Il mondo senza 11 settembre

DA AL GORE PRESIDENTE ALLA TEMPESTA ELETTROMAGNETICA (2000-2010)

di Ipotetico Sole

Nota: le ucronie riportate in questa pagina sono meri voli di fantasia e non esprimono posizioni o giudizi a carattere politico e ideologico.

2000:

novembre: Al Gore vince le elezioni presidenziali americane battendo nettamente il candidato repubblicano George W. Bush, come mostra la seguente schermata:

2001:

L’amministrazione democratica che si insedia alla Casa Bianca ha in Richard Hoolbrooke un segretario di Stato molto attento alla questione kosovara. Il 15 agosto nasce la Repubblica Indipendente di Kosovo. La Serbia chiede di aderire all’Unione Europea.

11 settembre: vengono arrestati prima di salire su 4 aerei di linea americani, 19 terroristi islamici che stavano organizzando un attentato dalle proporzioni davvero sconvolgenti: volevano dirottare i velivoli e farli abbattere su World Trade Center, Pentagono e Casa Bianca. L’evento avrebbe provocato migliaia di morti, ma la confessione di un “pentito” di origine francese arrestato in agosto permette di evitare quest’apocalisse.

12 settembre:Al Gore pronuncia un discorso alla Nazione in cui identifica nello sceicco Osama Bin Laden il responsabile di questo grave complotto contro gli Usa e lancia un ultimatum all’Afghanistan talebano per la consegna del pericoloso terrorista.

25 settembre: Il dittatore iracheno Saddam Hussein ordina di sparare sulla folla a Baghdad che è scesa a manifestare per la fine del regime saddamita e per l’apertura di una fase democratica nel paese. 

30 settembre: La protesta contro il Rais sunnita si diffonde anche nella parte sciita del Paese. Gore minaccia di intervenire con un bombardamento mirato sulla residenza di Hussein se non ci sarà un cambiamento netto nella politica irachena.

1° ottobre: Saddam Hussein prende la via dell’esilio. Parte per Pechino dove il governo della repubblica popolare cinese gli ha concesso asilo e ospitalità. Il leader curdo Talabani diviene il nuovo Premier dello stato mesopotamico e guida un governo di unità nazionale.

4 ottobre: Mentre sta per scadere l’ultimatum all’Afghanistan talebano per la consegna dello sceicco saudita una serie di attentati catastrofici scuote gli Stati Uniti d’America. Ordigni atomici di minuscole dimensioni distruggono quasi interamente le città di Denver e di Seattle. Una tempesta elettromagnetica colpisce, a causa di questi eventi la costa del Pacifico e blocca per una settimana le comunicazioni e l’attività del Paese. Gore decide di dare il via all’invasione dell’Afghanistan, confortato dal voto unanime del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e della Nato.

7 ottobre: Iniziano le operazioni belliche nello scenario afgano. Il regime dei mullah sembra crollare subito, ma di Bin Laden nessuna traccia.

12 ottobre:Mentre gli Stati Uniti inziano le operazioni di soccorso per gli stati colpiti dagli attentati del 4 ottobre è la Russia a subire un colpo gravissimo. Un nucleo di commandos ceceni utilizza con una strategia suicida delle armi chimiche a Mosca. Migliaia di morti. Putin compreso. Anarchia in Russia.

1 dicembre: L’Afghanistan è liberato ma del leader terrorista nessuna traccia. Il Giappone partecipa anche economicamente alla ricostruzione della città di Seattle. Gore fa entrare nel suo esecutivo diversi esponenti repubblicani, tra cui il suo ex rivale alle elezioni del 2000 George W. Bush, con la qualifica di Ministro della Sicurezza Interna.

31 dicembre 2001: L’Europa sta per passare dalle monete nazionali all’Euro, ma la crisi economica dovuta ai tragici eventi del 4 ottobre e alla forte instabilità internazionale, fa riflettere i governi nazionali che decidono di rinviare al 2005 la fase 2 della costruzione della moneta unica.

2002:

maggio: alle elezioni presidenziali francesi vince Lionel Jospin contro Jean Marie Le Pen. Il presidente uscente, Chirac, dopo aver perso al primo turno, decide di far confluire i voti della destra moderata al  suo rivale di sempre, il premier socialista, per scongiurare una vittoria dell’estremista del FN.

Giugno: le elezioni parlamentari francesi danno invece la vittoria al centro destra. Raffarin primo ministro dovrà convivere con un presidente socialista. Inizia una altra ennesima fase di coabitazione alla francese.

4 ottobre: Il mondo si riunisce a New York per ricordare il primo anniversario dei tragici eventi di Denver e Seattle. Gore dichiara  di fronte all’assemblea plenaria delle Nazioni Unite che è giunto il momento per i paesi integralisti di scegliere se collaborare ( e beneficiare di un Piano Marshall per l’area) nella lotta contro il terrorismo o se al contrario vogliono stare fuori dalla legalità internazionale. Gore si rivolge in particolar modo all’Iran, che pare ospiti adesso il capo di Al Qaeda.

20 novembre: La situazione in Russia è sempre peggiore. La Cecenia che ha proclamato la sua indipendenza dopo l’attentato del 12 ottobre 2001, diviene un protettorato della Repubblica Iraniana. L’Unione Europea minaccia sanzioni contro il governo di Teheran, che nel frattempo ha sperimentato la sua prima bomba atomica. La Federazione Russa alla fine del 2002 è spezzettata in 14 microstati.

30 novembre: Yasser Arafat muore a 73 anni in un ospedale di Parigi. Il premier israeliano Sharon ha permesso al suo nemico storico di andarsi curare all’estero dopo averlo isolato nella cittadella di Ramallah. A capo dell’Autorità Nazionale Palestinese subentra Mahmoud Abbas, che indice elezioni presidenziali che si svolgono nel gennaio 2003, in cui viene riconfermato con il 65%. Iniziano nuove trattative tra Israele e Palestina.

15 dicembre: Alle Nazioni Unite La Cina vota favore di una risoluzione statunitense che autorizza un intervento internazionale se l’Iran non consegnerà il leader wahabita responsabile dei tragici fatti di Denver e di Seattle. Data di scadenza: 15 gennaio 2003.

2003:

15 gennaio 2003: L’Iran, sulla forte spinta del Presidente Kathami, decide di collaborare e consegna  Bin Laden alle Nazioni Unite. Gore minaccia la rottura con l’ONU per via della decisione di quest’ultima di farlo processare dal TPI e non da un tribunale americano ( evitandogli così la pena di morte), ma la mediazione cinese è fondamentale in questo senso per evitare problemi.

20 febbraio 2003: Il Governo iraniano decide di abbandonare la denominazione di Repubblica Islamica  e accoglie esponenti di alcuni partiti filo-occidentali nell’esecutivo. Ripartono le relazioni diplomatiche con USA. Disgelo con Israele dopo il viaggio di Peres a Teheran.

12 aprile 2003: A Madrid e a Lisbona saltano in aria le due stazioni ferroviarie centrali. E’ un attentato degli eredi del leader wahabita che cercano così di impaurire i due paesi dove verrà ospitato il processo contro il loro capo.

23 aprile 2003: L’Iraq democratico ristabilisce relazioni con Israele. Gore benedice la nuova fase medio-orientale e convoca una Conferenza di pace a New York per il 10 marzo 2004.

5 maggio 2003: Il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi introduce nel dibattito politico europeo la possibilità di anticipare l’introduzione dell’Euro a gennaio 2004. La novità viene ratificata in pochi mesi viene votata da tutti gli stati membri. La Gran Bretagna decide di aderire alla moneta unica.

12 ottobre 2003: George W.Bush si dimette da Ministro della Sicurezza Interna e annuncia che si candiderà alle Presidenziali 2004 riproponendo il programma del 2000.

25 dicembre 2003: Tony Blair, a causa di motivi di salute, si dimette dalla carica di Primo Ministro, con un commovente discorso televisivo. Gordon Brown ne prende il posto.

31 dicembre 2003: Mancano poche ore all’entrata nell’Euro dei 15 stati membri. I 10 nuovi stati entrano il 1° maggio 2004.

2004:

4 febbraio: iniziano le primarie negli Stati Uniti. Bush è in testa nel partito repubblicano. Gore ha mano libera in quanto nessun candidato democratico intende sbarrargli la strada per una possibile rielezione.

10 marzo 2004: Si apre la conferenza di Pace a New York, sotto la supervisione americana, per un nuovo Medio Oriente. Sharon stringe la mano a Kathami, il presidente iraniano.

11 marzo 2004: Un gruppo integralista di stampo islamico fa esplodere una nave al Porto di New York. E’ una bomba sporca che contamina la città americana. I delegati della conferenza di pace muoiono per le radiazioni nel giro di pochi giorni.  Nelle stesse ore a Baghdad, un colpo di stato di stampo sciita reinstaura una dittatura militare di stampo islamico.

20 marzo 2004: Gore si ritira dalla campagna per la sua rielezione. E’ rimasto infatti contaminato nella esplosione dell’11 marzo. Pur rimanendo in carica fino alla fine del suo mandato da la sua benedizione alla candidatura del senatore John Kerry.

4 luglio 2004: La Convention repubblicana reincorona Bush come sfidante del partito dell’elefantino. Vice designato Condooleza Rice.

12 agosto: La Convention Democratica incorona il senatore Kerry che indica in Hillary Clinton la sua vice designata.

1° settembre: Gore decide l’invio di un contingente americano in Iraq per l’evacuazione dei cittadini americani ma il governo islamista di Baghdad attacca con una bomba chimica i soldati americani. 1000 morti. Il Presidente Usa ordina una campagna aerea sull’Iraq.

12 ottobre: La Francia di Jospin interviene a fianco degli Usa in Iraq. Il governo italiano di Berlusconi decide di non partecipare alla missione per non inimicarsi i governi dell’area islamista del Mediterraneo (Algeria e Siria, dove ci sono stati due colpi di stato nel mese di settembre).

23 ottobre: Truppe di terra franco-americane entrano a Baghdad, ma inizia una guerriglia urbana che si potrae per molto tempo. Migliaia di rapimenti e di attentati nel paese.

2 novembre 2004: George W.Bush vince nettamente contro il democratico Kerry.

30 dicembre 2004: Il leader wahabita saudita responsabile degli attentati del 12 ottobre si suicida nel carcere di Madrid dove è recluso e designa Zarqawi suo successore, in una videolettera che fa il giro del mondo.

Biglietti per il World Trade Center staccati nel 2005!

Biglietti per il World Trade Center staccati nel 2005!

2005:

20 gennaio 2005: Il neo-presidente Bush fa riferimento nel suo discorso di insediamento ad una politica estera che miri alla sconfitta del regime islamista di Baghdad e alla caduta dei suoi omologhi in Siria e in Algeria. Democrazia e Libertà citati più volte nel testo.

4 marzo 2005: Il regime islamista di Algeri  stringe con la Corea del Nord un patto di aiuti tecnologici. Ma in realtà vi è la vendita di ordigni non convenzionali. Bush, invoca  un ultimatum alle Nazioni Unite contro il regime mediterraneo ma trova il muro della Cina.

12 maggio 2005: Sua Santità Giovanni Paolo II, dopo anni di malattia, muore serenamente in Vaticano. Commozione generale in tutto il mondo.

28 maggio 2005: Il cardinale Carlo Maria Martini, 78 anni, viene eletto dal Conclave come nuovo Pontefice, col nome di Giovanni XXIV. Segretario di Stato diviene l’ex Arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio. Il Pontificato di Giovanni XXIV si preannuncia come pieno di cambiamenti e stravolgimenti per la Chiesa Cattolica e di grande impulso per la pace nel mondo.

2 giugno 2005: Silvio Berlusconi, a causa di motivi di salute, si ritira dalla guida della Casa delle Libertà e dalla guida del Governo. Nuovo Primo Ministro Italiano è l’onorevole Gianfranco Fini, che avvia il dialogo con Centrosinistra per bloccare la riforma della Devolution. Uscita dal Governo della Lega Nord per protesta contro l’atto di Fini.

12 giugno 2005: il regime islamista di Baghdad non esita a compiere uno spettacolare quanto crudele atto terroristico contro la popolazione della sua capitale e i soldati franco-americani. Viene fatta esplodere nella moschea centrale della città una arma nucleare di basso potenziale, ma che provoca l’annientamento del contingente militare alleato e migliaia di morti tra la popolazione civile. Il presidente Bush, in seguito a tale atto pone in stato di allerta le truppe americane nel mondo.

26 giugno 2005: La Corea del Nord alle ore 3.30 del mattino fa esplodere attraverso un sommergibile suicida una arma atomica al largo delle coste del Giappone. Il fall-out radioattivo danneggia Tokio e mette in ginocchio l’economia nipponica. Bush, ordina alle ore 5.30 di far esplodere a scopo dimostrativo una bomba a neutroni in una città abbandonata dello stato di Kim Il Sung. Alle ore 08.00 un altro sommergibile suicida esplode con il suo carico atomico vicino alla base Diego Garcia nell’Oceano Indiano, dove gli Usa fanno partire i loro aerei per l’Iraq. Flotta americana eliminata. Alle ore 09.50 uno Stealth americano lancia una bomba a neutroni sulla capitale Pyong-Yang della Corea del Nord.  Nell’arco di 6 ore e 20 minuti gli Usa hanno condotto per la seconda volta nella loro storia un bombardamento atomico.

27 giugno 2005: Le Nazioni Unite vengono riunite straordinariamente. La Cina, che pure aveva mediato per lo smantellamento dell’arsenale atomico coreano, pur condannando le provocazioni nord coreane condanna l’attacco americano e “congela” le reazioni con l’America di Bush.

28 giugno 2005: La televisione araba Al Jazeera mostra un video in cui si vede il dittatore nord coreano Kim Il Sung, il leader islamista iracheno Moussadi e l’ayatollah algerino Kahled Allam conversare in un bunker.  Bush in seguito all’inutilità del bombardamento atomico sulla capitale nord coreana si dimette. Condooleza Rice subentra e giura come nuovo Presidente Usa. E’ il primo presidente donna e afro-americana.

4 luglio 2005: L’Unione Europea incorpora la Nato Europea come struttura militare e decide di inviare in aiuto all’esiguo nucleo di soldati franco-americani rimasti in Mesopotamia per vigilare sulla decontaminazione di Baghdad un contingente di 200mila uomini. Ciò permette a Condooleza Rice di disimpegnarsi in Medio Oriente e di far ritornare a casa quasi un milione di soldati americani dal resto del mondo. Gli Usa decidono infatti di concentrarsi sulla difesa del proprio territorio nazionale dopo l’ondata di attacchi che hanno subito nel resto del mondo. L’annuncio viene dato nel giorno dell’Indipendence Day. John McCain ex veterano e senatore repubblicano, viene nominato vicepresidente.

12 settembre 2005: Gianfranco Fini, primo ministro italiano chiede al Presidente Ciampi di sciogliere le Camere e di indire elezioni per il mese di novembre. Il leader dell’Unione Romano Prodi concorda. Si va su una campagna elettorale molto mesta in cui il tema principale è il nuovo ruolo dell’Italia nella nuova Unione Europea. Fini promette una Italia più autonoma nella Difesa, mentre Prodi è per la delega completa al governo di Bruxelles nelle questioni di politica estera e armamenti.

13 novembre 2005: Le elezioni italiane non regalano a nessuna delle due alleanze la maggioranze necessaria per governare. La maggioranza relativa va comunque all’Unione di Prodi che comunque si impegna a fare un governo costituzionale con la Casa delle Libertà di Fini. Premier indicato è Giuliano Amato che per la terza volta nella sua storia personale svolge il ruolo di Presidente del Consiglio. Ministro degli esteri è Gianni Letta.

26 novembre 2005: Nuovo presidente dei Territori Federali della Russia è il filo-occidentale Boris Nemerov che col suo partito riformista propone l’incorporazione della Russia Europea nell’Unione Europea. Condoleeza Rice invita Nemerov a Washington per un summit il cui scopo è quello di una lotta a tutto campo contro il terrorismo islamista. L’Algeria rompe le relazioni diplomatiche col governo di Mosca.

3 dicembre 2005:Al Zarqawi sferra un clamoroso attacco terroristico contro la Cina Popolare. A Pechino e Shangai dei kamikaze utilizzano gas nervino per uccidere i leader del PCC. Un gruppo di militari cinesi,corrotti da Zarqawi,si impossessa di una base nucleare e lancia una testata contro Israele. Caos nel paese asiatico. Israele abbatte la testata con il suo scudo stellare. Truppe americane portano in salvo il leader comunista cinese Hu Jintao. Il 4 dicembre viene formato un nuovo governo cinese aperto ai partiti democratici.

8 dicembre 2005: Al Gore, l’ex presidente Usa rimasto contaminato nell’esplosione  di New York, muore a seguito degli effetti del tragico attentato. L’ex presidente iraniano Khatami si reca negli Usa per rendere omaggio al suo partner per il dialogo. Condooleza Rice, pronuncia un discorso alla nazione in cui afferma che Gore è stato il più grande Presidente della Storia degli Stati Uniti, in quanto è riuscito a sventare l’ attentato contro il World Trade Center,anche se purtroppo il terrorismo internazionale ha solo ritardato il suo attacco al Cuore dell’America.

24 dicembre 2005: Giovanni XXIV, durante la sua omelia nella notte di Natale, annuncia che su invito del Patriarca Alessio II e del presidente Nemerov visiterà la Russia Europea e Mosca e San Pietroburgo nel gennaio 2006. Non era mai accaduto che il Papa di Roma si recasse nella Grande Madre Russia.

2006:

1° gennaio 2006: muore a Cuba Fidel Castro. Il fratello Raul, che ne prende il posto, dichiara che il Partito Comunista cubano accetterà il multipartitismo e chiede alla Rice di ristabilire relazioni diplomatiche. La Rice pone come condizione le dimissioni di Raul e la nascita di un governo di coalizione. Raul Castro accetta e pronuncia un solenne discorso in tv in cui chiede scusa al popolo cubano per non avere cercato l’apertura all’Occidente prima, negli anni ’90.

6 gennaio 2006: La nuova Cina democratica per ringraziare gli Usa del salvataggio dal tentativo di colpo di stato nucleare del 3 dicembre 2005 offre agli Usa un alleanza strategico-difensiva su terrorismo e politica di sviluppo della democrazia. La presidenza Rice beneficia di tale alleanza. I soldati americani ritornano in Europa per rifondare la Nato.

27 gennaio 2006: Inizia la visita nella Russia Europea di Giovanni XXIV. Viene celebrata  il giorno dopo nella Piazza Rossa, una Messa in cui Papa Martini invoca la benedizione divina sulle vittime del Comunismo e chiede il perdono per Lenin e Stalin. Il patriarca Alessio II abbraccia il  Pontefice di Roma, sigillando con questo gesto un dialogo ecumenico ormai definitivo. Nemerov ricorda come la figura di Giovanni Paolo II ha cambiato il mondo e sia stata alla base di questa visita.

1° giugno 2006: Mahmoud Abbas, Presidente dello stato palestinese firma a Gerusalemme il trattato finale di pace con Israele; il primo ministro israeliano Mofaz invita Abbas a parlare alla Knesset, come Sadat quasi 30 anni prima. Abbas, pronuncia uno storico discorso, in cui chiede scusa per tutti i civili israeliani morti durante la seconda Intifada. Mofaz fa pubblica ammissione delle persecuzioni subite dai civili palestinesi nei territori occupati.

