da un'idea di Det0
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9500 a.C.: a quest'epoca risale il tempio megalitico di Göbekli Tepe, il più antico di tutto il pianeta, posto a circa 18 Km dalla città odierna Şanlıurfa, in Anatolia. Si ignora chi abbia costruito questo immenso complesso cultuale al confine tra Neolitico e Mesolitico. Certo è che intorno all'8000 a.C. il grande tempio viene abbandonato e deliberatamente sepolto.
5000 a.C.: un terremoto apre lo stretto del Bosforo e le acque salse del Mediterraneo si riversano nel Mar Nero, fino ad ora un lago d'acqua dolce posto a circa 100 metri sotto il livello del mare. Le acque salgono a un ritmo impressionante, e le popolazioni che vivono sulle fertili sponde del lago fuggono terrorizzate. La catastrofe genera il racconto della sommersione della perduta Atlantide e quello del diluvio universale. Le popolazioni stanziate sulla sponda meridionale del Mar Nero si rifugiano sugli altipiani dell'interno dell'Anatolia. Esse sono gli antenati di tre grandi popoli: i Luvi, i Palaici e gli Hatti.
4000 a.C.: primi insediamenti nel sito della futura capitale degli Hatti, Hattusa.
3000-1800 a.C.: la nazione Hatti è costituita da città-stato indipendenti.
2200 a.C.: il fenomeno della precessione degli equinozi fa sì che il punto equinoziale lasci la costellazione del Toro ed entri in quella dell'Ariete. La fine dell'Era del Toro darà origine a un gran numero di miti, tra cui l'uccisione del Minotauro da parte di Teseo e la distruzione del vitello d'oro da parte di Mosè nel deserto. Si pensa che quest'evento astronomico sia alla base anche del mito centrale del culto Hatti di Mitra, l'uccisione del Toro Cosmico (simbolo del caos) da parte di quel dio (Mitra compare anche nei Veda come uno degli Aditya, divinità solari).
1800 a.C.: Pitkhana, re di Kussara, unifica le maggiori città-stato degli Hatti, sconfigge i Luvi e fonda il Primo Impero Hatti.
1650 a.C.: Re Labarna II sposta la capitale da Kussara ad Hattusa, assume il nome di Hattusili I e conquista buona parte dell'Anatolia e della Siria settentrionale.
1590 a.C.: Mursili I viene assassinato, inizia un lungo periodo di torbidi che pone in crisi il Primo Impero Hatti. Ad essa contribuisce anche l'ascesa del Regno hurrita di Mitanni.
1344-1322 a.C.: regno di Suppiluliuma I, che rifonda la grandezza del suo popolo ed avvia il Secondo Impero Hatti. Di lui ci restano alcune lettere incise su tavolette e ritrovate negli scavi di Akhetaton, la capitale del Faraone monoteista Akhenaton (1350-1333 a.C.), oggi Tell el-Amarna.
1322-1285 a.C.: Mursili I sottomette i regni di Arzawa ai quali impone trattati di vassallaggio. Al suo regno risale il primo uso intenzionale di vettori di infezione in battaglia, e quindi, se vogliamo, la prima guerra batteriologica: gli Hatti spingono nel territorio di Arzawa pecore affette da tularemia, una devastante infezione causata dal batterio Francisella tularensis; gli abitanti se ne nutrono e l'epidemia si diffonde rapidamente nell'area, indebolendo i regni e favorendone la conquista. A Mursili I dobbiamo anche la prima menzione storica del culto di Mitra, in un trattato stipulato tra gli Hatti ed il Regno di Mitanni.
1285-1270 a.C.: Muwatalli II avanza verso la Siria meridionale, dove si scontra con le velleità espansionistiche del giovane faraone egiziano Ramses II (1279-1212 a.C.). La rivalità tra i due maggiori imperi dell'epoca conduce alla leggendaria Prima Battaglia di Kadesh (1274 a.C.), sulle rive dell'Oronte, che si conclude senza né vinti né vincitori, anche se entrambi i contendenti nelle rispettive iscrizioni affermano di aver schiacciato il loro avversario. Alla fine Hatti ed Egizi addivengono a un compromesso pacifico e si spartiscono la Siria; per suggellare il trattato di pace, Ramses II sposa la figlia di Hattusili III, successore di Muwatalli II.
1240-1210 a.C.: Tudhaliya IV concentra tutte le sue energie sullo scontro con l'Assiria, nuova potenza regionale che ha annesso Mitanni e fronteggia gli Hatti sull'Eufrate.
1190 a.C. i popoli del mare attaccano l'Anatolia. Sull'impero Hatti regna però l'energico sovrano Suppiluliuma II, che li sconfigge e li respinge. Di conseguenza i Popoli del Mare concentrano i loro attacchi sull'Egitto; la morte in battaglia del faraone Ramses III pone fine alla XX Dinastia e al Nuovo Regno Egiziano. L'Egitto si frantuma: si formano dinastie indipendenti nel Delta e nella regione di Tebe.
1178 a.C.: Suppiluliuma II approfitta del crollo dei suoi nemici egiziani ed invade la Fenicia, che in breve tempo è sottomessa. Con questo sovrano, Mitra diventa la divinità principale del pantheon Hatti soppiantando Utu (il disco solare).
1176 a.C.: Le truppe Hatti sconfiggono quelle Assire guidate da Tukutli-Ninurta I, che era impegnato in una campagna militare contro Babilonia.
1175 a.C.: i Filistei, uno dei Popoli del Mare provenienti forse da Creta, approfittano del crollo egiziano per stanziarsi sulle coste della Terra di Canaan, che da loro prenderà il nome di Palestina. Iniziano lotte secolari contro gli Ebrei, guidati dai Giudici.
1169 a.C.: Gli Hatti entrano nella capitale assira Calach e la espugnano, facendo cadere il Regno Assiro e impossessandosi del nord della Mesopotamia.
1164 a.C.: i guerrieri del Regno di Urartu penetrano negli ex territori Assiri e si scontrano con gli Hatti.
1156 a.C.: Il Re Hattusili IV intraprende una spedizione contro Babilonia e la saccheggia una prima volta.
1154 a.C.: Hattusili IV muore in battaglia contro le tribù nomadi dei Kaska, stanziate nel nord dell'Anatolia. Per vendicarlo, il figlio Thaurwaili II, appena quindicenne, organizza una spedizione per sottometterli.
1152 a.C.: Thaurwaili II strappa alcuni territori ai Kaska e porta i confini dell'Impero fino alle coste del Mar Nero.
1147 a.C.: Thaurwaili II sconfigge definitivamente i Kaska, ma una nuova minaccia si apre sul confine occidentale dell'Impero: le invasioni dei Lukka, nomadi stanziati nell'Anatolia meridionale.
1143 a.C.: Thaurwaili II attacca il territorio di Kizzuwatna, patria dei Lukka, e sconfigge questi ultimi presso Tarzi, che diviene una roccaforte ittita.
1139 a.C.: Thaurwaili II sottomette definitivamente i Lukka.
1125 a.C.: il regno di Mitanni attacca Karkemish, Thaurwaili parte con diecimila uomini per fermarne l'avanzata.
1123 a.C.: Karkemish viene ripresa dai Diecimila.
1120 a.C.: I Diecimila si dirigono verso Babilonia e la conquistano.
1109 a.C.: spedizione di Thaurwaili in Palestina e sottomissione delle tribù settentrionali di Israele. Questo evento è ricordato nel Libro dei Giudici 10, 6-8: « Gli Israeliti continuarono a fare ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal, le Astarti, gli dei di Aram, abbandonarono il Signore e non lo servirono più. Allora l'ira del Signore si accese contro Israele e li mise nelle mani degli Etei [degli Hatti]. Questi afflissero e oppressero gli Israeliti per diciotto anni ».
1091 a.C.: Iefte, figlio di Galaad e di una prostituta, è nominato Giudice di Israele e sconfigge gli Hatti nella Battaglia di Mizpa, ma prima dello scontro ha fatto voto di sacrificare a YHWH, in caso di vittoria, il primo essere umano che gli verrà incontro da casa sua. Purtroppo la prima che gli viene incontro per festeggiarlo è la sua unica figlia, e Iefte è costretto a sacrificarla. Dante ricorda l'evento con queste parole: « Non prendan li mortali il voto a ciancia; / siate fedeli, e a ciò far non bieci, / come Ieptè a la sua prima mancia, / cui più si convenia dicer "Mal feci", / che, servando, far peggio » (Paradiso V, 64-68).
1085 a.C.: spedizioni navali degli Hatti sulle coste della Crimea, a scopo commerciale.
1070 a.C.: il re di Atene Codro, figlio di Melanto, guida una spedizione contro la città la città di Arzawa, sognando di ripetere le imprese di Agamennone, Menelao ed Ulisse a Troia. Ma Arzawa è sotto il protettorato Hatti, e l'imperatore Muwatalli III decide di difendere la città sotto assedio.
1068 a.C.: Codro di Atene muore sotto le mura di Arzawa dopo 21 anni di regno, gli succede il figlio Medone che raccoglie armi e bagagli e ritorna in patria. Tuttavia nella battaglia decisiva muore anche Muwatalli III, l'ultimo grande monarca del Secondo Impero Hatti, e gli succede il figlio Zidanta IV.
1052 a.C.: I Mushki o Moschi, stanziati a sud del Caucaso e chiamati Mesech in Genesi 10,2, iniziano ad espandersi verso ovest e compiono una serie di scorrerie nella periferia dell'Impero Hatti. Zidanta IV si rivela impotente a fermare le scorrerie dei Mushki, ed è per questo rovesciato da una rivolta dei grandi feudatari dell'Impero, che lo sostituiscono con Tudhaliya VI. Questi riesce a riportare la calma nell'impero, ma resta ostaggio dei baroni.
1049 a.C.: il sovrano assiro Assurnarsirpal I si scuote di dosso il giogo Hatti e ricostituisce la grandezza del suo popolo. Nasce il Nuovo Regno Assiro.
1030 a.C.: il re Hatti Arnuwanda V è deposto dopo una dura sconfitta militare incassata da parte degli Assiri. I Dori provenienti dalla Grecia iniziano la penetrazione ellenica sulle coste orientali del Mar Egeo. Ormai l'impero Hatti è in pieno caos.
1026 a.C.: approfittando del declino Hatti, il profeta Samuele unge Saul primo Re d'Israele.
1010 a.C.: Davide, figlio di Jesse, ascende al trono di Israele; sfruttando la decadenza degli Hatti, allarga il proprio regno conquistando la Fenicia e i regni siriani di Aram e Karkemish.
1000 a.C.: il prode guerriero Hatti Jerahme'eli, chiamato Uria dal secondo Libro di Samuele, si distingue nella guardia personale di Re Davide. Egli ha una moglie bellissima, Betsabea, che viene sedotta e messa incita dal sovrano ebraico. Come narra 2 Sam 11, onde evitare che Betsabea sia lapidata come adultera, Davide ordina al suo generale e nipote Ioab di mettere Uria in prima linea nell'assedio di Rabbat-Ammon, facendo in modo che questi cada vittima di una sortita degli assediati. Il piano riesce e Davide può sposare Betsabea. Questo sopruso scatena l'ira di JHWH che invia al re il profeta Natan per rinfacciargli il suo peccato; come punizione il figlio di Davide e Betsabea nasce morto. Espiato il delitto, Davide avrà da Betsabea un altro figlio, Salomone, destinato a succedergli sul trono nel 970 a.C.
950 a.C.: sotto i colpi dei Mushki, degli Assiri e dei Greci il Secondo Impero Hatti crolla e si sfascia in una serie di stati regionali indipendenti, di cui i maggiori sono quello di Tabal in Cappadocia e quello di Melid nell'Alto Eufrate. Essi assicurano la continuità della civiltà Hatti.
945-922 a.C.: il Faraone Sheshonq I, di origine libica, riunifica gran parte dell'Egitto, che però non ritroverà mai più la grandezza dell'epoca ramesside.
930 a.C.: alla morte di Salomone il regno d'Israele subisce uno scisma politico e religioso: dieci tribù a nord formano il regno d'Israele sotto Geroboamo I, le due meridionali danno vita al regno di Giuda sotto Roboamo, figlio di Salomone.
911-891 a.C.: il sovrano assiro Adad-Nirari II conquista gran parte dei regni Hatti nella Siria e nell'Anatolia occidentale, deportandone le popolazioni in luoghi molto lontani. Ha inizio la diaspora Hatti.
883-859 a.C.: Assurnasirpal II intraprende una spietata politica di espansione militare, incutendo il terrore in tutti i popoli del Medio Oriente ed assoggettando tutti i regni Hatti fino all'ex capitale Hattusa. La sua durezza scatena una rivolta Hatti, che viene ferocemente repressa in due giorni di sanguinosa battaglia. A seguito di questa vittoria, con Assurnasipal II si consolida definitivamente l'immagine dell'assiro spietato e sanguinario, ansioso solo di devastazione e saccheggio; egli fa però costruire anche una nuova, magnifica capitale, Calach.
859-824 a.C.: Salmanassar III, figlio di Assurnasirpal II, depreda e distrugge Hattusa. Nell'854 a.C. si scontra con la coalizione dei Re Adadezer di Damasco e Acab d'Israele, accorsi in aiuto delle città Hatti della Siria che rifiutano di pagare i tributi all'Assiria; la battaglia avviene presso la città Hatti di Karkar, ma non è risolutiva. Alla sua morte scoppia una rivolta dinastica che indebolisce fortemente l'Assiria.
824-810 a.C.: il figlio di Salmanassar, Shamshi-Adad V, deve affrontare le invasioni di Urartu, e i regni Hatti dell'Anatolia e della Siria ne approfittano per rialzare la testa. Alla sua morte il figlio Adad-nirari III (810-782 a.C.) è minorenne e per cinque anni il regno viene retto dalla madre Shammuramat (chiamata Semiramide dai Greci), che si affida a generali capaci i quali riconquistano le città Hatti della Siria.
745–727 a.C.: con un colpo di mano Tiglatpileser III si impossessa del regno di Assiria, dà inizio a vaste riforme e riprende l'espansione, sognando di sottomettere l'intero mondo civilizzato. Dopo aver sconfitto Urartu, Tiglatpileser dirige i suoi eserciti contro i regni Hatti, che nel frattempo hanno riguadagnato l'indipendenza. Dopo un assedio durato tre anni Şamuha, altra storica capitale degli Hatti, viene espugnata, riducendo così i regni anatolici e siriani a province assire.
721-705 a.C.: Sargon II distrugge Samaria ed annienta il Regno Settentrionale di Israele, deportandone le dieci tribù (le cosiddette Tribù Perdute d'Israele). Intanto però Hattusa, risorta sotto il potente principe Hatti Alluwamma, si libera dal giogo assiro. Non potendo sedare la rivolta, Sargon si volge prima contro i Medi, rendendoli tributari, ma nel 710 a.C. ritorna sui suoi passi e riduce Hattusa all'obbedienza.
705-681 a.C.: regno di Sennacherib, figlio di Sargon II che è morto in battaglia contro i Cimmeri nel regno neo-Hatti di Tabal. Il nuovo sovrano sposta la capitale a Ninive, ma Hattusa si rende nuovamente indipendente sotto il re Alluwamma II. Sennacherib ingaggia battaglia con lui e lo costringe a rifugiarsi nella città greca di Mileto, ma una nuova invasione dei Cimmeri ostacola i suoi piani. Vano anche il tentativo di conquistare Gerusalemme, dopo che una pestilenza, secondo il capitolo 10 del libro di Isaia scatenata dall'Angelo del Signore, ha decimato l'esercito assiro assediante.
689 a.C.: Hattusa si ribella ancora una volta, e la risposta di Sennacherib questa volta è terribile: conquistata la città, la saccheggia e la incendia, tentando di cancellarne persino il ricordo. Suo figlio Assaraddon però fa ricostruire la città e ne è nominato governatore. Reviviscenza del culto di Mitra.
669-627 a.C.: Assurbanipal, figlio di Assaraddon chiamato Sardanapalo dagli storici Greci, occupa l'Egitto, ma suo fratello minore Shamash-shum-ukin, governatore di Hattusa, alleatosi con i Fenici e con i Lidi, scatena una guerra civile. Assurbanipal nel 648 a.C. conquista Hattusa e Shamash-shum-ukin si toglie la vita. Sotto Assurbanipal l'impero assiro raggiunge la sua massima estensione; tale sovrano fa costruire a Ninive una grandiosa biblioteca che raccoglie oltre 2.000 tavolette cuneiformi, tra cui molte opere Hatti. Alla sua morte però l'impero assiro conosce una rapida disgregazione.
612 a.C.: il principe Hatti Urhi-Teshub I, sovrano di Hattusa, si allea con Ciassare, Re dei Medi, e con il suo aiuto assedia e distrugge Ninive. Caduta dell'impero assiro, spartito tra Medi e Hatti. Nasce il Terzo Impero Hatti, il cui collante è rappresentato dal culto di Mitra.
609 a.C.: Urhi-Teshub I sconfigge il Re di Babilonia Nabupolassar e si impossessa della Mesopotamia. Il culto di Mitra è imposto a gran parte del Medio Oriente.
605 a.C.: Ammuna, figlio di Urhi-Teshub I chiamato Ammone nella Bibbia (anche se non ha niente a che vedere con l'omonima divinità egizia), affronta nella Seconda Battaglia di Kadesh gli egiziani guidati dal Faraone Necao II, della XXVI Dinastia, e stavolta riporta una vittoria decisiva, annientando le forze egiziane; il Faraone si salva a stento.
Il profeta Daniele interpreta i sogni del Re Hatti Ammuna
597 a.C.: siccome il Re di Giuda Ioiachim, discendente di Davide, gli si è ribellato alleandosi con gli egiziani, Ammuna assedia Gerusalemme. Durante l'assedio Ioiachim muore e gli succede il giovane figlio Ioiachin, ma il Re Hatti, una volta presa la città, lo depone e lo sostituisce sul trono con suo zio Mattania, con il nome di Sedecia. Ammuna ordina la prima deportazione del popolo ebraico ad Hattusa. Fra i deportati vi sono, oltre allo stesso re Ioiachin, i notabili della città ed il profeta Daniele, ancora giovanissimo. Gerusalemme e il suo Tempio, per stavolta, vengono risparmiati.
587 a.C.: disprezzando i saggi consigli del Profeta Geremia, Sedecia si allea di nuovo con gli egiziani, ed allora Ammuna organizza una nuova spedizione in Palestina e, dopo aver conquistato Tiro, cinge d'assedio Gerusalemme, la conquista e rade al suolo il Tempio di Salomone. Il profeta Geremia, che era stato imprigionato per ordine di Sedecia, è liberato da Hattuzardan, comandante delle guardie personali di Ammuna, per ordine dello stesso imperatore. Seconda Deportazione ad Hattusa, ha inizio quella che sarà ricordata come la "Cattività Etea".
580 a.C.: il profeta Daniele interpreta i sogni di Ammuna ed è da questi nominato suo Ministro. In seguito a un pogrom antiebraico, Daniele viene accusato di non voler adorare Mitra ed è gettato nella fossa dei leoni, dalla quale esce miracolosamente illeso secondo il capitolo 6 del libro biblico omonimo.
