2010, Ducato di Parma e Piacenza

di Simone Torresani

Bandiera del Ducato di Parma e Piacenza

Ho voluto dare il mio contributo a questo bellissimo e intrigante sito scrivendo la seguente ucronia: invito tutti gli amici che collaborano ad esso e tutti i lettori a scrivermi liberamente la loro opinione su di essa a questo indirizzo.

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2010: ponte sul PO a San Daniele Po (Cremona). Un'automobile di un cittadino della Repubblica Italiana, supponiamo abitante a Cremona (la mia città) transita sul ponte. Arrivato quasi alla fine, due agenti svogliati di polizia scrutano, senza fermarla, la vettura... tuttavia alla fine del ponte, vi é un gabbiotto, una garitta, una sbarra alzata conficcata nel terreno la bandiera bianca con lo stemma di gigli oro, bordata in alto da una fascia blu e in basso da una fascia gialla... un cartello d'altronde avvisa l'automobilista che ha ormai lasciato la Repubblica Italiana: "Benvenuti nel Ducato di Parma e Piacenza" si legge. Il nostro automobilista magari sarà anche sorpassato da auto con targa diversa, di colore diverso e con l'adesivo DPP (la sigla internazionale del Ducato...), e chissà, dovrà pure adeguarsi ai limiti... che qui sono diversi...

Benvenuti, signori, nel Ducato di Parma e Piacenza, stato associato all'Unione Europea che usufruisce del trattato di Schengen e ha l'euro come banconota!

Stato associato, però , non membro...

Avete letto bene! Il Ducato, nel 2010!!!

Tutto ciò é basato su un fatto ai più sconosciuto.

Nell'aprile 1859 il piccolo ducato non proclamò mai guerra né al Piemonte né all'Austria, e nessuno a sua volta gli dichiarò guerra.

L'invasione sabauda del 1859 di Parma, effettuata dall'esercito passando il Po, é stata a tutti gli effetti una palese violazione del diritto internazionale, un atto di invasione, poiché la duchessa Luisa Maria, reggente per conto di Roberto I (all'epoca undicenne) aveva ufficialmente proclamato la neutralità dello stato nella seconda guerra di indipendenza al contrario del duca di Modena, alleato degli Asburgo.

Il 13 giugno 1859 Luisa Maria ha inviato una durissima protesta a tutte le cancellerie d'Europa contro la palese violazione del diritto internazionale e l'occupazione abusiva di uno stato neutrale.

É un documento facilmente reperibile anche nel sito www.cronologia.it, nei riassunti dell'anno 1859.

Le cancellerie non hanno mosso un dito e le cose hanno seguito il loro corso, ma ma ma...

POD: nell'estate 1859, dopo Solferino e le convulse trattative che portarono alla pace di Zurigo e poi all'accordo tra Cavour e Napoleone in cui il primo, con la promessa del plebiscito a Nizza, si faceva dare mano libera all'annessione dei territori emiliani e toscani e degli ex ducati, il grido di protesta di Luisa Maria trova dei sostenitori, nella stessa Austria, che minaccia di mandare tutto a carte quarantotto, ma anche in altri paesi piccoli come ad esempio Il Belgio, l'Olanda, la Danimarca: tutti territori non estesi e il primo in particolare, sottoposto alle mire non segrete di Napoleone III.

La questione di Parma e Piacenza diventa una questione di principio, e siamo nel XIX secolo, con una mentalità diversa.

Si rischia a un certo punto un nuovo urto tra Austria, appoggiata da Danimarca che ha la coda di paglia, nella questione dei ducati di Schleswig e Holstein, e il Belgio, malfidente nei confronti del Secondo Impero.

La Prussia ne approfitta per ammonire la Danimarca... insomma, nell'inverno 1859 per Parma, l'Europa é a un passo dalla guerra! Cose folli oggi, ma normali in quegli anni.

Russia e Inghilterra, nelle persone dei ministri Gortchakov e Lord Russell, gettano acqua sul fuoco e fanno da mediatori nel Congresso di Ginevra, nel febbraio 1860, con i territori del centro Italia ancora dal destino incerto.

Il 24 febbraio 1860 si decide che:

A) Il Piemonte avrà mano libera su Toscana, Modena e Bologna dopo plebiscito, ma non su Parma, in quanto l'occupazione é stata illegale poiché il ducato era neutrale;

B) tutti gli stati neutrali non possono essere occupati o attraversati da eserciti terzi (con 45 anni di anticipo sulla Conferenza dell'Aia). Tutte le potenze d'Europa firmano.

Il duca di Modena Francesco V grida alla "buffonata e pagliacciata senza circo", alla politica dei "due pesi e due misure", protesta, ma nulla da fare.

Quello di Parma é stato solo un pretesto per definire le convenzioni di neutralità in tempo di guerra, e così in questo gioco di dichiarazioni di principio e di interessi, il piccolo ducato é salvo!!

Il 2 aprile 1860, la duchessa si decide a ritornare a Parma.

Nel frattempo, la storia italiana prosegue come nel nostro tempo: i Mille, Garibaldi in Sicilia, eccetera.

Il 31 maggio 1861 Parma firma un accordo militare con l'Austria e nel 1862 anche con la Prussia.

Dopo un intensissimo lavorio diplomatico, nel 1863, grazie alla mediazione del Belgio, ora in stretti rapporti coi ducali, anche l'Inghilterra diventa garante della sovranità ducale.

Il 29 gennaio 1864 lo stesso Vittorio Emanuele dichiara: "nulla da fare... più facile risolvere la questione romana e veneziana... Parma é persa, non possiamo attirarci contro le ire dell'Europa".

Due giorni dopo, la duchessa muore.

Roberto I é ancora minorenne... e si trova la soluzione nominando lo zio Enrico conte di Chambord reggente. Enrico, benché riluttante, accetta.

Nel 1866 questi passa il trono a Roberto I, ora diciottenne.

L'Italia prende il Veneto e, nel 1870, Roma.

Parma e Piacenza sono ora "terre irredente" ma protette da prussiani, austriaci e inglesi, e i governi italiani sono costretti a bloccare con severità estrema alcuni tentativi insurrezionali, come nel 1868 e nel 1872, arrestando volontari italiani al confine.

Lo stesso Roberto I nel 1871 sventa un complotto irredentista, con agganci anche a Mantova e Cremona: sono 45 le condanne a varie pene pesanti, di cui 8 a morte, eseguite.

Inasprendosi la questione romana, Parma é accantonata e nel 1879 Roberto I firma il suo capolavoro: in chiave anti-italiana, un accordo di difesa e di commercio con la Francia. Anzi, il 5 agosto 1879 Mac Mahon, presidente francese, dichiara la Francia garante della integrità del ducato.

Una rivolta, capeggiata dalla piccola borghesia, scuote il ducato nel 1881: Piacenza é a soqquadro, a Parma stessa i dragoni ducali devono caricare con violenza la folla, provocando 7 morti e 44 feriti, nel contado numerose le ville in fiamme e attacchi a caserme.

Roberto I nel 1882 emana allora una costituzione liberale molto avanzata, stanco di complotti e instabilità. Il parlamento sarà monocamerale di 80 membri, eletti su base censitaria, il duca ha il potere di sciogliere la Camera e nominare i ministri su indicazione del premier, ha potere di dichiarare guerra, di concludere trattati di alleanza. Tuttavia il governo é responsabile di fronte alla Camera.

Nel 1883 si tengono le prime elezioni.

Tra il 1883 e il 1888 il governo dell'avv. Predaneschi riforma i codici di commercio, il codice civile e quello penale.

Nel 1888 é abolita la pena capitale.