20 ottobre 2006: Giuliano Amato, Presidente del Consiglio Italiano, annuncia in conferenza stampa che scienziati italiani sono riusciti a riprodurre in laboratorio una fusione nucleare fredda e che entro il 2010  Latina, verrà inaugurata la prima centrale a fusione fredda, in grado da sola di ottenere energia per soddisfare il fabbisogno energetico italiano. E’ l’inizio della ripresa economica italiana.

Novembre 2006: Angela Merkel, leader dei Cristiano Democratici tedeschi, diviene la prima donna ad assumere la carica di Cancelliere della Germania Federale dopo aver portato il suo partito alla vittoria dopo 8 anni, contro Gerhard Schröeder. La Merkel , che è nata nella ex DDR invita la Rice ad un vertice per il gennaio 2007 a Berlino.

2007:

12 gennaio 2007: La Turchia di Erdogan riesce ad ottenere l’ammissione all’Unione Europea, che sarà operativa dal 1 luglio 2007. E’ il 26° stato ad entrare nell’istituzione comunitaria.

1 marzo 2007: Giovanni XXIV, si reca in Cina su invito del nuovo presidente, Chen Lee, e celebra una Messa a piazza Tienanmen. Anche qui è la prima volta che un Pontefice della chiesa cattolica posa piede a Pechino. Nella sua omelia il Santo Padre afferma che “gli occhi di Dio si sono posati sulla sofferenza umana e sul vostro povero fratello Papa”.  E’ l’annuncio di un aggravamento delle condizioni di salute del Sommo Pontefice.

12 marzo 2007: Giovanni XXIV convoca il Concilio Vaticano III. Il 1° ottobre si partirà a Roma.

24 dicembre 2007: Giovanni XXIV accetta le conclusioni del Concilio. Sacerdozio anche per gli sposati, riestensione dei sacramenti ai divorziati. L’annuncio viene dato prima della celebrazione della Messa della Notte Natale nella basilica di San Pietro.

2008:

4 gennaio 2008: Giovanni XXIV alle ore 12 improvvisamente muore, a 80 anni e mezzo. Il mondo piange un Papa che è durato poco, ma ha cambiato radicalmente la storia della Chiesa.

20 gennaio 2008: Il Conclave elegge come successore di Giovanni XXIV il cardinale Jorge Mario Bergoglio, che durante il Papato di Giovanni XXIV era stato Segretario di Stato, e viene scelto per il suo incredibile carisma. Prende il nome di Francesco, affermando di essere venuto “quasi dai confini del mondo”.

20 febbraio 2008: Francesco comunica al clero romano che le cause di beatificazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIV possono iniziare da subito; ha concesso infatti una dispensa papale sul termine temporale dei 5 anni dalla morte come data d’inizio del processo canonico.

8 agosto 2008: Iniziano i Giochi Olimpici di Pechino nella nuova Cina Democratica. Nonostante i vorticosi cambiamenti avvenuti nel Paese, il gigante asiatico ha ritenuto un ottimo segno di vitalità il volere comunque organizzare e gestire il grandioso avvenimento sportivo; il presidente Chen Lee parla delle Olimpiadi come “specchio della Democrazia” nel suo discorso inaugurale nello stadio Olimpico di Pechino.

14 agosto 2008: Condoleeza Rice e John McCain vengono riconfermati alla Convention repubblicana come il ticket presidenziale per le elezioni di novembre. A settembre la convention democratica incorona John Edwards come sfidante della Rice con vice presidente l’ex segretario di Stato di Gore, Richard Hollbrooke.

4 novembre 2008: Condoleeza Rice viene eletta Presidente degli Usa.

24 novembre 2008: Papa Francesco compie il suo primo viaggio all’estero recandosi in Israele e Palestina, come 8 anni prima aveva fatto Karol Wojtyla. Ad accoglierlo simbolicamente insieme all’aeroporto di Gerusalemme, il re di Giordania Abdallah, il Premier israeliano Mofaz e il Capo di Stato palestinese Mahmoud Abbas.

25 dicembre 2008: Muore in esilio a Pechino, agli arresti domiciliari, dopo un mandato di cattura internazionale emesso dal Tribunale Penale Internazionale (nel frattempo riconosciuto anche dagli Usa), l’ex dittatore iracheno Saddam Hussein. Aveva 71 anni.

2009:

20 gennaio 2009: Condoleeza Rice giura davanti al Campidoglio per il suo primo mandato da presidente eletto, lanciando un messaggio di pace e di speranza verso le nuove democrazie russe e cinesi. “Le sfide del terrorismo non si vincono solo militarmente ma anche politicamente”. Gli Stati Uniti varano il loro nuovo Piano Energetico Nazionale basato sulla fusione nucleare. Dieci centrali nucleari del nuovo tipo vengono inaugurate nell’anno.

1° luglio 2009: Dopo 4 anni di governo istituzionale Unione-Polo, in Italia si ritorna alle urne. L’Unione, guidata da Walter Veltroni, 54enne ex leader dei Ds e già sindaco di Roma, stravince nettamente. Veltroni nomina ministro degli Esteri l’ex giornalista e direttore del Corriere della Sera, il 60enne Paolo Mieli.

16 luglio 2009: Da Cape Canaveral parte, a 40 anni esatti di distanza dalla prima storica missione dell’Apollo 11, la “Orion 1” , una nuova missione che dovrà portare 7 uomini e 4 donne sul satellite sidereo. La missione si basa sui nuovi principi della fusione nucleare per la propulsione e porterà entro tre giorni il “Kennedy”, il nuovo shuttle (ancorato alla stazione spaziale internazionale) costruito dalla Nasa congiuntamente con l’Esa (l’agenzia spaziale europea) e ASI (agenzia spaziale italiana) che atterrerà nel mare della Tranquillità.

19 luglio 2009: Il Kennedy fa il suo allunaggio alle ore 12 italiane. Il primo astronauta a posare il piede sulla superficie lunare è la esobiologa americana Meredith Collins.

27 luglio 2009: la Orion 1 riporta a terra gli 11 della Kennedy atterrando in Spagna.

3 ottobre 2009: Boris Nemerov viene riconfermato presidente dei Territori Federali della Russia. Viene costruita vicino a Mosca la prima centrale a fusione nucleare fredda.

4 ottobre 2009: A distanza di 8 anni dagli attentati atomici della costa occidentale Al Zarqawi, l’erede di Bin Laden, torna a colpire di nuovo il mondo occidentale con un attentato che colpisce le infrastrutture dell’emisfero boreale. Entrato in possesso di un arma nucleare la lancia con un vettore a 180 km di altezza in mezzo all’Oceano Atlantico. E’ la Tempesta elettromagnetica che fa piombare la metà del globo terracqueo nel Black-out e nel Medioevo. Ciò avviene alle 8,50 ora di New York. La Rice è fortunatamente fuori dagli Usa, perché in visita in Argentina. Scatta il piano d’emergenza “Galileo” che l’amministrazione americana aveva predisposto da diverso tempo. Iniziano a funzionare centrali nucleari a fusione fredda sotterranei. Viene ripristinato il sistema di comunicazione via cavo tra Europa e America. In Europa la situazione è complicata. A Londra, Il premier Gordon Brown deve ordinare la Legge Marziale per sedare le rivolte di piazza, mentre a Roma la predisposizione di un piccolo piano “Galileo” sul territorio italiano permette di far funzionare il sistema industriale e produttivo nonché quello delle comunicazioni.

12 ottobre 2009: La Rice torna a Washington. In 42 dei 50 stati la situazione è quasi tornata alla normalità. Ma indubbiamente il colpo è stato duro. Il capo della Casa Bianca ordina la distruzione completa di Al Qaeda nel mondo. Zarqawi diventa l’obiettivo numero uno, ma anche il regime islamista algerino che ospita, ormai isolato dal mondo, anche i due ex dittatori coreano e iracheno, è complice.

31 ottobre 2009: Boris Nemerov pronuncia un discorso radiofonico in cui conferma che i Territori Federali della Russia Europea riusciranno a ritornare alla normalità, dopo i gravi fatti del 4 ottobre, entro la fine del 2009.

12 novembre 2009: Le Nazioni Unite decidono, in via del tutto provvisoria, di trasferire la propria sede principale a Città del Capo, in Sudafrica. L’emisfero australe non è stato toccato dalla tempesta elettromagnetica del 4 ottobre.

2010:

2 gennaio 2010: In tutto l’emisfero nord del pianeta la situazione è tornata alla normalità. I paesi arabi, che nelle idee di Zarqawi dovevano avvantaggiarsi da questo colpo al cuore all’Occidente, sono invece rimasti gravemente danneggiati. L’Unione Europea avvia un piano Marshall per il Medio Oriente. Israele, che ha subito danni minori, aiuta il confinante stato palestinese in maniera massiccia.

12 luglio 2010: Papa Francesco si reca in visita pastorale negli Usa. La Rice definisce Papa Bergoglio uno dei più grandi uomini della storia, e lo ringrazia di essere venuto a portare la solidarietà del mondo cristiano al proprio paese.

4 ottobre 2010: Al Zarqawi viene arrestato dalla polizia cinese nei pressi di Shangai. Stava preparando un attentato alla vita di Chen Lee. Verrà estradato in Europa e processato dal Tribunale Penale Internazionale.

Ipotetico Sole

Le Twin Towers su TikTok!!

Le Twin Towers su TikTok!!

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A questo proposito, Bhrghowidhon ha voluto dire la sua:

Mi permetto di aggiungere che, anche senza Maometto e/o senza ’Islām, il Terrorismo esisterebbe nella stessa misura. Possiamo anche costruire una categoria storica di Terrorismo più o meno presente a seconda delle epoche; nella mia esperienza personale, lo Stato più simile a quelli in cui viviamo (condizione fondamentale, altrimenti prendiamo i Villaggi di Cacciatori-Raccoglitori e abbiamo risolto ogni problema) e nel quale la presenza del Terrorismo era ridotta ai minimi termini – senza essere compensata da terrori di altro tipo, come la guerra o le persecuzioni – è quello sovietico degli Anni Ottanta, comprese le Repubbliche Popolari dell’Europa Centro-Orientale (ho vissuto in Germania Est, conosco la Cecoslovacchia, l’Ungheria e l’URSS; erano sistemi odiosi per molti – troppi –aspetti, Dittature tanto quanto quelle in cui viviamo, ma non c’era il Terrore). Dunque è possibile uno Stato, anche enorme (il più grande del Mondo), senza Terrorismo (o nel quale è ridotto al minimo possibile) e senza che ciò sia da collegare direttamente ad aspetti che rendono insopportabile la vita (si sarebbe potuto benissimo vivere senza menzogne e godere lo stesso dell’assenza del Terrorismo).

Secondo punto: la matrice sempre più spesso internazionale del Terrorismo. Unita alla considerazione precedente, ne ricavo che uno Stato unico mondiale darebbe le massime garanzie di eliminare il Terrorismo senza dover per forza ricorrere alle menzogne sistematiche (né alla guerra o alle persecuzioni). Per questo considero fra i cómpiti dell’Ucronista la ricerca di possibili Punti di Divergenza nel Passato tali da portare a un Mondo del genere. Che poi a qualche altro Ucronista non piaccia, è affar suo: allora non sollevi neppure la questione del Mondo attuale senza Terrorismo. Io cercherei il Punto di Divergenza più economico nel I millennio dopo Cristo, per esempio – come noto – nel 117 d.C. oppure nell’888 o 987; in quest’ultimo caso ci sono dieci passaggi delicati, ma risolubili, dopodichè ritengo che il risultato sia garantito.

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E Paolo Maltagliati ha aggiunto:

Purtroppo, nonostante l'intervento militare del 2001, l'Afghanistan NON è stato abituato a nessuno standard di vita occidentale. Hanno visto solo aumentare il potere di certi clan che ricevevano aiuti (in denaro) dagli americani, che sostanzialmente spendevano in milizie per il controllo delle piantagioni di oppio e il controllo sui loro feudi.
Il welfare non è granché aumentato dai tempi dei talebani.
A conti fatti l'America ha liberato l'Afghanistan da una teocrazia per sostituirla con una polverizzazione del potere in maniera semifeudale tipica del X secolo (europeo, non Afghano. In Afghanistan nel X secolo era relativamente meglio).
Per tre quarti dell'Afghanistan non si è visto proprio nessun cambiamento e nel restante quarto c'è stato per un 10% un cambiamento in molto meglio (le tribù al comando) e il 90% in semipeggio (gli schiavi delle piantagioni e le baraccopoli nelle periferie dei centri urbani: più cose da scroccare, ma più anarchia, per cui tanto vale).

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Ecco altre versioni della stessa ucronia, tradotte per noi da Generalissimus:

Al Gore! L’uomo.
Il mito.
L’Al Gore.
Per essere un politico relativamente insipido che è stato il vicepresidente di Bill Clinton 20 anni fa, ci sono alcuni modi in cui potreste esserne venuti a conoscenza, la roba del cambiamento climatico, l’uomorsomaiale, c’è però una cosa importante per la quale tutti ci ricordiamo di Al Gore: ha perso un’elezione.
Ma non ha solo perso un’elezione, John Kerry ha perso un’elezione e nessuno si ricorda di lui, Al Gore perse le elezioni del 2000 col margine più sottile possibile nel finale di stagione elettorale più folle che gli Stati Uniti abbia mai visto fino a… Lo sapete.
E questo prima che chiunque all’epoca sapesse che gli anni 2000 sarebbero stati un’era incredibilmente determinante per un comandante in capo.
Questa è una domanda che mi hanno fatto parecchio: e se Al Gore avesse vinto? Credo che questa domanda riguardi meno Al Gore come uomo e più col sapere come gli Stati Uniti hanno risposto all’11 Settembre con George Bush.
E iniziò tutto nel 2000, quando la notte delle elezioni la Florida divenne un testa a testa, perciò cominceremo da qui.
In un 2000 alternativo arrivano i risultati dalla Florida, e ogni notiziario dichiara Al Gore vincitore.
In questo scenario la Florida rimane Democratica, non c’è nessun testa a testa.
La notte delle elezioni George W. Bush fa un discorso di sconfitta e si congratula con Al Gore in qualità di nuovo presidente degli Stati Uniti.
Ma questa è solo una nota a piè di pagina rispetto al vero evento del 2001 che noi conosciamo tutti, il vero momento determinante della presidenza di Bush che cambiò tutto: il No Child Left Behind Act.
Il No Child Left Behind Act fu una delle prime misure di Bush come presidente, un assaggio di quello che probabilmente sarebbe stata una presidenza Bush pacifica: concentrata soprattutto sul taglio delle tasse e sui tentativi di riforma dell’istruzione.
E in qualità di bambino durante quest’era posso dire che il No Child Left Behind Act fu terribile.
In pratica impose dei test standardizzati nelle classi e nelle scuole non perché un qualsiasi bambino imparasse od ottenesse buoni voti, ma per vedere quali scuole avevano bisogno di fondi federali.
Test, test che un giovane Cody e immagino molti altri pensavano fossero importanti per il loro futuro educativo quando in realtà avevano a che fare solo con la scuola che prendeva dei soldi.
Perciò… Ehm… Sì, Gore probabilmente non lo avrebbe fatto, volevo solo lamentarmi di quegli stupidi test, parliamo dell’11 Settembre.
Nel rapporto del 2002 della commissione sull’11 Settembre c’era scritto che uno dei motivi principali per cui il complotto dell’11 Settembre non fu scoperto dall’intelligence statunitense fino a quando non fu troppo tardi venne attribuito, tra tutte le cose, alle elezioni del 2000.
Il rapporto concluse che quei mesi di caos dove non si decise chi era il presidente causarono ritardi importanti nella costruzione dell’amministrazione.
Tempo che Bush e Gore avrebbero impiegato per nominare figure della sicurezza nazionale invece di combattere una battaglia legale.
E quando Bush vinse, ci vollero ancora alcuni mesi per le agenzie di intelligence statunitensi per tornare completamente operative.
Le informazioni importanti provenienti dal Medio Oriente che avrebbero potuto impedire questi attacchi vennero trascurate, dato che il governo federale era troppo disorganizzato per fare qualsiasi cosa.
Già nel 2002 la commissione affermava che se questo ritardo non fosse avvenuto, allora forse gli attacchi non si sarebbero verificati affatto.
Si può dire in un certo modo contorto che Bush ha causato l’11 Settembre.
No, no! Sto, scherzando, OK! Ovviamente questo era solo un rapporto, e ci furono una tonnellata di altri fattori che concorsero al verificarsi dell’11 Settembre, io personalmente credo che indipendentemente da chi fosse stato presidente gli attacchi sarebbero avvenuti, e in questa TL alternativa Al Gore è nella posizione di comandante in capo a guidare gli USA in questi nuovi Stati Uniti post-11 Settembre.
Repubblicani o Democratici, tutti volevano andare a prendere i tizi che avevano fatto questo, e non per via del complesso militare-industriale, non c’era alcun piano di rimanere in Afghanistan per sempre.
Era semplicissimo: noi siamo stati attaccati, noi attacchiamo in risposta.
Perciò, se Al Gore fosse stato presidente, avremmo comunque invaso e occupato l’Afghanistan immediatamente dopo gli attacchi.
I Talebani vengono spodestati, Bin Laden scappa comunque in Pakistan e rimane lì.
Gli Stati Uniti rimangono semplicemente bloccati nel paese, ma quello che cambia è l’Iraq.
L’Iraq era una cosa che solo ed esclusivamente l’amministrazione Bush volle fare.
Gore era un feroce oppositore di questa guerra, soprattutto perché avrebbe tolto tempo e risorse preziose all’Afghanistan, perciò, in una TL alternativa, gli Stati Uniti non invadono l’Iraq.
E quindi, anche se avviene l’11 Settembre e gli Stati Uniti vanno comunque in Afghanistan, la Guerra al Terrore sarà un conflitto molto più piccolo e meno complicato.
La guerra in Iraq cambiò anche il modo in cui gli Stati Uniti hanno lasciato l’Afghanistan.
Già nel 2008, quando Obama stava correndo come presidente, la sua promessa principale era che avremmo portato via le truppe dall’Iraq e dall’Afghanistan.
E poi l’Afghanistan semplicemente andò avanti per altri dieci anni.
Perché? Beh, fu per via dell’Iraq e di tutto quello che accadde nel 2011.
Gli Stati Uniti lasciarono l’Iraq nel 2011 e l’intera nazione cadde immediatamente in una guerra civile.
Le forze armate irachene scapparono e lasciarono l’equipaggiamento all’ISIS perché poi lo utilizzasse, così i piani per il ritiro dall’Afghanistan vennero ritardati.
L’Afghanistan aveva bisogno di più tempo in forno per assicurarsi che tutto fosse a posto prima che gli USA se ne andassero.
Sono felice che ne sia valsa la pena.
In una TL alternativa simile, senza l’Iraq o il ritiro da esso, gli Stati Uniti avrebbero lasciato l’Afghanistan dieci anni fa, e probabilmente avremmo anche visto avvenire lo stesso collasso, ma stavolta con la morte di Bin Laden così recente nelle menti del mondo che sembrerà un finale climatico della guerra.
Gli Stati Uniti sono andati a prendere Al-Qaida e poi è finito tutto con Bin Laden morto.
Anche se l’Afghanistan non sarebbe una nazione stabile, se ne andrebbero soddisfatti di aver preso i cattivi.
In questo senso va tutto bene, l’11 Settembre, niente Iraq, la guerra è più breve, è grandioso.
Supponendo che la Guerra al Terrore non consumi la sua presidenza, la concentrazione principale della sua presidenza sarebbe il problema climatico, cosa che risulterà in nuove leggi per investire nell’energia verde e sgravi fiscali per le compagnie che tagliano i gas serra.
Se avesse ottenuto la rielezione nel 2004, cosa che probabilmente avrebbe fatto, allora Gore avrebbe usato l’Uragano Katrina come un altro esempio del cambiamento climatico.
Ma al di fuori di questo, senza la guerra in Iraq, gli USA sarebbero relativamente pacifici.
Di fatto persino la paranoia del terrorismo dell’epoca potrebbe essere meno forte.
Gore era contro l’USA PATRIOT Act, perciò anche quella legge non viene promulgata o è significativamente più debole rispetto alla nostra TL.
C’è ancora un importante evento degli anni 2000 che conosciamo tutti che non cambierebbe: la recessione.
Si discute di quanto Bush contribuì alla recessione, ma non penso che sarebbe un fattore decisivo, a giudicare da come operavano all’epoca le banche e il mercato immobiliare questo castello di carte sarebbe comunque crollato.
Potrebbe persino avvenire sempre nel 2008, perciò in realtà sarà un problema del tizio che verrà dopo, e con Gore che è presidente per otto anni e lascia l’incarico nel 2009 chi sarà il suo sostituto? Come sappiamo, prevedere i risultati delle presidenziali è una faccenda difficile, e non dirò che le predizioni che farò sono corrette, perché in questo 2009 alternativo l’intero mondo politico degli Stati Uniti è fondamentalmente diverso dal nostro.
Ci sono alcuni fattori che rendono più facile determinare chi sarà il presidente successivo, perciò, per riassumere il tutto, immagino che se Gore avesse vinto nel 2000, McCain lo avrebbe fatto nel 2008, nel 2012 Obama avrebbe servito per due mandati fino al 2020 e poi in un 2021 alternativo avrebbe vinto un Repubblicano di cui nessuno di noi sa niente.
Forse ci saranno persone diverse, ma io e voi sappiamo entrambi che le facce nel paesaggio politico non cambierebbero molto.
Adesso starete pensando “Beh, questo non sembra affatto diverso, rivoglio indietro i miei soldi!”, ed è vero.
Sulla mappa, nel quadro generale, non sembra ci sia stato un cambiamento molto drastico.
Proprio come con la stessa Guerra al Terrore, il cambiamento sarà nella mentalità della società.
La scusa per promulgare l’USA PATRIOT Act o creare una cultura della sorveglianza, questo fu il vero cambiamento che portò la guerra.
Invadere l’Iraq e non trovare alcuna arma di distruzione di massa fu un enorme schiaffo in faccia al prestigio statunitense, e le ricadute di questo fallimento non fecero che allungare una guerra che doveva essere finita tempo prima, distruggendo non solo qualsiasi simpatia per gli Stati Uniti dopo l’11 Settembre, ma permettendo anche ad altre nazioni di far credere di essere i buoni.
Era una possibilità molto reale che gli Stati Uniti potessero invadere semplicemente una nazione senza molte ragioni, ed è un evento che continuerà a perseguitare gli USA.
In termini politici Bush, ironicamente, uccise il Neoconservatorismo come ideologia mainstream, dato che nessuno, nemmeno i Repubblicani di oggi, vuole essere associato a Bush o alla sua amministrazione.
Se Gore avesse vinto è piuttosto probabile che il Partito Repubblicano sarebbe rimasto il partito di Reagan, invece di… Beh, lo sapete.
Gli Stati Uniti vedranno un paesaggio politico più tranquillo, ci sarà meno spinta da entrambe le parti verso il populismo, una traiettoria nella quale oggi siamo nel bel mezzo.
Se questo video venisse stato fatto 20 anni nel futuro avremmo una comprensione più chiara di quale sia stato il danno reale della guerra in Iraq all’immagine degli Stati Uniti.
Perciò, mentre sulla mappa e nel quadro più ampio non sembra cambiato molto, il quotidiano, la cultura della politica nella quale ci imbattiamo in ogni singolo momento, semplicemente non esistono, invece sarebbero già passati dieci anni dalla guerra in Afghanistan.
L’11 Settembre, anche se ancora pianto oggi, non sarebbe così vicino alla mentalità statunitense, saremmo andati avanti.
Dato che l’11 Settembre non è rimasto rilevante perché è stato un grande attacco mortale o perché non dimentichiamo mai, è rimasto nella mentalità statunitense perché quegli attacchi stavano ancora influenzando le nostre vite 20 anni dopo.
Dall’11 Settembre alla Caduta di Kabul, la Guerra al Terrore ha direttamente influenzato la politica estera statunitense, e non sarebbe rimasto così radicato se l’Iraq non fosse stato invaso.
Questa tranquillità è spesso difficile da esprimere in video come questo, perché non si può descrivere un’era politica che è stabile, semplicemente esiste.
Perciò, quando ci facciamo la domanda su se Al Gore avesse vinto, non è perché Al Gore sarebbe stato un buon presidente, è perché ci si chiede come sarebbero gli Stati Uniti se Bush non fosse stato al potere a decidere di invadere l’Iraq, e la risposta sarà in continua evoluzione, perché stiamo ancora affrontando le ramificazioni di alcuni voti in Florida nelle elezioni del 2000.