562 a.C.: morte di Ammuna dopo 42 anni di regno, gli succede il figlio Urhi-Teshub II.
550 a.C.: viene messa per iscritto la versione definitiva del Pentateuco. Gli Hatti sono citati nella cosiddetta "Tavola delle Genti" tra i discendenti di Jafet, figlio di Noè, e sono considerati così potenti che il loro antenato eponimo è il primogenito di Jafet: « I figli di Iafet: Hatti, Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tubal, Mesech e Tiras » (Gen 10, 2. Gomer rappresenta i Cimmeri, Magog i Lidi, Madai i Medi, Iavan gli Ioni, cioè i Greci, Tubal i Tibareni, Mesech i Moschi, cioè i Frigi, e Tiras i Tirreni, cioè gli Etruschi).
539 a.C.: l'imperatore Hatti Muwatalli VI, che è caduto malato, si trasferisce per un periodo di cure a Tema, in Arabia, e lascia il regno Hatti a suo figlio Barduwalli II, nominato reggente e chiamato Baldassarre dalla Bibbia. Durante un banchetto nell'ambito di una importante festa religiosa in onore di Mitra, egli ordina di far portare i piatti d'oro trafugati da Ammuna nel Tempio di Gerusalemme e sacri a JHWH (solo i Sacerdoti vi potevano mangiare) e li usa per banchettare. A un tratto, come narra Daniele 5, 5, appaiono delle dita misteriose che scrivono sul muro tre parole ebraiche: « Mene, Tekel, Peres », cioè « Contare, Pesare, Dividere ». Siccome nessuno dei sacerdoti Hatti sa spiegare il fatto, viene mandato a chiamare l'anziano Daniele, il quale prima nicchia, poi spiega la visione in questi termini: « Mene: Dio ha contato il tuo regno e gli ha posto fine. Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato insufficiente. Peres: il tuo regno sarà diviso e dato ai Medi e ai Persiani. » Ottenebrato dai fumi dell'alcool, Barduwalli/Baldassarre non capisce la gravità della profezia ed ordina che Daniele si ricoperto di ricchi doni, ma quella notte stessa Ciro, Re dei Persiani che ha sottomesso i Medi e Urartu, marcia a tappe forzate sulla città di Hattusa e la prende senza colpo ferire. Crolla il Terzo Impero Hatti, e Daniele diviene uno dei Ministri di Ciro. L'Editto di Ciro permette agli Ebrei di rientrare da Hattusa nella Terra di Canaan e di ricostruire il Tempio di Gerusalemme.
522-486 a.C.: Dario I il Grande, genero di Ciro, divide l'Impero Persiano in satrapie; in Anatolia crea la grande satrapia di Hattuka (da Hatti) con capitale Hattusa, e pone a capo di essa il satrapo Artaferne, suo fratellastro; il figlio di Artaferne, Artaferne II, è a capo della spedizione persiana sconfitta a Maratona nel 490 a.C. dai Greci comandati da Milziade.
451 a.C.: lo storico greco Erodoto di Alicarnasso visita Hattusa e resta molto colpito dalla civiltà Hatti, che descrive dettagliatamente nel Primo Libro delle sue monumentali "Storie". In esso egli dà agli Hatti il nome greco di Etei.
413 a.C.: l'imperatore persiano Dario II (detto Nothos, "il Bastardo", dai Greci) affida la satrapia di Hattuka (Eteia in greco) a Tissaferne, grecizzazione del nome persiano Cithrafarna, che in realtà è di sangue Hatti, e si vanta di discendere da Ammuna il Grande. Durante la guerra del Peloponneso Tissaferne è nominato comandante in capo delle armate persiane in Asia Minore e si allea con Sparta contro Atene, in cambio dell'occupazione persiana delle ricche città greche della Ionia, tradizionalmente legate agli ateniesi. Successivamente però Tissaferne ospita l'ateniese Alcibiade, cui ha offerto asilo dopo che questi è stato scacciato da Sparta, avendo sedotto la moglie del re spartano Agide II; il generale ateniese lo convince che la Persia trarrà maggiori vantaggi da uno stallo bellico tra Atene e Sparta, ed allora il suo rivale Farnabazo, satrapo del Ponto, induce Dario II a rimuovere Tissaferne dal governo dell'Eteia, affidandolo invece al principe cadetto Ciro il Giovane.
404 a.C.: Atene è sconfitta da Sparta. Sia Ciro il Giovane che Tissaferne rivendicano per sé il governo delle città ioniche ateniesi appena conquistate, ma la maggior parte di esse riconosce Ciro come loro amministratore; Tissaferne si impadronisce invece di Mileto. Nello stesso anno Dario II muore e gli succede il suo primogenito Artaserse II. Tissaferne denuncia immediatamente Ciro, sostenendo che sta cospirando contro il fratello, ma Artaserse lo perdona per intercessione della loro madre Parisatide. Ciro inizia a radunare truppe con la motivazione di regolare i conti con Tissaferne occupando il suo feudo di Mileto, ma in realtà raduna un potente esercito di mercenari greci per attaccare la capitale Persepoli e detronizzare il fratello maggiore. Tissaferne cerca di avvisare Artaserse II, ma questi non gli dà retta ed ignora le sue segnalazioni, non fidandosi di un politicante di origini straniere.
401 a.C.: Ciro il Giovane guida il suo possente esercito dalla satrapia di Eteia attraverso la Mesopotamia verso il cuore dell'impero persiano. Allora Artaserse II si rende conto che Tissaferne aveva ragione e affida uno schieramento del suo esercito all'ex satrapo di natali Hatti. Lo scontro decisivo avviene nella Battaglia di Cunassa, presso Babilonia, dove Ciro trova la morte e da dove i mercenari greci cominciano un'epica ritirata, narrata da Senofonte nell'”Anabasi”. Tissaferne afferma di aver ucciso personalmente Ciro il Giovane, e durante l'estenuante marcia di ritorno degli opliti fa catturare con l'inganno e fa giustiziare Clearco, comandante in capo delle truppe mercenarie. Dopo la battaglia riottiene il governo dell'Eteia ed ha mani libere contro le città greche fedeli a Ciro.
395 a.C.: Tissaferne è sconfitto dal re spartano Agesilao II sul fiume Pattolo, nei pressi di Sardi (395). La sconfitta, unita alle lamentele di Titrauste, satrapo di Lidia, sull'operato di Tissaferne, convince il sovrano a rimuoverlo per la seconda volta dall'amministrazione dell'Eteia. La regina madre Parisatide non ha mai perdonato a Tissaferne di aver denunciato prima e ucciso poi suo figlio Ciro: per questo, poco tempo dopo la battaglia sul Pattolo, Titrauste dietro ordine di Parisatide fa arrestare e decapitare Tissaferne, quindi ne invia la testa ad Agesilao onde negoziare una tregua con lui.
333 a.C.: Alessandro il Macedone, che ha invaso l'Impero Persiano ormai in decadenza, penetra all'interno dei confini dell'Eteia e raggiunge la città di Gordio, dove si trova un antico carro il cui giogo è legato con un nodo inestricabile. Un antico oracolo Hatti ha profetizzato che chi riuscirà a scioglierlo diverrà padrone di tutta l'Asia, e il macedone non può esimersi dal provare. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, Alessandro risolve il problema estraendo la spada e tagliando il nodo di netto. Subito dopo il Conquistatore riprende la marcia e raggiunge Hattusa, dove è accolto come un liberatore. Egli nomina il suo veterano Antigono Monoftalmo governatore dell'Eteia, quindi prosegue verso Isso, al confine tra Eteia e Siria, dove coglie una decisiva vittoria sull'imperatore persiano Dario III.
323 a.C.: il 10 giugno Alessandro Magno muore ad Hattusa, dove ha posto la capitale del suo immenso impero; quando gli è stato chiesto che dovrà essere il suo successore, ha risposto "Kratisto", cioè "il più forte" dei suoi generali, tuttavia non ha specificato chi sia il più forte. La falange macedone acclama re il fratello de defunto, Filippo III Arrideo, che è infermo di mente, ma il generale Perdicca, braccio destro di Alessandro, fa eleggere sovrano anche il figlio neonato del Macedone, Alessandro IV, e spartisce le satrapie dell'impero tra i generali,i cosiddetti Diadochi (“Successori”), allo scopo di tenerli lontani dalla capitale. È la cosiddetta Spartizione di Hattusa: Antipatro ottiene la Macedonia e la Grecia, Tolomeo l'Egitto, Lisimaco la Tracia, Eumene la Ionia, Antigono Monoftalmo l'Eteia e Seleuco la Siria, la Mesopotamia e la Persia.
316 a.C.: Antigono Monoftalmo elimina Eumene assumendo il controllo di tutta l'Asia Minore, ma non riesce a scacciare Seleuco da Babilonia.
306 a.C.: Demetrio Poliorcete (“l'Assediatore di Città”), figlio di Antigono Monoftalmo, sconfigge la flotta egiziana a Salamina di Cipro e suo padre si proclama imperatore, mirando alla riunificazione del dominio di Alessandro Magno. Gli altri Diadochi replicano proclamandosi a loro volta sovrani delle regioni sotto il loro controllo: Tolomeo I in Egitto, Seleuco I in Mesopotamia e Persia, Cassandro (figlio di Antipatro) in Macedonia, Lisimaco in Tracia.
301 a.C.: Seleuco e Lisimaco affrontano Antigono Monoftalmo e suo figlio Demetrio Poliorcete nella Battaglia di Ipso, ma i due riescono a separare gli eserciti dei due avversarli e a batterli separatamente. Sia Lisimaco che Antigono cadono in battaglia e Seleuco, sconfitto, è costretto a rientrare in Siria; la Tracia va a Tolomeo Cerauno. Demetrio fonda così il Regno di Eteia con capitale Hattusa; gli Hatti adottano la cultura greca. Il dio supremo degli Hatti, Mitra, è inserito nel pantheon ellenico come figlio di Apollo, da questi assunto in cielo dopo che egli ha ucciso il Toro Celeste.
La spartizione dell'Impero di Alessandro Magno nel 300 a.C.
300 a.C.: Demetrio fonda la città di Antigonia in onore di suo padre, sul sito della nostra Antiochia.
283 a.C.: muore Demetrio I Poliorcete, sul trono di Eteia gli succede il figlio Antigono Gonata.
281 a.C.: Seleuco I cerca di approfittare dell'inesperienza del nuovo Re degli Etei e di conquistare l'Anatolia, ma Antigono Gonata lo sconfigge e lo uccide nella Battaglia di Curupedio, A Seleuco I succede il figlio Antioco I, mentre Antigono conquista la Siria. Tolomeo Cerauno diventa anche Re di Macedonia.
280 a.C.: Pirro, Re dell'Epiro della Dinastia dei Molossi, decide di accettare la richiesta d'aiuto lanciatagli da Taranto, in guerra con i Romani, e sbarca in Italia con 3.000 cavalieri, 2.000 arcieri, 500 frombolieri, 20.000 fanti e 20 elefanti da guerra. Grazie alla superiorità della cavalleria e alla potenza degli elefanti egli sconfigge i Romani nella Battaglia di Eraclea. L'anno dopo i Romani lo attaccano di nuovo ad Ascoli Satriano, venendo nuovamente sconfitti ma infliggendo perdite talmente elevate all'esercito macedone, che Pirro è costretto a riparare in Sicilia esclamando: « Un'altra vittoria come questa, e sarà la sconfitta! » (da qui il termine "vittoria di Pirro").
279 a.C.: i Celti invadono i Balcani, il Re di Macedonia Tolomeo Cerauno viene da loro sconfitto e cade in battaglia; Pirro, complice la non buona situazione in Italia, decide il rientro in patria e diventa Re di Macedonia con l'appoggio degli Etei. I Romani hanno così mano libera in Italia meridionale.
277 a.C.: i Celti riescono a penetrare anche in Asia Minore, ma Antigono Gonata infligge loro una pesante sconfitta. Una parte di essi diventa stanziale e dà vita al popolo dei Galati, tributario degli Etei. Questa vittoria assicura il regno dell'Eteia alla dinastia degli Antigonidi, che regnerà fino alla conquista romana. Alla fine delle Guerre dei Diadochi si sono stabilizzati quattro grandi regni ellenistici: la Macedonia sotto i Molossi (la dinastia di Pirro, imparentata con Olimpiade, la madre di Alessandro Magno), l'Eteia (comprendente Anatolia e Siria) sotto gli Antigonidi, la Mesopotamia e la Persia sotto i Seleucidi, l'Egitto sotto i Tolomei. Inizia così l'era dell'Ellenismo: la cultura e la civiltà greca si diffondono in tutto il mondo conosciuto, e la koinonè diventa la lingua franca dalla Spagna fino all'India.
251 a.C.: Alessandro, figlio maggiore di Antigono II Gonata e coreggente di Eteia, si ribella al padre ma viene sconfitto, catturato e giustiziato.
249 a.C.: Guerra Eteo-Egiziana per il controllo della regione della Celesiria (compresa tra le catene del Monte Libano e dell'Anti-Libano, in quella che è la pianura della Beqā‘ ). Alla fine Antigono Gonata fa la pace con il re egiziano Tolomeo II Filadelfo, e per siglare la pace sposa la figlia di quest'ultimo, Berenice.
239 a.C.: morte a 80 anni di Antigono II Gonata, gli succede il figlio Demetrio II Sotere (“Salvatore”). Questi respinge un'invasione da parte del sovrano mesopotamico Seleuco II Callinico (per questo viene chiamato “Salvatore”).
235 a.C.: Apollonio Rodio, uno dei massimi esponenti della poesia ellenistica, che lavora ad Hattusa alla corte di Demetrio II, pubblica il suo poema epico "Le Argonautiche", dedicato alla mitologica conquista del vello d'oro. In essa gli Etei hanno un ruolo rilevante.
229 a.C.: il re di Eteia Demetrio II muore a soli 46 anni cadendo da cavallo durante una campagna militare contro gli Armeni. Suo figlio Demetrio III è incoronato re di Eteia ma è ancora minorenne, ed allora lo stato è affidato alla reggenza di Antigono III Dosone, cugino di Demetrio II. Questi conduce una serie di campagne contro i regni vassalli di Pergamo, il Regno di Bitinia e l'isola di Rodi, che si sono resi indipendenti dall'Eteia approfittando della prematura morte di Demetrio II. Tra tutti questi stati il più potente è quello di Pergamo, governato dalla potente dinastia degli Attalidi.
221 a.C.: Antigono III Dosone è assassinato dalle sue stesse truppe durante la campagna contro Attalo I, re di Pergamo. Demetrio III prende in mano le redini del regno; subito i fratelli Molone ed Alessandro, governatori del Ponto e della Cilicia, gli si ribellano, ma Filippo in persona muove contro di loro, li sgomina e li costringe al suicidio. Subito dopo Demetrio muove anche contro Attalo di Pergamo, lo sconfigge e ridimensiona notevolmente l'estensione del suo regno.
216 a.C.: dopo la schiacciante vittoria di Annibale a Canne del 2 agosto contro i Romani, il Re di Macedonia Pirro III, discendente di Pirro, decide di allearsi con il generale cartaginese contro Roma, ma i Romani impediscono un suo sbarco in Italia piazzando una flotta nell'Adriatico.
209 a.C.: Demetrio III di Eteia conquista l'Armenia e riceve il titolo di Grande.
198 a.C.: Demetrio III il Grande di Eteia sconfigge l'esercito egiziano nella Battaglia di Panea, vicino alle sorgenti del Giordano, e conquista la Giudea. In seguito egli restaura amichevoli relazioni con l'Egitto e dà sua figlia Cleopatra in sposa al giovane sovrano d'Egitto Tolomeo V.
197 a.C.: dopo aver sbaragliato Annibale a Zama e vinto la Seconda Guerra Punica, il Senato di Roma decide di chiudere i conti con la Macedonia e Tito Quinzio Flaminino sbarca in Epiro. Pirro III, dopo aver tentato inutilmente la via diplomatica con la mediazione dell'Eteia, affronta i Romani nella Battaglia di Cinocefale, ma subisce una disfatta devastante ed è costretto a ritirarsi dalla Grecia. Pirro III è però lasciato sul trono di Macedonia, perché il suo stato costituisce un valido bastione contro i barbari Illiri e Traci che altrimenti devasterebbero la Grecia.
196 a.C.: Demetrio III attacca le città greche indipendenti dell'Ellesponto e della Ionia, ma ciò lo porta ad inimicarsi Roma, dato che Smirne e Lampsaco chiedono aiuto all'Urbe contro di lui. Il re di Eteia finge di accettare le condizioni imposte dai Quiriti, ma poi, spinto dal fuggitivo Annibale che si è rifugiato presso di lui, supera l'Ellesponto, occupa la Tracia e fortifica il Chersoneso Tracico.
192 a.C.: Demetrio III, spinto da Annibale, invade la Grecia con 10.000 uomini, alleato con la Lega. I Romani, comandati da Manio Acilio Glabrione, infliggono a Demetrio una prima sconfitta alle Termopili e lo obbligano a ripiegare in Asia. Non contenti, i Romani battono la flotta etea comandata da Annibale e poi avanzano in Anatolia, dove Lucio Cornelio Scipione Asiatico sconfigge il Re degli Etei nella decisiva Battaglia di Magnesia.
188 a.C.: con il Trattato di Apamea il re degli Etei è costretto ad abbandonare tutti i suoi possedimenti sul Mar Egeo, che Roma distribuisce tra i suoi alleati; suo figlio Demetrio viene inviato a Roma come ostaggio, mentre Annibale si suicida per non essere consegnato ai suoi acerrimi nemici. Come conseguenza della sconfitta, l'Armenia si ribella; Demetrio muore durante una spedizione contro gli Armeni, il 3 luglio 187 a.C., e gli succede suo figlio Antigono IV Filopatore.
178 a.C.: morto il Re di Macedonia Pirro III, gli succede il figlio Pirro IV, che riarma il paese con l'intenzione di scuotersi di dosso il giogo romano. Il Senato romano incarica allora il console Emilio Paolo di rimettere a posto il re macedone. Pirro IV è sconfitto, e gli tocca il destino che suo padre aveva evitato: sfilare in catene per le vie di Roma. La Macedonia viene divisa in quattro regni tributari e le ribellioni scoppiate in Grecia sono represse con durezza.
175 a.C.: Antigono IV di Eteia è assassinato dal suo ministro Eliodoro, e approfittando del fatto che l'erede al trono Filippo è trattenuto a Roma come ostaggio, sale al trono il fratello di Antigono, con il nome di Demetrio IV Epifane (« Colui che si manifesta con splendore »). Per finanziare le sue campagne contro i Tolomei d'Egitto egli spoglia il Tempio di Gerusalemme di tutti i suoi arredi d'oro; inoltre egli tenta di imporre ai Giudei l'ellenismo proibendo la circoncisione ed il rispetto del sabato e addirittura profanando il Tempio con una statua di Mitra. Come conseguenza i Giudei storpiano il suo nome in Epimane (« pazzo »). Secondo la leggenda il ministro Eliodoro, inviato da Demetrio a confiscare i tesori del tempio, è assalito e scacciato da un misterioso cavaliere, identificato con l'arcangelo Michele, il protettore del Popolo Eletto.
