemente i fasti di Cesare. Viene accolto dalla folla festante. Giunto a Napoli inizia un'invettiva contro il malgoverno, la corruzione e la situazione in Guerra. A furor di popolo viene acclamato dalla massa di popolani. Napoleone, giunto in Parlamento, chiede poteri straordinari per affrontare la situazione d'emergenza. Il Parlamento non vuole darglieli, nessuno dei partiti ha chiara la sua posizione su qualsiasi cosa, anche se i Lupi sembrano alquanto amichevoli vedendo in lui l'uomo della provvidenza.
Napoleone propone una riforma costituzionale, con la nascita di un Triumvirato in cui lui è Primus Inter Pares. Ogni triumviro rappresenterà uno dei partiti maggiori, senza passare dalle elezioni visto il clima bellico. Un triumviro viene assegnato ai Livellatori, uno agli Ianchi. I Lupi per tacito accordo vedono in Napoleone un proprio rappresentante, e tale squilibrio rappresenterà la fine della Seconda Repubblica.
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Gli risponde Giampiero Ferrone:
Questa invece è l'idea su cui sto lavorando io:
REPUBBLICA NAPOLETANA
Fra le varie cause che comportarono il fallimento dell’esperienza della
Repubblica Napoletana del 1648 ci fu sicuramente la mancanza di una strategia e
di un obiettivo ben definiti. Ciò era dovuto alla frammentarietà di vedute dei
rivoltosi (c’erano i filospagnoli che volevano alcune riforme senza cambiare lo
status quo, i filofrancesi che confidavano nel Duca di Guisa e i repubblicani
che erano ispirati da esperienze anche molto lontane) e da una confusione circa
l’alleanza fra le classi interessate (Nobiltà fuori seggio che non aveva
rappresentanti politici, popolo crasso composto da mercanti dottori e artigiani,
popolo minuto). Questa mancanza di strategia comportò anche l’incapacità di
trovare appoggi internazionali oltre all’affidarsi a una persona molto ambigua
come era il Duca di Guisa che era, a differenza di quanto affermasse
pubblicamente, interessato a conquistare per se la corona del Regno di Napoli.
Masaniello durante i pochi giorni che fu a capo della rivolta, ebbe
l’importantissima funzione di saper coniugare due componenti di massa della
società napoletana: la plebe non organizzata e il pueblo inferior organizzato in
strutture corporative. Il suo “regno” però durò solo qualche giorno. Poi, per
cause naturali o per avvelenamento non è chiaro, impazzì. Perse il sostegno
della popolazione e gli elementi reazionari lo uccisero. La causa più
accreditata è sicuramente la pazzia improvvisa, ma un’altra ipotesi suggerisce
l’avvelenamento tramite Roserpina (un allucinogeno molto usato dagli spagnoli),
così da fare in modo che il popolo arrivi ad odiare Masaniello.
POD: Masaniello scampa all’avvelenamento e rimane il leader dei rivoltosi.
Dalla rivolta alla
Repubblica
Verso la metà del 1600, la situazione economica del viceregno di Napoli era
difficile. In particolare la gabella sulla frutta era molto gravosa per il
popolo. La Napoli che si rivoltò agli spagnoli nel 1647 era una città notevole
nell’Europa del tempo. Per numero di abitanti era seconda solo a Parigi. Era la
capitale di un Regno ricco e abbondante di ogni cosa. Da Napoli, traevano una
cospicua parte dei loro mezzi finanziari i sovrani spagnoli. Era nota
l’importanza della città come piazza commerciale di prim’ordine. Spinti dai
buoni risultati avuti dalle rivolte siciliane dell’anno precedente, il prete
ottantenne Giulio Genoino spinse decise di organizzare una rivolta a Napoli e
spinse Tommaso d’Aniello d’Amalfi detto Masaniello, e altri 8 compagni come lui
di 24-25 anni, a ribellarsi contro la nobiltà. Il 7 luglio 1647 scoppia una
rivolta nel mercato cittadino e Masaniello e i suoi subito riescono a diventarne
i leader e guidano il popolo fino a Palazzo Reale dove, sbaragliati i soldati
spagnoli e i lanzichenecchi di guardia, giunsero fino alle stanze della
viceregina ottenendo così dal viceré il duca d’Arcos l’abolizione delle gabelle.
Nella notte furono bruciati diversi palazzi nobiliare e case di influenti
mercanti e altri oppressori. Il 9 luglio i rivoltosi presero la Basilica di San
Lorenzo e si impossessarono di alcuni cannoni custoditi nel chiostro. Giovedì 11
luglio, furono ratificati i capitoli richiesti dal popolo e Masaniello fu
nominato Capitano Generale del Fedelissimo Popolo Napoletano.