Al momento della scrittura di quest'ucronia sono passati 13 anni dall'11 Settembre, ma per molti Americani non sembra affatto che sia passato tutto questo tempo.
Forse perché quella tragedia ebbe conseguenze molto durature? Forse, ma la ragione principale è che il conflitto che iniziò solo un mese dopo è lo stesso attuale.
Sì, gli attacchi furono orrendi, e posero fine a migliaia di vite, ma divennero un simbolo delle cose che sarebbero avvenute in seguito.
Oggi ricordiamo l'11 Settembre non solo per la perdita di vite umane, ogni 11 Settembre è un ricordo della situazione nella quale gli Stati Uniti sono ancora coinvolti.
Certo, qualcuno può far schiantare in qualsiasi momento un aereo contro un palazzo, ma stiamo ancora combattendo le stesse guerre e le stesse persone per gli stessi motivi.
I bambini che erano in prima elementare quando avvennero gli attacchi adesso stanno combattendo in Afghanistan.
Sì, questo è un video sull'11 Settembre, era ovvio che sarebbe stato deprimente, cosa vi aspettavate, buoni sentimenti e coniglietti pelosi? Comunque, il punto è che l'11 Settembre ha un grande ruolo negli Stati Uniti di oggi, non solo a causa della Guerra al Terrore, ma anche per via del Patriot Act e della lettura delle e-mail (NSA), il che ci porta ad una domanda interessante: e se in una TL alternativa gli attacchi dell'11 Settembre non avvenissero mai? Per qualsiasi motivo gli attacchi non avvengono, oppure non c'è alcun attacco simile all'11 Settembre, cosa cambierebbe? Beh, ecco uno scenario: sappiamo tutti come andò l'11 Settembre 2001, due aerei vennero dirottati e fatti schiantare contro il World Trade Center, uno si schiantò contro il Pentagono e un altro non riuscì a colpire il suo bersaglio e finì in un campo della Pennsylvania.
In totale morirono circa 3000 persone.
In risposta a ciò gli Stati Uniti dichiararono la guerra al terrore e invasero l'Afghanistan controllato dai Talebani.
I Talebani davano rifugio ad Al-Qaida, e a causa di questo gli USA li rovesciarono, anche se non riuscirono a catturare Bin Laden.
L'occupazione e la ricostruzione iniziarono e poi arrivò l'Iraq, perciò cosa cambierebbe se tutto questo non accadesse mai? Il posto più ovvio a cambiare sarebbe l'Afghanistan, senza attacchi i Talebani non verrebbero mai rovesciati, o almeno non dagli Americani.
I Talebani sarebbero rimasti al potere fino ad oggi? Chissà.
Come sarebbero questi anni 2000 alternativi? L'11 Settembre cambiò il pensiero americano nei confronti del mondo e viceversa, gli attacchi diedero agli USA il sostegno dell'ONU per invadere un'altra nazione, senza 11 Settembre l'opinione pubblica non avrebbe mai voluto andare in un paese del Medio Oriente per occuparlo.
E quindi, in questa TL, se avvengono attacchi terroristici più piccoli in basi o località americane, gli USA combatterebbero comunque contro Al-Qaida e i gruppi jihadisti, solo in maniera più piccola: missili da crociera, forze speciali e alla fine droni verrebbero usati per abbattere i gruppi jihadisti, e questo lo si vedrebbe in Afghanistan e Somalia.
In un certo senso questa sarebbe una guerra al terrore, ma questa guerra, aperte virgolette chiuse virgolette, sarebbe una serie di operazioni poco collegate tra loro contro gruppi sparsi di jihadisti in Afghanistan o dovunque possano essere i loro campi.
Perciò, senza 11 Settembre e guerra al terrore, quanto sarebbe davvero diverso il mondo? Per prima cosa, la grande recessione ci sarebbe comunque, i fattori che condussero ad essa, come la bolla edilizia e la crisi delle banche, avvennero indipendentemente dalla guerra al terrore, senza 11 Settembre vedremmo la stessa situazione economica attuale.
Scusa, UE.
La Primavera araba ci sarebbe comunque, molti popoli del Medio Oriente vivevano sotto il tallone di regimi orribili che causerebbero rivolte in tutto il mondo arabo.
Comunque, in questa TL alternativa sarebbero gli USA a subire il cambiamento più grande: l'11 Settembre non solo fece iniziare la guerra al terrore, cambiò anche completamente il modo in cui il governo interagisce con i suoi cittadini.
Tutte le questioni costituzionali che vediamo oggi non esisterebbero in questa realtà alternativa.
A proposito di governo, la presidenza di George W. Bush sarebbe relativamente priva di eventi, ed egli sarebbe un presidente più concentrato sulla politica interna.
Senza 11 Settembre o un evento simile all'11 Settembre non sarebbe così odiato in tutto il mondo e in patria.
Verrebbe rieletto? Molto probabilmente sì, anche se la sua risposta all'Uragano Katrina sarebbe comunque orribile.
L'11 Settembre è importante non solo per via degli eventi orrendi che sono accaduti, è importante perché causò la svolta dall'illusione di un futuro prospero alla dura realtà.
Questo, forse, sarebbe il cambiamento più grande.

Sono passati 16 anni da quel giorno fatale, e sembra quasi che l'11 Settembre sia diventato la Prima Guerra Mondiale del 21° secolo, ovvero il singolo evento che ha dominato la politica del secolo, anche se sembra che gli eventi in Corea del Nord vogliano cambiare questa situazione.
La crisi dei migranti, la Primavera araba, Trump, le guerre in Iraq e Afghanistan, Boko Haram, sembrano tutti collegati a quell'unico giorno fatale, perciò la domanda di storia alternativa da fare è: e se l'11 Settembre non avvenisse mai, come sarebbe differente il mondo? Proprio come la Prima Guerra Mondiale, fu causato da problemi esistenziali vecchi di secoli che esplosero grazie alla tecnologia moderna.
Per capire davvero l'impatto mondiale dell'11 Settembre dobbiamo capire perché ci fu l'11 Settembre, e di conseguenza quali eventi cambierebbero: in poche parole, più di 1000 anni fa il mondo Islamico era un centro culturale e tecnologico, mentre l'Europa era arretrata.
Gli scienziati, i conquistatori e i filosofi Islamici dominavano il mondo, anche se l'Occidente continuò comunque a far loro concorrenza e ad avere la loro stessa tecnologia fino a 300 anni fa.
Per motivi che richiederebbero un'intera serie di video per essere spiegati, l'Occidente sorpassò il mondo Islamico in termini di sviluppo e conquiste, e siamo in quella situazione da allora.
Negli ultimi 300 anni il mondo Islamico ha cercato di rispondere alla domanda sul perché l'Occidente lo ha superato e cosa fare al riguardo.
Ci sono due importanti scuole di pensiero in materia: la prima afferma che bisogna implementare la tecnologia e, in misura minore, la cultura occidentale, per rubare un po' della magia dell'Occidente.
La seconda afferma che bisogna tornare all'epoca perfetta e religiosa del Profeta, così che Allah restauri la gloria dell'Islam.
Perché così pochi abbiano scelto la via di mezzo e mescolare la tecnologia occidentale con la cultura tradizionale Islamica è un mistero per molti.
Il mondo Islamico si è alternato per gli ultimi 300 anni tra questi due estremi: dal 1750 al 1870 dominò la scuola tradizionalista, dal 1870 al 1970 prevalse la scuola dell'occidentalizzazione, dal 1970 a oggi è di nuovo in auge la scuola tradizionalista.
Quando una delle due scuole ha fallito è subentrata l'altra, e l'intero movimento radicale Islamico fa parte di questo trend storico.
L'11 Settembre è stato parte di questo, ma con un tocco moderno.
In passato i folli radicali distruggevano le moschee che contenevano dati che a loro non piacevano, ma oggi si può seminare più terrore con la tecnologia moderna.
L'11 Settembre avvenne perché volevano distruggere il simbolo dominante della nazione occidentale dominante, gli Stati Uniti, e impressionare l'Occidente.
Tutti gli atti terroristici avvenuti dopo l'11 Settembre furono ispirati da esso, ma l'11 Settembre fu il culmine di un enorme movimento terrorista già in atto.
Parte 1: il ruolo americano in Medio Oriente.
Il primo ovvio cambiamento nel mondo senza l'11 Settembre è che gli USA non invaderebbero mai l'Afghanistan.
Il risultato ovvio è che i Talebani manterrebbero il potere nel paese, la guerra tribale sarebbe ancora in corso come è sempre avvenuto in Afghanistan, ma non avrebbe molta copertura internazionale, dato che non vi sarebbero coinvolte importanti potenze occidentali.
Questo risulterebbe in relazioni Americo-Pakistane più forti.
La debolezza della connessione tra USA e Pakistan è venuta alla luce ripetutamente, i Pakistani non hanno mai contrastato efficacemente i terroristi nel proprio paese, permettendo perfino ad Osama Bin Laden di nascondersi e vietando l'utilizzo del territorio pakistano per organizzare l'invasione dell'Afghanistan.
In questa TL questa debolezza non verrebbe mai alla luce, e il Pakistan non cercherebbe mai di allontanarsi dagli USA per finire nella sfera d'influenza cinese così rapidamente.
La successiva guerra americana nella regione fu in Iraq, guerra che ebbe ancora meno connessioni con l'11 Settembre di quella in Afghanistan.
Comunque la guerra probabilmente non ci sarebbe senza 11 Settembre, e per capire perché dobbiamo capire perché avvenne.
Alla gente piace dire che iniziò per via del petrolio, ma questo non ha senso, perché gli USA avevano tanti alleati nella regione che potevano darci il petrolio a prezzi molto inferiori di quelli di una guerra, il vero motivo è che gli USA erano spaventati dai Mediorientali armati di bombe e non volevano correre rischi con Saddam quando disse che lui aveva vinto.
Per i più cospirazionisti le élite aliene rettiliane illuminate sapevano di poter muovere guerra al Medio Oriente usando la popolazione americana perché era spaventata dopo l'11 Settembre.
Gli USA probabilmente faranno ancora operazioni antiterrorismo in questa TL, visto che sono i poliziotti del mondo, ma solo dove ci sarebbero gli interessi americani, e gli interessi americani sarebbero soprattutto nel mantenere aperti il Corno d'Africa e la rotta del Mar Rosso, e quindi gli USA intraprenderebbero probabilmente delle operazioni antiterrorismo in Somalia o Yemen.
Parte 2: gli Stati Uniti.
In realtà è sorprendente che gli USA abbiano subito un attacco terroristico Islamico radicale, soprattutto perché la popolazione Musulmana americana è molto piccola, avrebbe avuto più senso se il terrorismo Islamico radicale fosse avvenuto in paesi a maggioranza Musulmana o in paesi con una grande minoranza Islamica, come l'Etiopia, l'India o l'Europa, ma la cosa strana è che è successo in America, dove la popolazione Musulmana è solo dell'1%.
Perciò in questa TL non dovremmo aspettarci un altro attacco terroristico negli Stati Uniti, e quindi dobbiamo aspettarci che il terrorismo Islamico sia in qualche modo debole.
Comunque c'è la possibilità che degli attacchi in stile 11 Settembre avvengano comunque in questa TL, soprattutto perché gli USA sono la nazione più potente dell'Occidente, di conseguenza fare del male all'America dà parecchio prestigio al tuo movimento terroristico, ma presumiamo che questo non succeda, così da non far diventare ridondante questa TL.
Il primo cambiamento sarebbe la mancanza della guerra al terrore e ciò vuol dire che la sorveglianza del governo su internet, aeroporti ecc. sarebbe di molto inferiore.
Realisticamente, comunque, la mia parte Libertaria pensa che se il governo avrà la capacità di sorvegliare tutti nell'era digitale, ad un certo punto lo farà, semplicemente perché è un'opportunità troppo grande da lasciarsela sfuggire.
La fiducia pubblica nel governo e nel progresso in generale sarebbe più alta.
Prima dell'11 Settembre il decennio precedente era stato grandioso per l'Occidente, la caduta dell'Unione Sovietica venne seguita dall'ascesa di democrazie in tutto il mondo, l'economia andava bene e la tecnologia stava facendo balzi da gigante.
L'11 Settembre mandò in frantumi l'illusione: venne seguito da un crollo economico, da molte guerre, nessuna delle quali vinte dagli USA, dall'ascesa della Russia, dalla guerra al terrore e dall'idea che il governo non può proteggerti da atti di violenza casuali.
La gente perse fiducia nel governo, iniziò a credere che esso avesse permesso questo orrore e creò delle teorie della cospirazione.
L'idea del progresso dell'umanità e l'ottimismo in generale sarebbero più forti in questa TL, e questo avrebbe molti effetti culturali che vanno da film e musica meno cupi a meno film sugli zombie.
In politica, nel frattempo, iniziereste a vedere delle differenze, a causa di una minaccia terroristica esterna ci sarebbe meno xenofobia, e senza i suoi effetti l'elezione di un politico simile a Donald Trump sarebbe meno probabile.
L'ultradestra esisterebbe comunque a causa dell'immigrazione e della globalizzazione, e potete aspettarvi che in futuro venga eletta una figura simile a Trump, perché i problemi di lunga data in questa TL non verrebbero influenzati.
L'amministrazione Bush sarebbe priva di eventi, egli sarebbe ricordato più per le riforme dell'istruzione che per le guerre in Medio Oriente.
Anche la crisi finanziaria ci sarebbe comunque, soprattutto perché faceva parte del ciclo naturale di boom e crolli e non aveva quasi nulla a che fare con l'11 Settembre.
Parte 3: il resto della storia.
La Primavera araba ci sarebbe comunque in questa TL, il motivo principale è che la classe dei vecchi dittatori come Saddam, Assad e Gheddafi era composta da antiquati resti della Guerra Fredda che sopravvivevano a stento in un'era dominata da internet e nella quale non potevano affiliarsi ad una superpotenza dicendo semplicemente che stavano combattendo i Comunisti o i reazionari.
Tutto questo, combinato con una bruttissima siccità e l'aumento del prezzo del grano, risultò nella Primavera araba.
La Primavera araba e le seguenti guerre civili sarebbero comunque molto violente a causa delle interferenze americane.
Alcune persone vedono la Primavera araba come uno scontro tra democratici e regimi totalitari, ma in realtà questa era solo la punta dell'iceberg, i democratici erano solo una piccola minoranza, la maggioranza era composta da gruppi di fondamentalisti religiosi.
I democratici ottennero quasi tutte le attenzioni semplicemente perché l'Occidente li osservava attraverso una lente che li ritraeva come ribelli democratici contro dei regimi malvagi, ma non è così semplice come sembra, spesso i ribelli erano malvagi come i vecchi regimi.
In questa TL il regime iracheno cadrebbe durante la Primavera araba, facendo parte della vecchia guardia crollerebbe comunque, anche se i gruppi Islamici combatterebbero contro il governo in una guerra civile quasi identica a quella in Siria nella nostra TL.
L'ISIS probabilmente non esisterebbe in questa TL, dato che era una sintesi dei membri più psicotici di Al-Qaida in Iraq nata solo perché l'invasione americana aveva costretto il movimento alla clandestinità, uccidendone i membri più deboli.
In questa TL ci sarebbe un gruppo Islamista radicale diverso a riempire il vuoto in Iraq, se sarà più o meno malvagio non so dirlo.
Tenete inoltre in mente che col continuare a svilupparsi della seconda guerra fredda tra USA e Russia entrambe le parti sosterranno le proprie fazioni nella regione, dando il via a delle guerre per procura.
Vedremo comunque la crisi dei migranti in Europa, visto che ci sarebbero ancora guerre in Medio Oriente che spingerebbero i rifugiati verso l'Europa.
Per riassumere, in realtà il mondo non sarebbe troppo diverso se l'11 Settembre non fosse mai avvenuto, soprattutto perché i problemi che condussero all'11 Settembre esisterebbero ancora e prima o poi raggiungerebbero il punto di ebollizione.
L'unica parte del mondo a cambiare davvero sarebbero gli USA, visto che le probabilità di essere colpiti da un attentato di pari magnitudine sono abbastanza basse.

