Dio lo vuole!

di Basileus TFT

Bandiera del Regno di Gerusalemme

 

POD: Dopo la battaglia di Manzicerta i Turchi non si limitano a trattare la cessione dell’Armenia con i bizantini, per occuparsi dei fatimidi a sud: immaginiamo che stipulino un trattato di amicizia con i fatimidi, che li porterà ad unioni dinastiche e ad una rapida alleanza. I Selgiuchidi decidono invece di portare a termine l’invasione del decadente impero bizantino...

1071: Sconfitta di Manzicerta, i Selgiuchidi avanzano rapidamente nell’Asia minore bizantina, stipulando un trattato di non aggressione con i Fatimidi d’Egitto per coprirsi le spalle. L’imperatore Romano IV è ucciso e il suo trono usurpato da Michele VII, che tenta disperatamente di frenare l’avanzata turca, senza alcun successo.Deve inoltre far fronte alla ribellione di Slavi e Bulgari, che vanificano le conquiste di Basilio II, lasciando l’Impero in una situazione estremamente cupa.

1074: i Turchi giungono fino alle porte di Costantinopoli. Efeso, Trebisonda, Nicea, Smirne e Adana resistono ai pesantissimi assedi che gli sono posti, ma la speranza di vittoria è pressoché nulla. I fatimidi, vedendo la situazione favorevole, attaccano Antiochia, che oppone una fiera resistenza.

1077: Solamente Efeso resiste ancora ai Turchi, che intanto allestiscono una flotta per invadere i Balcani, vaneggiando la conquista islamica dell’intera europa.Antiochia cade sotto i colpi dei Fatimidi, che si dichiarano alleati dei Selgiuchidi. Roussel di Ballieul e i suoi mercenari ribelli vengono sconfitti dai soldati bizantini, mentre i regni di Serbia, Bulgaria e Croazia si delimitano sulla cartina geografica.

1078: Michele VII lascia il trono al generale Niceforo III, dopo essere stato da lui sconfitto nei pressi di Adrianopoli. Niceforo assistette impotente alla caduta di Efeso.

1079: Niceforo III riesce a sconfiggere i Normanni, che sbarcati a Durazzo, cercavano di invadere ciò che rimaneva dal suo Impero. Ottenne l’alleanza dei Bulgari e riuscì quindi a ributtare in mare la forza d’invasione normanna. I Selgiuchidi pongono la loro capitale a Efeso, mentre completano la loro flotta, che sbaraglia quella bizantina nella battaglia navale di Gallipoli. I Turchi sbarcano nei balcani, tagliando l’Impero bizantino nei pressi di Tessalonica.

1080: Niceforo III e i suoi alleati Bulgari sono sconfitti nella battaglia di Varna, i Turchi penetrano in Bulgaria e assediano Costantinopoli.

1081: Cade il regno Bulgaro, mentre i turchi avanzano fino in Tessaglia. Le roccaforti bizantini resistono a lungo, ma con il tempo sono tutte destinate a cadere. A novembre, Niceforo III è costretto ad abdicare, sale al trono il generale Alessio Comneno, con il nome di Alessio I, che si impegna a guidare le forze bizantine, raccogliendole ad Atene.

1082: Alessio I è costretto a cedere la Crisobolla ai veneziani, ricompensandoli con ogni tipo di privilegio commerciale, in cambio del loro aiuto contro una nuova invasione normanna. I Turchi assaltano il regno serbo, mentre Costantinopoli ancora resiste.

1083: I normanni conquistano Valona e Corfù, sconfiggendo i veneziani nella battaglia navale di Lepanto.

1084: Cade il regno serbo. Alessio I riesce a ributtare a mare i normanni, che subiscono una sconfitta a Creta e una a Cofrù. I fatimidi riaprono le ostilità, assaltando Cipro, che però resiste grazie alla determinazione del comandante locale.

1085: il re normanno muore, la guerra con i bizantini è terminata senza cambiamenti territoriali. Alessio può tirare un sospiro di sollievo. È stretta anche la pace con i Fatimidi, che tornano a casa con un ricco bottino, ma Cipro rimane ancora nelle mani dei bizantini.

1086: i Turchi si preparano a dare il colpo di grazia ai bizantini che, disperati, hanno organizzato un’ultima resistenza in Beozia. I Selgiuchidi però vengono colti alla sprovvista, subendo l’invasione di Cumani e Pecceneghi dal nord.

1087: Nella battaglia di Belgrado i Pecceneghi sono sconfitti, tuttavia i cumani riescono a varcare il confine Turco e a razziare con grande ferocia i Balcani superiori.

1090: Cade Costantinopoli, appresa la notizia Alessio I fu colpito da un pesante malessere, che si portò avanti per un paio di mesi. A maggio andò di persona nella sua vecchia capitale, cercando di trattare la pace con i Turchi, che nel frattempo avevano nuovamente sconfitto i pecceneghi e frenato l’avanzata cumana.

1091: il “trattato di Maggio” stabilisce la pace fra turchi e bizantini: i bizantini riconoscono tutte le conquiste turche, in più cedono come garanzia per la pace, l’importantissimo porto di Cherson. Alessio torna nelle poche terre che gli rimangono, progettando la futura riconquista. La capitale è spostata ad Atene, l’esercito è riformato, la moneta compie i primi passi verso la rivalutazione, il commercio e i mercati sono nuovamente incentivati.

L'Europa nel 1091

L'Europa nel 1091

1092: I Turchi sconfiggono definitivamente pecceneghi e cumani, stabilendo e consolidando il loro dominio. Nasce il Sultanato di Costantinopoli, l’islam è imposto con la forza, la popolazione non turca è assoggettata o massacrata, l’ingresso ai pellegrini è di fatto vietato. La notizia della caduta della Nuova Roma fa il giro del mondo e lascia sgomenti e increduli tutti i vari sovrani cristiani.

1094: Alessio I si incontra con il Papa Urbano II, chiedendogli un aiuto disperato contro i Turchi, promettendo la ricomposizione delle due Chiese e altri vantaggi di ogni tipo.

1095: 500 mercenari franchi si offrono come forza militare sotto il vessillo bizantino, Alessio I pensa ai primi aiuti, ma non ha minimamente idea di cosa lo attenda. Papa Urbano II convoca il Concilio di Clermont Ferrand, dove esorta la cristianità a scacciare gli infedeli dai luoghi cristiani. Il concilio ha un effetto inimmaginabile: orde di uomini di ogni tipo si lanciano in un disperato pellegrinaggio contro i Turchi, mentre i sovrani europei radunano gli eserciti e si preparano a partire.

1096: Pietro l’Eremita e i suoi pellegrini sono massacrati dai turchi presso Belgrado. Alessio I tratta con cautela i pellegrini bellicosi e sciamanti che giungono nella sua terra, mandandoli allo sbaraglio in terra turca. A Fine anno giungono nei porti di Durazzo e Valona i vari nobili europei, che si recano ad Atene, giurando fedeltà ad Alessio I, promettendo di restituirgli le terre di sua legittima proprietà depredate dai turchi. I Nobili europei che partecipano sono, escludendo i loro vassalli:

Tutto è pronto, Alessio I dichiara guerra ai Turchi, muovendo il proprio esercito a supporto di quello degli europei, i Crociati. La prima città a cadere è Tessalonica, che viene restituita ad Alessio I. I Turchi sono ripetutamente sconfitti: Tessalonica, Adrianipoli, Belgrado, Nis, Gallipoli vengono tutte restituite ad Alessio I, che finalmente vede rinascere il proprio Impero. I Turchi si resero conto di aver sottovalutato quell’esercito occidentale giunto in piena estate e con una scarsa organizzazione. Alessio I sposta la capitale a Tessalonica.

1097: l’esercito crociato di divide: una parte sbarca a Efeso, mentre un distaccamento più piccolo si dirige verso Nicea. Costantinopoli è assediata da Goffredo di Buglione. Le varie isolette egee cadono rapidamente e vengono restituite all’Imperatore Alessio I.

1098 Nicea cade per il tradimento di una guardia, che apre le porte della città, i crociati proseguono la loro marcia, giungendo ad assediare Adana e Tresbisonda, assicurandosi la costa anatolica.

1099: Adana e Trebisonda cadono seguite, il mese successivo, da Costantinopoli. Goffredo però non restituisce la città a Alessio, ma la tiene per sé come un dominio personale. Vedendo ciò anche gli altri condottieri crociati imitano il suo esempio, creando dei regni latini in oriente. Alessio I si indigna del fatto, rinunciando ad ogni nuova collaborazione con i crociati, che ora sono visti come nemici alla stregua dei turchi. L’impero Selgiuchide si frantuma in alcuni stati indipendenti, tra cui spicca il Sultanato di Icono, suo erede diretto. Goffredo diventa Re di Costantinopoli, creando il regno latini di Costantinopoli, il più potente degli stati crociati. Nascono inoltre il Principato di Sinope, il Ducato di Adana e la Contea di Trebisonda. Alessio I comunica al papa che non riunirà le due chiese fino a che non avrò Costantinopoli in suo possesso. Il papa comunica che riterrà legittimo un attacco al fine di prendere la città, ma non obbliga Goffredo a restituirla.

Il Mediterraneo orientale nel 1100

1100: Alessio I prepara un nuovo esercito che sarà diretto su Costantinopoli. La morte di Goffredo di Buglione reca ancora più gioia al Basileus, che freme all’idea di riprendere la sua città, bastava solo una piccola occasione. Baldovino I è incoronato re di Costantinopoli e Conte di Trebisonda.

1104: Battaglia di Microcefalo: l’esercito di Baldovino e del principe di Sinope è sconfitto brutalmente in un’imboscata tesa dai turchi di Icono. Alessio I coglie la palla al balzo e lancia due forti eserciti, rispettivamente contro Costantinopoli e Efeso. La città del desiderio universale subisce un nuovo assedio.

1105: La popolazione di Costantinopoli insorge contro la guarnigione latina, massacrandola interamente. Alessio I entra vincitore nella città, seguito dal suo esercito e dalla popolazione che lo acclama con gioia. Ad Efeso viene issata la bandiera bizantina, mentre tutta la costa orientale dell’anatolia è in procinto di cadere sotto i colpi dell’Imperatore dei romani. I Fatimidi apoggiano il Sultanato di Icono, mentre sono in procinto di una guerra contro il Sultanato Iraqueno. Baldovino I riesce a ottenere una tregua di 3 anni con il sultano di Icono, promettendogli di non intervenire in caso di una nuova guerra contro Sinope. si mette quindi a capo di tutte le forze che riesce a racimolare fa vela verso Costantinopoli.

1106: Alessio I blocca il Corno d’Oro, in modo che nessuna nave possa passare, Baldovino si trova quindi bloccato sulle sponde anatoliche, non potendo giungere in puglia a chiedere aiuto. Alessio I sposta la capitale a Costantinopoli, che immediatamente fa riparare e popolare di nuove famiglie. L’esercito di Baldovino è spossato dalle continue marce forzate, i bizantini non danno battaglia ma continuano a tendere piccole e logoranti imboscate. A Dicembre il Re di Costantinopoli conviene che sia necessario trattare.

1107: Pace di Adrianopoli: Alessio I torna in possesso di tutti i Balcani, relegando il regno di Costantinopoli all’Asia minore, che quindi diventa regno di Smirne. La pace dettata da Alessio, infondo, non è così pesante; questo perché il Basileus deve dirigersi rapidamente a nord, per contrastare l’attacco dei Pecceneghi.

1108: Alessio I perseguita vari eretici in tutto l’Impero, vara una profonda riforma amministrativa e fa sposare il proprio figlio primogenito Giovanni con la principessa Piroska d’Ungheria, stabilendo amicizia fra i due popoli.

1110: il Sultanato di Icono riprende le ostilità contro i crociati. I Fatimidi escono vincitori contro gli iraqeni, strappando loro alcune province.

1114: Bizantini e ungari sconfiggono definitivamente i Pecceneghi, massacrandoli quasi interamente. Icono stabilisce la pace con i crociati, solo per sistemare alcuni problemi nella linea di successione. Il sultanato del Caspio invade l’armenia.

1118: L’Armenia è assoggettata interamente. Alessio I comneno muore di gotta, lasciando il trono al figlio Giovanni II, nonostante un tentativo di usurpazione da parte di Anna Comneno, sorella di Giovanni. I normanni pensano che il cambio dinastico sia motivo di debolezza nell’impero, sbarcano quindi a Durazzo con un piccolo esercito.

1119: I normanni sono sconfitti nella battaglia di Arta, la pace è rapidamente ristabilita. Giovanni II si prepara per due grandiose campagne militari: una diretta contro il sultanato di Crimea, che riporterà sotto l’orbita romana quella terra utilissima per il commercio, l’altra campagna è diretta contro l’Impero Fatimide, dilaniato da rivolte e lotte interne, un’ottima occasione per indebolire uno stato così potente e aggressivo che è sempre pronto ad attaccare Cipro. La fotta bizantina fa vela verso Cherson, frattanto il sultanato di Icono muove nuovamente guerra a Trebisonda. Giovanni II informa i veneziani che non intende sottostare alle regole imposte dalla Crisobolla.

1120: L’esercito bizantino sbarca a Cherson, sconfiggendo quello islamico nell’omonima battaglia, entro marzo i romani sono già giunti a Caffa. I bizantini sbarcano in Siria, scontrandosi ripetutamente con i Fatimidi per il possesso di Antiochia.

1121: Caffa cade, il sultano accetta di governare sotto il comando di Bisanzio, questo pone fine alla guerra di Crimea. È stabilita anche la pace fra Trebisonda e Icono, che priva lo stato latino di metà del suo territorio.

1122: I Veneziani espugnano Chio, con una flotta di 75 navi da guerra, a titolo dimostrativo. Giovanni II è costretto a tornare sui suoi passi, riconoscendo la Crisobolla e scusandosi con i veneziani per il suo comportamento, fatto che suscitò sdegno fra i nobili bizantini.

1123: Dopo anni di scaramucce e imboscate si giunge allo scontro decisivo: i Bizantini affrontano i Fatimidi nella battaglia del Ponte di Ferro, sconfiggendoli grazie alla bravura degli arceri della Guardia Reale, che fecero un enorme numero di vittime lungo il ponte. I Fatimidi, ancora impegnati con le rivolte in Cirenaica, Tunisia e Libia, decidono di scendere a patti con i Bizantini.

1124: Pace di Famagosta: la Porta d’Oriente (Antiochia), con tutto il suo contado, torna nelle mani del Basileus. Giovanni II instaura in nuovo patriarca nella città e fa erigere un monumento nei pressi del Ponte di Ferro.

1126: Icono riapre le ostilità, stavolta contro il regno di Smirne. Bisanzio si tiene pronta ad intervenire. L’esercito turco raggiunge rapidamente la costa occidentale dell’Asia minore e sconfigge l’esercito di Baldovino II, che si disperde lungo la costa.

1127: Giovanni II decide di non intervenire contro i crociati, per evitare di incrinare i già precari rapporti, si rivolge quindi contro il piccolo regno di Dalmazia, che era lacerato da una guerra civile dopo la morte del re.

1128: l’esercito dalmata è sconfitto e nullificato, in 10 mesi la Dalmazia è resa una nuovo Thema imperiale. Baldovino II scappa in Europa, cercando alleati, mentre le sue roccaforti cadono una dopo l’altra.

1130: Adana e Sinope attaccano Icono che, colto alla sprovvista, comincia a negoziare con Smirne. La pace di Dorileo prevede che Smirne cede praticamente metà del proprio territorio ad icono. I Fatimidi escono vittoriosi dalla guerra civile, conservando l’interezza del loro impero. Sale al trono di Sicilia Ruggero II, che è il futuro re di Smirne e Trebisonda in linea di successione.

1131: L’ascesa di Ruggero II preoccupa molto Giovanni II, che si sente accerchiato e teme il consolidarsi di un forte potere normanno. Si incontra quindi con il re del Sacro Romano Impero, al quale versa una consistente somma di denaro in cambio dell’attacco germanico ai siciliani. L’accordo è siglato in pochi giorni.

1132: La guerra indebolisce molto il regno normanno, lasciando Giovanni libero di agire nei suoi progetto di riconquista. La sua attenzione si rivolse al Principato di Sinope, che era il secondo tra gli stati crociati in ordine di potenza. Giovanni II impose al principe di Sinope il rispetto del vassallaggio reso, a suo tempo, al padre Alessio I. Come ad avvalorare la sua richiesta, il Basileus, mosse una flotta di 85 navi da guerra contro i vari porti del regno latino.