Il movimento dei rivoltosi si andava scindendo in due componenti contrapposte. La prima, sostenuta da Masaniello, era formata da elementi dei più bassi strati popolari e da un gruppo di intellettuali dell'Accademia degli Oziosi (Camillo Tutini, Orazio Montano, Vincenzo D'Andrea), intenzionati a radicalizzare le richieste sociali e politiche del movimento e pronti ad accettare anche uno scontro con il viceré. La seconda, composta dagli esponenti del ceto civile, era guidata dal prete ottantenne Genoino, che tentava di mantenere l'insurrezione in una cornice di legalità. Di fronte a questa irrimediabile spaccatura, Genoino intavolò trattative riservate con il viceré, organizzando di fatto l'uccisione di Masaniello. Prima di uccidere Masaniello, però, era necessario che questi fosse allontanato dal popolo. Fu scelto dunque di avvelenarlo con la Roserspina così da farlo impazzire. Masaniello venne a conoscenza del piano per avvelenarlo. Il tutto sarebbe dovuto accadere la sera del 14 luglio durante una cena a casa del nobile Antonio Cafiero. Avuta la notizia, Masaniello ordina il saccheggio della casa di Cafiero e l’arresto di coloro i quali avevano complottato contro di lui insieme agli spagnoli, fra cui l’eletto del popolo Arpaja, l’ottantenne Genoino e alcuni capi delle ottine (le suddivisioni territoriali della città di Napoli). Viene così composto un nuovo comitato direttivo della rivolta composto da esponenti della sola area radicale quali Camillo Tutini, Orazio Montano e Vincenzo D’Andrea. Quest’ultimo era colui che aveva più influenza su Masaniello, del quale divenne consultore, oltre che notevole rispetto del popolo crasso. L’avvocato Vincenzo D’Andrea, aveva idee radicali e teorizzava una repubblica sul modello di quella olandese e quindi la cacciata degli spagnoli. Fino a quel momento, il popolo si era rivoltato al grido di “Viva il Re, morte al malgoverno”. Con il nuovo ruolo di D’Andrea e visto il tentativo di avvelenare Masaniello, il nuovo grido è “Viva il popolo, morte al Re”. Il binomio Masaniello - D’Andrea sarà fondamentale per guidare il popolo durante la rivoluzione, riuscendo ad avere l’appoggio sia del popolo minuto che del popolo crasso e coniugando abilità militari e amministrative.
A questo punto il popolo ha una strategia chiara, la cacciata degli spagnoli da Napoli e la proclamazione di uno stato indipendente. Masaniello, nonostante non abbia esperienza, si dimostra un ottimo capo militare. A inizio agosto, i ribelli controllano solo la parte bassa della città mentre gli spagnoli hanno tutti i castelli e i nobili si sono rifugiati ad Aversa, da dove controllano gli approvvigionamenti della città. Il 22 agosto, un folto gruppo di popolani riesce a prendere Castel Sant’Elmo. Andrea Polito, uno dei capi della rivolta, aveva fatto scavare un profondo cunicolo sotto le mura orientali, minandole e aprendo una breccia: all’interno del castello mancavano viveri, munizioni e ed una guarnigione in grado di far funzionare, neanche al livello più basso, quella potente macchina da guerra. Con la conquista di Castel Sant’Elmo, i ribelli entrano in possesso di un elevato numero di armi e cannoni. Il 1 settembre viene conquistato Castel Capuano e il 5 settembre viene posto d’assedio il Castel Nuovo che cade il 25 settembre quando i soldati spagnoli si arrendono perché rimasti senza scorte (I magazzini erano infatti per buona parte svuotati durante i primi giorni di rivolta nel tentativo di sedarla). Il 31 settembre, infine, cade l’ultimo castello situato all’interno della città, il Castel dell’Ovo che non era strutturato per la difesa da terra ma solo da attacchi navali. Nel frattempo D’Andrea, recatosi a Roma, chiede aiuti agli ambasciatori di Francia e della Repubblica delle Province Unite. Dalla Francia ottiene la difesa della città via mare e un milione di ducati. Dagli olandesi, l’invio di alcuni maestri campo e altri 500.000 ducati. Il 10 ottobre le navi spagnole agli ordini di Don Giovanni D’Austria entrano nel golfo di Napoli ma non si riescono ad avvicinare la costa perché bombardate da Castel dell’Ovo, comandato dal fratello di Masaniello Giovanni e dal Castello del Carmine, comandato da Annese. I popolani riescono a resistere alle navi spagnole fino al 14 ottobre, quando arriva la flotta francese in protezione della città.