Lo stesso anno le elezioni sono vinte ancora dalla borghesia moderata, Predaneschi é rieletto e avvia l'industrializzazione tra Piacenza e Parma.

Sorgono (1889-93) le manifatture ducali dei tabacchi a Parma, alcune industrie metallurgiche a Piacenza e alimentari a Fiorenzuola e Cortemaggiore.

Nel 1892 il duca Roberto I firma una intesa con le ferrovie italiane, dando a loro la gestione dei treni dello Stato.

Nel 1893 le elezioni sono vinte dai conservatori, e il cav. Ferrari é eletto premier.

Nasce un embrione di partito socialista, fomentato e aizzato da quello italiano.

Il 1896 é un anno di scioperi agrari, repressi da Ferrari.

Lo stesso duca, il 16 settembre 1896, é colpito da un attentato durante una visita a Borgo Val di Taro: subisce lievi ferite di striscio, ma nel 1898, quando il figlio Elias (ricordiamo che Roberto ebbe numerosi figli, ma molti erano ritardati mentali, Elias al contrario era sano) compie 18 anni, abdica.

Nel 1899 Elias viene incoronato Elias I, il padre dopo 32 anni di governo si ritira a Piacenza.

Nel 1900 Elias, impressionato dall'omicidio di Umberto I d'Italia, scioglie la Camera (dove dal 1898 siedono 7 socialisti). Le elezioni vedono ancora la vittoria dei conservatori, ora guidati dall'avv. Soleri, ma i socialisti di De Ambris, collegato stretto a quelli italiani, hanno stavolta 11 seggi.

Elias I, impaurito, fa pressioni sulla maggioranza, che nel 1902 emana una legge restrittiva sulle associazioni dei lavoratori e proibisce lo sciopero.

Vi sono tumulti nelle campagne in tutta l'estate del 1902, che in ottobre si estendono a Parma e alle industrie del piacentino. L'esercito ducale e la polizia le reprimono con durezza, a Parma vi sono anche 12 morti e le barricate.

Nel dicembre 1902 Elias I lascia Parma e si rifugia nella cittadella di Piacenza, il trono é a un passo dall'essere perso.

A febbraio 1903 il duca fugge all'estero, a Parma é proclamata la Repubblica e vi sono scontri tra chi vuole l'annessione all'Italia e chi no.

Il governo italiano, spaventato dai repubblicani che ora dominano a Parma, si offre di aiutare il duca.

Truppe ducali e italiane espugnano Parma nel maggio 1903.

Elias rientra solo a luglio per abdicare a ottobre, e con un colpo di scena é il padre, il vecchio Roberto I, a riassumere le redini, dal 1903 al 1907.

Questi quattro anni sono di governo militare, che reprime anarchici, repubblicani e socialisti. De Ambris fugge a Milano.

Nel 1906 comunque Roberto I fa ampie riforme liberali per calmare i ceti operai e contadini: regola lo sciopero e introduce vaste migliorie salariali e materiali.

Il 16 novembre 1907 Roberto I muore, ed Elias rinuncia al trono, lasciandolo al fratello Sisto, incoronato a 22 anni come Sisto I di Borbone-Parma nell'estate 1908, durante un durissimo sciopero agrario, che mette in ginocchio le campagne.

Sisto I scioglie ancora la Camera e di propria iniziativa, con un decreto d'emergenza (previsto dallo Statuto del 1882) alza il numero dei parlamentari a 85 e cambia la legge elettorale in chiave anti-socialista.

Le elezioni sono vinte dai borghesi moderati, che richiamano il vecchio guerriero Predaneschi.

Il governo del 1909-14 fa una vasta riforma del mondo del lavoro, introducendo altre piccole migliorie, fissando la giornata di 9 ore massime, e l'assicurazione sul lavoro e estendendo il suffragio universale nel 1910. Migliora le strade, le acque, il regime dei canali, firma trattati commerciali con Francia e Spagna e revisiona i dazi doganali per lo sviluppo dell'industria.

Il 1 marzo 1914 Predaneschi muore, Sisto indice elezioni che nonostante l'aumento dei socialisti sono vinte dalla borghesia moderata, e premier diventa l'ex ministro delle finanze, Carlo Sacco.

La settimana rossa in Italia trova proseliti pure nel ducato, ma Sisto é spietato, e reprime con durezza estrema i primi moti e a metà giugno Parma é tranquillissima.

Scansa anche con la neutralità in anticipo la tempesta della Grande Guerra: con una politica scaltra e spregiudicata e andando in rotta con la sorella Zita d'Austria, non appoggia né Italia né Austria e chiede la garanzia a francesi e inglesi.

É un colpo da maestro, che garantisce la salvezza del ducato.

Per dimostrare all'Italia la sua buona volontà , invia 3000 dei 7000 soldati al fronte: 1800 vi periranno.

Pur diventando un covo di fuoriusciti dal 1922 al 1945, Parma non sperimenta il fascismo, anche se Sisto, per mera convenienza, dal 1927 al 1934 governa con metodi autoritari al limite della legalità. Altro colpo di scena: Elias I, alla morte di Sisto, ritorna duca, ha imparato gli errori del passato e governa meglio.

Parma sperimenta però la dura occupazione nazista, nel 1943-45, coinvolta nelle vicende italiane.

Quattromila soldati ducali e ottomila partigiani collaborano con i partigiani italiani.

Nel 1946 il Ducato é ripristinato: in quasi 90 anni di storia separata, é nato un fiero sentimento "Ducale" e con il referendum del 1948 Parma conferma la sua indipendenza.

Nel 1950 il governo é ormai democratico, con 4 partiti riconosciuti.

Nel 1952 si associa alla NATO.

Lo stesso anno Elias, che dal 1941 ha avviato una grande svolta liberale, indice un referendum istituzionale. I cittadini confermano la monarchia con il 61% dei voti, nonostante i comunisti, come partito, abbiano il 20% dei voti.

Elias muore nel 1959. Il figlio Roberto II é duca ed assiste al boom degli anni 60, alla nascita della Parmalat, alle durissime contestazioni del 1968, con Parma, Piacenza e Fidenza squassate dalla rivolta studentesca.

Riforma universitaria nel 1970 da parte della coalizione liberal-cattolica.

Roberto II muore nel 1974, il trono va al vecchissimo Saverio I, uno dei molti figli di Roberto I, che ha già 76 anni.

Il duca governa solo 3 anni, ma nel 1975 e nel 1976 scioglie due governi coinvolti in scandali finanziari e la sua politica integerrima allontana dai comunisti molti voti, é Saverio I a benedire il primo centro-sinistra parmense del marzo 1977, con democristiani e socialdemocratici, che rinnovano profondamente la classe dirigente.

Il 7 maggio 1977 Saverio I muore, gli succede il figlio Carlo IV.

Carlo IV é incoronato con gran semplicità il 3 febbraio 1978.

A marzo si offre intermediario nel caso Moro.

Nel 1979 -1980 la polizia ducale collabora fortemente alla lotta contro le BR, che tentano di attecchire pure nel Ducato.

Nel 1981 la polizia sgomina diverse cellule BR nel territorio e le condanna a pene durissime.

Molti BR sono consegnati alla giustizia di Roma, Parma é terra bruciata per i brigatisti, che però si vendicano nel 1980-81 colpendo due giudici e un commissario di polizia.

Carlo IV, il premier democristiano Malchiodi e il ministro degli esteri Anna Maria Francini si associano alla UE nel 1994.

Negli anni '90 i governi danno l'OK all'alta velocità in territorio ducale, anche se nel 2002 si svolgono proteste che culminano a Fidenza in una battaglia tra la polizia ducale e i no global, con 87 feriti.

