di Perchè No?
25 marzo 2007
Domani a Berlino, e spero in tutte le altre parti d'Europa, festeggiamo i 50 anni del trattato di Roma e della nascita dell'Europa politica.
L'Europa ci ha portato pace, prosperità, democrazia. E semplicemente straordinario, per la prima volta il nostro continente ha conosciuto la pace per ben 50 anni, l'ultima volta che è successo era sotto gli imperatori romani! L'Europa ha permesso a dei paesi che dieci anni fa erano ancora autoritari di diventare delle democrazie. Oggi grazie all'Europa si vive meglio su quasi tutto il continente. i soli fallimenti dell'Europa sono stati per mancanza di Europa, sopratutto politica. È vero che l'Unione é in crisi: é normale, non si può funzionare con un'organizzazione fatta negli anni '50 per 6 paesi, quando ci troviamo nel 2007 con 27; ma presto in un modo o l'altro la crisi sarà superata perché non immagino sia ancora possibile per un paese vivere da solo. In Francia l'Europa é in crisi? No, la Francia é in crisi, ma vi assicuro che nessuno dei giovani pensa ad un retrovia possibile o accettabile. In tutti casi io non lascerò che questi reazionari facciano a pezzi tutto ciò che é stato già fatto.
Per festeggiare questo compleanno propongo a tutti di pensare e scrivere un'ucronia sull'Unione, nel suo passato, presente e futuro. Qui sotto troverete la mia.
Perchè no?, cittadino europeo
2007: Entrata della Romania e della
Bulgaria nell’Unione Europea, portata a 27 membri.
Lo stesso anno si festeggiano i 50 anni del trattato di Roma e della nascita
della CEE.
Dichiarazione di Berlino in cui Angela Merkel progetta di rilanciare il processo
costituzionale. Però nell’Unione i cittadini non si fidano dell’Europa
tecnocratica, burocratica e neoliberale: la gente si fida sempre meno
dell’Unione.
In maggio elezione in Francia di Nicolas Sarkozy. Il presidente francese
rivoluziona la Francia dando una direzione chiaramente neoliberale e
proamericana. La coppia franco-tedesca sembra giunta ad un punto morto.
In Scozia le elezioni danno la vittoria agli indipendentisti, scioglimento
dell’unione con l’Inghilterra ma la Scozia rimane nel Commonwealth e
nell’Unione europea, e ne diventa il 28° Stato.
In Irlanda governo di unità nazionale tra cattolici e protestanti, Ian Paisley
premier dell’Ulster: fine del problema irlandese, negli anni seguenti
l’alleanza permane e le relazioni tra le comunità si pacificano grazie allo
sviluppo economico.
2008: in Turchia Erdogan viene eletto
presidente della Repubblica e sospende la candidatura all’Unione europea, il
paese volge le spalle all’Europa e piomba poco dopo in una crisi economica,
conseguenza della rottura di trattati economici con l’Europa; il paese si impegna
sempre più in Medio Oriente (dietro domanda americana accetta di compiere
operazioni di polizia nel Kurdistan iracheno).
Negli USA viene eletta Hillary Rodham Clinton ma, al contrario di quanto
aspettato, non ordina all’esercito di ritirarsi dall'Irak, però torna sulle
decisioni di Bush in materia economica, ecologica e sociale. Nello stesso anno
il polemista Michael Moore lancia una vasta denuncia delle azioni del partito
repubblicano, Dick Cheney viene arrestato (George W. Bush rimane libero solo
perché é stato presidente), il partito piomba nella crisi e il partito
democratico domina.
Indipendenza del Kosovo, il che provoca la rottura tra Europa e Russia: crisi
del gas, migliaia di Europei sono privi di riscaldamento durante l’inverno.
Questa crisi provoca la riunione di emergenza dei capi di governo; ne esce la
messa in comune delle risorsse energetiche e la nascita di una compagnia
europea, i rapporti con il Maghreb si intensificano di conseguenza.
In Israele viene eletto premier Gaydamak, di origine russa, é il cosiddetto
"Berlusconi israeliano": da allo Stato uno stampo fortemente
conservatore di destra. Nei territori palestinesi prosegue l’anarchia.
2009: elezioni parlamentari europee,
l’assemblea é chiaramente euroscettica e si posiziona contro le riforme
dell’Unione.
In tutti i paesi dell’Unione viene adottata una costituzione minimale, per la
maggior parte senza consultazione del popolo. La costituzione non autorizza
l’estensione delle capacità dell’Unione per il momento e chiude tutte le
trattative di ammissione. Però almeno riforma per davvero le istituzioni, ora
il presidente della commissione sarà eletto dal parlamento, sarà incaricato di
dare una rappresentanza all’Unione. Il parlamento sarà eletto secondo il peso
demografico di ogni paesi, si sdoppia di una camera degli Stati raggruppando
tutti i ministri dell’estero dei paesi, ogni paese avendo una voce uguale, e
le istituzioni a 28 possono ormai proseguere loro lavoro. Ma rimane una grande
ostilità nelle popolazioni.
In Afghanistan un'offensiva dei talebani riesce a togliere la metà del paese
agli Americani.
Crisi iranica, il presidente Ahmadinejad é denunciato dalla Guida della Rivoluzione
(vero padrone del paese) e viene destituito a vantaggio di un uomo più facile a
controllare e più moderato, ma il programma nucleare prosegue. Inoltre l’azione degli imam li rende ancora più popolari.
2010: In America latina guerra di
secessione in Bolivia tra il potere indiano di La Paz e la repubblica
autoproclamata di Santa Cruz.
La presidente Rodham Clinton invia nuove truppe in Somalia contro islamici e in
Bolivia per difendere la repubblica di Santa Cruz.
In Russia le elezioni danno il potere alla destra ultranazionalista, il suo
programma é di restaurare la grandezza slava e di lottare contro USA, Cina e
Unione Europea.
2011: La Bielorussia firma il trattato di
Minsk e ritorna a fare parte della Russia. L’Ucraina di Julia Timoshenko
chiede all’Europa di ammetterla nell’Unione, ma quest’ultima rifiuta sotto
pressione della Russia (che tratta con la minaccia del gas).
In Francia il presidente Sarkozy lancia la sua riforma costituzionale: in breve
l’assemblea perde il poco di poteri rimasti facendo della repubblica una vera
monarchia elettiva. Però le conseguenze della sua propaganda si fanno sentire,
l’opinione é sempre più divisa tra estrema destra e estrema sinistra, la
Francia non accoglie più nessuno e le banlieue sono in permanenza accerchiate
dalla polizia. Per di più la fine del modello sociale francese mette migliaia
di persone nelle strade.
2012: negli USA la presidente Rodham
Clinton deve cedere la presidenza a un altro democratico, Barack Obama. Quest’ultimo,
primo presidente nero, applica il programma democratico e rende pubblico un
piano di ritiro dall'Irak. Riforma anche il Patriot Act ritirando tutte le azioni
contrarie alla costituzione, fine del cosiddetto colpo di Stato permanente
repubblicano.
In Francia Nicolas Sarkozy viene rieletto presidente. Ma a fine maggio un
incidente provoca nuovi moti delle banlieue, la repressione della polizia é
meno moderata di prima e fa 3 morti, il governo Sarkozy é in crisi e alle
legislative vince una coalizione inaspettata tra socialisti e centristi; Bayrou
diventa premier e riorienta la politica francese verso l’Europa e la riunione
nazionale; guerra fredda alla testa dello Stato.
L’Iran rende pubblico il suo primo esperimento di una bomba atomica, così
entra di forza nel club atomico. Gli USA e l’UE prendono misure economiche ma
non possono fare di più.
Il parlamento sta per riconoscere il genocidio ceceno quando la Russia minaccia
ancora di chiudere l’arrivo di gas, obbligando gli Europei a ritirare il
testo. La Russia non riconosce al parlamento e alla commissione alcun potere e
tratta solo con gli Stati.
2013: il Mercosur latino-americano si dota
di un parlamento e di una commissione sul modello europeo; il parlamento
latino-americano si insedia a Sao Paulo.
In Colombia viene eletto il capo delle milizie paramilitari; instaurazione di
uno regime di estrema destra a Bogotà. Il presidente Obama rompe con Bogotà
(sostenuta segretamente dai neoconservatori).
Negli Stati Uniti il presidente Obama decide di ritirare gli ultimi soldati USA
dall’Irak, dieci anni dopo l’inizio dell’occupazione. Poco dopo con
l’assassinio del presidente iracheno il paese piomba nell’anarchia.
L’Iran negozia la sua entrata nei trattati SALT (non proliferazione nucleare)
contro il riconoscimento del suo diritto all’energia nucleare. In cambio
accetta di inviare truppe in Afghanistan per aiutare nella lotta contro i Talebani
(Teheran non vuole più questa zona di anarchia alle sue porte).
Però nel stesso momento nasce la nuova organizzazione di Stato “reparto 24”
organizzato sul stesso modello di al-Qaida nei paesi musulmani; gli é vietatto
di operare sul territorio USA. La guerra contro il terrorismo entra in una fase
segreta.
Primavera di Varsavia: dopo elezioni truccate il popolo polacco scende nelle
strade al grido di “Libertà e Europa” e fa crollare il governo di estrema
destra. In questi giorni nasce il partito paneuropeo che presto si diffonde
negli altri paesi sopratutto attraverso la rete di migliaia di studenti europei
che stanno studiando o hanno studiato in altri paesi d'Europa.
2014: “Dimanche sanglant” a Parigi: i
partiti nazionalisti e di estrema destra manifestano nella capitale contro la
politica europeista, lo scontro ma degenera presto in lotta con le forze di
polizia; gli uomini del servizio di sicurezza del Fronte Nazionale provano a
passare il ponte verso l’assemblea nazionale, la polizia spara facendo 22
morti e molti feriti. Il presidente Sarkozy si fare dare subito i pieni poteri e
denuncia un tentativo di colpo di Stato da parte del FN: J.M. Le Pen é
arrestato e accusato di alto tradimento, il FN é posto fuorilegge. La prova di
forza con l’estrema destra finisce per lanciare Sarkozy sulla via moderata ed
europeista: dopo due anni, diventa subito molto popolare nel resto del paese.
Lo stesso anno al-Qaeda lancia un’operazione in Germania rilasciando un gas di
combattimento durante la finale del campionato europeo tra l’Ajax di Amsterdam
e il Milan. Si contano migliaia di morti e ancora più di persone ferite (tra i
morti le due squadre intere e il presidente del Milan, Silvio Berlusconi). Il
cancelliere tedesco e il presidente Sarkozy chiedono agli altri paesi di mettere
al livello europeo delle forze contro il terrorismo: nascita in breve tempo
dell’Agenzia di Sicurezza Europea (modellata sulla CIA) e delle FIE (Forze di
Intervento Europeo) con poteri larghi su tutto il territorio dell’Unione
(eccezione fatta per l’Inghilterra).
Lo stesso anno le elezioni parlamentari europee danno una larga vittoria ai
deputati del partito paneuropeista in favore dell’estensione dei poteri
dell’Unione per la lotta antiterroristica.
In Irak il partito sciita vince la guerra civile e proclama la repubblica
islamica di Irak, diretta dal presidente Moqtada al-Sadr, che si allea subito
con l’Iran. Però il Kurdistan si proclama indipendente (nei fatti rimane uno
condominio turco-americano).
In Siria gli uomini del reparto 24 assassinano il capo dello stato e con l'aiuto
turco insediano un potere pro-occidentale nel paese.
2015: in Italia il governo Fini esce della
zona euro e mette in circolazione la Nuova Lira. In poche settimane il paese
piomba nella peggiore crisi economica dopo quella argentina. Il governo italiano
deve dare le dimissioni, le finanze del paese sono sostenute dall’Europa che
intraprende una lenta restaurazione. L’Italia rientra nella zona euro, nessuno
proverà più questa via.
In Francia J.M. Le Pen é rinchiuso a vita in una prigione in Guyana.
Attentato di Bruxelles, la sede della Commissione europea viene distrutta da una
bomba “sporca”. La commissione viene trasferita a Strasburgo dove si mette
sotto controllo del Parlamento. I Parlamentari, sostenuti dalla popolazione,
riescono a convocare un congresso per la riforma della costituzione. In sei mesi
Straburgo diventa un grande centro politico dove affluiscono le diverse
organizzazioni europee, il dibattito costituzionale appassiona i cittadini
europei. Il presidente Sarkozy, con la sua solita energia, è ormai convertito
all'europeismo e porta avanti il progetto in fretta e furia.
Ne nasce una costituzione più federalista sul piano degli esteri (benché i
paesi conservano il loro diritto di avere una diplomazia personale). Parlamento
e Camera delle Nazioni (2 rappresentati per nazione con voce uguale) sono eletti
dal popolo. La commissione viene integrata all’Ufficio del Presidente
dell’Europa con larghi poteri in materia di politica esterna (ma eletto dal
parlamento); nasce una polizia europea diretta dal parlamento e i FIE devono
presto diventare un esercito capace di operare nel mondo intero. L’Europa
della difesa e della sicurezza é stata fatta.
L’Europa definisce ufficialmente i suoi poteri nei confronti delle nazioni.
All’Unione i problemi di sicurezza, difesa (con condizioni, Francia e
Inghilterra conservano il controllo del loro arsenale nucleare), ecologia,
sicurezza sanitaria, dogane. La diplomazia é mista e le decisioni si fanno a
maggioranza semplice. Le nazioni conservano i loro poteri in merito di sicurezza
interna, di economia e politica sociale, di educazione e delle finanze.
Riunioni costituzionali sono previste ogni 5 anni per aggiungere o riformare il
presente testo. Nasce la cosiddetta Seconda Unione Europea. Però i popoli
europei non si fidano ancora troppo di questa “Fortezza Europa” e non vedono
l’Europa degli cittadini sempre piu voluta.
2016: negli USA viene rieletto il
presidente Obama.
Trattato di Pristina, benché indipendente il Kosovo é sempre stato
amministrato dall’ONU e dall’UE, della quale diventa ormai uno Stato membro
di pieno diritto (29esimo), l’entrata della Serbia é prevista dopo due anni
(malgrado l’opposizione della Russia che agita la minaccia del gas) e deve
completare una difficile pacificazione della zona sotto controllo delle FIE.
Lo stesso anno le FIE si vedono dare il compito dall’ONU di preservare la pace
in Bolivia. L’Unione Europea individua anche i responsabili degli attentati in
Sudan dove invia forze; presa di Khartoum con l'aiuto dell’Unione africana e
dell’Etiopia. Il genocidio del Darfour viene riconosciuto. Viene riconosciuta
la repubblica di Sud Sudan (cristiano).
Lo stesso anno il Libano ricade nella guerra civile, ed Hezbollah riesce a
prendere il potere. Gli USA sostengono allora la Siria per far cadere il potere
pro-iranico, la Siria invade il Libano, Israele non interviene.
In America latina la Colombia sotto regime militare entra in guerra contro il
Venezuela, il Mercosur si mostra incapace di reagire.
2017: Nicolas Sarkozy viene rieletto
presidente per la terza volta (non c’é limitazione di mandati presidenziali
in Francia). Il Montenegro, la Serbia, l’Islanda, la Croazia e la Macedonia
entrano nell’Unione europea portando i membri a 33: é la prima volta da dieci
anni che l’Unione si estende di nuovo, segno di nuovi tempi.
Dopo l’ammissione di Belgrado nell’Unione, la Russia rompe le relazioni con
l’Unione e chiude il rubinetto del gas. Seconda crisi del gas, forte tensione
alle frontiere. In Polonia e Stati Baltici, i FIE sono in uno Stato di emergenza:
guerra fredda russo-europea.
In Egitto muore il presidente Hosni Moubarak, suo figlio prende il potere ma il
paese s’infiamma sotto la guida dei Fratelli Musulmani: inizia la guerra
civile.
In Libano, battaglia di Baalbek, le forze del Hezbollah ripiegano contro
l’esercito siriano appoggiato dai Turchi e dal reparto 24. Presa di Beirut, i
capi di Hezbollah fuggono in Irak e Iran.
A Lampedusa, sbarco massiccio di un migliaio di immigrati africani: quest’operazione
é stata concepita in accordo con le ONG per mostrare la crescente tensione sul
problema delle migrazioni. La polizia locale é sommersa dal numero, l’Italia
e i FIE intervengono militarmente nell’isola.
2018: dopo trattative e un referendum
popolare il Québec si separa pacificamente dal Canada ma rimane nel
Commonwealth.
In tutta l’Europa viene festeggiato il centenario della fine della prima
guerra mondiale (più comune a tutta l’Europa della seconda, alla fine della
quale l’Est é rimasto occupato dagli Sovietici).
Trattato di Sebastopoli, l’Ucraina firma una cooperazione con l’UE e
promette di aprire i suoi porti al gas delle repubbliche del Caucaso e del Medio
oriente. La tensione cresce con la Russia.
Le ultime truppe europee si ritirano dal Sudan (eccezion fatta per qualche base
nel Nord), dove è stato instaurato un regime equilibrato (malgrado i rimasugli
di guerriglia). Trattato di alleanza militare con la Libia del figlio di Gheddafi.
Questo trattato prevede anche aiuti europei per insediare gli immigrati
direttamente in Libia, dove lavorano in pessime condizioni all’irrigazione del
deserto.
A Dublino nuova conferenza internazionale sull’ecologia, che rinnova le
posizioni di Kyoto e consiglia di mettere le compagnie multinazionali al centro
del processo di protezione della natura, nuovo mercato in piena espansione.
L’UE adotta formalmente le esigenze di diminuire le emissioni di gas e impone
direttive dure ai paesi membri. In questo momento la Francia deve abbandonare
l’energia nucleare civile e il modello scandinavo si estende a tutto il
continente.
2019: il Mercosur accoglie come nuovi
membri i Perù e l’Ecuador dopo il trattato formale di pace di Lima. Più a
Nord la guerra prosegue tra Colombia e Venezuela. In Bolivia, trattato di pace:
la repubblica di Santa Cruz è riconosciuta ma entra nel Mercosur con la
Bolivia.
Elezioni parlamentari europee, il partito paneuropeo ottiene la maggior parte
dei seggi con il Partito Socialista Europeo.
In Egitto gli Islamici prendono Luxor e radono al suolo gli antichi templi
egiziani.
Negli USA la Missione Armstrong 5 segna il ritorno degli Americani sulla Luna
dove sono costruite le prime strutture di una base lunare.