Il 22 ottobre è proclamata la Repubblica Napoletana, anche se in quel momento i repubblicani controllano la sola città di Napoli. D’Andrea stabilisce l’assetto organizzativo e le istituzioni del nuovo stato:
GOVERNO
Il governo è affidato al Provveditore Generale che sceglie altri 7
provveditori per ogni materia di stato e 9 consoli per le provincie (il
Provveditore Generale è anche console di Napoli). Il Provveditore Generale è
eletto dal Senato che lo può revocare e dura in carica 10 anni. Ha potere sia
esecutivo che legislativo (come era per i re) ma su alcune questioni ha bisogno
dell’approvazione del Senato. Per evitare che si creino nuovi baronaggi, i
Consoli restano in carica solo 3 anni e non possono essere riconfermati nella
stessa provincia.
SENATO
Il Senato è composto da 30 membri, 3 per ogni provincia (nella fase iniziale
partecipano solo i rappresentanti della Provincia di Napoli) che sono eletti
ogni 5 anni. Il Senato elegge il provveditore generale, il generalissimo del
popolo e il consiglio della Camera della Sommaria. I compiti del senato sono di
controllo dell’operato dei Provveditori, di ultima parola circa le azioni in
materia di tasse e guerra. E’ poi organo consultivo del Provveditore Generale e
esprime pareri su tutte le materie.
GENERALISSIMO DEL POPOLO
E’ il capo militare, viene coadiuvato dal consiglio di guerra che comprende
l’Ammiraglio della Repubblica un capitano di nave e due maestri di campo.
CAMERA DELLA SOMMARIA
E’ la riunione di tutti i tribunali e detiene il potere giudiziario. E’
controllata dal consiglio che sceglie tutti i giudici.
CONSIGLI PROVINCIALI
E’ l’assemblea composta dai sindaci delle Università. Il loro compito è
controllare l’operato del Console Provinciale ed eleggere i senatori.
Il 25 ottobre si insediano le nuove istituzioni scegliendo come sede comune il Palazzo Reale. Il Senato conta tre membri (rappresentanti di Napoli): Camillo Tutini (espressione del popolo crasso), Marcantonio Brancaccio (espressione della piccola aristocrazia che supportava i ribelli) e Giovanni D’Amalfi (fratello di Masaniello, espressione dei lazzari).
La città di Napoli è ora controllata completamente dal governo repubblicano mentre i Nobili filospagnoli si sono ritirati ad Aversa. Aversa è una postazione granaria di primaria importanza. Da lì si riesce a controllare le vie di accesso dei rifornimenti alimentari alla capitale. A Napoli, infatti, cominciano a scarseggiare tutti i generi alimentari. I casali già occupati dai rivoltosi provano a inviare vettovaglie ma queste sono per lo più intercettate dagli spagnoli. Il governo repubblicano ha, fino a quel momento, atteso che i vari casali e città si ribellassero, che i popolani prendessero il controllo e inviassero i loro rappresentanti a Napoli (cosa avvenuta raramente visto la difficoltà di raggiungere la capitale). Ora però, con la crisi alimentare che sta per scoppiare, si decide di attaccare per la conquista delle principali zone agrarie a servizio di Napoli: Agro aversano e agro-nocerino. Il Generalissimo D’Amalfi si mette alla guida di un esercito composto di 20.000 uomini del nuovo esercito repubblicano armato e mantenuto grazie agli aiuti francesi e oltre 100.000 popolari armati con le armi confiscate agli spagnoli. Il nuovo esercito repubblicano era composto in minima parte di disertori dell’esercito spagnolo e per il resto da popolari di Napoli e casali vicini senza esperienza di guerra. Erano però addestrati e comandati da generali e maestri di campo di grande valore provenienti sia da Francia e Olanda e da generali appartenenti alla piccola aristocrazia Napoletana. Questi ultimi avevano appoggiato la causa repubblicana con grandi motivazioni. Infatti, nonostante la loro bravura militare, siccome non appartenenti all’alta nobiltà, nel viceregno spagnolo gli era precluso raggiungere le più alte cariche militari. Vedevano, dunque, nella Repubblica la possibilità di realizzare le loro aspirazioni di carriera.
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Aggiungiamo questa proposta di Tommaso Mazzoni:
La spunta Madruzzo
Dal 1656 al 1658 Carlo Emanuele Madruzzo, Principe Vescovo di Trento, tentò numerose volte di ottenere da Papa Alessandro VII la dispensa per potersi sposare e salvare la sua famiglia dall'estinzione; I Madruzzo avevano in pratica dinastizzato la carica vescovile a Trento; tale dispensa fu sempre negata, e i Madruzzo si estinsero; ma, se invece...
1655
In cambio della raccomandazione di Francesco Sigismondo d'Austria come suo
immediato successore, Carlo Emanuele Madruzzo ottiene l'appoggio dell'Imperatore
Ferdinando III, il quale fa pressione sul Papa che concede la dispensa.