1133: il Principe di Sinope accettò le condizioni imposte, integrando Sinope e tutte le terre limitrofe nell’Impero. Giovanni II non si accontentò, il suo sogno era quello di riprendere tutta l’Asia minore ai turchi e ai crociati. Il suo prossimo obbiettivo fu Icono, che di recente aveva guadagnato la sponda opposta a Costantinopoli. L’esercito bizantino si mosse lungo la costa del sultanato, devastando le terre e facendo un ricco bottino.

1134: Battaglia di Nicea, i bizantini escono vittoriosi, Icono cerca di cambiare la situazione assediando Sinope, che resiste grazie ai continui rifornimenti.

1135: i bizantini espugnano Dorileo; il mese successivo spezzano l’assedio di Sinope. Il sultano di Icono si decide a chiedere la pace, cedendo la costa occidentale dell’Anatolia. Giovanni II si accontenta, deciso a non stremare troppo finanze e esercito, a settembre fa ritorno a Costantinopoli.

1137: Giovanni II sconfigge una rivolta dei Dalmati, contemporanea ad una dei Serbi, guerra fra Iraq e Caspio.

1140: Caspio e Iraq raggiungono la pace, sconfitti da un una nuova potenza musulmana: l’Iran, anche Icono si prende alcuni lembi di terra.

1142: Giovanni II seda una rivolta dei bulgari, con l’aiuto degli ungari e dei pacceneghi.

1143: Muore Giovanni II, colpito da una freccia avvelenata, durante una battuta di caccia. Gli succede il figlio quartogenito Manuele I, sposato con Costanza di Sinope. La sua incoronazione non fu gradita a tutti, specialmente ai suoi fratelli maggiori e all’altro clero, che lo ritenevano di mentalità troppo occidentale. Il sultano di Icono decide di dare il colpo definitivo a Trebisonda, che si trova senza alleati.

1144: Manuele I sposa la figlia dell’Imperatore di Germania, stabilendo alleanza fra i due popoli. I dissidenti vengono messi a tacere, con la forza o con somme pecuniarie. Manuele adotta fin da subito una politica di potenza, ampliando l’esercito e costruendo grandi opere pubbliche, che però prosciugano le casse accumulate da Giovanni II. Trebisonda cade ed è interamente assoggettata ad Icono, la notizia compie rapidamente il giro di tutta europa, causando un forte sgomento e dando il via ad una nuova crociata, per riprendere ciò che era andato perduto.

1145: Manuele I seda una rivolta a Sinope, il cui sovrano cercava di svincolarsi dal legame di vassallaggio con l’Imperatore. Le forze crociate sbarcano a Smirne, stavolta vi partecipano l’imperatore tedesco Corrado III e il re di Francia. Bisanzio non ne vuole sapere dei crociati e minaccia di aprire le ostilità contro ogni nave crociata che approdi in terra romana.

1146: I crociati si dirigono verso Icono, partendo dalla costa occidentale. L’obbiettivo è quello di espugnare Icono stessa, costringendo il sultano turco a chiedere una tregua con la cessione di Trebisonda. Tuttavia la situazione si evolve diversamente: i crociati non conoscono la zona e nessun bizantino li aiuta ad approvvigionarsi di acqua e cibo, mentre proseguono a marce forzate lungo strette gole e passaggi angusti, senza mai incontrare l’esercito turco.

1147: i crociati giungono nei pressi di Icono, stremati e numericamente decimati. Solo allora l’esercito turco, fresco e numeroso, si lancia contro le forze europee, mandandole in rotta in tempo brevissimo.

Il Mediterraneo orientale nel 1148

Il Mediterraneo orientale nel 1148

1148: i pochi crociati che riescono a tornare a Smirne si mettono al servizio del re Latino. Il fallimento della crociata getta l’europa nella morsa dello sconforto, mentre l’islam riprende fiato e ottiene una decisiva riscossa.

Come si evolve poi la situazione? Per comunicarmi il vostro parere, scrivetemi a questo indirizzo.

Basileus TFT

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A questo punto però interviene Generalissimus:

Un momento. Non fu Urbano II a parlare per primo di Crociate. Fu Papa Silvestro II in una delle sue epistole il primo ad ipotizzare un'azione di forza per riconquistare Gerusalemme, o perlomeno per evitare che i pellegrini subissero angherie ad opera dei Saraceni. Si trattava più che altro di un invito a fare qualcosa, più che una vera e propria indizione; ma cosa accadrebbe se Silvestro facesse davvero partire una Crociata contro gli Abbasidi? Sicuramente la guiderà Ottone III che, non ammalandosi di malaria, vivrebbe almeno fino al 1042, sempre ammesso che riesca a sopravvivere alla crociata.

Forse la crociata potrebbe rompere qualche equilibrio all'interno del Califfato, ma si troverebbe contro anche la migliore generazione di generali dell'Impero Romano d'Oriente. I Fatimidi scalpitano e i Buwayhidi potrebbero cogliere l'occasione per sostituirsi al Califfo Al-Qadir, che era impegnato nella repressione dello Sciismo.

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Federico Sangalli gli replica:

Egitto indipendente, Levante cristiano, Siria, Anatolia ed Armenia bizantine e Persia ed Iraq sotto i Buwayhidi quindi? Questi ultimi sono anche la causa della propagazione dello Sciismo nelle zone da loro conquistare (in HL l'Iraq) grazie ad un'opera di conversione senza discriminazione per i sunniti, possibile dunque che lo Sciismo diventi una branca importante dell'Islam,con il Sunnismo limitato a Penisola Arabica ed Egitto? Anche il Motazilismo sarebbe incoraggiato. Nel 1055 i Turchi Selgiuchidi arrivano a Baghdad e.... Che succede?

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Passiamo ora alla proposta di Basileus TFT:

Pochi sanno che appena 10 anni dalla battaglia di Manzikert ce ne fu un'altra ad occidente la cui importanza è praticamente identica e proprio come a Manzikert il campo fu favorevole ai nemici di Bisanzio, che ottennero una vittoria inaspettata e furono sul punto di distruggere l'impero.
Mentre i normanni assediavano Durazzo furono colti alle spalle dall'esercito di Tatikios e Giorgio Paleologo, composto dai migliori tagmata occidentali, milizie di bogomiliti, cavalleria tessalica e gruppi di variaghi, mentre la flotta veneta si assicurò il controllo del mare per tagliare ogni via di fuga al nemico.
Le truppe assedianti, già devastate dalle malattie, riuscirono con una disperata carica di cavalleria pesante, a mettere in fuga il grande esercito bizantino ed aprirsi la strada fino a Costantinopoli.
Ipotizziamo però che le truppe romee abbiano ragione dei nemici e che questi tentino la fuga verso la Puglia, venendo ulteriormente massacrati da Venezia.
Il grosso dell'esercito normanno è perduto, Roberto il Guiscardo e Boemondo di Taranto morti o catturati.
Alessio Comneno può tentare la riconquista del sud Italia, oppure deviare le truppe in Asia Minore e riprendersi quantomeno Nicea e Nicomedia.
Se le crociate inizieranno, i bizantini saranno in una posizione più solida e probabilmente non ci sarà la rottura ad Antiochia, ma nemmeno le truppe normanne a supportare l'impresa.
Inoltre, la battaglia di Durazzo farebbe schizzare alle stelle il prestigio di casa Paleologo, con due secoli d'anticipo.

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Generalissimus propone:

Alessio I Comneno potrebbe rivolgersi all'Italia. In caso di sconfitta del Guiscardo la ribellione di Puglia, Campania e Calabria è ancora più giustificata, e non c'è nemmeno Boemondo da tenere a bada in Grecia, visto che è stato costretto a sloggiare anche lui.

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Bhrghowidhon è scettico:

Domanda duplice: la Longobardía aiuterà Bisanzio nelle successive vicissitudini? E per quanto attiene al Théma stesso: resisterà ai Normanni di Sicilia, agli Svevi, agli Angioini, ad Alfonso il Magnanimo, agli Ottomani, a Carlo VIII, a Luigi XII, a Ferdinando il Cattolico, ai Veneziani, a Carlo V, alle Guerre di Successione Spagnola, Polacca e Austriaca, alla Repubblica Partenopea, alla Prima Restaurazione, a Napoleone e Murat, alla Restaurazione Borbonica, agli Austriaci, a Garibaldi, alla Prima Guerra Mondiale, a Mussolini, a Hitler, agli Alleati?

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Tommaso Mazzoni però si rivela più ottimista:

Dipende; se l'Impero Bizantino sopravvive e prende il posto, almeno parzialmente, degli Ottomani, ha tutte le carte in regola per difendersi almeno fino a Napoleone.

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Bhrghowidhon comunque rilancia:

Non è una mia bizzarria, sono davvero convinto che, in queste come in altre paragonabili condizioni ucroniche, la trafila Ungheria Superpotenza dell’Est → Asburgo in Polonia-Lituania → Württemberg Suffeudo, Guisa Re di Francia e Wasa Cattolici in Svezia → Russia Uniate sotto i Wasa o la Polonia-Lituania → Vittoria Cattolica nella Guerra dei Trent’Anni → Portogallo ancora nell’Unione Iberica → Restaurazione Stuarda → Carlo VI Re di Spagna → Baviera all’Austria → Sconfitta della Prussia → Corsica Imperiale, Napoleone Asburgico → niente Indipendenze in America → Eredità Stuarda a Francesco Ferdinando, successore di Rodolfo. Tutte queste divergenze sono perfettamente allineate e basta imbroccare la prima per realizzarle fino all’ultima. In più, si aggiunge la Successione automatica Paleologi → Gonzaga → Lorena.

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Generalissimus ha avuto in seguito un'altra idea:

Nel 1096 Re Colomanno d'Ungheria dovette far fronte ai problemi causati dagli eserciti della Prima Crociata diretti verso Gerusalemme.
I Crociati passarono il segno dopo aver approfittato dell'ospitalità magiara saccheggiando il paese ovunque andassero.
Allarmato da questi incidenti, Colomanno vietò l'accesso nel regno all'armata condotta dal Conte Emicho ma questi, per tutta risposta, assediò Mosonmagyarovar.
Colomanno si preparò a fuggire nella Rus' di Kiev, perché sembrava che i Crociati, grazie ai loro equipaggiamenti superiori, stessero per prendere possesso dell'intera Ungheria.
Per qualche motivo inspiegabile, però, l'esercito di Emicho venne colto dal panico e si disperse, permettendo agli assediati di Mosonmagyarovar di metterlo in rotta.
Il successivo arrivo di Goffredo di Buglione riportò la situazione alla normalità.
E se invece i Crociati esautorassero gli Arpadi e si impossessassero dell'Ungheria?

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Cui ha risposto da maestro Bhrghowidhon:

Emicone aveva come obiettivo la Corona Imperiale quale “Endkaiser”, Costantinopoli e tutto il suo Impero, compresi i territorî conquistati dai Normanni. Nel caso che quindi tutto si svolgesse secondo le sue speranze, avrebbe dovuto lasciare personalmente l’Ungheria, a Costantinopoli deporre Alessio I Comneno (senza attaccare, almeno in un primo momento, i Saljūqidi) e poi affrontare anche Boemondo di Taranto (e Antiochia) e tutti gli altri figli di Roberto il Guiscardo, di Guglielmo del Principato e di Ruggero I di Sicilia.

Ammettiamo per ipotesi che avere a disposizione tutte le forze del Regno d’Ungheria (qui senza Croazia, Slavonia e Dalmazia, dove Colomanno potrebbe diventare ugualmente Re) gli permettesse di conquistare Bisanzio e che con l’unione di entrambi i Dominî sconfiggesse tutti i Normanni; poi si sarebbe rivolto contro i Saljūqidi, già sconfitti dai Crociati, e avrebbe potuto instaurare un Impero la cui Dinastia la cui Linea Primogenita è confluita nei Conti del Reno e di Salm (tuttora esistenti), la Secondogenita si è estinta nel 1919 e della quale un terzo possibile Ramo esiste fino a oggi (i Prìncipi di Leiningen, con Andrea figlio di Emicone XVI), anche se forse, nel nostro caso, potrebbero essere soggetti ad alterazioni.

È in ogni caso da discutere se tale Impero potesse resistere non tanto a Tamerlano (distante quanto basta per evitare a Bisanzio lo scontro), quanto agli Ottomani, che inevitabilmente prima o poi si sarebbero configurati come Rivali Geopolitici. A giudicare dagli eventi storici, né Bisanzio né l’Ungheria né i due Regni di Sicilia avrebbero conservato la Dinastia, tranne forse una parte dell’Ungheria (anche se non è detto che, senza gli Asburgo, l’Ungheria sarebbe rimasta ugualmente divisa per quasi due secoli).

Nel caso comunque che gli Emiconi rimanessero Re di almeno parte dell’Ungheria – potrebbero essere essi stessi i Tributarî dell’Impero Ottomano (recuperando il resto poi se non altro entro il XIX secolo) – e senza alterazioni genealogiche né loro né di altre Dinastie, con l’eliminazione dei Báthory come Vojvodi di Transilvania si revoca in dubbio la controelezione di Stefano a Re di Polonia opposto a Massimiliano II d’Asburgo (il Capo della Casa degli Emiconi di allora, Federico di Salm-Neufville, era convinto Riformato, a differenza di Stefano Báthory, quindi non si sarebbe potuto candidare; sarà il figlio Filippo Ottone a convertirsi a sua volta al Cattolicesimo, nel 1591).

Se avviene lo stesso (ossia se Stefano Báthory, anche senza la sua storica Base di Potere – dovuta soprattutto all’appoggio della Sublime Porta – riesce a farsi controeleggere Re di Polonia-Lituania), nella Guerra di Successione Austriaca la Croazia potrebbe non bastare a Maria Teresa per ribaltare le sorti del conflitto e quindi gli Asburgo-Lorena rimarrebbero Re di Croazia e tutt’al più Arciduchi d’Austria (vige comunque, dove possibile, la Prammatica Sanzione), mentre la Boemia andrebbe ai Wittelsbach, Milano e la Toscana ai Borboni di Parma come Re di Lombardia (o eventualmente ai Savoia, se non annettessero Genova, lasciando la Corsica alla Gran Bretagna) e la Slesia ai Wettin, che però poi, una volta non più Re di Polonia, la perderebbero (insieme a tutto il proprio Elettorato) contro Federico II, a questo punto unico a spartirsi con la Russia la Polonia (in due, come pure le successive Spartizioni). Dato che Napoleone sarebbe, in questo contesto, probabilmente britannico, la Repubblica di Venezia non finirebbe come a Campoformio ma come per noi Genova (qui già sabauda dal 1746), per essere poi assegnata all’Austria nel 1814-1815 (che il Congresso fosse a Vienna o altrove) come compenso per i Paesi Bassi Meridionali, mentre la Russia – che nelle Spartizioni della Polonia avrebbe ottenuto tutta (o quasi) la parte austriaca – non si accrescerebbe a spese della Prussia, la quale in precedenza avrebbe avuto parti per noi russe (Rīga?) e forse austriache (Cracovia) e in Germania avrebbe già annessa la Sassonia. Credo che la Politica Matrimoniale di Maria Teresa sarebbe stata uguale e quindi alla fine avremmo, a Sud delle Alpi, il Regno di Sardegna e Corsica, un Regno Borbonico di Lombardia dall’Ossola alla Toscana (Valtellina e Valchiavenna sempre ai Grigioni), il Ducato di Modena e Reggio agli Asburgo-Este e tutto l’ex-Dominio di Terra della Repubblica di Venezia (nonché il Dogado) direttamente all’Austria-Triregno. Bismarck sconfiggerebbe Luigi/Ludovico II di Baviera e il Secondo Reich comprenderebbe anche l’Austria-Triregno (con Venezia fino all’Adda) e Modena-Reggio (dal 1875 a Francesco Ferdinando); non esisterebbe Napoleone III e quindi non è detto che i Savoia riescano a conquistare il Regno di Lombardia (in cambio di Nizza e Savoia) né quindi il Ducato di Modena e Reggio e lo Stato Pontificio, però la Spedizione dei Mille potrebbe aver luogo lo stesso col medesimo esito di conquista delle Due Sicilie. Probabile Annessione della Bosnia-Hercegovina al Triregno nel 1908, ma senza Attentato di Sarajevo (essendo Francesco Ferdinando sempre a Modena e casomai in Visita di Stato solo a Vienna), a meno che vi si arrivi dopo la sua Successione a Francesco Giuseppe (nel caso che Rodolfo muoia allo stesso modo che sappiamo). La Politica di Guglielmo II puntava d’altronde in ogni caso allo scontro e, data la modestia degli obiettivi di guerra tedeschi iniziali in Lorena, è verosimile che ci sia dapprima solo una Guerra fra Secondo Reich (insieme almeno alla Romania, all’Impero Ottomano e alla Bulgaria, mentre l’Ungheria rifiuterebbe la prospettiva di annessioni a causa degli equilibrî etnici interni ossia per mantenere l’egemonia magiara) e Russia (comunque Alleata della Serbia), vinta dal primo con una Pace omologa a quella di Brest-Litovsk e Spartizione della Serbia fra la Bulgaria e un riluttante Francesco Ferdinando; siccome tuttavia la Francia dovrebbe intervenire a difesa della Russia (aggredita per prima), la Germania attuerebbe il Piano Schlieffen e ciò porterebbe all’Intervento sia Britannico (a sua volta artefice di quello Sabaudo) sia Statunitense. Data la Neutralità (se non la simpatia per l’Intesa) del Regno di Lombardia (con la Toscana) oltre che dell’Ungheria, i Savoia otterrebbero solo Massa e Modena-Reggio e, territorialmente separato, il Veneto (con la Lombardia Orientale) e il Trentino, la Germania (deposta la Monarchia) perderebbe la Cechia (tolta alla Baviera), le parti ex-prussiane di Polonia a Maggioranza non tedesca e la Slovenia e Triregno (insieme a tutta l’Istria e Dalmazia) lasciate a un Reggente in luogo di Francesco Ferdinando.