Trattato di Antalya, la Turchia con accordo americano si costituisce come
potenza regionale e sempre più chiaramente domina il Libano, la Siria e il
Kurdistan (dove ospita forze europee e americane).
2020: l’ASEAN si trasforma in un'entità
sopranazionale, elezione di uno parlamento insediato a Singapore.
Negli USA il potere torna ai repubblicani diritti da Arnold Schwarzenegger, ma
sono ormai dei repubblicani più centristi. Il presidente Schwarzenegger firma
il nuovo protocollo di Dublino.
L’Arabia Saudita con aiuto americano si dota dell’arma nucleare per fare da
controppeso all’Iran.
La riunione costituzionale di Madrid vede la nascita di un progetto di flotta
europea ma anche di competenze sociali europee. Il partito paneuropeista é
ormai abbastanza potente per imporre direttive sociali a livello europeo. Sono
di grande importanza lo sviluppo crescente dell’Europa economica (l’Euro si
é esteso a quasi tutti i paesi, eccezione fatta per Inghilterra e Balcani) e
l’impegno militare; ciò obbliga l’Europa e darsi una politica sociale per
mettere a tacere le critiche contro l’Europa e il liberalismo. Per far
trionfare il progetto europeo i governi devono includere pesanti condizioni
sociali: nasce l'USE (Ufficio Sociale Europeo) che emette le direttive
economiche e imposta la lotta contro la disoccupazione a livello europeo. I
diritti al lavoro, a un tetto, alla salute e alla dignità sono inclusi nel
trattato costituzionale. Nascita degli prime organizzazioni di lavoro a livello
europeo come la CEL (Confederazione Europea del Lavoro). Dopo consultazione
popolare il modello liberale é respinto in favore di misure sempre più
sociali.
Nasce anche un ministero della ricerca europea, fondando diverse università
controllate a livello europeo. L’ESA lancia anche un programma spaziale
europeo.
Lo stesso anno la Cina diventa secondo gli analisti il primo paese
industrializzato del mondo, ma rifiuta di firmare il protocollo di Dublino. Lo
stesso anno il nuovo Dalai Lama accetta di tornare in Tibet, il paese ottiene
uno statuto di autonomia (benché nella realtà la Cina conservi tutti i
poteri).
2021: crisi catalana, la regione di Catalogna
dopo uno referendum popolare si proclama unilateralmente indipendente con gran
collera del governo di destra, e viene imitata dal paese basco. Il presidente
dell’Unione si porta di persona a Barcellona per sistemare le cose con re
Felipe VI. Un accordo é trovato: la Catalogna ottiene uno statuto simile a
quello della Scozia, un’indipendenza di fatto sotto il regno di Felipe VI
sotto il titolo di Regno Spagnolo di Catalogna, e diventa il 34° Stato
dell’Unione. Il governo spagnolo si dimette e chiama a nuove elezioni per
protesta, ma il popolo é in favore del compromesso, e i socialisti tornano al
potere. Il paese basco ottiene il statuto di regione europea speciale che gli dà
una grande autonomia.
Lo stesso anno l’ONU affida all’UE la missione di intervenire in Egitto dopo
la scoperta delle prove di un genocidio dei Copti. Le forze europee rinforzate
da Libici e forze francesi, italiane e greche sbarcano ad Alessandria accolti da
quello che rimane del governo egiziano. A Sud il Sudano prende Assuan. L’UE
chiede ad Israele di non intervenire. Allo stesso momento gli Islamici fanno
cannoneggiare le piramidi: distruzione dell’ultima meraviglia del mondo.
2022: In Francia Nicolas Sarkozy si
ritira, viene eletto il socialista Arnaud de Montebourg. Viene negoziato uno
statuto simile a quello basco per la Corsica che però rimane formalmente nella
repubblica francese (per motivi di aiuti fiscali dell’Unione).
In Inghilterra vengono assassinati re Carlo III con il figlio William durante un
pranzo gala (ire Carlo non hanno mai avuto fortuna in questo paese); l’erede,
principe Harry (Henry IX), rinuncia alla corona per timore, davanti alla crisi e
dopo referendum il Premier inglese Alistair McLaurin proclama la repubblica
d’Inghilterra diretta da un Lord-presidente. In pochi mesi i paesi del
Commonwealth si proclamano repubbliche, Scozia e Irlanda del Nord tagliano gli
ultimi legami con l’Inghilterra. L’Irlanda del Nord si riunisce al resto
dell’isola. L’assassino é membro degli islamici egiziani (ma si dice anche
figlio naturale di Lady Diana Spencer e Dodi al-Fayed, nella sua mente malata
era destinato a salire sul trono inglese e fare dell’Inghilterra un
califfato).
Terribile repressione nel paese, il cosiddetto Londonistan viene distrutto dalla
polizia ma anche dalla popolazione furibonda.
Lo stesso anno la Cina invia la missione Dragone-9 sulla Luna, i Cinesi
prevedono di costruire una base sulla Luna ma più piccola della base Beta
americana (grazie a un trattato la Luna é stata demilitarizzata).
Lo stesso anno le truppe arabo-europee entrano al Cairo dove sono accolte dalla
popolazione (gli Egiziani hanno avuto molto da soffrire dal regime islamico), il
presidente Moubarak (figlio), capo del governo civile, deve cedere il potere
sotto pressione europea. Nuove elezioni libere e restaurazione della democrazia
(secondo l’esempio iracheno l’Europa ha messo subito in piedi un governo e
un esercito nazionale). Nel deserto rimangono ribelli combattuti dalle forze
segrete americane.
L’evoluzione economica sembra fare sempre più dell’Europa dell’Est la
fabbrica dell’Europa, la sola capace di far fronte alla Cina.
Lo stesso anno i territori palestinesi, nelle profondità della miseria,
accettano senza scelta di riconoscere Israele e chiedono ad essere integrati
alla Giordania. Israele é favorevole a questa soluzione, essendo Amman uno
vicino più rispettabile.
2023: Guatemala, Panama e Costa Rica
entrano fare parte del Mercosur.
Grande Concessione del presidente de Montebourg, in accordo con gli altri paesi
e con l’ONU cede il suo seggio al consiglio di sicurezza a un rappresentante
dell’Unione europea. Dopo difficili discussioni l’Inghilterra integra il
seggio comune all’ONU, il posto vuoto rimane oggetto di discussioni. Inoltre
la Francia ma non l’Inghilterra consegna il suo arsenale nucleare a un'organizzazione
europea (la FDE, Forza di Dissuasione Europea e l’AAE, Agenzia Atomica
Europea). Approfittando di questo l’ONU aggiunge 4 seggi al Consiglio di
sicurezza, dopo trattative sono concessi all’India, al Brasile, al Giappone e
al Messico.
Missione Ares, l’americano John Boone pone il piede sul pianeta rosso.
L’UE firma dei trattati simili a quello libico con Algeria, Marocco e Tunisia,
nello stesso momento l’aiuto europeo é condizionato all'introduzione di una
democrazia parziale in questi paesi.
L’Irak firma con l’Iran e l’Afghanistan un trattato formando l’Unione
Sciita, su un modello simile a quello europeo ma teocratico.
2024: il presidente Schwarzenegger viene
rieletto.
Elezioni parlamentari europee, il partito paneuropeista é vinto dalle nuove
formazioni politiche europee, come il Partito Cittadino Europeo o il partito
Socialista Europeo. L’Europa dei cittadini si sta costruendo.
La Colombia prova a invadere il Panama (con appoggio segreto USA che spera cosi
ricuperare il controllo del Canale), però i paesi del Mercosur decidono di
agire ed entrano tutti in guerra contro la Colombia. In pochi mesi la potenza
militare colombiana é abbandonata dagli USA e le truppe alleate entrano a Bogotà.
La democrazia è restaurata e il paese entra nel Mercosur. La più sicura base
americana nel Sud scompare.
2025: vengono inaugurate le prime navi di
una flotta di intervento europeo tra le quale la portaerei nucleare communitaria
“Cristobal Colon”.
Secondo crac di Wall Street, l’economia mondializzata piomba in una grave
crisi economica. L’Europa, protetta dal suo modello sociale e dai suoi
trattati dell’energia, é meno toccata del resto del mondo, sopratutto della
Cina e dell’India dove riappare la miseria. Marca il declino della peggiore
fase della mondializzazione, il neoliberalismo; negli anni seguenti si svilupperanno
le ONG e una sorta di economia di solidarietà. Il commercio equo e sostenibile
rappresenta dieci anni più tardi 20% dell’economia mondiale.
2026: l’ASEAN accoglie tra suoi membri
la Cina che presto ne domina tutte le decisioni; la sede del parlamento é
spostata a Hanoï per ricentrarsi.
Lo stesso anno la missione europea Verne-7 pone piede sulla Luna, il paese é la
terza potenza presente sul satellite. L’Unione prevede anche la costruzione di
una base aperta a tutte le nazionalità.
La riunione costituzionale di Budapest vede lo sviluppo di forme di politica
partecipativa come sono state create in Francia sotto la presidenza Montebourg.
I politici devono ormai negoziare i loro budget con delle assemblee di cittadini
associati a gruppi di esperti delle finanze. I membri di altri Stati membri
possono ormai essere eletti in tutti i paesi dell’Unione. Viene fondato un
Ufficio del Popolo, incaricato di raccogliere tutte le domande sostenute da più
di 50 000 persone e presentarle al parlamento per farne una legge se possibile.
Il Pakistan aderisce all’Unione Sciita. In Afghanistan vengono ritrovate ossa
che presto vengono attribuite a Osama Bin Laden, morto in una data ignota
(sembra di malattia).
2027: Alla morte senza figli del di Kim
il-Sung la Nord Corea con appoggio cinese inizia le trattattive di
riunificazione con la Corea meridionale.
Dopo la grave crisi morale e economica, nell'Inghilterra repubblicana viene
adottato l’euro e il sistema metrico.
Lo stesso anno Israele firma uno trattato di pace con Libano e Siria. Il paese
si é isolato durante il potere di Gaydamak, ha anche perso il favore degli Stati
Uniti durante la presidenza Obama. Lo Stato privatizzato dalla mafia russa e il
regime di Apartheid con i territori palestinesi hanno rinchiuso il paese in sé
stesso. In quest’anno la vittoria della sinistra (ottenuta dopo manifestazioni
mostruose contro le elezioni truccate) permette di fare tornare il partito della
pace al potere. Torna il progetto di convidenza con i Palestinesi.
Pero tutte le trattative di normalizzazione della regione si arenano sulle
pretese delle due parti su Gerusalemme, la zona rimane pericolosa.
2028: Entrata della Georgia e dell’Armenia nell’Unione. Negli Stati Uniti viene eletto il senatore repubblicano dello Stato di Washington Henry S. Adams (lontano discendente dagli due presidenti Adams)
2029: L’Inghilterra integra il suo
arsenale nucleare nell’agenzia europea.
Riunificazione della Corea che entra subito a far parte dell’ASEAN
In America latina Cuba aderisce al Mercosur dopo la morte di Raul Castro; ormai
tutto il continente, eccezion fatta per Messico, Cile, Haiti e altre piccole
isole, fa parte del Mercosur.
Tentativo fallito di colpo di Stato islamico in Arabia Saudita, le forze europee
e americane riescono ad annientare i ribelli in appoggio alle truppe arabe. La
strategia americana di guerra segreta é stata efficace, i reparti terroristi
islamici essendo eliminati uno a uno dai reparti antiterroristi americani. Per
di più l’Iran é sempre più forte e non si sente più costretto a sostenere
questi gruppi pericolosi. Al-Qaeda é diventato un partito politico
nell’Unione Sciita. Ma nel resto del mondo musulmano rimangono solo gruppi
terroristi isolati.
2030: Con l'appoggio europeo la riva Sud
del Mediterraneo si organizza nell'OTM (Organizazzione del Trattato del
Mediterraneo) composta da Algeria, Tunisia, Libano e Libia. La maggiore parte
della cooperazione integra il problema energetico, i paesi dell’Alleanza danno
il loro gas in cambio di un programma pesante di aiuti economici. Il Marocco
rifiuta di farne parte sperando di integrarsi direttamente nell’Unione.
Lo stesso anno avviene la tanto temuta inondazione del Bangladesh, una sorta di
grande marea permanente. Già le isole Seychelles e altre nel Pacifico sono
state sommerse negli anni '20, però nel caso del Bangladesh milioni di persone
fuggono totalmente disorganizzati verso Birmania o India. L’India di fronte a
questa situazione di emergenza non sa cosa fare, l’esercito non riesce a
fermare la area umana e il paese non ha abbastanza risorse per aiutarli tutti.
La Birmania cade nell’anarchia e anche la Thailanda ne é toccata. L’ASEAN
diretta dalla Cina decide di organizzare i soccorsi. In altre parti del mondo,
soprattutto in Africa, la situazione é peggiore. L’Olanda é sana e salva
dopo grandi costruzioni finanziate dall’Europa.
Riunione costituzionale di Tessalonica, l’Unione crea un ministero europeo
all’ecologia e lo sviluppo sostenibile, l’ecologia diventa una competenza
esclusivamente europea.
Lo stesso anno vengono emessi i nuovi biglietti euro, stavolta con delle
personalità europee (5 euro: Monnet + Schumann, 10 euro: Winston Churchill,
20 euro: Victor Hugo, 50 euro: Voltaire + Rousseau, 100 euro: John Locke, 200
euro: Erasmo, 500 euro: Leonardo da Vinci).
2031: La sede vacante del consiglio di
sicurezza dell’ONU é dato all’Iran dopo lunghe trattative, il presidente
iranico moderato Reza Satrapi acconsente in cambio a diminuire il suo arsenale
nucleare, firma anche un trattato di scambio universitario con l’Unione
europea.
Lo stesso anno gli USA incoraggiano l’Arabia Saudita a formare con la Giordania,
l’Egitto, lo Yemen e il Kuwait un’organizzazione regionale simile a quella
turca e quella iranica, sarà l'Unione Sunnita.
2032: negli Stati Uniti viene eletto il
democratico Alvaro M. Ibañez, sotto il suo mandato gli Stati del Canada vengono
integrati agli Stati Uniti portando il loro numero a 57. La lingua spagnola
diventa anche la seconda lingua ufficiale del paese (popolato ormai dal 40% di
ispanofoni).
Terza Intifada in Israele, l’ONU chiede alla Cina di mandare truppe nel paese
(Americani, Arabi e Europei non vogliono più mettere mano in questo casino),
per la prima volta la Cina prende il primo posto al livello internazionale. I
metodi cinesi per riportare la pace sono efficaci (col metodo tibetano
sperimentato nel XX secolo). I gruppi mafiosi e terroristi dei territori
palestinesi (che avevano preso il posto dello Stato) sono annientati. Tutti i
paesi vicini sono scandalizzati ma non vogliono più intromettersi (neanche
l’Iran anche se afferma il contrario).
2033: Trattato di Kiev, l’Ucrania diventa Stato associato all’Unione, apre le sue frontiere e stringe un’alleanza militare. La Russia lancia un ultimatum all’Unione per ritirare il trattato. Crisi ucraina. L’esercito europeo mobilita e prende possesso della sua base di Sebastopoli. Navi europee e russe si scontrano nel mar Nero e la città di Kaliningrad é chiusa dagli Europei. Il presidente russo non esclude un intervento nucleare. Cina, India, Mercosur e USA si dichiarano alleati dell’Europa, Iran e Israele si schierano con la Russia. Gli USA estendono la loro protezione spaziale antinucleare sopra l’Europa. Poco prima della scadenza dell’ultimatum la Russia si dichiara pronta a trattare. La guerra non avrà luogo.
2034: Trattato di Kaliningrad, la base europea di Sebastopoli é abbandonnata e l’Ucraina deve firmare uno trattato simile a quello di Kiev con la Russia. Nei fatti lo stato ucraino smette di esistere e diventa un condominio russo-europeo, tra poco il paese vedrà un boom economico con la sua funzione di ponte tra i due blocchi.
2035: Trattato federale di Brasilia, il
Mercosur diventa gli Stati Uniti di America Latina: questa denominazione suona
come una provocazione al Nord che dovrà ormai denominarsi USN(orth)A per
differenziarsi degli USAL.
Riunione costituzionale di Londra, il parlamento adotta in tutti gli uffici del
governo il sistema babel: un traduttore istantaneo sviluppato dall'EIT (European
Institute of Technology) che può tradurre in tutte le lingue dell’Unione (piu
di 30), la macchina é poco più grossa di uno telefonino e ha un'Intelligenza
Artificiale. Sarà dato a tutti i cittadini europei al momento dei loro 18 anni,
gratuitamente.
2036: rielezione del presidente Ibañez.
Lo stesso anno é inviata su Marte una spedizione internazionale scientifica, le
100 persone della missione sono tutti scienziati ed hanno il compito di
insediarsi definitivamente su Marte; costruzione della base di Underhill.
Trattato di Marte, imitato sul trattato dell’Antartide e quello della Luna,
che fa di Marte uno spazio internazionale che deve rimanere incontaminato.
Ai giochi olimpici di Calcutta, l'Unione propone ai paesi di presentare un'unica
selezione europea. Le selezioni nazionali rimangono, ma molti atleti volontari
entrano a fare parte della squadra europea. Durante questi giochi, gli atleti
europei (tra quali vi sono i più famosi del continente) riportano 8 medaglie
d'oro, 9 d'argento e 4 di bronzo. La squadra europea di calcio vince l'oro del
torneo olimpico, in finale contro l'Argentina.
2037: l’Albania e la Bosnia diventano membri dell’Europa, la Bosnia viene subito divisa in due regioni speciali europee per le diverse etnie, un programma di aiuti di emergenza simile a quello del Kosovo è lanciato grazie all’idea che solo il benessere e la prosperità fanno crescere la pace.
2038: La Russia raggruppa le antiche
repubbliche sovietiche in una CSI rinovata ma sempre dominata dalla Russia.
In Cina, il pericolo dell’inondazione marittima é annullato con il grande
progetto “Seconda Muraglia” costruita lungo il litorale cinese per
proteggerlo. Questo progetto immenso chiama milioni di cinesi che si raggruppano
sempre più nelle città e lungo la costa. Il livello di disoccupazione é
vicino allo zero. La Cina conferma il suo rango di prima potenza industriale.
2039: Russia e Unione europea firmano un
trattato economico (fine della guerra fredda) al quale aderiscono anche gli USA,
l’ASEAN e il Mercosur: è il cosiddetto Patto Mondiale.