Carlo Emanuele I sposa Claudia Particella.
1656
Nasce Nicolò II Madruzzo.
1657
Nasce Ludovico Madruzzo il Giovane.
1658
Muore Carlo Emanuele Madruzzo, gli succede Francesco Sigismondo d'Austria, che
assume la tutela dei due giovani.
1662
Ludovico Madruzzo il Giovane diventa Vescovo Ausiliare di Trento.
Nonostante la giovane età si distingue per l'impegno diplomatico, cercando di
mobilitare l'Impero a Difesa del Papato, impegnata in un duro contrasto con il
Re di Francia.
1665
Ludovico II Madruzzo diventa Vescovo-Principe di Trento.
1672
Il Principato Vescovile di Trento mobilita un piccolo contingente per sostenere
lo sforzo bellico del Sacro Romano Impero nella Guerra d'Olanda, contingente
guidato dal fratello maggiore del Vescovo, Niccolò II, che ottiene il titolo di
Barone di Nanno, già della sua famiglia. Dopo la Guerra, Niccolò divenne
Governatore del Tirolo.
1678
Niccolò II, amico personale di Leopoldo I, sposa Anna Maria Giuseppa, sorella
minore dell'Imperatore.
1679
Nasce Niccolò, futuro Conte di Tirolo.
1680
Nasce Carlo Emanuele Madruzzo il Giovane.
1683-1699
Grande Guerra Turca
Niccolò II Madruzzo fu tra i principali comandanti imperiali, e ottenne
prestigiose vittorie che gli valsero il titolo di Conte di Tirolo (non del
Tirolo, titolo che rimaneva saldo in mani Asburgiche) Come Conte di Tirolo, in
pratica, Niccolò guadagnava il governatorato a vita sulla regione, opzione
virtualmente ereditaria, come si vedrà in seguito.
1700
Niccolò Madruzzo (III) sposa la Principessa Maria Antonia del Liechtenstein.
1701-1712
Guerra di Successione Spagnola, Niccolò II Madruzzo e il Fratello Ludovico II
sono fra i maggiori sostenitori dei diritti di Carlo d'Asburgo. Trento viene
cannoneggiata sei volte, ma Niccolò Madruzzo sconfigge i Bavaresi a Merano.
1701
Nasce Giovanni Madruzzo.
1704
Nasce Carlo Gaudenzio Madruzzo il Giovane.
1707
Carlo Emanuele Madruzzo il Giovane diventa Vescovo ausiliare a Trento.
1708
Papa Clemente XI, su pressione di Giuseppe I, concede ai Madruzzo il Privilegium
Tridentum, che stabilisce che il Vescovo della Città debba essere, qualora
disponibile, un membro della famiglia Madruzzo, e comunque il Vescovo regnante
ha il diritto di indicare il proprio successore. In cambio dell'aiuto,
l'imperatore ottiene lo Ius Tridentinum Consultationis, il diritto di essere
consultato periodicamente sugli affari interni del Principato. Questo rafforza
il protettorato Asburgico sul Principato, ma garantisce ai Madruzzo ampi poteri
e ampi fondi che usano per estendere la propria influenza e a beneficio dei
propri territori.
1716-1718
III Guerra Austro-Turca, Niccolò III Madruzzo si distinnse nei primi mesi di
guerra al comando delle truppe Austriache, anche se la morte del padre lo
costrinse al ritorno in Tirolo.
1716
Muore Niccolò II, Conte di Tirolo e Barone di Nanno, gli succede il figlio
Niccolò III, anche come governatore del Tirolo.
1717-1720
Nella Guerra della Quadruplice Alleanza si distingue Giovanni Madruzzo, appena
sedicenne.
1717
Muore Ludovico II Madruzzo, Vescovo-Principe di Trento, gli succede il nipote
Carlo Emanuele II.
1719
Giovanni Madruzzo sposa , dopo tre anni di fidanzamento, Maria Anna di Thun e
Hohenstein (che non è morta nel 1716, come nella HL, perché non ha contratto
la febbre durante il viaggio per il Liechtenstein)
1720
Niccolò III Madruzzo ottiene la sub-infeudazione di svariati territori in
Tirolo, in Carniola e nel Bressanonese.
Nasce Niccolò Madruzzo erede di Nanno e Tirolo.
1721
Carlo Gaudenzio il Giovane diventa Vescovo Ausiliario di Trento.
Nasce Cristoforo Madruzzo.
1733-1735
Guerra di Successione Polacca
Giovanni Madruzzo sarà una spina nel fianco di Carlo Emanuele III di Savoia per
tutta la durata del conflitto. I Sabaudo-Francesi faranno anche una puntata in
territorio Trentino, venendo sconfitte sonoramente presso il Lago di Lamar.
