Colombo il genovese


POD: Immaginiamo che dopo varie vicende – a noi realmente ancora parzialmente oscure - Cristoforo Colombo si rivolga con risolutezza alla Repubblica di Genova per finanziare il suo viaggio verso le Indie e che quest’ultima conceda un paio di navi. Sempre ammettendo che il viaggio vada a buon fine, come cambia la Storia?Avremo dunque un Colombo che proclama che l’isola di San Salvador (ora giustamente rinominata San Salvatore o anche perché no, San Giorgio) appartiene non alla cristianissima regina Isabella di Castiglia, bensì al Doge di Genova Gian Galeazzo Maria Sforza….

 

1491

13 Settembre: dopo circa due mesi e mezzo di navigazione da Genova, Cristoforo Colombo approda in un'isola che il navigatore dichiara possedimento della Repubblica di Genova battezzandola con il nome di San Giorgio (anche se i marinai la chiamano San Salvatore).

Colombo scopre che le popolazioni locali sono docili, la natura è florida ma non scopre tracce di preziosi d’alcun genere e neanche di beni di commercio.

Colombo decide di far ritorno a Genova per portar la notizia delle Indie.Decide inoltre di evitare,siccome ha pochi uomini in fondo, di lasciare un presidio nelle zone esplorate.

1492

Colombo ritorna a Genova ma il suo ritorno come del resto la partenza sono segrete alla cittadinanza dalla Repubblica perché si teme che navi francesi possano impedire il viaggio.

L’Ammiraglio (Ammiraglio del Mare Oceano è il titolo che la Repubblica aveva promesso in caso di esito positivo della missione) Colombo espone al Doge Gian Galeazzo Maria Sforza i risultati ottenuti.Si concorda di tenere il più possibile segreta la notizia e nello stesso tempo di esplorare il più possibile le nuove terre, inoltre è scartata l’idea di rendere i nativi schiavi perché nelle attuali condizioni Genova e la signoria di Milano (da cui la Repubblica dipende) non sono in grado di mandare troppi soldati.Anche la conversioni degli autoctoni è assolutamente secondaria rispetto all’obiettivo commerciale.

Luglio : Partono sette navi che dovranno esplorare sia a nord che a sud di San Giorgio.

14 Ottobre : A Tenochtitlan viene firmato un accordo in cui in pratica la Repubblica detiene l’esclusiva dei rapporti commerciali con l’Impero Azteco. I cosiddetti Accordi d’Ottobre.

Colombo è un fervente cristiano e sebbene veda gli aztechi come degli infedeli, ne ammira le opere e ne teme l’esercito che ritiene essere troppo numeroso per essere attaccato dalle forze della Repubblica o della signoria di Milano (l’inferiorità tecnologica degli aztechi passa in secondo piano per via dell’impressione suscitata in Colombo dalle opere edili degli aztechi)

Oltretutto, un semplice accordo commerciale è già per Colombo un gran successo.

E si potrebbe continuare in questo modo per quanto riguarda il XVI secolo :

Giorgio Tebaldi

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Diamo adesso la parola ad Enrica S.:

Il mais fu introdotto in Europa già con il primo viaggio di Cristoforo Colombo, e già pochi anni dopo era coltivato in Spagna. Grazie alle alte rese rispetto al frumento si diffuse rapidamente in Italia e nel resto d'Europa. Da metà settecento, nelle zone povere di Italia, Spagna e Francia i contadini fecero un uso sempre più massiccio del mais nella loro dieta. La polenta, due o tre chilogrammi al giorno, era quasi l'unico alimento disponibile, e periodicamente, soprattutto in Veneto e Friuli, scoppiavano terribili epidemie di pellagra, una malattia terribile causata dalla carenza di alcune vitamine come la niacina. La pellagra si manifestava con gravi dermatiti (da cui il nome, "pelle agra"), e per lo più conduceva alla morte. Il legame tra la malattia e una dieta a base di mais fu notato già ai primi dell'ottocento, ma fu solo nel 1937 che le cause della pellagra vennero scoperte da Conrad Elvehjem (1901-1962) dell'Università del Wisconsin, il quale iniziò a trattare i malati con niacina, da lui chiamata vitamina PP ("Previene la Pellagra").

Qualcosa però non tornava. In Messico nessuno ha mai sofferto di pellagra, pur alimentandosi quasi esclusivamente con mais. In più non è vero che il mais non contiene la vitamina PP. Ma nel 1983 Kenneth Carpenter (1923-2017) scoprì che la niacina del mais non può essere assorbita dal nostro corpo, perchè legata all'amido del chicco. E qui sta la differenza tra i messicani e noi.