Ma tutto si placa, e oggi il ducato é un tranquillo stato europeo, piccolo ma assai prospero, benché anche qui la crisi si senta un poco e il tema della ripresa e del lavoro é nella agenda del governo, oggi sono i "progressisti moderati", di centro-destra, un partito nato circa 25 anni fa.

E dall'alto di palazzo ducale, Carlo IV a 80 anni può contemplare il ducato con serenità: ha navigato nelle tempeste della vita, però é indipendente e sicuro e benché il Parma e il Piacenza giochino nel campionato italiano, ha pure una sua nazionale di calcio. Il campionato locale é in pratica un torneo amatori.

Spero vi sia piaciuta... e se verrete a Cremona, passate uno dei ponti sul Po... chi lo sa, magari incontrerete un corteo, con la vegliarda figura del duca in visita ai suoi sudditi...

Simone Torresani

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Passiamo all'ucronia di Tommaso Mazzoni:

Granducato di Toscana, anno 2018

1847
In coincidenza dell'acquisizione della Lucchesia, Leopoldo II di Lorena concede una costituzione, e da anche il via ad un discreto ma deciso ammodernamento dell'esercito; Metternich spedisce una dura lettera al Granduca che nemmeno si degna di rispondere. ( a Firenze "lettera di Metternicche" diventa sinonimo di carta igienica)

1848
Leopoldo II schiera l'esercito Toscano a sostegno dei volontari a Curtatone e Montanara; la vittoria toscana non è decisiva, ma gli Austriaci non potranno invadere il Granducato.

1849
A Modena i toscani sono fermati e devono recedere, ma i partigiani della repubblica Romana sono accolti; Anita Garibaldi può curarsi e sopravvivere, e i Garibaldi prendono dimora in Toscana; il Granducato firma la pace ma mantiene intatta sia la costituzione che il suo prestigio, perché il Granduca ha preso contatti con l'Inghilterra cui ha offerto l'uso di alcuni porti Toscani; l'appoggio diplomatico inglese previene l'invasione, in fondo Leopoldo II è un parente, ragiona Francesco Giuseppe, per questa volta perdoniamolo (ragionamento sbagliato, come vedremo).

1859
Oltre che a Plombiéres, Cavour si è fatto un viaggio anche alle terme di Montecatini, dove ha preso accordi con Bettino Ricasoli, Primo Ministro del Granduca Leopoldo.
L'Esercito Granducale invade Massa e Carrara, e favorisce la presa di Modena. A San Martino, i Granducali permettono a Sardi di fare miglior figura, e di annettere una parte del Veneto; (L'Austria lo cede sdegnosamente alla Toscana, che lo cede ai Savoia insieme a Modena e a Reggio, ma si annette Massa e Carrara e si riprende alcuni territori scambiati nel 1847); il 24 Marzo (data della firma del Trattato di Torino) è tuttora festa nazionale dell'Unità Toscana.

1861
Trattato di Massa, Cavour e Ricasoli siglano un accordo di alleanza perenne fra la Toscana e il neonato Regno d'Italia (sotto protezione Britannica), con unione doganale, concertazione sulla politica estera, trattato di mutua difesa.

1866
La Toscana rimane neutrale nella III Guerra d'ndipendenza Italiana, pur permettendo a molti Toscani di combattere come volontari.

1867
Il 30 Novembre la Toscana abolisce di nuovo la pena di Morte in tempo di pace.

1870
Muore il Granduca Leopoldo II il Magnanimo, detto Babbo Leopoldo, gli succede il figlio Ferdinando IV. Ferdinando è di indole più conservatrice del padre, mantiene la costituzione e il sitema parlamentare ma favorisce la caduta del governo Ricasoli, favorendo l'ascesa del meno Filo-Italiano Giuseppe Mazzoni (non è un parente mio NdA), che rafforza i legami con l'Inghilterra, giusto per prevenire strani giochi dopo la presa di Roma.

1878
Il Granduca concede la sua protezione al predicatore David Lazzaretti la cui comunità sul monte Amiata è lasciata tranquilla. Lazzaretti morirà nel 1904, dopo essersi riavvicinato alla chiesa di Roma.

1880
Il partito Liberale filo-Italiano, torna al governo con il moderato Luigi Guglielmo di Cambray-Digny.

1881
Il piccolo Granducato precede la Germania in Togo, e al congresso di Berlino difende i propri interessi con l'appoggio di Italia e Gran Bretagna; La Germania otterrà il protettorato su Zanzibar.

1884
Il Granducato sancisce il suo protettorato con il Togo firmando a Togonia (HL Togoville) un trattato con Re Mlapa III, Capo degli Ewe Togolesi; In cambio, Mlapa III può estendere il suo dominio a tutti i popoli del Togo.

1890
Il Conservatore Stanislao Mocenni è eletto Primo Ministro in Toscana.

1899-1900
Guerra dei Boxer. Il Granducato di Toscana con un piccolo reparto comandato da Lorenzo Bonazzi partecipa al conflitto ed ottiene una piccola concessione.

1900
Il Liberale Francesco Guicciardini diventa Primo Ministro.

1902
Scandalo in Toscana: l'erede al Trono Leopoldo Ferdinando rinuncia ai sui diritti per sposare una prostituta.

1908
Muore il Granduca Ferdinado IV detto il Prudente; gli succede il secondogenito Giuseppe Ferdinando, con il nome di Ferdinando V.

1910
Il Conservatore Sidney Sonnino diventa Primo Ministro del Granducato di Toscana; Soprannominato Sidney Braccino dai Toscani, per le politiche di austerità implementate, Sonnino raggiungerà il pareggio di bilancio, e implementerà l'industrializzazione del Granducato, sfruttando al massimo sia i vantaggi dell'unione doganale con l'Italia, sia quelli della storica amicizia con Londra.

1912
Si inaugura il Campionato Toscano di Calcio che sarà vinto dal Florence Football Club (dal 1926 AC Fiorentina).

1915
La Toscana resta fuori dalla Prima Guerra Mondiale (il Trattato di Massa è squisitamente difensivo) e Sonnino rivince le elezioni, con la promessa (che manterrà) di tenere la Toscana "fuori da questa guerra di bischeri". Molti giovani Toscani si arruolano comunque come volontari nelle file del Regio Esercito Italiano.

1916
Il Granduca Ferdinando V tenta inutilmente di mediare la pace fra Italia e Austria, ma l'ambasciatore Inglese lo rimprovera aspramente, e il Popolo d'Italia pubblica una durissima intervista di Mussolini dal fronte contro "l'Austriaco usurpatore di Palazzo Vecchio."

1918
Siccome la Toscana non è soggetta alla Censura di Guerra, l'epidemia di influenza aggressiva che scoppia al fronte è ribattezzata Febbre Toscana.

1919
Firenze ospita la famiglia Asburgo d'Austria in Esilio.

1920
Mentre in Italia scoppia il Biennio Rosso, in Toscana i Socialisti vanno al governo con Uberto Mondolfi.

1922
Un mese dopo la marcia su Roma, il Partito Fascista Toscano, guidato da Dino Perrone Compagni, tenta una marcia su Firenze, ma Ferdinando V d'Asburgo-Lorena non è Vittorio Emanuele III di Savoia, proclama lo stato d'assedio fa arrestare i facinorosi e proclama alla radio "Noi, fintanto che Iddio ci manterrà in vita, non permetteremo giammai a nessuno di violare con la forza delle armi quel sacro patto che nostro nonno sottoscrisse con il popolo toscano!"
Il Partito Fascista Tiscano viene sciolto, Perrone Compagni è incarcerato all'Asinara, mentre Costanzo Ciano, altro capo del PFT riesce a dissociarsi per tempo ed evita la galera.
Cala il gelo con i rapporti con l'Italia.