1736
Giovanni Madruzzo diventa Governatore del Ducato di Milano.
1740-1748
Guerra di Successione Austriaca, i Madruzzo si schierano con Maria Teresa.
Carlo Emanuele III e Giovanni I Madruzzo si ritrovano dalla stessa parte.
1744
Matrimonio fra Niccolò Madruzzo il giovane e Maria Teresa Felicita d'Este.
Muore Niccolò Madruzzo III il figlio Giovanni gli succede come Conte di Tirolo
e Barone di Nanno, nonché, per nomina papale, Protettore del Trentino. Rimane
governatore di Milano.
1745
Muore Ludovico II Madruzzo, come Principe-Vescovo di Trento gli succede il
nipote Carlo Gaudenzio II.
Nasce Giovanni Madruzzo il giovane.
1746
Papa Benedetto XIV, nel tentativo di ricucire i rapporti con gli Asburgo-Lorena,
concede al loro alleato Carlo Gaudenzio II l'elevazione a sede arcivescovile di
Trento.
Nasce Carlo Emanuele Madruzzo il giovane.
1748
Il sacro Romano Imperatore Francesco I concede a Giovanni Madruzzo il titolo di
Conte del Tirolo e Conte di Gorizia, sempre sotto l'autorità della Duchessa
titolare del Tirolo, l'Imperatrice Consorte Maria Teresa.
1756-1763
Guerra dei 7 Anni
Sul fronte Prussiano si distingue Niccolò Madruzzo il Giovane, che per Federico
II il Grande sarà la stessa spina nel fianco che suo padre era stato per Carlo
Emanuele III di Savoia.
Anche i Prusso-Assiani tenteranno una puntata in terra madruzzese, in Tirolo,
venendo però sconfitti nella battaglia di Kufstein.
Durante la guerra il giovane Giovanni Madruzzo incontra l'allora bellissima
Maria Elisabetta d'Austria, e se ne innamora non per l'aspetto ma per la lingua
tagliente.
1765
Muore l'Imperatore Francesco I gli succede il figlio Giuseppe II, ammiratore di
Giovanni e Niccolò Madruzzo, e buon amico di Giovanni il giovane.
1766
Muore Giovanni I Madruzzo, gli succede il figlio Niccolò IV, che viene anche
nominato governatore di Milano.
1768
Il vaiolo sfigura l'arciduchessa Maria Elisabetta, ma Giovanni Madruzzo il
giovane non l'ha mai amata per la sua bellezza; con il supporto di Giuseppe II,
Giovanni sposa Maria Elisabetta.
1769
Muore il Principe-Arcivescovo Carlo Gaudenzio II, gli succede il nipote
Cristoforo II.
Nasce Giuseppe Madruzzo.
1770
Nasce Cristoforo Madruzzo il Giovane.
1773
Carlo Emanuele Madruzzo è Vescovo Ausiliare, e inviato particolare dello zio a
Firenze.
1778
Guerra di Successione Bavarese
L'armata guidata da Giovanni Madruzzo il giovane sconfisse Heinrich von
Hohenzollern nella battaglia di Hainspach (dove in HL Heinrich passò senza
trovare opposizione), consentendo al generale Ernst Gideon von Laudon di
stringere Federico II in una morsa insieme a Giuseppe II; Nella battaglia
dell'Elba, i Prussiani furono sconfitti e costretti a ritirarsi; nel successivo
trattato di Teschen, Giuseppe II ottiene finalmente il sospirato corridoio con i
Paesi Bassi Austriaci. La vittoria nella Guerra di successione Bavarese ,
insieme alla mediazione di Madruzzo consenti a Giuseppe di mantenere buoni
rapporti con il fratello Leopoldo, che in HL si deteriorarono proprio durante
questo conflitto. Giuseppe, procedette alla creazione del corridoio proprio
seguendo il consiglio del fratello, evitando lo scambio tous cours, e invece
cedendo ad hoc parti dei due territori (eredità Bavarese e Paesi Bassi
austriaci) al fine di ottenere il corridoio.
1780
Muore Niccolò IV Madruzzo, gli succede il figlio Giovanni II, che ottiene il
titolo di Vicario Imperiale in Italia.
1781
Muore Cristoforo II, Principe-Arcivescovo di Trento, gli succede il nipote Carlo
Emanuele III
1782
Carlo Emanuele III riunisce una commissione di esperti, per realizzare un
progetto di costituzione in Trentino; Approfittando del viaggio del Papa a
Vienna, con l'aiuto del fratello Giovanni riesce a mediare fra il Papa e
l'Imperatore; Il Papa appoggerà un rinnovato sforzo contro i Turchi, e in
cambio Giuseppe rispetterà alcune prerogative della chiesa, rallentando la
secolarizzazione; come ringraziamento per i suoi sforzi Carlo Emanuele III
ottiene il consenso per il suo progetto costituzionale sia dal Papa Pio VI che
dall'Imperatore, consultato secondo il suo diritto del 1708.