Se invece gli Asburgo rimangono Re di Polonia-Lituania dopo Massimiliano II (1576), è molto probabile che i Wasa Cattolici non abbiano Rivali più forti di loro in Svezia e di conseguenza, o attraverso Ladislao Wasa o direttamente dalla Polonia-Lituania, la Moscovia finirebbe nell’orbita di uno dei due potenti Vicini, Uniate perché entrambi Cattolici. La Svezia starebbe con lo Schieramento Imperiale nella Guerra dei Trent’Anni (contro gli immediati Rivali: Danimarca e Brandenburgo) modificandone l’esito e non ci sarebbero ostacoli a una Successione Lorenese ai Wasa (la Prussia non diventerebbe comunque mai un Regno); da qui si innescherebbe l’effetto-valanga sulle Guerre di Restaurazione del Portogallo e di Gyldenløve, la Gloriosa Rivoluzione, le Guerre di Successione Spagnola e Austriaca (quelle Polacca e Bavarese non potrebbero scoppiare), dei Sette Anni e Austro-Russo-Turche (nelle quali l’Ungheria riavrebbe gli antichi confini, ma senza aver mai avuto rivendicazioni ‘angioine’ sulla Serbia, la Bosnia, la Valacchia o la Bulgaria), l’appartenenza della Corsica e di Napoleone, la Guerra della Prima (e unica) Coalizione (fra Inghilterra-Scozia, Paesi Bassi e Dominî Asburgici; l’Ungheria potrebbe rimanese in disparte), la sopravvivenza dell’Impero, le Indipendenze Americane e la Guerra dei Ducati. Moldavia e Valacchia saranno annesse del tutto ai Dominî Asburgici (come già rispettivamente la Bukovina e l’Oltenia), similmente alla Serbia, fin dal XVIII secolo; nel XIX sarà la volta della Bulgaria e nel 1913 dell’Albania. La Grecia potrebbe rimanere ai Wittelsbach (nel 1841 e 1853 sarebbe Re d’Inghilterra-Irlanda e Scozia Francesco I [= V] d’Asburgo-Este, di certo molto più disposto ad accordi col Capo di turno dell’Arcicasa, in questa ucronia anche Autocrate di Tutte le Russie, quindi la Grecia si accrescerebbe a spese della Turchia e non aumenterebbe il malcontento verso il Re). Si noti che in tal caso la Successione Giacobitica (che include tutti i Dominî Sabaudi, dato che la Sicilia – restata ai Savoia per la mancanza della Guerra della Quadruplice Coalizione e unico Possedimento conservato dopo la Restaurazione del 1799, come in quella della Storia reale – non ha di per sé la Legge Salica e non ha mai fatto parte dell’Impero e soprattutto è molto più importante per la Geopolitica Britannica che lo stesso Regno di Hannover) avviene come la conosciamo, attraverso Maria Teresa d’Asburgo-Este, perché già dal 20. febbraio 1868 sposata all’Erede al Trono di Grecia (dal 26. luglio 1867) Ludovico I (per noi III di Baviera; Re dal 12. dicembre 1912), un Partito all’epoca non certo più modesto di Francesco Ferdinando (che era ancora solo terzo nella Linea di Sucessione Imperiale, dopo Rodolfo e il maggiore superstite dei fratelli minori di Francesco Giuseppe, Carlo Ludovico; nella nostra ucronia sarebbe stato addirittura quarto, perché fra Rodolfo e Carlo Ludovico sarebbe stato pressoché di certo ancora vivo Massimiliano, sicuramente non ucciso il 19. giugno 1867). Data anche in questo caso – a maggior ragione – la morte di Rodolfo il 30.gennaio 1889 ed essendo allora Massimiliano (nato il 6. luglio 1832) già cinquantaseienne, il Duca di Modena-Reggio e Massa Francesco Ferdinando (primo o, in questa ucronia, secondo in Linea di Successione a Francesco Giusepe dalla morte del padre Carlo Ludovico il 19. maggio 1896) sarebbe diventato molto più attraente per l’Impero Britannico (che alla morte di Francesco Giuseppe il 21. novembre 1916 o – nel caso che l’ottantaquattrenne Massimiliano fosse ancora vivo – comunque poco dopo avrebbe incamerato l’intero complesso dei Dominî Asburgici), ma ormai la Successione Giacobitica non poteva più essere modificata, tantomeno essendo già Regina d’Inghilterra-Scozia e Irlanda dal 20. novembre 1875 Maria Teresa d’Asburgo-Este, per cui il 3. febbraio 1919 le sarebbe succeduto suo figlio Ruperto (Rupprecht) di Wittelsbach, dal 18. ottobre 1921 anche Re di Grecia. Allorché negli Anni Trenta anche Francesco Ferdinando (nato il 18. dicembre 1863) muore – pur non caduto vittima di Attentati – senza poter lasciare l’Impero in Eredità ai figli del proprio Matrimonio morganatico, gli succede Carlo VIII/IV/I/II/X, figlio del fratello minore Ottone (morto il 1. novembre 1906) e che verosimilmente non morirà trentaquattrenne il 1. aprile 1922, ma più o meno negli Anni Cinquanta (era nato il 17. agosto 1887), succeduto dal Primogenito Ottone V/I (20. novembre 1912 – 4. luglio 2011) e poi da Carlo IX/V/II/III/XI (nato l’11. gennaio 1961), mentre nell’Impero Britannico, in Sicilia e Grecia a Roberto I/IV (18. maggio 1869 – 2. agosto 1955) succede Alberto I (3. maggio 1905 – 8. luglio 1996) e poi Francesco II (nato il 14. luglio 1933). In America l’Impero Britannico ha il Canada e gli “Stati Uniti” a Est del Mississippi, quello Asburgico tutto il resto; in Europa, non appartengono ai due Imperi (a parte, indirettamente, i Feudi Imperiali – incluse le Provinc[i]e Unite e la Confederazione Svizzera con gli Alleati Perpetui – e quelli Ecclesiastici nel Sacro Romano Impero) la Francia-Navarra, la Danimarca, l’Ungheria degli Emiconi e il residuo Impero Ottomano. Due scenarî molto diversi...

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E ora, le ucronie tradotte per noi da Generalissimus:

E se le Crociate avessero avuto successo?