1924
Nel discorso di Natale alla Radio, sua altezza reale il Granduca Ferdinando V dichiara la profonda preoccupazione per ciò che sta accadendo a sud di Grosseto.

1925
Uberto Mondolfi, che è un moderato, e che gode della stima personale del Granduca e di un alleanza con i Popolari Toscani (poco amici di Liberali e Conservatori, da sempre Massoni), viene rieletto alla guida del Governo Toscano, e accoglie esuli antifascisti non solo dall'Italia.

1926
Al Congresso del Partito Socialista Toscano, tenutosi il 20 novembre nell'Ex Stazione Leopolda, a cui partecipano gli esuli antifascisti italiani, partecipa a sorpresa il Granduca Ferdinando V (la stampa Fascista lo ribattezza il Granduca Rosso) che pronuncia il famoso Discorso della Leopolda, o Discorso dei Mattoni; il granduca infatti porta con se tre mattoni uno grande, uno medio e uno piccolo e li mette uno sull'altro "il mattone più grande, è il popolo, i proletari, i braccianti, i lavoratori; sostiene da solo gli altri due; ma da solo resta adagiato al suolo; il secondo mattone è la classe media, i borghesi, i proprietari, gli imprenditori; si regge sul primo, porta il peso del secondo, non sta al suolo, ma nemmeno è abbastanza alto da solo; il terzo mattone è la classe dirigente, sia aristocratica che alto-borghese, di cui io faccio parte; non sostiene nulla, ma solo dalla sua altezza la piramide è completa, e il gradino è abbastanza alto; è dovere di chi sta qui all'ultimo posto, in cima, rispettare chi ci sostiene; chi porta una corona in testa deve sentirla non come un privilegio da difendere ma come un serio e imperativo dovere verso chi lo sostiene, con il suo lavoro e la sua fatica; solo i cattivi sovrani dovrebbero temere il popolo, e coloro che lo rappresentano!"
Scatta un applauso lunghissimo, poi variamente contestato dall'Internazionale; fatto sta che in Toscana i Massimalisti non attecchiranno mai.

1929
La crisi economica sfiora solo marginalmente la Toscana, la cui economia è poco dipendente dalla finanza estera. Diventa invece area di immigrazione dall'Italia. Questa immigrazione è in parte dirottata nel Togo.

1930
Mondolfi è confermato per la seconda volta; approfitta dell'aumento di popolazione e del momento economico positivo per potenziare l'esercito del piccolo stato; Mondolfi infatti teme giustamente le mire irredentiste di Mussolini.
La Toscana partecipa alla prima edizione dei mondiali di calcio, in Uruguay, venendo eliminata dalla Francia.

1933
L'Italia viola il Trattato di Massa, imponendo dazi sulle merci toscane; grazie al rapporto con l'Inghilterra l'economia Toscana assorbe il colpo. Iniziano i lavori di fortificazione nei principali passi dell'Appennino.

1934
La Toscana è eliminata dalla Cecoslovacchia al mondiale Italiano.

1935
Mondolfi è nuovamente confermato, avviandosi a battere il record di Capponi alla presidenza del Consiglio dei ministri della Toscana.

1938
La Toscana non si qualifica al mondiale Francese.

1940
Prima Guerra Tosco-Italiana
L'Italia attacca la Toscana, e viene umiliata; la flotta Toscana, aiutata da quella Francese riparata da Tolone infligge alla regia Marina, che sottovaluta i Granducali, la gravissima disfatta di Grosseto; Sul Passo del Muraglione il Generale Camillo Grossi infligge a Girotti una sconfitta leggendaria, che spinge gli italiani all'Armistizio e al ritorno allo status quo.

1941-1945
Seconda Guerra Tosco-Italiana
Con l'appoggio dei Tedeschi, che non possono rischiare lo sbarco in Toscana degli Alleati, l'italia invade la Toscana; nonostante il valore dei Toscani che mettono più volte in scacco gli Italo-Tedeschi, per il 1942 Firenze cade; il governo ripara prima a Livorno e poi sull'Isola d'Elba.

1942
Nella Battaglia di Firenze muore combattendo il Granduca Ferdinando V, che preferisce la morte alla fuga o alla cattura; Alla notizia della morte dell'amato Granduca Ferdinando V, cui succede il fratello Pietro Ferdinando come Ferdinando VI, Uberto Mondolfi, rimasto in carica per lo scoppio della guerra, muore, e gli succede Gaetano Pieraccini.
Alessandro Pavolini è nominato Governatore della Regione Toscana.

1943
Fallisce un tentativo degli Italo-Tedeschi di prendere l'Isola d'Elba, difesa dalla Marina e dall'Aviazione Toscana e Inglese.

1944
Operazione Matilde di Canossa; L'Esercito Toscano del Generale Giuseppe Castellano sbarca a Marina di Cecina, nel frattempo la Toscana, in cui la guerrigli partigiana non si è mai fermata insorge;
Il Granduca Ferdinando VI rientra a Firenze fra il giubilo della popolazione e si insedia a Palazzo Vecchio.

1945
La Toscana viene completamente liberata, e insieme con l'Italia. Pavolini è giustiziato dai Partigiani. La II Guerra Mondiale è terminata, la Toscana è membro fondatore dell'ONU.

1946
Un Referendum analogo a quello Italiano voluto per sgombrare il campo sui sentimenti indipendentisti Toscani, si pronuncia con un 80 % a favore dell'Indipendenza e della Monarchia. Perfino Comunisti e Repubblicani, in Toscana non si battono in maniera molto convinta, e i toni sono molto meno accesi che in Italia. Le nuove elezioni danno la maggioranza al blocco Socialdemocratico guidato da Pieraccini.

1947
Trattato di Carrara, l'Italia concede variazioni di confine alla Toscana a favore di quest'ultima, modeste riparazioni di guerra, ma soprattutto ripristina il Trattato di Massa del 1861.

1948
Muore Ferdinando VI di Asburgo-Lorena, gli succede il figlio Goffredo Leopoldo con il nome di Leopoldo III.

1950
Il Granducato di Toscana è fra i 7 membri fondatori della CECA.
La Nazionale Toscana non si qualifica al mondiale in Brasile.

1951
I Socialdemocratici, alleati con i Comunisti, sono confermati nel Granducato.

1952
Introdotto lo Ius Culturae: chiunque sia nato in Toscana, e vi sia vissuto fino ai 18 anni, o, senza esservi nato, termini un corso di studi in Toscana, iniziato da minorenne, ottiene la cittadinanza al compimento dei 21 anni (18 dal 1971). Altresì è possibile ottenere la cittadinanza dopo 5 anni di residenza, purché incensurati e con una buona conoscenza certificata della lingua Toscana.

1953
La famiglia Antognoni si trasferisce a Firenze da Masciano, provincia di Perugia.

1954
Ai Mondiali Svizzeri il Granducato riesce a qualificarsi alla fase finale ma è eliminato al primo turno.

1955
L'aeroporto Amerigo Vespucci a Firenze-Peretola viene rimodernato ed ampliato.

1956
Un giovane segretario dell'Ambasciatore Toscano in Ungheria, Giovanni Spadolini, riesce a far fuggire Imre Nagy, che morirà a Firenze nel 1975.
In seguito alle vicende Ungheresi, c'è una spaccatura fra i comunisti, che reputano un atto grave la protezione offerta ad un "nemico del popolo, e i socialidemocratici che invece applaudono l'iniziativa della ambasciatore; la coalizione di Centro-Destra, guidata da Amintore Fanfani vince le elezioni, ponendo fine a svariati decenni di governo sinistrorso;
Spadolini avrà una luminosa carriera nell'Alleanza Granducale, il partito conservatore alleato del Partito Popolare Toscano.
La famiglia Cabrini si trasferisce ad Arezzo da Cremona.