Moneta di Demetrio IV
Epifane, Re di Eteia. Il verso riporta il dio Mitra
e la scritta in greco « Demetrio, Immagine di Mitra, Portatore di vittoria »
168 a.C.: contro il tentativo di Demetrio IV di imporre il culto di Mitra si solleva il sacerdote Mattatia. La rivolta antiellenistica è guidata da suo figlio Giuda detto Maccabeo (« Martello »).
164 a.C.: dopo aver sconfitto duramente a Bet-Zur, nell'Idumea, l'esercito eteo comandato dal generale Gorgia, Giuda Maccabeo entra trionfalmente a Gerusalemme e riconsacra il Tempio il 15 di Kislev, istituendo la festa di Channukah (« dedicazione ») o festa delle luci. Il persecutore Demetrio IV muore durante una campagna militare contro i Seleucidi, come narrato in 2 Maccabei 9, 1-29. Gli succede il figlio Demetrio V Eupatore (« nato da ottimo padre »), di soli nove anni, sotto la reggenza del generale Lisia, ma nel 162 a.C. egli è spodestato e ucciso dal cugino Filippo I Sotere.
161 a.C.: Giuda Maccabeo invia una richiesta d'aiuto al Senato romano. Il sacerdote Alcimo (trascrizione greca di Eliakim) è nominato sommo sacerdote dal re Filippo I ed è inviato in Giudea con un esercito capitanato dal generale Bacchide, che affida il paese ad Alcimo, lasciandogli dei soldati per sostenerlo come sommo sacerdote. Quando si accorge che i Maccabei sono troppo forti per lui, tuttavia, Alcimo prende baracca e burattini e fa ritorno ad Hattusa.
160 a.C.: Giuda Maccabeo cade nella battaglia di Elasa. Gli succede il fratello Gionata Maccabeo. Alcimo rientra a Gerusalemme ed è confermato nella carica di sommo sacerdote; egli fa demolire il muro del santuario che separa i Giudei dai Gentili, in modo da ellenizzare maggiormente il Tempio, ma poco dopo muore per un colpo apoplettico; secondo i Maccabei si tratta di una punizione di Dio.
152 a.C.: Alessandro Bala sostiene di essere figlio illegittimo di Demetrio IV e insorge contro Filippo I Sotere, sostenuto da gran parte della popolazione Hatti: come indica il suo nome, infatti, Alessandro Bala non è greco ma Hatti, e vuole un ritorno alle tradizioni del suo popolo. Filippo I tenta invano di stipulare un accordo con Gionata Maccabeo, che invece si allea con Alessandro, diffidente delle proposte troppo generose di Filippo I. Di conseguenza, questi è sconfitto e ucciso in battaglia. Riconoscente, Alessandro Bala concede a Gionata il titolo di sommo sacerdote e quello di governatore della Giudea.
150 a.C.: la Macedonia si ribella al governo romano guidata da Andrisco, che si proclama figlio di Pirro IV, ma viene sconfitto da Quinto Cecilio Metello e la Macedonia è ridotta a provincia romana.
147 a.C.: Filippo II, figlio di Filippo I, sobillato dal generale Apollonio, rientra dall'esilio a Creta ed attacca Gionata, ma questi riprende le armi e lo sconfigge. Il re d'Egitto Tolomeo VI Filometore penetra con atteggiamento apparentemente amichevole nel regno di Eteia, e Gionata lo accompagna fino a Tarso in Cilicia. A questo punto Tolomeo, che ha ormai occupato tutte le città costiere, si allea con Filippo II ed entra in Hattusa, cingendo anche la corona di Eteia. Il tentativo di Alessandro Bala di riprendersi il trono fallisce ed egli è costretto a fuggire in Grecia, dove è ucciso da sicari di Tolomeo VI. Subito dopo però quest'ultimo muore, e Filippo II diventa finalmente re di Siria. Fine del tentativo di Alessandro di ripristinare l'antica cultura Hatti in luogo di quella greca ormai dominante.
146 a.C.: scoppia una rivolta greca (guidata dalla lega Achea, che i Romani stroncano con durezza: Lucio Mummio rade al suolo Corinto e la sua popolazione è deportata. Ciò segnò la fine della libertà della Grecia, che è ridotta a provincia romana con il nome di Acaia.
145 a.C.: Gionata assedia l'acropoli di Gerusalemme per scacciarne la guarnigione etea. Dopo un suo incontro con lui a Iconio, tuttavia, Filippo II lo riconferma nel sommo sacerdozio, ed esenta la Giudea dai tributi. Si apre un periodo di pace durante il quale Filippo II arriva a mettere in congedo le truppe etee per sostituirle con mercenari cretesi. Il generale Mitreo approfitta del malcontento sorto tra i militari per cercare di sostituire Filippo II con Demetrio VI, figlio di Alessandro Bala. Filippo allora chiede aiuto a Gionata che gli invia tremila mercenari ebrei, i quali gli permettono di averla vinta.
143 a.C.: Demetrio VI conquista Hattusa e si allea con Gionata. Filippo II muove allora guerra al Maccabeo, che reagisce inviando nuove richieste d'aiuto a Roma. Il generale Mitreo cattura Gionata Maccabeo nella battaglia di Beisan. Simone Maccabeo, fratello di Gionata, è investito nuovo capo della nazione giudaica e paga un forte riscatto a Mitreo per la liberazione di Gionata, che tuttavia viene ucciso a Bascama nel Galaad.
141 a.C.: definitiva liberazione di Gerusalemme dalle truppe siriane ad opera di Simone Maccabeo ed effettiva indipendenza della Giudea dal Regno di Eteia.
138 a.C.: il generale Mitreo esautora Demetrio VI, che ha solo dieci anni, e lo fa uccidere sostenendo che è morto durante un intervento chirurgico. Subito dopo però Demetrio, figlio di Filippo I e fratello minore di Filippo II, assedia Hattusa, la prende e costringe Mitreo al suicidio, quindi sale al trono con il nome di Demetrio VII Evergete (« Benefattore »).
134 a.C.: Dopo l'assassinio di Simone, Giovanni Ircano, figlio di Gionata, ottiene da Demetrio VII la conferma dell'indipendenza pressoché completa ed inizia la dinastia degli Asmonei.
133 a.C.: Attalo III. Ultimo Re di Pergamo, lascia il suo regno in eredità ai Riomani, che ne fanno la nuova Provincia d'Asia.
122 a.C.: il Re dei Parti Mitridate II (il suo nome significa « Dono di Mitra ») conquista Babilonia e pone fine al Regno Ellenistico dei Seleucidi.
111 a.C.: Mitridate del Ponto rende indipendente il suo stato dall'Eteia ed inizia lunghe guerre contro i Romani.
129 a.C.: durante una campagna militare, Demetrio VII cade in un'imboscata del Re Artavazde d'Armenia e si suicida per non essere preso prigioniero. Egli è l'ultimo sovrano ellenistico di Eteia degno di questo nome. Filippo II torna sul trono, ma per poco: sua moglie, la regina egiziana Cleopatra Tea, arruola un esercito nella speranza che Filippo possa aiutarla nella guerra civile che la oppone al fratello Tolomeo VIII, ma l'esercito abbandona presto il sovrano antigonide e Tolomeo, irritato, gli oppone un usurpatore, Alessandro Zabina.
126 a.C.: Filippo II è sconfitto in battaglia nei pressi di Damasco e ucciso su di una nave al largo di Antigonia, per ordine di sua moglie Cleopatra Tea, che gli succede sul trono. Quest'ultima è così cinica da far uccidere persino il suo stesso figlio Antigono V, che reclamava il regno di Eteia tutto per sé, e si associa invece al trono l'altro figlio Demetrio VIII Gripo, che ritiene più manovrabile.
123 a.C.: Demetrio VIII Gripo riesce a sconfiggere ed eliminare l'usurpatore Alessandro Zabina, ma reclama a sua volta il trono tutto per sé, ed allora la madre Cleopatra Tea decide di sbarazzarsi anche di lui. Di ritorno da una caccia, Demetrio si vede offrire del vino dalla madre con grande insistenza: insospettito, la costringe a berlo prima lei, e Cleopatra Tea muore avvelenata. Demetrio VIII sale al trono e sposa Cleopatra Trifena, anche lei principessa della dinastia tolemaica.
116 a.C.: Demetrio IX Ciziceno, fratellastro di Demetrio VIII, si ribella contro di lui causando una guerra civile, che mette in ginocchio ciò che resta del regno Hatti. Trifena fa assassinare la sorellastra Cleopatra IV, moglie di Ciziceno, presso il tempio di Dafne ad Hattusa, ma Ciziceno vendica la moglie uccidendo a sua volta Trifena. I due fratelli si spartiscono poi il regno: a Demetrio VIII la Cappadocia, a Demetrio IX la Siria.
96 a.C.: Demetrio VIII Gripo è assassinato dal suo ministro Eracleone e Demetrio IX resta unico sovrano di ciò che resta dell'Eteia, ma il figlio di Demetrio VIII lo sconfigge e uccide in battaglia e sale al trono con il nome di Antigono VI Nicatore. Poco dopo però il figlio di Demetrio IX, Demetrio X Eusebe, lo sconfigge a sua volta. Scoppia allora una devastante guerra civile tra Demetrio X Eusebe e i suoi fratelli Demetrio XI Filadelfo, Antioco I Filadelfo e Filippo III Euchero.
83 a.C.: Tigrane II il Grande di Armenia approfitta della guerra civile tra gli ultimi, scialbi rappresentanti della dinastia antigonide per occupare la città di Hattusa e conquistare quanto resta del Regno di Eteia.
74 a.C.: siccome Tigrane II ha dato ospitalità a suo suocero Mitridate del Ponto, in guerra con Roma, il generale romano Lucio Licinio Lucullo invade prima l'Eteia e poi l'Armenia e riesce a prendere Hattusa, ma Tigrane evita abilmente lo scontro diretto con i romani ed attua tecniche di guerriglia.
68 a.C.: la Battaglia di Artaxata non ha esiti decisivi e Lucullo non riesce a sconfiggere definitivamente Tigrane. Il Senato Romano decide allora di sostituirlo con Gneo Pompeo.
L'Asia Minore dopo le conquiste di Pompeo nel 63 a.C.
66- 62 a.C.: le campagne asiatiche di Gneo Pompeo portano al completo controllo romano di gran parte dell'Asia al di qua dell'Eufrate. Prima sbaraglia Mitridate, poi sconfigge anche Tigrane il Grande, conquistando il Ponto, l'Eteia e infine la Siria, detronizzando l'ultimo re ellenistico della dinastia antigonide, Demetrio XIII. Da ultimo,muove verso Gerusalemme, che occupa penetrando con il suo cavallo fin dentro il Tempio di Gerusalemme. Tigrane II conserva l'Armenia, ma è costretto a riconoscersi vassallo di Roma; Farnace, figlio di Mitridate che si è sottomesso a Pompeo, ottiene il governo del regno cliente del Bosforo Cimmerio; il regno Hatti è diviso nelle province romane di Galazia, Hittitia (nome romano dell'Eteia), Cilicia e Siria; Demetrio, ultimo discendente della dinastia antigonide (è figlio di Laodice, figlia di Demetrio VIII Gripo), è concesso il regno cliente del Commagene, nome grecizzato dell'antica città-stato luvia di Kummuhi. Da notare che nella nostra Timeline la Galazia divenne provincia romana solo nel 25 a.C. e la Cappadocia solo nel 17 d.C.: l'entroterra anatolico entra dunque a far parte dell'impero romano con grande anticipo. Gli Hatti, chiamati Hittiti dai Romani (da cui il loro nome moderno di Ittiti) accettano il dominio romano ma riscoprono la loro lingua e la loro cultura, che ritornano in auge al posto della lingua e della civiltà greca, dopo la caduta dei governanti ellenistici. Contemporaneamente il culto di Mitra comincia a diffondersi tra i militari romani in tutto il dominio di Roma, e i mitrei cominciano a spuntare come funghi in tutta la Repubblica Romana. Tale culto però esclude rigorosamente le donne.
37 a.C.: Erode, di origini Hatti, viene nominato Re dei Giudei da Marco Antonio, e sarà confermato in quella carica da Ottaviano Augusto. Odiato dai Giudei per le sue origini pagane, governa con il terrore e non esiterà ad ordinare la strage dei bambini di Betlemme, per cercare di eliminare Gesù, da lui visto come un pericoloso concorrente.
4 a.C.: Erode muore nella fortezza di Macheronte che si è fatto costruire; una strega gli ha profetizzato che l'organo che più gli aveva procurato piacere sarebbe stato causa della sua morte, ed infatti egli si spegne a causa di un cancro ai testicoli. Poco prima di morire, il sovrano di origini Hatti dà ordine ai suoi soldati di uscire per le vie ed uccidere più persone possibile, per costringere al pianto i suoi sudditi, che altrimenti avrebbero festeggiato la sua dipartita.
8 d.C.: a Tarso, nell’Ittitia meridionale, nasce Saulo, il futuro San Paolo Apostolo, che infatti nelle sue lettere accennerà più volte alle proprie origini ittite.
28 d.C.: tra i Dodici Apostoli chiamati da Gesù vi è anche Simone l'Hittita, come testimonia Luca 6,14-16.
56 d.C.: San Paolo Apostolo scrive la Lettera agli Hittiti. Alcuni giudeo-cristiani hanno convinto parte degli Hittiti che l'insegnamento di Paolo è incompleto e che la salvezza richiede il rispetto della Legge di Mosè, in particolare della circoncisione. Nella sua lettera Paolo condanna tale atteggiamento, proclamando la libertà dei credenti e la salvezza per mezzo della fede.
70: Vespasiano stanzia in Hittitia due legioni, la XII Fulminata e la XVI Flavia Firma, e ne pone a capo un legato consolare per difenderla dalle continue incursioni dei barbari.
77: il 28 ottobre gli Apostoli Giuda Taddeo e Simone l'Hittita subiscono il martirio ad Hattusa, dove si sono recati per predicare il Vangelo. Anche in Hittitia inizia a diffondersi il cristianesimo.
120-192: vita di Luciano di Samosata, uno dei massimi autori di quest'epoca, di origini Hatti. Pare che abbia scritto anche opere nella sua lingua natale, ma di lui ci sono pervenute solo le opere scritte in greco.
205: nell'opera "Adversus Hermogenem", l'apologeta cristiano Quinto Settimio Florente Tertulliano (155-230) descrive minuziosamente i riti del Mitraismo (Ermogene è un celebre sacerdote di Mitra) e confuta la veridicità di quella religione.
218: il 16 maggio sale al trono romano Sesto Vario Avito Bassiano, meglio noto con il nome di Elagabalo, dal siriaco "El", "dio", e "gabal", "montagna", quindi "il dio che sorge dalla montagna": il dio in questione è Mitra, di cui Elagabalo è il primo imperatore romano a professare apertamente il culto, essendo di origini siriane, e quindi hittite. Con lui il mitraismo si diffonde notevolmente in Oriente, ma incontra notevoli opposizioni in Occidente, anche perché il giovane sovrano (al momento dell'ascesa al trono, avvenuta per opera della nonna materna Giulia Mesa, cognata dell'imperatore Settimio Severo, ha solo quattordici anni) sposa una vergine Vestale - un gravissimo peccato, secondo la religione tradizionale -, intendendo così realizzare una sorta di ierogamia tra Mitra e Vesta.
222: l'11 marzo Elagabalo è assassinato dai suoi stessi pretoriani per ordine del Senato, che lo sostituisce con il cugino Alessandro Severo. Si registrano ribellioni tra le truppe, tra le quali la religione mitraica è molto diffusa. Amato dalla classe senatoriale, cui mostra sempre grande rispetto, non riuscirà mai a guadagnarsi davvero il favore dell'esercito.
235: il 19 marzo Alessandro Severo, che ha solo 26 anni ed è stato uno dei più virtuosi e tolleranti imperatori romani (nel suo larario tiene simulacri di Giove, Mitra, Mosè, Cristo ed Orfeo), viene assassinato a Magonza, lungo il limes germanico, durante un ammutinamento capeggiato da Massimino Trace, un generale della Tracia fervente seguace di Mitra, che gli succede al trono.
260: nel caos seguito alla morte dell'imperatore Decio, lo Shah Sasanide Shapur I, che adora Mitra come una delle manifestazioni di Ahura-Mazda, invade l'Hittitia e la Siria allo scopo di riunire al suo impero la culla del Mitraismo; il nuovo imperatore Valeriano gli va incontro ad Edessa con l'intenzione di parlamentare con lui, ma Shapur lo cattura ed entra in profondità nella Provincia di Hittitia. Tuttavia il Prefetto del Pretorio Callisto riesce a fermarlo alle porte di Hattusa, e alle spalle dell'esercito sasanide compare Settimio Odenato, governatore di Palmira, che sconfigge Shapur recuperando la Mesopotamia e minaccia la stessa capitale sasanide Ctesifonte, costringendo lo Shah ad abbandonare le velleità di conquistare Siria ed Hittitia. Valeriano però non verrà mai liberato e morirà in cattività.
284: il 20 novembre sale al trono l'energico imperatore Diocleziano, che pone fine al periodo di anarchia, istituisce il sistema delle Tetrarchie e proclama il Mitraismo religione di stato dell'Impero Romano (secondo lo storico romano Ammiano Marcellino, nativo di Hattusa, lo stesso sovrano è di origini Hittite). Le donne vengono ammesse nei mitrei, ma solo in posizione assai subordinata; per questo esse in genere praticano altri culti, come quello di Iside, quello tradizionale di Giove e, naturalmente, l'Ebraismo e il Cristianesimo.
303: il 23 febbraio Diocleziano scatena in tutto l'Impero romano una terribile persecuzione contro i cristiani, colpevoli di non riconoscere in Mitra il dio supremo e di non voler riconoscere l'imperatore come incarnazione di Mitra. Tra gli altri restano vittime della persecuzione Papa Marcellino, Sant'Agnese, i Santi Cosma e Damiano, Santa Lucia di Siracusa, Santa Filomena, San Pancrazio, San Sebastiano, San Simplicio, San Vitale di Bologna e una delle mogli dello stesso imperatore, Santa Serena. Se però l'Oriente (governato da Diocleziano) è a maggioranza mitraica e la persecuzione ha l'appoggio del popolo, in Occidente (governato da Massimiano) la persecuzione non ha successo, tanto che i pagani e i mitraisti danno rifugio nelle loro case ai cristiani ricercati. Lo scisma religioso contribuisce ad approfondire il solco tra Oriente e Occidente dell'Impero.
312: il 28 ottobre Costantino sconfigge definitivamente il suo rivale Massenzio nella Battaglia del Ponte Milvio, presso i Saxa Rubra sulla via Flaminia, alle porte di Roma. Secondo lo storico della Chiesa Eusebio di Cesarea, prima della battaglia Costantino ha sognato una croce sovrastata dalla scritta « In Hoc Signo Vinces », e ha deciso di inastare sui suoi vessilli la croce con il monogramma di Cristo. Rimasto unico Imperatore in Occidente, il 1 febbraio 313 egli promulga l'Editto di Milano con cui concede piena libertà di culto ai cristiani, ma senza proibire le religioni pagane; anzi, fino alla morte Costantino resterà anche Pontefice Massimo della religione mitraica.