Fin dall'antichità in Messico i chicchi di mais sono sottoposti a un processo detto nixtamalizzazione (dal nahuatl "nextli", "polvere di calce", e "tamalli", "pasta di mais"): vengono messi a bollire in una soluzione fortemente alcalina di calce e lasciati riposare per ventiquattr'ore. Il liquido viene poi gettato e i chicchi lavati; il trattamento con idrossido di sodio libera la vitamina PP dall'amido, e la rende disponibile per essere assorbita dall'uomo. Purtroppo ai primi del '500 la nixtamalizzazione non fu importata in Europa: forse gli spagnoli pensarono che si trattasse solo di un inutile rito pagano, oppure prevalse la paura di ingerire residui di calce. E da qui iniziarono le devastanti epidemie di pellagra. Ora, mi sono chiesto: cosa cambia se gli spagnoli sono meno schizzinosi, e la nixtamalizzazione è importata fin da subito in Europa?

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Generalissimus ha commentato:

Interessante! Buon per l'Austria e la Repubblica di Venezia.

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Enrico Pizzo ha aggiunto:

I primi casi di Pellagra in Veneto sono stati diagnosticati verso il 1776. Sia la Serenissima prima che il Governo Austriaco e quello Italiano poi avevano notato la correlazione tra l'alimentazione maidica e la malattia, ma la interpretavano come conseguenza di un'eccessiva umidità del cereale.

Sulla base di questa errata convinzione vennero costruiti verso la fine dell'Ottocento degli essiccatoi e si diffuse l'uso di vendere gli aridi non più a volume ma a peso, decurtando al venditore la percentuale di umidità eccedente.

Se la nixtamalizzazione si fosse diffusa non solo avremmo avuto molto meno morti di Pellagra ma anche verosimilmente sarebbe continuato l'uso del volume come unità di misura nel commercio degli aridi

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E MattoMatteo ha rilanciato:

A differenza del mais, la quinoa è molto più nutriente e sana, oltre a non provocare la pellagra; il problema è che la quinoa era considerata una pianta sacra, e quindi venne quasi estinta per eliminare la cultura e la religione dei "pagani" centroamericani. Ma che succede se Colombo e i conquistatores si rendono conto che la quinoa è meglio del mais, non la distruggono e la importano in Europa?

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Un'altra ucronia dello stesso tenore è stata ideata da Perchè No?:

Presso i Maya era abitudine diffusa masticare il "chicle", un lattice estratto dalla Sapota, un abete rosso che cresce in America Centrale. E se i Maya hanno l'idea di aggiungere ad esso un prodotto aromatico qualunque, creando un chewing gum in anticipo che si diffonderà in Europa tramite i Conquistadores? La gomma spagnola potrebbe avere lo stesso successo del tabacco, e le pitture di El Greco mostreranno hidalgos intenti a masticare. L'uso di masticare la gomma diventa una moda e un prodotto di lusso in cambio del quale si vendono schiavi durante il XVII secolo, sopratutto se fare palloncini diventa il sommo dello chic a Versailles sotto Luigi XIV! per cercare la gomma i colonizzatori avviano l'esplorazione delle grandi foreste dell'Amazzonia, e più tardi dell'Indonesia e dell'Asia meridionale. L'Amazzonia sarà colonizzata ben prima, causando probabilmente una distruzione anticipata della foresta (sigh!) Forse Antoine de Lavoisier inventerà la chimica proprio per migliorare il sapore del chewing gum! Pensate ai ritratti tradizionali di Voltaire o Napoleone con quei famosi palloncini di gomma per aiutare a concentrarsi... E ve lo vedete Hitler che invece di abbuffarsi di cioccolato si diverte a fare palloncini, e Charlie Chaplin gli fa la parodia nel "Grande Dittatore" soffiando un palloncino di chewing gum grande come il mondo, che poi gli scoppia sul più bello!

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E ora, la pensata di Federico Pozzi:

Gonzalo Pizarro si ribellò al re di Spagna nel 1544: le "novas leyes" (nuove leggi) emanate dalle Cortes di Madrid per ordine del sovrano erano troppo liberali per i conquistadores, vietavano le encomiendas, la schiavitù per gli indigeni, l'utilizzo della tortura indiscriminata, le corvé di lavoro obbligato nelle miniere e tutte quelle cose che rendevano così piacevole la vita dei conquistadores ,uomini spesso senza arte né parte nella madrepatria, elevati alla nobiltà per merito di conquista. Nel 1545 Gonzalo divenne padrone dell'intero Perù, dalla sua aveva anche l'ammiraglio della flotta del Pacifico; molti coloni spagnoli cominciarono allora a proporre la parola magica: "indipendenza" del Perù , che avrebbe avuto come sovrano lo stesso Pizarro, il quale avrebbe sposato una principessa Inca. Gozalo tentennò e infine rinunciò. Ma se invece avesse dichiarato l'indipendenza? Se avesse vinto e il Perù fosse rimasto indipendente, il prestigio della corona di Spagna ne sarebbe stato gravemente intaccato; più ancora, le miniere di argento di Potosì non avrebbero finanziato i circa ottanta anni di guerra nelle Fiandre Spagnole. Inoltre il Regno del Perù indipendente dalla Spagna non sarebbe stato vincolato al trattato di Tordesillias e avrebbe potuto assalire le colonie portoghesi o attaccare le colonie spagnole della Nueva España., I conquistador probabilmente non sarebbero stati più umani della corona spagnola, anzi tutte le iniziative volte alla protezione degli indios (come per esempio i numerosi conventi della compagnia di Gesù) sarebbero state stroncate; un Regno del Perù non sarebbe stato impelagato nelle guerre europee della Spagna e probabilmente avrebbe presto stretto amicizia con le potenze concorrenti, cioè Inghilterra o Francia, e quindi avrebbe evitato l'indebolimento delle razzie dei pirati e dei bucanieri. Probabilmente la colonizzazione del Perù sarebbe stata molto più massiccia ,sulla falsariga degli Stati Uniti: uno stato indipendente controllato da un'elite bianca non si sarebbe fatto scrupolo di massacrare fino all'ultimo indigeno del continente e oggi il quechua sarebbe una lingua scomparsa. Forse avremmo un Perù che si estende dal Pacifico all'Atlantico, vera superpotenza del Sudamerica. Solo negli anni '60 l'elite avrebbe cominciato lentamente e controvoglia ad ammettere le proprie pesanti responsabilità di fronte gli indigeni, magari di fronte ad un vasto movimento di protesta collettivo guidato da sacerdoti cattolici indigeni, e un presidente magari pronucerebbe davanti alle cortes riundas de los estados peruanos un famoso discorso che comincerebbe con le parole: "debemos vencer" (We shell overcome)!

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La palla torna ad Enrica S.:

La cartina soprastante apparve nel terzo volume dell'"Enciclopedia" di Diderot, ed è una versione disegnata nel 1772 dal francese Didier Robert de Vaugondy di una mappa dell'inglese Thomas Jefferys (1768). In essa vediamo chiaramente rappresentato il Passaggio a Nord-Ovest, ricercato dagli europei fin dai giorni gloriosi della scoperta dell'America, quando il nuovo continente venne percepito per lo più come un ostacolo fra l'Europa e le ricche coste della Cina. La sua esistenza fu proposta per la prima volta nel 1539 dallo spagnolo Francisco de Ulloa, il quale scoprì il golfo di California ed immaginò che esso fosse la parte finale di un lungo stretto in comunicazione con l'Atlantico, eventualmente attraverso i Grandi Laghi e il fiume San Lorenzo. Gli spagnoli lo battezzarono Stretto di Aniàn, probabilmente dal nome di una provincia cinese citata da Marco Polo nei suoi viaggi. Quando fu chiaro che quello della California era un golfo chiuso, lo Stretto di Aniàn fu spostato più a nordovest, in aree affatto inesplorate del Canada (l'esistenza dell'Alaska era ancora solo congetturale, come evidenzia la mappa), e perciò ribattezzato Passaggio a Nord-Ovest. Come le Sette Città d'Oro di Cibola o l'El Dorado, in effetti non è mai esistito, anche se è stata la molla propulsiva di gran parte delle spedizione rivolte all'esplorazione del Nordamerica. Ma se esiste davvero, ed è scoperto fin dal XVI secolo? Come cambia la storia dell'uomo?

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Rivoluzionario Liberale coglie la palla al balzo:

È un POD molto interessante: tutto dipende da quando viene scoperto.

Se lo Stretto di Aniàn parte dalla California e comunica con i Grandi Laghi, viene scoperto a metà seicento: gli USA non sono ancora nati, vi è solo una colonizzazione britannica sulla costa atlantica, ed allora l'interesse delle potenze europee sarà maggiore, e la guerra dei Sette Anni sarebbe anticipata e finirebbe diversamente, almeno sullo scacchiere nordamericano.