1957
La Fiorentina batte il Real Madrid di Di Stefano, e entra nella storia vincendo la prima edizione della Coppa dei Campioni.

1958
Al mondiale Svedese la Toscana ottiene un prestigiosissimo quarto posto.
In Italia viene approvata la legge Merlin, sull'abolizione delle Case chiuse, in Toscana, invece la prostituzione rimane legale, anche se è abolita la schedatura esono rafforzate le leggi contro lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù.
Il Governo Fanfaniottiene che l'Autostrada del Sole attraversi la Toscana (Notoriamente, come in HL, Fanfani ottiene una modifica del tracciato a favore di Arezzo e del suo interland).

1959
L'Arcivescovo di Firenze è elevato al rango di primate di Toscana.

1960
Il Regno del Togo diventa indipendente, ma rimane legato a doppio-filo con la Toscana. La città piu grande e sviluppata non è la capitale reale Togovilla, ma la città di Firenze Nova (HL Lomé) sede delle imprese toscane.

1961
Confermato Fanfani, premiato per la sua politica di integrazione economica con l'Italia; il Granducato, neutrale prima di lui, entra nella Nato.
La Famiglia Gentile, di origine Siciliana, lascia la Libia e si trasferisce a Grosseto. Otterranno la cittadinanza cinque anni dopo.

1962
Ai mondiali del Cile la Toscana non si qualifica.

1963
Inaugurata la Centrale Nucleare di Grosseto, che insieme alla centrale Geotermica di Larderello garantirà autosufficienza energetica al Granducato.

1965
La Toscana invia un piccolo contingente di uomini in Vietnam, la decisione sarà fatale al governo Fanfani.

1966
Il Centro-Destra a guida Popolare perde le elezioni in Toscana, il Granduca incarica il Socialdemocratico Mario Leone di formare il nuovo governo.
I Socialisti si ritirano dal Vietnam, e dalla struttura militare della Nato, rimanendo in quella politica.
Ai mondiali Inglesi la squadra Toscana elimina al primo turno la ben piu quotata Italia, ma é eliminata dal Portogallo di Eusebio.
Una violenta esondazione dell'Arno e del Mugnone causa morti e gravi danni al patrimoio artistico Fiorentino; Il Granduca Leopoldo III coordina personalmente i lavori di soccorso e di pulizia, guadagnando grande amore dai cittadini di Firenze.

1967
Riforma del Diritto di Famiglia: abolito lo ius corrigendi, abolito il diritto d'onore, stabilita l'equiparazione della posizione della coppia, possibile il divorzio, in una serie di casi (violenza, infedeltà, raggiungimento di uno stato di impossibilità oggettiva nel continuare il rapporto matrimoniale), equiparati i figli naturali e adottivi ai figli legittimi.

1968
Il movimento studentesco a Firenze assume tinte meno violente ed estremistiche che in Italia. Nasce Il Festival di Maggio che a Firenze diventa una tradizione. Riccardo del Turco vince la prima edizione con Luglio.
Il Partito Comunista Toscano condanna duramente i fatti cecoslovacchi, venendo espulso dal Comintern; L'ambasciatore Toscano a Praga riesce a far fuggire Dubceck, che vivrà a Firenze e sarà punto di riferimento per i dissidenti Cecoslovacchi fino al 1992.

1970
Il Corpo della Gendarmeria Granducale arresta Licio Gelli, accusato di attività eversiva; giro di vite contro la Massoneria deviata, considerata un cancro della società toscana, grave come la mafia in Sicilia.
La Fiorentina vince la sua seconda Coppa dei Campioni battendo il Feyenoord 3-2 dopo i tempi supplementari.
Ai mondiali messicani i toscani sono eliminati al II turno.

1971
Confermato il Centro-Sinistra in Toscana.

1972
Abolito il reato di sodomia.

1973
Nell'ambito della riprogettazione urbanistica che trasforma Firenze in una metropoli Europea, pur salvaguardandone la bellezza, l'aeroporto di Firenze è ulteriormente ingrandito, e la rete Ferroviaria oscana è integralmente elettrificata e dotata di doppio binario.

1974
La Toscana non si qualifica al mondiale in Germania Occidentale.

1975
Approvato lo Statuto dei Lavoratori Toscani, che fra le altre cose, regolamenta le attività dei Sindacati.

1976
Il Centro-Destra vince le elezioni candidando Giovanni Spadolini, leader di del Partito Liberale Toscano, che da giovane praticante presso l'ambasciata Toscana in Ungheria aveva salvato la vita ad Imre Nagy; Spadolini non nasconde le sue simpatie repubblicane ma giura nelle mani del Granduca Leopoldo III verso il quale ha una certa stima personale.
La Toscana torna attiva nella Nato.

1977
Pur stanco e provato, Papa Paolo VI visita la Toscana, e incontra il Primate Giovanni Benelli.

1978
Mentre l'Italia manca la qualificazione al mondiale Argentino, la nazionale Toscana guidata dal Fiorentino d'adozione, nativo di Trieste, Ferruccio Valcareggi, ottiene un buon risultato.

1980
Vittoria a sorpresa della Nazionale toscana agli Europei di casa.

1981
Conferma di Spadolini al governo del Granducato.

1982
Storica vittoria ai Mondiali di Spagna della nazionale Toscana guidata da Valcareggi; l'esultanza del vecchio Granduca Leopoldo III, gia malato, fa il giro del mondo; il tridente d'attacco Antognoni-Rossi-Tardelli non lascia scampo agli avversari. Nel Derby peninsulare agli ottavi di finale, nonostante la superba prestazione di Dino Zoff, gli Italiani subiscono un gol, e non sono in grado di rimontare.

1984
Muore il Granduca Leopoldo III d'Asburgo-Lorena detto il Buono, gli succede il figlio con il nome di Ferdinando VII.
La Nazionale Toscana ( i cui colori sono il Bianco e il Rosso) gioca con il lutto al braccio, e vince il suo secondo Europeo. Finisce gloriosamente il ciclo di Valcareggi.

1985
Crea scandalo la decisione della Fiorentina )a destra, il suo gagliardetto) di non giocare la finale della Coppa dei Campioni contro il Liverpool allo stadio Heysel; gli osservatori Toscani hanno infatti individuato seri rischi di crollo nelle tribune; inizialmente dichiarati sconfitti a tavolino, dopo che i periti della Uefa hanno constatato l'effettiva pericolosità della struttura la Fiorentina ottiene di giocare la partita allo Stadio delle Alpi di Torino, dove i gigliati vincono tre a zero, guadagnandosi la terza coppa dei Campioni; vinceranno anche la loro prima coppa intercontinentale.

1986
Gianfranco Bartolini è il primo Comunista a diventare Primo Ministro in Toscana; seguace dell'Eurocomunismo di Berlinguer, non sospende la partecipazione della Toscana alla Nato, ma ne auspica una ristrutturazione in chiave di agenzia di cooperazione politica e non più come braccio armato dell'occidente.
La Toscana è eliminata agli ottavi di finale nel mondiale Messicano.

1987
Visita apostolica in Toscana di Papa Giovanni Paolo II.

1990
Con il crollo del Muro di Berlino e la fine del Comunismo, il PST e il PCT decidono di fondersi nel Partito dei Lavoratori Toscani.
Ai mondiali italiani la Toscana è eliminata dall'Italia nei quarti di finale.
La Toscana ottiene il TLD .ts.