1785
Entra in vigore la Legge Fondamentale pel Governo del Principato Ecclesiastico
di Trento; esso si basa in parte sugli statuti del Comune di Trento, e prevede
la creazione di una Dieta locale eletta dai notabili dei vari borghi e del
capoluogo;
Domenico de'Malfatti fu il primo Segretario Generale del Principato (Primo
Ministro).
1786
Con l'autorizzazione di Giuseppe II, Giovanni II promulga in Tirolo e nei Feudi
da lui controllati un costituzione simile a quella tridentina. Il governo,
tuttavia, non è affidato ad un singolo ma ad un collegio di ministri.
1787-1791
Guerra Austro-Turca, si distingue Giuseppe Madruzzo, aiutante di campo di suo
padre.
1788
Muore Cristoforo Madruzzo il Giovane, si presenta un problema per la successione
al Principato Vescovile.
Giuseppe Madruzzo sposa Maria Teresa Giuseppa d'Asburgo-Lorena, sua cugina, con
cui era fidanzato da due anni.
1789
Dopo lo scoppio della Rivoluzione francese né Carlo Emanuele III in Trentino né
Giovanni II in Tirolo ritirano la propria costituzione.
Nasce Leopoldo Madruzzo.
1792-1797
Guerra della I Coalizione; Giuseppe Madruzzo impegna Napoleone in un gioco del
gatto e del topo che dura un anno, e che tiene il corso alla larga da Trento e
dal Tirolo. Napoleone definirà Madruzzo come il miglior generale che abbia mai
affrontato.
1800
La salute di Carlo Emanuele III si aggrava, di conseguenza viene chiesta e
ottenuta da Papa Pio VII una dispensa che consenta a Giovanni Madruzzo di
ereditare il Principato. Francesco II appoggia il cognato e cugino e la dispensa
viene concessa.
1803
Alla morte di Carlo Emanuele III, e in corrispondenza con il tratatto di
Luneville, il Principato di Trento viene affidato a Giovanni II Madruzzo che
prende il numerale di Giovanni III, mantenendo quello tradizionale dei
vescovi-principi; Emanuele Maria Thun è nominato Arcivescovo di Trento, il
primo senza potere temporale. Bressanone è annesso al Trentino.
1804
Muore Giovanni III Madruzzo gli succede in Trentino e in Tirolo il figlio
Giuseppe, come Giuseppe I
1806
Viene sciolto il Sacro Romano Impero, Francesco I d'Austria perde lo Ius
Consultationis Tridentinum, ma mantiene il protettorato sul Trentino e la
titolarità Ducale sul Tirolo.
1806-1807
Guerra della IV Coalizione
Il Trentino è invaso e annesso al Regno d'Italia, ma Giuseppe organizza la
resistenza, insieme al suo fedele generale , il Tirolese Andreas Hofer.
1807
Leopoldo Madruzzo sposa Amalia Luisa di Aremberg, . A differenza del matrimonio
con Pio Augusto di Baviera della HL in questa timeline Amalia Luisa avrà con
Leopoldo un matrimonio molto felice, dal quale nasceranno ben sette figli;
1808
Nasce Giuseppe Madruzzo, futuro conte di Tirolo, erede al trono del Trentino e
poi del Tirolo.
1814
Al Congresso di Vienna la Restaurazione ripristina i Paesi Bassi Asburgici
all'Impero d'Austria, grazie al collegamento territoriale che esiste dal 1778.In
virtù delle mediatizzazioni, praticamente tutta la Germania Meridionale diventa
Austriaca; a quel punto, pero Castlereagh si impone perchè Venezia sia ceduta
al Trentino; Giuseppe I si accorda a Bolzano con Francesco II; in cambio
dell'utilizzo del porto di Trieste (che resta Austriaco), della città di
Belluno e della cessione della titolarità Ducale sul Tirolo il resto di Venezia
passa integrale all'Austria; rispetto all'HL l'Austria guadagna piu di quanto ha
perso.
Nasce il Principato del Trentino e del Tirolo. Giuseppe assume il numerale di
Giuseppe III, in quanto riconosce il Regno in Tirolo dei Duchi Giuseppe I e II
d'Asburgo.
D'ora in poi, il Principe regnante userà il piu alto dei numerali fra quello
Tridentino e quello Tirolese.
1815
Benedetto Giovanelli è eletto Segretario Generale del Principato del Trentino e
del Tirolo.
1820
Confermato Giovanelli.