Non c'è dubbio che gli attacchi terroristici dell'11 Settembre abbiano cambiato il mondo.
Quest'anno celebriamo il 15° anniversario degli attacchi, ma da storici alternativi dobbiamo chiederci: e se l'11 Settembre non fosse mai avvenuto? Avvertimento rapido: capisco che l'11 Settembre è stato un evento traumatico e che scatena in molti forti reazioni emotive, ma per favore cercate di capire che NON sto cercando di offendere qualcuno, il mio video vuole solo far luce su come sarebbe il mondo se non fosse mai avvenuto, e anche se ho fatto delle ricerche per creare questo scenario, in fin dei conti si tratta solo della mia opinione.
Inoltre, mentre molti canali chiudono i commenti quando si parla dell'11 Settembre, per adesso io li lascerò aperti nella speranza che avremo una discussione rispettosa e ragionevole sulla storia alternativa.
Detto questo, cominciamo: senza 11 Settembre non ci sarebbero le guerre in Afghanistan e Iraq, di fatto non verrebbe mai dichiarata la guerra al terrore.
Senza la nazione che si riunisce intorno a lui per combattere il terrorismo, il Presidente George W. Bush rimarrebbe il presidente che ha perso il voto popolare e ha vinto solo tramite i Collegi Elettorali a causa di una decisione 5 contro 4 della Corte Suprema.
E così, senza molto capitale politico da spendere, dovrebbe prendere posizioni moderate su molte questioni, per paura di ritrovarsi contro gli elettori, e questo incentiverebbe maggiori compromessi nella politica americana.
Il Tea Party e Occupy Wall Street potrebbero non nascere mai, e il Libertarianismo potrebbe rimanere un'ideologia francese.
I notiziari via cavo potrebbero avere toni più pacati, il deficit sarebbe ancora un problema, ma senza spese enormi dovute alla guerra al terrore non sarebbe così grande.
Cosa ancora più importante, gli Americani Musulmani e le persone percepite come Musulmane sarebbero meno discriminate, se un gruppo Musulmano volesse costruire una moschea o un centro comunitario vicino al World Trade Center non importerebbe a nessuno.
Senza guerra al terrore l'America potrebbe avere un ruolo più attivo nei conflitti in Israele, Corea del Nord, Darfur o Somalia.
Un intervento militare è probabile in ognuno di questi posti, e senza obblighi in altre zone del mondo l'America potrebbe rendere noto il suo disappunto.
Nel 2004, se non sono avvenute importanti controversie durante il suo primo mandato, Bush potrebbe essere rieletto.
Egli non è certo stato il peggior presidente, e probabilmente fece quanto avrebbe potuto fare qualsiasi altro in quelle circostanze, e anche se la gente pensa che la guerra in Iraq fu un errore, si dimentica della richiesta pubblica di fare qualcosa dopo l'invasione dell'Afghanistan, e questo significa che le politiche interne divennero impopolari, come la legge No Child Left Behind, che all'inizio ebbe un sostegno bipartisan, perciò vedo possibile una sua vittoria nel 2004.
Va detto che le cose iniziarono a precipitare nel suo secondo mandato, eventi come l'uragano Katrina e la grande recessione offuscherebbero l'eredità di Bush e danneggerebbero le possibilità dei Repubblicani nelle elezioni del 2008.
In questa TL alternativa John McCain si troverebbe ad affrontare Hillary Clinton, e l'economia sarebbe la questione più stringente.
Se Hillary verrà eletta potrebbe cercare di offrire a Barack Obama un posto alla Corte Suprema per impedirgli di sfidarla come leader del partito.
Se McCain verrà eletto, le sue politiche moderate potrebbero mettere un cuneo fra lui e le fazioni più conservatrici del partito, soprattutto se mantenesse le sue convinzioni del 2000 contro le bandiere Confederate o i leader Evangelisti che una volta aveva definito "agenti dell'intolleranza".
Sia la Clinton che McCain dovranno affrontare una qualche fuga di notizie sulla sorveglianza di massa dei cittadini americani.
Sembrerà cinico, ma dato che la tecnologia renderà più facile comunicare e ascoltare le comunicazioni, è improbabile che il governo non provi a spiare gli Americani.
Penso che abbiate visto molto sdegno al riguardo perché gli Americani presumevano già che il governo li spiasse, confermare semplicemente questo fatto non cambiò nulla.
Inoltre, Rudy Giuliani sarebbe relativamente sconosciuto senza l'11 Settembre, e non si sarebbe candidato alla presidenza nel 2008.
Anche Michael Bloomberg non verrebbe eletto sindaco di New York.
Sarah Palin sarebbe sconosciuta al di fuori dell'Alaska, e questo vuol dire che Tina Fey dovrà trovarsi qualcun'altra da imitare.
Nel 2012 il paesaggio politico statunitense potrebbe essere così diverso che sarebbe difficile fare speculazioni plausibili su di esso.
Ma questa è solo l'America, cosa accadrebbe nel resto del mondo in questa TL? Si può presumere che gli USA avrebbero relazioni migliori con le altre nazioni, visto che non avrebbero potenziato le loro forze armate, spiato i loro alleati o proiettato la loro potenza intorno al mondo.
Russia e Cina avrebbero meno spazio di manovra nelle dispute coi loro vicini, perché gli Stati Uniti avrebbero più possibilità per contrastarle.
Saddam Hussein rimarrebbe in sella più a lungo come presidente dell'Iraq, dato che un mancato 11 Settembre era forse l'unica cosa che avrebbe impedito all'America di invadere l'Iraq nel 2003, ma potrebbe comunque cadere nel caso avvenisse la Primavera araba.
Molte delle cause di quel fenomeno esisterebbero anche senza 11 Settembre, e perciò potrebbe avvenire comunque.
Questo significa che i gruppi terroristici come l'ISIS potrebbero nascere comunque, ma le azioni dell'America dopo l'11 Settembre sono state criticate perché hanno condotto più persone verso l'Islam estremista, perciò forse i gruppi terroristici non sarebbero così forti e in Medio Oriente prevarrebbero fazioni più democratiche.
Per quanto riguarda l'Afghanistan, ben prima dell'intervento americano la guerra civile stava continuando fin dagli anni '70, quindi i Talebani sarebbero ancora al potere e in lotta contro il Fronte Islamico Unito per la Salvezza dell'Afghanistan.
Ora allontaniamoci dalla politica e dalla guerra e parliamo di economia: l'economia americana starebbe meglio senza le spese per le guerre in Afghanistan e Iraq, le corporazioni avrebbero più regole visto che senza 11 Settembre la gente potrebbe perdere fiducia a causa dello scandalo Enron e di altri esempi di ingordigia e malagestione corporativa.
L'FBI potrebbe perfino prestare più attenzione sul combattere i crimini dei colletti bianchi, e casi importanti contro le corporazioni, come quello della Citizens United, potrebbero finire diversamente, e non esisterebbero nemmeno organizzazioni come le super-PAC.
La grande recessione ci sarebbe comunque, dato che la causa di essa sarebbe ancora in giro, ma forse non sarebbe così brutta.
Più soldi nel budget americano vuol dire che potrebbero essere implementate le idee sugli aiuti agli Americani più in difficoltà.
Adesso passiamo al paesaggio culturale di un'America senza 11 Settembre.
I New York Yankees potrebbero vincere le World Series del 2001, senza 11 Settembre Randy Johnson e Curt Schilling non avrebbero una settimana di riposo, e come risultato gli Arizona Diamondbacks non batterebbero i San Francisco Giants per il titolo di divisione, i Giants perderebbero contro i St. Louis Cardinals, i Cardinals sconfiggono gli Atlanta Braves e i Cardinals perdono contro gli Yankees.
Nel frattempo Pat Tillman non lascerebbe la sua carriera nel football per arruolarsi e sarebbe ancora vivo, vedreste anche meno lodi ai soldati e ai veterani nelle partite dell'NFL, inoltre nessuno sentirebbe God Bless America agli eventi sportivi.
Molti film e spettacoli televisivi ispirati all'11 Settembre o alla guerra al terrore non verrebbero mai ideati, come Team America: World Police, United 93, Flight 93, Fahreneit 9/11 e World Trade Center.
I registi di film come Spider-Man ritrarrebbero il World Trade Center invece di rimuoverlo digitalmente.
24, Fringe, Squadra Emergenza, West Wing - Tutti gli Uomini del Presidente, Rescue Me e Battlestar Galactica non verrebbero prodotte o sarebbero molto differenti.
Il Signore degli Anelli non sarebbe così popolare senza il bisogno di escapismo, farebbe comunque molti soldi, ma non abbastanza da poter produrre tre film su Lo Hobbit.
Altri film forse sarebbero più popolari senza le controversie che li circondano, come Big Trouble - Una Valigia Piena di Guai e Danni Collaterali, perciò Tim Allen avrebbe una carriera più di successo, oppure Arnold Schwarzenegger non lascerebbe mai la carriera da attore per candidarsi a governatore della California.
Ci sarebbero anche meno remake cupi e realistici, visto che non ci sarebbero immagini costanti di terrorismo e guerra nei notiziari.
Questo significa che i film di Batman di Christopher Nolan non verrebbero mai girati, e non vedremo la strabiliante performance di Heath Ledger nella parte di Joker.
Per quanto riguarda la Marvel, Iron Man avrebbe delle origini diverse e sarebbe meno influenzato dal governo e dalle forze armate americane.
Dick Cheney probabilmente sarebbe più abile in questa TL, Stephen King non lo userebbe come ispirazione per gli antagonisti di The Dome, e altri lavori di King come La Canzone di Susannah sarebbero diversi, visto che non ci sarebbero riferimenti all'11 Settembre.
Il romanzo del 2005 di Jonathan Safran Foer Molto Forte, Incredibilmente Vicino e il film basato su di esso non nascerebbero.
Per quanto riguarda la storia alternativa la gente smetterebbe di chiedere ad S. M. Stirling perché non ha inserito riferimenti all'11 Settembre in Conquistador, ammesso che venga pubblicato.
Harry Turtledove non pubblicherebbe The Man with the Iron Heart, dato che è stato scritto in risposta al movimento contro la guerra e all'insorgenza in Iraq.
John Birmingham non scriverebbe mai la serie Axis of Time o Without Warning e i suoi sequel, dato che tutti questi libri erano pesantemente influenzati dall'11 Settembre e dagli eventi ad esso seguiti.
Lavie Tidhar non pubblicherebbe mai il pluripremiato Osama e il vecchio cliché dei terroristi che fanno saltare qualche palazzo apparirebbe raramente.
Jessica Simpson e Nick Lachey non si sposerebbero, visto che fu l'11 Settembre ad unirli, il loro reality non verrebbe prodotto ed entrambi verrebbero ricordati solo perché sono dei cantanti.
Le Dixie Chicks non verrebbero boicottate dai fan del country perché sono contro Bush.
Toby Keith potrebbe non essere così popolare senza 11 Settembre ad ispirargli le sue canzoni.
Anche la musica emo sarebbe diversa: i My Chemical Romance non nascerebbero, dato che Gerard Way ebbe l'idea di formare una band dopo l'11 Settembre.
American Idiot dei Green Day e lo show di Broadway ad esso correlato non vedrebbe la luce, anzi, i Green Day potrebbero scomparire ed essere sostituiti dai Sum 41, dai Blink-182 o da qualche altra band pop punk.
Anche Neil Young non scriverebbe la sua canzone del 2002 Let's Roll, dato che era una risposta all'11 Settembre.
La DC Comics non avrebbe mai una crisi identitaria, visto che Dan DiDio disse di essere stato ispirato in parte dall'11 Settembre, inoltre, se la DC farà un reboot della sua continuity nel 2011, questo nuovo universo sarà meno paranoico e tetro.
Frank Miller non scriverebbe mai Sacro Terrore, e Batman: Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora sarebbe leggermente differente, lo stesso Miller sarebbe una figura meno controversa nel mondo dei fumetti.
Adesso che abbiamo parlato della cultura pop, che dire della tecnologia? I blog sarebbero meno sviluppati, visto che senza il clima politicamente carico dell'11 Settembre la gente sarebbe meno motivata ad andare su internet per dire la sua.
Google News non nascerebbe, o lo farebbe in ritardo, dato che gli eventi dell'11 Settembre spinsero la gente a cercare un modo veloce per informarsi.
Il Congresso non bloccherebbe mai lo sviluppo dell'F-22, dato che riguardo alle armi continuerebbe ad avere una mentalità da Guerra Fredda.
Lo sviluppo dei droni rimarrebbe indietro, ma non si fermerebbe.
Gli aerei a controllo remoto non erano niente di nuovo, e costruirne uno abbastanza grande da avere parecchia potenza di fuoco non richiede molta immaginazione.
Con meno spese per la guerra ci sarebbe una NASA meglio finanziata, lo Space Shuttle verrebbe comunque dismesso, ma l'America avrebbe un proprio programma per sostituirlo invece di affidarsi alle navette russe o private per andare nello spazio.
Verrebbero incentivati anche i programmi per tornare sulla Luna o sbarcare su Marte.
Gli avanzamenti nelle cure per le mutilazioni e altre ferite motivate dalla Guerra in Iraq subirebbero dei ritardi, e le vite salvate da queste cure potrebbero essere perse.

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E se l'11 Settembre il quarto aereo avesse colpito il suo bersaglio?