Fin dalla loro conquista da parte dell’Impero Romano nel I secolo a. C. e di fatto ancora prima, fin dalla loro conquista da parte dei Greci nel IV secolo a. C., le terre del Vicino Oriente sono state profondamente interconnesse con le terre del mondo occidentale antico.
Per qualche tempo il mondo greco venne definito dall’enorme crocevia creato dai vari stati ellenistici in Macedonia, Anatolia, Levante ed Egitto, ma una grande rivalità e una mancanza di cooperazione impedì l’unità fra di essi e li escluse dalla grande ricchezza e potenza che avrebbero potute essere ricavate da un territorio così strategicamente prezioso.
Davanti a nemici in avvicinamento da tutte le direzioni, i Greci e i loro territori vennero sottomessi dal meglio unito Impero Romano, e fu sotto il loro regno che il Mediterraneo orientale divenne forse il centro di commerci più ricco dell’epoca.
Avendo un piede su tre continenti, essendo al sicuro da qualsiasi minaccia marittima e possedendo un vario assortimento di risorse sul quale fare affidamento, l’oriente romano arrivò a sorpassare l’occidente, al punto da vedere la capitale dell’impero trasferita nella nuova città orientale di Costantinopoli.
Tra Costantinopoli, Antiochia e Alessandria emerse una sfera dorata di cultura, ricchezza e potenza, e alla fine fu da queste terre, il Levante in particolare, che il Cristianesimo nacque e si diffuse in tutto l’impero per diventare la fede maggioritaria del mondo occidentale, ma queste terre che avevano dato all’occidente così tanto così a lungo non rimasero nelle sue mani per sempre.
La Roma d’occidente crollò, la Roma d’oriente si ritrovò bloccata in un conflitto apparentemente infinito con gli imperi persiani, un conflitto che lasciò entrambi gli imperi così esausti che nessuno riuscì a impedire la rapida e violenta ascesa del Califfato Islamico dall’Arabia, che procedette ad assimilare grandi porzioni sia di Roma che della Persia nell’arco di pochi decenni.
Quello che rimase della Roma d’oriente fu un semplice stato superstite consistente soprattutto della Grecia e dell’Anatolia, e tale sarebbe rimasto per secoli, ma durante quel periodo cambiò molto.
In Europa emersero stati potenti che portarono avanti frammenti della torcia della civiltà romana, i Bizantini recuperarono e riconquistarono alcuni territori perduti, nuove potenze nomadi arrivarono in oriente a sconvolgere l’equilibrio di potere Islamico che aveva raggiunto un punto di disunità e instabilità, e nonostante uno scisma religioso nella Chiesa vennero intrapresi una serie di sforzi concertati da parte dell’occidente per riconquistare i suoi territori storici ad oriente, uno sforzo per riconquistare la sua terra santa, uno sforzo che alla fine divenne noto come le Crociate.
Nonostante la leggera ripresa dell’Impero Bizantino, esso era ancora minacciato dalle potenze Islamiche, soprattutto dai Turchi Selgiuchidi, che nel 1071 inflissero un colpo devastante ai Bizantini nella Battaglia di Manzicerta e procedettero ad occupare porzioni sempre più grandi dell’Anatolia col passare degli anni.
L’imperatore Bizantino cercò quindi assistenza dall’occidente, dove Papa Urbano II, avvertendo il declino della Chiesa d’oriente e cercando di ricomporre lo scisma a favore dell’occidente, procedette a radunare un esercito di volontari di decine di migliaia di uomini.
Fin dall’inizio, anche se gli eserciti crociati erano fortissimamente guidati dallo zelo religioso, in generale mancavano di una significativa organizzazione e di leader importanti.
C’erano certamente dei leader, ma spesso si ritrovavano in rivalità l’uno con l’altro, con nessuno che voleva concedere l’autorità agli altri.
L’imperatore Bizantino Alessio I Comneno era un guerriero che spiccava nelle azioni militari, e si aspettava che il sostegno datogli dall’occidente sarebbe stato un piccolo numero di mercenari disciplinati che avrebbe ingrossato i suoi ranghi, piuttosto che il grande esercito disorganizzato di barbari che ricevette.
Alla fine nemmeno lui stesso ebbe un importante ruolo partecipativo alla crociata, avendo fatto fare dietrofront al suo esercito prima di raggiungere Antiochia a causa di un inganno da parte di uno dei re crociati.
Questo re, Boemondo I d’Antiochia, figlio del conquistatore normanno dell’Italia meridionale, sfidò militarmente i Bizantini come suo padre dal suo principato appena creato ad Antiochia, trasformando per anni quello che doveva essere un territorio ricatturato per conto dell’impero in un avversario, prima di essere alla fine trasformato in un vassallo da Bisanzio.
Tornando alla questione della leadership, Papa Urbano II era semplicemente troppo geograficamente lontano dal conflitto, per non parlare del fatto che non aveva esperienza di servizio in un ruolo di leadership diretta, ma aveva inviato un legato pontificio perché agisse per conto suo che divenne noto per la sua prodezza militare, un uomo chiamato Ademaro di Monteil, che era immensamente rispettato dai crociati, al punto che questi lo considerarono il loro leader simbolico perfino dopo la sua morte.
Ora, il problema è questo: Ademaro morì dopo aver contratto una malattia poco dopo l’Assedio di Antiochia e, tragicamente, stava mandando avanti il processo per dirimere le dispute sulla leadership e forse stava forgiando una chiara gerarchia di comando poco prima del suo decesso, e ovviamente questo non fu mai completato.
Nonostante queste difficoltà organizzative e alcuni altri fattori che mandarono in stallo la crociata, alla fine Gerusalemme venne raggiunta, e anch’essa venne catturata, col re crociato Goffredo di Buglione che assunse il controllo del nuovo regno prima di essere succeduto da suo fratello Baldovino, che in precedenza aveva creato il regno crociato di Edessa, e che ora, in qualità di Re di Gerusalemme, avrebbe dominato sui restanti regni crociati di Tripoli e Antiochia.
Baldovino I si dimostrò un leader estremamente capace, e anche se la crociata in sé non aveva una leadership organizzata, gli stati prodotti da essa entrarono in un’eccellente armonia collaborativa tramite la sua guida di successo.
Respinse invasioni, consolidò la sua autorità e i governi degli stati crociati, e iniziò un processo di colonizzazione di Gerusalemme con Europei Cristiani.
Verso la fine del suo regno Baldovino I lanciò un’invasione dell’Egitto per rappresaglia contro i persistenti attacchi a Gerusalemme, e quasi conquistò il Cairo con l’intenzione di sottomettere completamente questa minaccia confinante e portarla sotto il dominio Cristiano, ma prima che ci riuscisse la sua salute volse verso il peggio, e una sua vecchia ferita lo lasciò incapace di procedere oltre.
L’invasione venne cancellata ed egli venne succeduto da suo cugino, che divenne Baldovino II, e anche se si dimostrò un regnante accettabile non riuscì a replicare il successo di Baldovino I.
Col tempo l’Egitto recuperò, e con Damasco fra gli altri ad est, gli Stati Crociati si ritrovarono minacciati su entrambi i lati e incapaci di reagire senza ulteriore assistenza dall’Europa.
L’assistenza di fatto arrivò tramite l’indizione di diverse altre crociate, e ci furono molte volte in cui i crociati tentarono di rovesciare o l’Egitto o Damasco, cosa che avrebbe rinforzato la loro posizione contro l’altra potenza, ma ogni volta questi sforzi fallirono per poco o di molto, e col passare degli anni la posizione degli Stati Crociati divenne più compromessa e le stesse crociate divennero meno efficaci fino a quando alla fine Gerusalemme non venne persa e gli Stati Crociati non esistettero più.
Ma se tutto questo cambiasse? E se in una TL alternativa le crociate avessero successo? Lo scopo di praticamente tutte le crociate era semplice: rendere sicura la Terrasanta.
Il successo della Prima Crociata nel riconquistare la presa perduta dell’occidente sul Levante fu sicuramente la parte più cruciale dello sforzo delle crociate, e tutto quello successivo alla stabilizzazione degli Stati Crociati doveva essere relativamente semplice, ma i primi passi falsi delle potenze Cristiane permisero alle potenze Islamiche di prepararsi meglio, e una combinazione di fortuna, geografia, diplomazia e strategia andarono tutte contro gli Stati Crociati, costandogli sia territorio che morale.
Una volta persi questi e senza una grande quantità di coinvolgimento esterno, da quel punto in poi il declino fu inevitabile.
Il successo delle Crociate essenzialmente diventa sempre più difficile col passare degli anni, e così il miglior modo possibile per assicurare il loro successo perpetuo in questo scenario è eliminare una o più minacce per gli Stati Crociati il prima possibile.
Quest’opportunità arriva sotto forma della campagna di Baldovino I contro l’Egitto.
L’Egitto, o piuttosto all’epoca il califfato Fatimide, era pesantemente destabilizzato, con la guardia abbassata e senza il sostegno delle potenze Islamiche turche ad est.
Il successo di Baldovino nello spingersi fino al Delta del Nilo lo mise in una posizione ideale per lanciare un attacco contro la capitale Fatimide del Cairo e portare l’Egitto sotto il controllo crociato.
La conquista dell’Egitto sarebbe immensamente più importante per i crociati che organizzare uno sforzo contro Damasco o qualunque altra futura guerra ad oriente.
L’Egitto è un centro di risorse agricole estremamente prezioso tramite il quale creare una grande popolazione, il genere di popolazione necessario per costruire un esercito nazionale professionale capace.
La perdita dell’Egitto fu un fattore importante che contribuì al passaggio di Bisanzio dall’uso di un esercito professionale all’uso di uno composto principalmente da mercenari stranieri, e come abbiamo visto anche nel caso delle Crociate, assicurare la tua sicurezza a stranieri il cui interesse principale è una compensazione monetaria o terriera è una formula per il tradimento e lo sfruttamento.
Nonostante gli sforzi di Baldovino I e dei suoi successori, la popolazione Cristiana negli Stati Crociati rimase relativamente bassa per tutta la loro storia, e non aiutava il fatto che molti crociati tornavano a casa una volta terminata la crociata.
Se gli Stati Crociati vogliono avere successo, devono riuscire a formare una grande popolazione capace di proteggere e sviluppare le loro terre, e solo una volta che questi stati si costruiranno una reputazione di stabilità, sicurezza e sviluppo attrarranno nuovi coloni dall’Europa in numeri significativi.
Inoltre, quello che si trova oltre l’Egitto in generale è ben conosciuto, e le minacce che potrebbero emergere dall’Africa nordoccidentale sono limitate, mentre gli stati Cristiani d’Europa sono come minimo familiari e partecipi alla sicurezza della Terrasanta.
Se verrà conquistata Damasco questa particolare minaccia potrà certamente essere neutralizzata per il momento, ma l’oriente ha l’abitudine di far nascere sempre nuove e terribili minacce che annullano i progressi occidentali.
Sia che si tratti dei Greci, dei Romani o dei crociati, le terre oltre il Tigri e l’Eufrate non vengono mantenute facilmente, e ogni investimento oltre i loro confini richiederà quasi certamente secoli di guerra e fatica per un premio che non è mai garantito.
Con l’Egitto sicuro sotto il Regno di Gerusalemme di Baldovino I, esisteranno comunque minacce ad occidente, ma saranno un pericolo molto inferiore per gli Stati Crociati rispetto all’Egitto, dato che non solo sarà molto più difficile la coordinazione con le potenze Islamiche orientali, se non impossibile, ma le terre della Cirenaica non saranno affatto così ricche di risorse e popolate.
Ora, questo non significa che le incursioni nelle terre crociate da entrambi i lati non dovranno essere respinte per qualche tempo, ma con le terre agricole dell’Egitto sotto il loro controllo, tutto quello che dovranno fare gli Stati Crociati è resistere.
Con le coste del Mediterraneo orientale interamente sotto il controllo Cristiano possiamo aspettarci l’eventuale nascita di una marina capace, in particolare nel Regno di Gerusalemme.
Quando la popolazione di Gerusalemme inizierà a crescere naturalmente, verrà creato anche un esercito più grande, permettendole di esercitare un maggior controllo sugli altri Stati Crociati, consolidandoli gradualmente in una singola entità e impedendo le rivalità e le lotte intestine fra stati che avrebbero contribuito al loro crollo.
Nel frattempo, le relazioni fra gli stati e i Bizantini vedranno un miglioramento sotto il successore di Alessio I Comneno, Giovanni II Comneno.
Lo scisma verrà parzialmente appianato dai nemici comuni alle porte, ma non verrà ricomposto del tutto.
Gli Stati Crociati, o piuttosto la grande Gerusalemme, con una popolazione crociata in gran parte di origine franca e normanna, anche se condivideranno interessi comuni con i Bizantini a causa della loro vicinanza, alla fine diventeranno una potenza mediatrice tra i Bizantini e l’Italia normanna, che avranno sviluppato una reciproca animosità negli anni precedenti.
Sarà nei migliori interessi degli Stati Crociati impedire il conflitto tra i due, dato che entrambi saranno l’alleato più capace e vicino dell’altro rispettivamente ad oriente e a occidente, e mentre la loro animosità minaccerà di compromettere la sicurezza degli Stati Crociati, la loro cooperazione permetterà ulteriori conquiste per le potenze Cristiane nel complesso.
Nella nostra TL i Normanni d’Italia riuscirono a conquistare la Tunisia e la costa della Tripolitania, che non va confusa con Tripoli, che si trova più ad est, ma questa conquista fu di breve durata e limitata, dato che alla fine la regione fu abbandonata agli Almohadi per concentrarsi invece sulla minaccia che Bisanzio poneva all’Italia meridionale, ma stavolta le cose sono diverse.
Cercando di usare i suoi alleati per il proprio interesse, Gerusalemme media una pace tra i Bizantini e i Normanni giurando il suo sostegno a campagne che permetteranno a Bisanzio di riconquistare tutta l’Anatolia e alla Sicilia di consolidare la sua posizione in Nord Africa.
Da queste gli Stati Crociati otterranno il controllo della Cirenaica, di Cipro e della Siria settentrionale, posizionando al contempo uno stato cuscinetto fra loro e gli Almohadi del Maghreb.
Il Regno Armeno di Cilicia, che per lungo tempo è stato un alleato dei crociati ma ostacola l’obiettivo di Bisanzio di riunificare l’Anatolia, potrebbe vedere l’incorporazione nei confini degli Stati Crociati per evitare la conquista e la soggiogazione da parte di Bisanzio, ma indipendentemente da se questo accadrà o meno ci si può aspettare benissimo che lo stato possa finire nella sfera d’influenza di Gerusalemme.
Il successo di questa alleanza a tre sarà cruciale perché Bisanzio e Gerusalemme si assicurino la creazione di frontiere orientali fortificate quando un secolo dopo arriveranno i Mongoli.
I Turchi rimarranno comunque una minaccia importante per entrambi gli stati, ed è improbabile che i Bizantini e i crociati riusciranno a combattersi l’un l’altro in contemporanea con i Turchi e resistere comunque alle conquiste mongole.
La cooperazione continua sarà la differenza tra l’emergere in larga parte illesi e il rimanere paralizzati e vulnerabili di fronte ad una ripresa Islamica.
Potrebbero essere indette ulteriori piccole crociate a sostegno della Terrasanta durante le sue guerre con i Musulmani, ma quasi certamente saranno di dimensioni molto minori rispetto alla nostra TL, dato che le crociate che vennero indette dopo la prima lo furono solo in risposta a gravi sconfitte degli Stati Crociati, prima la perdita di Edessa e poi la perdita di Gerusalemme.
Con la Terrasanta in una posizione molto più forte è sicuro presumere che ogni ulteriore assistenza delle potenze europee occidentali sarà piccola, anche se, di conseguenza, questo significa nessuna disastrosa Quarta Crociata a menomare i Bizantini, lasciandoli in uno stato migliore rispetto al nostro mondo e quindi capaci di servire come alleato migliore per Gerusalemme.
Gli avversari militari però non saranno l’unica sfida che Bisanzio e i crociati dovranno affrontare, perché anni di raid mongoli saranno seguiti poco dopo dallo scoppio della peste bubbonica.
Considerata la posizione di Gerusalemme come importante centro di commerci dominato da centri urbani costieri, possiamo aspettarci che la peste impatti la Terrasanta in modo particolarmente duro, causando un enorme declino della popolazione e una generale instabilità.
È a questo punto che è possibile una frammentazione della grande Gerusalemme se non si è ancora formata una popolazione Cristiana abbastanza alta e se questa verrà fortemente colpita dalla peste, cosa che accadrà se rimarrà concentrata nelle grandi città e non si espanderà mai nel resto dello stato.
Anche se l’Egitto si staccherà a causa di questa instabilità, Gerusalemme, col suo alleato siciliano ad occidente, riuscirà a riconquistare questo territorio essenziale fino a quando manterrà una popolazioni abbastanza grande da munire il suo esercito.
Se questo non avverrà e la peste devasterà completamente la capacità di Gerusalemme di affermare la sua autorità sui regni ad essa vicini, è probabile una sua graduale disintegrazione, specialmente con la ripresa dei Turchi in seguito alla caduta dei Mongoli.
La sua migliore possibilità di sopravvivenza da quel momento in poi sarà l’annessione nell’Impero Bizantino molto più forte di questa TL.
Solo per amore di questo scenario presumeremo che non si arrivi a questo e che la Terrasanta rimanga unita dopo un periodo di stabilizzazione.
Intorno al 1400 l’Impero Ottomano come lo conosciamo nel nostro mondo non esisterebbe, al suo posto rimarrebbe l’Impero Bizantino mai destabilizzato dall’Assedio di Costantinopoli del 1204, che ha beneficiato della presenza di un alleato Cristiano in Vicino Oriente, e che continuerebbe a comprendere le terre dei Balcani meridionali e dell’Anatolia.
Al di fuori dell’Asia le principali potenze Islamiche verranno contenute nell’estremo nordovest e nel Corno d’Africa, e con l’Iberia Cristiana che ha riconquistato l’intera penisola molto prima del previsto grazie alla posizione complessiva migliore delle potenze Cristiane e all’indebolimento delle potenze Islamiche in Nord Africa, verrà presa in seria considerazione un’invasione di rappresaglia e una cristianizzazione del Marocco, ma se sarà o meno un successo è un’incognita.
Gerusalemme e la Terrasanta rimarranno fermamente in mani Cristiane, vedendo la loro popolazione Cristiana raggiungere una stabile maggioranza e diventando una delle prime potenze del Mediterraneo, la cui presenza nel Levante gli permetterà di esportare vari beni, risorse e ricchezze dall’oriente all’occidente, in particolare verso gli stati mercantili suoi alleati di Genova e Venezia, che a loro volta faranno irradiare questa ricchezza nel resto d’Italia e d’Europa, accelerando e amplificando il Rinascimento.
I Francesi, avendo completamente consolidato il loro regno, Normandia inclusa, alla fine della Guerra dei Cent’Anni, tenteranno di esercitare una maggiore influenza sugli Stati Crociati, date le loro radici franche e normanne, ma un po’ come è successo con l’Inghilterra normanna, Gerusalemme svilupperà identità e interessi tutti suoi, sentendosi particolarmente lontana dalla Francia, vista la sua disconnessione geografica e la lunga indipendenza.
Gerusalemme, la Terrasanta e gli Stati Crociati saranno indipendenti come ogni altro, e anche se il suo popolo avrà, fra gli altri, una miscela di sangue franco e normanno, esso condividerà il dominio dell’Impero Romano d’Oriente, e anche se difenderà la Chiesa dell’occidente Cristiano la sua identità sarà qualcosa di unicamente distinto e nuovo, una potente e pia società guerriera e un baluardo contro le minacce orientali, un nuovo cuore della fede Cristiana, un nuovo centro dei commerci occidentali, e quasi certamente una potenza destinata a plasmare i secoli a venire.
L’Europa si ritroverà significativamente arricchita dall’esistenza dello stato, al punto che i viaggi attraverso l’Atlantico potrebbero essere posticipati per qualche tempo, anche se non per sempre.

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E se le crociate non fossero mai avvenute?