324: il 3 luglio Costantino sconfigge suo cognato Licinio (che ha sposato sua sorella Costanza), Imperatore d'Oriente, e resta unico sovrano dell'Impero Romano. Egli estende l'Editto di Milano anche alla metà orientale dell'Impero ed inizia la costruzione di una nuova capitale, la futura Costantinopoli.
330-397: vita dello storico della tarda latinità Ammiano Marcellino, di origini hittite. Pur essendo di lingua madre Hatti e di cultura greca, egli scrive in latino la sua opera principale, i "Rerum Gestarum Libri XXXI", che coprono gli anni dal 96 al 378, continuando l'opera di Tacito. Essa fa di Marcellino il maggiore storico latino del IV secolo.
337: il 22 maggio muore l'imperatore Costantino. Prima di spegnersi, egli divide l'impero tra i suoi due figli Costante, cristiano, e Costanzo II, mitraista (gli altri due figli Crispo e Costantino II sono già stati eliminati). Si formano così un Impero Romano d'Occidente a maggioranza cristiana e un Impero Romano d'Oriente a maggioranza mitraista.
Il dio Mitra uccide il Toro Celeste
350: il 18 gennaio l'Imperatore d'Occidente Costante è assassinato in una congiura ordita dall'usurpatore Magnenzio, seguace di Mitra. Subito dopo Magnenzio si volge verso l'Oriente e cerca di usurpare il trono anche all'altro figlio di Costantino I, Costanzo II, sostenendo che Mitra gli è apparso in sogno ed ha designato lui come unico padrone dell'Impero di Roma, del quale (come Diocleziano) vuole fare un impero mitraico.
353: evidentemente Costanzo II non crede ai sogni, perchè il 10 agosto sconfigge nella Battaglia di Mons Seleucus (oggi La Batie-Montsaléon, in Provenza) l'usurpatore Magnenzio, che si suicida. Costanzo II resta così unico padrone dell'Impero, ma è tollerante e pur essendo mitraista mantiene in vigore l'Editto di Milano nei confronti dei cristiani.
361: Costanzo II muore il 3 novembre a Mopsucrene, in Cilicia, e gli succede l'unico parente rimastogli (gli altri sono stati tutti liquidati), Flavio Giuliano. Questi, pur essendo stato cresciuto nella religione cristiana, abbraccia invece il mitraismo, scrive un'opera per conciliare tale religione con il neoplatonismo ed esclude i cristiani dall'amministrazione dell'Impero, favorendo i suoi correligionari; per questo i cristiani lo chiameranno Giuliano l'Apostata.
363: Giuliano, che ha dalla sua tutta la popolazione a maggioranza mitraista dell'Impero Romano d'Oriente e gli Ebrei, decide una spedizione contro i Persiani dell'imperatore Shapur II. Il 4 aprile penetra dentro i confini dell'Impero Sasanide e, dopo aver sconfitto le forze persiane a Dura Europos, il 16 giugno prende e incendia la capitale Ctesifonte, quindi avanza fino al Golfo Persico; siccome Shapur II si sta riorganizzando alle sue spalle, ritorna sui suoi passi, si ricongiunge presso Maiozamalcha con le forze del generale Procopio, reduce dalla sottomissione dell'Armenia, ed affronta l'imperatore sasanide nella Battaglia di Maranga. Shapur II cade in battaglia, e Giuliano nomina nuovo imperatore persiano suo fratello Ardashir II, che pone la sua capitale ad Hamadan; egli è seguace di Mitra, si è distinto per le persecuzioni anticristiane e deve regnare come vassallo di Roma. Ma il figlio dello Shah defunto, Shapur III, zoroastriano, si proclama a sua volta imperatore e continua la guerra contro i Romani. Ne consegue che l'Impero Sasanide precipita nel caos; Giuliano annette l'Armenia, la Mesopotamia, l'Elimaide, l'Adiabene e l'Atropatene, quindi lascia Procopio e Anatolio a mettere ordine nelle nuove conquiste e rientra a Costantinopoli, dove celebra uno splendido trionfo.
367: Giuliano, sentendo palpabile l'ostilità dei cristiani d'occidente contro di sé, decide di nominare il suo generale Valentiniano, di religione cristiana, Cesare d'Occidente, quindi guida una spedizione contro i Goti che, sospinti dagli Unni, premono contro le frontiere romane: attraversa il Danubio e sconfigge i Tervingi guidati dal re Atanarico, ricostituendo la provincia di Dacia, anche se la sua estensione è assai minore di quella di Traiano.
376: il Re dei Goti Fritigerno chiede asilo entro i confini dell'Impero Romano d'Oriente, ma Giuliano, già impegnato dalle ribellioni in Oriente e dalla guerra portata avanti contro di lui da Shapur III, glielo nega. Allora 200.000 Goti varcano il confine dell'Impero Romano e si riversano nei Balcani. Giuliano è costretto ad allestire una spedizione contro di loro, forte della propria fama di invincibilità concessagli dal dio Mitra.
378: il 9 agosto Giuliano si scontra con i Goti di Fritigerno nella Battaglia di Adrianopoli, in Tracia. La battaglia si risolve in un completo disastro: due terzi degli effettivi romani restano sul campo, e lo stesso Giuliano trova la morte, colpito al fegato da un giavellotto. Ammiano Marcellino attribuisce la colpa della sconfitta a Graziano, giovane figlio di Valentiniano che è successo a quest'ultimo nel 375 nella carica di Cesare d'Occidente: essendo cristiano, egli avrebbe rifiutato di fornire rinforzi a Giuliano. In ogni caso Graziano si affretta a proclamarsi Augusto e Imperatore Romano d'Occidente. Siccome Giuliano non ha moglie né figli, le truppe acclamano Imperatore Romano d'Oriente suo cugino, il generale Procopio, governatore di Ctesifonte.
383: morto Procopio di morte naturale, alla guida dell'Oriente mitraico gli succede il figlio Eugenio. Nello stesso anno il generale Magno Massimo è proclamato Imperatore d'Occidente dalle legioni di Britannia ed invade la Gallia; Graziano è assassinato a Lione dal magister equitum Andragazio.
388: l'usurpatore Magno Massimo è liquidato dal generale Teodosio, che viene acclamato nuovo Imperatore d'Occidente (Magno Massimo entrerà nel Mabinogion, il ciclo di leggende gallesi, con il nome di Macsen Wledig).
390: Teodosio promulga l'Editto di Treviri, con il quale il Cristianesimo diventa religione di stato dell'Impero Romano d'Occidente. Come reazione, Eugenio promulga l'Editto di Tessalonica con cui il Mitraismo diventa religione di stato dell'Impero Romano d'Oriente. Il Mitraismo a poco a poco si estingue in Occidente tra il popolo minuto, grazie alla predicazione dell'Arcivescovo di Milano Sant'Ambrogio (detto "il Flagello dei Mitraici"), ma resta diffuso tra gli aristocratici e i militari; invece il Cristianesimo resta religione minoritaria tra il popolo in Oriente, ed è maggioritaria in Palestina. A questa data si fa risalire la definitiva spartizione dell'Impero Romano tra Oriente e Occidente e, quindi, l'inizio del Medioevo.
395: morto Teodosio, sul trono d'Occidente gli succede il figlio Onorio, del tutto inetto al governo, che sposta la capitale a Ravenna ed abbandona la Britannia e il limes germanico.
410: Alarico, Re dei Visigoti, mette a sacco la città di Roma. Il Vescovo di Ippona Sant'Agostino, che in gioventù è stato mitraista ma poi si è convertito al cristianesimo per opera di Ambrogio, scrive il suo capolavoro teologico, "La Città di Dio", per dimostrare che l'Impero Romano non sta cadendo per colpa dei cristiani, come sostengono i mitraisti. I barbari entrano sempre più in profondità nell'Impero Romano, fino a ridurlo alla sola Italia.
457: Leone I fonda la dinastia Trace in Oriente e tenta la conquista dell'Africa romana in mano ai Vandali, ma viene sconfitto, e viene accusato dagli storici contemporanei di rapacità, inettitudine e bigotteria. La sua morte per dissenteria nel 474 è attribuita dai cristiani alle sue persecuzioni contro di loro, e dai mitraisti alla sua incapacità di diffondere il culto di Mitra tra i barbari germanici che assediano l'Impero. Alcuni esponenti Ittiti assurgono ad un ruolo di rilievo nell'Impero romano d'Oriente durante il regno di Leone I, ma gli Ittiti non raccolgono le simpatie del popolo di Costantinopoli, che li considera dei barbari primitivi, e nel 473 nell'ippodromo di Costantinopoli scoppia una rivolta anti-ittita, domata a fatica.
476: Odoacre, re degli Eruli, depone l'ultimo Imperatore Romano d'Occidente Romolo Augusto ed invia le insegne imperiali a Costantinopoli. Sulle ceneri dell'Impero d'Occidente sorgono gli stati romano-barbarici di religione cristiana.
476-491: il generale romano Hantilis, di origine Ittita che è diventato genero dell'imperatore Leone I, ascende al trono bizantino, ma deve nascondere il proprio nome "barbaro" sostituendolo con quello di Zenone. Egli restaura la grandezza dell'Impero Romano d'Oriente, che riesce a resistere alle invasioni barbariche, ed invia in Italia Teodorico, Re degli Ostrogoti, che ha vissuto come ostaggio a Costantinopoli ed è stato educato nella religione Mitraica. Teodorico assedia Odoacre a Ravenna, lo fa assassinare e fonda il Regno Ostrogoto d'Italia. La nobiltà gota è di religione mitraica, ma Teodorico è abile e si fa amica l'intellighenzia romana di religione cristiana, che lo aiuta a governare la Penisola. Intanto gli Ittiti prosperano alla corte di Zenone, mal tollerati dai Greci.
491: muore l'imperatore ittita Hantilis-Zenone, e al suo posto sale al trono l'ufficiale di palazzo Mitridate I; a Costantinopoli scoppia una rivolta anti-ittita e Mitridate I ordina l'esilio per Longino, fratello di Zenone, e per altri ittiti. Allora scoppia una rivolta in Ittitia, nota come Guerra Greco-Ittita; le forze ittite sono sconfitte dall'esercito bizantino nella Battaglia di Kottyaion in Frigia romano (battaglia di Cotyaeum); il generale romano Giovanni Scita elimina Longino, la cui testa è esposta su di una lancia ad Hattusa, e la guerra si conclude nel 496 con la cattura degli ultimi capi rivoltosi. Il poeta Mitradoro scrive un'opera in sei libri sulla guerra, intitolata "Ittitica", che è andata perduta.
530-534: l'imperatore bizantino Giustiniano I il Grande conquista il Regno dei Vandali in Africa e diffonde la religione mitraica tra i Berberi.
535-553: Guerra Mitraico-Gotica. L'imperatore Giustiniano I, dopo essersi cautelato le spalle mediante trattati con gli Avari e con i Sasanidi, intraprende la conquista dell'Italia per scacciarne i Goti e imporvi la religione mitraica. Dopo la conquista di Roma, prima Papa Vigilio e poi Papa Silverio vengono deposti e muoiono in prigionia. La guerra di Giustiniano contro i Goti cristiani sfianca l'impero bizantino al punto da dare inizio a una sua lunga epoca di decadenza.
565: morte di Giustiniano I, gli succede il nipote Giustino II. Papa Giovanni III, che si oppone alla politica di bizantina di imposizione del Mitraismo anche all'Occidente cristiano, chiama in suo aiuto i Longobardi, barbari di religione cristiana che abitano la Pannonia. Il loro re Alboino accetta l'invito, fa irruzione in Italia e ne scaccia i bizantini, che conservano solo la capitale Ravenna, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Corsica e le città marinare di Genova e di Venezia. Giovanni III concede ad Alboino il titolo di "Difensor Fidei".
590: il Re Longobardo Autari, guarito da una grave malattia, nomina il Papa San Gregorio Magno Duca del Lazio, attribuendo quel territorio al governo diretto della Santa Sede. Nasce il Patrimonium Sancti Petri, cioè il potere temporale dei Papi, poiché il dominio longobardo sul Lazio è puramente nominale.
643: il Re longobardo Rotari conquista quasi tutti i territori rimasti ai Bizantini mitraisti in Italia e promulga un celebre codice di leggi. Perugia. Forlì e Ravenna sono attribuiti al Patrimonium Sancti Petri.
660: l'imperatore bizantino Costante II riforma l'amministrazione statale introducendo i Temi, circoscrizioni al cui capo c'è un governatore militare. Nasce il Tema di Eteia.
712: il re longobardo Ansprando rompe una tradizione secolare e comincia ad avanzare rivendicazioni sul Patrimonium Sancti Petri, affermando che dovrebbe essere governato direttamente dal sovrano, e non dal Papa, cui toccherebbe invece il solo potere spirituale.
717: il 25 marzo Leone III l'Ittita depone il debole sovrano Mitridate IV, ascende al trono bizantino e fonda la Dinastia Ittita. Pochi mesi dopo Maslama, fratello del califfo Abd al-Malik ibn Marwan, assedia Costantinopoli per mare e per terra, però l'assedio si risolve in una grande vittoria per i Bizantini, che infliggono pesantissime perdite all'armata araba; la vittoria è attribuita alla protezione del dio Mitra. Riappacificatosi con i popoli slavi, Leone III si mette a capo di un grande esercito e annienta le armate arabe nella battaglia di Akroinos, presso Amorio, ai confini dell'Ittitia. Dopo secoli di tregua, Leone l'Ittita ricomincia a perseguitare i cristiani che abitano entro i confini del suo impero, causando la riprovazione di Papa Gregorio II e del Vescovo cristiano di Costantinopoli, Germano. Leone ordina la distruzione di tutte le immagini cristiane (questo sopruso passerà alla storia con il nome di Iconoclastia) e l'arresto di tutti gli esponenti del clero cristiano. Molti mitraisti però proteggono i cristiani nascondendoli nelle loro case.
Costantino V l'Ittita ordina la distruzione delle chiese cristiane, miniatura del XIV secolo
741: alla morte di Leone III gli succede il figlio Costantino V, definito dai cristiani "Copronimo" (nome di sterco), che ha sposato la principessa cazara Tzitzak.
746: vittoriosa spedizione di Costantino V contro la Siria.
754: il Re Longobardo Astolfo annette d'autorità Ravenna al Regno Longobardo, sottraendola al Patrimonium Sancti Petri, e prepara un esercito per rioccupare Roma. Allora Papa Stefano II invoca l'aiuto di Pipino il Breve, Re dei Franchi che lo stesso Pontefice ha incoronato dopo la detronizzazione dell'ultimo dei Merovingi. Pipino interviene in Italia, sconfigge Astolfo e riconosce al Santo Padre tutto il territorio da Roma a Ravenna, che in pratica taglia in due il territorio dei Longobardi. Due anni dopo, durante una partita di caccia, Astolfo è colpito dal ramo di un albero, è sbalzato da cavallo e muore. Allora, col consenso di Pipino e del Papa, viene eletto re dei Longobardi Desiderio, che giura di rispettare il Patrimonium Sancti Petri.
760: Costantino V sconfigge i Bulgari e, dopo alcuni anni di pace religiosa, riprende la persecuzione contro i cristiani, accusati di fiancheggiare gli invasori bulgari..
773: Desiderio, che ha dato in sposa sua figlia Ermengarda al nuovo Re dei Franchi Carlo, figlio di Pipino, torna a minacciare apertamente il Patrimonium Sancti Petri, contravvenendo ai precedenti giuramenti. Allora Papa Adriano I invoca l'aiuto di Carlo, il quale ripudia Ermengarda con la scusa che non può dargli un erede maschio, e invade l'Italia. La capitale longobarda Pavia è in breve tempo occupata; Desiderio ha salva la vita, ma è rinchiuso in convento, e Carlo si proclama Re dei Franchi e dei Longobardi. Adelchi, figlio di Desiderio, fugge a Costantinopoli e si converte alla religione mitraica, ma i suoi tentativi di sbarcare in Italia e riconquistare il regno paterno si risolveranno in clamorosi fiaschi.
775: il 14 settembre Costantino V muore per una febbre improvvisa; gli storici mitraici sostengono che è stato avvelenato dai cristiani. Gli succede il figlio primogenito Leone IV, che sarà detto spregiativamente Leone il Cazaro, per via dell'etnia di sua madre, e non solo dai cristiani, ma anche da molti mitraici. Questi ottiene nuovi successi militari sia contro i Bulgari che contro gli Arabi, e modera le persecuzioni anticristiane, probabilmente sotto l'influenza della moglie Irene, che è criptocristiana.
780: Leone IV viene avvisato da alcuni suoi funzionari che sua moglie Irene, cristiana, sta complottando con il Patriarca di Costantinopoli per rovesciarlo, la fa confinare nelle sue stanze e riprende le persecuzioni contro i cristiani; l'8 settembre però Leone muore improvvisamente, apparentemente per un malore. Secondo molti è stato avvelenato dalla moglie Irene; in ogni caso gli succedette il figlio Costantino, di soli 9 anni, sotto la reggenza di Irene, che apertamente si mostra una fervente seguace di Mitra.
781: Irene invia il suo logoteta (e secondo molti amante) Stauracio contro gli Arabi che hanno invaso l'Ittitia, terra d'origine della dinastia. Tuttavia, a causa di un tradimento, Stauracio viene fatto prigioniero dai nemici, e Irene è costretto a riscattarlo; i Bizantini comunque sono costretti a pagare tributi agli Arabi. Successivamente Irene invia il suo fido Logoteta contro gli Slavi, e ben presto Stauracio riesce a conquistare alcuni territori nella Tracia.
784: a Bisanzio si sparge la voce che Irene voglia obbligare tutti i cittadini dell'Impero a convertirsi al cristianesimo, e le truppe, che sono in stragrande maggioranza mitraiste, assediano il Palazzo Imperiale delle Blacherne, ma Irene ottiene il risultato di farsele amiche facendo imprigionare il patriarca cristiano di Costantinopoli, Paolo, e facendo iniziare suo figlio Costantino VI al mitraismo attraverso il famoso rito ittita del bagno nel sangue di toro. Poco dopo però, con il pretesto di una guerra contro gli Arabi, Irene invia in Ittitia le truppe che la hanno assediata, come per vendicarsi di loro, e questo non contribuisce certo a renderla popolare.
787: Irene stipula un'alleanza con il Re dei Franchi Carlo e gli propone il matrimonio tra sua figlia Rotrude e il proprio figlio Costantino, ma Rotrude rifiuta di convertirsi al mitraismo e il piano va a monte.
790: nonostante Costantino VI abbia ormai raggiunto la maggiore età, sua madre continua ad amministrare al suo posto gli affari di stato, cosa che Costantino non accetta più. Dando la colpa di ciò a Stauracio, Costantino ordisce una congiura contro di lui, ma Irene riesce a stroncarla e fa arrestare il figlio. Siccome Costantino è amatissimo dalle truppe mitraiste, Irene tenta di convincerle a legittimarle il suo potere assoluto sullo stato mantenendo Costantino VI coimperatore, anche se senza poteri effettivi, ma le truppe dell'Ittitia si rivoltano, ed anzi nominano unico imperatore Costantino VI, costringendo l'ambiziosa imperatrice ad abbandonare il palazzo imperiale. Due anni dopo tuttavia, grazie all'appoggio dei suoi partigiani (cristiani inclusi), Irene riesce di nuovo a ottenere il titolo di imperatrice, regnando insieme al figlio.