L'11 Settembre 2001 quattro aerei vennero dirottati, tre di essi colpirono il loro bersaglio e il quarto… Beh, no.
Lo United 93 fu l'ultimo ad essere dirottato e i suoi passeggeri sapevano benissimo cosa stava succedendo riguardo agli attacchi a New York e Washington, e sapevano che sarebbero stati i prossimi, perciò come ultimo tentativo per salvarsi iniziarono una colluttazione con i terroristi per riprendere possesso dell'aereo.
L'aereo precipitò in picchiata e si schiantò in un campo della Pennsylvania.
La tragedia di quel giorno e le sue dimensioni furono tali che non si parla spesso dello schianto dello United 93, se non per via dell'atto eroico dei civili a bordo di esso, ma sarebbe potuta facilmente andare in modo molto diverso.
Lo United 93 aveva un bersaglio, ognuno degli aerei dirottati doveva distruggere un simbolo del prestigio americano: le torri più alte di New York, il quartier generale militare dell'America e un altro edificio che rimase intoccato.
E quindi, cosa accadrebbe se in qualche TL alternativa lo United 93 non venisse riconquistato dai passeggeri? E se raggiungesse il suo bersaglio? Come sarebbe stato diverso l'11 Settembre? Prima di parlare di come le cose sarebbero differenti dobbiamo parlare di una cosa, una cosa che ha determinato l'intera giornata: i piani di volo.
I quattro aerei scelti per essere dirottati avevano tutti una cosa in comune: dovevano partire tutti dall'aeroporto intorno alle 8:00.
I due aerei che colpirono le Torri Gemelle, i voli 11 e 175, partirono entrambi dall'Aeroporto Internazionale Generale Edward Lawrence Logan di Boston.
L'11 decollò alle 8:00 senza ritardi, e fu il primo ad essere dirottato, lo United 175 ebbe un leggero ritardo e partì alle 8:14, nello stesso momento in cui il volo 11 interruppe tutti i contatti.
Il volo 77 doveva decollare dall'Aeroporto Internazionale di Washington-Dulles, in Virginia, alle 8:10, ma ci fu un ritardo e decollò alle 8:20.
Il volo 11, l'unico aereo in orario, fu il primo a colpire il suo bersaglio, la torre nord, alle 8:46, seguito dal 175, che si schiantò contro la torre sud alle 9:03, e dal 77, che si schiantò contro il Pentagono circa 40 minuti dopo, alle 9:37.
Il Volo United Airlines 93 fu una storia diversa: mentre gli altri aerei decollavano e venivano dirottati, il 93 era ancora bloccato nell'Aeroporto Internazionale di Newark, in New Jersey, a causa del traffico eccessivo.
Il 93 non decollò fino alle 8:42, più o meno lo stesso momento in cui l'11 colpiva la torre nord.
A causa di questo ritardo l'aereo non venne dirottato fino alle 9:28, 30 minuti dopo che la torre sud era stata colpita.
L'elemento sorpresa era stato perso, perché erano arrivate le notizie degli altri dirottamenti, e passeggeri ed equipaggio sapevano benissimo cosa avevano in serbo i terroristi, perciò entrarono in azione.
Il 93 non raggiunse mai il suo bersaglio e si schiantò in un campo nei dintorni di Shanksville, e questo fa sorgere un'infausta domanda: e se il 93 partisse in orario come gli altri? In questa TL alternativa tutti gli aerei decollano intorno alla stessa ora: il 93 lascia Newark alle 8:00, dopo 14 minuti viene dirottato l'11 e 30 minuti dopo vengono dirottati il 175 e il 77, ma il 93 è ancora una volta il più lento di tutti, venendo dirottato circa 45 minuti dopo il decollo, presumendo che la tempistica sia la stessa.
Ciò vuol dire che verrebbe dirottato intorno alle 8:45, lo stesso momento nel quale viene dirottato il 175 e nell'esatto momento nel quale l'11 colpisce la torre nord.
Il 93 quindi inverte la rotta nello stesso momento nel quale il 77 viene dirottato, e quando la torre sud viene colpita è già sulla Pennsylvania e alle 9:10 ha già oltrepassato il campo dove si schiantò nella nostra TL.
Dato che il volo 93 è in orario, non c'è nessuna rivolta dei passeggeri, perché nessuno sa cosa sta succedendo, e quindi alle 9:30 il volo 93 si schianta contro il Campidoglio o contro la Casa Bianca, sette minuti dopo che il 77 ha colpito il Pentagono.
Ora, stiamo presumendo che il 93 venga dirottato con la stessa tempistica della nostra TL, nessuno sa davvero perché i dirottatori aspettarono così a lungo, e dato che non sono riuscito a trovare alcun motivo presumerò che il dirottamento avvenga dopo 45 minuti anche nella TL alternativa, forse hanno avuto dei ripensamenti, non lo so.
Dato che c'erano due potenziali bersagli che il 93 avrebbe potuto colpire dividerò lo scenario in due, perciò partiamo.
1) La Casa Bianca.
L'idea che ho avuto mentre facevo ricerche per questo video è che anche se queste due strutture venissero colpite, le vittime sarebbero poche, considerando che la Casa Bianca venne evacuata poco dopo che la torre sud venne colpita.
Beh… Questo era vero soltanto a metà: l'evacuazione fu eseguita in modo veramente pessimo quando venne ordinata alle 9:20, e non fu fino a dopo che il Pentagono venne colpito che gli uomini dei servizi segreti iniziarono ad urlare alle persone di uscire dall'edificio.
Anche se il 93 fu lento ad essere dirottato, sarebbe stato il primo aereo a colpire Washington invece del 77.
I servizi segreti sarebbero in allerta e riceverebbero l'allarme in anticipo, anche se di soli pochi minuti.
Alle 9:30 il volo 93 colpisce la Casa Bianca mentre si sta svolgendo l'evacuazione partita in ritardo.
Considerate le piccole dimensioni dell'edificio rispetto ad un aereo, questo viene distrutto dall'esplosione.
La maggior parte delle vittime muore all'interno dell'edificio, ma ce ne sono molte anche sul prato sud.
Nonostante il pericolo molti erano rimasti a rimuovere i pannelli che coprivano la pista d'atterraggio, nel caso così che il presidente potesse atterrare quando sarebbe tornato, ma se l'aereo fosse arrivato a bersaglio esse sarebbero diventate vittime inutili.
Cheney e altri politici d'alto rango presenti nella Casa Bianca quel giorno avrebbero avuto solo pochi minuti per fuggire verso un bunker sotterraneo.
Non è solo una tragedia umana, il simbolo della presidenza americana è stato distrutto, e invece di parlare al popolo americano dallo Studio Ovale, George W. Bush lo fa da un ufficio di fortuna da qualche parte a Washington.
Il contesto della susseguente guerra al terrore cambia, perché Bush è il primo presidente dopo secoli a non governare da quell'edificio.
2) Il Campidoglio.
Il Campidoglio non venne affatto evacuato prima che il Pentagono venisse colpito, infatti Washington non reagì fino a dopo che il volo 77 non colpì il suo bersaglio.
Alle 9:30 il volo 93 colpisce il Campidoglio e l'impatto distrugge la rotonda, che sarebbe la parte più facile da colpire, e la cupola dell'edificio crolla.
Se la cupola crollasse distruggerebbe il centro dell'edificio, ed è qui che ci sarebbe il maggior numero di vittime.
Guardando la pianta dell'edificio si nota che le due camere sono ai lati opposti, se crollasse la rotonda allora il ramo legislativo del governo potrebbe uscirne illeso.
È probabile che la maggior parte delle vittime sarebbero turisti, dipendenti del centro dell'edificio e guide, e anche se non morirebbero molte persone in questo attacco e il colpo al ramo legislativo non sarebbe grave, tutto ciò che è andato distrutto col Campidoglio diventerebbe il simbolo di una nuova America.
In termini di cambiamenti pratici la legislatura potrebbe intraprendere azioni più severe e non c'è la storia degli eroi americani che si sono sacrificati per salvare gli altri, al suo posto c'è una nazione presa alla sprovvista mentre i suoi monumenti più grandi vengono distrutti.
Una Casa Bianca o un Campidoglio distrutti sarebbero potuti essere l'evento più significativo dell'11 Settembre, rappresenterebbero come era davvero diversa l'America.
Il governo sostituisce quelli che ha perso e rimane lo stesso, ma lo spirito di quel governo cambia drasticamente rispetto alla nostra TL.
Pensate a tutto ciò che è successo dopo l'11 Settembre e immaginatelo più estremo: immaginate di crescere e di non vedere mai il Campidoglio… Ma noi il Campidoglio lo vediamo, così come la Casa Bianca.
Sono ancora in piedi semplicemente perché un aereo ha ritardato di 40 minuti.

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Dario Carcano commenta:

Se Cheney muore l'11 settembre potrebbe non esserci l'invasione dell'Iraq: gli USA si limiteranno a ripulire l'Afghanistan. Tra l'altro i delegati della Loya Jirga era per restaurare la monarchia (Zahir Shah era un fattore unificante, molto meglio degli insulsi Karzai e successori), ma l’amministrazione Bush optò per imporre quell'ex agente della CIA come loro pupazzo. Non sono del tutto sicuro che Al Gore avrebbe del tutto apprezzato Zahir Shah (gli americani non avevano fatto tutto quel casino per restaurare la visione dell'“Afghanistan Neutrale” del vecchio re), ma forse avrebbe accettato una restaurazione di facciata.

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E Federico Sangalli aggiunge:

Non concordo affatto con l’assunto dell’autore per cui gli Stati Uniti oggi sarebbe un paese più tranquillo, non perché evitare il trauma iracheno non avrebbe portato a risultati in questa direzione ma perché la cosa sarebbe stata probabilmente solo rinviata. Il problema dell’America nel 2003 non era Bush, erano le forze che lo hanno creato, così come il problema oggi dell’America non è Trump ma il sistema che lo ha generato. Tali forze sarebbero rimaste lì, all’apogeo della loro influenza mentre gli americani avrebbero continuato a pensare ancora per qualche anno di essere la superpotenza egemone del mondo. Ancora, dopo le Primavere Arabe, dopo che il Mito Neocon era già stato sepolto tra le sabbie dell’Iraq e con due conflitti ancora aperti, Washington decise di aprire un terzo teatro di conflitto (Libia) e per poco non ne aprí un quarto (Siria), il tutto con Obama come Presidente, un uomo eletto apposta con la promessa di porre fine alla guerra in Medio Oriente. In questa TL i Neocon sono ancora nella loro luna di miele post-Guerra Fredda e nel 2011 alla Casa Bianca ci sarebbe quasi certamente un repubblicano eletto nel 2008 a seguito del crash finanziario. La Primavera Araba, probabilmente estesa anche all’Iraq, avrebbe innescato una stagione di invasioni militari su larga scala. Non solo ma i repubblicani avrebbero gestito il post-2008 quindi niente Obamacare, niente aumento del salario minimo, niente Stimulus Bill. Un’America più povera, dissanguata forse da più guerre che in HL e scossa nelle sue convinzioni avrebbe potuto comunque partorire uno scenario politico instabile. Certo, la menzogna della Guerra in Iraq, giurata e spergiurata da ogni istituzione, ripetuta a reti unificate dai media, votata dall’intero arco politico e appoggiata da tre quarti del mondo intellettuale, contribuì a dare un colpo poderoso alla fiducia dell’opinione pubblica (americana ma non solo) nelle istituzioni e nel governo. Invadere il Medio Oriente con la scusa di difendere i manifestanti trucidati dai tiranni non sarebbe la stessa cosa, anche se un senso di disillusione dovuto al successivo fallimento vi sarebbe comunque (vedasi il Vietnam). Insomma, il senso di abbandono potrebbe essere meno forte e dunque la deriva populista potrebbe risultare più attenuata, almeno nella sua versione anti-sistema. Francamente penso che senza la guerra in Iraq Obama non sarebbe mai emerso, perché Barack esplose grazie alla sua opposizione alla guerra, senza di essa dovrà aspettare il 2020 prima che un’altra finestra si apra (nel 2008 c’è il vice di Gore, quattro anni dopo è troppo presto e Hillary Clinton è la candidata e vince contro il GOP dopo che la crisi economica è stata mal gestita, nel 2016 Hillary si ricandida). Potrebbe sfruttare la richiesta di un “populismo dal volto umano” ma non so se sarebbe ancora attivo politicamente per allora (come disse lui stesso nel 2017, Michelle lo avrebbe mollato se avesse fatto ancora politica). Senza l’Iraq inoltre gli USA non avrebbe distolto la loro attenzione dall’ esercitare pressioni contro Russia e Cina, dunque i problemi con queste sedie superpotenze potrebbero emergere prima.

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Ed ecco ora la grande proposta di Enrica S.:

Avete presente il film "Air Force One" del 1997, in cui Harrison Ford interpreta James Marshall, Presidente degli Stati Uniti un po' rambo che riesce a sconfiggere da solo pericolosissimi terroristi kazaki e ha un Vicepresidente donna, Kathryn Bennett, interpretata da Glenn Close? Ebbene, io mi sono chiesta: come ha fatto Marshall a diventare Presidente nel 1996? Ecco la mia risposta...

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E ora, la parola a Federico Sangalli:

Millenium Challenge 2002 per davvero

Come ben sappiamo, nel 2002 la decisione di invadere l'Iraq era stata già presa all'interno del governo statunitense, anche se formalmente l'invasione sarebbe iniziata solo la primavera successiva e in pubblico ferveva un dibattito viziato dalla mole di informazioni apertamente false, depistaggi, inganni, false piste e fumo negli occhi propinato dai vertici USA (in particolare che l'Iraq fosse un alleato di Al-Qaeda e che l'Iraq stesse sviluppando armi di distruzione di massa). Comunque sia nell'estate del 2002 il Pentagono decise di svolgere una massiccia simulazione di una (ormai data per certa) guerra tra Stati Uniti e Iraq. Tale esercitazione prese il nome di Millenium Challenge 2002 e si svolse tra il 24 luglio e il 15 agosto dello stesso anno. L'intera operazione si basava su esercitazioni dal vivo e simulazioni al computer grazie a un avanzato sistema di simulazione e in totale costò circa 250 milioni di dollari.
Lo scenario prevedeva due fazioni (i "Blu", americani, e i "Rossi", nemici, secondo lo schema classico adottato negli Stati Uniti): i blu includevano una grande flotta da invasione che avrebbe dovuto prepararsi e poi lanciare un sbarco anfibio nel giro di due settimane e detenevano una salda superiorità in fatto di mezzi, uomini e potenza di fuoco; i rossi invece controllavano un paese modellato sull'Iraq e l'Iran e aveva a sua disposizione un'aviazione scarsa e una marina insignificante. La vittoria dei blu era considerata scontata.
Fu invece un autentico disastro. Il comandante prescelto per guidare i rossi, il generale dei Marines Paul Van Riper, ottimo conoscitore dei meccanismi strategici americani, impiegò infatti una serie di tattiche semplici ma efficaci e il risultato dell'esercitazione, che doveva anche servire come test per l'impiego delle nuove tecnologie in campo militare, fu una pesante umiliazione della scuola di pensiero "tecno-nerd" da parte della cari trucchetti della vecchia scuola.
Innanzitutto la flotta blu si ritrovò con forti limitazioni di movimento perché il braccio di mare fittizio, basato sul Golfo Persico e i suoi preziosi giacimenti di petrolio, risultava molto trafficato dunque l'alto comando gli impose di mantenersi lontano dalle rotte commerciali e di disattivare alcuni sensori elettronici e sistemi di puntamento per evitare che potessero scambiare il naviglio neutrale in transito per dei bersagli. Questo però spostò la flotta d'invasione pericolosamente vicino alla costa rossa, esponendola a potenziali attacchi, ma i decisori militari non se ne curarono, convinti com'erano della loro forte superiorità bellica.
In secondo luogo, Van Riper ricorse a mezzi non tecnologici, impiegando corrieri in motocicletta per portare i messaggi tra le unità e segnali luminosi per segnalare i momenti in cui far alzare gli aerei. In questo modo la flotta blu rimase disorientata, non riuscendo a intercettare alcuna comunicazione o segnale radio. Il sofisticato sistema di sorveglianza elettronica impiegato dai blu quindi si rivelò completamente inefficace.
A questo punto i blu inviarono un ultimatum, basato sui termini di una resa incondizionata, ai rossi, con scadenza dopo 24 ore, il che però diede ai rossi la certezza di un lasso di tempo in cui i blu sarebbero rimasti in attesa. Van Riper sfruttò l'occasione per operazioni di ricognizione e, grazie ad alcune piccole imbarcazioni, riuscì a identificare la posizione della flotta blu. A questo punto, prima dello scadere dell'ultimatum, i rossi lanciarono un attacco preventivo con una salva di missili cruise. Non preavvertite da nessuna attività sospetta, le difese elettroniche della flotta furono sopraffatte dagli attacchi multipli e concentrici provenienti da varie direzioni: una portaerei, dieci incrociatori e cinque delle sei navi da sbarco furono distrutte. Approfittando del caos, Van Riper impiegò le sue piccole navi a disposizione per lanciare una serie di attacchi, anche suicidi (sulla falsariga di quanto accaduto al cacciatorpediniere Cole nello Yemen), e affondò una parte consistente dei superstiti approfittando del fatto che i radar blu non erano in grado di segnalare imbarcazioni così piccole. A questo punto della partita i blu avevano decisamente perso: non solo gran parte della flotta era andata distrutta (con un totale di perdite umane stimato in oltre 20.000 uomini) ma l'invasione era chiaramente fallita perché le forze rimaste non erano sufficienti a condurre a termine l'operazione, e tutto questo appena il secondo giorno dall'inizio dell'operazione (quando lo sbarco era previsto per il giorno 14).
Ma l'esercitazione non sarebbe finita così. L'alto comando infatti intervenne per alterare il gioco e "riequilibrarlo": la flotta blu venne riportata interamente in vita come se nulla fosse accaduto e fu ordinato di continuare anche se adesso i rossi avevano perso il vantaggio tattico e i blu sapevano dove erano le loro basi e quali erano le loro forze. Inoltre ai rossi furono imposte delle nuove regole di condotta che di fatto ne mutilavano la libertà d'azione: per esempio, fu imposto che accendessero subito i loro radar anti-aerei così da permettere ai blu di intercettare il segnale e distruggere le loro postazioni missilistiche. Quando i blu, memori della disfatta navale, impiegarono i paracadutisti, fu ordinato ai rossi di non abbattere gli aerei in avvicinamento. A Van Riper fu dato l'ordine di non adottare tattiche autonome, di non usare certi tipi di armi e persino di compiere manovre inutili al solo scopo di segnalare la propria posizione alle forze blu. Con queste inique condizioni l'esercitazione si concluse ufficialmente con uno straordinario successo della flotta blu, che annichilì facilmente la squadra rossa.
Van Riper lasciò l'incarico furibondo, accusando il Pentagono di falsare le esercitazioni per tirare l'acqua al mulino dell'amministrazione Bush e ai suoi piani di invasione dell'Iraq e in seguito sarebbe diventato un gran critico dell'occupazione del paese mesopotomatico. Il Pentagono smentì tutto, affermando invece che la simulazione aveva dimostrato che le forze armate americane erano le migliori del mondo. L'invasione dell'Iraq ci fu e fu un grande successo, grazie anche al fatto che l'esercito iracheno non disponeva delle conoscenze strategiche e tattiche di Van Riper, apparentemente validando il risultato falsato, ma gli elementi emersi durante la prima parte dell'esercitazione (la capacità di sabotare una forza militarmente superiore basata sull'alta tecnologia usando trucchi fatti in casa, la vulnerabilità di forze così esposte e con linee di rifornimento così lunghe, il vantaggio di usare unità piccole e sfuggenti nella lotta contro unità più grandi e meglio armate) si dimostrarono corretti immediatamente dopo la conquista del paese, quando i ribelli iracheni e i miliziani islamisti inflissero agli americani uno stillicidio che li trascinò alla sconfitta.

Ma la domanda è: e se invece l'invasione dell'Iraq fosse andata esattamente come descritto nella simulazione Millenium Challenge 2002? Saddam Hussein preparà meglio le sue forze dopo la Guerra del Golfo e assume consiglieri militari esperti a cui affida la difesa del paese. Nelle prime quarantott'ore di conflitto gli iracheni spazzano via con attacchi a sorpresa a basso contenuto tecnologico la flotta dei "Volenterosi" schierata nel Golfo Persico, lasciando le truppe pronte a varcare la frontiera dall'Arabia Saudita senza copertura aerea e senza supporto logistico, costringendole a un brusco halt. A questo punto che succede? Bush potrebbe cercare di paragonare l'attacco iracheno a una sorta di nuova Pearl Harbour ma, a differenza del 1941, qua la preparazione dell'attacco era visibile da mesi e tutta da parte americana. Preparare una nuova offensiva richiederebbe mesi e nel frattempo è probabile che la coalizione dei volenterosi, fondata sul presupposto della supremazia militare americana, si sfaldi davanti al disastroso insuccesso. L'umiliazione per Bush sarebbe enorme, più che Roosevelt rischierebbe di fare la figura di Jimmy Carter dopo il fallimento del raid dell'ambasciata. Saddam Hussein nel frattempo diventerebbe l'idolo del mondo arabo-musulmano, colui che ha realizzato il sogno di infliggere un'umiliante sconfitta all'odiato imperialismo americano. Se la CIA non lo ammazza prima è possibile che per la fine della Primavera Araba Saddam sia il padrone del Medio Oriente.

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Gli risponde Dario Carcano:

Come diceva il buon Gunny Highway sui marines, "Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo!".
Gli americani non sono disposti neanche per un secondo ad ammettere di avere delle debolezze, e questa presunzione l'hanno sempre pagata carissima: il Vietnam, in Iraq, in Afghanistan, e Dio solo sa dove sarà la prossima volta...

Comunque sì, in uno scenario simile Saddam sarebbe l'eroe del mondo arabo, colui che ha sconfitto il Grande Satana americano. L'Arabia Saudita e Israele perderebbero molta influenza nell'area, e forse per arginare l'ascesa dell'Iraq potremmo vedere un anticipazione dell'alleanza Tel Aviv-Ryad. Tuttavia le Primavere Arabe permetterebbero a Saddam di estendere la propria influenza sull'Egitto, magari con l'aiuto di Gheddafi; anche perché dubito che gli USA, reduci dall'umiliazione dell'Iraq, proverebbero a rimuovere Gheddafi come in HL.
Dall'umiliazione statunitense l'Europa paradossalmente ci guadagnerebbe parecchio. Una conclusione rapida del conflitto in Iraq e una Libia più stabile per la mancata deposizione di Gheddafi vorrebbe dire che l'immigrazione sarebbe molto più contenuta, e non ci sarebbe la crisi migratoria degli ultimi anni.
Magari l'umiliazione americana vorrà anche dire un ruolo più passivo di Washington nelle proteste di Euromaidan, con l'Ucraina che senza le promesse statunitensi decide di adottare una linea più morbida verso i separatisti del Donbass, prevenendo l'intervento russo del 2022. Ma quest'ultimo punto dipende molto da chi nel 2014 sarà alla Casa Bianca.