“Oggi, grazie a Dio, la vittoria sarà nostra”, dice l’Imperatore Alessio V contemplando il suo esercito schierarsi sul campo di battaglia.
Siamo nel 1270, nei pressi della città di Iconio, in Anatolia Centrale.
Da venti anni l’Impero Bizantino sta portando avanti una politica di riconquista dei suoi antichi territori a scapito dei Turchi indeboliti dalle divisioni interne.
In questa realtà alternativa la Quarta Crociata, come tutte le altre, non ha mai avuto luogo, di conseguenza Costantinopoli, capitale dell’Impero Bizantino e città più popolosa e ricca d’Europa, non è stata affatto saccheggiata dagli eserciti crociati nel 1204.
66 anni più tardi una dinastia di imperatori forti, accompagnati da una potenza e da una volontà ritrovate, permetteranno ad Alessio V di rimettere piede sull’altra sponda del Bosforo e di ridonare al suo impero la grandezza di un tempo.
Fiducioso nella vittoria, l’imperatore lancia uno sguardo feroce ai suoi avversari, pur essendo consapevole che questi Turchi restano dei nemici formidabili.
Nell’esercito che lui affronta si spegneranno in battaglia gli ultimi rappresentanti di un’oscura dinastia, gli Ottomani, che in questa realtà non hanno creato l’impero che dominerà l’oriente per secoli.
In questa realtà alternativa le Crociate non hanno mai avuto luogo, e la storia dell’Europa e del mondo sono cambiate per sempre.
Tra una Guerra dei Cent’Anni che non arriverà mai, un Rinascimento ritardato o la non apparizione del capitalismo, questo video e questo scenario ci permetteranno di vedere come questa serie di spedizioni avrebbe potuto cambiare profondamente la nostra storia.
Buongiorno a tutti cari abbonati e spettatori, oggi indossiamo la nostra migliore cotta di maglia, prendiamo il nostro crocifisso più bello e mettiamo subito tutto da parte, perché ci domanderemo cosa sarebbe potuto succedere se le Crociate non avessero avuto luogo.
Sì, stai calmo, Giorgio di Lusignano, oggi non andremo a fare a pezzi gli infedeli.
Per farla breve avrete compreso che ci interesseremo a questa serie di nove spedizioni, che si sono svolte dal 1095, l’anno dell’appello di Papa Urbano II, al 1291, l’anno della presa di San Giovanni d’Acri da parte delle truppe del sultanato Mamelucco.
Allora, sarebbe troppo riduttivo riassumere la parola crociata al solo confronto tra l’occidente Cristiano e l’oriente Musulmano, in effetti spedizioni militari sanzionate, vale a dire validate dal papa, presero di mira per tutto il Medioevo diverse popolazioni o eresie, come i Finlandesi, i Baltici, gli Hussiti o ancora gli Albigesi, per motivi religiosi, certo, ma che nascondevano anche molte ragioni politiche ed economiche.
E al di là del Medio Oriente, anche la Reconquista, ovvero la conquista della Penisola Iberica da parte della Cristianità, può essere considerata come una crociata, anche questa che però nasconde una realtà variegata che va ben al di là dell’immagine che ci si può fare.
Crociata è una parola che ha ancora una presenza molto forte nell’immaginario collettivo di molti popoli, rappresentata al cinema, nella cultura di internet e spesso utilizzata a torto e fuori da ogni contesto storio.
Dunque in questo scenario andremo semplicemente a sopprimere dalla storia le spedizioni in Terrasanta, le nove crociate che opposero Cristiani e Musulmani, primo perché questo scenario non si occuperà delle crociate in tutti i sensi, e secondo per concentrarsi su questo periodo al fine di mettere in luce la loro influenza sulla storia, annullare tutte le crociate prima che abbiano luogo cambierebbe la storia in una maniera molto difficile da immaginare.
Prima di andare avanti con lo svolgimento dello scenario, però, faremo ovviamente un piccolo ripasso della vera storia e delle conseguenze che hanno avuto le crociate, un riassunto molto breve per vedere da quali elementi sono partito per costruire il mio scenario: quando uno pensa alle crociate pensa a qualcosa di pazzesco, migliaia di persone, uomini, donne e bambini, contadini, nobili e re che abbandonano terra, beni e famiglia per una spedizione pericolosa e incerta per difendere un simbolo religioso all’altro capo del Mediterraneo.
Questo fervore all’origine della crociata si può spiegare molto semplicemente: la città di Gerusalemme era per i Cristiani il centro del mondo spirituale, un luogo che era necessario perlomeno difendere e rendere accessibile ai numerosi pellegrini che vi andavano ogni anno.
La sua importanza capitale è il motivo principale dell’inizio della Prima Crociata.
Nel 1071 la città santa finisce nelle mani dei Turchi Selgiuchidi, che nel 1078 interdicono l’accesso ai pellegrini.
Nel 1095, dopo il Concilio di Clermont, Papa Urbano II decide di predicare la crociata per liberare Gerusalemme, malgrado le numerose voci che si levano nella chiesa contro questa decisione.
Il suo appello sarà accolto al di là delle sue speranze dopo che migliaia di persone e cavalieri accorrono da tutta la Francia, lasciano mogli e figli e vendono tutto per prendere la croce, al punto che il papa stesso sarà sconcertato dal fervore che ha suscitato il suo appello.
Questo entusiasmo è di fatto l’inizio di un processo di diversi secoli durante il quale la Chiesa riaffermerà la sua influenza sulla società medievale.
È a partire dall’853, da parte di Papa Leone IV, che viene utilizzato il termine difendere la fede, una nozione che non farà che ingrandirsi man mano che la cavalleria occidentale si cristianizzerà.
In effetti non fare più la guerra tra Cristiani e concentrare i propri sforzi contro le altre religioni permette di smorzare gli ardori dei signori occidentali, che passano il loro tempo a litigare fra di loro, governati da re che non hanno che poco potere su di loro, e così, man mano che l’influenza della Chiesa cresce, i signori si sbudellano di meno tra di loro e la nobiltà occidentale concentra i suoi sforzi contro un nemico comune, gli infedeli, chiunque essi siano.
La pace che si crea va dunque a limitare le possibilità d’avventura per gli ardenti cavalieri europei, che in questa vedono, oltre all’aspetto religioso, un’opportunità di diventare qualcuno.
E quindi, dopo il fallimento della Crociata dei Poveri, composta principalmente da persone senza esperienza militare che commisero massacri e pogrom al loro passaggio, la Prima Crociata parte per la guerra santa… E riesce.
I crociati, per la maggior parte francesi, prendono Gerusalemme e costituiscono gli Stati Crociati.
Completati i loro obiettivi, i crociati vanno via, per la maggior parte a casa loro, percependo di aver compiuto il lavoro, ma questa crociata sarà sicuramente l’unica a raggiungere completamente i suoi obiettivi.
La seconda non riesce a salvare gli Stati Crociati.
Norandino e Saladino, rispettivamente principe Fatimide della Siria e Sultano d’Egitto, riescono a federare intorno a loro i Musulmani in precedenza divisi e finiscono per riprendere Gerusalemme nel 1187.
La Terza Crociata permetterà per qualche tempo di restaurare gli Stati Crociati, ma non riuscirà a riprendere Gerusalemme.
A partire da questo momento le crociate hanno già scatenato diverse cose, gli Stati Crociati sono un luogo di scambio fra il mondo occidentale e orientale.
Malgrado i massacri perpetrati dai crociati sulle popolazioni locali, la coabitazione fra Cristiani e Musulmani va relativamente bene.
I Musulmani possono continuare a praticare l’Islam e a ad applicare la loro giustizia tramite il pagamento di una tassa, gli scambi sono numerosi e una buona parte dei Francesi si orientalizza, al punto da provocare il disgusto dei loro cugini occidentali.
Nelle corti europee i gusti si evolvono quando le spezie e gli abiti di seta vengono introdotti dai crociati di ritorno dalla Terrasanta.
In effetti il commercio si sviluppa, e quello delle città italiane molto rapidamente, in particolare Venezia, Pisa e Genova, che trasportano i crociati e vendono beni esotici, un commercio fruttuoso.
Poco interessati alla difesa della Terrasanta, e più all’acquisizione di montagne d’oro, gli Italiani tratteranno con tutto il mondo senza fare discriminazioni col solo fine di arricchirsi.
Questo lucroso commercio permetterà alla fine a città come Venezia e Genova di diventare delle grandi potenze marittime, e le rotte provenienti dall’oriente permetteranno anche alle corone europee di affermare la loro potenza, nonché ai banchieri di prosperare.
Eh, sì, l’usura, ovvero il prestare denaro con interessi, in precedenza rimproverata dalla Chiesa, si democratizzò in parte grazie alle crociate, che avevano bisogno della diffusione di nuovi metodi di finanziamento.
Questa pratica venne accettata poco a poco e fece la fortuna di numerose persone, una piccola liberalizzazione economica che penetrerà anche nella Chiesa stessa.
Questa non esiterà affatto a vendere redenzioni dei peccati e assoluzioni ai suoi fedeli.
Questo periodo permetterà anche la comparsa di diversi potenti ordini, per esempio i Cavalieri Templari e l’Ordine Teutonico, uno famoso per le sue ricchezze, l’altro per aver dato origine alla Prussia.
E così, in termini di commercio, cultura o tecnologia, il mondo Cristiano ha beneficiato dell’apporto Musulmano, ma anche dell’apporto greco.
L’Impero Bizantino, di fede Ortodossa e, come promemoria, separato dalla fede Cattolica dal 1054, vide passare un mucchio di crociati, e non sempre con gioia.
Nel 1204, gli eserciti che componevano la Quarta Crociata, saccheggiarono Costantinopoli, la capitale dell’Impero Bizantino, la città più ricca e più popolosa d’Europa.
Questo avvenimento importantissimo sarà un colpo fatale per un impero già moribondo, che, diviso, sarà in seguito incapace di opporsi all’ascesa dei Turchi Ottomani.
Paradossalmente, le crociate hanno avuto come effetto, a causa dell’indebolimento dell’Impero Bizantino, l’indebolimento anche dell’influenza della Cristianità in oriente.
Le rimanenti crociate non riuscirono a mantenere in vita gli Stati Crociati, che nel 1291 scomparvero completamente in seguito alla presa di San Giovanni d’Acri.
Malgrado la vittoria finale dei Musulmani sui crociati, questi tornarono alle loro antiche divisioni e non riuscirono a resistere all’arrivo dei Mongoli e a impedire il sacco di Baghdad, mentre in Europa la centralizzazione del potere, lo sviluppo del commercio, l’apporto culturale greco e qualche prestito dal mondo Musulmano condussero all’inizio del Rinascimento.
Dunque come avete visto le conseguenze delle crociate furono cataclismiche, penso che con questo piccolo resoconto, cari abbonati e spettatori, avete potuto disegnare i contorni dello scenario che mi appresto a raccontarvi.
E se le crociate non avvenissero mai? A mio avviso non sarebbe stato molto probabile, viste le dinamiche all’opera in quell’epoca mi sembra impossibile che un incidente religioso come questo, che col passare dei secoli rinforzò l’influenza della Chiesa, lasci Gerusalemme nelle mani dei Musulmani senza fare niente.
Questo però è quello che avverrà in questo video, allora andiamo a vedere cosa sarebbe potuto succedere de Urbano II non avesse mai predicato la guerra santa e se le crociate non avessero mai avuto luogo, e senza tardare ulteriormente passiamo allo scenario: è arrivato il momento di chiudere il concilio.
Nell’aria risuonano le parole di Urbano II.
In quel bel giorno dell’anno 1095 nell’assemblea c’è un’impazienza mal dissimulata, si racconta che il santo padre farà un appello alla guerra santa per liberare il sepolcro di Cristo.
Potrebbe essere il momento che egli ha scelto per fare il suo discorso… Eh, beh, no.
Malgrado le attese di un gran numero di dignitari religiosi presenti a Clermont per il concilio, il papa con tutta evidenza non ha deciso niente del genere.
La situazione è piuttosto grave: l’Impero Romano d’Oriente chiede aiuto contro i Turchi, mentre i pellegrini incontrano immense difficoltà ad arrivare in Terrasanta, una spedizione permetterebbe di unire la Cristianità contro un nemico comune, eppure, a discapito del buonsenso, Urbano II si accontenta di approvare le decisioni già prese durante i concili precedenti, per la grande delusione degli avventurieri ansiosi di difendere la loro fede armi alla mano.
E così, in quel bel giorno dell’anno 1095, Urbano II non fa appello per niente, nemmeno per una crociata… Neanche una crociatina, niente di niente.
Man mano che la notizia, o per meglio dire la non notizia, si diffonde, questo avvenimento, o per meglio dire questo non avvenimento, estende immediatamente le sue ramificazioni sulla storia.
A Costantinopoli ne convengono che dai Latini non arriverà nessun aiuto, se l’imperatore vuole difendere le sue terre, o per meglio dire quello che ne resta, dovrà cercare alleati altrove, al rischio di compromettere la sua integrità territoriale.
Nel Regno di Francia, la cavalleria disoccupata morde il freno, e alcuni si dicono che poiché difendere la Terrasanta non è possibile, allora si andrà a buttare gli infedeli fuori dalla Spagna.
Alla vigilia dell’anno 1100 una parte di questi cavalieri, generalmente i più poveri, si avvia a cercare la gloria e l’avventura in Spagna, dove la Reconquista è al suo meglio, ma la maggior parte dei nobili signori restano sulle loro terre e continuano a farsi a pezzi tra di loro a danno di Re Filippo I, perché una crociata, che qui non arriva, gli avrebbe permesso di espandersi economicamente requisendo le terre dei ricchi signori partiti per morire all’altro capo del mondo.
In oriente, senza l’arrivo dei crociati, le truppe della dinastia Fatimide non riescono a prendere Gerusalemme, che rimane in mano ai Turchi.
Una catastrofe per la Cristianità, che vede il suo più importante luogo sacro rimanere inaccessibile.
Quelli più vicini al papa non comprendono affatto perché il santo padre non fa nulla per recuperare la Terrasanta, una spedizione potrebbe inoltre permettere di legittimare il ruolo della Chiesa, attaccata incessantemente dai sovrani e dalle istituzioni laiche del continente, e quello che succederà in seguito darà loro ragione.
Eppure, col passare degli anni, l’idea di una spedizione religiosa armata cade poco a poco in disgrazia.
Troppo costosa in termini di uomini, materiali e denaro, questo genere di impresa si rivela ancora più assurda quando una combinazione di minacce e tangenti basta a convincere i Turchi a riaprire le rotte di pellegrinaggio.
Questi hanno ben compreso di non avere alcun interesse a veder sbarcare le armate Cristiane a Gerusalemme, tanto più che i loro dissensi interni li indeboliscono di anno in anno.
Bastone in mano, migliaia di pellegrini affollano di nuovo le strade d’Europa, ma in Medio Oriente le conseguenze di un’assenza delle crociate cambiano drasticamente gli equilibri politici, perché a sud del Mediterraneo c’è un personaggio molto importante che non siede affatto sul trono d’Egitto: Saladino qui non beneficerà affatto delle crociate e delle circostanze che nella realtà lo hanno fatto arrivare al trono.
In questo Medio Oriente alternativo, invece di unirsi contro un nemico comune, l’Islam continua la sua progressiva frammentazione, i sultanati e gli imperi, turchi o arabi, appaiono, scompaiono e si combattono, ma senza le crociate non si uniscono mai attorno alla cosa che condividono di più, la fede.
E così il Sultanato Mamelucco d’Egitto, senza il formidabile conquistatore Saladino, non si estenderà mai in Medio Oriente alla velocità della nostra realtà.
Questa divisione fa il gioco dei Bizantini privati di ogni aiuto militare provenienti dall’Europa e che fanno fronte agli incessanti colpi delle tribù turche dell’Anatolia.
Le campane che suonano diffondono una gloriosa notizia per Bordeaux: siamo nell’anno 1192 e l’erede di Re Riccardo I d’Inghilterra, detto Cuor di Leone, è nato in quella città, un privilegio immenso per la capitale della Guienna, uno dei numerosi possedimenti inglesi sul continente.
In questa realtà alternativa Riccardo I non parte mai per la crociata e passa più tempo con sua moglie, e quando lui si avvicina ai 40 anni ella mette al mondo un erede maschio, una benedizione per il re, che nella realtà morì senza figli.
In questa realtà alternativa il fatto che Riccardo Cuor di Leone disponga di un erede permette anche di evitare uno dei conflitti più drammatici del Medioevo occidentale, la Guerra dei Cent’Anni.
In effetti, non cedendo il potere a suo fratello dopo la sua morte, Riccardo si assicura una discendenza, e anche se scoppieranno lo stesso dei conflitti col Re di Francia, in questo mondo la Guerra dei Cent’Anni non scoppia affatto semplicemente perché l’Inghilterra ha molti più territori sul continente, cambiando totalmente l’equilibrio del potere e le dinastie.
Questo ha delle conseguenze drammatiche per il Re Filippo II di Francia, che alla sua morte, nel 1223, lascia a suo figlio un dominio reale che non si è espanso o si è espanso poco.
In effetti i signori non sono partiti per morire nelle crociate, e perciò non hanno lasciato i loro domini al re.
Anche la sopravvivenza di Riccardo I ha reso difficile l’acquisizione di ulteriori territori.
In questa realtà alternativa Filippo II non otterrà mai il soprannome di Augusto, perché non è riuscito ad espandere i territori reali.
L’assenza delle crociate ha anche un’influenza a livello religioso: senza la spedizione in Terrasanta l’influenza della Chiesa sulla società è ben minore.
Dopo secoli di espansione dell’influenza papale la tendenza si inverte, senza la dinamica unificatrice e religiosa delle crociate il potere si laicizza, e l’influenza della Chiesa diminuisce in rapporto a quella del sovrano.
All’interno del Sacro Romano Impero il clero resta sotto l’autorità dell’imperatore, ma, paradossalmente, con la perdita di influenza del papato la cristianità si rafforza, perché nel 1252 la città di Granada, nel sud della Penisola Iberica, viene sottratta ai Musulmani.
L’afflusso di cavalieri disoccupati in Spagna invece che in Terrasanta, permette alla Reconquista di essere molto più rapida che nella nostra realtà.
Senza il fanatismo religioso che ha accompagnato gli appelli alla crociata, Ebrei e Musulmani sono più accettati che nella nostra realtà, di conseguenza in tutta Europa i pogrom e altre caccie all’infedele si fanno più rare, anche se i massacri in generale continueranno con l’arrivo dei Mongoli, le cui orde distruggeranno l’oriente, poiché l’arrivo dei Mongoli farà completamente a pezzi gli imperi Musulmani esistenti, mentre la città di Baghdad, uno dei centri culturali più importanti del mondo, viene totalmente rasa al suolo.
Ma la sfortuna di uno fa la fortuna dell’altro, e questo l’Imperatore Alessio V lo ha ben compreso: riuscendo ad ottenere i favori dei Mongoli, una cui minoranza è Cristiana, egli ne approfitta per lanciare la sua riconquista dell’Anatolia, tanto più che in questa realtà alternativa senza la Quarta Crociata e il saccheggio di Costantinopoli, l’impero può riprendere il toro per le corna.
Nel 1270 quello che resta dei Turchi viene sconfitto nella Battaglia di Iconio, e grazie a questa vittoria e al mancato saccheggio della sua capitale, l’Impero Bizantino stroncherà sul nascere gli Ottomani e sopravvivrà qualche secolo in più.
In questa realtà la ricchezza di Costantinopoli resta ineguagliata, dato che le città italiane sono ancora incapaci di contrastare il monopolio bizantino del commercio dei prodotti alimentari esotici provenienti dall’oriente.
In effetti all’alba del 14° secolo la situazione economica nel Mediterraneo è cambiata molto, visto che le città di Genova, Pisa o Venezia non hanno mai potuto approfittare economicamente delle crociate e restano delle piccole città mercantili la cui importanza non ha niente a vedere con quella che ebbero nella realtà.
Dato che le crociate non hanno introdotto merci esotiche, i gusti cambiano lentamente, e dato diverse rotte commerciali non sono state mai aperte il commercio si sviluppa molto meno velocemente, privando i regni e il papato di numerose tasse, ricchezze e di modi diversi di finanziarsi.
Qui l’usura e le professioni bancarie sono ancora mal considerate dalla Chiesa.
Globalmente, l’Europa sembra stagnare, senza la partenza per le crociate di numerosi signori il potere dei diversi regni si centralizza meno, e il feudalesimo, che nella nostra realtà iniziò a scomparire nel XIII secolo, sopravvive ancora.
Il minor commercio ostacola lo sviluppo della borghesia, un importante contrappeso agli ingestibili nobili che continuano a trasformare le campagne in campi di battaglia, preoccupandosi poco della solidarietà fra Cristiani, che in questa realtà è molto meno forte, ma questo minor sviluppo commerciale non avrà solo svantaggi: nel 1346, in questa realtà, la colonia genovese di Caffa non esiste affatto, non viene assediata dai Mongoli e dunque non viene contaminata dalla peste.
Anche se la Peste Nera arrivasse in questa realtà, la minore importanza degli scambi e l’assenza di una Guerra dei Cent’Anni che indebolì gli organismi faranno sì che questa pandemia si estenderà molto meno velocemente e con meno forza.
Qui il flagello divino che cancellò dalla mappa una buona parte della popolazione europea ha un’importanza molto meno forte.
Con una Peste Nera meno mortale la demografia, la cultura e le società europee cambiano completamente.
Nella nostra realtà a quell’epoca la servitù della gleba quasi sparì, perché i meno numerosi contadini riuscirono ad acquisire più diritti, ma qui il feudalesimo e la servitù della gleba sono lungi dallo scomparire.
Siamo ormai nel 1415, una data che nella nostra realtà piazziamo all’alba delle grandi scoperte, ma non qui.
Quando alla fine il commercio nel Mediterraneo decolla e le città italiane iniziano ad arricchirsi, la mancanza di finanziamenti adatti e il minor sviluppo della tecnologia marittima non permettono al Portogallo di costruire navi capaci di andare in mare aperto, e così le coste africane non vengono affatto esplorate e gli avvenimenti che condussero alla spedizione di Cristoforo Colombo nel 1492 qui non avvengono.
D’altra parte gli Europei non sentono alcun bisogno di trovare un’altra rotta verso le Indie, per la pura e semplice ragione che l’Impero Bizantino, contrariamente agli ottomani della nostra realtà, non interrompono le rotte commerciali.
Avendo tutto da guadagnarci dal commercio, l’impero, e la sua capitale Costantinopoli, restano il centro culturale e commerciale del mondo occidentale.
Nel 1453 Costantinopoli non cade nelle mani degli Ottomani, ma al contrario irradia il suo splendore, la città attira letterati e scienziati da tutta Europa.
In questa realtà il Rinascimento europeo non inizia in questo periodo, perché l’Impero Bizantino capta la maggior parte di questa effervescenza culturale.
Malgrado questa resurrezione, però, il Sultanato Mamelucco ha fatto il suo grande ritorno, ed è ormai la potenza principale del Medio Oriente.
In effetti, senza le grandi scoperte, i Portoghesi non circumnavigano mai l’Africa per andare alla ricerca di spezie, e quindi i Mamelucchi custodiscono una parte importante del commercio di questa preziosa merce.
La mappa dell’Europa e dell’oriente nel suo complesso è molto diversa, e qui niente spinge ad attraversare l’Oceano Atlantico.
Ma mentre i regni si centralizzano la Chiesa non conosce crisi: infatti essa non ha mai iniziato a vendere indulgenze e altri servizi religiosi durante le crociate, evitando soprattutto una grande deviazione dalla religione che nella nostra realtà terminerà nella Riforma Protestante.
Nel 1517 il monaco Martin Lutero non pubblicherà mai le sue 95 Tesi e il Cattolicesimo resta unito nel suo complesso.
Senza il Protestantesimo il volto dell’Europa cambia, e uno dei grandi fattori dell’ascesa del capitalismo scompare.
Senza i cambi di mentalità apportati dalla Riforma, le ricchezze del Nuovo Mondo e lo sviluppo delle città italiane, l’ideologia che ha cambiato la nostra storia non nasce mai, oppure lo fa molto meno rapidamente.
La storia si ritrova irrimediabilmente cambiata.
Nel 1525, in Europa settentrionale, il Ducato di Prussia, un’entità politica molto importante nella nostra realtà, non nasce mai.
In effetti, senza crociate non viene mai fondato l’Ordine Teutonico, quello stesso ordine che sarà all’origine della fondazione del Ducato di Prussia.
Costantinopoli è caduta con due secoli di ritardo rispetto alla nostra realtà, ma la caduta non avverrà a causa dei Musulmani, ma dell’occidente: nel 1653 sono gli Ungheresi che assediano e prendono la città millenaria.
L’Impero Bizantino non è riuscito a resistere al suo ineluttabile declino e alla sua lenta degradazione che avrà inizio nei Balcani, con svariate ribellioni dei popoli slavi.
In Anatolia diversi califfati assoggettano i Bizantini, a ovest i regni Cristiani iberici si sono largamente estesi in Africa settentrionale in seguito ad una Reconquista molto più rapida che nella realtà.
In questo mondo alternativo dove le crociate non sono mai avvenute, l’Europa non assomiglia a nulla di quello che conosciamo.
All’alba dell’anno 1700 la religione, le nazioni, le società e le culture sono tutte cambiate in proporzioni più o meno grandi, l’Età delle Scoperte non ha mai avuto luogo e le premesse del capitalismo non si sono ancora sviluppate.
Il 21 dicembre dell’anno 1699 Andrieu, un pescatore occitano, si rende finalmente conto che la baia nella quale lavora da anni non figura su alcuna mappa.
Davanti alla Terranova, il pover’uomo si rende conto che lui, un miserabile signor nessuno buono solo a pescare merluzzi, ha scoperto un nuovo continente, l’America.