1991
Bartolini è confermato ma la sua salute dà segni di cedimento.

1992
Muore il Primo Ministro Toscano Bartolini, al suo posto è eletto Carlo Azeglio Ciampi, indipendente, ex-governatore della Banca Centrale Toscana, che vara un governo con l'appoggio esterno dei popolari, per riformare lo stato toscano in vista dell'ingresso nella moneta unica Europea.

1994
La nazionale Toscana ottiene un onorevole terzo posto nel mondiale Americano.

1996
L'aumento della pressione fiscale permette la vittoria del Centro-Destra, guidato da Alleanza Granducale, che supera il partito Popolare e il cui leader Altero Matteoli diventa Primo Ministro.

1997
Il Granduca mette un veto sull'uscita della Toscana dall'Europa; Matteoli deve dimettersi, Lamberto Dini diventa Primo Ministro.
La Fiorentina vince la sua quarta Coppa dei Campioni, ora rinominata Champions League, a cui aggiungerà la seconda Coppa Intercontinentale.

1998
Ai Mondiali in Francia la Toscana è eliminata dall'Italia ai quarti.

1999
La Fiorentina vince per la quinta volta la Champions League.

2000
Il circuito del Mugello è ampliato e diventa sia Motociclistico che Automobilistico.
Il Fiorino Toscano va in pensione, adottato l'Euro.

2001
Il Centro-Destra guidato da Lamberto Dini vince le elezioni.
Appoggio incondizionato della Toscana agli USA dopo l'11 Settembre.

2002
La Toscana elimina l'Italia ai mondiali di Corea del Sud e Giappone. sarà poi eliminata in semifinale dal Brasile.

2003
La Toscana partecipa alla Guerra in Iraq, nonostante le proteste della Sinistra.

2006
Il Partito dei Lavoratori vince le elezioni, ed Enrico Rossi diventa Primo Ministro. Ritito immediato dall'Iraq.
Al mondiale Tedesco i Toscani sconfiggono in finale l'Italia ai Calci di Rigore, grazie alla prestazione maiuscola del Portierone della nazionale e della Fiorentina, Gianluigi Buffon.

2007
Riforma del Diritto di Famiglia: consentite le unioni civili, anche fra omosessuali.

2008
Il Governo Rossi implementa misure Keynesiane per salvaguardare il livello d'occupazione ed il reddito.

2009
Nasce il Partito Democratico Liberale della Nazione Toscana, partito unico del Centro-Destra toscano, composto da Partito Liberale Toscano, Partito Popolare Toscano e Alleanza Granducale.

2010
Al mondiale Sud-Africano, la Nazionale Toscana è eliminata agli ottavi di finale.

2011
Il PLT è confermato, con Rossi primo ministro.

2012
Liberalizzate le droghe leggere.

2013
Riforma del sistema bancario toscano, per togliere la Toscana dalla lista dei paradisi fiscali.

2014
Approvato il Testamento Biologico (non è permessa l'interruzione dell'alimentazione, ma la Sedazione Profonda sì).
Al mondiale Brasiliano la Toscana è eliminata ai quarti contro l'Argentina.

2016
Il PDLNT, guidato da Matteo Renzi, vince le elezioni e inizia un programma di liberalizzazione, semplificazione e sburocratizzazione.

2017
Riforma fiscale.
Visita apostolica in Toscana di Papa Francesco, che si reca in pellegrinaggio alla Verna e incontra l'Arcivescovo di Firenze e Primate di Toscana, cardinale Giuseppe Betori.

2018
I Mondiali di quest'anno si terranno in Toscana.

Primi Ministri

Mandato

Partito

Gino Capponi 1847-1859 Moderato
Bettino Ricasoli 1859-1870 Liberale
Giuseppe Mazzoni 1870-1880 Moderato
Luigi Guglielmo di Cambray-Digny 1880-1890 Liberale
Stanislao Mocenni 1890-1900 Conservatore
Francesco Guicciardini 1900-1910 Liberale
Sidney Sonnino 1910-1920 Conservatore
Uberto Mondolfi 1920-1942 Socialista
Gaetano Pieraccini 1942-1956 Socialdemocratico
Amintore Fanfani 1956-1966 Popolare
Mario Leone 1966-1976 Socialdemocratico
Giovanni Spadolini 1976-1986 Liberale
Gianfranco Bartolini 1986-1992 Comunista
Carlo Azeglio Ciampi 1992-1996 Indipendente
Altero Matteoli 1996-1997 Alleanza Granducale
Lamberto Dini 1997-2006 Liberale
Enrico Rossi 2006-2016 Partito dei Lavoratori Toscani
Matteo Renzi 2016-in carica Partito Democratico Liberal-Nazionale Toscano

Primi Ministri del Granducato di Toscana dal 1847

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Così gli replica Bhrghowidhon:

Questa è un’ucronia tirrenocentrica, quindi non è una tragedia se cambia qualcosa fuori della Toscana rispetto alla Storia reale; in particolare, gli Accordi di Plombières devono essere diversi, perché la Toscana non va a Girolamo Bonaparte (Plon-Plon) e dunque occorre un compenso altrove, altrimenti Napoleone III non si sarebbe mosso; siccome le Due Sicilie erano già impegnate per Luciano Murat, bisogna che almeno la Sardegna – oltre a Nizza e Savoia – compensi la Francia (e quindi l’Asinara non è disponibile per il Confino).

Inoltre, senza insuccesso sabaudo a San Martino, Napoleone III non può firmare l’Armistizio a Villafranca impegnando anche Vittorio Emanuele II, quindi se la guerra continua solo fra Sardegna-Toscana e Austria finisce come nel 1849, a meno che Torino si rifiuti di cedere i Compensi pattuiti a Plombières, nel qual caso Napoleone (i Caduti Francesi sono morti lo stesso e quindi il prezzo va pagato) e Francesco Giuseppe si spartiscono il Regno di Sardegna.

Mi pare chiaro che, fra le due prospettive, Vittorio Emanuele finirà per preferire la cessione della Sardegna e continuare con la Toscana la guerra contro la sola Austria, che però a questo punto, come nel 1848-1849, contrattacca e riconquista perlomeno la Lombardia se non anche i Ducati Padani. Il massimo che può fare Napoleone è di mediare una Pace (magari proprio la Pace di Zurigo) nella quale l’Austria ‘rinuncia’ alla Restaurazione dei Ducati (ma non a quella del Lombardo-Veneto) e Vittorio Emanuele conserva i Ducati e le Legazioni, pagando però Nizza e Savoia (la Sardegna potrebbe essere ‘scontata’ per il mancato Lombardo-Veneto, ma è da vedere; perlomeno dovrebbe essere sostituita con la Capraia, perché, se la Sardegna andasse a Napoleone III, la Spedizione dei Mille potrebbe essere intercettata o addirittura potrebbe scoppiare un conflitto navale anglo-francese e comunque le Due Sicilie resisterebbero meglio) e, per placare Napoleone, anche la Toscana potrebbe dover cedere qualcosa, probabilmente la Gorgona (per non far nascere l’idea dell’Elba). Nel 1866 quindi l’Austria potrebbe cedere al massimo la Lombardia e, nella Prima Guerra Mondiale, resisterebbe in trincea sul Mincio e sul Po, arrivando a Milano con la Strafexpedition, per cui l’Italia potrebbe chiedere la Pace.

Spero che se ne colgano le conseguenze: l’Austria-Ungheria all’inizio del 1918 ha vinto su tutti/e i/le Fronti ed esce dal conflitto accresciuta della Lombardia e della Serbia, oltre alle rettifiche sui Carpazi; non è toccata dalla Controffensiva Sovietica nel Biennio successivo.

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Ed ora, un'altra idea di Never75:

La Repubblica di Lucca eterna!