Come diceva Tom, Bush sicuramente subirà una cocente umiliazione alle presidenziali del 2004, ma contro chi? In HL John Kerry vinse le primarie democratiche perché tutti i democratici di peso, non volendo sfidare il popolarissimo Bush, non parteciparono alle primarie; ma con un Bush umiliato e impopolare le primarie dem saranno molto più affollate.
Chi vincerebbe? Vedremmo una presidenza di Hillary Clinton? O magari una presidenza Biden anticipata di sedici anni?

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Alessio Mammarella aggiunge:

Non saprei, ho il dubbio che gli americani non avrebbero accettato di perdere in questo modo. Siccome per organizzare un'altra invasione ci sarebbero voluti dei mesi (ma forse addirittura qualche anno se l'esito fosse stato così catastrofico) ho il timore che avrebbero deciso di usare le armi nucleari. Utilizzando le bombe cosiddette "bunker buster" lanciate da bombardieri a lungo raggio B-2 e B-52, l'aviazione americana avrebbe cercato di colpire i principali centri del potere iracheno.
Se quell'operazione fosse riuscita, magari con la morte di Saddam, l'Iraq sarebbe comunque scivolato nell'anarchia, considerando il livello di usura del suo sistema socio-politico. La politica americana ne sarebbe uscita ugualmente ridimensionata (e ancora più screditata visto l'uso delle armi di distruzione di massa) ma l'Iraq non avrebbe potuto approfittarne. Però a quel punto gli equilibri di potere mediorientali sarebbero diventati imprevedibili.
Se anche quella operazione fosse invece fallita, allora ancora peggio di prima...

Domanda fuori tema ma collegata: è sulle stesse basi di "Millennium Challenge 2002" che l'invasione russa in Ucraina è stata (almeno finora) un flop? Gli ucraini, conoscendo bene le tattiche russe (le loro forze armate non erano infatti che una porzione della vecchia Armata Rossa, i loro generali hanno studiato sugli stessi manuali di quelli russi e anche gli armamenti e i mezzi sono pressoché identici) e conoscendo i dettagli delle più recenti esercitazioni russe (fornite dall'intelligence occidentale) hanno potuto impiegare tattiche "alla Van Riper"?

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Federico torna alla carica:

@Dario: sicuramente un Medio Oriente mezzo dominato dagli iracheni sarebbe un Medio Oriente molto diverso. Saddam odiava Assad, i due si detestavano (sembra per vecchie rivalità tra Hussein e Assad padre su chi dovesse unificare la mezzaluna fertile in nome del Baathismo), in questo scenario è assolutamente plausibile che sia l’Iraq (e non, ufficiosamente, l’Iran) a invadere la Siria con la scusa di impedire l’affermazione dell’ISIS, installando un governo amico ed eventualmente creando pure una federazione tra i due paesi. Far fuori Assad significa guadagnare subito la gratitudine dei libanesi e rimpiazzare Damasco come protettore del Libano contro Israele. In Egitto un candidato socialista vetero-nasseriano arrivò vicino al ballottaggio, è facile immaginare una sua vittoria e conseguente allineamento del Cairo con Baghdad. I sauditi andrebbero molto in paranoia e probabilmente si seppellirebbero dietro montagne di basi militari americane. L’Iran in compenso sarebbe più calmo: la sconfitta americana proverebbe che non c’è alcun bisogno di un programma nucleare perché se ce l’ha fatta l’Iraq può farcela anche l’Iran. Non c’è nessuna alleanza tattica tra nazionalisti laici, come Ahmadinejad, e falchi religiosi, dopo Khatami viene eletto un altro moderato e Teheran rimarrà buona almeno finché Saddam non rimuoverà il suo alleato Assad. Non è impossibile che si verifichi un’intesa Teheran-Washington per contenere l’Iraq, il quale invece intratterrà ottime relazioni coi turchi (entrambi odiano Assad, entrambi non vogliono che i curdi abbiano uno spiraglio da cui proclamare l’indipendenza, ha quasi la stessa opinione su Israele, Arabia Saudita, America e Russia).
Purtroppo la storia ci insegna che le disfatte raramente insegnano agli americani la dote della prudenza e dell’umiltà, di solito restano in stato catatonico per qualche anno tormentandosi per riuscire a spiegare la propria sconfitta finché non trovano un capro espiatorio, dichiarano che l’amministrazione eletta per porre fine alla guerra è una cricca di traditori autori di una pugnalate alle spalle ed eleggono un Presidente più nazionalista di prima che torni al tavolo e punti più in alto per dimostrare che la sconfitta di prima non significava nulla. È successo con Reagan, è successo con Trump, temo succederebbe anche qua.
I democratici vincerebbero nel 2004 facendo campagna sui disastri militari di Bush ma proprio il vincere grazie a una sconfitta li renderebbe il “governo della sconfitta”, quello che è andato al potere dicendo “è ora di riconoscere che non siamo più fichi”, un messaggio impopolare. Unito alla crisi del 2007, questo farà sì che chiunque vinca nel 2004 (tre nomi possibili su tutti, oltre a Kerry: John Edwards, Al Gore e forse Hillary Clinton, con Gore che mi pare l’opzione più interessante, soprattutto se pensiamo che nel 2000 la sua preferenza personale riguardo al candidato vicepresidente era per Kerry stesso. La performance del 2008 dimostra che Joe Biden non era pronto per una candidatura alla presidenza) perda la rielezione a favore presumibilmente di un repubblicano che prometta un riscatto morale dall’apparente decadenza economica e militare in cui versano gli Stati Uniti. Le ricette economiche repubblicane avrebbero potuto trasformar la Grande Recessione in una Grande Depressione, quindi i Dem potrebbero forse tornare in auge nel 2012. Nel successivo decennio partirà la caccia allo sventura paese che dovrà prenderle per dimostrare al mondo che gli Stati Uniti sono una potenza da temere e rispettare.

@Alessio: è quello di cui avrei più timore, ma non so se gli americani arriverebbero al punto di usare le armi nucleari. Sicuramente piuttosto che rimangiarsi le menzogne accuserebbero Baghdad di continuare a produrre armi di distruzione di massa e bombarderebbero ripetutamente il paese per eliminarne le possibili fabbriche nonostante le smentite dell’ONU. È possibile che il nucleare iracheno diventi una questione simile a quella del nucleare iraniano ITTL.

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C'è un'altra proposta di Generalissimus: Dosvidanija, Vladimir Vladimirovič!

Come rimuovere Putin dalla storia della Russia contemporanea? I POD possibili per realizzare questa eventualità sono diversi! Per esempio: nella prima ipotesi, la più semplice, Boris Nikolaevič El'cin sceglie qualcun altro come suo successore.

Seconda ipotesi: il Sindaco di Mosca Jurij Michailovič Lužkov o l'ex Primo Ministro Evgenij Maksimovič Primakov riescono a sostituirsi a Yeltsin prima che Putin emerga sullo scenario politico, fermando così la sua ascesa.

Terza ipotesi: alle elezioni presidenziali russe del 2000 Putin perde contro uno qualsiasi degli altri 10 candidati.

Quarta ipotesi: Vladimir Spiridonovič Putin viene coscritto nella flotta sottomarina russa proprio come nella nostra timeline, ma per sua sfortuna viene assegnato al sommergibile Ërš, che il 22 Maggio 1931 si scontra con la nave gemella Proletarij. Entrambe le navi affondano, e se Vladimir Spiridonovič è morto, suo figlio, Vladimir Vladimirovič non nascerà mai!

Quinta ipotesi: la famiglia del giovane Vladimir Putin è talmente povera che non può permettersi di comprare un televisore o di andare al cinema, quindi il nostro non vedrà mai i personaggi degli agenti segreti interpretati da Vjačeslav Vasil'evič Tichonov e Georgij Stepanovič Žžënov. Ergo, non li prenderà mai a modello e non gli verrà mai in mente di entrare nel KGB per il desiderio di emulare le loro gesta. Nella migliore delle ipotesi, studiando legge all'università potrebbe diventare un avvocato (anche bravo), in quella peggiore, col carattere rozzo e rude che si ritrova e con la sua mancanza di scrupoli, finirebbe per fare il delinquentello di strada nei sobborghi di Leningrado.

Sesta ipotesi: durante il suo breve periodo nella sezione controspionaggio del KGB Putin viene mandato in missione all'estero, ma combina un guaio e si fa scoprire! La sua carriera al KGB è bruciata e nel luglio del 1998 il Direttore dell'FSB sarà qualcun'altro.

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Al che aNoNimo ha osservato:

Mi domando che cosa trattenga l'amico Putin da una restaurazione monarchica: Vladimir I, Zar di tutte le Russie (ed Ucraine)... [l'immagine è stata creata con openart.ai]

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Gli risponde Andrea Villa:

La mancanza di una rivendicazione legittima al trono?

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aNoNimo ribatte:

Problema risolto: Vladimir Vladimirovic sposa in seconde nozze la Granduchessa Marija Vladimirovna Romanova, una dei due pretendenti al trono di Russia, e con i suoi soliti modi spicci fa eliminare l'altro, il Granduca Alexis Andreevič Romanov, "misteriosamente" assassinato da sicari del FSB poi decorati pubblicamente dallo Zar...

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Andrea non è da meno:

In tal caso l'esito più soddisfacente, e karmico a mio parere, sarebbe una nuova Rivoluzione d'Ottobre!!

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Inuyasha Han'yō invece propone, come reazione a questa bizzarra idea zarista:

E se la NATO e il Patto di Varsavia (compresa l'URSS) si fossero fuse in un unico blocco, chiamato NHTO/СЗДО, cioè North Hemisphere Treaty Organization? Quali stati aderirebbero, successivamente, a questa nuova alleanza? E chi invece la osteggerebbe? E quanto la presenza di questo colosso influirebbe sugli equilibri geo-politici e sulle vicende successive?

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Gli risponde Findarato Anàrion:

Se NATO e PdV si fondono nella NHTO/СЗДО, penso sia abbastanza scontato che Finlandia, Svezia, Austria, Jugoslavia e Albania aderiscano ad essa. Immagino che tutti i paesi dell’Africa mediterranea (come minimo Marocco e Tunisia) sarebbero per lo meno alleati della NHTO/СЗДО. Mi sorge però un dubbio: quale sarebbe il Nemico comune? La Cina? Magari alleatasi strategicamente con l’India e che diventa egemone in Africa subsahariana?

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Si leva la voce di Perché No?:

Mi ricorda la stessa unione immaginata nel romanzo "Primavera russa" di Norman Spinrad, in cui l'URSS si è democratizzata sotto Gorbachev mentre gli USA sono diventati un paese autoritario e la UE si è trasformata in un vero Stato sovranazionale, e la corsa allo spazio è ancora attiva. Alla fine si arriva a questa situazione, e naturalmente Cina e India finiscono per allearsi con i paesi africani, denunciando quella che chiamano una "alleanza caucasica" che potrebbe tentare di imporre di nuovo il dominio dell'uomo bianco sul mondo.

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Passiamo alla bizzarra analisi di Paolo Maltagliati:

Ho l'impressione che ci sia un parallelo tra gli "imperialismi" economici moderni e l'antica Roma. Ora vi spiego che cosa intendo.

La politica economica tedesca rispetta tutti i canoni del neo-imperialismo (quello che si fa con il controllo dell’economia, piuttosto che con i soldati).

La creazione dell’Euro è stata una mossa di cecità rara da parte dei francesi e, in parte, anche degli italiani, che non hanno visto il prosciugamento progressivo della loro competitività sui mercati internazionali (e questo a prescindere dalla crisi).

La Francia si è illusa che il contentino datole a livello di prestigio diplomatico e politico potesse essere sufficiente a compensare l’abbandono di velleità competitive sui tedeschi.

L’Italia francamente non so di cosa si illudesse. Il nodo scorsoio è lento all’inizio e stretto alla fine. Forse si aspettava che la riduzione dell’inflazione potesse da sola riequilibrare il calo di competitività internazionale inevitabile.

Altro errore è stato la tendenza congenita allo splendido isolamento da parte inglese. La perfida Albione, non potendo competere sul piano meramente manifatturiero, avrebbe potuto ingerirsi con più forza sulle politiche finanziarie. E allora sì ci sarebbe stato un attacco americano all’Europa, per riportarla sui binari dell’atlantismo. Ma l’Inghilterra a preferito gettarsi in una politica sostanzialmente indecisa (se guardare ad est o a ovest).

La crisi è stato certo un fattore di “aumento di rapidità” di una tendenza alla periferizzazione dei paesi porci, ma non la causa scatenante.

Sulla questione del riarmo americano. L’America rimane una potenza, ma:

a) la sua economia non è più totalmente nelle sue mani (ma sempre più cinesi)
b) in un contesto multipolare di sostanziale confusione (che si chiarirà presto, ma per ora c’è) non sa bene come comportarsi. L’unica speranza per lei sarebbe il ritorno ad un bipolarismo (qualsiasi pur che sia). Se vogliamo fare un paragone con l’impero romano, forse siamo in epoca Adrianea, più che dopo le guerre puniche, come ho sentito dire spesso.

E un impero che non si espande più (in questo caso, con la penetrazione economica), me lo insegnate voi, è destinato a contrarsi, prima o poi.

Forse, Abbiamo diversi imperi romani adesso nel mondo, a gradi diversi di sviluppo:

America: età aureliana
Germania: 200-150 a.C.
Cina: Cesare
Russia: inizio dell’età Costantiniana
Brasile: 250 a.C.

Ovviamente quest’ultimo è un mio scherzo di fantasia, voi rideteci un po’ su...

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Invece Bhrghowidhon non ride, ma così gli risponde:

P.M.:La politica economica tedesca rispetta tutti i canoni del neo-imperialismo (quello che si fa con il controllo dell’economia, piuttosto che con i soldati).
Bhr.: Io però non vedo alcun Imperialismo (nemmeno neo-) da parte tedesca; mi pare pura economia classica. Con questi mezzi non mi pare che si controlli alcunché, tant'è vero che né Russia né Cina se ne sentono affatto minacciate e le rappresentazioni che ne vengono fatte in Italia e nella sua Metropoli americana sono funzionali a una narrazione politica completamente autonoma dalla realtà; come controllo, sia dell'economia sia della cultura sia coi soldati, vedo sempre e solo quello statunitense in forme "occidentali" globalizzate: tutti gli indicatori mostrano sempre e solo rimodellamento sull'America in ogni suo aspetto.

P.M.: La creazione dell’Euro è stata una mossa di cecità rara da parte dei francesi e, in parte, anche degli italiani, che non hanno visto il prosciugamento progressivo della loro competitività sui mercati internazionali (e questo a prescindere dalla crisi).
Bhr.: Certo che se quando i Paesi Arabi chiedono di entrare nell'Euro c'è il veto statunitense non si va lontano... L'ingenuità è stata di credere di poter iniziare una costruzione alternativa all'unico attuale Candidato all'Iperimpero.

P.M.: La Francia si è illusa che il contentino datole a livello di prestigio diplomatico e politico potesse essere sufficiente a compensare l’abbandono di velleità competitive sui tedeschi. 
Bhr.: I contentini hanno la stessa validità geopolitca delle discussioni sulla 'natura' di Maometto negli scontri interni all'’Islām, ma il nodo sostanziale riguarda la proiezione strategica (Eurafrica per la tradizione statale francese e la sua filiale governativa ultramontana, Eurasia chiaramente per la Geopolitica tedesca).

P.M.: L’Italia francamente non so di cosa si illudesse. Il nodo scorsoio è lento all’inizio e stretto alla fine. Forse si aspettava che la riduzione dell’inflazione potesse da sola riequilibrare il calo di competitività internazionale inevitabile.
Bhr.: Sui tassi di interesse dei Titoli di Stato ha avuto un effetto virtuosissimo, ma l'Italia non mi risulta che esista come Stato Sovrano, era un Protettorato statunitense dal 1945 e dopo il 1991 è stato retrocesso a Colonia (nome comune), quindi gli unici progetti possibili in una Colonia sono i diversi modi alternativi di depredare i proprî conterranei con la protezione della Metropoli e contrattando clientelisticamente il tributo...

P.M.: Altro errore è stato la tendenza congenita allo splendido isolamento da parte inglese. La perfida Albione, non potendo competere sul piano meramente manifatturiero, avrebbe potuto ingerirsi con più forza sulle politiche finanziarie. E allora sì ci sarebbe stato un attacco americano all’Europa, per riportarla sui binari dell’atlantismo. Ma l’Inghilterra a preferito gettarsi in una politica sostanzialmente indecisa (se guardare ad est o a ovest)
Bhr.: Dopo aver ceduto l'Impero, cosa avrebbe potuto fare?

P.M.: Sulla questione del riarmo americano. L’America rimane una potenza, ma la sua economia non è più totalmente nelle sue mani (ma sempre più cinesi)
Bhr.: La finanza è per il 90% controllata dalle Dieci Banche

P.M.: in un contesto multipolare di sostanziale confusione (che si chiarirà presto, ma per ora c’è)
non sa bene come comportarsi. L’unica speranza per lei sarebbe il ritorno ad un bipolarismo (qualsiasi pur che sia).
Bhr.: Lo ha già deciso: l'Occidente contro tutti gli altri (la N.A.T.O. eurasiatica: l'America dentro, la Russia e la Cina fuori, la Germania, l'India e i Paesi ’Islāmici sotto)

P.M.: Un impero che non si espande più (in questo caso, con la penetrazione economica), me lo insegnate voi, è destinato a contrarsi, prima o poi. 
Bhr.: Però si espande: il progetto di Brzeziński di annettere la fascia dal Marocco al Turkestan è in piena fase attuativa

P.M.: Forse, Abbiamo diversi imperi romani adesso nel mondo, a gradi diversi di sviluppo:
Germania: 200-150 a.C.
Bhr.: Se teniamo buona la data, la Germania è la Provincia di Macedonia più che Roma.

P.M.: Cina: Cesare
Bhr.: retrodaterei a prima delle Guerre Puniche

P.M.: Russia: inizio dell’età Costantiniana
Bhr.: significherebbe che sia superiore all'America!

P.M.: Brasile: 250 a.C.
Bhr.: a quella quota opterei per l'identificazione con l'Ager Gallicus anziché con l'Urbe...

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Cè anche spazio per la geniale idea di MorteBianca:

Tutte le Torri

Prime Torri: Quando Sir Walter giunse nella futura baia di New York, trovl uno spiazzo perfetto dove costruire il primo insediamento permanente inglese, che verrà chiamato Ronoake. Il problema di questo insediamento è che non è su terreno vergine. I coloni infatti si piazzano proprio attorno a due lunghissimi totem eretti in mezzo al nulla nella baia. I due totem, scopriranno in seguito parlando con gli indigeni locali, simboleggiano che quella è una terra di sepoltura, e per tal motivo loro non hanno mai eretto nulla in quella baia. I coloni però non si cureranno della cosa ed anzi finiranno per abbattere i due totem per ottenere due tronchi molto spessi. Questo primo gesto ha dato benzina alle speculazioni giornalistiche e di scrittori, considerato come una sorta di atto "dannante" per la futura New York e per il ground zero.