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Basileus TFT commenta in proposito:

Il capitalismo come strettamente dipendente dalla riforma protestante e dalla scoperta dell'America è il più classico dei (falsi) luoghi comuni (molto anglosassone, tra l'altro) sul medioevo.

In effetti le crociate sono un fenomeno più insensato che sensato e nessuno se le aspettava. Alessio Comeno aveva chiesto aiuto, si, ma quanto si aspettava erano truppe di mercenari latinkon da insediare in pronoia nei territori recuperati. In effetti all'inizio arrivarono se non erro 200 cavalieri latini e Alessio chiese che ne arrivassero altri proprio di quel tipo perchè aveva bisogno di truppe fresche.

Comunque, a noi che cosa cambia se le cose vanno effettivamente così? Il video non lo dice.
La nobiltà franca, fiamminga e tedesca si sfoga in Spagna e nel Nord, quindi le crociate in questo senso sono molto più rapide e la reconquista è ultimata già nel 1250.
Nel nord assistiamo alla creazione di regni tedeschi che inglobano tutta o quasi la polonia-lituania.
Bisanzio all'inizio è più debole perchè non ha il supporto delle masse crociate. Alessio riprende la costa occidentale asiatica e il Ponto, Giovanni arriva fino a Tarso, Manuele non si sogna nemmeno di contendere la Croazia all'Ungheria o di impelagarsi in Italia, ma riconquista Antiochia e Loadicea. Non ha motivo di sposare Maria di Antiochia, che peraltro in questa timeline vivrà a Valencia o Cartagena, quindi, sposerà una principesse bizantina a caso dopo la morte dell'odiata Berta. Senza poter fomentare l'odio per una regina straniera Andronico I ha molti meno sostenitori e Alessio Angelo lo massacra senza troppi problemi. Da qui le cose iniziano ad andare bene. Alessio Comneno (II) regna almeno fino al 1235 e completa la riconquista dell'Asia. Le espansioni successive sono nel Levante e in Egitto (1500 circa) e poi la storia bizantina segue grossomodo quella ottomana, ma con una mano più orientata in Occidente che in Sudan e nel Corno.
I Normanni si sfogano con le loro crociate personali in Africa e creano un impero dall'Algeria alla Cirenaica che, per una cosa o l'altra, finisce nella corona di Aragona e poi in Spagna.
Chissà come andrebbe la grande guerra Carlo V di Spagna, Germania, Polonia, Lituania e Italia contro Francesco I di Francia e Alessio V di Bisanzio...

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Cediamo la parola a MorteBianca:

Quale o quali POD sono necessari per avere Baldovino IV di Gerusalemme, detto "Il lebbroso", come Sacro Romano Imperatore? Era un Re intelligente, acculturato, multiculturale, capace di riconoscere sia la necessità di guerra sia di diplomazia, ammirato da musulmani e cristiani moderati (detestato per questo dai falchi di ambo le fazioni), morto troppo prematuramente, la sua morte ha segnato la fine del piccolo regno.

Siccome da regolamento le proposte e basta non sono sufficienti e bensì giustamente bisogna anche argomentare di prima battute, ecco alcune possibilità:

-Protesta: Baldovino sopravvive ma il Regno di Gerusalemme cade comunque. Magari è stato deposto prima, magari si è ritirato per un viaggio terapeutico, magari Saladino viene deposto e sostituito da qualche guerrafondaio. Baldovino in ogni caso è vivo e vede la fine del suo regno. I regnanti cristiani si coagulano attorno a lui considerandolo un simbolo, un martire della resistenza fino all'ultimo, continuano a considerarlo re in esilio di Gerusalemme e dopo avergli dato un regnetto consolatorio (magari Cipro) lo eleggono come Sacro Romano Imperatore. Da questa prestigiosissima posizione, a mò di Palpatine, lui può invocare le armate dei cristiani per una nuova crociata, ma anche per necessarie riforme. E avrebbe molto da riformare...

-Premio: Baldovino sopravvive alla Lebbra, riesce a sconfiggere definitivamente i musulmani. Si forma una guerra civile intestina al califfato in cui Saladino è in crisi. Saladino chiede aiuto ai cristiani. Baldovino invoca una nuova crociata con l'esplicito scopo di aiutare Saladino, secondo la tesi che il diavolo conosciuto è meglio del diavolo sconosciuto. Saladino in cambio promette ingenti ricchezze e terre per i crociati. I soldati cristiani entrano nella guerra civile e Saladino vince. Egli mantiene la promessa e si ritira definitivamente dalle terre sante. A furor di popolo e nobiltà Baldovino è eletto come successivo Sacro Romano Imperatore, e con i soldi ottenuti inizia una lunga e necessaria riforma delle università e dei lazzaretti che anticiperà di secoli il Rinascimento e l'Illuminismo.

-Dinastia: In questa timeline gli Angiò riescono a farsi eleggere Sacri Romani Imperatori e rendere il loro titolo ereditario. Joscelino di Edessa diventa un fedele alleato dell'Impero Bizantino, salvando più volte il già fragile impero in battaglia. Come ricompensa l'Imperatore concede la figlia in sposa a Joscelino II, e quando tutti gli eredi muoiono di peste Joscelino diventa Imperatore Bizantino in unione personale. Egli ha una figlia, Agnese, e fa passare diverse leggi per legittimarne l'ascesa al trono. La nobiltà lo garantisce solo se questa sarà data in sposa a qualcuno che può portare in dote un regno importante. Ella viene data in moglie ad Almarico di Gerusalemme, il quale è riuscito a conquistare l'Egitto precedentemente. Suo padre è l'attuale regnante d'Angiò sul Sacro Romano Impero. Il che significa che, morti il Nonno e i due genitori, Baldovino diventa Re di Gerusalemme, Imperatore d'Oriente, Sacro Romano Imperatore e Conte d'Angiò, ossia in parole povere quasi Re di Francia. Baldovino, come una sorta di Carlo V o di Federico II, si può quindi proclamare Imperatore Romano e può mandare un esercito molto più imponente a difesa di Gerusalemme.

-Oy Vey: Baldovino offre asilo e totale esenzione fiscale ad ebrei, banchieri e templari da tutta Europa. Tiro diventa la quinta repubblica marinara (Anche se repubblica non è), Gerusalemme diventa un paese ricchissimo che puntualmente compra via ogni invasione araba, ed anzi è Saladino stesso una volta stipulati accordi matrimoniali a mettere al sicuro i suoi soldi nella sicura Banca di Gerusalemme. Il paradiso fiscale gerosolimitano rende Baldovino l'uomo più ricco d'Europa, così egli si compra il titolo.

"La Germania è il paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze e i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il duro mestiere di regnante. Il Feudalesimo è sotto attacco dai Guelfi Bianchi, che non sanno cos'è la libertà, non hanno dignità. Sono dei poveri pauperisti!"

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Gli risponde Dario Carcano:

Credo che prima di scrivere qualcosa sul PoD vero e proprio siano necessarie una premessa e una premessa della premessa.

Premessa della Premessa: Si parla di "riforme necessarie" del Sacro Romano Impero, ma proprio tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo il SRI visse il suo periodo di massimo splendore e massima potenza. Federico Barbarossa aveva iniziato a creare una burocrazia centralizzata con cui controllare i suoi domini; in Italia sappiamo che non riuscì del tutto in questo compito, a causa dell'opposizione del Papa e dei Comuni lombardi, però comunque riuscì a imporre un grado di controllo sui suoi vassalli che i suoi predecessori non avevano.
Inoltre, sotto il regno di Enrico VI di Svevia l'impero raggiunse l'apice della sua potenza: non solo Enrico, attraverso il matrimonio con Costanza d'Altavilla, annesse il Regno siciliano all'Impero, impossessandosi di uno dei regni più ricchi dell'epoca, ma grazie alla cattura del re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone, che al ritorno dalla crociata fu preso prigioniero dal duca d'Austria Leopoldo V, de facto rese il regno inglese un vassallo dell'Impero.
Fu solo la morte prematura di Enrico VI nel 1197, e la guerra civile che seguì la sua morte, che impedirono all'Impero di consolidare ulteriormente la propria potenza, e proseguire il cammino di concentrazione del potere iniziato dagli Svevi.

Premessa: Baldovino IV è stato sicuramente un sovrano con grande potenziale morto troppo presto, e che se fosse vissuto più a lungo avrebbe fatto grandi cose. Ma c'è un grosso problema con questo scenario: all'epoca in cui Baldovino potrebbe diventare imperatore, il titolo era saldamente nelle mani dei duchi di Svevia, che di fatto avevano reso ereditaria la trasmissione del titolo (Enrico VI cercò di rendere ereditaria la trasmissione del titolo anche de iure, ma morì troppo presto per riuscire nell'impresa).
Dunque, il PoD è verosimile solo se succede qualcosa di molto brutto agli Svevi. Che non è impossibile, solo bisogna tenerlo presente.

Quindi, questo è lo scenario che potrei immaginare:

Baldovino IV non si ammala di lebbra, e quindi non muore a 24 anni nel 1185. Essendo in salute, tra il 1180 e il 1195 sfrutta i conflitti tra i suoi vicini per espandere i confini del suo regno e consolidare la presenza cristiana in Terrasanta. Nel 1193 sposa Agnese di Hohenstaufen, nipote di Federico Barbarossa e cugina di primo grado dell'Imperatore Enrico VI, legandosi così con gli Hohenstaufen.
Enrico VI, come nella nostra TL, muore nel 1197 e alla sua morte scoppia la guerra civile tra Filippo di Svevia e Ottone di Brunswick. L'erede designato di Enrico VI, il piccolo Federico II, sparisce nel nulla e la guerra civile viene vinta dal duca di Brunswick, che nel 1209 viene incoronato imperatore.
Inizialmente sostenuto dal Papa, Ottone IV e Innocenzo III giungono ai ferri corti quando Ottone IV cerca di annettere il regno di Sicilia all'Impero, che invece il Papa vorrebbe assegnare ad un ramo cadetto degli estinti Altavilla (i Mazzarino? i Rosso?) così da non ritrovarsi circondato da domini imperiali.
Quando Ottone IV nel 1210 decide di agire di forza, il papa lo scomunica e offre la corona imperiale a Baldovino IV, in quanto imparentato con la casa di Svevia tramite il matrimonio con Agnese. Nel 1211 Baldovino sbarca in Italia, sconfigge Ottone IV e viene eletto dai nobili tedeschi re dei Romani in opposizione a Ottone. Scomunicato e odiato dal suo stesso popolo, Ottone IV viene deposto nel 1215, e nello stesso anno Baldovino viene incoronato imperatore.

L'unica pecca di questo scenario, è che per mettere Baldovino IV sul trono imperiale bisogna eliminare Federico II lo Stupor Mundi...

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Lord Wilmore aggiunge di suo:

Potremmo però avere Baldovino I lo Stupor Mundi...