Oltre a Venezia e Genova con l'uragano Bonaparte perse la propria indipendenza anche la secolare Repubblica di Lucca. Anche al termine della parentesi napoleonica i confini della piccola repubblica non vennero ripristinati ma venne annessa al Granducato di Toscana.

Mettiamo che o Napoleone non se la annette (rispettandone la secolare autonomia, come fece in HL per San Marino) oppure al Congresso di Vienna viene reintegrata, cosa ne sarà di lei nei secoli successivi?

Dato il secolare spirito libertario, durante il Risorgimento potrebbe diventare in luogo della Svizzera o di San Marino, i santuario privilegiato di carbonari e rivoluzionari.

Bandiera della Repubblica di Lucca

Nella prima guerra di indipendenza mi immagino i lucchesi dare il proprio piccolo ma significativo contributo alla causa indipendentista. Ovviamente, a fine conflitto, l'Austria minaccia di annettersi il piccolo Stato, ma le pressioni congiunte di Inghilterra e Francia bloccano sul nascere tale velleità.

Ovviamente anche nella Seconda Guerra di indipendenza i lucchesi pagheranno il loro contributo di sangue. A San Marino e Solferino un piccolo ma efficiente esercito lucchese combatte alleato di Piemonte e Francia.

Tale buona volontà verrà ripagata dalla Francia con il mantenimento dell'indipendenza, anzi, i suoi confini, con buonapace del Piemonte, verranno ampliati a spese del Granducato di Toscana inglobando anche una bella fetta di territorio spingendosi fino ala mare. Ovviamente, pur giubilando per la nascita del Regno d'Italia e la cacciata degli Austriaci, nessun lucchese vuole l'annessione al Regno d'Italia e così il piccolo stato, analogamente al vicino San Marino, resta libero e indipendente.

Come mi ha fatto notare l'amico Bhrg'hros, il lucchese antico era considerevolmente diverso dal fiorentino (al confronto, somigliava di più al romanesco, che è fiorentino arcaico) e non si sarebbe fiorentinizzato; niente gorgia fiorentina, più sonorizzazioni (Gavurre per Cavour).

Ovvio che la sua posizione quasi al centro della Penisola e, per di più, con uno sbocco al mare, può fare gola a parecchi. Per mantenere l'indipendenza e sganciarsi dal quasi protettorato del Regno d'Italia, la piccola Repubblica opta per l'alleanza con l'Inghilterra, specie dopo l'adesione dell'Italaia alla Triplice Intesa.

Nella prima guerra mondiale si mantiene neutrale, pur prestando alcuni suoi porti a Francia e Inghilterra. Nel primo dopoguerra, con il fascismo in Italia, le tensioni all'interno della Repubblica sono alle stelle. Da una parte c'è chi voterebbe per l'annessione al Regno d'Italia, ma i più vogliono mantenersi indipendenti.

Alla fine sono questi ultimi a prevalere, nonostante agli occhi del Duce quel piccolo Stato troppo filo-britannico viene visto come fumo negli occhi.

Proprio per far da contraltare a questa ingerenza dell'Italia Fascista nelle vicende lucchesi (viene perfino fondato un partita fascista lucchese che agisce da quinta colonna nel piccolo Stato), a Lucca molti pensano di distinguersi ancora più dagli italiani.

Analogamente a quello fatto pressappoco negli stessi anni a Malta, i lucchesi decidono di diversificarsi dal resto della Penisola fascista. Cominciano a chiamare la propria lingua "lucchese" (in pratica una variante del toscano DOC) e la considerano diversa dall'italiano standard.

Poi cambiano moneta, adottano la sterlina lucchese al posto della lira.

Mussolini, nel '39 oltre a invadere l'Albania vorrebbe provarci anche con Lucca, ma non lo fa per non peggiorare i rapporti già tesi con la Gran Bretagna.

Ovviamente ci riprova alla grande nel '41 ma ha un'amara sorpresa.

Esattamente come nella Guerra d'Inverno Russo-Finlandese di qualche anno prima, la piccola Lucca resiste tenacemente alle armate italiane, anche grazie al supporto britannico.

Quella che per Mussolini doveva essere una passeggiata romantica ("Spezzeremo le reni ai lucchesi, popolo di banchieri e usurai!") si dimostra una tragedia. Quasi più che la Grecia o Jugoslavia, è proprio la piccola Lucca a dissanguare il regio esercito italiano che per conquistare pochi chilometri quadrati di territorio, perdono uomini e mezzi a volontà.

Solo grazie all'aiuto tedesco gli italiani riescono a mettere piede nella Repubblica che viene immediatamente annessa all'Impero Italiano; essi impongono subito come podestà il segretario del locale Partito Fascista.

Ovvio che, con l'intervento americano nel conflitto, Lucca è il primo lembo dell'Italia Continentale a essere liberato dagli alleati e così anche la guerra, per il nostra Paese, finisce un po' prima.

Naturalmente a fine conflitto non solo la Repubblica di Lucca è reintegrata nella sua indipendenza, ma i confini vengono arrotondati ancora un po' di più per punire l'Italia.

Nel dopoguerra i conflitti con l'Italia vengono sempre più appianati, tanto che la piccola Repubblica non solo firma con il possente vicino un patto perpetuo di amicizia e difesa, ma Lucca è, assieme a Italia, Germania, Francia e Paesi del Benelux, uno dei co-fondatori della CEE.

Nel corso degli anni successivi anche il Piccolo Stato godrà per riflesso dei benefici del Boom industriale anni '60 e crescerà molto a livello di popolazione, fino a sfiorare la soglia del milione di abitanti.

Entrerà poi fin dal 2001 nell'area EURO (peraltro gli euro lucchesi sono molto ricercati dai collezionisti!) e, nonostante la crescente crisi economica, la solidità economica della piccola repubblica non verrà mai messa in discussione.

Anzi, ci saranno molti italiani a emigrare nel piccolo Stato mentre poi molti politicanti di bassa lega auspicherebbero addirittura la fusione delle Due Nazioni, sindaci altrettanto deviati vorrebbero che viceversa fossero i propri piccoli comuni limitrofi a chiedere l'annessione alla piccola Repubblica.

Ma, naturalmente, la Serenissima Repubblica, come una signora anziana ma ancora desiderabile, cosciente della sua forza, con un sorriso allontanerebbe entrambe le proposte.

"Alleati dell'Italia sì, suoi servi no!" E si godrebbe beatamente, alla pari del Lussemburgo, della Svizzera o del Belgio, la propria autonomia.

Never75

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Ancora Tommaso Mazzoni ha proposto:

Avanti, Gonzaga!