A Taïwan una consultazione popolare approva le trattative con Pechino e
l’isola viene reintegrata alla Cina sotto uno statuto di autonomia simile a
quello catalano.
2040: negli Stati Uniti viene eletto
George III K. Bush, nipote di G.W. Bush, ma non ha niente in comune con lo zio:
sarà con lui che le relazioni con l’America latina si riscalderanno.
Lo stesso anno fallisce un tentativo di putsch in Algeria, sarà l’ultimo
tentativo islamico per prendere il potere in questi paesi; il livello economico
cresce e il principale problema di questi paesi è l’immigrazione illegale. I
movimenti islamici sono entrati nella leggenda di questi paesi ma hanno ormai
poco peso (poco più che il folklore). Solo l’Unione Sciita rivendica sempre
un' attitudine teocratica nei confronti del resto del mondo (ma meno aggressivo,
lo sciismo trionfante deve gestire i suoi problemi con le minoranze sunnite dell'Irak).
Riunione costituzionale di Siviglia, il parlamento crea una tassa speciale per finanziare
le operazioni umanitarie dell’Unione nel mondo, destinate soprattutto al
continente africano, duramente colpito dai cambiamenti ecologici.
2041: con accordo della Turchia per la cooperazione internazionale, Libano, Siria e Cipro Nord entrano nell’OTM. La candidatura di Israele é respinta.
2042: La Svizzera abbandona la sua posizione neutrale e chiede l’ammissione nell’Unione, lo stesso anno la Norvegia diventa Stato associato.
2043: Inaugurazione del grande tunnel di
Gibilterra, che collega Marocco e Spagna: é la via del nuovo “Occident
Express” che può riunire Rabat a San Pietroburgo e più oltre in treno a alta
velocità.
Lo stesso anno l'Australia é ammessa nell’ASEAN e conclude la sua evoluzione
demografica dove la componente asiatica é sempre più massiccia.
Lo stesso anno l’India invia il suo primo astronauta nel spazio, presto
l’India costruisce la sua stazione spaziale battezzata Rama.
2044: il presidente Bush viene rieletto. Durante
il suo mandato l’ONU decide
di lasciare la sua sede di New York e di diminuire la sua dipendenza nei confronti
degli Stati come gli USA e la Cina, e si riforma associando le ONG al
suo funzionamento. La nuova sede (un immenso duomo di vetro) é costruita a
Gerusalemme che sotto pressione internazionale diventa un distretto gestito
dall’ONU (benché appartenenga a Israele). Si risolve l’ultimo problema per la
pace in Medio Oriente.
In Europa la Svizzera diventa un nuovo Stato membro dell’Unione allo stesso
livello della Groenlandia, diventato Stato di pieno diritto con uno statuto speciale
di autonomia.
2045: entrata del Marocco nell’Unione europea, l’Unione dichiara che la
candidatura della Turchia sarebbe la benvenuta ma il governo turco fa finta di
esitare e di ritardare la sua risposta.
Riunione costituzionale di Sofia, il parlamento, in accordo con gli Stati membri
decide di ridisegnare i confini delle regioni nazionali per farli corrispondere
con le regioni europee; grande consultazione popolare in tutti i paesi per
stabilire i confini secondo l’appartenenza nazionale, così nasce una regione padana,
una regione bretone, una regione sassone, ecc. Però l’Unione non cade
nel regionalismo, queste regioni sono sempre sottomesse ai loro Stati.
Lo stesso anno l’Unione fonda una grande compagnia multinazionale di
engeneering ecologico chiamata Praxis; questa compagnia diventa presto il leader
nella restaurazione di ambienti ecologici distrutti e del riequilibramento
ecologico di una zona (così il cosidetto fiume artificiale di Libia che irriga
il paese, alimentato con acqua di mare desalinizzata che fa nascere i grandi
giardini di Libia, proprietà della compagnia tra quali i famosi giardini di
Allah, rappresentazione del paradiso musulmano e dati alla Libia come pagamento).
2046: l’ONU autorizza i paesi presenti su Marte a iniziare il lungo processo
di terraformazione del pianeta.
L’Unione Sciita organizza elezioni libere e riconosce i diritti delle
minoranze laiche e sunnite, il gruppo si rafferma formando un parlamento
federale ma sempre dominato dai mullah (non sono più gli stessi di 50 anni
prima, più
moderati e influenzati dagli scritti degli imam del movimento
francese dell’Illuminismo islamico).
2047: Sotto pressione dell’Unione, la parte greca di Cipro addiviene ad un accordo con la parte turca (che assomiglia tanto al piano Annan del 2005); riunificazione dell’isola con accordo turco, segno del riscaldamento progressivo delle relazioni.
2048: Rivoluzione di Seta, la Repubblica popolare di Cina autorizza il multipartitismo e i deputati vengono eletti a suffragio universale, il comunismo rimane poco più che uno simbolo nazionale, Mao Zedong é ammesso dai credenti nel pantheon degli dei cinesi.
2049: L’Unione europea e l’Asean finanziano costruzioni in Bangladesh per riportare all'asciutto il paese e iniziare il ritorno di queste popolazioni nelle loro case. Isole artificiali sono costruite nel Pacifico.
2050: La Turchia aderisce all’OTM, la sua sede e trasferita a Istanbul,
l’associazione tra Unione e OTM é sempre piu stretta.
Lo stesso anno l’erede del presidente Bush, Gloria J. Del Ponte, viene eletta
presidente.
Riunione costituzionale di Tangeri.
2051: Dopo la morte del re di Giordania il re di Arabia Saudita si proclama califfo sunnita, ma é un monarca costituzionale.
2052: l’Iran invia il suo primo uomo nello spazio, raggiunto poco dopo dal programma spaziale sudamericano. Sulla Luna ci sono ormai 10 basi nazionali e 2 basi internazionali, quasi tutte sono scientifiche o si occupano delle missione di colonizzazione verso Marte. Le grandi compagnie multinazionali finanziano missioni verso gli asteroidi per trovare risorse minerarie, ma anche verso le lune di Giove.
2053: il progetto ITER, iniziato quasi 50 anni
prima nel Sud della Francia, riesce a
provocare la prima fusione controllata; non é ancora utilizzabile ma é la
promessa di una futura energia pulita ed illimitata.
Il Vaticano di Papa Giovanni Paolo III aderisce all’Unione Europea, fine del
litigio sulle radici cristiane dell’Europa che ormai non ha più nessun senso.
2054: Negli Stati Uniti i democratici riprendono il potere con l’elezione di John Ali Histam, primo presidente musulmano degli USNA; per molti analisti ciò segna la fine del trauma del 2001 e della guerra al terrorismo.
2055: Riunione costituzionale di Oslo, il parlamento sotto pressione popolare decide che ormai il presidente dell’Unione sarà eletto direttamente dal popolo e avrà poteri estesi in materia di diplomazia e di guerra, ma sarà controllato dal parlamento e dagli Stati (che ormai conservano poco più che la polizia locale, gli affari interni, le giustizia penale). La Riunione dichiara anche che la costituzione é completa, che questa é l’ultima riunione costituzionale, e che ormai sarà il congresso europeo a riunirsi ogni 5 anni.
2056: Trattato della base Beta, le diverse nazioni spaziali si associano per costruire un ascensore spaziale che renderà inutili tutti i centri spaziali e faciliterà l’esplorazione degli asteroidi, la colonizzazione di Marte e l’esplorazione del resto del sistema solare. Sarà impiantata sull’isola di Trinidad e Tobago.
2057: Congresso straordinario di Roma, viene festeggiato il centenario del trattato di Roma in tutta l’Europa con grandi manifestazioni di gioia. Per l’occasione il presidente dell’Europa inaugura la prima centrale a fusione controllata a Cadarache (Francia).
E se l'Europa presentasse fin dalle Olimpiadi di Rio 2016 una squadra unificata? Ecco la fiorettista Elisa di Francisca il 10 agosto 2016, subito dopo aver vinto l'oro in finale contro la russa Inna Vasilevna Deriglazova (da questa pagina) |
.
Nota di Falecius:
il termine "Europa" deriva addirittura dalla mitologia greca, dove
Europa è la figlia del re di Tiro che Giove nasconde alla moglie,
trasformandola in una giovenca (da qui deriva "Bosforo", che vuol dire
"guado dei buoi"), e la terra che tocca sarà chiamata Europa. Il mito
nasconde qualcosa di vero, perché la parola è semitica (fenicia?): viene da
una radice « ' r b o gh r b », che indica "tramonto" (quindi
"occidente"), ma anche "buio, vuoto" (da cui forse il greco
"erebo" e "'arab", nel senso di abitante del deserto). Anche
nel mito greco Europa arrivava in Grecia dalla Fenicia!
La prima volta che questa parola viene usata come la intendiamo noi, cioè tutta
la terra che non è né Asia né Africa, risale al regno dell'imperatore di
Bisanzio Costantino Porfirogenito, che scrive: « i temi che si trovano in
Europa, attraversando il Bosforo, sulla sponda di Costantinopoli... »
.
E questo è il commento di Yoccio Liberanome:
Tutti (o pressappoco) i periodi "di mezzo" sono difficili. Oggi quello slancio, forte degli orrori della seconda guerra mondiale e del desiderio di pace futura, si è in parte perso, anche per la difficoltà nel fronteggiare le questioni odierne, soprattutto con la tutela degli USA sempre sulle spalle. Ma la crisi economica, l'Isis e Putin che gioca a fare l'orso non dureranno per sempre. Se l'Europa continuerà a salvare gli stati come con Spagna, Italia e ora la Grecia ne potremmo uscire più forti e coesi di prima consapevoli di aver vinto una sfida difficile, e di averla vinta come europei. Allora chissà quale nuovo slancio potrebbe venire da questa consapevolezza. Chissà quante persone un giorno ringrazieranno l'Europa di averli salvati dalla crisi, e quanti ex immigrati ringrazieranno l'Europa di aver offerto loro la possibilità di una vita dignitosa, di un lavoro, una casa. Gente che viene dallo stesso continente che un secolo fa spartimmo come una torta, da occidentali arroganti ed europei divisi e in competizione. Ma quale nuova Europa sta nascendo da queste crisi, se non quella che un giorno potrebbe illuminare il cammino dell'umanità in virtù della straordinaria e incommensurabile diversità, capace di superare le barriere della nazionalità e del pensiero? Chissà cosa non potrà nascere? Si dice che il mondo è bello perché è vario, chissà, forse un giorno il mondo dirà che l'Europa è grande perché è varia...
.
Dario Carcano ha aggiunto quanto segue: l'Esercito Europeo!
La Grande Riforma del 2057, avvenuta in concomitanza dei cento anni dai trattati di Roma, sancì la definitiva trasformazione dell’Unione Europea in uno vero e proprio Stato federale.
La Grande Riforma creava la figura del Presidente dell’Unione Europea, eletto ogni 5 anni a suffragio universale, che riuniva i poteri in precedenza assegnati al Presidente della Commissione Europea e al Presidente di turno dell’Unione, e riformava sia il Consiglio Europeo che il Parlamento Europeo.
Ma l’effetto che a noi interessa di più era la creazione dell’Esercito Europeo dalla fusione dei singoli eserciti nazionali.
Ci furono molte discussioni su come organizzare il nuovo esercito, e quest’argomento tenne impegnati per diversi mesi gabinetti ministeriali, commissioni, sottocommissioni e tavoli di lavoro. Alla fine si giunse ad una soluzione.
Le Forze Terrestri dell’Unione Europea (EUGF) sarebbero state organizzate in due rami distinti ma collegati, l’Esercito “ordinario” e le Legioni.
L’Esercito era la forza numericamente più numerosa; esso era formato dalla fusione dei singoli eserciti nazionali, ed era composto in tempo di pace da 15 divisioni mononazionali; seppur numeroso, l’Esercito era meno specializzato rispetto alle Legioni, infatti la dottrina militare dell’Unione prevedeva che l’Esercito dovesse “tenere la linea”, e lasciare alle Legioni i compiti offensivi. Ciò tuttavia non vuol dire che l’Esercito fosse una forza armata di cattiva qualità, gli esperti militari dell’epoca ritenevano l’Esercito una forza qualitativamente pari allo US Army.
Le Legioni erano la componente d’élite delle EUGF; esse, al contrario delle unità dell’Esercito, erano unità multinazionali delle dimensioni di una brigata, ma in grado di operare in completa autonomia in quanto ogni legione disponeva di reparti aerei (e in qualche caso navali) permanentemente collegati ad essa.
In totale le legioni erano 10, ed ognuna di esse era specializzata in un compito specifico:
I Legione: Ratti del
deserto
II Legione: Mastini della giungla
III Legione: Aquile d’acciaio (specializzata nel
paracadutarsi oltre le linee nemiche per conquistare postazioni strategiche,
mantenendole fino all’arrivo dei rinforzi);
IV Legione: Tigri alate (simile alla III Legione,
ma effettua raid rapidi e mirati oltre le linee nemiche evitando combattimenti
prolungati)
V Legione: Squali argentati (specializzati negli
sbarchi anfibi)
VI Legione: Lupi di fuoco (specializzati in
operazioni di contrasto alla guerriglia)
VII Legione: Figli del Mare (specializzati in
operazioni di contrasto alla pirateria marittima)
VIII Legione: Leoni grigi (specializzati nel
combattimento urbano)
IX Legione: Magli infernali (specializzati in
operazioni offensive volte a sfondare il fronte nemico)
X Legione: Guardie di Ferro (all’opposto della IX
Legione, sono specializzati in interventi rapidi per rafforzare zone del fronte
in cui si rischia uno sfondamento nemico)
.
Riportiamo poi l'idea di MorteBianca:
Voglio proporvi una mappa della "Grande Europa". I requisiti per realizzare questa europa ingrandita (che comprende il concetto Eurasiatico di Russia in Europa e in un certo senso quello di Eurabia, comprendendo i paesi Nordafricani che si affacciano sul Mediterraneo storicamente compresi nella cultura europea.
I requisiti necessari sono:
1) Espansione dell'UE in accordo alla mappa che mostra i possibili candidati (Conditio sine qua non la Svizzera che cambia politica economica)
2) L'Inghilterra o cambia forma di governo (Penso alle varie ucronie "Effetto domino" in cui ad esempio la Scozia si rende indipendente, tocca poi all'Irlanda del Nord e alla fine il governo britannico crolla, Referendum monarchia-repubblica, oppure un attentato o una fallimentare monarchia) oppure l'Europa diventa più loose per quanto riguarda le forme di governo, applicando una sorta di
"Cuius Regio" in cui ogni nazione decide come auto-gestirsi (e viene incluso il Vaticano quindi), il Commonwealth entra.
3) Siglati accordi bilaterali reciproci fra UE e le nazioni Nord-Africane, forti investimenti per lo sviluppo economico. Vedo una possibilità già a partire dalle primavere arabe (si comincia con la liberazione dai regimi supportando i ribelli, si continua con aiuti e investimenti, piani concordati e collaborazioni, nuovi patti economici, gestione comune del terrorismo, le milizie e la crisi dei migranti e si conclude con una maggiore commistione fra popoli europei e popili nord-africani (favorita proprio dai migranti, come si teorizza che possa avvenire per la Turchia che è "già in Europa".
4) Forte crisi del Putinismo (morte del Supremo leader senza un successore degno? Rivalsa del
PCR? La crisi Ucraina finisce male? Assad gli si ritorce contro?) che conduce ad una democraticizzazione della Russia, liberalizzazione, distensione fra Russia ed Europa, ripresa dei commerci, trattati economici ed infine unificazione (e l'Europa diventa una potenza militare, industriale e con grandi giacimenti di petrolio e metano in un solo colpo).
5) E' necessario anche un cambio di paradigma nei confronti del peso delle singole nazioni (altrimenti per estensione vincerebbe la Russia, per densità Monaco, per popolazione totale bisognerebbe adottare un sistema proporzionale) che, nell'occasione dell'entrata della Russia (e lo sconvolgimento consequenziale degli equilibri
europarlamentari) porta ad una serie di riforme costituzionali e al suddetto cambio di paradigma, è probabile un ridimensionamento della Germania in una Europa così grande (almeno, se sarà così grande, l'Inghilterra non si lascerà comandare a bacchetta dalla Germania, figuriamoci la Russia).
6) Nell'ambito di questo cambio di paradigma (Politico e quindi economico, forse successo dell'Europa "Altra" a discapito dell'Europa Tecnocrate) potrebbe avverarsi l'ucronia di Brghos della Megafederazione Cantonale, ossia vengono accontentare le spinte secessioniste più forti (quindi in Spagna) e forse una federalizzazione spinta, sempre a causa del cambio di paradigma causato dall'Entrata della Russia, un paese che da solo è grande quanto il resto della Federazione, per questo motivo oltre al ridimensionamento dell'importanza di Estensione (si evita lo strapotere russo), di densità (Monaco) e popolazione (Germania) l'Europa si "divide" in numerosi sub-stati nella stessa federazione, o quantomeno in Macroaree autonome che poi possono afferire ad una nazione culturale comune (Italia, ad esempio).
7) I rapporti con gli USA saranno complicati: da un lato aumentano tantissimo i rapporti commerciali (il Canada è il primo partner, e senza la Russia fra le scatole l'America ha molto più spazio di manovra), d'altro canto le forze "Anti-NATO" saranno molto più forti politicamente in Europa, e l'idea di una "Grande Europa Autonoma" indipendente dagli Stati Uniti si farà inevitabilmente strada in Europarlamento, specialmente quando si tratterà di proteggere gli interessi europei (cosa possibile solo quando i cambi di paradigma hanno prodotto una unificazione radicalizzata ed economicamente solida). Interessanti i possibili rapporti con Cina, Giappone, Iran, Arabia Saudita, India, Brasile e Sud Africa, così come Israele.
8) L'unione progressiva sarebbe da stutturarsi in questo schema.
Primi trattati economici > Liberalizzazioni dei confini, trattati commerciali
> Moneta unica > Alleanza geopolitica di difesa > Alleanza geopolitica di
offesa > Esercito comune > Confederazione autonomista con parlamento comune e prime legislazioni
interstatali > Federalizzazione.
Il parlamento Europeo sarà probabilmente Bicamerale (perfetto o Imperfetto?) una Camera dei Comuni votata dalla popolazione in elezioni generali comuni (con Partiti trasversali alle nazioni, quindi PSE, PPE, PCE, PLE ecc) e una Camera federale votata col sistema proporzionale di cui sopra (forse a Piramide del tipo: Macroarea > Stato > Federazione).