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Passiamo ora ad un'altra proposta di Federico Sangalli:

Una delle questioni che mi ha più coinvolto nelle mie ricerche sulla Storia dell'Umanità fin da quando iniziai ad occuparmi di Storia e di Ucronie riguarda la sorte di Guido di Lusignano. Questo perché ritengo il Lusignano uno degli individui (laici) che hanno influenzato di più la Storia. E voi mi direte: ma tra tutti i miliardi di individui che hanno calcato questa Terra, in decine di migliaia di anni, perché proprio questo spiantato nobile gerosolimitano?
Perché Guido di Lusignano fu un uomo che, avendone la scelta e senza diritti legittimi (quindi senza alcuna giustificazione), commise degli errori madornali che misero in moto una concatenazione di eventi di portata epocale che si riverberano fino al giorno d'oggi.
Mi spiego meglio:
- a causa sua (non aveva il diritto di sedere sul Trono di Gerusalemme, comandò malissimo le truppe crociate, perdendo così una guerra che aveva iniziato lui ammazzando dei pacifici pellegrini, e per tutto il tempo brigò per impossessarsi della Corona) i Crociati vennero annientati ad Hattin e questo sancì la loro definitiva sconfitta nel Levante, non essendo poi capaci di rialzarsi da tale disfatta
- questo permise ad alcune potenze, principalmente musulmane, in particolare poi ai Turchi, di penetrare nel Mediterraneo
- per contrastare ciò (e riprendersi Gerusalemme e difendere Bisanzio e salvare Malta ecc ecc) il Papato e molto regni europei hanno dovuto impegnare una parte molto consistente delle loro risorse e delle loro attenzioni
- questo si è fatto più sentire nel XVI Secolo quando la Chiesa si è messa a vendere le Indulgenze e Carlo V non è riuscito ad asfaltare la Francia
- la debolezza dell'Impero in guerra contemporaneamente con Francia e Impero Ottomano e la corruzione della Chiesa hanno permesso alla Riforma Protestante di emergere preponderante
- questo ha causato delle violentissime guerra di religione, ha sostanzialmente spaccato in due l'Europa e ha contribuito a gettare le basi dell'attuale sistema economico capitalista (secondo quanto analizzato da Max Weber)
- i massacri del Seicento, Guerra dei Trent'Anni in testa, oltre ad ostacolare ulteriormente la possibilità di pacifica convivenza europea, hanno fatto nascere un forte sentimento anti-religioso che poi si è assimilato nella Filosofia e nella Politica (da Voltaire in poi)
- questo, oltre a causare grandi stragi di cattolici sotto Robespierre, ha portato alla nascita sia dei movimenti nazionali e liberali (contestazione del sistema e quindi degli Stati che finora si erano poggiati su questo, come l'Austria-Ungheria) sia di ideologie atee che sono poi diventate particolarmente violente (dal Marxismo, generato da Feuerbach, al Nazismo, via Nietzche). A questo aggiungerei poi un eccessivo amore per la Scienza e le Macchine di stampo positivista e capitalista tale da mettere profitto e tecnologia prima dell'Uomo. Si tratta comunque sempre di ideologie e filosofie che hanno prosperato grazie al vuoto lasciato dall'ordine precedente abbattuto dall'Illuminismo di stampo voltairista.
- in ultima analisi senza Guido di Lusignano, a mio parere, non vi sarebbero state grandi guerre contro i turchi musulmani (e senza tutta la propaganda da queste derivate oggi difficilmente avremmo tanto estremismo da scontro di civiltà) o perlomeno sarebbero state limitate al Medio Oriente, la Chiesa avrebbe disposto di molti più beni e avrebbe evitato il Protestantesimo, Carlo V si sarebbe concentrato contro la Francia. Sempre a mio parere questo avrebbe portato (con probabile, senza protestanti e con Carlo V più potente, permanenza di Filippo II sul trono inglese) alla creazione di un impero perlomeno europeo, con un capitalismo più umano e con ideologie meno totalitarie, derivate da un Illuminismo meno "di rottura" con l'ordine precedente. Insomma la finalmente sospirata unificazione europea (e forse mondiale) e una futura esistenza pacifica per l'Umanità (dico futura perché comunque il Mondo non diventerebbe utopicamente pacifista; Carlo V non convincerebbe la Francia ad arrendersi con sorrisi e carezze, ma saccheggiando Parigi coi Lanzichenecchi). Ad ogni modo questa concatenazione di eventi messa in moto esattamente 830 anni fa da Guido di Lusignano sulle colline di Hattin, in Tiberiade, ha profondamente influenzato l'intera Umanità ed è mia fondata opinione che la sua mancata realizzazione o la sua modifica sostanziale avrebbe causato meno lutti per tutti e un Mondo più stabile.
Ma, come dicevo, è una mia opinione: cosa ne pensate?

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Ed ecco ora un'altra idea ucronico-bizantina di Det0:

Il Margaritone

Isacco Comneno, detto il Margaritone, fu un esponente della famiglia dei Comneni e governatore di Cipro dal 1184 al 1192. Fu incaricato verso il 1180 di governare l'Isauria dall'imperatore Manuele, affrontò una guerra contro il Regno di Armenia in seguito alla quale fu catturato dai nemici; intanto l'imperatore Michele era morto e nessuno si preoccupò più del destino di Isacco per pagare il riscatto. Poi una sua zia, Teodora Comnena, fece pagare il riscatto al neo imperatore Andronico I (al pagamento contribuirono in parte anche i Cavalieri Templari).

Nel 1184, stanco del servizio imperiale, allestì una flotta e si diresse verso Cipro, qui egli presentò delle lettere imperiali falsificate che ordinavano all'amministrazione locale di riconoscerlo come governatore. Quando Andronico I lo scoprì temette che Isacco volesse usurpargli il trono (infatti un oracolo aveva predetto che il nome del successivo imperatore sarebbe iniziato per I) e preparò un esercito da inviare a Cipro; intanto Isacco aveva arruolato molti altri soldati bizantini al suo servizio, aveva coniato delle sue monete e nominato un patriarca di Cipro, che lo incoronò basileus nel 1185.

Nello stesso anno Andronico fu spodestato, durante una rivolta popolare a Costantinopoli, da Isacco II Angelo che nella primavera del 1186 inviò una flotta di 70 navi per attaccare Cipro, ma i comandanti della spedizione non erano all'altezza e furono sconfitti appena arrivati sull'isola anche grazie all'aiuto a fianco di Isacco Comneno della flotta normanna di Guglielmo II di Sicilia (grande alleato di Isacco); successivamente Isacco conseguì molte vittorie ma si limitò a governare illegittimamente la sua Cipro.

Ma cosa accade se dopo le numerose vittorie sulle truppe imperiali Isacco decide di attaccare la stessa Bisanzio in preda ai tumulti? Potrebbe conquistarla e acquistare il titolo imperiale, poi siglerebbe un alleanza con il suo amico normanno Gulglielmo II di Sicilia. Poi, dato che Isacco non era ne un abile guerriero ne un abile politico, e inoltre uomo violento e non del tutto sano di mente, alla sua deposizione il re normanno avrebbe potuto ereditare l'impero allargando i confini dei suoi domini e magari Costantinopoli (grazie alla mediazione normanna) sarebbe tornata sotto il controllo della Chiesa Romana.

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Così gli obietta Basileus TFT:

Se non ricordo male, Isacco viene sconfitto da Riccardo Cuor di Leone, che conquista Cipro negli anni '90 del 1100. La conquista dell'Isola avvenne perchè Isacco si rifiutò di dare il passaggio,s ulla sua isola, alla sorella di Riccardo. Tieni ben conto che,per Isacco,era impossibile resistere all'esercito del re d'Inghilterra. Quindi, o prendi come POD il fatto che Isacco sia meno deficiente di quello che era,quindi fa transitare la sorella di Riccardo, o se no la vedo alquanto dura. In caso Isacco riesca a resistere al problema Riccardo, la sua strada è spianata: potrebbe conquistare per esempio la Piccola Armenia, oppure fare come fece Venezia, offrire i propri servigi a Bisanzio (conta che con l'incompetenza dei sovrani Angeli e la quarta crociata, Bisanzio non cercherà mai più di invadere Cipro), in cambio di favori commerciali. Dopo la quarta crociata potrebbe aprirsi la strada per la dominazione della Grecia.

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Ed ecco la replica di Det0:

Certo, caro Basileus, sapevo che Isacco venne attaccato e sconfitto da Riccardo Cuor di Leone per i motivi precedentemente citati, ma il POD scelto da me (pensavo di posizionarlo nell'estate del 1186) è precedente all'attacco di Riccardo Cuor di Leone a Cipro (1192); quindi si può immaginare una simile Timeline che parte dal mio POD ed evita l'attacco inglese a Cipro:

1186: Una flotta di 70 navi fatta preparare dall'imperatore bizantino Isacco II Angelo parte da Bisanzio per attaccare Cipro. In primavera le navi arrivano sull'isola ma appena i soldati scendono queste vengono incendiate e affondate dalla flotta normanna del generale Margarito da Brindisi, ammiraglio normanno al servizio di Guglielmo II di Sicilia.

1187-1188: Cipro subisce altri attacchi ma sono nuovamente sventati da Isacco, i capitani bizantini sono catturati e inviati in Sicilia per essere decapitati mentre i soldati rimangono a Cipro come schiavi.

1189: Tancredi d'Altavilla, successore di Guglielmo, è eletto re di Sicilia. Intanto Isacco prepara una flotta diretta verso Costantinopoli, questa salpa da Nicosia e si dirige verso il Bosforo. Margarito da Brindisi, dopo aver giurato fedeltà al nuovo re, dirige la flotta normanna verso Costantinopoli.

1190: La flotta di Isacco è aiutata da quella normanna davanti alle acque di Efeso, finita la battaglia si riparte per Bisanzio. Intanto a Costantinopoli si organizzano le difese ma l'imperatore è in lotta contro i Bulgari. Nell'estate del 1190 la flotta di Isacco giunge a Costantinopoli e dopo tre mesi di assedio, il 22 ottobre, espugna la città; i soldati di Isacco entrano nelle mura e sconfiggono i difensori dell'imperatore che, tornato dalla guerra, si era rifugiato nel palazzo; poi un intervento della cavalleria normanna sblocca la situazione e le truppe entrano nel palazzo, dove Isacco II Angelo è ucciso. Isacco Comneno, mentre era in preghiera, viene informato del fatto e pochi giorni dopo è eletto imperatore.

1191-1195: Isacco conduce un'incauta politica interna, scatenando rivolte da parte del popolo e dei nobili, tutte represse con le armi; ma in compenso se la cava bene sul piano internazionale, infatti sconfigge in alcune battaglie i Bulgari.
Nel 1192 la sorella e la fidanzata di Riccardo Cuor di Leone naufragano a Cipro, sotto il controllo del nuovo governatore (un lontano cugino di Isacco), che le accoglie e le invia a Costantinopoli con una nave, qui sono ricevute dall'imperatore Isacco e nel 1193, quando Riccardo Cuor di Leone si reca a riprenderle, l'imperatore firma con il re d'Inghilterra un trattato nel quale si assicura che l'Impero Bizantino non sarà attaccato dai crociati, anzi, l'imperatore si dichiara disposto a fornire loro delle truppe.
Nel 1194 a Tancredi succede Guglielmo III, con il quale Isacco stringe subito un alleanza, dandogli in moglie persino la sua stessa figlia, che però nell'agosto dello stesso anno muore, ciò scatena nell'imperatore un disagio che col tempo lo porta alla pazzia. Nel dicembre 1194 l'imperatore tedesco Enrico VI scende in Italia e conquista il Regno di Sicilia.
Nel 1195 una rivolta della zecca di Bisanzio (alla quale Isacco aveva fatto coniare più di diciotto volte in pochi mesi nuovi tipi di monete, dimostrazione della sua insanità mentale), appoggiata da quasi tutti i cittadini (che non amavano l'imperatore) rovescia Isacco Comneno dal trono e lascia la città nel pieno caos. Guglielmo III viene avvertito e si reca a Costantinopoli per riportare la calma.

1196: Guglielmo si riunisce con la nobiltà bizantina nel palazzo di Costantinopoli, qui viene trovato il testamento di Isacco che dice che lascia "tutte le terre e le forze dei romei al marito della mia defunta figlia", ma Guglielmo viene misteriosamente ucciso due giorni dopo; l'assassinio di Guglielmo fa sì che tutti gli occhi puntino su Enrico VI e nei mesi successivi cominciano le lotte e le rivolte nel sud-Italia contro l'imperatore che, disperato, chiede l'aiuto del papato, il pontefice Celestino III invia delle truppe in aiuto dell'imperatore presso Napoli; terminata la battaglia il papa scende per ricevere i ringraziamenti da Enrico ma è catturato nei pressi di Caserta.

1197: Enrico VI approfitta della situazione e libera il papa; però si fa promettere la nomina imperiale. Poi parte per Costantinopoli e placa le ribellioni.
Nella notte di Natale del 1197, a Roma, Enrico VI viene incoronato da papa Celestino "Imperatore dei romani"; unificando le corone di Aquisgrana, Palermo e Costantinopoli e rifondando una sorta di "Impero Romano".

1198-1203: Dopo il ritorno di Enrico VI Augusto ad Aquisgrana si verificano ribellioni e rivolte in sud-Italia(1198-1201) e a Bisanzio(1199-1202); dopo i ripetuti tentativi di repressione e i viaggi da Aquisgrana a Palermo e a Bisanzio Enrico, nel 1203 decide di chiedere al nuovo papa, Innocenzo III, di spostare la sede imperiale a Roma, in cambio l'imperatore avrebbe riportato la chiesa d'Oriente sotto il controllo di quella Romana.

1204: Il papa accetta la richiesta dell'imperatore e la sede papale è spostata a Roma, mentre il patriarca di Costantinopoli Giovanni X Camatero si reca a Roma ed è ricomposto lo Scisma d'Oriente dopo 150 anni.
Intanto le navi del doge veneziano Enrico Dandolo giungono in Terrasanta dopo aver riconquistato Zara.
Nello stesso anno Enrico VI, ripreso il controllo del suo impero, comincia ad organizzare una nuova crociata.

1206: Dopo aver radunato le truppe i comandanti della quinta crociata (Guglielmo I d'Olanda, Guglielmo I di Scozia, Giovanni I d'Inghilterra, Filippo II di Francia e Enrico VI Augusto) partono per Sidone, base di partenza per la crociata.

1207: La crociata si divide in due parti: una, guidata da Guglielmo di Scozia e Giovanni d'Inghilterra, parte per l'Egitto e assedia Damietta; l'altra, guidata da Filippo II di Francia, Guglielmo d'Olanda e Enrico VI, si dirige verso sud per difendere il Regno di Gerusalemme.

1208: Mentre il Saladino combatte in Palestina contro i crociati, inglesi e scozzesi espugnano Damietta e, ricevuti gli aiuti da Bisanzio, avanzano nell'entroterra egiziano, i loro attacchi riportano Saladino in Egitto e gli europei sono fermati al Cairo; così, senza il Saladino in Palestina le truppe francesi, tedesche e olandesi avanzano nel Regno di Gerusalemme e ne ampliano i confini.

1209-1211: Nel 1209 il Saladino, mentre viaggiava per tornare in Palestina, viene assassinato da un gruppo di cavalieri templari; grazie alla sua morte i crociati possono riportare considerevoli vittorie in Egitto (1209-1210) e in Palestina (1209-1211); nel 1210 è conquistato il Cairo e l'Asia Minore viene riportata sotto il controllo cristiano grazie alle truppe di Bisanzio e quelle di Filippo II di Francia, che portano ad una vittoria decisiva presso Aleppo; nel 1211 la conquista della Palestina è ultimata e Enrico VI, che deve tornare a Roma, lascia la reggenza del regno a Guglielmo d'Olanda.

1212: Durante il viaggio per tornare a Roma la nave di Enrico VI affonda nei pressi di Rodi, l'imperatore non riesce a sopravvivere; sul soglio imperiale di Roma gli succede, in quell'anno, il figlio Federico II; che nel primo anno della sua elezione deve già affrontare il Consiglio di Damietta, per la spartizione degli ex-territori arabi: all'Impero Romano vanno la riconquistata Asia Minore, il Regno di Gerusalemme (sotto la reggenza dei conti d'Olanda) e la Penisola del Sinai; la Francia ottiene la Contea di Aleppo; l'Inghilterra e la Scozia si spartiscono l'Egitto.

Det0

Per farmi sapere che ne pensate, scrivetemi a questo indirizzo.

L'Europa nel 1212 (cliccare per ingrandire)

L'Europa nel 1212 (cliccare per ingrandire)

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Diamo ora la parola al mitico Paolo Maltagliati:

Vi voglio proprio raccontare qualche perla della verifica di terza sulle Crociate. Ovviamente iniziamo dal vero dramma, incubo e terrore dei miei studenti: le cartine mute... Ne ho messe due, una con i Balcani e un pezzetto di Asia Minore, e l'altra classica della Terrasanta. Le consegne erano:

1) almeno uno stato bizantino (post 1204)
2) i regni crociati
3) Costantinopoli
4) Hattin
5) Gerusalemme
6) Antiochia/Tripoli (a seconda se fosse del LSU o LES)
7) Almeno un possedimento veneziano(sempre post 1204)
8) Acri
9) L'impero latino d'Oriente

Ora... capisco sbagliare... Ma qualcuno ha sbagliato CARTINA. Una mi ha messo Costantinopoli al posto di Edessa... E un'altra ragazza Acri al posto di Costantinopoli. Io non ne ho le forze, ma se qualcuno riesce a farmi un'ucronia che le spieghi (separatamente o anche insieme, se preferite), gli faccio i miei vivissimi complimenti sin d'ora.