Seconde Torri: La colonia di Ronoake successivamente erigerà due colonne, più grandi dei due Totem. Quando però Sir Walter partirà per ottenere nuovi rifornimenti, egli vedrà la colonia per l'ultima volta. Al suo ritorno infatti la colonia sarà totalmente deserta, abbandonata da un bel po', priva di segni di combattimento e soprattutto le due enormi colonne sono svanite. Solo una parola, "Croatoan", viene ritrovata scritta su una parete. Cosa è successo? Numerose sono le speculazioni, tra chi dice che i nativi abbiano distrutto la colonia come vendetta verso i coloni e chi dice che il terreno era maledetto.

Terze Torri: Un gruppo di pellegrini puritani, decisi a creare una colonia adatta alla loro ideologia, decide di andare sul sito della ex Ronoake (ormai abbandonato) e lì fondano la colonia di Plymouth. Questa colonia era caratterizzato da un rigidissimo moralismo protestante, da una buona dose di razzismo e ovviamente l'immancabile nazionalismo. Plymouth costruì due enormi colonnati sul sito delle due famose torri, ancora più grandi ancora, allo scopo di "cristianizzare" e benedire terreno da loro considerato maledetto. E sarà su questi due colonnati che si succederanno punizioni ed infine i roghi durante la terribile caccia alle streghe. Questa caccia avrà il suio culmine durante i famosi Processi di Plymouth, con i quali vennero arsi così tanti roghi che incredibilmente la pietra stessa perse la propria integrità strutturale e crollò. C'è chi sostiene che le due torri siano crollate perché maledette da tutte quelle streghe, c'è invece chi dice che sia stato Dio in persona per fermare lo scempio fatto in suo nome. C'è invece chi sostiene che si sia trattato di un semplice caso di chimica. In ogni caso, Plymouth fu una spedizione fallimentare, la colonia (anche a causa del suo fondamentalismo e dell'ostilità ai nativi) fu sempre minuscola e dalla popolazione costantemente a rischio di collasso.

Quarte Torri: La città venne quindi ceduta con tutto il suo circondario alla Compagnia Olandese delle Indie Occidentali. Le province unite riuscirono ad investire nella crescita della città, ribattezzata New Amsterdam e caratterizzata da tolleranza religiosa e da una ondata migratoria notevole (ebrei compresi). La città tornò in vita e fiorì, e per coronare tutto questo vennero costruire due Torri di guardia (più grandi delle precedenti) sempre a Ground Zero. Le due torri saranno sfortunatamente distrutte durante la guerra Anglo-Olandese, quando la colonia diventerà possesso Inglese.

Quinte Torri: La colonia abbandonata dagli inglesi ritorna in mano agli inglesi, che la ribattezzano New York e ne fanno un centro nevralgico sia commerciale sia industriale, così tanto che la città diventa la più grossa in tutto il Nord America a furia di migrazioni. Per celebrare la nuova occupazione due nuove torri di guardia ancora più lunghe vengono costruire a Ground Zero. Giusto un tempo per vederle distrutte di nuovo durante la Guerra d'Indipendenza Americana, durante la quale New York (proprio per la sua posizione strategica) venne occupata dagli inglesi e durante la battaglia di Long Island una cannonata deviata abbattè la prima torre, che crollò sulla seconda. Il neonato governo americano si installò per un breve periodo a New York, e poi costruirono due nuove, lunghissime torri, che per l'epoca erano tra gli edifici più grandi. Per mancanza di materiali dovettero fare abbondante uso di legname.

Seste Torri: Le due torri vennero coinvolte nel Grande Incendio di New York del 1835, venendo totalmente distrutte. Il governo finanziò la costruzione di due torri (questa volta con il meglio della tecnologia anti-incendio). Le due torri svettarono fiere come segno di ottimismo americano. La loro fine è considerata la più strana ed evitabile: durante la guerra civile non ci furono interventi degni di nota del Sud a New York per ovvi motivi, ma ci fu una grandissima rivolta contro la Leva (mossa principalmente da migranti tedeschi e irlandesi). Questa fu la più grossa rivolta esclusa la stessa guerra civile che l'America abbia mai dovuto affrontare. Diversi edifici vennero arsi fino alle fondamenta. Stesso destino fecero le due torri: l'incendio infatti venne metodicamente aumentato dai rivoltosi con mezzi di fortuna, fino a vedere le due crolli tracollare. La cosa fu usata come giustificazione propagandistica dal governo americano e, sedata la rivolta, Lincoln promise la ricostruzione delle due torri, ancora più grandi di prima e più ignifughe che mai.

Settime Torri: La ricostruzione delle due Torri fu estremamente rallentata: la morte del presidente Lincoln, l'instabilità successiva, problemi ai lavori resero Ground Zero una sorta di "maledizione perenne" agli occhi dei Newyorkesi, che iniziaorno a convincersi che le due torri fossero destinate comunque a crollare. I lavori vennero avviati, interrotti, riavviati di nuovo pagando ogni volta le penali per le interruzioni italia style. Tuttavia, durante i primi decenni del novecento con l'ondata di industrializzazione e il boom dei grattacieli, New York venne colta da un'ondata di ottimismo e ricchezza. E Ground Zero in questo clima venne finalmente ricostruita: due Torri che all'epoca erano le più alte in assoluto, un segno di ottimismo e di resilienza. "Voi distruggete, noi ricostruiamo" dice l'America a tutti i suoi nemici. Le settime torri ebbero la fine più misteriosa dopo le seconde. Crollarono durante la seconda guerra mondiale, quando una notte vennero viste nel cielo delle strane luci. L'artiglieria anti-aerea, già in paranoia per il timore di un attacco giapponese (ad oriente) o italiano-tedesco (a occidente) iniziò a sparare. L'oggetto però evitò agilmente tutte le esplosioni, che finirono invece per colpire le due Torri che si trovavano là sotto, e crollarono. Fu l'unica perdita effettiva a New York in tutta la guerra. Cosa è successo? Le speculazioni furono selvagge come al solito. C'è chi sostiene la pista aliena (la Battaglia di New York), c'è chi sostiene che quello fosse un pallone sonda e gli americani si siano sparati da soli per niente. C'è chi dice che si trattava dei famosi "Ufo nazisti", ed infine c'è chi dice che un sottomarino italiano sia arrivato a New York e abbia sabotato le due torri usando dei giochi di luci come distrazione. La verità non è mai venuta a galla.

Ottave Torri: I Newyorkesi iniziarono ad odiare il concetto stesso di due torri gemelle a Ground Zero, e si diffuse un movimento che chiedeva invece di costruire un parco o qualcos'altro che non potesse crollare. Ma il governo americano decise di costruire due nuove torri, rendendole un importante centro imprenditoriale e commerciale. Un nuovo simbolo del dominio americano. Queste torri videro tutta la guerra fredda, la videro finire e durarono ancora a lungo, fino all'11 Settembre del 2001, quando militanti di Al Quaeda (organizzazione terroristica nata da ex miliziani fondamentalisti islamici finanziati dagli USA in ottica anti-Sovietica) dirottarono due aerei (tra gli altri) e distrussero le due torri per spezzare l'orgoglio americano. Solo che questa volta ottennero l'effetto opposto. Gli Americani stavolta non si "stufarono", bensì chiesero a gran voce la ricostruzione, mentre i politici americani usarono l'atto come scusa per iniziare una lunga guerra alla ricerca del petr... del terrorismo, volevo dire del terrorismo.

None Torri: le nuove Torri erano, di nuovo, le più alte dell'epoca. In effetti ogni collasso è stato (fortuna nella sfortuna) occasione per gli Stati Uniti di battere architettonicamente i suoi rivali e detenere il record. Le due Torri erano più alte che mai, e vennero costruite con gli ultimi ritrovato di tecnologia anti-sismica e di resistenza ad impatti potenti, anche se ogni architetto del mondo chiarì che due torri (soprattutto così alte) non possono rimanere immuni da un secondo attacco aereo. Secondo attacco che puntualmente avvenne nel 2015, quando l'ISIS (ex costola di Al Quaeda fusa con altri elementi fondamentalisti indipendenti dalla stessa), nuova formazione terroristica ancora più estrema e ancora più violenta, mandò una squadra di miliziani ad infiltrarsi alle torri. Lì, con ingredienti casalinghi, costruirono esplosivi e nel corso dei mesi riempirono le fondamenta dell'edificio per poi farli saltare in aria. Le due torri crollarono di nuovo, e questa volta crollarono "intere", coinvolgendo diversi edifici attorno. Fu la strage più grave di tutta la storia americana.

Ultime Torri?: Si ritiene che il crollo delle none torri sia ciò che ha determinato la vittoria di Donald Trump e della sua retorica anti-Islam. Trump promise la ricostruzione delle due torri, più alte e potenti che mai, e promise che le avrebbe fatte costruire a tempo record. Ma gli americani ora erano davvero stanchi, le torri erano di nuovo proclamate così alte da essere un costo notevolissimo per le finanze americane, gli architetti iniziarono a temere che si fosse raggiunto un tetto concettuale e che torri più alte delle none sfidassero il concetto stesso di stabilità architettonica. La gente che viveva attorno a Ground Zero annunciò che in caso di costruzione di nuove Torri si sarebbero immediatamente trasferiti facendo causa al governo. Trump come in molte cose promise, ma non fece. Quanto a Biden, temporeggiò per tutta la sua presidenza. Ground Zero rimase un cantiere perennemente aperto. E chi potrà ricostruirlo? Biden non l'ha fatto e, se vince di nuovo, è improbabile che lo faccia. Trump è uguale (anche se promette che le costruirà in soli due mesi). Che dire dei loro rivali? I Verdi vogliono costruirci un parco. Ron de Santis afferma di voler costruire non due, ma TRE torri con tecnologia anti-atomica. Infine Kamala Harris intende costruire al solito due torri, più alte che mai. Sia come sia, i politici parlano, ma le Decime Torri non sono state ancora erette, e sono in molti a chiedere che venga invece costruito un monumento a tutti i caduti: accidentali e voluti, in guerra o pace, in quel luogo che ormai è di vera e propria sepoltura per generazioni di americani, da ben prima che nascesse anche la parola America.

MorteBianca

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Chiudiamo per ora con queste nuove ucronie tradotte per noi da Generalissimus:

E se Pablo Escobar fosse diventato presidente della Colombia?

Buongiorno a tutti, cari abbonati e spettatori, oggi andiamo in Colombia per uno scenario su uno dei criminali più conosciuti al mondo.
Allora, se come me avete visto la serie Narcos, dovete sicuramente conoscere Pablo Escobar.
Pablo Escobar fu, tra le altre cose, uno dei trafficanti di droga più influenti della storia, negli anni ’80 controllava la quasi totalità del traffico di cocaina verso gli Stati Uniti e, per inciso, era uno degli uomini più ricchi del mondo.
Pablo fu un po’ più intelligente dei suoi colleghi baroni della droga, perché dedicò una parte della sua fortuna mal ottenuta alla costruzione di alloggi per i poveri.
Costruì anche ospedali, scuole e organizzazioni sociali che gli assicurarono prima di tutto una popolarità enorme nella sua regione natale di Medellín, perché le popolazioni povere della Colombia lo consideravano a torto una sorta di Robin Hood, di salvatore del popolo, cosa che ovviamente non era.
Beh, in effetti se fai esplodere un aereo pieno di passeggeri solo per ammazzare una singola persona non sei affatto un Robin Hood, ma solo uno stronzo.
Un aspetto meno conosciuto della sua vita, però, furono le sue ambizioni presidenziali.
Sì, avete capito bene, quel criminale, uno dei più grandi trafficanti di cocaina di tutti i tempi, voleva essere presidente della Colombia, e anche se non riuscì mai ad essere presidente, nel 1982 riuscì lo stesso ad essere eletto deputato della Camera dei Rappresentanti, cosa che all’epoca gli conferì l’immunità diplomatica totale mentre controllava più del 70% del traffico mondiale di cocaina, almeno fino a quando la sua candidatura non venne invalidata da un tribunale per il finanziamento illegale della campagna.
Ma dove aveva trovato tutto questo denaro? Ma che domande! Solo che le cose sarebbero potute andare diversamente, per rimanere deputato Pablo avrebbe potuto annegare o uccidere qualche persona come aveva l’abitudine di fare, e restando deputato continuando al contempo il traffico di droga, Escobar vedrebbe crescere la sua popolarità grazie ai suoi investimenti per i poveri, e alla fine avrebbe corso per la presidenza della Colombia.
Oggi andremo a dare un’occhiata al seguente scenario: e se Pablo Escobar fosse stato eletto presidente della Colombia? Ma avrebbe potuto vincere? Eh, ma sì, altrimenti non avrei fatto questo video, però avrebbe sicuramente incontrato un’opposizione politica feroce sia delle élite politiche della Colombia che degli Stati Uniti, ma la sua popolarità fra le popolazioni povere della Colombia, che erano molto numerose, sarebbe potuta aumentare ancora se avesse fatto investimenti su scala nazionale.
Per farsi eleggere avrebbe dovuto soprattutto uccidere un po’ meno persone, perché questo sarebbe diventato piuttosto difficile da nascondere.
Avrebbe potuto vincere le elezioni del 1982? No.
Ma quelle del 1986? Perché no? Per spiegare il fatto che un criminale avrebbe potuto arrivare alla testa dello stato bisogna misurare l’estensione della presa che Escobar aveva sul paese.
Al suo apogeo, Escobar aveva sul libro paga diverse migliaia di giudici, di politici e di poliziotti, quelli che non coopereranno si esporranno a delle rappresaglie estremamente sanguinose nei confronti loro e allo stesso tempo delle loro famiglie.
D’altro canto, la sua fortuna colossale, che era una delle più grandi del mondo, gli permetterà di comprarsi le popolazioni povere.
La classe politica sarebbe tenuta sicuramente al guinzaglio, e parlare male di Escobar sarebbe spesso sinonimo di morte.
Schiacciando così tutta l’opposizione, Pablo terrebbe il paese sotto una cappa di piombo, tuttavia una campagna presidenziale di Escobar avrebbe incontrato tutte le opposizioni possibili.
I suoi oppositori, soprattutto gli Stati uniti, avrebbero fatto di tutto per screditarlo cercando di collegarlo direttamente o indirettamente al traffico di droga.
Ma adesso prendiamo ad esempio Pedro, un contadino che vive da più di 20 anni in un quartiere degradato di Bogotá: per mancanza di mezzi o di buona volontà, il governo non ha mai fatto niente per migliorare la condizione sua e delle sua migliaia di altri concittadini.
Di colpo un anno Pablo Escobar si mette a donare case gratuite a tutti e Pedro vota Pablo Escobar da una parte perché gli ha regalato una casa nuova e dall’altra perché il governo colombiano non ha mai fatto niente per trattarlo da criminale.
Reazione logica: Pedro sostiene Pablo.
Quindi partiamo dal principio, in questo scenario la forte mobilitazione popolare a favore di Escobar riesce a porre fine all’opposizione internazionale e all’opposizione dei politici colombiani, eleggendo dunque un noto criminale alla testa del paese.
L’elezione di Escobar non viene accettata molto molto bene a livello della comunità internazionale, soprattutto dagli Stati Uniti, che a proposito sono le prime vittime del traffico di droga.
Ogni mese 70-80 tonnellate di cocaina vengono inviate negli Stati Uniti, il governo Reagan decide di mettere fine al traffico di droga che terrorizza abbastanza la casalinga statunitense con mezzi piuttosto… Brutali.
I poliziotti attaccano i trafficanti, i trafficanti rispondono e di conseguenza il sangue scorre per le strade statunitensi.
Adesso immaginiamo la reazione di Ronald Reagan nell’apprendere che Pablo Escobar, che è la fonte di tutti i suoi problemi, ha ormai vestito gli abiti di presidente colombiano.
Uno degli scenari possibili sarebbe un intervento militare statunitense.
Un po’ similmente all’intervento degli Statunitensi a Panama nel 1989 per deporre un dittatore, l’esercito potrebbe essere inviato in Colombia per destituire il Presidente Escobar appena eletto.
La Colombia, però, anche se è un paese povero, non è allo stesso livello di Panama, l’esercito è comunque potente, e se si parte dal principio che Escobar dispone del sostegno popolare allora questo rende le cose molto più difficili, ma anche col sostegno popolare Escobar non sarebbe riuscito a rimanere per lungo tempo al potere.
Se l’esercito statunitense non viene inviato, allora il mondo intero emanerà delle sanzioni contro la Colombia sia a livello economico che diplomatico, portando così il paese al fallimento e ad un isolamento internazionale che potrebbe durare per molto tempo.
Alla fine avrebbe potuto esistere una possibilità per Escobar di mantenersi al potere, ovvero arrestare completamente il traffico di droga e fare un patto contro il Comunismo con gli Stati Uniti.
Non sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti scendono a patti con un dittatore brutale, e fra i Popov e un trafficante di droga che non traffica più droga la scelta è presto fatta.
Escobar avrebbe dunque potuto rimanere alla presidenza e diventare uno dei numerosi dittatori brutali che hanno plasmato la storia dell’America del Sud, e continuare con i suoi metodi da cartello per mettere la museruola ai suoi oppositori politici.
Tuttavia, anche con un patto contro il Comunismo, gli Stati Uniti non dimenticheranno completamente il disordine che Escobar ha causato nelle strade delle città americane, e dopo la caduta del blocco orientale nel 1991 Escobar verrà abbandonato molto rapidamente dagli Stati Uniti.
In risposta alle sanzioni poco dopo la sua elezione, Escobar sarebbe potuto anche entrare in un confronto con gli Stati Uniti e utilizzare per esempio mezzi e personale militare per far transitare ancora più droga verso gli Stati Uniti, provocando così caos, guerre fra bande e morti in tutte le città americane.
La Colombia sarebbe potuta dunque diventare un narco-stato la cui economia sarebbe stata sovvenzionata dalla droga.
Di fronte a così tanta agitazione sociale provocata dalla droga, gli Stati Uniti saranno costretti ad intervenire, e dopo una breve guerra con l’esercito colombiano che farà numerose vittime fra le due parti, Escobar si ritirerà nella giungla per guidare una guerriglia.
Egli finirà fatalmente per farsi uccidere dall’esercito degli Stati Uniti, che installeranno un dittatore o un presidente al loro soldo in Colombia.
Questo avvenimento potrebbe incitare l’esercito statunitense ad intervenire in maniera più preventiva nei conflitti semplicemente per impedire che questo genere di situazione non si replichi.
Il traffico di droga verrà presto ricostituito e continuerà allo stesso livello di prima.

 

E se la Guerra alla Droga non ci fosse mai stata?