La Costituzione dovrà essere per forza Federale
(sul modello Tedesco) e dovrà per forza essere Parlamentare (a modello Italiano) in modo da accontentare tutti (Una costituzione
Presidenzialista, ad esempio, piacerebbe solo alla Francia). Le forze armate Europee così come la ricerca sarebbero molto avanzate sotto diversi punti di vista.
L'Europa costituzionalmente (Visto che deve rispettare le singole costituzioni, Italia compresa) de iure non può dichiarare guerra se non per due ragioni:
1) Uno degli stati membri è attaccato
2) Votazione con due terzi favorevoli in Europarlamento, confermata da entrambe le camere e firmata dal Presidente.
In questo contesto i rapporti con la NATO vanno rivisti: l'Europa può entrare in guerra solo se lo vuole.
Credo che l'ONU favorirebbe positivamente una simile struttura.
Lingue ufficiali: Inglese e Francese.
Probabilmente vi sarà una grande valorizzazione culturale, in tutti i sensi.
.
E Iacopo Maffi aggiunge:
Per rendere concreto il progetto geopolitico europeo (che credo coincida con la fusione dei progetti neoromano e
eurasista) mancano: Iraq, Giordania, penisola araba e Asia centrale.
Cruciali saranno tre questioni regionali: esistenza di Israele, ruolo geopolitico dell'Iran e assi del potere energetico. L'Africa fino al golfo di Guinea e al Corno potrebbe essere annessa per dare soddisfazione all'egemonia francese nella regione. I progetti neorusso e neottomano sono sussunti in quello
megaleuropeo.
Per Israele credo che la politica migliore sia un attendismo merkeliano: tra cinquanta anni la questione si sarà risolta da sola, o per esaurimento demografico della presenza ebraica in terra santa, o per sterminio o esilio degli arabi. La nostra
Megaleuropa deve solo attendere e raccogliere i cocci.
Per l'Iran, dopo un eventuale tracollo dell'egemonia putiniana (e una riduzione della Russia a muscle dell'UE) e la soluzione dei guai nel Levante, il suo sponsor principale potrebbero paradossalmente rivelarsi gli Usa.
Per quanto riguarda l'organizzazione della nuova unione, propongo la divisione degli stati membri in Gruppi omogenei per storia cultura e geografia. Il potere centrale avrebbe tre camere: una rappresentativa degli Stati, con compiti di revisione e coordinamento, una rappresentativa dei Gruppi, con compiti legislativi, e una rappresentativa della popolazione con compiti di indirizzo.
.
Diamo ora la parola a feder:
In un momento di noia ho stilato questa tabella. Pur ammettendo di aver preso a modello le istituzioni statunitensi, che rappresentano a conti fatti il più grande esperimento di federalismo della storia, il mio intento è stato diverso da quelli dei fondatori della Repubblica americana; e cioè quello di fondare una Federazione tanto democratica (il principio della maggioranza è infatti fondamentale, considerato come ogni Stato abbia diritto ad eleggere un numero di deputati in proporzione alla propria popolazione), quanto non oppressiva nei confronti dei Paesi più piccoli o meno abitati. Ciò è riflesso nel fatto che, se pure la maggioranza della popolazione, tramite i propri deputati, abbia la possibilità di premere perché una particolare questione, espressa sottoforma di legge, passi al vaglio della Camera, non è detto che sia accettata in Senato, dove, avendo ogni Stato diritto ad uno stesso quantitativo di rappresentanti, la possibilità di opposizione è concreta e reale. In questa Federazione esiste una sola figura presidenziale, espressione della maggioranza parlamentare, che assomma in sé le prerogative del nostro Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio dei Ministri: si occupa insomma di far rigare dritto il Parlamento, di far rispettare le leggi e di simboleggiare l'unità d'intenti dei vari Stati nella Federazione.
Ovviamente moneta unica e frontiere aperte intrafederali. La BCE assomma in sé il tesoro di ogni Stato membro e vincola a sé ogni banca, sia essa privata o pubblica, operante sul territorio federale. Il Programma scolastico è simile da Stato membro a Stato membro, pur tenendo conto delle immense differenze. Supporto economico costante ma regolato dall'alto ai paesi più poveri. NATO abolita (niente più basi USA sul territorio europeo) e sostituita dal EAMAP (European-American Mutual Assistance Pact). Programma spaziale comune. Agenzia di sicurezza segreta sovranazionale, le singole abolite (e finalmente potremo dire anche noi che arrivano i federali!) Che cosa ne pensate?
.
Passiamo la parola a Dario Carcano, che ha voluto spingersi ancora più in là:
Europa 2200
Il lato migliore del fare analisi
politiche di lungo periodo è che, come diceva Keynes, nel lungo periodo saremo
tutti morti; dunque se le mie previsioni alla prova dei fatti si riveleranno
sbagliate, beh, avete capito…
Perché Europa 2200? Perché siamo alla vigilia del 2020, sta finendo un decennio
e tutti fanno bilanci del decennio appena finito, e previsioni su quello che sta
per iniziare. Io invece preferisco guardare oltre: preferisco guardare ai
prossimi 180 anni.
180 anni sono lunghi, sono vent’anni in più del lasso di tempo che ci separa
dall’Unità d’Italia, ma facciamo un tentativo.
Entro trent’anni l’Europa sarà unita,
penso infatti che per il 2050 sarà definitivamente archiviata la fase dei
nazional-populismi, che non offrono una visione di Futuro che non sia il ritorno
ad un Passato idealizzato e mai esistito. Per il 2050 gli attuali 27 paesi della
UE (a cui nel frattempo se ne saranno aggiunti altri) avranno tutti:
Una moneta comune (che già c’è, l’Euro)
Riconosceranno un governo centrale comune, cui avranno delegato la propria
politica estera
Avranno ancora proprie forze armate, che però saranno inquadrate in una Forza
Armata Europea
Tuttavia gli stati membri continueranno ad avere ampia autonomia nella gestione
dei propri affari interni
Agli attuali 27 paesi membri si saranno probabilmente aggiunti Macedonia,
Serbia, Montenegro, Albania e Turchia (una volta terminato il sultanato di
Erdogan) portando quindi a 32 il totale, che potrebbe essere di 33 se la Scozia
dovesse seriamente abbandonare il Regno Unito per tornare della UE.
Dal 2050 al 2070 ci sarà una fase di ulteriore allargamento dell’Unione, che
porterà all’ingresso di Norvegia, Islanda, Bosnia-Erzegovina, Svizzera, Ucraina
e (forse) Israele e Capo Verde.
Nel frattempo, il Regno Unito sarà alla
prese con le conseguenze di lungo periodo del disastro Brexit: crisi economica,
riaccensione del conflitto irlandese e del separatismo scozzese, cui, dopo la
morte di Elisabetta II, si sarà aggiunta la crisi del Commonwealth, la cui
utilità sarà messa in discussione dalle ex-colonie del Regno Unito.
L’Irlanda del Nord quasi sicuramente si riunirà con l’Eire (spero in maniera
pacifica, ma probabilmente sarà conseguenza della riesplosione delle violenze) e
non è da escludere che anche la Scozia decida di abbandonare Londra.
A quel punto Londra si ritroverebbe davanti a due scelte per risolvere (almeno
in parte) i propri problemi: rientrare nell’Unione Europea oppure entrare a far
parte degli Stati Uniti d’America.
Per quanto possa sembrare assurda come idea, non è così improbabile che Londra
entri negli USA: i due paesi parlano la stessa lingua, c’è già adesso un forte
scambio di prodotti culturali tra le due sponde dell’Atlantico, e probabilmente
per quella data Londra sarà già fortemente dipendente da Washington sia
militarmente che economicamente.
Dall’altro lato dell’Atlantico, l’ingresso dell’Old England sarebbe potrebbe
essere accettata dall’opinione pubblica (specialmente quella bianca) perché
entro il 2050 la popolazione bianca degli USA sarà passata da maggioranza
assoluta a maggioranza relativa, in quanto le etnie asiatiche, ispano-americane
e afro-americane avranno superato quella bianca; a questo potrebbe aggiungersi
il desiderio di riequilibrare la popolazione bianca dopo l’ingresso negli USA
come Stati federati di Porto Rico e degli altri territori associati, cui
potrebbero aggiungersi (intorno al 2050, magari con l’elezione del primo
presidente ispanico) Santo Domingo, Haiti, Cuba e la Giamaica.
Questa espansione degli USA nei Caraibi e l’ingresso massiccio di elementi
ispanici e afro-americani aprirebbe un dibattito nell’opinione pubblica, creando
una fazione favorevole a riequilibrare l’espansione nei Caraibi con l’ingresso
negli USA dell’Inghilterra, che quindi sarebbe il 60° Stato dell’Unione.
Se – diciamo attorno al 2100 – seguirà un ulteriore allargamento degli USA,
stavolta verso il Messico (e soprattutto, continuando a immaginare che questo
allargamento sia pacifico) che si concluderebbe con l’ingresso negli USA dei 32
Stati del Messico, allora, sempre per riequilibrare la percentuale di bianchi
nella popolazione, sarebbe altrettanto probabile un allargamento verso Nord,
ossia l’inclusione negli USA delle 10 provincie e 3 territori del Canada, che
sarebbe favorito dal fatto che Londra è già negli Stati Uniti.
L’espansione degli Stati Uniti sarebbe anche l’unico modo per arrestare, o
perlomeno rallentare, la decadenza dell’economia Statunitense, che entro vent’anni
molto probabilmente sarà stata superata dalle economie di Cina e India. Per il
2100 anche queste due saranno economie post-industriali, cresciute molto
rapidamente per l’immensa domanda generata da mercato interno enorme e dalla
presenza di risorse naturali (gli stessi fattori all’origine del successo
economico degli USA), e per mantenere il passo gli USA dovranno espandere il
proprio mercato interno, ossia espandere i propri confini.
Io ho dato per scontato che questo avvenga in maniera pacifica, ma in generale,
nel corso della Storia, quando un governo si trova a dover espandere il proprio
mercato interno raramente sceglie l’opzione pacifica.
Di solito lo fa con un invasione militare.
Dunque, torniamo all’Europa. Dopo il 2070
l’allargamento dell’Unione conoscerà una lunga pausa, perché sarà necessario
affrontare un dilemma geopolitico. In che direzione continuare l’allargamento
dell’Unione? Verso Est, e quindi verso la Russia e i paesi della fu URSS per
formare l’Unione Euroasiatica? Oppure verso Ovest, verso l’altra sponda
dell’Atlantico, per formare assieme agli Stati Uniti un Unione Atlantica?
Dunque questa sarà la domanda centrale (ma lo sarebbe già adesso, è solo per la
miopia degli attuali politici – sia nostrani che europei – che non se ne parla)
per determinare il futuro dell’Unione.
Unione Euroasiatica o Unione Atlantica? San Francisco o Vladivostok?
La risposta a questa domanda dipende da come saranno nel periodo tra 2070 e 2120
i rapporti di Bruxelles (o qualsiasi altra città che sarà la capitale
dell’Unione) con Mosca e Washington.
Mosca quasi certamente avrà messo in soffitta il Putinismo, che difficilmente
sopravvivrà i prossimi due decenni, e se sarà uno Stato democratico e liberale
sarà in buoni rapporti con l’Unione Europea, tanto da poter valutare l’ingresso.
Agli USA, per il discorso che abbiamo fatto prima sulla necessità di espansione
del mercato interno, farebbe comodo espandersi sull’altra sponda dell’Atlantico.
Tuttavia i paesi dell’Unione sono paesi con una cultura diversa da quella
americana (anche se non troppo diversa), con un sistema legale molto diverso da
quello americano e leggi che potrebbero penalizzare il commercio in Europa dei
prodotti americani. Quindi molto passerà dalla creazione di accordi commerciali
tra USA ed Europa, come ad esempio il TTIP (e il fallimento dei negoziati sul
TTIP potrebbe essere il primo chiodo sulla bara di una possibile Unione
Atlantica).
Al contrario, i negoziati con Mosca per la creazione di un Area di Libero
Scambio Euroasiatica sarebbero molto meno complicati.
Per questo credo che tra Unione Euroasiatica e Unione Atlantica la prima sia più
probabile della seconda.
Così per il 2130 avremo l’ingresso della Russia nell’Unione, cui seguirà
probabilmente l’ingresso dei paesi centro-asiatici che fecero parte dell’URSS.
Dunque, nel 2150 avremmo quattro superpotenze economiche e militari:
Tutte e quattro queste potenze sarebbero
dotate di armi nucleari, dunque una guerra tra una di queste quattro
super-nazioni vorrebbe dire la fine del genere umano.
Sempre ammesso che nel frattempo non siano sorti cambiamenti tecnologici tali da
rendere obsolete le armi nucleari, un conflitto diretto tra queste quattro
nazioni è alquanto improbabile. Anche perché:
La Cina per attaccare il cuore dell’Eurasia dovrebbe attraversare le Steppe
dell’Asia Centrale.
Gli USA per fare lo stesso dovrebbero attraversare l’Atlantico, o lo Stretto di
Bering e attraversare la Siberia.
L’India per attaccare l’Eurasia o la Cina dovrebbe superare l’Himalaya.
Gli USA per attaccare la Cina dovrebbero passare attraverso il Pacifico (oppure
passare attraverso l’Eurasia tramite lo Stretto di Bering).
Nessuna di queste quattro superpotenze
sarebbe disposta ad affrontare l’immenso sforzo logistico rappresentato da una
guerra con un'altra.
Dunque avrebbe inizio una “Guerra fredda a quattro”, che durerebbe dal 2150 al
2200, in cui le quattro superpotenze si guarderebbero in cagnesco ma senza
scatenare una guerra perché spaventate da quella prospettiva.
Questo stallo potrebbe essere rotto dall’ingresso di un quinto giocatore (Sud
America? Africa Subsahariana?), oppure risolversi con l’unione delle quattro
superpotenze in un unico Governo Mondiale.
Piccola appendice linguistica: la
creazione di uno Stato europeo unico creerebbe un grosso problema. Quale dovrà
essere la lingua franca di questo stato? Quale lingua sarà usata nei documenti
ufficiali e insegnata nelle scuole accanto alle lingue nazionali?
La risposta più ovvia potrebbe essere l’Inglese, attuale lingua internazionale
degli affari, ma ci sarebbe un problema: una volta uscita Londra, nella UE
l’unico Stato in cui l’Inglese è madrelingua sarà l’Irlanda.
Dunque l’Inglese, pur mantenendo un ruolo preminente in virtù della sua
diffusione a livello globale, difficilmente sarà la lingua ufficiale
dell’Unione.
Una seconda risposta potrebbe essere l’Interlingua, che però avrebbe un grosso
problema: essendo basata sulle lingue romanze e sull’Inglese, penalizzerebbe i
parlanti nativi di lingue slave o germaniche.
Dunque, si arriva alla mia ipotesi preferita (anche se forse è la meno
probabile): il recupero del Protoindoeuropeo, e il suo uso come lingua ufficiale
dell’Unione (ovviamente accanto alle lingue locali).
Inizialmente pensavo che la lingua di un Europa Unita potesse essere il Latino,
che avrebbe il vantaggio di essere una lingua già ampiamente studiata ma lo
svantaggio di essere intelligibile solo con le lingue romanze.
Volevo infatti una lingua che fosse quanto più possibile intelligibile con le
lingue dell’Eurasia, romanze, slave e germaniche; così sono arrivato al
Protoindoeuropeo che, essendo progenitore anche dell’Hindi attraverso il
Sanscrito, avrebbe il vantaggio di tornare utile in caso di un espansione verso
l’India dell’Unione Eurasiatica.
È vero che la scelta del Protoindoeuropeo – o comunque di un Neoindoeuropeo,
essendo il Protoindoeuropeo in gran parte una ricostruzione ipotetica della
lingua parlata dagli Indoeuropei – escluderebbe tutte le lingue non Indoeuropee
(Basco, Finlandese, Ungherese, ecc.), ma tali lingue sono una sparuta minoranza,
e come ho specificato più volte, il Neoindoeuropeo non sarebbe imposto sulle
lingue nazionali, ma usato accanto ad esse.
Una volta formato il Governo Mondiale dall’unione delle quattro superpotenze, il
Neoindoeuropeo sarebbe il candidato ideale per diventare Lingua Platenaria.
Che ne dite?
La bandiera della futura Federazione Europea
.
Lord Wilmore si informa:
Sono curioso: che aspetto avrebbe il protoindoeuropeo, ricostruito per diventare la lingua franca dell'Europa d'oggi?
.
Bhrghowidhon gli risponde:
Qui entriamo in una disciplina a sé stante, la Pianificazione Linguistica, in particolare la Pianificazione del Cŏrpŭs. Di solito le due posizioni contrapposte sono: scegliere una sola varietà (esistente o da elaborare) oppure usarne molte (cosiddetta Lingua Polinomica). Nel nostro caso bisognerebbe aggiungere la distanza temporale per tornare a uno stadio molto arcaico (è più o meno quello che si faceva col latino a partire dai volgari, almeno dal Medioevo – compreso – in poi, verosimilmente già nell’Antichità) e contemporaneamente ammodernare il lessico antico per adattarlo agli usi moderni (è quello che si è fatto per l’ebraico moderno a partire da quello biblico – qᵃbbālāh che passa da ‘numerologia’ a ‘scontrino della spesa’ – e per altre lingue rivivificate).
Siccome l’indoeuropeo preistorico è molto diverso a seconda delle lingue a partire dalle quali viene ricostruito (per esempio, una frase in latino retroproiettata in fonetica indoeuropea è bensì perfettamente ricostruita, ma è completamente diversa da una frase in greco o in sanscrito retroproiettata allo stesso modo in fonetica indoeuropea), credo che l’unica procedura possibile per usare l’indoeuropeo preistorico come lingua franca sia di retroproiettare in indoeuropeo le lingue moderne (in pratica sostituendo alle parole moderne la loro ricostruzione etimologica indoeuropea) e quindi adottare un modello di lingua polinomica, dopodiché spontaneamente verranno preferite le forme più ampiamente comprensibili (è il meccanismo della cosiddetta formazione di una kŏinḗ). Ammetto però che a questo punto è più facile usare le lingue moderne, tantopiù che con gli sviluppi della traduzione automatica non ci sarà più bisogno di lingue franche...