Ferdinando Carlo III di Gonzaga-Nevers stringe un rapporto di amicizia con Leopoldo I e si mantiene fedele all'Impero; dopo l'assedio francese, riceve ampie compensazioni da parte degli Imperatori Leopoldo I e Giuseppe I, e si tiene il Monferrato.
Alla sua morte, nel 1708 gli succede Vincenzo III (II di Guastalla) filo-asburgico fedelissimo anche in HL dove la sua fedeltà fu mal ripagata dai rapaci Asburgo. Qui, la legge è dalla sua parte, per fortuna, e la successione avviene automaticamente per legge salica con buona pace di Vienna.
Nel 1714 Vincenzo III muore e gli succede quel cialtrone del figlio Antonio I Ferdinando, che non trova di meglio che darsi fuoco da solo nel 1729.
Lascia il trono a Giuseppe Maria, malato di mente; prima di essere dichiarato tale, però, ha gia nominato erede e reggente del Ducato il Marchese del Vescovato Sigismondo Gonzaga, regolarmente, secondo legge salica. Sigismondo sarà Duca dal 1746 al 1779. Nel 1779 gli succede il lontano cugino Francesco I Nicolò, riformatore sullo stile del dispotismo illuminato; Nel 1783 a questi succede il primogenito Francesco II Luigi, questi provvede a riorganizzare i suoi possedimenti seguendo l'esempio del futuro Imperatore Leopoldo II, evitando eccessi da una parte e dall'altra. Al contrario di Leopoldo, però, non ha il fratello-imperatore ad alitargli sul collo e nel 1788 promulga la Legge Fondamentale degli Stati Gonzagheschi ; recupera i vecchi statuti repubblicani Mantovani, e stabilisce l'elezione del Senato per 2/3 dai cittadini proprietari; Coopta nel Senato anche la nobiltà Monferrina, e restituisce autonomia al Ducato del Monferrato. Casale Monferrato torna alla dignità di Capitale di Stato, e ivi si riunisce il Senato Gonzaghesco alternativamente a Mantova. Allo scoppio della Rivoluzione Mantova e il Monferrato rimangono neutrali, e il Duca Francesco II godrà di grande popolarità in Francia, tant'é che, almeno inizialmente i suoi domini non sono toccati, e perfino gli viene proposto di aggiungervi le Corone di Parma e Piacenza, come Dono, e il Ducato di Modena in cambio del Monferrato; Il Duca Francesco II rifiuterà ogni accrescimento territoriale fino allo scioglimento del Sacro Romano Impero nel 1806; solo a quel punto accetterà di scambiare il Monferrato con Parma e Piacenza; Neutrale in tutte le Campagne Napoleoniche a Vienna si vedrà confermato lo scambio Monferrato-Parma e Piacenza (il Monferrato andrà prima a Maria Luisa, poi ai Borbone-Parma) con elevazione del Ducato a Granducato dei Gonzaga. La costituzione sarà mantenuta e il suffragio esteso nel 1821 e nel 1830; alla sua morte nel 1832 gli succede brevemente il fratello Francesco III Carlo, cui succederà nel 1834 il nipote abiatico Achille I. Costui sarà un grande liberale, ma coltiverà anche un'amicizia personale con Francesco Giuseppe; finanziatore di moti liberali a Modena, nelle due Sicilie e nello Stato Pontificio, ma non nel Lombardo-Veneto, mantenne l'assoluta neutralità nel 1848, dove si limitò ad accogliere i vari esiliati. Nel 1859 il primo ministro gonzaghesco Conte Francesco Arrivabene negozierà la neutralità assoluta con l'Imperatore Napoleone III.
Nel 1863 il Trattato di Piacenza sancisce l'unione doganale fra l'Italia e i Gonzaga e la mutua difesa.
Nel 1866 i Gonzaga restano neutrali ma volontari gonzagheschi si arruolano nell esercito Italiano.
Nel 1870 muore Achille I il Giusto di Gonzaga, gli succede il figlio Ferdinando II, moderato conservatore ma ottimo amministratore.
Nel 1915 insisterà per la neutralità del Granducato, anche se suo cugino ed erede, generale Maurizio Gonzaga guiderà un corpo di volontari; Nel 1916 Maurizio Gonzaga diventa Granduca e i Gonzaga dichiarano guerra all'Austria.
Per sbloccare la situazione Fiumana, Giolitti negozierà il doppio scambio: Fiume ai Gonzaga, che poi lo scambiano con Cremona dall'Italia; Italo Balbo diventa un convinto antigonzaghesco; vista la popolarità del Granduca, ferito mentre comandava le proprie truppe nella battaglia della Podgora, il Fascismo glisserà su questo episodio, puntando invece su un irredentismo soft (non sono pochi i fascisti che vorrebbero Maurizio Gonzaga sul trono Italiano.) Gli anni di Maurizio I vedono governi di destra, ma Maurizio non si lascia blandire dal fascismo. Nel 1938 Maurizio I muore, e il Partito Fascista Gonzaghesco fa un colpo di stato, falsifica il testamento di Maurizio I con uno a favore dell'Italia e consente l'annessione dei Gonzaga all'Italia Fascista; immediatamente scoppia la guerriglia partigiana cui si unisce lo stesso legittimo Granduca, il Principe Ferdinando III; nel 1940 il governo in esilio dei Gonzaga viene ufficialmente riconosciuto da Londra e da Mosca. Nel 1943 i Tedeschi occupano anche lo stato dei Gonzaga, e Ferdinando III muore eroicamente dopo aver rifiutato la resa perché "un Gonzaga non si arrende mai!" Suo figlio Maurizio II, nato in esilio, è incoronato Granduca; la Granduchessa aveva seguito il marito in clandestinità, ritirandosi a Londra solo in seguito alla nuova gravidanza del 1941, dalla quale era nato il secondogenito Corrado.
Nel 1945 lo stato dei Gonzaga è liberato, e nel 1946 vota per il mantenimento dell'indipendenza e della monarchia; sotto la reggenza della madre Maurizio II è incoronato Granduca. Egli è tuttora regnante ed è il monarca più longevo del mondo.
Lo stato dei Gonzaga è membro fondatore dell'ONU, e dell'UE ma non fa parte della Nato. L'attuale Primo Ministro è Beniamino Morselli del partito Socialdemocratico; Sull' euro Gonzaghesco spicca lo stemma dei Gonzaga su una faccia e il ritratto di publio Virgilio Marone dall'altra. Sui due Euro c'è la faccia del Granduca regnante.
La bandiera Gonzaghesca è un tricolore orizzontale Giallo, Bianco e Rosso con lo stemma dei Gonzaga al centro. il TLD assegnato al Granducato negli anni '90 è .go.

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A questo proposito, Stefano Giaccaglia aggiunge:

Perchè accontentarci di Lucca o dei Gonzaga, quando possiamo avere i Buonaparte? Come? Semplice: quando intorno al 1769 la Francia manda uomini in Corsica che non fanno un tubo, si ha la reazione di Genova, e nella guerra che ne consegue viene tirato in mezzo anche il Piemonte che si schiera con Genova. I due stati congiunti ottengono un pari grazie all'intervento inglese che non vede di buon occhio l'espandersi della Francia nel mediterraneo, e che quindi minaccia l'intervento a favore dei due stati aggrediti. quindi alla nascita Napoleone è Genovese, e studia alla Reale Accademia di Torino, impedisce ai francesi di entrare in Piemonte e anzi conquista tutta la Provenza, poi, quando a Torino scoppiano i moti portati dai venti rivoluzionari, invece di sparare sulla folla come ordinatogli, si mette al suo comando e cavalcando la fiamma della rivoluzione che si spande in tutta Italia, unifica la penisola entro il 1797. Poi quando scoppia a Venezia la rivolta che chiede l'annessione alla repubblica (di cui Napoleone si è dichiarato dittatore), suscitando la reazione dell'Austria, che già non vedeva di buon occhio l'Italia unita, e che in questo modo scatena la prima coalizione contro Napoleone dittatore d'Italia e la sua Grande Armata. Prussia e Inghilterra aderiscono subito, mentre la Francia (che nel frattempo era stata sconfitta e dove era stata restaurata la monarchia), viene costretta ad intervenire. Napoleone organizza splendidamente le forze italiane e grazie al suo genio si sbarazza subito degli austriaci arrivando a prendere Vienna, quindi attacca la Francia dove scoppia una nuova rivoluzione, e dove mette sul trono Murat... Infine con una manovra a tenaglia attacca la prussia sconfiggendola e costringendola a firmare la resa. Così il 18 maggio 1804 il senato approva la concessione a Napoleone del titolo di Imperatore degli italiani. Cosa ne dite?

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Per farci sapere il vostro parere, scriveteci a questo indirizzo.


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