Oggi negli Stati Uniti si pensa molto raramente alle origini dei problemi che abbiamo di fronte: la militarizzazione della polizia, la forte criminalità nelle aree urbane, l'enorme popolazione carceraria e la violenza in America Latina.
Dato che la mentalità collettiva è a breve termine molti accettano questo stato di cose come la normalità, ma è sempre stato così? Beh, no.
Infatti questi problemi sono assolutamente recenti e sono nati da un singolo evento: la Guerra alla Droga.
La Guerra alla Droga non è solo un'azione del governo contro la droga, nel corso dei decenni è cresciuta fino a dominare molti aspetti della vita americana e condusse ad un cambiamento nel modo in cui gli Stati Uniti vedevano i loro cittadini.
Questo video mira a mettere la Guerra alla Droga in prospettiva, non saprete quanto è stata influente finché non sarà finito.
Perciò in questa occasione ci chiederemo: e se la Guerra alla Droga non ci fosse mai stata? In una TL alternativa gli USA non utilizzano una strategia draconiana per eliminare l'uso di droghe, quanto cambierebbero il nostro paese e, di fatto, l'intero emisfero? Ma prima, un po' di storia, se volete andare direttamente allo scenario, cliccate sul carcerato.
La Guerra alla Droga è un conflitto statunitense durato quattro decenni, condotto in patria e all'estero nel tentativo di eradicare l'uso di droghe, il suo obiettivo principale era diminuire la circolazione di droghe e l'impatto di esse sulla società americana.
Non si esacerbò fino alla fine degli anni '80, quando l'obiettivo passò dalla riabilitazione alla punizione dei consumatori di droga, in seguito a ciò la Guerra alla Droga prese una svolta fondamentale.
All'inizio il termine "Guerra alla Droga" era metaforico, come il termine "Guerra alla Povertà", ma presto divenne un conflitto vero e proprio, con veri spargimenti di sangue.
Il governo iniziò ad arrestare i possessori e gli spacciatori di droga, costringendo il commercio di droga alla clandestinità e alla distribuzione sul mercato nero.
Negli anni '80 fecero fortuna i Cartelli messicani e i signori della droga latinoamericani, che si spartirono il continente e trassero profitto dalla vendita di cocaina, marijuana, eroina e tutte le altre droghe, proprio come fece Al Capone durante il Proibizionismo.
I loro clienti più importanti, ironicamente, furono gli Americani, infatti negli USA le droghe erano illegali.
La Guerra alla Droga si intrecciò con le guerre politiche e sociali che attraversavano Panama, Colombia e Messico.
Pablo Escobar si fece un nome come re della cocaina e usò la sua ricchezza per stabilire il suo dominio sulla Colombia.
Nel 2006 il Messico dichiarò guerra ai Cartelli e inviò l'esercito contro le gang, dando il via ad una guerra che dura da un decennio nella quale sono morte 100.000 persone e i Cartelli sono più forti che mai.
Oggi il Messico è afflitto dalla corruzione e dalla violenza, il suo governo è a malapena capace di controllare il territorio.
Per farla breve, la Guerra alla Droga è stata un fallimento, anche se si è moralmente contrari alla droga è evidente il fatto che la strategia americana non sta funzionando.
La forza bruta e l'aggredire il problema con un bastone non hanno aiutato nessuno, l'uso di droga tra i giovani è in aumento, i narcotici illegali sono ancora poco costosi e il crimine è ancora dilagante, non hanno fatto sì che la società si allontanasse dalle droghe, le ha solo costrette alla clandestinità, alimentando la violenza nel processo.
E quindi, se la Guerra alla Droga non fosse mai iniziata, quali sarebbero gli effetti sociali e politici in questa TL alternativa? Ecco uno scenario: l'obiettivo originario della Guerra alla Droga era diminuire e impedire l'uso di droga tra la popolazione americana.
In questa TL alternativa il governo potrebbe ancora farlo, ma usando mezzi diversi.
Per combattere gli effetti della droga sulla società non ci sarebbe bisogno di scatenarsi contro i tossicodipendenti, questo non aiuterebbe nessuno.
Arrestare i tossicodipendenti invece di curarli crea una nuova società di criminali.
Se un tossicodipendente viene arrestato e passa del tempo in carcere a causa del possesso di droga gli sarà quasi impossibile trovare un lavoro adeguato in futuro, e per via di questo non potrà progredire e si rivolgerà al crimine per ottenere denaro e alimentare la sua dipendenza.
La Guerra alla Droga creò così più crimine, dato che i cittadini diventavano criminali dopo essere stati incarcerati e non avevano alternative.
In questa TL alternativa gli Stati Uniti non incarcerano automaticamente i tossicodipendenti per il possesso di droga, e questo cambia quasi tutto.
Non incarcerando le persone per il possesso di droga la popolazione carceraria degli Stati Uniti non cresce fino a diventare la più grande del mondo.
La Guerra alla Droga creò la moderna forza di polizia militarizzata che scatena tanti dibattiti nella società odierna, che però in questa TL alternativa è assente.
Le irruzioni in casa, le perquisizioni e altre azioni probabilmente incostituzionali non ci sarebbero.
Senza dure leggi contro la droga da far rispettare e il crimine da combattere da esse derivate la polizia sarebbe molto diversa in questa America alternativa.
Non è facile predire come apparirebbe, ma presumo che ci sarebbero meno tensioni tra il pubblico e la polizia, e le aree urbane sarebbero più prospere.
Nella nostra TL i giovani neri e latinoamericani hanno più probabilità di essere perquisiti e incarcerati per accuse relative alla droga.
Di solito i giovani, quando escono di galera perdono l'opportunità di migliorare le proprie esistenze, e questo crea una cultura del crimine perpetua, che danneggia l'unità delle famiglie e crea molti dei problemi che vediamo oggi tra le popolazioni urbane.
Rimuovere la Guerra alla Droga non renderebbe tutto rose e fiori nelle città, ma migliorerebbe drasticamente la situazione, con meno attività delle gang legate alla droga e meno violenza in generale.
In questa TL alternativa la situazione politica del Messico sarebbe molto diversa.
Non c'è modo di prevedere se il paese sarà assolutamente stabile, dato che il Messico non è mai stata una delle nazioni più stabili, ma la situazione migliorerebbe di molto.
I Cartelli non si spartirebbero il paese facendosi la guerra l'uno con l'altro, il governo non sarebbe così corrotto e la gente non finirebbe nel fuoco incrociato.
Questo porterebbe a maggiori opportunità economiche e a meno immigrazione negli Stati Uniti.
In America Latina la violenza in Colombia non crescerebbe a causa della produzione di cocaina, in effetti non ci sarebbero varie operazioni condotte in America Latina.
La Guerra alla Droga, però, sotto alcuni aspetti fu utile, in questa TL alternativa l'uso di cocaina ed eroina non scenderebbe del 40%.
In questa TL alternativa potrebbe esserci comunque uno sforzo del governo per eliminare l'uso di droga, ma lo farà in modo più intelligente e responsabile e meno violento.
Se in questo scenario alcune droghe saranno legali è difficile da dire, ma sicuramente verranno implementati dei programmi per insegnare la responsabilità nell'utilizzo di tali droghe.
Pensate alle pubblicità contro la guida in stato di ebrezza e il fumo, ma con protagonista la marijuana.
Non è importante andare nei particolari, quello che è importante è che non ci sarebbe una Guerra alla Droga in senso letterale.
Se il governo avesse tentato di aiutare i tossicodipendenti e di combattere l'epidemia attraverso l'educazione e altri metodi, forse le cose avrebbero preso una strada diversa.
Non lo sapremo mai con certezza, questo è solo uno scenario dei migliaia possibili.

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E se la Grande Recessione non fosse mai avvenuta?

La crisi finanziaria del 2008 è stata una di quegli strani eventi nella storia che molte persone sanno essere importante ma non hanno molto chiaro il perché o il come, ma in molti modi il 2008 è ancora con noi e i suoi effetti sono ancora in giro nel mondo moderno, perciò questo video si farà la domanda: e se la crisi del 2008 non si verificasse mai e se il più grande collasso economico tra la Grande Depressione e il COVID non avvenisse mai? Questa è la domanda di questa ucronia.
Parte 1: come avvenne la crisi?
La domanda su cosa diede inizio alla crisi finanziaria del 2008 è complessa, perché a molta gente piace fare i nomi dei suoi vari oppositori politici, e ogni persona coinvolta si merita un certo grado dell’odio che riceve.
Sì, tra le altre cose furono la sfrenata avidità da parte delle banche e politiche governative stupide a creare la crisi, ma bisogna davvero rivolgersi ai fattori sottostanti che fecero assumere alla gente quei comportamenti che permisero alla crisi economica di peggiorare.
Il fattore determinante basilare dietro il crollo finanziario del 2008 era che c’era troppo capitale nell’economia globale, e parte di ciò fu causato dal fatto che i figli della generazione dei Boomer avevano lasciato le proprie case, perciò i Boomer si ritrovarono con capitale supplementare da investire piuttosto che spendere per i propri figli.
Il secondo motivo più grande era che il pubblico americano e occidentale si aspettavano che i loro standard di vita continuassero a crescere come avevano fatto per più di un secolo, ma a cominciare dal 1970, a causa di una serie di fattori complessi, inclusi la deindustrializzazione, l’immigrazione, la crescita demografica ecc., i salari adeguati all’inflazione degli Statunitensi stagnarono assieme a quelli dei cittadini di più di metà delle nazioni europee.
La gente credeva di poter spendere come se stesse vivendo vite migliori di quelle dei loro genitori, cosa che non stava accadendo.
Questa è l’origine del mito che afferma che la crisi finanziaria del 2008 non è mai finita, ma in realtà negli Stati Uniti è finita intorno al 2011, anche se lo standard di vita non è tornato ai livelli del 2006, perché quella era un’illusione creata dal nulla.
L’attuale schifoso standard di vita moderno si trova dove avrebbe dovuto sempre essere, ma nessuno ha mai avuto lo stomaco di dirlo.
I governi democratici, sotto la pressione delle loro popolazioni, crearono molti modi per far sembrare gli standard di vita migliori di quanto fossero.
Negli Stati Uniti questo avvenne attraverso il Freddie Mac e il Fannie Mae, che incentivarono le banche a prestare denaro alle persone più povere che di norma non avrebbero avuto abbastanza garanzie per ottenerlo, ed è per questo che i Libertari danno al governo la colpa della crisi, ma le banche andarono avanti a tutta forza emettendo una quantità folle di cattivo credito.
Similmente, le banche di investimenti iniziarono ad ammassare migliaia e poi milioni di mutui in obbligazioni, ma classificando in maniera corrotta come stabili dei mutui instabili con la collusione dell’oligopolio delle agenzie di rating teoricamente imparziale.
Questo portò gli investitori in obbligazioni a pensare di stare acquistando obbligazioni d’alta qualità quando in realtà stavano comprando obbligazioni tremende.
Ciò avvenne a causa di una mancanza di regolamentazione governativa causata dalla deregulation dell’era Reagan, ed è per questo che la gente di sinistra dà la colpa alla destra e alle banche.
Di conseguenza il mercato immobiliare ricevette più denaro di quanto ne potesse accogliere.
Potreste sentire storie dell’epoca di tassisti e parrucchiere che comprarono diverse case, ma in realtà era peggio di così, perché diversi disoccupati accesero dei mutui e non riuscirono mai neanche ad effettuare il primo pagamento.
Ricordate che le recessioni avvengono quando la gente immette denaro in campi che non lo possono sostenere, e così in seguito il denaro viene cancellato.
Una volta che le persone capirono che il mercato immobiliare era sopravvalutato, il denaro distrutto influenzò il sistema finanziario e danneggiò l’economia.
Questo si riverberò in tutto il mondo, e ciò a causa del fatto che gli Stati Uniti costituivano un quarto dell’economia globale e che questa era l’epoca d’oro dei paesi in via di sviluppo, che accettavano enormi quantità di capitale occidentale, al punto che i sistemi degli investimenti americano ed europeo erano pesantemente interrelati, con le due regioni che erano la zona d’investimenti principale dell’altra area, e questo creò una crisi globale.
Parte 2: come avrebbe potuto essere impedita?
Qui le cose si fanno complicate: qualcuno sarebbe tentato di fare un qualche genere di cambiamento all’interno degli Stati Uniti, ma la verità è che il crollo avvenne anche in Europa, con collassi simili del mercato immobiliare.
In generale, a causa dell’allocazione eccessiva di capitale dovuta al pensionamento dei Boomer, e anche a causa della stagnazione dei salari, una recessione avverrà quasi sicuramente, ma avrebbe potuta essere contenuta e ritardata.
Un buon fattore determinante potrebbe essere il cambiamento nei regolamenti bancari internazionali che richiese alle banche di destinare più capitale nei prestiti immobiliari, grazie al quale le banche ebbero bisogno di meno denaro di loro proprietà per concedere prestiti immobiliari, dato che il governo voleva spingere più persone a possedere una casa, senza di esso la crisi potrebbe non essere sconvolgente.
Parte 3: gli effetti del 2008.
Un importante punto di svolta nella crisi del 2008 fu quando il governo salvò il sistema bancario.
Questo fatto viene visto come una mungitura del governo da parte delle banche, il che è sia vero che falso.
Il governo statunitense in realtà ricavò un piccolo profitto salvando le banche, dato che ne aveva una parziale proprietà, e la maggior parte delle banche recuperò in fretta.
In Europa il costo dei salvataggi fu devastante per molti governi, e alcuni dei sistemi bancari stanno ancora recuperando.
All’epoca molti ritennero i salvataggi un’esagerazione, ma crearono il precedente per gli enormi salvataggi avvenuti durante il COVID.
Se in questa TL ci sarà il COVID, ed è probabile che ci sarà, i salvataggi diverranno un’enorme questione partigiana, e probabilmente non verranno ratificati, dato che rimarranno invischiati in varie discussioni politiche fra i partiti.
Questo avverrà prima in questa TL, la gente capirà prima che i loro salari stanno stagnando e otterremo un interessante effetto psicologico: vedere il proprio salario crescere e poi schiantarsi è peggio che vederlo stagnare dolorosamente, direi che senza il cuscinetto del debito dei tardi anni ’90 e 2000 questa stagnazione abbatterà la gente e la renderà prima più radicale.
Si potrà iniziare a vedere l’insoddisfazione per la stagnazione dei salari negli anni ’90, con la popolarità della musica punk e grunge, che parleranno parecchio della stagnazione dei salari e dell’insoddisfazione della classe operaia.
Negli Stati Uniti questo si manifesterà con l’emersione in anticipo di una figura radicale.
L’insoddisfazione con la giustizia sociale e l’immigrazione, e il disprezzo viscerale di grandi parti degli Stati Uniti verso qualsiasi cosa confini col Socialismo renderanno più probabile che a prendere il potere sia un’anomalia della destra come Trump che qualcuno come Bernie Sanders.
In questa TL le elezioni del 2012 sono tossiche come quelle del 2016, e le vincerà una figura come Trump, se non lo stesso Trump.
Una cosa che molte persone non sanno è che la crisi finanziaria del 2008 fu molto più estesa in Europa che negli Stati Uniti: le banche inglesi, irlandesi, olandesi, spagnole, portoghesi e greche concedevano prestiti in maniera più incauta di quelle statunitensi.
Le banche statunitensi salvarono quelle europee con prestiti a breve termine per concedere tempo agli Europei, così che potessero salvare le loro banche.
Questa è una cosa che non viene menzionata molto, dato che gli Europei non vogliono sembrare quelli che hanno fatto dei casini e che gli Statunitensi Conservatori dell’era Bush non vogliono sembrare dei dissoluti per aver salvato dei governi stranieri.
Quello che alla fine accadde in Europa è che la crisi dell’Eurozona fu un’estensione della crisi finanziaria del 2008.
Le ricche nazioni europee del nordovest investirono in quelle in via di sviluppo del sud e dell’est, e quando l’economia collassò l’Europa settentrionale ne uscì quasi indenne, mentre quella meridionale e orientale affrontarono difficoltà immense.
La Grecia è il simbolo di tutto ciò: la ragione per cui la gente era così preoccupata per la Grecia, anche se era piccola, era che se la Grecia fosse crollata questo avrebbe causato una reazione a catena che avrebbe fatto saltare in aria paesi più grandi con un debito eccessivo simile, come l’Italia e la Spagna, e questo avrebbe causato il collasso dell’Unione Europea come la conosciamo.
Quello che si verificò nella nostra TL fu un profondo disaccordo su cosa fare con la Grecia: mentre i Tedeschi, che erano i principali finanziatori dell’Unione Europea, volevano che la Grecia soffrisse per la sua dissolutezza, i Greci non avevano alcuna intenzione di farlo, e avevano un debito così grande che questo non avrebbe funzionato comunque, e ciò ha fatto sì che in 12 anni di stallo l’Unione Europea non sia stata in grado di trovare una soluzione.
Con meno debito, l’equilibrio fra nazioni europee debitrici e creditrici sarebbe molto diverso, l’Europa sarebbe meno indebitata e riuscirebbe perciò a impedire che le divisioni economiche interne ad essa si manifestino.
L’UE non si dimostrerebbe debole com’è con la sua incapacità di rispondere alla crisi del 2008 e le varie nazioni che si diedero contro l’una con l’altra invece di fare fronte comune come Europei.
In generale l’Europa orientale ne uscì bene, i governi locali stavano applicando l’austerity fin da quando erano diventati delle democrazie, perciò la gente era abituata a tutti i trucchi come le tasse alte e i tagli delle spese per dare la priorità al pagamento del debito, il che funzionò, ma ci fu un cambio di paradigma quando l’Ucraina andò in bancarotta.
Prima che questo accadesse gli Stati Uniti stavano corteggiando l’Ucraina perché entrasse nella NATO, ma l’Ucraina smise di funzionare dopo aver accumulato un debito eccessivo, e dopo la crisi del 2008 questo rallentò il suo processo per provare ad unirsi al blocco occidentale della NATO.
Tutto questo, se combinato con un’UE più forte, farà preoccupare la Russia.
La Russia avrà paura che le potenze occidentali si stiano pericolosamente avvicinando alla sua madrepatria, e questo farà sì che essa faccia partire un colpo di stato in Ucraina che trasformerà l’intero paese in un suo fantoccio.
Questo provocherà una reazione verbale occidentale più forte, ma all’occidente mancherà ancora l’atto d’aggressione per poter fare qualsiasi cosa di direttamente aggressivo come rappresaglia.
Un’Unione Europea più coerente avrebbe impedito la Brexit: ricordate per quanto poco vinse la Brexit? Immaginate come avrebbe cambiato le cose l’immagine di un’UE più funzionale.
Un’altra cosa da considerare è che se in Europa i partiti di destra arriveranno al potere in anticipo, questi si rivolgeranno contro l’immigrazione prima che avvenga la grande ondata migratoria dal Medio Oriente, riducendo drasticamente il numero di persone non bianche in Europa.
Un altro pensiero finale da considerare è che il Federal Reserve System americano, che produce la valuta basilare del commercio internazionale, mantenne i tassi d’interesse, ovvero il costo dei prestiti, artificialmente bassi per lunghissimo tempo dopo la crisi finanziaria del 2008, così da aiutare a far ripartire l’economia.
Questo stranamente aiutò parecchio il Terzo Mondo, perché posti come il Brasile, l’Indonesia e la Malesia riuscirono ad ottenere capitali a basso costo per le loro economie.
Nel complesso è interessante vedere quanto gli eventi degli ultimi 13 anni dipendano dal crollo finanziario del 2008, ma ci si può chiedere quanto si faranno sentire gli effetti ancora più lontano nel futuro.
Forse queste cose avranno ripercussioni sulla storia e distruggeranno le nazioni o le religioni nei prossimi due secoli.

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