.
Edoardo Secco aggiunge:
Per quanto riguarda il "Neo-Indoeuropeo" da proporre come lingua comune per la UE, esiste davvero un gruppo di studiosi che dal 2004 sta lavorando proprio ad una cosa del genere! Troverete il loro sito a questo link.
.
Findarato Anàrion propone di suo:
Butto i miei due cents: e se a questo passo UE, USA e URSS si unissero nell’Unione Artica?
.
Dario scrolla la testa:
Naah, non credo sia possibile avere così presto Russia e Stati Uniti nello stesso Stato. Ci si può arrivare in seguito, ma il XXII secolo è ancora troppo presto.
.
Neanche stavolta però Bhrghowidhon è d'accordo:
Se confrontiamo il 1300 col 1480 e questo col 1660, in base ai cambiamenti fra 1300 e 1480 si poteva prevedere nel 1480 che nel 1660 nella Penisola Iberica ci sarebbero stati i due Regni di Portogallo e di Spagna, che il Regno di Napoli sarebbe diventato sempre più legato all’Aragona, che la Francia si sarebbe ulteriormente espansa e il Sacro Romano Impero corrispondentemente ristretto, che la Polonia e la Lituania sarebbero state ancora più unite, che la Moscovia si sarebbe molto ingrandita, che l’Impero Ottomano avrebbe raggiunto dimensioni enormi, che in Cina sarebbe cambiata la Dinastia; era invece difficile pensare che questa Dinastia fosse di nuovo straniera, che in India si imponesse una Dinastia musulmana di origine mongola, che la Persia si (ri)unificasse, che la Svezia secedesse dall’Unione di Kalmar e diventasse una Potenza nel Baltico e in Europa Centrale, che le Isole Britanniche si unissero, che gli Asburgo entrassero in una fase di espansione, che Venezia al contrario si contraesse. Soprattutto, non si potevano immaginare la scoperta delle Americhe e le spartizioni coloniali che ne sono conseguite.
Nel 1660, sulla base di questi cambiamenti dal 1480 si potevano proiettare sul 1840 la permanenza di Spagna e Portogallo, ma non l’indipendenza dei loro Territorî Coloniali né delle Due Sicilie (o il passaggio, in ultima analisi, della – sola – Sardegna ai Savoia); la formazione del Regno Unito, ma non l’indipendenza degli Stati Uniti; l’ulteriore espansione della Francia e quella degli Asburgo in Europa Centrale, ma non la loro perdita della Spagna; l’unificazione dell’India, ma non come Colonia Britannica. Un’analisi particolarmente acuta avrebbe potuto prevedere il passaggio della Finlandia alla Russia, della Norvegia alla Svezia, le Spartizioni della Polonia, l’espansione della Russia, la fine del Sacro Romano Impero, più difficilmente l’ascesa della Prussia e del Regno Unito, l’indipendenza del Belgio, l’Algeria alla Francia, la contrazione dell’Impero Ottomano e della Persia.
Nel 1840, sulla base del confronto col 1660 si poteva immaginare che nel 2020 la Penisola Iberica sarebbe stata ancora divisa fra Spagna e Portogallo (ormai privi di qualsiasi Dominio Coloniale), la Francia avrebbe guadagnato ancora un paio di acquisizioni in Europa e varî Territorî d’Oltremare, la Germania si sarebbe potuta unificare secondo la Soluzione Piccolo-Tedesca, ma non che la Prussia e gli Imperi Austriaco, Russo e Ottomano sarebbero stati spartiti né che sarebbero divenute indipendenti la Norvegia, l’Islanda, l’Irlanda e la massima parte delle Colonie Europee (anche quelle nel frattempo ritagliate in Africa), compresa l’India Britannica o che in Cina l’Impero sarebbe stato sostituito da un Regime Comunista. Su grandi conquiste sabaude sarebbe stato temerario scommettere. L’ascesa degli Stati Uniti era stata prevista da de Tocqueville, anche se non nei termini precisi in cui la conosciamo; quella del Giappone era davvero ardua da immaginare.
Oggi abbiamo quindi a disposizione i cambiamenti dal 1840 al 2020 e l’analisi delle continuità o discontinuità fra 1300 e 1480, 1480-1660 e 1660-1840 per cercare di indovinare come sarà se non altro l’Europa fra altri 180 anni. Le tendenze costanti ci suggerirebbero che nella Penisola Iberica potremmo trovare ancora sia il Portogallo sia la Spagna, anche se di quest’ultima viene da dubitare che conservi la Catalogna o il Paese Basco; la Francia avrebbe una possibilità di espansione nella Vallonia (se il Belgio si spaccasse), il Regno Unito potrebbe perdere – come l’Irlanda – anche la Scozia (almeno) e in Scandinavia potrebbe diventare indipendente la Lapponia (come le Fær Øer); se prosegue il ciclo di potenza degli Stati Uniti, la Russia rischia seriamente di frantumarsi ancora di più e la Cina, se non altro, di cambiare Regime, mentre il Commonwealth potrebbe perdere ulteriori Stati e anche il controllo francese su alcuni Paesi della Francofonia potrebbe subire una contrazione. Ammessa la continuazione delle spinte aggregatrici in Italia, l’unica Potenza in grado di trarne vantaggio territoriale sarebbero di nuovo gli Stati Uniti, che rafforzerebbero altresì la propria egemonia sull’Europa e a scapito di altre Potenze Regionali in Asia.
Possiamo d’altra parte stimare che circa metà di queste tendenze sono state in precedenza rovesciate; la Geopolitica ci consiglierebbe di scommettere sulla persistenza di quelle che sono state più spesso confermate (per esempio quelle relative alla Penisola Iberica o alla Francia), mentre la Statistica farebbe pensare il contrario (prima o poi verrà il momento che anche le tendenze finora continuate subiranno un capovolgimento). La principale direttrice geopolitica è quella dell’ulteriore rafforzamento degli Stati Uniti, con tutto quel che ne consegue (frantumazione di Russia, Cina &c.; più stretto controllo sull’Europa, indebolimento di ogni altra Potenza, anche se solo regionale); il suo contrario sarebbe che si coagulassero le forze del massimo numero possibile di Stati in cerca di rivalsa o semplicemente di salvezza dalla Superpotenza, al momento Germania, Turchia, Egitto, Arabia Sa‘ūdīta, Pakistan e Giappone fra gli Alleati (nelle Americhe credo che non ci sia alcuna possibilità di opposizione), Russia, ’Īrān, Cina e Corea del Nord fra gli altri Paesi.
Nel primo scenario, l’Europa si unificherà in quanto tutta più dipendente dagli Stati Uniti, anche se forse paradossalmente con meno connessioni al proprio interno; nel secondo scenario, l’unificazione dell’Europa dovrebbe avvenire intorno alla Germania, che a breve e medio termine è impossibile senza il contributo decisivo della Francia (e l’appoggio di Russia e Turchia). L’imperativo per gli Stati Uniti è di impedire con ogni mezzo qualsiasi alleanza fra i dieci Stati citati (rivali o nemici) o anche soltanto una loro parte.
Concretamente, per il 2200 vedrei nel primo caso (più verosimile) un’Europa precaria e fragile come oggi, ma ancora più americanizzata, praticamente indistinguibile dagli Stati Uniti, ma su un piano inferiore di rilevanza politica; nel secondo caso, un’Europa fortemente unita e in completa continuità col resto dell’Eurasia, ma... destinata a uno scontro dall’esito prevedibilmente più favorevole all’attuale Superpotenza planetaria.
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C'è anche il suggerimento di Andrea Mascitti:
La Norvegia in due referendum nel 1972 e nel 1994 rifiutò l'ingresso nell'UE. In entrambi i referendum il No per l'UE vinse per poco, rispettivamente 53,5 e 52% . Se fosse invece stato il Si a vincere per poco? Sarebbe cambiato qualcosa per l'UE? Sarebbe una UE da 29 stati oppure anche da 30 poiché l'ingresso di tutti i paesi scandinavi avrebbe spinto anche l'Islanda ad entrare?
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Cui risponde Pavel Tonkov:
Se la Norvegia fosse entrata nell'UE probabilmente al momento dell'adozione dell'euro avrebbe chiesto l'opting out, ma se invece avesse chiesto di adottarlo già dal 1999 i referendum svoltisi in Danimarca nel 2000 ed in Svezia nel 2003 avrebbero avuto esiti diversi, ovvero sì alla moneta unica. Nel caso di ingresso della Norvegia nella CEE già nel 1973 questo avrebbe accelerato l'adesione di Svezia, Finlandia e Islanda (nel 1981 insieme alla Grecia o, nel "caso peggiore" nel 1986 in compagnia di Spagna e Portogallo). Di conseguenza se i paesi scandinavi entrano nella CEE entro la fine degli anni ottanta significa accelerare il processo di integrazione europea dell'Austria e, paradossalmente, anche della Svizzera; perché con l'Austria nella UE l'EFTA, ormai ridotta a Svizzera e Liechtenstein, non ha più senso. Arriviamo quindi nel 1995 con l'UE composta da 19 paesi con la conseguenza che questo stimola l'integrazione europa dei paesi dell'est. Infatti l'adesione di Slovenia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta e Cipro (questa volta unito, poiché anche i Greco-Ciprioti si sono espressi a favore dell'unificazione dell'isola con i Turco-Ciprioti, accelerando di conseguenza la domanda di adesione della Turchia) avviene nel 2002. Nel 2004 è la volta di Romania, Bulgaria e Croazia. E nel 2013 entrano infine Turchia, Serbia, Montenegro, Macedonia, Bosnia Erzegovina ed Albania (il Kosovo, grazie alla svolta democratica avvenuta in Serbia alla fine del 2000, non secede ma in cambio gode di un'ampia autonomia). Quindi un'Europa unita in anticipo può reagire meglio alle crisi degli ultimi anni (economico-finanziaria, terrorismo, emergenza profughi).
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Lapidario il commento di Bhrihskwobhloukstroy:
È molto realistico (e per ironia della sorte oggi sembra così irreale...)
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Sempre Bhrihskwobhloukstroy ha poi aggiunto:
«W la F.-I.-G.-A.» Ovvero: forse ho finalmente capito che cosa significa il finora almeno per me misterioso acronimo nelle scritte che campeggiano su tanti muri sparsi per la Repubblica Italiana: ipotizzo che si tratti di un modo crittografico di inneggiare a quella che per parte mia preferisco chiamare “Austrogermanogallitalia”, con maggiore rispetto delle denominazioni storiche: la Federazione di Francia, Italia, Germania e Austria.
In effetti è un progetto perfettamente realizzabile: la prima tappa dovrebbe essere l’ingresso – da tempo discusso – dell’Austria nella N.A.T.O., dopodichè la Repubblica Italiana, rimanendo (come da Costituzione) «una e indivisibile», entrerebbe a far parte dell’Austria come Land a sé, infine da un lato la stessa Austria così estesa e dall’altro la Francia aderirebbero, ciascuna come Land, alla Repubblica Federale Tedesca, dove magari i Länder che un tempo costituivano la Prussia si potrebbero riunificare (con Capitale Berlino), mentre nel frattempo la Capitale Federale sarebbe da spostare ad Aquisgrana, che realmente è già stata Capitale di tutti questi territorî (con pochissime eccezioni) oltre che di varî altri.
Le lingue ufficiali sarebbero le stesse della Svizzera; le Leggi sono già più integrate che quelle dei Cantoni Svizzeri fra loro. Come Inno si potrebbe di nuovo ricorrere a Beethoven: la Nona già si adatta metricamente in tutte e tre le lingue alle prime parole (in tedesco «Österreich, Deutschland, | Frankreich, Italien» o anche «Österreich, Frankreich, | Deutschland, Italien»; in francese «France, Italie, | Autriche, Allemagne» o, meglio perché senza iato, «Autriche, Allemagne, | France, Italie»; in italiano «Austria, Germania, | Francia, Italia», con successione identica alla prima versione tedesca e alla seconda francese).
Io penso a una struttura che salvasse le Istituzioni di tutti e quattro gli Stati: le due Repubbliche unitarie rimangono tali e diventano Stati Federati (a proposito, Francia, Prussia, Amburgo, Brema, Mecklenburgo-Pomerania Anteriore, Sassonia, Turingia, Baden-Württemberg, Baviera e Austria sarebbero Bundesstaaten; tutti gli altri diventerebbero Bundesländer della Prussia o dell’Austria, compresa l’Italia), di modo che la Francia è il Bundesstaat più potente e può accettare che la Capitale sia in Prussia (si potrebbe anche scorporarne Aquisgrana restaurando il cosiddetto Aachener Reich), mentre l’Austria diventa il secondo Bundesstaat più esteso (è l’unico che può tollerare di avere una popolazione germanofona minoritaria, purché la propria Capitale resti Vienna). La Germania è ovviamente soddisfatta (mantiene pure la Capitale, non deve fare investimenti come in Germania Est e tronca la Questione dei Debiti comunitarî incorporando il Questuante più insistente e salvando invece il Principio di Austerità nel resto dell’Unione) e gli Stati Uniti vedono estendersi la N.A.T.O., facendo pure un affronto alla Russia (che era garante della Neutralità dell’Austria).
I Principî della Rivoluzione restano integralmente validi, nemmeno Parigi perde alcunché del proprio attuale Potere, semplicemente cambia la propria Politica Europea (da un’Europa degli Stati a un’Europa delle Regioni...).
La Questione Tirolese/Altoatesina è risolta per sempre; le Regioni Autonome in Italia restano tali e non hanno da temere la concorrenza di un Regionalismo generalizzato.
Ogni Stato mantiene la propria lingua, senza obbligo di conoscere le altre (così come avviene anche in Svizzera). Tutte le Leggi sono in tre lingue e ogni Cittadino si può rivolgere nella propria alle Istituzioni.
La Locomotiva d’Europa diventa l’Austro-Germano-Gallitalia, la Comunità Europea di Difesa non è più una minaccia per altri Stati e diventa completamente integrata nella N.A.T.O. senza creare doppioni (perché si sostituisce alle Forze Armate dei quattro Stati fondatori, quindi non aggiunge alcun livello in più). Qualsiasi rivalità in Africa Settentrionale o nel Vicino Oriente (o anche di carattere strategico industriale) tra Francia e Italia sparisce. Grazie al tramite della Germania, l’Italia torna a potersi candidare a sbocco di una nuova Via della Seta (in particolare Taranto rispetto al Pireo). Svanisce ogni pericolo di blocco degli Immigrati a Ventimiglia o al Brennero.
La più stretta fusione fra Italia e Austria è indispensabile per salvare lo Stato: se si creasse una contrapposizione fra due Stati neolatini e due germanici, il tutto si frantumerebbe alla prima crisi, invece bisogna che il rapporto sia a tre (non a quattro) e con uno Stato tutto neolatino (per forza la Francia, che non aderirebbe mai se non entrasse integra e come membro più potente), uno tutto germanico (evidentemente la Germania) e uno misto germano-romanzo (storicamente l’Austria con l’Italia, anche perché l’intera Austria è stata neolatina più a lungo che la maggior parte della Germania – tranne quella renana e suddanubiana – e per converso l’Italia è stata germanica più a lungo che la maggior parte della Francia, tranne quella orientale).
La Lega tornerebbe a essere un Partito Secessionista, stavolta contro Aquisgrana Ladrona e a favore di Roma (com’è anche adesso, quindi senza metamorfosi).
Arriviamo al problema più importante: la Criminalità Organizzata. Ormai è assodato che si è diffusa fino in Germania; con un unico Stato si darebbe finalmente la possibilità di un coordinamento totale di tutte le Forze dell’Ordine, compresi i Servizi Segreti (che altrimenti non collaborerebbero mai al 100% fra loro), contro l’Anti-Stato. Non c’è bisogno di violenza o di leggi eccezionali: semplicemente, si arriverebbe a uno scontro ad armi pari (perché la Criminalità Organizzata il coordinamento ce l’ha già). Ordinaria amministrazione della Giustizia, efficienza negli itinera giudiziarî, diffuso senso di vergogna per la corruzione e rimozione delle rivalità fra Strutture dello Stato garantirebbero alla Legalità un facile e completo successo sull’Eversione.
Dal ritrovato funzionamento delle Istituzioni ci si potrebbe attendere anche una relativa diminuzione della renitenza al Fisco e perciò anche una parziale riduzione del carico tributario. Non mi illudo però che spariscano contrasti come quello sull’Alta Velocità; al massimo si può immaginare uno spostamento del progetto dalla Val di Susa alla Val d’Aosta (che fra l’altro riequilibrerebbe sul piano ferroviario le due direttrici, attualmente sbilanciate in modo irrazionale).
Francia, Germania e Austria convergerebbero nel culto della Precisione ma anche nell’inclinazione al Romanticismo e potrebbero insieme riguadagnare il primato nella Musica rispetto alle Nazioni Anglosassoni; Austria e Francia sarebbero maggioritarie per conferire all’Austro-Germano-Gallitalia un carattere sensibile e proclive alla gioia di vivere.
Si può obiettare: «Ma l’Austria non accetterà mai di prendersi una maggioranza italiana al proprio interno» e «L’Italia non può accettare di tornare sotto l’Austria»; tuttavia, già il fatto che le due critiche siano complementari mostra la via per superarle, perché si tratterebbe di un sacrificio – grande o piccolo che sia percepito – più o meno uguale per entrambe le parti. L’Austria (83˙878,99 km²) avrebbe un aumento territoriale addirittura di poco superiore (301˙340 km²) alle dimensioni della Cisleithania (300˙005 km²); nell’Austria-Ungheria, i non Germanofoni erano il 76,64%: nella nuova Austria i 60˙322˙873 di non Germanofoni [60˙203˙774 [60˙497˙174 Cittadini Italiani - 293˙400 Germanofoni] + 119˙099 esponenti di Minoranze Linguistiche riconosciute in Austria) sarebbero l’88,36% (su 69˙270˙029), una differenza minima rispetto all’87% di non Germanofoni (59˙815˙834) sulle 68˙763˙000 persone che abitano oggi nei confini dell’Austria-Ungheria nel 1914.