792: Costantino VI conduce alcune campagne contro i Bulgari, ma subisce un'umiliante sconfitta a Marcellae, è costretto alla fuga e molti dei più importanti generali bizantini sono catturati. Costantino VI è costretto a pagare tributi ai Bulgari, e la sua popolarità tra le truppe cala a picco. Ne approfitta lo zio Niceforo, fratello di Leone IV, che prova a usurpare il trono al nipote, ma Costantino VI sventa la congiura e fa accecare Niceforo. A contribuire a un calo di popolarità dell'imperatore vi è anche la sua decisione di divorziare dalla prima moglie, figlia di un famoso generale, per sposare la sua amante Teodota. Il matrimonio con Teodota suscita soprattutto l'opposizione dei mitraisti più radicali, alla quale l'Imperatore reagisce facendoli incarcerare e deportare in Crimea. Secondo alcuni storici, i provvedimenti che hanno reso Costantino VI inviso alle truppe ed al popolo sono dovuti all'influenza della madre Irene, che fa in modo, tramite intrighi e cattivi consigli, che il figlio perda l'appoggio di tutti i suoi sostenitori: pare infatti che sia stata lei a fargli conoscere Teodota, sua damigella d'onore di religione cristiana.
797: il 17 luglio Costantino VI viene aggredito mentre torna nel Palazzo Mamante dai partigiani di sua madre che tentano di arrestarlo; l'Imperatore riesce a fuggire e a bordo di un battello raggiunge la sponda asiatica, ma qui viene arrestato e portato a Costantinopoli dove viene accecato per ordine della madre, e muore poco dopo. Irene continua a governare come unica imperatrice.
800: nella notte di Natale Papa Leone III incorona Carlo Imperatore d'Occidente. Nasce il Sacro Romano Impero, che entro i propri territori comprende quasi tutti i popoli cristiani dell'Europa Occidentale (ne restano fuori solo Inghilterra, Irlanda, Asturie e Croazia). L'imperatrice bizantina Irene non riconosce il titolo imperiale di Carlo, sostenendo che l'unico impero è quello Mitraico.
802: Carlo invia il suo fedele siniscalco Helmgaud a Costantinopoli per proporre a Irene di sposarlo, in modo da « riunificare l'Oriente e l'Occidente ». Irene non dice né sì né no ma sembra carezzare l'idea di regnare sull'intera Europa. Ciò mette in allarme i mitraisti, i quali sono certi che il matrimonio tra Carlo e Irene significherebbe la cristianizzazione di Costantinopoli, e così i militari decidono di deporla. Mentre Irene si trova in villeggiatura nel palazzo di Eleuterio, i congiurati approfittano della sua assenza per presentarsi al Sacro Palazzo con ordini contraffatti dell'Imperatrice che intimano di nominare Imperatore Niceforo, Logoteta (cioè Ministro delle Finanze) di Irene e capo della congiura. I soldati a guardia del palazzo non dubitano dell'autenticità dell'ordine, dato che Irene cercava da tempo un erede, e consegnano il palazzo ai congiurati, mentre Irene viene arrestata e segregata nel Sacro Palazzo. Nonostante le promesse di Niceforo, che le ha garantito che la avrebbe trattata « come si addice a una basilissa », Irene viene segregata in una fortezza nell'isola di Lesbo, dove muore il 9 agosto 803. Con lei si conclude la Dinastia Ittita al vertice dell'Impero Bizantino. Un giorno gli Ittiti torneranno, ma da conquistatori.
820: Michele II il Balbuziente ascende al trono di Bisanzio e fonda la Dinastia Amoriana (Frigia), che indirettalmente continua quella Ittita, avendo Michele II sposato Eufrosine, figlia di Costantino VI e di Maria d'Armenia. Pur essendo un convinto mitraista, egli si mostra tollerante verso tutte le fedi religiose.
864: la nazione Bulgara si converte al Mitraismo per opera del Khan Boris I.
957: la Principessa di Kyev Olga, dopo un viaggio a Costantinopoli, non ha alcuna simpatia per i riti mitraici, che discriminano le donne e richiedono sacrifici cruenti di tori, e così chiede al Papa dei missionari per convertire la Russia al cristianesimo. Giovanni XIII accoglie la richiesta.
988: Vladimir, Principe di Kyev, si converte al cristianesimo assieme a tutto il suo popolo.
1071: il 26 agosto il Sultano dei Turchi Selgiuchidi Alp Arslan sconfigge a Manzicerta, in Armenia, l'imperatore bizantino Romano IV Diogene. L'Ittitia prima, e poi tutta l'Anatolia, vengono conquistate dai Turchi. Inizia la conversione degli Ittiti all'Islam.
1090: siccome i cristiani occidentali se ne guardano bene dall'intervenire a favore dell'Impero Bizantino di religione mitraica, il Sultano Selgiuchide Malik Shah conquista Costantinopoli. I Bulgari tornano indipendenti e conquistano gran parte della penisola balcanica meridionale, in Grecia si formano stati neogreci di religione mitraica.
1204: il sovrano greco Eliodromo I riconquista Costantinopoli e la riva orientale del Mar di Marmara, ricostituendo l'Impero Bizantino, ma esso è notevolmente ridimensionato rispetto al passato, e l'epoca d'oro è ormai un sogno lontano.
1299: il Sultanato selgiuchide di Rum si disgrega, e l'Anatolia viene divisa in un gran numero di piccoli stati indipendenti, per lo più a guida turca. Di quest'epoca di decadenza delle genti turcofone approfittano proprio gli Ittiti, chiamati Hititler o Etiler dai turchi, i quali ricostruiscono la loro grandezza grazie al loro Sultano Uzziya I, figlio di Anitta, che inizialmente governa solo su un piccolo territorio intorno all'antica capitale Hattusa (paradossalmente, proprio il territorio dal quale era sorto l'antico Impero Hatti!). Nel poema epico "Il sogno di Uzziya", poema nazionale degli Ittiti moderni, si racconta che il giovane Uzziya ha un sogno premonitore che gli promette la conquista di un vastissimo impero. Esso è rappresentato da un immenso albero le cui radici si espandono attraverso tre continenti e i cui rami coprono il cielo; dalle sue radici nascono quattro fiumi: il Tigri, l'Eufrate, il Nilo ed il Danubio, mentre l'albero fa ombra a quattro catene montuose: il Caucaso, il Tauro, l'Atlante e il Pindo. Durante il suo regno, Uzziya I estende le frontiere dei domini del suo impero fino al Mar di Marmara. Egli è un musulmano osservante, ma sotto di lui le minoranze etniche e religiose hanno larghi margini di autonomia.
Uzziya I, il fondatore del Sultanato Ittita
1312: Filippo IV il Bello, Re di Francia, sopprime l'Ordine dei Templari e ne fa incarcerare molti esponenti di spicco dietro l'accusa (falsa) che essi pratichino la religione mitraica, anziché quella cristiana, allo scopo di impossessarsi dei loro ingentissimi beni. L'ultimo Gran Maestro dell'Ordine, Jacques de Molay, prima di morire sul rogo il 18 marzo 1314 predice al Re Filippo IV e al Papa Clemente V (che ha avallato il sopruso) che gli sopravvivranno solo per breve tempo, e purtroppo per loro la profezia si avvera.
1324: il figlio di Uzziya, Ankuwa I, conquista la città greca di Prusa, ribattezzandola Bursa, e poi Nicomedia: ha definitivamente termine il controllo mitraico bizantino sull'Anatolia nordoccidentale.
1354: il Sultano Ittita Mursili I (la numerazione ricomincia da capo rispetto agli antichi imperi) mette piede per la prima volta in Europa, superando lo stretto dei Dardanelli e conquistando Gallipoli. Mursili prosegue un'espansione prepotente sul continente europeo, conquistando Adrianopoli (1361), Sofia (1386) e Salonicco (1387).
1389: il 15 giugno Mursili I affronta l'esercito serbo guidato dal Principe Lazzaro nella Battaglia di Kosovo Polje (la Piana dei Merli); i Serbi sono annientati, Lazzaro muore ed anche Mursili cade combattendo; gli succede il figlio Piyusti I. La Serbia diventa parte del Sultanato Ittita.
1393: Piyusti I, detto "la Folgore", conquista il regno di Bulgaria, ormai gli Ittiti minacciano l'Ungheria. Il re ungherese Sigismondo tenta di fermarli ma viene sconfitto nella Battaglia di Nicopoli del 25 settembre 1396. Piyusti I mira ormai alla conquista di Costantinopoli.
1402: il sovrano mongolo Tamerlano fa irruzione in Anatolia, conquista l'Ittitia e nella Battaglia di Hattusa sconfigge e cattura il sultano Piyusti I. Quando se lo fa portare davanti si accorge che è cieco da un occhio (per una vecchia ferita in battaglia) e si mette a sghignazzare. "Perchè deridi uno sconfitto?" domanda l'Ittita furioso, e il mongolo, che è zoppo (Tamerlano deriva da "Timur Leng", "Timur lo Zoppo"), ribatte: "Pensavo che per Allah le corone sono davvero poca cosa, se le ha concesse a un guercio come te e ad uno zoppo come me!" L'Impero di Tamerlano non sopravvive al suo fondatore, ma la cattura di Piyusti I lascia comunque lo Stato Ittita in preda alla guerra civile tra i figli di Piyusti I per la successione, guerra che durerà fino al 1413 con la conquista del trono da parte dell'energico Mohamed I.
1421-1451: Mursili II riconquista le posizioni nei Balcani perse durante la Guerra Civile Ittita.
1444: il 10 novembre, nella battaglia di Varna, Mursili II sconfigge un'armata congiunta polacca e ungherese, guidata da re Ladislao III di Polonia e da János Hunyadi.
1453: il 29 maggio il figlio di Mursili II, Mohamed II detto il Conquistatore, che ha riorganizzato lo Stato e l'esercito ittiti, a soli 21 anni conquista Costantinopoli, vi sposta la capitale e pone fine dopo mille anni all'Impero romano d'Oriente. Mohamed II permette ai Mitraisti e ai Cristiani di praticare liberamente le loro religioni, in cambio di un tributo. L'Impero Ittita, esteso a tutta l'Anatolia ed ai Balcani, è ormai la principale potenza del Mediterraneo orientale, e la sua economia prospera grazie al controllo delle rotte commerciali di terra tra l'Europa e l'Asia. Costantinopoli diventa un ricchissimo centro commerciale e culturale, aperto alle influenze delle numerose etnie e comunità costituenti l'Impero.
1475: Mohamed II annette la Grecia, la Morea, le colonie genovesi del Mar Nero e l'Albania.
1480: gli Ittiti tentano di mettere piede in Italia occupando Otranto e ne sterminano la popolazione cristiana. Soltanto la morte di Mohamed II e il successivo conflitto dinastico fra i suoi due figli permette di scacciare gli Ittiti dalla città pugliese.
1497-1498: per aggirare il monopolio ittita sui commerci tra l'Europa e l'Estremo Oriente, il navigatore portoghese Vasco da Gama riesce per primo nell'impresa di circumnavigare l'Africa e raggiungere l'India, Poco dopo Cristoforo Colombo scopre l'America, e l'impero Ittita comincia a veder crollare il proprio primato sul controllo delle principali vie commerciali mondiali.
1514: il 23 agosto Sarruma I infligge ai Persiani Safavidi guidati dallo Shah Isma'il I una dura sconfitta nella Battaglia di Cialdiran, e conquista l'Armenia e il Kurdistan.
1516: Sarruma I non si ferma più ed abbatte il Sultanato Mamelucco conquistando Siria ed Egitto, e soprattutto l'Higiaz con le Città Sante della Mecca e Medina. Il Sultano Ittita assume così il titolo di Califfo, anche se non tutti i musulmani glielo riconoscono.
1517: Martin Lutero dà inizio alla Riforma Protestante.
1520-1566: con il Sultano Zidanta I detto il Magnifico, l'Impero Ittita raggiunge il culmine della sua potenza. Egli consolida l'impero costituendo un forte potere centrale e lasciando l'amministrazione delle vaste ed eterogenee province a funzionari locali. Inoltre egli riprende l'espansione verso l'Europa, conquistando prima Belgrado e poi quasi tutta l'Ungheria: il 29 agosto 1526 l'esercito ungherese, comandato dal re Luigi II d'Ungheria e Boemia, che cade in battaglia, è sbaragliato nella Battaglia di Mohács da Zidanta I. Quest'ultimo nel 1529 cinge vanamente d'assedio la stessa Vienna, capitale del Sacro Romano Impero. In seguito Zidanta I conquista l'Azerbaigian, Baghdad (1534), e infine tutta l'Africa settentrionale, raccogliendo la potenza navale degli stati barbareschi, cui il Sultano Ittita concede ampia autonomia. Proprio grazie ai pirati barbareschi gli Ittiti possono conquistare Rodi (1522) e assediare invano Malta (1565).
1525: Alberto di Brandeburgo, Gran Maestro dell'Ordine Teutonico, aderisce alla Riforma Protestante e secolarizza l'ordine, dando vita al Ducato di Prussia. Secondo alcuni storici egli si fa iniziare anche ai riti mitraici.
1541: la capitale ungherese Buda cade in mani Ittite; molti Stati danubiani patteggiano allora una sottomissione formale al Sultano Ittita impegnandosi al pagamento di tributi: così fanno, tra gli altri, la Repubblica di Ragusa, il Montenegro, il Principato di Transilvania, la Moldavia e la Valacchia.
1543: il Re di Francia Francesco I si allea con il Sultano Ittita Zidanta I contro il Sacro Romano Imperatore Carlo V; il Papa definisce tale accordo "l'Empia Alleanza". Solo grazie all'aiuto Ittita la Francia riesce a conquistare Nizza.
1547: dopo la Germania, la Danimarca, la Norvegia e la Svezia, anche lo Zar di Russia Ivan IV il Terribile aderisce alla Riforma Protestante, incamera i beni ecclesiastici e si proclama capo della Chiesa Russa, venendo scomunicato da Papa Paolo III.
1551: Zidanta I conquista lo Yemen e le coste del Mar Rosso, ed entra in conflitto con i Portoghesi per il controllo navale di questo mare. Ormai l'Impero Ittita supera i cinque milioni di chilometri quadrati di superficie e i 15 milioni di abitanti. Esso è diviso in 21 regioni e in 250 province, governate da altrettanti Bey. Perno dell'Impero sono i Giannizzeri, una fanteria d'élite che ha come suo punto di forza l'uso di una possente artiglieria e che avrà un'influenza pesante sulla vita politica dell'impero.
1566: il 6 settembre Zidanta I il Magnifico muore a Szigetvár in Ungheria mentre conduce una campagna militare contro il Sacro Romano Imperatore Massimiliano II d'Asburgo. Ben presto inizia la disgregazione del potere centrale dell'immenso Impero Ittita: la debolezza dei Sultani provoca il crescente potere dei Visir e dell'esercito, mentre nelle province più lontane cominciano a formarsi potentati pressoché indipendenti. Gradualmente gli Ittiti restano indietro rispetto agli Europei in termini di tecnologia militare, mentre la vivacità culturale che ha favorito l'espansione dell'Impero viene soffocata da un crescente conservatorismo religioso e politico.
1571: il Sultano Ittita Sarruma II intende sloggiare la guarnigione veneziana da Cipro, ultimo avamposto cristiano in Oriente, ma il comandante Marcantonio Bragadin resiste tenacemente, arroccato nella fortezza di Famagosta. Alla fine, nell'impossibilità di proseguire la difesa della città, il 1 agosto Bragadin negozia la resa con il comandante delle forze assedianti, Müezzinzade Alì Piyusti, ottenendo la promessa che i cristiani potranno andarsene liberi dopo la consegna di Famagosta, ma il generale Ittita si rimangia la parola, fa vendere tutti i cristiani come schiavi e fa scorticare vivo il coraggioso Bragadin. L'emozione in Occidente è fortissima: Papa Pio V organizza la Lega Santa, cui aderiscono la flotta spagnola al comando di Don Giovanni d'Austria, figlio naturale dell'Imperatore Carlo V d'Asburgo, quella di Venezia al comando del suo futuro doge Sebastiano Venier, quella di Genova guidata da Gianandrea Doria, quella del Ducato di Savoia, condotta da Andrea Provana di Leinì e quella pontificia, affidata a Marcantonio Colonna, per un totale di 215 navi e 1800 cannoni. Gli Ittiti contano invece su 344 navi e 750 cannoni. Lo scontro avviene il 7 ottobre 1571 nelle acque di Lepanto, al largo del Peloponneso, e gli Ittiti subiscono uno dei peggiori rovesci militari della loro storia millenaria, contando 30.000 prigionieri, 137 navi catturate, 50 affondate e 15.000 schiavi delle galee liberati. La testa mozzata di Müezzinzade Alì Piyusti è issata sul pennone dell'ammiraglia cristiana. Questo disastro pone fine all'epoca di prepotente espansione ittita verso l'Europa, e nella data del 7 ottobre è fissata la festa della Madonna del Rosario.
L'Impero Ittita al culmine della sua potenza
1572: il Khan di Crimea Devlet Giray, vassallo degli Ittiti, giunge a bruciare la città di Mosca.
1593-1606: la lunga guerra contro l'Austria degli Asburgo rende necessario per gli Ittiti un maggior numero di truppe di fanteria equipaggiate con armi da fuoco, e quindi un inasprimento della politica di reclutamento. Questo causa irrimediabili ribellioni tra i corpi dell'esercito. Una volta smobilitati, essi si danno al brigantaggio, provocando la rivolta dei Celali (1595-1610), che provocò gravi problemi in Anatolia.
1612-1640: sul Trono dei Leoni (così è chiamato in occidente l'Impero Ittita) sale Mursili IV, che riconquista Erevan e Baghdad, cadute nelle mani dei Persiani Safavidi, e riafferma il primato dell'autorità centrale Ittita.
1648-1656: periodo chiamato "il Sultanato delle Donne Ittite", durante il quale le madri dei giovani sultani esercitarono il potere in nome dei loro figli. Le Donne più importanti di questo periodo sono la Sultana Kusama e sua nuora Tulpan Hattise, la cui rivalità politica culmina nell'assassinio di Kusama nel 1651.
1656-1703: è la cosiddetta "Era Koprili", durante il quale il controllo effettivo dell'Impero Ittita è esercitato da una serie di Gran Visir provenienti dall'omonima famiglia. Il Visirato Koprili vede una rinnovata potenza militare, con il ripristino dell'autorità ittita in Transilvania, la conquista di Creta (fin qui veneziana) nel 1669 e l'espansione nell'Ucraina meridionale polacca e nella Podolia (1676).