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Così gli replica Lord Wilmore:

Credo che basti supporre che Costantino ritenga Bisanzio inadeguata ad essere la Nuova Roma, perchè esposta agli attacchi dei Goti attraverso il fragile confine del Danubio. Supponiamo che Costantino il Grande attacchi i Sasanidi, sconfigga Shapur II, prenda Ctesifonte, la Mesopotamia, la Media e l'Atropatene, costringendo lo Shah a riconoscersi suo vassallo. Edessa potrebbe essere ritenuta abbastanza sicura per fungere da Seconda Roma, essendo il capolinea delle carovaniere dirette in India e in Cina. Naturalmente con il fuoco greco essa respingerebbe i tentativi iniziali degli Arabi di conquistarla. All'epoca delle Crociate, quando i Turchi minacciano di conquistarla, i Franchi arrivano in suo soccorso, lungo la via prendono Bisanzio e la ribattezzano San Giovanni d'Acri, facendone una loro imprendibile piazzaforte. Tamerlano poi prende Costantinopoli/Edessa e la corte del Basileus trasloca a Nicea, che in seguito viene conqustata dagli Ottomani. I Crociati resistono ad Acri/Bisanzio fino al 1453, quando la piazzaforte cade nelle mani di Maometto II Fatih. Il resto come in HL: gli Europei hanno la sensazione che la via verso le Indie, tenuta aperta finché Acri/Bisanzio era nelle loro mani, ora sia irrimediabilmente chiusa, e cominciano le spedizioni marittime che porteranno alla circumnavigazione dell'Africa e alla scoperta dell'America. Un'ulteriore divergenza solo nel '900: dopo la sconfitta ottomana nella WWI e la creazione degli stati arabi, Atatürk sposta la capitale turca dalla periferica Edessa/Costantinopoli alla più sicura Akka, nome turco di Acri/Istanbul, dov'è ancora; la capitale turca è in Europa, e ciò fa gravitare maggiormente il paese verso l'UE, a meno che il Sultano Erdogan non cerchi di riportarla ad Istanbul/Edessa. Che ne dite?

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C'è un'altra proposta di Paolo Maltagliati:

Il 28 aprile 1192 l'Aleramico Corrado di Monferrato sventa l'assassinio e rimane re di Gerusalemme a lungo.

Questo cosa significa? innanzitutto che a San Giovanni d'Acri c'è un re che sa comandare, e che evita al regno gli instancabili tumulti politici che lo contrassegnarono nell'ultimo secolo della sua storia. Anzi, riesce a non far finire le cospicue tasse doganali del regno nelle mani degli italiani, perlomeno non tutte, trovando in questo modo i soldi per costruire una flotta propria, con cui controllare le coste e i traffici verso la Siria. Anche perché conquista la contea di Tripoli in pieno caos e guerra civile. I Lusignano, da Cipro, dopo tale mossa gli dichiarano guerra, desiderosi di riprendersi il trono ma lui, con la sua flotta nuova di pacca li sconfigge, nonostante che i Lusignano fossero aiutati dai genovesi. E si accaparra anche Cipro. E' un sovrano astuto e calcolatore, e capisce che deve integrare le popolazioni native e renderle compartecipi alla difesa del regno.

Ma questo è il meno. Quando suo fratello minore Bonifacio si mette alla testa della crociata che porterà alla conquista di Costantinopoli, i due si mettono subito in contatto, con l'idea di organizzare per bene una crociata contro l'Egitto. Ma come da nostra TL, i veneziani ed il giovane Alessio Angelo si mettono in mezzo ed arriva la quarta crociata.

Le tensioni tra veneziani e Bonifacio per il titolo di imperatore di Costantinopoli sono molto più aspre, perché Corrado ci si mette in mezzo. Alla fine, dopo uno sfiorato bagno di sangue si arriva al compromesso. Ma Bonifacio, su suggermento di Corrado, insiste con i veneziani per ottenere i territori che vuole lui, cioè Morea e Creta. I veneziani si tengano pure Corone, Modone, Granbusa e Spinalonga. Tessalonica va a Ottone de la Roche. Bonifacio insiste a dichiararsi vassallo del suo ormai vecchio fratellone e non dell'imperatore latino sul Bosforo. Ed ecco servito un bell'impero orientale di marca aleramica!

Infine, i due aleramici giocano anche sporco con Simone di Montfort ed il papa: per difendere outremer non si bada molto al sottile, visto che servono uomini. Perciò, molto discretamente, danno asilo a molti catari in fuga dall'occitania, tanto che la lingua franca d'outremer si fa sempre più italo-provenzale (e si diffonde una nuova variante di gasmulo).

Come cambia il destino dell'Europa?

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E ora, un'idea di Enrica S.:

Yūsuf bin Ayyūb, meglio noto con il suo titolo onorifico di Salāh al-Dīn ("Integrità della Fede"), poi italianizzato in Saladino, in gioventù avrebbe preferito dedicarsi agli studi teologici che all'arte della guerra, ma nel 1168 fu spedito in Egitto dal natio Kurdistan al seguito dello zio Shīrkūh, dove divenne Gran Visir del califfo al-Adid. Alla morte di quest'ultimo si proclamò a sua volta califfo e fondò la dinastia Ayyūbide. Nel 1174, mentre organizzava campagne militari nello Yemen, si ammalò gravemente e scampò alla morte solo per miracolo. L'esperienza lo tramutò e lo decise di diventare un combattente per la fede, riconquistando Gerusalemme che dal 1099 era in mani crociate. Ma che accade se "il feroce Saladino" (come fu battezzato da una celebre raccolta di figurine) in quell'occasione muore? Gli stati crociati dureranno più a lungo, e Gerusalemme resterà cristiana almeno fino all'ascesa dei Mamelucchi? O un altro signore più spietato di Saladino (che aveva la fama di gentiluomo, tant'è vero che Dante lo mise nel Limbo) metterà a ferro e a fuoco Gerusalemme, uccidendo tutti i cristiani che la abitano per vendicare la strage operata dai Crociati nel 1099? E con quali conseguenze?

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Così le risponde Massimiliano Paleari:

Senza Saladino il Regno di Gerusalemme prolunga la propria esistenza nel tempo e la stessa Città Santa continua a farne parte. Col tempo, accentuando un fenomeno presente anche nella nostra timeline ma interrotto dalla rapida caduta delle roccaforti cristiane in Terrasanta, i "Franchi" del Regno di Gerusalemme assorbono sempre più usi e costumi "orientali" in un singolare sincretismo culturale. Una conseguenza importante è che non abbiamo la IV Crociata, quindi niente sacco di Costantinopoli, niente Impero Latino d'Oriente e niente recrudescenza di odio viscerale tra Cristiani orientali (Ortodossi) e Cattolici. L'Impero Bizantino continua la propria esistenza e non dovendo lottare per riconquistare i territori europei occupati dai "Franchi" e dai Veneziani può concentrare le proprie energie militari nel rafforzamento delle frontiere anatoliche. Saranno anzi alla fine i "Franchi" d'Oriente del Regno di Gerusalemme a chiedere e ottenere l'alleanza e l'aiuto bizantino. Il Regno di Gerusalemme diverrà così uno Stato vassallo (seppur dotato di larghissima autonomia) di Bisanzio. Sotto i Paleologhi questi ultimi in una serie di azzeccate campagne militari riconquisteranno i territori perduti dell'Anatolia sudorientale e della Contea di Edessa, ripristinando così un collegamento terrestre con il Regno di Gerusalemme. In seguito i Turchi sono tenuti a bada grazie anche alla solida alleanza tra Bizantini e Franchi d'Oriente. Grazie alla mediazione dei Re di Gerusalemme all'inizio del XV Secolo si giungerà anche alla ricomposizione della frattura religiosa tra Cristianesino Orientale e Occidentale... La Storia cambia totalmente...

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E Paolo Maltagliati aggiunge:

Ambedue le ipotesi molto fattibili. Mettiamo però in chiaro subito una cosa: la cosa più importante fatta da Saladino non è la più famosa e celebrata. Non è stato riconquistare Gerusalemme l'epica impresa, ma essere riuscito a conquistare l'Egitto. La presa di Gerusalemme è la logica conseguenza dell'unione tra Egitto e Siria. Magari con un leader meno abile politicamente e militarmente di Saladino, i crociati riescono a ravvedersi in tempo dello sbaglio madornale di Filippo di Fiandra ed accettare l'aiuto Comneno per prendere la terra dei faraoni. O, se la situazione degenera ulteriormente al Cairo, i franchi d'outremer riescono addirittura a fare da soli.

Ad ogni modo è bene ricordare che, con o senza Saladino, la riscossa araba era già iniziata, anche se, altrettanto vero, aiutata dagli harakiri politici dei cristiani (sia bizantini sia franchi in questo caso). Perciò un condottiero altrettanto intelligente ma più spietato, come dici tu, sarebbe potuto benissimo spuntare e magari sarebbe riuscito ad eliminare l'esperimento statale latino con un secolo d'anticipo, una volta per sempre.

L'unico modo per sopravvivere per i cristiani (che purtroppo lo capirono sin troppo bene, ma troppo tardi) era non avere un fronte musulmano compatto di fronte a sé (il che poi voleva dire avere le terga parate in Egitto, torniamo al punto originario), e, sopratutto, non mettersi a litigare tra loro!

L'outremer franco credo abbia avuto una funzione metastorica e culturale importantissima per noi occidentali, ma una volta esauritasi tale funzione, già dal XIII secolo, era abbastanza logico che si estinguesse. Fu sempre un corpo estraneo, non solo per i musulmani di Siria, ma anche per gli stessi cristiani del vicino oriente, che ebbero a subire due volte: prima le vessazioni latine, poi, una volta liquidati i franchi, il perenne sospetto di essere il "nemico interno" potenziale alleato dei barbari crociati.

Un secolo in più di controllo della Palestina avrebbe permesso ai franchi un lento ma costante processo verso l'integrazione? Non lo so. Con l'Egitto tra le mani, forse, la via per l'integrazione sarebbe stata, io credo, in un certo qual modo "obbligata", così come la cooperazione con i copti ed i greci.

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C'è spazio in questa pagina per la proposta di Federico Pozzi:

Federico I Hohenstaufen detto il Barbarossa non muore affogato nel Salef. La storia la conosciamo tutti: il vecchio imperatore battuto a Legnano è costretto per rifarsi un immagine di imperatore e partecipare alla terza crociata, poi decide di farsi un tuffetto nelle pericolose acque del fiume Salef, e la crociata tedesca senza di lui essenzialmente cessa di esistere; ma se invece non muore e rimane al comando? Certamente non permetterebbe a Riccardo I Plantageneto, il "parvenu" d'Inghilterra, di maltrattare il suo vassallo Leopoldo Babenberg (Riccardo gettò le sue bandiere e quelle di Filippo di Francia nella mota), forse come il nipote Federico II cercherebbe un accordo sottobanco con il condottiero curdo Yusuf ibn Ayyub (Meglio noto con il soprannome di Salah-ed-din o Saladino), e Federico Barbarossa non avrebbe sulle spalle il massacro della collina di Ayyeiad. Entrambi i condottieri erano piuttosto anziani e avviati sul viale del tramonto, costretti ad una guerra sgradita; entrambi si venderebbero anima e corpo pur di arrivare ad una pace di compromesso. Saladino sarebbe pragmatico come i suoi eredi, e gli consegnerebbe le chiavi del Santo Sepolcro; il risultato è che il Barbarossa tornerebbe a casa circonfuso di gloria e forse si permetterebbe lo stesso gesto di Federico II, ovvero consegnare le chiavi al papa. In questa Timeline il Barbarossa avrebbe tempo di cercarsi un successore e non affidare il peso dell'Impero al primo figlio malaticcio; magari sceglierebbe proprio il Babenberg; comunque, dato che tutti gli uomini sono mortali, Federico I muore e viene sepolto a Norimberga, primo fondatore della Germania, padre della nazione (e questo evita la creazione del mito dell' "imperatore dormiente che deve tornare", uno dei tanti miti nazional-patriottici usati da tutti i regimi). Il Sacro Romano Impero rinuncia all'Italia del nord e si riforma in senso centralista, tra l'altro senza Prussia e cavalieri teutonico-livoni di mezzo. La Prussia fu creata come Ducato solo nel 1525, e in questa Timeline i Cavalieri Portaspada non potrebbero rendersi indipendenti e costituirsi in stato autonomo; sarebbero anzi una sorta di guardia imperiale, come la guardia variaga bizantina, anche se forse alla fine diverrebbero una sorta di corpo pretoriano che farebbe e disfarebbe gli imperatori a suo piacimento. La Germania probabilmente potrebbe essere molto meno "militarista" e pericolosa della sua epigone, per citare una famosa frase: "La Prussia non è uno stato che si è dotato di un esercito ma un esercito che si è dotato di uno stato". Tutto questo verrebbe evitato, si eviterebbero forse anche le guerre di religione perché il potere imperiale semplicemente sopprimerebbe il pericoloso Lutero che manderebbe all'aria anni (secoli!) di sforzi per la riconciliazione tra S.R.I. e papato, forse il fra Martino famoso resterebbe solo quello :"campanaro".. improbabile, ma anche divertente!

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Ma Federico Sangalli scuote la testa:

Non credo che il Barbarossa avrebbe rinunciato tanto facilmente al primato imperiale. Probabilmente si sarebbe accordato col Papa, magari rinunciando alla discendenza sul trono di Napoli in favore degli Angioini e cedendo le chiavi, in cambio di appoggio (o perlomeno neutralità) nel nord Italia, che sarebbe riconquistata. Federico II sarebbe succeduto al padre e senza i casini in Italia si sarebbe concentrato sulla promozione delle arti e della cultura e avrebbe lentamente emarginato i Lussemburgo e gli Asburgo (forse sarebbero ascesi loro a Napoli), pericolosi concorrenti al trono imperiale. Alla fine gli Hohenstaufen avrebbero sostituito gli Asburgo sul trono tedesco, con conseguenze immense per tutta la politica europea (gli Hohenzollern si daranno alla carriera ecclesiastica, seguendo le orme di Albert Hohenzollern?)

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Anche Kalos1597 non si mostra d'accordo:

Non mi convince la successione con Leopoldo di Babenberg, in fondo fino a Carlo IV tutti i Sacri Romani Imperatori cercarono di piazzare una dinastia stabile e duratura sul trono imperiale e la scelta adottiva mi pare un tantino anacronistica. Proprio Federico I fu uno di quelli che ci andarono più vicini. Non mi convince neanche il discorso in merito ai Cavalieri Teutonici. È vero che essi nacquero per e durante le crociate, ma furono spediti nel Baltico per "convertire" quelle popolazioni rimaste ancora pagane. Non vedo la ragione per la quale dovrebbero trasformarsi in un ordine di pretoriani. Infine non credo che il solo Federico possa impedire lo sbriciolamento dell'Impero senza inaugurare una politica di annessione delle terre della grande nobiltà, così come fecero i re francesi, chiaramente ciò è possibile solo con una salda dinastia sul trono...

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Lasciamo la parola al grande Bhrghowidhon:

Effettivamente l'ucronia presuppone un pensiero molto diverso (di fatto opposto, nei punti cruciali) a quello di Federico I.; il paradosso è che il Punto di Divergenza prevede la sopravvivenza in vita, ma quasi di un'altra persona... (per il Saladino mi suona un po' severo definire «piuttosto anziano» un 55enne, anche se per il tempo la speranza media di vita era purtroppo bassa e l'81enne Alessandro III rappresentava piuttosto un'eccezione). In altri termini: è un'ucronia molto divergente, prolunga la vita oltre i 67 anni storici ma cambia mentalità (quindi scopi e azione politica); per dare un'idea, sarebbe meno divergente postulare che in luogo del Barbarossa ci sia stata una donna (e che non si chiamasse Federica ma, per dire, Euprassia)... D'altra parte, se ci volessimo accontentare di un'ucronia in cui il Barbarossa come lo conosciamo vive più a lungo e torna appunto circonfuso di gloria, accorda il Prīuilēgium Minus ai Babenberg, assicura l'ereditarietà della Corona agli Hohenstaufen, non rinuncia ai Regni Logobardo e Normanno (anzi ottiene l'Ūniō Rēgnīet Imperiī), in prospettiva pone le basi per il mantenimento dell'Ordine dei Cavalieri Teutonici e Portaspada nell'Impero e per non maturare il ritardo storico (pur 'semplice' ritardo) rispetto alle tappe percorse dal Regno di Francia (a questo punto non cambia molto se a un certo momento agli Hohenzollern subentrano i Lussemburgo, gli Asburgo o addirittura gli Hohenzollern, rimarrebbe pur sempre un Punto di Divergenza indispensabile: evitare (magari non facendo incontrare Costanza con Guglielmo da Lisciano) che Enrico VI. muoia precocemente (e non riesco a credere che sia morto di malattia).

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Chiudiamo con il solito colpo di genio di Perchè No?:

Mettiamo tutti d'accordo: il Barbarossa vive decadi più a lungo come spiegato, ma ha un'altra personalità, ed infatti non è lui: é un sosia messo al posto del defunto imperatore da una fazione che lo ha fatto assassinare. Si tratta di Baudolino il bugiardo! (ed ecco un bel crossover tra Umberto Eco e Federico Pozzi!)

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