Ancora minore sarebbe la differenza per gli Italiani: l’Italia rimarrebbe tale e quale, Roma sarebbe ancora Capitale, semplicemente si aggiungerebbero due livelli intermedî fra Roma e Bruxelles: Vienna e Aquisgrana. In particolare per quanto riguarda lo status dell’Italia come Bundesland austriaco, si tratterebbe del territorio più esteso e popolato (come appena visto) e quindi che la Capitale del Bundesstaat sia in un altro Bundesland è il minimo di concessione che si può fare. Se poi si considera che la Capitale sia una questione essenziale, va tenuto in conto che gli altri Bundesländer austriaci sarebbero nelle stesse condizioni dell’Italia: solo Vienna sarebbe la Capitale, non Innsbruck né Salisburgo né Graz né Klagenfurt &c. (non fa grande differenza che la Capitale – ribadisco, solo del Bundesstaat – sia Vienna o Roma, visto che è in ogni caso lontana) e, se si obietta che comunque il Tirolo, la Carinzia, la Stiria, Salisburgo &c. sono più vicini a Vienna di quanto lo siano Venezia, Milano, Torino &c., che sono più vicine a Roma che a Vienna (sia in linea d’aria sia per via di terra), ciò è dovuto alla molto maggiore estensione della Repubblica Italiana rispetto a quella Austriaca, tant’è vero che Venezia, Milano, Torino &c. sono comunque più vicine a Vienna (situata nel punto relativamente più lontano dell’Austria, all’estremo Nord-Est) che a qualsiasi altro estremo (Sud-Ovest, Sud, Sud-Est) del territorio italiano, dunque Vienna – la più distante delle città austriache – risulta più vicina che quasi la metà delle altre città italiane e pertanto rientra nella media delle possibili Capitali d’Italia rispetto alle città cisalpine.
In pratica, è come se l’Unione Europea si ristrutturasse su tre livelli e l’Italia partecipasse a tutti e tre: uno è quello attuale (a sua volta di fatto doppio, fra Unione Europea ed Eurozona), un altro è l’Unione più stretta – il vero e proprio Stato – costituita dalla Federazione Austro-Germano-Gallitalica, il terzo è l’Unione ancora più stretta (uno Stato Federato) fra l’Italia tutta intera e i varî Paesi Federati dell’Austria. Le competenze attualmente europee rimarrebbero inalterate; quelle dell’Italia rimarrebbero quasi tutte a Roma, tranne poche ma importanti (e nelle quali l’unione è vantaggiosa), trasferite un po’ a Vienna (nel cui Parlamento – il Nationalrat – i Deputati eletti dagli Italiani sarebbero la maggioranza; i rapporti fra i Bundesländer verrebbero riequilibrati nel Senato delle Regioni, il Bundesrat, mentre a Roma il Senato e la Camera rimarrebbero come sono adesso) e un po’ ad Aquisgrana (Affari Esteri, Difesa, in parte gli Interni, Ministeri Economici). Alla fine ci sarebbero due schede elettorali in più e, dell’attuale ventina di Ministeri a Roma, circa cinque si trasferirebbero presso i corrispondenti di Vienna e più o meno altrettanti ad Aquisgrana insieme agli omologhi di Vienna, Berlino e Parigi: un quarto delle Competenze allo Stato Federale, un quarto allo Stato Federato e metà al Paese Federato (quindi a Roma, a meno di decentramenti regionali). È molto meno di un Riforma Costituzionale.
È chiaro che personalmente non vedrò mai alcunché di tutto questo; perciò volevo cominciare dal punto decisivo, dopo il quale tutto il resto è in discesa: il livello sopra lo Stato. Oltre l’Europa c’è poi molto (sono sempre eurasista e sono pure mondialista), la stessa Europa è di un’importanza mai sovrastimabile, l’«Europa ristretta» non la può certo sostituire, in più però fra tutto questo e gli Stati attuali manca qualcosa di importante ed è appunto la Sede delle funzioni politiche ed economiche oggi governate dai Ministeri citati (che non ottengono un livello sufficiente e che per questo motivo sarebbero da accorpare, cinque ad Aquisgrana e cinque a Vienna/Parigi/Berlino &c.).
Lo scopo di questa ucronia è uno Stato decisamente più forte, in grado di vincere la Criminalità Organizzata, ma al contempo compatibile con l’Egemonia Statunitense. So bene che non verrà mai accettato dall’Amministrazione di Washington, ma allora la domanda implicita diventa: «¿a questo punto che cosa rimane dei valori dell’Alleanza Atlantica?». Per molto meno (davvero molto meno) sono state fatte le Secessioni/Indipendenze ancora oggi festeggiate (e le Guerre di Religione ne sono state una variante: clamoroso il caso della Francia, dove si è visto che la posta in gioco non era «una Messa» bensì Parigi, ma in Inghilterra, Germania, Svezia e Russia è stato lo stesso) e che però ci hanno portato al vicolo cieco in cui ci troviamo.
Una boutade per chiudere: se fosse prevista anche la partecipazione della Svizzera, ciò trasformerebbe il nostro acronimo in S.-F.-I.-G.-A., che per motivi scaramantici tenderei ad evitare...
Superficie: 1˙414˙655,7 km²
Abitanti: 219˙586˙692
Forma dello Stato: Repubblica Federale
Capitale Federale: Aachen/Aix-la-Chapelle/Aquisgrana
Lingue ufficiali: tedesco, francese, italiano
Alleanza Politico-Militare: N.A.T.O./O.T.A.N..
C'è spazio anche per la magnifica utopia di William Riker:
Il cammino verso l'Europa Unita
1957: entrano Italia,
Francia, Germania Ovest, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo
1973: entrano Regno Unito, Irlanda, Danimarca e Norvegia
1979: Groenlandia e Fær Øer scelgono di restare nell'Unione
1982: entrano Grecia e Turchia
1986: entrano Spagna e Portogallo
1990: entra la ex Germania Est
1995: entrano Svezia, Finlandia e Austria
2004: entrano Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia,
Lituania, Lettonia, Estonia, Malta e Cipro (appena riunificatasi in forma
federale)
2007: entrano Romania, Bulgaria, Croazia e Macedonia del Nord (la ex Fyrom)
2013: entrano Ucraina, Moldova e Georgia
2016: il Regno Unito sceglie di restare nell'Unione come conseguenza della
vittoria del Sì nel referendum per l'indipendenza della Scozia
2017: entrano Bielorussia, Russia, Armenia, Azerbaigian e Kazakistan
2020: entrano l'Islanda e la Scozia (separatasi dal Regno Unito); riunificazione
dell'Irlanda
2022: entrano la Serbia, il Kosovo e il Montenegro
2024: entra la Catalogna (separatasi dalla Spagna)
2027: entrano Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan, Tagikistan e Mongolia
2033: entrano Bosnia-Erzegovina, Albania, San Marino e Andorra
2040: entrano Israele e Palestina
Che ne dite?
.
Bhrihskwobhloukstroy gli replica lapidario:
La voglio!
.
Cui Iacopo aggiunge di suo:
Io mi spingerei ancora più in là. La Tunisia è il primo paese islamico a entrare nell'Unione nel 2023, seguita nel 2030 da Marocco e Algeria e nel 2041 dall'Unione Libica. Dopo il casino successo in Medio Oriente dal 2011 al 2041 l'Unione accetta un patto di collaborazione e stende un percorso di adesione anche per la Conferenza Permanente Israelo-Palestinese, per la Repubblica Islamica Federativa del Levante, per il Libano e per il Kurdistan. Ucraina, Russia, Georgia, Armenia e Turchia stanno vedendo gli ultimi strascichi della Guerra del Mar Nero, mentre la Guerra del Mar Rosso tra Grande Iran e Grande Arabia è al suo apice.
.
Anche Lord Wilmore ha voluto dire la sua in merito, ideando gli:
Stati Uniti d'Europa
Nome
ufficiale: United States of Europe / États-Unis d'Europe / Vereinigte
Staaten von Europa / Verenigde Staten van Europa / Estados Unidos de Europa / Estados Unidos da
Europa / Stati
Uniti d'Europa / Ηνωμένες Πολιτείες της Ευρώπης / Stany Zjednoczone Europy /
Europas förenta stater / Euroopan yhdysvallat / Európai Egyesült Államok /
Соединенные Штаты Европы / ארצות הברית של אירופה / Usono de Eŭropo / Civitates
Foederatae Europae
Capitale federale: Bruxelles / Brussel (2.708.766
ab.)
Sede del Parlamento: Strasburgo (1.145.000 ab.)
Sede del Tribunale Federale: Den Haag (L'Aia, 544.766 ab.)
Altre Città: Istanbul (15.519.267 ab.), Mosca
(13.010.112 ab.), Londra (8.799.800 ab.), San Pietroburgo (5.384.342 ab.),
Berlino (4.001.242 ab.), Madrid (3.223.334 ab.), Roma (2.872.800 ab.), Bucarest
(2.400.444 ab.), Parigi (2.206.488 ab.), Vienna (1.888.776 ab.)
Fondazione: 1° gennaio 1999
Motivo della fondazione: Secondo Trattato di Roma del 1° maggio 1999
tra la Comunità Economica Europea, l'Unione Europea di Libero Scambio, la
Comunità degli Stati Indipendenti (ex URSS), la disciolta Federazione Jugoslava
e altri stati
Forma di Governo: Repubblica Federale Parlamentare;
il Parlamento Federale di 1000 membri è eletto a suffragio universale ogni cinque
anni (vota per via telematica chi ha più di 16 anni); il Parlamento elegge il
Presidente della Repubblica e vota la fiducia al Governo Federale
Suddivisioni amministrative:
111 stati federali (87 repubbliche, 24 monarchie) più un Distretto Federale
Stati Federali: Abcasia, Adigezia, Albania, Altaj, Andorra,
Anguilla, Armenia, Artsakh, Aruba, Ascensione, Austria,
Azerbaigian, Baschiria, Bermuda, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria,
Buriazia, Cabardino-Balcaria, Calmucchia, Capo Verde, Carelia, Catalogna,
Cecenia, Cechia, Cipro, Ciuvascia, Crimea, Croazia, Curaçao, Dagestan,
Danimarca, Estonia, Euskal Herria, Fær Øer, Fiandre, Finlandia, Francia, Galles,
Georgia, Germania, Gibilterra, Grecia, Groenlandia, Guadalupa, Guyana Europea,
Inghilterra, Inguscezia, Irlanda, Islanda, Isola di Man, Isole Åland/Ahvenanmaa,
Isole BES (Bonaire, Sint Eustatius, Saba), Isole Cayman, Isole Falkland/Malvinas, Isole Vergini Europee, Israele, Italia,
Jacuzia/Sacha, Karačaj-Circassia, Kazakistan, Kirghizistan, Komi, Kosovo, Kurdistan, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia del
Nord, Malta, Marelia, Martinica, Mayotte, Moldavia, Mongolia, Montenegro,
Mordovia, Norvegia, Nuova Caledonia, Ossezia-Alania, Paesi Bassi, Polinesia Europea
(comprende le isole Pitcairn e Clipperton), Polonia,
Portogallo, Riunione, Romania, Russia, Saint Pierre e Miquelon, San Marino, Sant'Elena, Scozia, Serbia,
Sint Maarten/Saint-Martin, Slovacchia, Slovenia,
Spagna, Svezia, Tagikistan, Tatarstan, Tristan da Cunha, Turchia, Turkmenistan, Turks
e Caicos, Tuva, Ucraina, Udmurtia, Ungheria,
Uzbekistan, Vallonia, Wallis e Futuna
Territori Australi e Antartici disabitati: Georgia
Australe, Sandwich Australi, Orcadi Australi, Kerguelen, isole Crozet, isola
Bouvet, isola Pietro I, Antartide Europea
Paesi europei non facenti parte degli USE (ma in unione
doganale con essi): Svizzera, Liechtenstein, Principato di Monaco, Città
del Vaticano
Ex territiori: Macao (restituito alla Cina il 20
dicembre 1999); isole Chagos (restituite a Mauritius il 23 maggio 2009)
Presidente della Repubblica: Aleksej Anatol'evič Naval'nyj (Partito Liberaldemocratico
Europeo), nato in Russia il 4 giugno 1976, in carica dal
23 maggio 2019
Presidenti della Repubblica precedenti:
Shimon
Peres (Partito Socialdemocratico), nato in Bielorussia il 2 agosto 1923 e
cittadino israeliano dal 1949, in carica dal 1999 al 2004; José Manuel Durão
Barroso (Partito Popolare), nato in Portogallo il 23 marzo 1956, in carica dal
2004 al 2009; Donald Franciszek Tusk (Partito Liberaldemocratico), nato in
Polonia il 22 aprile 1957, in carica dal 2009 al 2014; Jean-Claude Juncker
(Partito Popolare), nato in Lussemburgo il 9 dicembre 1954, in carica dal 2014
al 2019
Partiti rappresentati nel Parlamento Federale:
Partito Nazionalconservatore (estrema destra,
8%), Partito Popolare (destra, 26%), Partito Liberaldemocratico
(centrodestra, 14%), Partito Socialdemocratico (centrosinistra, 29%), Alleanza
dei Verdi (sinistra, 10%), Partito Comunista (estrema sinistra, 6%),
altri (7%)
Presidente del Parlameno Federale: Pedro Sánchez
Pérez-Castejón (Partito Socialdemocratico Europeo), nato in Spagna il 29 febbraio 1972,
in carica dal 10 maggio 2019
Presidenti del Parlamento precedenti: Vaclav Havel
(Partito Liberaldemocratico), nato in Cechia il 5 ottobre 1936, in carica dal
1999 al 2004; Garri Kimovič Kasparov (Partito Liberaldemocratico), nato in
Azerbaigian il 13 aprile 1963 e di cittadinanza russa, in carica dal 2004 al
2009; Martin Schulz (Partito Socialdemocratico), nato in Germania il 20 dicembre
1955, in carica dal 2009 al 2014; Roberta Metsola (Partito Popolare), nata a
Malta il 18 gennaio 1979, in carica dal 2014 al 2019
Presidente del Consiglio dei Ministri: Ylva
Anna Lindh (Partito Socialdemocratico), nata in Svezia il 19 giugno 1957, in carica dal 1° luglio 2019, a capo di una coalizione tra il
Partito Liberaldemocratico, il Partito Socialdemocratico, l'Alleanza dei Verdi e
alcuni partiti minori
Leader dell'opposizione: Ursula Gertrud von der
Leyen (Partito Popolare), nata in Germania l'8 ottobre 1958
Presidenti del Consiglio dei Ministri precedenti: Romano Prodi (Partito
Socialdemocratico), nato in Italia il 9 agosto 1939, in carica dal 1999
al 2004; Angela Merkel (Partito Popolare), nata in Germania il 17 luglio 1954,
in carica dal 2004 al 2009; Giōrgos Andreas Papandreou (Partito
Socialdemocratico), nato negli USA da genitori greci il 16 giugno 1952, in
carica dal 2009 al 2014; David Cameron (Partito Popolare), nato in Inghilterra
il 9 ottobre 1966, in carica dal 2014 al 2019
Ingresso nell'ONU: 2 gennaio 1999
Superficie: 31.020.887.65 km2 (il 20,86%
delle terre emerse)
Sviluppo costiero: 83.000 km
Aree protette: 1.764.000 km2 (il 5,6% della superficie totale
degli USE)
Abitanti:
920.660.615 al 1° gennaio 2023 (l'11,7% della popolazione mondiale)
Densità:
29,68 abitanti per km2
Tasso di crescita della popolazione: 4,3%
Tasso di natalità: 8,7 nascite ogni 1000 abitanti
Tasso di mortalità: 6,3 decessi ogni 1000 abitanti
Tasso di fertilità:
1,53 nati per donna
Speranza di vita media:
82,3 anni (maschi: 78,5 anni; femmine: 84,0 anni)
Popolazione per fasce di età:
0-19 anni, 20,4%; 20-64 anni, 59,2%; 65-79 anni,
14,6%; 80 anni e più, 5,9%
Tasso di urbanizzazione:
74%
Tasso di alfabetizzazione: 83%
Obbligo scolastico: 18 anni
Lingue ufficiali del governo federale:
inglese, francese, tedesco, russo
Altre lingue:
spagnolo, catalano, basco, portoghese, italiano, ladino, olandese,
svedese, danese, norvegese, finlandese, lappone, estone, lettone, lituano,
polacco, ceco, slovacco, ungherese, sloveno, croato, serbo, macedone, bulgaro,
rumeno, greco, turco, ebraico, ucraino, armeno, georgiano, azero, curdo, tartaro,
baschiro, buriato, calmucco, ceceno, ciuvascio, kazako, kirghiso, uzbeko, tagiko, turkmeno, komi,
mari, tataro, mongolo, papiamento, esperanto
Religioni: Cattolicesimo (29%),
Ortodossia (22%), Protestantesimo (9%), altre confessioni cristiane (4%), Islam
(10%), Buddismo (3%), non religiosi (17%), altre (6%). Negli USE vivono
9.450.000 Ebrei, di cui 6.960.000 in Israele
Pena di morte: non in vigore
Esercito: UED (Unione Europea di Difesa), 2.500.000
effettivi, 8 milioni di riservisti, la coscrizione è su base volontaria; gli USE
hanno un arsenale di armi nucleari in via di
dismissione (da completarsi entro il 2030)
Moneta:
Euro (1 € = 1,088715 $ USA al 1° gennaio 2023), adottato anche da San Marino,
Principato di Monaco e Città
del Vaticano
Sede della Banca Centrale Europea: San Pietroburgo
(5.384.342 ab.)