1683: nel maggio di quest'anno il Gran Visir Karuwanda Mustafa Koprili, forte delle sue vittorie contro i polacchi (ha saccheggiato anche il celebre Santuario di Czestochowa), vuole fare il passo più lungo della gamba e muove con un'immensa armata di 300.000 soldati, la più numerosa mai vista fino ad allora in Europa, contro Vienna, capitale del Sacro Romano Impero. L'assedio dura due mesi; quando la città è allo stremo e gli Ittiti si preparano a lanciare l'assalto finale, le truppe tedesche e polacche comandate dal re polacco Giovanni I Sobieski e spronate dal Beato Marco d'Aviano sbaragliano le truppe assedianti l'11 settembre 1683, e la città è salva. Gli Ittiti considerano ancor oggi quest'evento una tragedia nazionale. Secondo la leggenda, il croissant ("crescente" in italiano) deriverebbe proprio dalla forma della mezzaluna presente sulla bandiera Ittita, e sarebbe stato inventato per celebrare questa vittoria.
1695-1703: il Sultano Mustasili II lanciò un contrattacco contro gli Asburgo in Ungheria per vendicare la sconfitta sotto le mura di Vienna, ma viene duramente sconfitto a Zenta l'11 settembre 1697 (una data ricorrente in queste battaglie!)
1699: il 26 gennaio la Pace di Karlowitz tra Asburgo ed Ittiti pone fine a vent'anni di guerre e segna il primo arretramento Ittita in Europa: Costantinopoli è costretta a cedere tutta l'Ungheria agli Austriaci. Inizia per il Sultanato un'epoca di irreversibile decadenza.
1709: il "Re delle Nevi" (come lo chiamano gli Ittiti) Carlo XII di Svezia, che ha invaso la Russia, subisce una storica disfatta nella battaglia di Poltava dell'8 luglio. Con un0epica cavalcata attraverso mezza Europa il "Re delle Nevi" si mette in salvo a Costantinopoli, alla corte del Sultano Ahmun III (1703-1730), e lo convince a dichiarare guerra alla Russia. Il conflitto si conclude il 12 luglio 1711 con la Battaglia del Prut, che vede la vittoria degli Ittiti alleati con i Tartari di Crimea.
1718: il 21 luglio la Pace di Passarowitz è favorevole alla Russia e dimostra che il Trono dei Leoni è riluttante a portare avanti ulteriori aggressioni all'Europa. Ormai il principale avversario degli Ittiti non è più l'Austria ma la potenza emergente della Russia, la cui ascesa pone fine all'egemonia ittita nei Balcani.
1726: Ibrahim Muteferrika ottiene il permesso del Gran Mufti di Hattusa, principale autorità religiosa ittita, di pubblicare a stampa anche libri di argomento non religioso, nonostante l'opposizione di alcuni leader islamici. Ormai però è tardi per colmare il divario culturale con l'Europa occidentale.
1735-1739: una nuova sanguinosa guerra austro-russo-ittita termina con il Trattato di Belgrado, che vede la cessione del porto di Azov alla Russia e il ritorno della Serbia e della "Piccola Valacchia" sotto sovranità Ittita; ma questo è il suo ultimo successo. Perlomeno, da questo momento in poi l'Impero Ittita può godere di una generazione di pace, in quanto Austria e Russia sono impegnate a fronteggiare l'ascesa della Prussia, per preoccuparsi degli antichi nemici islamici. Il nuovo sovrano Muwatalli I (1730-1754) fonda il Politecnico di Costantinopoli ed una scuola di artiglieria per approfondire l'apprendimento delle tecniche belliche occidentali, ma il clero islamico ottiene la chiusura di quest'ultima; nel 1754 la scuola viene riaperta in segreto.
1738: siccome la religione mitraica va diffondendosi dai Balcani fra gli eserciti dei paesi europei, Papa Clemente XII con la Lettera Apostolica "In Eminenti Apostolatus" dichiara l'appartenenza al mitraismo incompatibile con la religione cattolica.
1739: Federico di Hohenzollern, principe ereditario di Prussia, si fa iniziare ai riti mitraici, e presto verrà imitato da molti nobili e generali prussiani. Egli passerà alla storia come Federico II il Grande, fondatore della potenza del suo paese.
1756-1763: Guerra dei Sette Anni, definita da Winston Churchill "la prima vera guerra mondiale". Nel corso di essa appaiono i primi riti mitraici non più clandestini tra le truppe degli eserciti combattenti, e in particolare tra quelle prussiane.
1779: l'avventuriero ed alchimista siciliano Giuseppe Balsamo, meglio noto come il Conte di Cagliostro, si fa iniziare ai riti mitraici e fonda il cosiddetto "Rito Ittita", una sorta di culto misterico-esoterico di sua invenzione, un misto di cristianesimo, mitraismo e massoneria. Nel 1784 egli avrà l'impudenza di chiedere a Papa Pio VI il riconoscimento del suo "Rito", come se fosse un vero e proprio ordine religioso! Il briccone finirà i suoi giorni nel 1795, rinchiuso nella Rocca di San Leo.
1787-1792: nuova guerra russo-ittita, cui pone fine il Trattato di Iasi, in seguito al quale tutta la Crimea, fin qui vassalla degli Ittiti, diventa definitivamente territorio russo. Durante il XVIII secolo i Russi conquistano il Caucaso, la Bessarabia, la Moldavia, la Valacchia e fanno del Mar Nero un loro lago privato. La Zarina Caterina II la Grande punta apertamente alla conquista di Costantinopoli, ma gli Ittiti sono salvati dall'Inghilterra, la quale vuole impedire a San Pietroburgo di aprirsi uno sbocco sul Mediterraneo.
1798: il 1 luglio l'Egitto è invaso via mare da un corpo di spedizione francese di circa 40.000 uomini guidato da Napoleone Bonaparte, il cui scopo principale è quello minare il monopolio commerciale dell'Inghilterra nella regione. Il generale Corso e futuro imperatore occupa Alessandria d'Egitto e sbaraglia i Mamelucchi al servizio degli Ittiti nella Battaglia delle Piramidi (21 luglio 1798), ma è costretto dagli eventi a tornare in Francia nell'agosto 1799, dopo aver attraversato la Palestina. L'occupazione francese dura fino all'estate 1800, quando le ultime truppe comandate dal generale Menou si arrendono agli Inglesi e agli Ittiti. La spedizione dà inizio al moderno studio archeologico dell'antico Egitto, grazie al nutrito gruppo di uomini di scienza e di lettere che Napoleone ha portato con sé.
1805: l'Ittita Muhammad Alì Pambawa assume il controllo dell'Egitto dopo il ritiro delle truppe francesi ed assume il titolo di Khedivè (in persiano "Signore"), cioè Vicerè d'Egitto, nominalmente per conto degli Ittiti, ma in pratica governa il grande paese come un suo possedimento autonomo.
1810: la proposta, avanzata da Napoleone allo Zar Alessandro I di Russia, di attaccare e spartirsi l'Impero Ittita cade nel vuoto: lo Zar sotto sotto è favorevole agli Inglesi e sa che essi non vedono di buon occhio la sparizione del Trono dei Leoni a vantaggio delle altre potenze del continente europeo.
1821: il popolo greco, a larga maggioranza di religione mitraica, chiede l'indipendenza dall'Impero Ittita. Da tutte le nazioni europee arrivano patrioti animati dalle nuove idee liberali per sostenere la libertà della Grecia; tra gli altri si segnalano l'italiano Santorre di Santarosa e l'inglese Lord Byron, che trovano la morte in combattimento.
1827: il 20 ottobre nella Battaglia di Navarino la flotta di Muhammad Alì Pambawa, accorsa in Grecia in aiuto degli Ittiti, è completamente distrutta dalle flotte di Francia, Regno Unito e Russia che appoggiano la rivolta greca.
1829: il 14 settembre con la Pace di Adrianopoli il Sultano Ittita Muwatalli II è costretto a capitolare e riconoscere l'indipendenza della Grecia. L'anno dopo l'Impero subisce un altro duro colpo con l'occupazione da parte della Francia di tutta l'Algeria.
1839: il sultano Telepinu II promuove una serie di riforme per riorganizzare e a rendere più efficiente il vasto impero, ormai in piena decadenza e definito "il Grande Malato d'Europa".
1859: viene fondata a Torino la Serenissima Gran Loggia di Rito Ittita, un ordine iniziatico della massoneria legato al Grande Oriente d'Italia.
1862: viene completato ad Atene il più grande Mitreo del mondo, la cui costruzione ha richiesto vent'anni; esso è stato progettato dall'architetto greco Demetrio Zezos e dal francese Francois Boulanger.
1867: il sultano Ittita Abdul Uzziya I è costretto a riconoscere a Ismāīl Pambawa, nipote di Muhammad Alì Pambawa, il titolo di Khedivé d'Egitto.
1869: il 17 novembre è
inaugurato il Canale di Suez, realizzato dal francese Ferdinand de Lesseps su progetto dell'ingegnere trentino Luigi Negrelli.
Per celebrare l'opera Giuseppe Verdi compone il suo capolavoro,
"l'Aida", la cui prima va in scena al Teatro dell'Opera del Cairo il 24 dicembre
1871.
Il personaggio Pierre Bezuchov nel romanzo "Guerra e pace" di Leone Tolstoj,
pubblicato in quest'anno, si fa iniziare ai riti mitraici.
1873: lo scienziato tedesco Rudolf Virchow in un suo vibrante discorso tenuto al Reichstag di Berlino il 17 gennaio lancia il "Kulturkampf" (letteralmente "lotta per la civiltà"), un'accesa battaglia politica dello stato tedesco contro la Chiesa cattolica, in teoria in nome del progresso delle scienze umane e naturali, ma in realtà a favore del mitraismo e del militarismo aggressivo ormai maggioritari nella classe dirigente prussiana. Gli insegnanti cattolici sono licenziati, i Gesuiti espulsi dall'Impero Tedesco, le attività del clero fortemente limitate, gli ordini religiosi sciolti. Solo dopo la morte di Papa Pio IX nel 1878 il conflitto si attenuerà.
1878: dopo l'ennesima guerra russo-ittita, il Congresso di Berlino sanziona il declino del controllo Ittita sull'Europa riconoscendo l'indipendenza della Serbia, del Montenegro, della Bulgaria e della Romania, nata dall'unificazione di Moldavia e Valacchia. Da notare che Serbia e Montenegro sono di religione cattolica, la Romania è a maggioranza protestante (e perciò protetta dalla Russia) e la Grecia e la Bulgaria a maggioranza mitraista. L'Albania e la Macedonia, a maggioranza musulmana, restano sotto sovranità Ittita insieme alla Tracia, mentre la Grecia annette la Tessaglia e l'Austria-Ungheria assume l'amministrazione della Bosnia-Erzegovina (a maggioranza musulmana).
I possedimenti europei dell'Impero Ittita dopo il Congresso di Berlino
1881: il 12 maggio viene firmato il Trattato del Bardo con cui la Francia batte sul tempo le mire dell'Italia, che conta la colonia europea più numerosa a Tunisi, ed annette la Tunisia. Subito dopo, sfruttando l'estrema debolezza del dominio ittita e l'inettitudine del Khedivè Ismail Pambawa, e giustificando il tutto con la necessità di proteggere gli investimenti europei nella zona del Canale di Suez, il Regno Unito e la Francia obbligano l'Egitto a nominare due loro esperti alla guida dei dicasteri delle Finanze e dei Lavori Pubblici.
1882: il 18 dicembre Londra occupa l'Egitto e ne proclama formalmente l'autonomia dall'Impero Ittita, instaurando un suo "protettorato de facto".
1884: Papa Leone XIII scrive l'Enciclica "Humanum Genus", con la quale condanna il diffondersi della religione mitraica negli eserciti delle nazioni europee a maggioranza cristiana. Nello stesso anno anche il famoso scrittore inglese Rudyard Kipling si fa iniziare ai riti mitraici.
1886: le cosiddette "Leggi di pacificazione" (Friedensgesetzte) pongono fine al Kulturkampf.
1889: Guglielmo II, da un anno imperatore di Germania, conservatore e convinto militarista, si fa iniziare ad un rito mitraico. Anche Otto von Bismarck segue questo culto.
1897: anche Vittorio Emanuele, figlio del Re d'Italia Umberto I e suo erede al trono, si fa iniziare ad un rito mitraico. Dura reazione di Papa Leone XIII. Questo fatto, anche a causa della bassa statura, gli varrà tra i Repubblicani il nomignolo spregiativo di "Mitraglietta".
1899: il Regno Unito impone all'Egitto il condominio sul Sudan, che fino a questo momento faceva parte del territorio egiziano.
1903: l'Impero Ittita si avvicina alla Germania in funzione antibritannica; i prussiani iniziano la costruzione di una ferrovia che dovrà congiungere Costantinopoli, Hattusa, Baghdad e Bassora.
1908: l'Impero Ittita, ormai in crisi profonda, conosce la cosiddetta "Rivoluzione dei "Giovani Ittiti". Il movimento, che si ispira alla "Giovane Italia" di Mazzini, è composto da intellettuali e ufficiali laici che intendono trasformare l'impero, molto arretrato dal punto di vista economico e culturale, in una moderna monarchia costituzionale. Essi marciano su Costantinopoli, costringendo il sultano Abdul Uzziya I a concedere una prima Costituzione. Il nuovo regime tenta di modernizzare il paese, ma non riesce a risolvere il problema dei rapporti con i popoli europei che erano ancora sottomessi agli Ittiti e che si coalizzano rapidamente contro di loro.
1911: nonostante le resistenze tedesche, il Regno d'Italia governato da Giovanni Giolitti invia un contingente di 100.000 uomini ad occupare la Tripolitania e la Cirenaica. L'impresa si prospetta facile, visto lo stato di decadenza dell'Impero Ittita, ma gli Arabi oppongono una strenua resistenza, dimostrando che, fra due padroni stranieri, a quello cristiano preferiscono comunque quello musulmano. Alla fine però gli Ittiti devono capitolare, anche perchè l'Italia ha occupato Rodi e il Dodecaneso, e il 18 ottobre 1912 sono costretti a firmare la Pace di Losanna, con la quale perdono l'ultimo loro possedimento in Africa.
1912: vista la facilità con cui gli italiani hanno occupato la Libia, Serbia, Montenegro, Grecia e Bulgaria danno vita ad una coalizione alo scopo di espellere gli Ittiti dall'Europa. L'8 ottobre scoppia così la Prima Guerra Balcanica. In meno di due mesi l'esercito Ittita subisce una lunga serie di sconfitte per mare e per terra, e perde tutti i possedimenti che conservava in Europa ad eccezione di un piccolo territorio intorno a Costantinopoli.
1913: i paesi vincitori della Prima Guerra Balcanica entrano in conflitto tra di loro per la spartizione del bottino. In particolare la Bulgaria, di religione mitraica, non vuole riconoscere l'annessione alla Serbia cristiana della maggior parte della Macedonia, a suo dire a maggioranza mitraica, e il 29 giugno attacca i suoi ex alleati. A questo punto si ha un capovolgimento di fronte: gli Ittiti si alleano ai Serbi, ai Montenegrini, ai Greci e ai Rumeni e schiacciano in breve tempo la Bulgaria. Il 10 agosto è firmata la Pace di Bucarest, che assegna alla Grecia Salonicco, l'Epiro, la Macedonia fino a Bitola e l'isola di Creta, al Montenegro la città di Novi Bazar, alla Serbia (che raddoppia quasi il suo territorio) quasi tutta la Macedonia, alla Romania la Dobrugia, mentre all'Ittitia viene restituita la Tracia Orientale con Adrianopoli. La pace lascia tutti scontenti, ed acuisce la tensione tra l'Austria, che ha il protettorato sulla Bulgaria (pare che l'imperatore Francesco Giuseppe d'Asburgo simpatizzi per il mitraismo), e la Russia, che ha quello sulla Romania e sulla Grecia. Si ritiene perciò che la Guerra di Libia e le Guerre Balcaniche rappresentino la prova generale della Grande Guerra.
1914: allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il Khedivè Abbās II si schiera al fianco dell'Impero Ittita ma viene immediatamente deposto dai britannici, che proclamano Sultano d'Egitto suo zio Husayn Kāmil. Questi decreta la fine della sovranità ittita e la trasformazione formale del Paese in un protettorato britannico anche a livello giuridico (la piena indipendenza dell'Egitto dal Regno Unito sarà proclamata soltanto il 14 settembre 1936). Il 29 ottobre il Sultano Ittita Mohamed V decide di entrare in guerra a fianco di Germania ed Austria-Ungheria, dando vita all'alleanza degli Imperi Centrali. Il 6 novembre le truppe anglo-indiane sbarcano nella penisola di Al-Faw, oggi in Iraq, dando inizio alla Campagna di Mesopotamia; il 21 novembre cade l'importante porto di Bassora, e ai primi di dicembre Al-Qurna, il luogo dove il Tigri e l'Eufrate confluiscono in un unico fiume.
1915: le armate russe si trovano in grosse difficoltà sul fronte del Caucaso, spinte dalle forze ittite al di là dei confini del 1878. Il granduca Nicola si appella allora alla Gran Bretagna perché compia un'azione di disturbo contro l'Ittitia, costringendola a richiamare a est parte delle sue truppe. I britannici su suggerimento di lord Kitchener e con il fortissimo appoggio di Winston Churchill, Primo Lord dell'Ammiragliato, decidono di attaccare dal mare i forti ittiti nei Dardanelli, dando così la spallata decisiva al Trono dei Leoni, la cui marina non può contrastare in alcun modo quella Alleata. L'opinione inglese dominante è quella di una campagna brevissima, che porterà le truppe di terra a Costantinopoli senza troppa fatica e costringerà gli Ittiti alla resa. Ma gli Alleati hanno colpevolmente sottovalutato i campi minati ittiti e gli armamenti dei forti, antiquati sì, ma pur sempre pericolosi per gli attaccanti. Quella che doveva essere una campagna lampo si trasforma in una guerra di posizione con altissime perdite umane; in essa si segnala il genio militare di Mursili Kemala, giovane generale dell'esercito ittita. Nel frattempo, nel settembre 1915 un contingente anglo-indiano sotto il comando del generale Charles Townshend risale il Tigri e punta su Baghdad, ma tra il 22 ed il 25 novembre lè sconfitto nella battaglia di Ctesifonte. Dopo cinque mesi di assedio le forze anglo-indiane, ormai alla fame, capitolano il 29 aprile 1916, lasciando 12.000 prigionieri nelle mani degli Ittiti. Churchill è costretto a dimettersi.
1916: all'inizio di gennaio i russi lanciano una massiccia offensiva sul fronte caucasico, cogliendo di sorpresa la Terza Armata Ittita che non si aspetta un attacco in pieno inverno. La vittoria russa nella battaglia di Koprukia obbliga gli Ittiti ad abbandonare la strategica fortezza di Erzurum ed a ritirarsi verso ovest dopo aver subito pesanti perdite. Lo sfondamento del fronte è contenuto solo con l'arrivo della Seconda Armata Ittita del generale Mursili Kemala, che il 25 agosto riesce ad infliggere ai russi una seria sconfitta nella battaglia di Bitlis. Intanto il governo dei "Giovani Ittiti", temendo che gli Armeni sudditi dell'Impero possano allearsi con i Russi e costituire una "quinta colonna" interna, procede ad una serie di massacri e deportazioni, ricordata oggi con il nome di "Genocidio Armeno" (in lingua armena "Medz Yeghern"; "Grande Crimine"); si consuma così una tragedia che covava fin dalle origini nell'inimicizia tra gli Antichi Imperi Ittiti e il Regno di Urartu. L'esatto numero di morti è controverso, ma si parla di qualcosa come un milione e duecentomila vittime.