1821
In seguito ai moti rivoluzionari nel Lombardo-Veneto e a Napoli, Giuseppe III
consiglia prudenza a suo zio e cugino Francesco I d'Austria, venendo in urto con
Metternich.
L'Austria decide di concedere una costituzione molto moderata con concessioni
varie di autonomia locale. Metternich vorrebbe dimettersi ma l'imperatrice
Carolina Augusta di Baviera lo convince a ripensarci.
La Prima Dieta Imperiale elettiva dell'Impero Austriaco vede il predominio dei
Conservatori, e la conferma di Metternich. Il Mancato intervento armato
dell'Austria spinge Carlo Felice e Ferdinando I ad accettare le
costituzioni.
Maria Luisa d'Asburgo concede una costituzione simile a quella Austriaca a
Parma.
Anche Ferdinando III di Toscana, riluttantemente, rispolvera il progetto
costituzionale di suo padre Leopoldo, tale costituzione è estesa a Lucca da
Carlo di Borbone in attesa dell'annessione prevista al granducato. Infine, il
piu riluttante dei sovrani laici Italiani Francesco IV di Modena, accetta di
concedere una costituzione moderatissima. Solo il papato, per ora rifiuta ogni
apertura costituzionale.
1825
Giovanelli ottiene il terzo mandato consecutivo come Segretario Generale in
Trentino e Tirolo.
1828
Giuseppe, conte di Tirolo sposa Ludovica di Limburgo (HL di Baviera). Il loro
sarà un matrimonio molto felice dal quale nasceranno tre regine, un principe
regnante, un granduca regnante, un'imperatrice, una duchessa, un re-consorte, un
re Regnante e un Arcivescovo di Trento. )
1830
Su suggerimento del cugino Giuseppe III e dello Zio Francesco I, Francesco IV d'Austria-Este,
Duca di Modena, rafforza la costituzione (il parlamento, da consultivo con
parere vincolante sul bilancio, diventa legislativo, e il primo ministro diventa
soggetto alla fiducia parlamentare); Papa Gregorio XVI è compensato
economicamente dall'Austria in cambio dell'affidamento perpetuo delle Legazioni
al Duca di Modena, nominato Plenipotenziario della Santa Sede. Ciro Menotti
diventa Primo Ministro del Granducato di Alta Emilia e Romagna. In questa
timeline i moti non coinvolgeranno Parma gia costituzionale.
Giovanelli ottine il suo quarto mandato.
1831
Carlo Alberto di Savoia Carignano diventa Re di Sardegna, di cui è stato Primo
Ministro per molti anni; inizia a progettare un nuovo statuto, piu liberale di
quello Feliciano lo promulgherà nel 1835.
Nasce Giovanni Madruzzo, Conte di Merano, primogento di Giuseppe Madruzzo e
Ludovica di Limburgo.
1832
Nasce Carlo Emanuele Madruzzo, Conte di Bolzano, secondogenito di Giuseppe e
Ludovica, futuro Arcivescovo di Trento.
1834
Nasce Elena Maria Giuseppa Madruzzo (Nené), futura Regina di Spagna.
1835
Muore l'Imperatore Francesco I, gli succede il figlio Ferdinando I. Egli ha
sposato Maria Teresa Madruzzo, figlia di Giuseppe III, dalla quale non avrà mai
figli.
Confermato Giovanelli.
1837
Nasce Elisabetta Madruzzo (Sissi) futura imperatrice d'Austria.
1839
Muore Giuseppe III Madruzzo gli succede il figlio Leopoldo I.
Nasce Carlo Giuseppe Madruzzo, futuro Re-Consorte del Portogallo.
1840
Confermato Giovanelli.
1841
Nasce Sofia Amalia, futura Regina delle Due Sicilie.
1842
Francesco Ferdinando Geminiano d'Asburgo-Este sposa Maria Leopoldina Madruzzo,
figlia di Leopoldo I Madruzzo.
1843
Nasce Matilde Ludovica Madruzzo, Futura Regina di Sardegna.
Nasce Anna Beatrice di Asburgo-Este, primogenita di Francesco Ferdinando
Geminiano e Maria Leopoldina. I due avranno altre quattro figlie, tutte femmine.
1845
Nasce Francesco Ferdinando Madruzzo, futuro Granduca Francesco VI di
Madruzzo-Este.
Finisce l'Era di Giovanelli, il nuovo Segretario Generale è il Conte Gaetano
Manci
1847
Nasce Maria Ludovica Madruzzo, futura Duchessa di Parma e Piacenza.