Presidente della Banca Centrale Europea:
Mario Draghi (Partito Liberaldemocratico), nato in Italia il 3 settembre 1947, in carica dal 1°
novembre 2016
PIL: 17.500 miliardi di € al 1° gennaio 2023
PIL pro capite: 18.571,48 €/ab. al 1° gennaio 2023
Tasso di Crescita Economica: 2,7% al 1° gennaio
2023
Consumo energetico totale: 4848 TWh/anno
Consumo energetico pro capite: 4,18 MWh/ab. anno
Fonti energetiche principali: petrolio (32%), gas naturale (22%),
nucleare (15%), idroelettrico (12%), carbone (10%), solare (5%), altre fonti rinnovabili (4%)
Reattori nucleari: 189 funzionanti, 15 in
costruzione, 53 pianificati, 49 proposti
Agenzie di Ricerca Scientifica:
CERN (Conseil
Européen pour la Recherche Nucléaire), con sede a Ginevra (Svizzera); JINT
(Joint Institute for Nuclear Research), con sede a Dubna (Russia); LEGS
(Laboratori Europei del Gran Sasso) con sede ad Assergi, L'Aquila; European
Southern Observatory sul Cerro Paranal (Cile); osservatorio di onde
gravitazionali VIRGO a Cascina (Pisa)
Agenzia Spaziale: ESA (European Space
Agency), il cui quartier generale è il Centro europeo per la ricerca e la
tecnologia spaziale (ESTEC) con sede a Noordwijk (Paesi Bassi)
Poligoni Spaziali: Centre Spatial Guyanais a Kourou
(Guyana Europea); Cosmodromo di Bajkonur (Kazakistan)
Basi Spaziali permanentemente abitate:
European
Space Station (ESS, in orbita terrestre); Jules Verne Moonbase (sulla Luna, presso il
Polo Sud lunare)
Bandiera: dodici stelle d'oro in campo azzurro,
disegnata dal francese Arsène Heitz ispirandosi ad Apocalisse 12,1 e adottata
ufficialmente l'8 dicembre 1955
Festa Nazionale: 9 maggio ("Europa Day"),
che commemora la "Dichiarazione Schuman" del 9 maggio 1950, considerata l'atto
fondativo degli USE
Inno nazionale: "Inno alla Gioia" (1824),
testo di Friedrich Schiller, musica di Ludwig Van Beethoven, adottato nel 1972
Motto: In varietate concordia
Fusi orari: da UTC-4 a UTC+12
Targa: EU
TLD: .eu
.
E ora, la parola a MorteBianca:
Nel 1990 Gorbachev propose he l'URSS entrasse nel Patto Atlantico. E se la NATO accettasse?
Gorbachev continua con le sue conversazioni con i vari diplomatici. Il quadro è chiaro: la NATO non deve espandersi oltre la Polonia, pena far esplodere i nazionalisti russi e perdere il precario equilibrio di pace. Oppure in alternativa tutto l'Est Europa entra nella NATO, con l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovrane incluse. In Occidente i falchi strillano che far entrare "gli slavi" sia del tutto inamissibile, ed alcuni anzi chiedono di escludere anche la Polonia. Altri invece intendono sfruttare la disgregazione sovietica senza però accogliere la Russia, allo scopo di mantenere la natura unipolare della NATO. Ma i progressisti fanno notare che sotto Gorbachev è stata ripristinata la libertà d'espressione, il multipartitismo, elezioni democratiche e una maggiore apertura e trasparenza, e che sarebbe ipocrita avere la Russia fuori mentre si mantengono paesi come la Turchia. Il Presidente americano alla fine concede: l'URSS potrà entrare nella NATO, ma non subito: gradualmente, con la penetrazione delle strutture NATO che avverrà nel corso di mesi, forse di anni. Gli Europei alla prospettiva di allargare il proprio mercato unico potrebbero arricchirsi notevolmente, e le aziende atlantiche non vedono l'ora di mettere le mani su tutto ciò che sarà privatizzato. Quindi a parte qualche strillante falco nessuno si oppone. L'URSS entra nella NATO con tutto il Patto di Varsavia.
Le basi NATO al confine con la Cortina di Ferro vengono smantellate, visto che ora sono inutili. La NATO concentra i suoi sforzi invece al confine della Turchia (per tenere sotto controllo i paesi arabi), in Italia (per le basi del Mediterraneo), al confine tra Russia e Cina (perché ora è quella la nuova rivale naturale) e si intensificano le operazioni nel Pacifico visto che l'Europa non è più teatro di interesse. La spesa militare di entrambi i paesi cala vertiginosamente, non solo perché ora possono efficientare, ma soprattutto perché entrambi i paesi spendevano principalmente per rivaleggiare l'uno con l'altro. Senza l'enorme spesa militare gli Stati Uniti possono cambiare priorità (spendendo la metà visto che ora li aiuta il blocco sovietico) ed investire nel Wellfare state. C'è un totale cambio di paradigma in occidente: i comunisti non sono più visti come nemici, poiché la via violenta è passata da via preferenziare ad estrema ratio. Il progetto Eurocomunista viene premiato alle elezioni di Spagna, Francia e Italia, dove gli scandali che travolgono il centrodestra e la fine del timore del "Dio ti vede, Stalin no" porta infine a delle vere elezioni democratiche. Di contro, in Unione Sovietica i media americani ed europei vengono lasciati passare. Partiti Riformisti, Socialdemocratici e Liberal-sociali partecipano alle elezioni, assorbendo il voto che sarebbe nella nostra timeline andato ai conservatori e "costituzionalizzandoli". L'Unione Sovietica a sua volta non ha più motivo di spendere cifre folli nell'Esercito e può concentrarsi nell'ammodernamento (molto meno costoso con la collaborazione tra americani e sovietici).
La corsa allo spazio riprende, con la collaborazione russo-americana che non viene interrotta. I razzi riciclabili e le basi spaziali sovietiche, unite ai progetti delle basi americane, permettono la creazione della prima base (non permanente) sulla Luna, mentre entro due anni si manderà la prima spedizione su Marte, dove sarà piantata la bandiera della NATO. OGAS e ARPANET vengono fuse. Internet nasce con enorme anticipo, la Russia non arriva tardi ma molto presto, l'automazione e l'avanzamento tecnologico promesso da OGAS proseguono inesorabili, mentre gli investimenti delle aziende atlantiche causano un boom mai visto prima che fa resuscitare sia l'economia sovietica sia quella americana, dove grazie al wellfare state finalmente i cittadini possono godersi una condizione non più da quarto mondo, bensì da terzo.
L'Unione Europea nasce in anticipo rispetto alla nostra timeline, però non c'è alcuna tendenza all'unione militare perché già c'è la NATO. La Turchia viene minacciata di espulsione (non essendo più necessaria in ottica anti-sovietica) se non attua delle severissime riforme. Con uno stallo Orban-style alla fine la Turchia cede e si modernizza senza troppi complimenti. Con l'ingresso sovietico altri paesi chiedono di entrare. Israele promette di annettere Libano e Giordania con il supporto NATO. La Tunisia afferma di poter fare da baluardo per poi espandersi in tutta la Lega Araba. Il Giappone già chiede di entrare e ricevere il permesso di costruirsi le proprie atomiche. L'India chiede di diventare membro osservatore.
La Cina è nel panico più totale. La Rottura sino-sovietica gli è esplosa in faccia, gli Stati Uniti smettono di corteggiare Pechino, l'apertura al capitalismo va male, Deng Xiaoping massacra i dissidenti senza pietà e la sua leadership è indebolita dai Neo-Maoisti. La Cina si fa più aggressiva e stringe la sua morsa su Corea, Laos e Cambogia. Il successore di Deng ricicla la dottrina Terzomondista: per sopravvivere a tre mostri uniti come Europa, America e Russia, la Cina deve strappare tutte le colonie. Per questo la Cina rinuncia a finanziare il Pakistan chiedendo in cambio all'India un'alleanza in chiave anti-Atlantica. La Cina investe tutto nell'Iran e nell'Africa con enorme anticipo rispetto alla nostra timeline, ma a differenza della nostra timeline la Cina non ha sviluppato il terziario e quindi il suo mercato entra sotto sforzo immenso.
Le basi NATO circondano la Cina, che proclama di sentirsi accerchiata e di essere pronta a "denazificare" Taiwan, il punto debole dell'accerchiamento Atlantico, che le permetterebbe di sforare nel Pacifico e connettersi con il Sud America. L'Invasione di Taiwan si rivela un disastro, i Taiwanesi montano una resistenza fenomenale, l'invasione anfibia è costosissima, gran parte delle navi vengono distrutte da tempeste o dai missili a lungo raggio giapponesi e americani. La Corea del Nord pianifica di chiedere una riunificazione graduale con il Sud. Infine la Cina collassa su se stessa, e viene balcanizzata in sfere d'influenza: la Manciuria al Giappone, la Mongolia esterna all'Unione Sovietica, il Tibet all'India, la Cina Han si riunisce a Taiwan. Il Giappone entra nella NATO, la Corea Unificata chiede di essere la prossima.
La NATO inizia molto lentamente rispetto alla nostra timeline a dotarsi di una propria moneta, l'Eurodollaro. Intanto all'ONU si inizia a parlare apertamente di NATO come braccio armato mondiale e di una futura Alleanza Terrestre. I nemici sono sempre meno e la NATO viene usata per guerre civili e operazioni anti-terrorismo ed anti-mafiose (in questa timeline non c'è stato il pompaggio dei talebani e il casino della guerra al terrore, quindi l'idea di lotta al terrorismo è radicalmente diversa da come la intendiamo oggi).
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L'11 gennaio 2022, Lord Wilmore ha realizzato per noi un altro dei suoi colpi di genio:
In memoria del grande David Sassoli, grande uomo e grande europeista, oggi prematuramente scomparso:
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C'è anche la proposta del nostro amico monarchico Tommaso Mazzoni:
Unione Monarchica Europea
E se tutti i paesi dell'Unione Europea fossero ancor oggi delle monarchie? Chi potrebbero essere i loro regnanti? Io azzardo la mia proposta, al momento delle Elezioni Europee del 2019 (in rosso, i Re oggi effettivamente sul trono):
Austria: Imperatore Carlo II
d'Asburgo-Lorena
Belgio: Filippo di Sassonia-Coburgo-Gotha
Bulgaria: Simeone II di Sassonia-Coburgo-Gotha
Repubblica Ceca: Carlo IV d'Asburgo-Lorena (anche Imperatore d'Austria)
Cipro: Costantino II di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg (anche Re di
Grecia)
Croazia: Carlo IV d'Asburgo-Lorena (anche Imperatore d'Austria)
Danimarca: Margherita II di
Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
Estonia: Zarina Maria I Romanova di Russia
Finlandia: Maurizio I d'Assia-Darmstadt
Francia: Giovanni IV d'Orléans
Germania: Kaiser Federico IV di Hohenzollern
Grecia: Costantino II di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
Irlanda: Carlo III del Regno Unito
Italia: Amedeo II di Savoia-Aosta
Lettonia: Zarina Maria I Romanova di Russia
Lituania: Zarina Maria I Romanova di Russia
Lussemburgo: Granduca Enrico di Nassau-Weilburg
Malta: Carlo III del Regno Unito
Paesi Bassi: Guglielmo Alessandro di Orange-Nassau
Polonia: Zarina Maria I Romanova di Russia
Portogallo: Edoardo III di Braganza
Romania: Margherita I di Hohenzollern-Sigmaringen
Slovacchia: Carlo V d'Asburgo-Lorena (anche Imperatore d'Austria)
Slovenia: Imperatore Carlo II d'Asburgo-Lorena (anche Imperatore d'Austria)
Spagna: Filippo VI di Borbone
Svezia: Carlo XVI Gustavo Bernadotte
Ungheria: Carlo V d'Asburgo-Lorena (anche Imperatore d'Austria)
E tra i paesi candidati all'adesione:
Albania: Leka II Zogu
Bosnia-Erzegovina: Imperatore Carlo II d'Asburgo-Lorena (anche Imperatore
d'Austria)
Kosovo: Leka II Zogu (anche Re d'Albania)
Macedonia del Nord: Alessandro II Karađorđević (anche Re di Serbia)
Montenegro: Principe Nicola II Petrović-Njegoš
Serbia: Alessandro II Karađorđević
Turchia: Sultano Dündar Ali I Āl-Osmān (Califfo dei Credenti)
Ci sono anche i paesi dell'Associazione Europea di Libero Scambio:
Islanda: Margherita II di
Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg (anche regina di Danimarca)
Liechtenstein: Hans Adam II Von Liechtenstein, dal
15 agosto 2004 insieme al figlio Luigi III
Norvegia: Harald V di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
Svizzera: Kaiser Federico IV di Hohenzollern (anche Imperatore di Germania)
E i paesi (membri o ex membri) della Comunità degli Stati Indipendenti:
Armenia, Azerbaigian,
Bielorussia, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Russia, Tagikistan,
Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan: Zarina Maria I Romanova di Russia
Moldova: Margherita I di Hohenzollern-Sigmaringen (anche Regina di Romania)
Chiudiamo con i microstati europei che adottano l'euro:
Andorra:
Joan Enric Vives i Sicília, Vescovo di Urgell, e
Giovanni IV d'Orléans (anche Re di Francia)
Città del Vaticano: Papa Francesco
Principato di Monaco: Principe Alberto II Grimaldi
San Marino: questa è l'unica che è e resterà sempre una repubblica!!
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Gli risponde il nostro Bhrihskwobhloukstroy:
Quest'ucronia dimostra bene come percepisco la Questione Istituzionale: il fatto che alcuni Stati si uniscano / rimangano uniti per il semplice fatto di essere Monarchie anziché Repubbliche mi fa preferire, in questa specifica ucronia, la Monarchia alla Repubblica (ossia: lo considererei, a parità di tutto il resto, un Mondo migliore rispetto al nostro). Non sto difendendo la Monarchia o la Repubblica, sto difendendo le Unioni di Stati) poi è noto che non ho proprio alcuna stima né riconoscenza per Casa Savoia, solo che confesso di preferire l'Europa qui delineata (benché coi Savoia) a quella presente (con i Partiti che attualmente – ma anche in passato – dominano sia in Italia sia fuori). È chiaro che niente è mai del tutto neutrale, quindi apprezzo e approvo in sovrappiù la scelta di restaurare in tre Paesi che di per sé sarebbero stati ambigui la Monarchia di prima del 1918 rispetto a quella successiva. Sarebbe superfluo aggiungere che, con tale precedente, introdurrei una variante minima di questo genere anche in altri due Paesi (più cinque nella variante media e un sesto come Paese non Candidato all'Adesione) che non sto a specificare (appunto per dimostrare che la mia è un'approvazione incondizionata e che questa particolare ultima preferenza la esprimo solo perché già tutti sapete che la penso così e non sarei io se non lo facessi).
Il punto di partenza sono Slovenia, Croazia e Bosnia, che facevano parte della Jugoslavia, quindi avrebbero potuto avere un Re serbo, mentre ho gradito che invece vi fosse restaurato il Kaiser. I due Paesi che aggiungerei per questo precedente (= sostituire l'ultima Dinastia con la penultima) sono Germania e Italia; gli ulteriori cinque sono la Polonia, con sostituzione dell'ultima Dinastia il Portogallo e con sostituzione dell'attuale Dinastia Belgio, Lussemburgo e Spagna. L'ultimo, non Candidato all'Unione Europea, è la Svizzera, che, se diventasse una Monarchia (e, dato che la conosco come l'Italia, posso dire che non è inconcepibile), vedrei bene solo come Asburgica. In pratica, oggi come oggi in Europa, secondo un Principio Legittimistico, vorrei l'Unione immediata di Austria, Ungheria, Cechia, Slovacchia, Polonia, Slovenia, Croazia, Bosnia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Italia, Spagna, Portogallo (più ovviamente tutti i Paesi dell'America Latina), ma con questo torniamo alla mia ucronia più famosa...
.
Ed Enrico Pellerito aggiunge:
Ricordo che ragazzino mi fece
impressione una foto, dove l'allora Re di Norvegia, durante una normale
passeggiata in compagnia della consorte, si toglieva il cappello in risposta
allo stesso modo di saluto che un cittadino faceva, avendo incontrato la coppia
reale per strada.
Roba di un altro mondo, apparentemente; certo il rapporto tra le famiglie reali
scandinave e i relativi popoli un tempo si basava su condizioni politiche e di
sicurezza diverse da quelle in essere in altre parti del mondo negli anni 70 del
secolo scorso.
Ora, prescindendo dalle suddette condizioni, un'empatia fra la figura di un
monarca o di un presidente repubblicano senza funzioni esecutive e di governo,
può essere diversa?
Se un monarca è solo il rappresentante dell'unità della nazione, riveste una
carica assolutamente neutrale e non ha gli stessi poteri che oggi ha, ad
esempio, il Presidente della Repubblica italiana, credo che sarebbe già più
gradito come figura istituzionale.
Non potendo agire politicamente, magari anche mantenendo la casa reale con una
gestione finanziaria autonoma rispetto la spesa pubblica (visite turistiche a
pagamento del palazzo reale et similia), non essendoci influenza alcuna nella
vita della nazione, nessuno potrebbe contestargli errori o colpe che si
ripercuotono sul regnante stesso o sulla sua famiglia (aspetto, questo, davvero
esagerato, ma presente nell'ottica di molti fra coloro che osteggiano la
monarchia).
Della serie che neanche sarà il monarca a sciogliere il parlamento nazionale,
configurandosi tale potere ad altra figura, tipo il Presidente della Corte
Costituzionale, a sua volta espressione del Parlamento o addirittura eletto
direttamente attraverso consultazione popolare.
Una mera figura rappresentativa, che interviene alle più importanti
manifestazioni nazionali, popolari e politiche, ma solo come spettatore, neanche
osservatore con un qualche peso giuridico.
Credo che solo questo potrebbe rendere accettabile, oggi, un monarca anche nelle
realtà ormai consolidate nella tradizione repubblicana.
Non poteva mancare Capitan Europa! (da questo sito)
.
Non manca il contributo di Edoardo Pivoni:
Più di un miliardo di persone al mondo parla abitualmente lo spagnolo, il francese, il portoghese o l’italiano come prima o seconda lingua, ed è molto probabile che la gran parte di loro riesca a capire con facilità un’altra lingua molto simile a tutte queste, anche senza conoscerla: è l’interlingua, una lingua ausiliaria, cioè pensata per essere compresa da persone che non hanno in comune la stessa lingua. L’interlingua, che si diffuse negli anni Cinquanta, somiglia molto sia all’italiano che alle altre lingue romanze dell’Europa occidentale. Si stima che le persone che la parlano siano solo poche migliaia: le risorse disponibili su Internet e i social network però stanno contribuendo a tenerla viva e a incuriosire le persone che la vogliono apprendere.
L’interlingua fu sviluppata dalla fine degli anni Trenta dall’Associazione Internazionale per la lingua ausiliaria (IALA), un’organizzazione fondata nel 1924 a New York per promuovere l’uso di una lingua che fosse comprensibile a persone di nazioni e culture diverse. Inizialmente l’obiettivo della IALA era individuare una lingua esistente che si potesse adattare a questo scopo, così i suoi linguisti presero in considerazione cinque lingue artificiali, inventate cioè a tavolino partendo dalle parole e dalle regole grammaticali di altre lingue: l’esperanto, l’occidental, l’ido, il nov-esperanto e il latino sine flexione, creato a inizio Novecento dal matematico piemontese Giuseppe Peano e conosciuto a sua volta come interlingua.