1917: dopo i successi iniziali contro gli inglesi, sul teatro del Medio Oriente le forze dell'Impero Ittita cominciano a cedere su tutti i fronti. Nella penisola araba, le litigiose tribù locali trovano una guida unitaria sotto Al-Husayn ibn Alī Himmat, Sceriffo della Mecca. Rifornite di armi e munizioni dagli Alleati, e raggiunte da una missione di addestratori britannici capitanati dal leggendario colonnello Thomas Edward Lawrence, poi passato alla storia come "Lawrence d'Arabia", le tribù insorgono contro la secolare dominazione ittita ed iniziano una massiccia campagna di guerriglia contro gli antichi padroni, prima interrompendo la ferrovia dell'Higiaz e poi conquistando l'importante porto di Aqaba sul Mar Rosso. A poco vale l'armistizio di Erzincan del 5 dicembre 1917, che pone fine alle operazioni nel Caucaso in seguito al ritiro della Russia dal conflitto dopo la Rivoluzione d'Ottobre.
1918: la situazione sul fronte arabo rimane sostanzialmente per gran parte di quest'anno , con l'attenzione degli Alleati concentrata sul fronte occidentale; l'offensiva finale iniziare il 19 settembre 1918. Mentre gli irregolari arabi mettono in atto azioni diversive ad est , le forze britanniche del generale Allenby attaccano da ovest lungo la zona costiera, potendo contare su una netta superiorità numerica, una migliore situazione logistica ed un assoluto dominio del cielo. Le forze Alleate ottengono una decisiva vittoria nella Battaglia di Megiddo, dal 19 settembre al 31 ottobre 1918; la ritirata ittita si trasforma in una rotta e gli Alleati dilagano verso nord, penetrando in Siria ed occupando Damasco il 2 ottobre ed Aleppo il 25 ottobre. In Mesopotamia le preponderanti forze britanniche conquistano Mossul e Kirkuk, riducendo l'Impero Ittita alla sola penisola anatolica. Il 30 ottobre il Sultano Mohamed VI, che il 3 luglio è succeduto al fratello maggiore Mohamed V, è costretto a firmare l'armistizio di Mudros.
1920: il 10 agosto gli ambasciatori di Mohamed VI firmano il Trattato di Sèvres, che riduce l'Impero Ittita ad un piccolo stato della penisola anatolica. Costantinopoli resta ittita, ma è l'unico possedimento in Europa; Smirne e tutto il suo entroterra sono assegnati alla Grecia; Rodi e la costa antistante sono assegnate all'Italia; Libano e Siria sono assegnati come mandati della Società delle Nazioni alla Francia; Iraq e Palestina sono assegnati come mandati al Regno Unito; l'Arabia e la Transgiordania diventano indipendenti; è prevista l'indipendenza anche per Armenia e Kurdistan. L'accettazione dell'iniquo trattato da parte del Sultano provoca però forti proteste da parte dei nazionalisti ittiti. Con un colpo di stato l'eroe di guerra Mursili Kemala prende il potere, ed insedia nell'antica capitale Hattusa un nuovo governo, l'Assemblea Nazionale Ittita. Quest'ultima sconfessa il governo di Mohamed VI, promulga una costituzione provvisoria e dichiara guerra alla Grecia mitraista.
1921-22: dopo una brillante campagna militare contro gli odiati Greci, Mursili Kemala espelle questi ultimi dalla penisola anatolica, riconquista Smirne (dove compie una strage di mitraisti) e la Tracia Orientale, sottomette il Kurdistan e rioccupa l'Armenia. Il successo dei nazionalisti ittiti convince francesi ed italiani ad evacuare l'Anatolia, anche se Rodi resta in mano all'Italia. Il 1 novembre 1922 Mursili Kemala abolisce il Sultanato; Mohamed VI lascia Costantinopoli a bordo di una nave da guerra britannica, trascorre gli ultimi anni della sua vita in esilio sulla riviera ligure e morirà il 16 maggio 1926 nella Villa delle Magnolie a Sanremo, venendo poi sepolto a Damasco.
Bandiera della Repubblica di Ittitia
1923: il 24 luglio viene firmato il Trattato di Losanna tra il governo di Mursili Kemala e Regno Unito, Francia, Italia, Giappone, Grecia e Jugoslavia. Esso annulla il Trattato di Sèvres e ridefinisce i confini dell'Ittitia, eliminando le restrizioni riguardanti le forze armate da parte degli Alleati. Il 29 ottobre viene proclamata la Repubblica di Ittitia e Kemala ne viene eletto primo Presidente. Questi è animato da ideali illuministi (pare che abbia dichiarato: "Solo un vile può inginocchiarsi e pregare!") e fortemente nazionalisti, ed ha l'ambizione di creare una moderna civiltà ittita, che non rinneghi i valori dei suoi antenati, i quali combatterono contro gli Egizi e contro i Persiani, ma cammini verso la modernità. "Con il popolo, per il popolo" è il suo motto. Egli fonda il Partito Popolare Ittita, sposta la capitale ad Hattusa, fa dell'Ittitia uno stato laico, riconosce la parità tra uomini e donne, vieta la poligamia, il ripudio e l'uso del velo, rende la scuola aconfessionale, gratuita e obbligatoria per maschi e femmine, adotta l'alfabeto latino al posto di quello arabo introdotto dai Turchi Selgiuchidi, il calendario gregoriano al posto di quello islamico, la domenica festiva al posto del venerdì, esige che tutti gli Hittiti scelgano un cognome e promuove l'industrializzazione del paese. L'esercito comunque rimane il pilastro della nazione e il garante della sua laicità.
1924: il 24 aprile è fondata la Federazione Calcio Ittita, con sede ad Hattusa. La Nazionale di Calcio Ittita gioca la sua prima storica partita il 26 ottobre 1924 a Costantinopoli contro la Romania, pareggiando 2-2. I suoi colori sociali sono il verde e il bianco.
1925: Mursili Kemala firma un trattato ventennale di amicizia e di neutralità con l'Unione Sovietica che rimarrà in vigore fino all'abrogazione unilaterale da parte dell'Unione Sovietica nel 1945. La politica estera della nuova Ittitia segue il principio espresso dal suo leader con queste parole: « pace in casa e pace all'estero »: tale neutralità è ritenuta necessaria per la stabilizzazione e la modernizzazione della nuova Repubblica.
1930: una rivolta curda nell'est del paese è repressa con durezza. Secondo alcuni, i Curdi sono discendenti degli antichi Medi, e così si rinnoverebbe la secolare rivalità tra l'Impero Hatti e quello Medo-Persiano.
1932: il 18 luglio l’Ittitia aderisce alla Società delle Nazioni.
1934: alle donne Ittite è riconosciuto il diritto di voto e di essere elette in Parlamento. Il religioso bergamasco Angelo Roncalli è nominato Delegato Apostolico in Ittitia ed amministratore apostolico "sede vacante" del Vicariato Apostolico di Costantinopoli; la stretta laicità dello stato lo costringe a girare per Hattusa in giacca e cravatta.
1935: l'Ittitia aderisce al Patto dei Balcani con Grecia, Romania e Jugoslavia per contrastare la politica estera aggressiva dell'Italia fascista e l'allineamento bulgaro alla politica della Germania nazista.
1937: Heinrich Himmler, Reichsführer delle SS e Ministro della Polizia della Germania Nazista, fanatico cultore dell'occultismo, dichiara che « è molto meglio essere mitraisti che cristiani », ed impone l'iniziazione mitraica a tutte le reclute delle SS.
1938: la città di Alessandretta viene restituita all'Ittitia dalla Siria. Il 10 novembre Mursili Kemala muore e viene sepolto in un grande mausoleo ad Hattusa; alla guida della Repubblica Ittita l'Assemblea Nazionale elegge il suo delfino Suppiluliuma Inuna.
1939: scoppia la Seconda Guerra Mondiale, Inunna sceglie la neutralità. Nello stesso anno egli introduce il multipartitismo nella vita politica ittita: quello di Mursili Kemala era un vero e proprio regime autoritario monopartitico, visto che l'unica formazione ammessa era il Partito Popolare Ittita.
1941: il 18 giugno, quattro giorni prima dell'invasione tedesca dell'Unione Sovietica, Suppiluliuma Inunna firma un trattato di non aggressione con la Germania nazista, in modo da coprirsi le spalle contro possibili colpi di mano da parte delle truppe tedesche. Gli iniziali successi delle forze dell'Asse aumentano le simpatie verso queste ultime tra i ranghi dell'esercito, e più di uno suggerisce a Inunna di scendere in guerra fianco di Hitler e Mussolini per riconquistare parte degli antichi territori europei, ma il Presidente Inunna si mostra irremovibile e non permette mai a truppe, aerei o navi di passare per i territori o per le acque del proprio stato, e la sua lungimiranza si rivela profetica.
1943: Franz Jägerstätter, padre di famiglia austriaco e catechista, rifiuta ad ogni costo la chiamata alle armi tra le SS per non subire l'iniziazione mitraica, e per questo è ghigliottinato a Berlino il 9 agosto; egli sarà proclamato Beato da Papa Benedetto XVI il 26 ottobre 2007.
1944: treni carichi di Ebrei in fuga dallo sterminio nazista vengono fermati dai tedeschi ai confini tra la Grecia occupata e l'Ittitia, e li assediano tentando di impedire loro di rifugiarsi nel Paese dei Leoni. Allora il Delegato Apostolico in Ittitia Angelo Roncalli si mette d'accordo con Franz Von Papen, già braccio destro di Hitler e leader del Zentrum (l'ex partito di centro cattolico tedesco), che il dittatore nazista ha "esiliato" come ambasciatore ad Hattusa. Von Papen ha capito che il destino bellico della Germania è segnato, e cerca di mettersi in buona luce agli occhi degli Alleati fornendo agli Ebrei dei lasciapassare falsi. Roncalli così riesce a presentare gli Ebrei in fuga come "pellegrini cristiani in viaggio verso Tarso, patria di San Paolo", salvando loro la vita con la fuga in Ittitia. I tedeschi sanno che è tutta una macchinazione di Roncalli, ma non possono opporsi. Al Processo di Norimberga, Von Papen eviterà il capestro proprio grazie alla testimonianza del futuro Giovanni XXIII. Nell'agosto 1944 Inunna interrompe le relazioni diplomatiche con la Germania nazista.
1945: il febbraio l'Ittitia dichiara guerra alla Germania e al Giappone, condizione necessaria questa per partecipare alla Conferenza di San Francisco dell'aprile 1945, nella quale viene fondata l'ONU. Di quest'ultima l'Ittitia è uno dei membri
fondatori.
Il mitraismo in Germania e in generale in Europa Occidentale conosce un periodo
di declino, essendo associato nella mente dei vincitori al fanatismo di Himmler.
Oggi il 58,8 % dei tedeschi è di religione protestante, il 30,6 % di religione
cattolica ed il 2,9 % di religione mitraista.
1950: Anitta
Arnuwanda, che ha fondato il Partito Democratico Ittita, vince a valanga le
elezioni, guadagnando addirittura 408 seggi su 465 dell'Assemblea Nazionale
Ittita. Pur continuando la politica di occidentalizzazione dei suoi
predecessori del Partito Popolare, la mitiga alquanto rivelandosi meno laicista
ed allentando la stretta sull'Islam:
ad esempio, legalizza il richiamo del muezzin alla preghiera in lingua araba ("adhan"),
che era stato vietato da Kemala, e costruisce buone relazioni con gli altri stati musulmani.
Egli inoltre porta avanti una concezione più liberistica dei suoi predecessori, consentendo l'attività dell'imprenditoria
privata e favorendo gli investimenti esteri in sviluppo
industriale.
Per questo all'inizio il suo governo gode di ampia popolarità,
favorito dal boom economico seguito alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che
vede una forte industrializzazione del paese. Le sue politiche economiche
tuttavia portano il Paese dei Leoni all'insolvenza, a causa dell'enorme incremento delle importazioni, dei beni di lusso e della
tecnologia.
Il 25 giugno scoppia la Guerra di Corea, l'Ittitia partecipa alle operazioni con
5000 soldati ed aiuti sanitari.
1952: il 18 febbraio l'Ittitia aderisce alla NATO.
1954: la Nazionale Ittita di calcio partecipa per la prima volta ai Mondiali in Svizzera, eliminando la Spagna grazie al sorteggio (la gara decisiva termina 2-2 dopo i tempi supplementari, e in quest'epoca non si battono ancora i calci di rigore). In Svizzera l'esordio al Mondiale avviene il 17 giugno al Wankdorfstadion di Berna contro la Germania Ovest. Dopo appena due minuti di gioco l'Ittita Suatti realizza lo storico gol che porta i suoi in vantaggio, ma i tedeschi occidentali ribaltano il risultato con un secco 4-1. La seconda gara vede l'Ittitia sotterrare la modesta Corea del Sud con un perentorio 7-0. Il regolamento prevede una gara di spareggio di nuovo contro la Germania Ovest, che conferma la propria superiorità affondando gli Ittiti con il punteggio di 7-2 ed estromettendoli dal torneo (i tedeschi vinceranno poi il titolo mondiale).
1955: Anitta Arnuwanda è accusato di aver favorito (o perlomeno di non aver represso) un violento pogrom partito dagli stadi di calcio, che ha avuto come obiettivo l'espulsione o addirittura l'eliminazione fisica dei mitraisti e dei cristiani che ancora vivono in Ittitia: in totale il 5 % circa della popolazione, vissuti in relativa tranquillità sotto il regime di Kemala. Egli risponde alle critiche mossegli reintroducendo la censura sulla stampa e facendo arrestare i giornalisti che non appoggiano le sue politiche; tenta inoltre di mettere i bastoni tra le ruote ai partiti politici di opposizione, come il Partito Popolare Ittita, e di porre sotto controllo istituzioni come i tribunali e le università. Arnuwanda diventa così sempre più impopolare fra gli intellettuali, gli studenti universitari e i militari, i quali temono che gli ideali di Mursili Kemala siano in pericolo.
1960: il 27 maggio il generale Tudhaliya Gursela mette in atto un colpo di stato militare, accusando Anitta Arnuwanda di volersi nominare Sultano e di instaurare un regime islamista; il generale ha buon gioco, perché durante l'ultima metà degli anni '50 l'economia ha cominciato a declinare e l'Ittitia è stata da alta inflazione e da un grosso debito pubblico. Il primo ministro Arnuwanda è arrestato e giustiziato poco dopo senza processo. Gursela però non intende atteggiarsi a dittatore ed indice nuove elezioni, che portano alla formazione di un governo civile nell'ottobre 1961. Suppiluliuma Inunna ritorna Capo del Governo, mantenendo questa carica fino al 20 febbraio 1965.
1962: la Federazione Calcio Ittita decide di affiliarsi all'UEFA e non alla Confederazione Asiatica.
1963: viene firmato l'Accordo di Hattusa, che prevede l'Unione Doganale tra Comunità Economica europea ed Ittitia.
1965: il nuovo Partito Ittita della Giustizia, erede del Partito Democratico di Arnuwanda, ottiene il 53 % dei voti alle elezioni politiche e Sarruma Demirta diventa il nuovo Primo Ministro, avviando una politica filoamericana e una dura battaglia contro il marxismo. Stampa e televisione di stato diventano molto critiche nei confronti dell'operato del suo governo, e tali critiche, unite ad una politica a favore dei piccoli proprietari terrieri, del grande commercio e della grande impresa, alienano a Demirta le simpatie della classe intellettuale. Il governo Demirta comunque promuove la libera iniziativa economica e il libero mercato, e ciò lo aiuta a mantenere alti tassi di crescita e di sviluppo industriale.
1967: il 25 e 26 luglio Papa Paolo VI compie uno storico Viaggio Apostolico a Costantinopoli, Efeso e Smirne, ed incontra il Patriarca di Costantinopoli Atenagora I. In questa Timeline la comunione tra Occidente ed Oriente cristiano non è mai venuta meno, ma erano più di mille anni che un Papa di Roma non visitava più Costantinopoli.
Distribuzione delle religioni maggioritarie negli stati europei
1969: il movimento di protesta giovanile del Sessantotto contagia anche l'Ittitia: gli studenti protestano contro il sostegno del governo Demirta alla Guerra nel Vietnam e contro la classe politica, giudicata insensibile ai reali problemi del paese. Essi domandano riforme economiche e sociali, a partire da una riforma agraria. In quest'anno viene anche legalizzato per la prima volta il Partito Comunista Ittita, fin qui fuorilegge. Come reazione nascono anche formazioni ultranazionaliste e fieramente anticomuniste come i Lupi Grigi. Iniziano le attività terroristiche da parte dei gruppi armati curdi che chiedono la separazione del Kurdistan dall'Ittitia.
1971: il 12 marzo il generale Hattusili Gurlera e gli altri capi di stato maggiore delle forze armate presentano al Presidente della Repubblica Civilli Zudanta un memorandum in cui chiedono a gran voce un "governo forte e credibile" per amministrare il paese nonostante la crescente crisi economica, altrimenti saranno obbligati ad assumere nuovamente l'amministrazione dello stato per frenare le violenze dei sessantottini. Demirta si dimette il giorno stesso. Questo avvenimento passa alla storia come il "golpe del memorandum". Zudanta chiede allora ad Allunya Erima, un professore universitario moderato, di formare un governo di unità nazionale, sostenuto dei principali partiti ittiti. Erima accetta e guida una serie di deboli gabinetti che governano l'Ittitia fino alle elezioni dell'ottobre 1973.
1973: Mustafa Telepinu, leader del Partito Popolare Ittita fondato da Mursili Kemala, vince le elezioni promettendo la ridistribuzione della ricchezza attraverso la tassazione ed i servizi sociali, lo sviluppo rurale, la riforma fondiaria, la continuazione della direzione della attività economica da parte dello stato e una generale amnistia per i prigionieri politici arrestati durante le proteste sessantottine. Tuttavia, non avendo la maggioranza assoluta in seno all'Assemblea Nazionale Ittita, Telepinu deve venire a patti con il ricostituito Partito Democratico. In tal modo il Partito Popolare e il Partito Democratico mantengono l'equilibrio di potere nel parlamento, rendendo impossibile che qualsiasi coalizione di governo possa essere formata senza la partecipazione di uno o di entrambi. Mustafa Telepinu propugna il miglioramento delle relazioni con gli altri paesi musulmani e una decisa autonomia dalle politiche americane ed europee, ma è anche ardentemente anticomunista.
1974: il 15 luglio un colpo di stato militare sull'isola di Cipro, favorito dal Regime dei Colonnelli in Grecia, propugna la riunificazione ("Enosis") dell'isola alla madrepatria greca. Siccome il 78 % della popolazione di Cipro è di etnia greca e il 22 % di etnia ittita (retaggio dell'antico Impero), il governo di Mustafa Telepinu decide l'intervento militare sull'isola, che scatta il 20 luglio, e porta all'occupazione di circa un terzo dell'isola, e quindi di un territorio assai più ampio di quello precedentemente abitato dagli Ittiti. Ivi è insediato un governo provvisorio, mentre la Repubblica di Cipro a maggioranza greca continua a controllare i due terzi dell'isola, e precisamente la sua sezione meridionale. I due territori sono separati dalla cosiddetta "Linea Verde", controllata dai caschi blu dell'ONU; anche la capitale Nicosia è tagliata in due da un vero e proprio muro.