1848
In seguito ai moti liberali, la Prussia concede una costituzione, insieme agli
altri stati Tedeschi; una conferenza a Roma fra Svizzera, Stati Tedeschi, Impero
Austriaco e gli stati italiani converge sulla necessità di ricostituire il
Sacro Romano Impero, esteso questa volta anche al Papato, alle due Sicilie e
all'Ungheria ; Tutti gli stati membri ottengono un voto elettorale, ma l'Impero
d'Austria vi entra con un voto per ciascuno dei suoi stati costituenti (proprio
nel 1848 una nuova costituzione ha garantito il federalismo interno; gli stati
federati sono Ungheria, Croazia, Slovacchia, Transilvania, Lombardo-Veneto,
Austria, Baviera, Vallonia, Fiandre, Renania, Galizia-Lodomeria e Boemia) a
questi dodici voti si aggiungono in perpetuo quello delle 2 Sicilie, quello
della Sardegna, quello dell'Hannover, secondo l'antico patto, quello del
Trentino e Tirolo, in sostituzione dello Ius Consultationis e del protettorato,
quello di Parma, quello della Toscana, quello di Romagna-Alta Emilia e quello
del Papato, in cambio della rinuncia in perpetuo ad ogni ingerenza negli affari
spirituali. Con 20 voti elettorali su 27 gli Asburgo aquistano la garanzia
matematica delle future elezioni; oltre ai 20 stati summenzionati fanno parte
del nuovo impero come elettori anche la Svizzera (unica repubblica) i Ducati
Danesi, la Prussia, l'Assia, il Limburgo, il Baden e il Wurttemberg. Viene
eletto Imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria (Ferdinando decide d'abdicare)
come Francesco III.
Papa Pio IX incorona Francesco III Sacro Romano Imperatore; inoltre, proclama la
costituzione negli Stati della Chiesa. Frantiseck Palacky è Cancelliere ad
interim dell'Impero.
1849
Nasce Leopoldo Massimiliano Madruzzo, futuro Re di Polonia.
1850-1853
Guerra di Crimea, il Sacro Romano Impero si schiera al fianco della Francia, del
regno unito e dell'Impero Ottomano, la Polonia del Congresso è conquistata, il
Parlamento polacco dichiara lo Zar in violazione del Trattato del 1814 e offre
la corona a Leopoldo Madruzzo, il quale abdica in Trentino e Tirolo a favore del
figlio Giuseppe, e proclama suo erede il piu giovane dei nipoti, il piccolo
Leopoldo Massimiliiano.
Per permettere l'ingresso della Polonia nell'Impero si decide di offrire
l'ingresso all' Olanda, la quale, dopo molti dibattiti interni, accetta. Anche
la Polonia si impegna a votare sempre per gli Asburgo (21 su 29).
1850
Confermato Manci, sostenitore del restaurato SRI. Felix Swarzenberg Cancelliere
dell'Impero.
1854
Elisabetta Madruzzo sposa il cugino Francesco III e diventa Imperatrice
d'Austria.
1855
Elena Madruzzo sposa Luigi Filippo Roberto d'Orleans, in esilio dalla Francia.
Terzo mandato per Manci.
Camillo Benso Cavour è Cancelliere dell'Impero.
1858
Sofia Madruzzo sposa Francesco di Borbone, Duca di Calabria.
1859
Muore Leopoldo I Madruzzo di Polonia, gli succede il nipote Leopoldo II.
1860
I Conservatori restano al governo con Giovanni Ciani.
Domenico Filangieri è Cancelliere dell'Impero.
1861
Francesco Ferdinando Madruzzo sposa Anna Beatrice d'Asburgo-Este, e diventa
l'erede al Granducato d'Alta Emilia e Romagna.
Matilde Madruzzo sposa il Principe di Piemonte Umberto di Savoia.
1862
Patto dei due Imperatori fra Napoleone III e Francesco III.
1860-1865
Guerra Civile Americana.
Iintervento deciso di Francia e Sacro Romano Impero a favore della
Confederazione, che diventa indipendente. La Russia appoggia, con discrezione,
l'Unione.
1862-1868
Guerra del Messico
Massimiliano d'Asburgo diventa Imperatore del Messico con il supporto di Francia
e Sacro Romano Impero.
1863
Carlo Emanuele Madruzzo è nominato arcivescovo di Trento e Cardinale da Pio IX.
1865
Il Liberale Paolo Oss Mazzurana è eletto Segretario Generale in Trentino e
Tirolo, ed è eletto anche Presidente della Cancelleria Generale dell'mpero (Il
Consiglio dei Primi Ministri di tutti gli stati)
1868
Luigi Filippo Roberto d'Orleans diventa Re di Spagna (con l'assenso dei due
Imperatori) con il nome di Luigi II.
1869
Maria Ludovica Madruzzo sposa Roberto I Duca di Parma.
1870
Confermato Paolo Oss Mazzurana in Trentino e Tirolo, mentre Otto von Bismark è
Cancelliere dell'SRI.
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