Dopo dieci anni di ricerche però i ricercatori arrivarono alla conclusione che nessuna di queste andasse bene e decisero di crearne una nuova, a partire dalle principali lingue derivate dal latino.
Le ricerche per creare un’interlingua cominciarono nel 1937 dal linguista Ezra Clark Stillman, responsabile degli studi della IALA, e furono portate avanti dai suoi successori, Alexander Gode e André Martinet, entrambi studiosi della Columbia University. Nel 1951 infine la IALA pubblicò un primo volume di grammatica dell’interlingua e il primo dizionario inglese-interlingua, con 27mila vocaboli. Nel 1952 la relazione finale e gli atti ufficiali del congresso mondiale di cardiologia furono pubblicati proprio in interlingua: una lingua che grazie a regole grammaticali semplici e a un lessico derivato perlopiù dal latino (come d’altra parte molti termini medici e scientifici) poteva risultare comprensibile alla gran parte delle persone che vi avevano partecipato, anche senza averla studiata.
In estrema sintesi, a livello lessicale l’interlingua si basa prevalentemente su vocaboli comuni alle principali lingue derivate dal latino: “fiori” per esempio si dice flores, proprio come in spagnolo e in portoghese (in francese è fleurs). Comprende anche termini derivati da inglese, tedesco e russo, o che arrivano da altre lingue ma sono diventati di uso comune a livello internazionale, come budget, samurai o sauna. L’articolo determinativo dell’interlingua è le e quello indeterminativo un, senza variazioni per genere o numero (le patre, le matres). Aggettivi e verbi non si coniugano a seconda della persona: per formare l’indicativo presente basta togliere la “-r” finale dall’infinito (cantar > io canta), mentre per il passato semplice (che corrisponde al nostro imperfetto ma anche al passato remoto) si aggiunge il suffisso “-va” (tu veniva).
Tra le altre cose, non è previsto l’uso di accenti o di caratteri particolari, come la ñ dello spagnolo o la cediglia (ç) di francese e portoghese. La “c” si pronuncia seguendo le regole dell’italiano (come nel caso di capitale o concerto), ma le lettere del gruppo “gn” sono due suoni separati, come in spagnolo (magnifico si legge cioè “magh-nifico”). I primi dieci numeri sono un, duo, tres, quatro, cinque, sex, septe, octo, novem, dece. Oltre ai pronomi personali maschili e femminili singolari e plurali (ille/illes e illa/illas) ci sono anche quelli neutri (illo/illos).
La grammatica piuttosto semplice e la gran quantità di vocaboli molto simili a quelli usati comunemente dalle persone che parlano italiano, spagnolo o francese sono caratteristiche che rendono l’interlingua piuttosto comprensibile, perlomeno a chi conosce queste lingue. Anche senza averla studiata è facile intuire che “Io non vole parlar de isto” significa “Io non voglio parlare di questo” e che “Ille ha facite un grande error, lo que io multo regretta” vuol dire che qualcuno “ha fatto un grande errore, cosa che a me spiace molto”.
Visto che contiene moltissimi termini derivati dal latino, l’interlingua può essere relativamente facile da capire anche da persone anglofone che hanno una formazione accademica piuttosto avanzata, come nel caso di chi usa il linguaggio scientifico, che impiega appunto molti termini latini o di derivazione latina.
Uno degli studiosi che stanno provando a spiegare e a far conoscere l’interlingua soprattutto grazie ai social network è il linguista spagnolo Carlos Valcárcel Riveiro, che la studia da oltre 15 anni e la parla come seconda lingua. In un’intervista a BBC Mundo, Valcárcel Riveiro ha spiegato che a differenza dell’esperanto, che aveva l’obiettivo ambizioso di favorire le relazioni tra paesi e la pace nel mondo, l’interlingua fu un progetto molto più elitario, nato negli ambienti universitari e senza una vocazione prettamente sociale.
Secondo Valcárcel Riveiro, che con i suoi video ha ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni su TikTok, il vantaggio dell’interlingua è quello di essere stata pensata per essere comprensibile, più che universale. Tra gli anni Cinquanta e i primi anni Ottanta fu usata in varie occasioni per chiarire le formule chimiche e per presentare i riassunti di vari studi scientifici, ma anche in alcuni articoli in una trentina di riviste scientifiche e accademiche. Alla fine degli anni Settanta, l’associazione che si occupa dello studio della malattia delle piante negli Stati Uniti (American Phytopathological Society) pubblicò due grossi libri proprio in interlingua.
La IALA fu sciolta a metà anni Cinquanta, ma nello stesso periodo fu fondata la Union Mundial pro Interlingua, un’organizzazione non profit che ancora oggi si occupa di promuovere l’uso dell’interlingua con varie attività, come fanno una quindicina di altre associazioni in vari paesi del mondo, tra cui Stati Uniti, Danimarca e Brasile. Dagli anni Ottanta la lingua è stata studiata in varie università in tutto il mondo, tra cui Italia e Spagna, e in particolare in alcune scuole scandinave, dove è stata impiegata come strumento per insegnare il lessico scientifico e accademico.
I testi letterari in interlingua sono pochi, ma esistono per esempio alcune raccolte di racconti e libri per bambini. C’è poi Panorama in Interlingua, una rivista bimestrale che dal 1988 si occupa di attualità e argomenti vari, sempre in interlingua. Le persone che la parlano comunque sono poche: secondo stime citate da BBC Mundo sarebbero pochissime migliaia, nella gran parte dei casi formate da autodidatte.
Una delle critiche più diffuse all’interlingua è che sia una lingua eurocentrica, visto che si basa essenzialmente su poche lingue predominanti nell’Europa sud-occidentale. Secondo Valcárcel Riveiro comunque avrebbe il potenziale per mettere in comunicazione milioni di persone in tutto il mondo, anche solo per diletto.
Chi volesse approfondirla un po’ di più può cominciare a leggere la sezione di Wikipedia in interlingua o a seguire uno dei vari corsi per principianti. Ci sono gruppi di persone interessate all’interlingua sia su Telegram che su Facebook, dove la pagina di discussione della lingua ha 1.400 iscritti, ma online si trovano anche siti che raccolgono esempi di frasi e vocaboli, dizionari con il lessico di base e la traduzione in interlingua di migliaia di termini scientifici.
E se l'Interlingua viene utilizzata come baluardo al tedesco o all'inglese (ora in minoranza in UE)?
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Restituiamo ora la parola a Dario Carcano:
Lotta Antimperialista
Era un pomeriggio di
novembre, e come spesso accade a Milano di novembre quel giorno pioveva.
Il rumore della pioggia era il sottofondo della lezione che si stava tenendo in
quell’aula quel pomeriggio. Una lezione “clandestina”, non prevista dal
programma dell’università, era infatti un corso di marxismo tenuto da un membro
del movimento Lotta Antimperialista. Un aula semivuota, le persone presenti si
contavano sulle dita di una mano.
Pochi ma buoni, perché i pochi presenti erano interessati e seguivano con
attenzione il relatore. Almeno finché il discorso non cadde sull’Unione Europea:
“...E a proposito dell’Unione Europea, è nell’interesse del movimento operaio impedire la nascita di un altro centro di potere imperialista, asservito al grande capitale.”
Si alzò una mano, da un ragazzo poco più che ventenne sbarbato malamente che sedeva in penultima fila. Il relatore si fermò e lo fece parlare:
“So che non sarebbe il momento delle domande, però questa era urgente e volevo porla subito. Quindi voi siete contro l’Europa?”
“Sì.”
“E su quale base?”
“Come su che base? Sulla base di Lenin, è stato Lenin nel suo libro ‘L’Imperialismo’ a esprimersi contro un Europa unita. Tu hai letto ‘L’Imperialismo’ caro…”
“Claudio, Claudio Crusi. E sì, per tua sfortuna ho letto Lenin e ho letto ‘L’Imperialismo’”
“Perché per mia sfortuna?”
“È vero che Lenin nel suo libro, per la precisione nell’ottavo capitolo, critica l’idea degli Stati Uniti d’Europa, ma questa è solo una parte della verità. Innanzitutto gli Stati Uniti d’Europa di cui parla Lenin non sono un organizzazione sovranazionale democratica e rappresentativa delle nazioni che la compongono come l’attuale Unione Europea, ma piuttosto un cartello delle potenze coloniali europee che dominerebbe il mondo grazie al suo potere economico. Oggi chiaramente non è così. L’Europa non è più un continente colonialista e non è più la sede delle principali potenze mondiali. Certo, ha ancora un forte peso economico e una forte influenza, come la hanno gli Stati Uniti e la Cina, ma chiaramente non più ai livelli di quando Lenin scriveva il suo libro.”
“Ma se noi prendiamo l’Imperialismo nel senso leninista del termine, l’Europa è ancora adesso un continente imperialista. L’Unione Europea rappresenta lo strumento attraverso cui l’imperialismo europeo può tornare a competere con gli imperialismi americano e cinese.”
“Non metto in dubbio che le nazioni europee siano imperialiste né più né meno di Stati Uniti e Cina, ciò che metto in dubbio è che l’Unione Europea sia strumento di questo imperialismo.”
“Perché?”
“Partiamo da un presupposto:
l’Unione Europea è un ente liberista, e non lo sto mettendo in dubbio, è un dato
di fatto essendo la UE fondata sul movimento di beni e investimenti; tuttavia,
liberista non vuol dire imperialista. Un elemento fondamentale dell’imperialismo
leninista è il monopolio, e la UE è contro i monopoli, fin dai suoi albori nel
1957, avendo adottato legislazioni antimonopolistiche fin dai trattati di Roma.
Come si può dire che la UE sia imperialista quando la UE ha un intero
commissariato dedicato alla lotta ai monopoli!
Poi, è vero che molte imprese europee spostano in altri stati UE la propria sede
legale per godere di un regime fiscale agevolato, ma questo non è colpa della
UE: che colpa degli stati membri che si oppongono ad una politica fiscale comune
a livello europeo.”
“E quindi? Stai cercando di dire che l’Unione Europea è un alleato nella lotta all’Imperialismo?”
“Sì, esatto! Già la UE ha pochi poteri per far rispettare le sue norme, dobbiamo togliergli pure quelli o uscirne come vogliono fare i fascio-sovranisti? Ebbene, sappiate che così facendo faremmo un favore enorme alle grandi corporations che pagherebbero oro per fare a meno delle legislazioni antimonopolistiche. Complimenti per il tuo fiuto politico, Compagno: è davvero degno di un Kissinger.”
E, detto questo, Claudio Crusi prese la sua tracolla e il piumino invernale e uscì dall’aula.
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Chiudiamo per ora con l'autorevole parere del grande Bhrihskwobhloukstroy:
Per me la Patria è il Mondo e, siccome sono un patriota, vorrei che la mia Patria fosse unita; poi, in particolare, dato che il Paese in cui abito è un'isola (l'Euroafroasia), mi considero anche isolano... Dicono che prima dell'unificazione del Mondo si passerà dalla contrapposizione fra Eurasia e America, quindi desidero che l'Eurasia diventi un unico Stato (ma insieme anche almeno all'Africa Bianca, così da salvare l'unità del Mediterraneo, lo specchio d'acqua su cui mi affaccio).
Leggo altresì che le due principali componenti dell'Eurasia (compreso appunto il Bacino del Mediterraneo) sono la Cina (o la Sinosfera) e la Spazio Indomediterraneo: dato che entrambi non sono ancora uniti (la prima almeno un po', il secondo proprio per niente), favorisco l'Unità Indomediterranea.
Nell'attesa, mi pare davvero che non si possa più rimandare la riunificazione della Nazione Indoeuropea, ma anche da questo obiettivo siamo ancora lontanissimi.
Allora mi rassegno all'idea dei tre Imperi: Sinitico, Musulmano (= Ottomano-Persiano-Indiano-Indonesiano) ed Europeo (Rēs Pūblica Chrīstiāna), col che arriva la nozione di Europa Unita, che per noi è la “Madre di tutte le ucronie”.
Quale Europa Unita? Anche in questo caso andrei in ordine (stavolta cronologico): anzitutto la vorrei come erede dell'Indoeuropa Preistorica, quindi una Lega di *Teutās grandi ognuna come una Diocesi Cristiana; in subordine, se non possiamo partire dagli Indoeuropei, almeno risalirei ai Celti, che per primi si sono – relativamente – avvicinati (dopo i proprî antenati Indoeuropei) a unificare il Continente: una Lega di *Toutās con un centro chiamato, come da Tradizione Celtica, *Mediolānom “Pieno (o Piano) di Mezzo”. Se invece bisogna partire da un Impero, il primo candidato adatto allo scopo è quello degli Achemenidi (di cui considero continuatori sia quelli Ellenistici sia quelli dei Parti, dei Sāsānidi, degli Kuśānāḥ e degli Eftaliti); poi l'Impero Romano; altrimenti gli Imperi delle Steppe (da Ermanarico agli Unni, ai Turchi Celesti, ai Chazari, ai Cumani, ai Mongoli ecc.).
Ancora in subordine, se il Punto di Partenza dev'essere il Medioevo Europeo, allora sicuramente uno dei Succedanei dell'Impero Romano: il Sacro Romano Impero o l'Impero Bizantino (o le sue continuazioni, l'Impero Ottomano e l'Impero Russo). Se dev'essere una Dinastia, è chiaro che i candidati sono due, i Capetingi e gli Asburgo. Con entrambi è compatibile la Repubblica Europea di Rousseau (e i suoi precursori). In subordine, andrebbero bene sia Napoleone I sia l'Europa progettata (ma non realizzata) dal Congresso di Vienna. Dopo lo spartiacque costituito dalle Guerre del 1859-1871, l'unica forma promettente mi pare il progetto austro-tedesco di Mitteleuropa (che però purtroppo esclude l'Impero Britannico), altrimenti la Teutonic Connection fra Anglosfera e Germania, da espandersi in Russia Cina e Giappone.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, partirei dall'Unione delle Repubbliche Socialiste dei Consigli degli Operai e dei Contadini (con Capitale a Berlino ed esperanto come lingua comune); il Międzymorze o Ĭntĕrmărĭŭm è un ripiego e comunque deve comprendere la Germania e/o la Russia (in senso lato), altrimenti diventa un elemento di divisione e non di unione (la regione interessata era più unita prima). Ammetto perfino che il Großgermanisches Reich, naturalmente purché depurato dal Nazionalsocialismo Hitleriano, potrebbe essere una cornice adeguata (se portato alla massima estensione). Dopo la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda non esiste più un progetto in grado di produrre un'Europa ucronica diversa da quella attuale, però se non altro sarebbe necessaria almeno la creazione di un unico Stato franco-tedesco, sicuramente compresa l'Italia e se possibile Austria e Svizzera: non ci sarebbero ostacoli di Diritto Internazionale ad arrivarvi partendo da una Francia che comprenda anche Portogallo, Grecia, Slovenia, Lituania ed Estonia e da una Germania che comprenda anche Lettonia, Slovacchia e Italia.
Questa – possibilmente così estesa – Franco-Germania sarebbe poi uno degli Stati della Federazione Europea insieme a ciascuna Monarchia – Svezia Norvegia Danimarca Olanda Belgio Lussemburgo Spagna e Regno Unito – e agli altri Micro-Stati Andorra Monaco Liechtenstein San Marino e Città del Vaticano; alla Franco-Germania vorrei che fossero unite nello stesso Stato anzitutto Polonia Cechia Ungheria Croazia Romania e Bulgaria, poi Islanda Albania e Turchia; le altre Repubbliche già nell'Unione Europea (Irlanda Finlandia Austria Svizzera Malta Cipro) e appena possibile quelle ancora esterne non incluse nella CSI (Bosnia-Hercegovina Montenegro Serbia Kosovo Macedonia Moldavia e Georgia) costituirebbero l'insieme dei Paesi Federali Europei Neutrali.
Fra la Federazione Europea così strutturata e la Comunità degli Stati Indipendenti, l'Ucraina sarebbe il perno di unione, in quanto appartenente a entrambe; il tutto, come Confederazione Eurasiatica, sarebbe poi aperto alle ulteriori adesioni (Paesi Arabi, Israele, Kurdistan, Īrān, Afḡānistān, Pakistan, India, Śrī Lăṅkā, Nepal, Bhutan, Cina, Mongolia ecc.ecc.).
Senza arrivare alla Confederazione Eurasiatica, comunque terrei ferma la Federazione Europea (praticamente costituita dalle Monarchie distinte, da un unico Stato che riunisca tutte le Repubbliche aderenti alla NATO in Europa – che siano già adesso nell'Unione Europea oppure no – e i Paesi Federali Neutrali) e l'Ucraina come associata sia all'Europa sia alla Comunità degli Stati Indipendenti (l'Unione Eurasiatica in senso molto ristretto).
I precedenti quattro capoversi sono l'ucronia minima (dopo la Guerra Fredda) per arrivare all'Europa Ucronica che desidererei; è la peggiore di tutte, ognuna di quelle elencate prima è preferibile.
Vorrei chiudere affermando che per volere uno Stato Unico Europeo, dopo secoli di Educazione Nazionale, si debba rileggere la Storia fino a capire che le vere Nazioni – secondo le definizioni correnti – sono diverse da quelle vulgate e soprattutto che la Storia d’Europa (quella recente, l’ultimo millennio e mezzo) è caratterizzata dalla convergenza delle quattro o cinque Nazioni che menzionavo nell’altro messaggio, Ispanica/Iberica, Tedesca e Gallesca, Slava Romana, Ungherese (non solo Magiara!). In questa prospettiva, senza bisogno di alcun cambiamento di mentalità, ci si rende conto della povertà della classificazione nazionale che va per la maggiore e si riconosce quali sono le effettive entità all’opera nella Storia.
Dopo di ciò, occorre ristudiare l’Antichità e imparare a conoscere le Nazioni dell’epoca, anch’esse molto diverse dalla percezione che ne abbiamo; il caso più macroscopico, stavolta, è costituito dai Celti (dalla Corsica o addirittura la Sardegna alla Spagna Meridionale alla Caledonia e alle Foci del Danubio, senza contare le successive espansioni per migrazione fino alla Galazia), ma anche il cŏntĭnŭŭm baltoslavo-dacomisio-tracio ha un peso dirompente. Il passo successivo è la comprensione dell’Unità Indoeuropea, ma qui ormai trascendiamo la dimensione dell’Europa, che in effetti è solo l’Eurasia Occidentale. Da qui in poi l’Europa non basta più.
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