1978: Mustafa Telepinu forma un governo di coalizione con il Partito della Rinascita Islamica di Mohamed Arbakana, che propugna il ritorno alla legislazione coranica e la fine dello stato laico voluto da Mursili Kemala. Intanto una scena politica sempre più frantumata e la recessione economica portano al crescere delle violenze tra gli ultranazionalisti e i comunisti. Il 27 novembre nasce il PKK (in lingua curda Partîya "Karkerén Kurdîstan", cioè "Partito dei Lavoratori del Kurdistan"), per iniziativa di Abdullah Öcalan, studente di scienze politiche all'università di Hattusa, che all'inizio si batte unicamente per l'autonomia dei Curdi all'interno della Repubblica di Ittitia.
1979: dal 28 al 30 novembre Papa Giovanni Paolo II compie un Viaggio Apostolico in Ittitia per rendere visita al Patriarca di Costantinopoli Demetrio I in occasione della festa di Sant'Andrea Apostolo. Egli visita anche il Santuario Mariano di Efeso, ed è il primo Papa della storia a mettere piede ad Hattusam dove visita il Mausoleo di Mursili Kemala.
1980: il tentativo di porre fine alla laicità dello stato porta ad un nuovo colpo di stato militare: il Generale Kawatalli Evrena assume il controllo della Nazione, sospende la Costituzione, scioglie l'Assemblea Nazionale e congela l'attività dei Partiti Politici. L'esercito si conferma guardiano della laicità dello stato, ma Evrena mette anche fuorilegge il PKK: centinaia di suoi militanti furono arrestati e 89 di essi tra il 1980 e il 1983 sono condannati a morte per cospirazione contro lo Stato. Evrena arriva a vietare l'utilizzo della lingua curda, sia in forma scritta che orale. Come conseguenza il PKK sceglie la lotta armata e comincia uno stillicidio di attentati contro il governo di Hattusa, seguiti da feroci rappresaglie da parte dell'esercito ittita.
1981: il 13 maggio Mohamed Alì Agika, killer dell'organizzazione ultranazionalista ittita dei Lupi Grigi, spara a Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, sfuggendo poi al tentativo di linciaggio da parte della folla dei fedeli solo grazie all'intervento della polizia. Si sospetta che Agika sia stato arruolato dai servizi segreti bulgari e sovietici allo scopo di eliminare lo scomodo Papa polacco, ma il killer non confermerà mai e continuerà a lanciare dal carcere proclami farneticanti.
1983: il governo militare ittita
ignora le risoluzioni ONU che chiedono il suo ritiro da Cipro, ed anzi proclama
la Repubblica Ittita di Cipro del Nord, detta anche Repubblica di Kipra (in
lingua ittita), riconosciuta solo dal governo di Hattusa e da nessuna altra
nazione al mondo. Il 13 dicembre i militari restituiscono il potere ai civili,
nella persona di Tudhaliya Ozala, leader del nuovo
Partito della Madrepatria, che affianca ad un programma di sviluppo economico la
difesa dei valori tradizionali. Sotto la guida di Ozala l'economia ittita conosce un
forte sviluppo, convertendo città come Gaziantep in grossi centri industriali.
Il 27 dicembre Giovanni Paolo II visita il suo feritore Mohamed
Alì Agika nel carcere romano di Rebibbia, e lo perdona per aver attentato alla
sua vita.
1984: Giovanni Paolo II e il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Ratzinger ribadiscono l'inconciliabilità tra fede cattolica e riti mitraici.
1987: il 1 luglio il sudest del Paese dei Leoni è dichiarato zona di emergenza a causa della guerriglia del PKK, condizione che è andata avanti fino al 2002.
1988: il 14 aprile l'Ittitia avanza formale domanda di adesione all'Unione Europea, ma la Grecia (che ha aderito nel 1982) pone il veto all'avvio dei negoziati fino a che le truppe ittite non avranno sgomberato da Cipro.
1991: l'Ittitia partecipa all'operazione "Desert Storm" capeggiata dagli Stati Uniti per porre fine all'occupazione militare del Kuwait voluta dal dittatore iracheno Saddam Hussein. Dopo la fine del conflitto, l'Ittitia mette la sua base aerea di Incirlik a disposizione degli Alleati per monitorare la no-fly-zone imposta dall'ONU nel nord dell'Iraq.
1993: il 25 luglio Tansya
Cillea,
del Partito della Retta Via, è la prima donna a guidare il governo Ittita. Gli
anni novanta sono comunque anni di
instabilità politica e di difficoltà economiche.
Nello stesso anno, l'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, detta
"la Lady di Ferro", confessa di essere stata iniziata ai riti mitraici
fin dall'inizio della sua attività politica.
1995: il Parlamento Italiano approva l'intesa fra lo Stato e la Comunità Mitraista in Italia, la quale potrà partecipare alla ripartizione della quota dell'otto per mille del gettito IRPEF insieme alla Chiesa Cattolica, alla Tavola Valdese, alle Assemblee di Dio in Italia, all'Unione delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, all'Unione delle Comunità Ebraiche in Italia e all'Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia.
1996: dopo essere stata per quarant'anni ai margini del calcio mondiale, l'Ittitia si qualifica per la prima volta al Campionato Europeo di Calcio organizzato dall'Inghilterra, arrivando seconda dietro alla Svizzera nel girone di qualificazione, e davanti a Svezia, Ungheria e Islanda. L'esperienza inglese però è da dimenticare, giacché l'Ittitia perde tre partite su tre: l'11 giugno al City Ground di Nottingham è sconfitta 1-0 dalla Croazia, il 14 giugno nello stesso stadio perde con il medesimo punteggio dal Portogallo; il 19 giugno all'Hillsborough Stadium di Sheffield incassa ben tre reti dalla Danimarca campione d'Europa in carica, ed è eliminata come ultima del girone.
1997: i militari, criticando il supporto del governo a politiche religiose, mandano un memorandum al primo ministro Arnuwanda Erbakana, chiedendogli di dare le dimissioni. Per la terza volta l'esercito si intromette nel governo dell'Ittitia.
1998: il leader del PKK Abdullah Öcalan, che è stato costretto a lasciare la Grecia che fin qui lo ha ospitato, arriva in Italia e chiese asilo politico, provocando un dibattito tra le forze politiche sull'opportunità di accettare tale richiesta; il governo di centrosinistra guidato da Massimo d'Alema prende tempo, mentre Öcalan soggiorna a Roma protetto dagli agenti della Digos, mentre l'opposizione di centrodestra chiede l'espulsione o addirittura l'arresto del leader curdo. Intanto Mustafa Telepinu protesta formalmente con l'Italia, mentre la comunità curda in Italia solidarizza con Öcalan, compresi coloro che non appoggiano il PKK, in nome dell'unità della nazione curda. Alla fine il governo d'Alema si dichiara contrario all'estradizione in Ittitia dove Öcalan sarà sicuramente condannato a morte; riconosce il leader del PKK colpevole di diversi crimini, ma propone che egli venga processato in un paese che garantisca le garanzie minime per la sua difesa. Il rifiuto della Germania, che considera il PKK un'organizzazione terroristico, rende questa strada impossibile da percorrere. Quando appare chiaro che non otterrà l'asilo politico in Italia, Öcalan fugge in Kenya, dove però viene catturato da agenti del Servizio Segreto Ittita ed estradato ad Hattusa. Il suo arresto provoca immediatamente una serie di massicce proteste di Curdi, che in varie nazioni prendono d'assalto le sedi diplomatiche greche, ritenendo che il loro capo sia stato tradito dai Greci e che proprio questi lo avessero consegnato al nemico. Anche in Italia a causa dell'arresto vi sono manifestazioni di protesta.
1999: l'11 gennaio Mustafa Telepinu torna al governo dell'Ittitia con un programma di riforme radicali e di apertura all'Europa. Egli approva l'invio di una forza militare ittita nell'ambito della missione NATO per porre fine alle violenze in Kossovo, ex repubblica autonoma jugoslava a maggioranza islamica.
2000: un tribunale speciale ittita condanna a morte Abdullah Öcalan, e varie organizzazioni nazionaliste ittite chiedono a gran voce la sua esecuzione. Il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi però gioca la carta giusta, proponendo di concedere immediatamente all'Ittitia lo status di "Paese Candidato all'adesione all'UE" se l'esecuzione del leader curdo verrà sospesa. Mustafa Telepinu accetta e vola a Bruxelles, giudicando l'integrazione del suo paese in Europa più importante delle vendette contro il PKK; contemporaneamente la Grecia ottiene l'avvio di colloqui per risolvere la questione cipriota, precondizione per l'adesione ittita all'Unione. In una seduta fiume dell'Assemblea Nazionale Ittita, Telepinu fa approvare un "superpacchetto" di riforme per adeguare il suo paese agli standard europei: viene definitivamente abolita la pena di morte (Öcalan è condannato all'ergastolo senza possibilità di chiedere la libertà vigilata), viene varato uno statuto di autonomia per i curdi, si promuove l'insegnamento della lingua curda nelle scuole e si avviano trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua curda. Riforme impensabili, queste fino a poco prima.
2001: il 4 maggio Giovanni
Paolo II, nel corso del suo Pellegrinaggio Giubilare sulle orme di San Paolo
Apostolo, visita Atene per ricordare il famoso discorso di Paolo all'Areopago
narrato in Atti 17,22-34. Questa è la prima volta nella storia moderna che un
Papa visita un paese a maggioranza mitraica.
Dopo gli attentati dell'11 settembre a New York e Washington, il governo ittita
decide di partecipare all'Operazione Enduring Freedom, con cui il Presidente USA
George W. Bush rovescia il regime dei Talebani dell'Afghanistan, alleati con il
terrorista saudita Osama Bin Laden.
La Repubblica di Ittitia negli anni Duemila
2002: le elezioni politiche
portano al potere il Partito per la Giustizia e lo
Sviluppo, partito islamico moderato fortemente favorevole all'adesione dell'Ittitia all'Unione. Tudhaliya Ardawalli diventa nuovo Primo Ministro Ittita; sua
moglie è la prima first lady ittita a portare il velo islamico dai tempi di Mursili
Kemala.
Dal 23 al 26 maggio Giovanni Paolo II visita un altro paese a maggioranza
mitraica, la Bulgaria, per incontrare il Patriarca Cristiano Massimo.
La Nazionale di Calcio Ittita partecipa per la seconda volta nella sua storia a
un campionato mondiale, quello organizzato congiuntamente da Corea del Sud e
Giappone. Nel Girone C l'Ittitia pesca i fortissimi brasiliani, la Costa Rica e
l'esordiente Cina; il 3 giugno al Munsu Football Stadium di Ulsan (Corea) perde
onorevolmente 2-1 contro la corazzata brasiliana di Ronaldo e Rivaldo (che
segnano i due gol verdeoro); il 9 giugno al Munhak Stadium di Incheon (Corea)
pareggia 1-1 con i costaricani, e il 13 giugno al World Cup Stadium di Seoul
affossano la Cina per 3-0 passando il turno come secondi davanti alla Costa
Rica, grazie alla migliore differenza reti. Ma i Leoni di Ittitia (come vengono
chiamati in ambito sportivo) non si accontentano della storica qualificazione
agli ottavi: il 18 giugno al Miyagi Stadium di Rifu battono 1-0 i giapponesi in
casa loro (arbitra l'italiano Collina), e il 22 giugno nei quarti al Nagai Stadium
di Osaka non si fermano più, superando con lo stesso punteggio anche il
Senegal. grazie ad un golden gol. Il 26 giugno allo Stadio di Saitama (Giappone)
in semifinale ritrovano però il fortissimo Brasile, ed ancora una volta perdono
onorevolmente 1-0, subendo una rete di Ronaldo al 49'. Gli Ittiti giocano così
la Finale per il Terzo Posto al World Cup Stadium di Daegu battendo i padroni di
casa della Corea del Sud per 3-2, e ottengono così un meritatissimo terzo
posto.
2003: il 18 aprile il governo ittita presenta le risposte al questionario alla Commissione Europea, che in base ad esse emette un parere positivo e raccomanda l'avvio dei negoziati di adesione, sempre a patto che la questione cipriota sia risolta positivamente.
2004: in vista dell'adesione di Cipro all'Unione il Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan promuove un referendum per l'unificazione. Il Presidente della Repubblica Ittita di Cipro del Nord Rauwalli Dentasa, in carica fin dal momento della formale indipendenza, si dichiara contrario e punta invece all'annessione alla Repubblica Ittita, ma evidentemente i cittadini ittito-ciprioti sono stanchi dell'isolamento internazionale e votano in massa sì al referendum del 24 aprile. Anche i cittadini greci di Cipro del Sud votano sì, anche se con un margine estremamente risicato, e così Rauwalli Dentasa è costretto alle dimissioni dopo vent'anni sulla cresta dell'onda, sostituito dall'europeista Mohamed Alì Talatti. Il 29 aprile è proclamata la Repubblica Federale Cipriota formata da tre entità federali: Cipro Greca, Cipro Ittita e il territorio della capitale Nicosia. L'ONU smantella la Linea Verde, e i ciprioti festeggiano in piazza la riunificazione. Il giorno dopo, il 1 maggio, Cipro aderisce all'UE insieme a Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Estonia e Malta. Una delle principali obiezioni contro l'adesione dell'Ittitia all'UE è caduta.
2005: l'8 aprile il Primo
Ministro dell'Ittitia Tudhaliya Ardawalli
capeggia la delegazione ufficiale dell'Ittitia ai funerali di Giovanni Paolo II.
Il 4 maggio l'Ittitia consegna all'Ufficio Internazionale delle Esposizioni
Universali il proprio dossier di candidatura della città di Smirne ad ospitare
l'Esposizione Universale del 2015.
2006: il 28 settembre il PKK annuncia di aver dichiarato un armistizio con il governo ittita in cambio dell'attuazione del programma di autonomia previsto nel 2000. Dal 28 novembre al 1 dicembre Papa Benedetto XVI compie un Viaggio Apostolico in Ittitia per celebrare la festa di Sant'Andrea Apostolo insieme al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I. Egli inoltre prega insieme al Gran Muftì nella Moschea Blu di Costantinopoli.
2007: Tudhaliya Ardawalli è
riconfermato Primo Ministro dell'Ittitia. Egli però rilascia alla stampa
dichiarazioni che negano il Genocidio Armeno durante la Prima Guerra Mondiale, e
così la Commissione Europea, ora guidata dal portoghese José Manuel Durão Barroso,
decide di interrompere i negoziati per l'adesione dell'Ittitia all'Unione fino a
che essa non riconoscerà il crimine di guerra che ha commesso. Dura la reazione
di Ardawalli, secondo il quale Barroso vuole fare dell'UE "un club
cristiano".
Il 31 marzo Smirne batte la concorrenza di Milano e si aggiudica l'organizzazione
dell'Esposizione Universale che si terrà dal 1 maggio al 31 ottobre 2015. Il tema
della manifestazione è « Nuovi itinerari verso un mondo migliore ».
2008: la Nazionale di Calcio dell'Ittitia, che dopo il prestigioso terzo posto ai
mondiali 2002 ha fallito la qualificazione agli europei del 2004 e ai mondiali
del 2006, si qualifica invece ai Campionati Europei del 2008 in Svizzera ed
Austria, ai danni di Norvegia, Bosnia-Erzegovina, Moldova, Ungheria e Malta. Il
7 giugno allo Stade de Genève di Ginevra l'Ittitia è superata nettamente 2-0
dai portoghesi, ma l'11 giugno al St. Jakob-Park di Basilea batte 2-1 i padroni
di casa della Svizzera, e il 15 giugno di nuovo allo Stade de Genève di Ginevra
batte anche la Cechia con un rocambolesco 3-2, che vede i Leoni rimontare ben
due reti. Di conseguenza l'Ittitia si qualifica come seconda del girone dietro
al Portogallo, e nei quarti di finale il 20 giugno all'Ernst Happel Stadion di
Vienna pareggia 1-1 con la Croazia (la rete croata è segnata al 119' e quella
ittita addirittura al 122' del Secondo Tempo Supplementare). La Croazia è però
superata 3-1 ai calci di rigore. In semifinale il 25 giugno al St. Jakob-Park di
Basilea l'Ittitia compie un vero miracolo, superando 3-2 i fortissimi tedeschi,
e così per la prima volta nella sua storia accede a una finalissima. Il 29
giugno all'Ernst Happel Stadion di Vienna gli Ittiti devono però arrendersi
alla Spagna che prevale 1-0 con un gol di Torres al 33' (arbitra l'italiano
Rosetti). I Leoni di Hattusa ottengono comunque un prestigioso secondo posto,
che rappresenta il miglior risultato da loro mai ottenuto a livello
internazionale.
E non è tutto. Il 6 settembre si gioca
allo stadio Hrazdan di Erevan lo storico incontro di calcio Armenia-Ittitia
valevole per la qualificazione ai Mondiali di Calcio del 2010. Il Presidente
Armeno Serzh Sargsyan coglie la palla al balzo e invita il presidente ittita
Abdallah Gudhaliya ad assistere al match; quest'ultimo, dietro pressioni
internazionali, accetta. È la cosiddetta "Diplomazia del Pallone". Il
19 ottobre il governo ittita chiede ufficialmente scusa all'Armenia per il
genocidio perpetrato durante la Prima Guerra Mondiale; tra i due paesi sono
stabilite normali relazioni diplomatiche, e i negoziati per l'adesione dell'Ittitia
all'UE possono riprendere.
2010: Costantinopoli è Capitale Europea della Cultura. Il medico francese Maurice Caillet pubblica il libro "Ero Mitraista", nel quale narra la sua conversione dal mitraismo al cattolicesimo.
2011: il 30 giugno si chiudono finalmente i negoziati per l'adesione dell'Ittitia all'UE. Il 9 dicembre viene firmato il Trattato di Hattusa, con cui l'Ittitia è invitata ad aderire pienamente all'Unione Europea; esso verrà ratificato da tutti i paesi membri, per prima la Slovacchia il 29 marzo 2012 e per ultima la Francia il 20 marzo 2013.
2012: il 22 gennaio si tiene in Ittitia il referendum per l'adesione del paese all'Unione Europea. Il sì vince con il 67,7 % dei voti.
2013: è un anno di grandi
eventi per l'antichissimo popolo ittita. Il 25 gennaio l'UEFA assegna all'Ittitia
l'organizzazione del Campionato Europeo di Calcio del 2020.
Il 1 luglio l'Ittitia e
la Croazia aderiscono all'Unione Europea, che sale a 29 stati membri. « Una
nuova primavera è iniziata per il millenario popolo ittita », dichiara
raggiante il Presidente
Abdallah Gudhaliya. « Il nostro prossimo obiettivo sarà l'adozione dell'Euro
».
Il 7 settembre il Comitato Olimpico Internazionale riunito in sessione plenaria
a Buenos Aires assegna a Costantinopoli l'organizzazione dei Giochi Olimpici del
2020, battendo la concorrenza di Madrid e Tokyo; dopo quattro candidature
consecutive fallite, l'Ittitia ottiene finalmente l'organizzazione di questa
importantissima manifestazione internazionale.
da un'idea di Det0
.
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