Nell'ipotesi che questo stretto partisse dalla baia di Vancouver e attraversasse le Montagne Rocciose come un largo fiordo fino ad arrivare nella baia di Hudson, e che venga scoperto nel tardo '700, gli USA sono una potenza atlantica, e l'area di interesse è invece canadese, quindi britannica. Ci possono essere a sua volta due scenari: gli USA lasciano alla Gran Bretagna il Canada come nella storia reale, e quindi saranno i britannici a sfruttare questo Panama naturale nordico. Oppure, gli USA continuano il conflitto con Londra, quindi possibile alleanza franco-americana nelle guerre napoleoniche. Se poi viene scoperto anticipatamente l'oro nel Klondike (quello di Paperon de' Paperoni), la cosa si complica ulteriormente! Ipotizzando una vittoria americana, la Gran Bretagna è impegnata in Europa, e gli USA stanno gia diventando una grande potenza, troveremo a metà ottocento (dopo la guerra con il Messico) degli USA enormi fino all'Artico, magari in cambio restituiscono il Québec alla Francia.

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E Massimiliano Paleari aggiunge:

Se esiste realmente il passaggio marittimo che conduce facilmente e (relativamente) rapidamente verso l'Oceano Pacifico è facile immaginare un precoce "interesse" di Europei e Statunitensi verso il Giappone e la Cina. In particolare il Giappone, messo sotto pressione da parte dei "Bianchi" ben prima della missione americana della metà del XIX secolo, non riesce a reagire: nessuna rivoluzione/restaurazione Meiji quindi. Il Giappone resta succube dell'imperialismo occidentale, rimane un paese agricolo e probabilmente entra nella sfera di influenza statunitense. Niente aggressione giapponese alla Cina quindi. E vista l'amicizia sino/tedesca degli anni '30 del secolo scorso (l'esercito del Kuomintang era organizzato sul modello di quello tedesco), non è impossibile immaginare Chang Kai Shek schierato al fianco di Hitler e Mussolini nel corso del Secondo Conflitto Mondiale. Come cambia la guerra visto anche il lungo confine sino/sovietico?

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Restituiamo la parola a Rivoluzionario Liberale:

E se la storia del colonialismo cambiasse? Voglio dire: se gli europei attaccassero l'Africa prima dell'America? Cosa cambierebbe? Ipotizziamo che Colombo scopra l'America nel 1492 come nella HL, ma poi Pizarro e Cortes vengono mandati in Africa. Gli spagnoli occupano Cuba, Hispaniola ed esplorano il mare dei Caraibi, ma non trovano la strada per le Indie. Sottomettono la civiltà Maya, ma si fermano lì.

Aztechi e Inca vengono rimandati, solo qualche esploratore e qualche mercante li raggiunge, poi arrivano i missionari, ma le civiltà sopravvivono. Si apre invece la caccia all'Africa con spagnoli e portoghesi che se la dividono, poi arrivano gli altri. Nel Capo si piazzano gli spagnoli, poi Pizarro esplora i fiumi Limpopo e Zambesi, e Francisco de Orellana il Congo. La Guerra dei Sette Anni si svolgerebbe in Africa, oltre che in Europa. Incas e Aztechi verrebbero sottomessi a fine '800. con armi più avanzate, ma le loro civiltà sopravvivrebbero. L'America rimasta libera subirebbe il colonialismo di fine '800...

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Gli risponde Basileus TFT:

Il problema è che l'Africa, oltre ad essere più difficilmente esplorabile, con un clima peggiore e un decimo delle risorse aurifere, aveva anche una popolazione abbastanza organizzata da opporre una resistenza decente, considerando che gli africani non consideravano gli europei come degli déi.

Imperi come quello Songhai erano indistruttibili prima dell'800, oltre ad avere armi tutto sommato moderne, enormi riserve aurifere e un manpower molto elevato, sarebbero bastate le zanzare a decimare gli europei, che avrebbero poi subito il colpo di grazia con in battaglie dove il terreno e la topografia erano dalla parte degli africani.

Mentre infatti le sconfitte europee in America furono molto contenute, in Africa presero una gran serie di batoste. Ricordiamo che i francesi subirono più di una sconfitta in Algeria, ad era già l'ottocento. I Danesi furono buttati a mare dai Ghanesi, gli Inglesi inizialmente subirono gravi danni dal piccolo regno Zulù, e gli Italiani ad Adua non li nomino nemmeno. Ed era un periodo in cui si aveva una conoscenza del territorio abbastanza vasta, medicine per la malaria, armi a ricarica rapida, mitragliatrici da campo, eccetera.

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Anche Perchè No? dice la sua:

Piuttosto che una colonizzazione militare anticipata, non sarebbe meglio immaginare una penetrazione commerciale e religiosa più incisiva? I missionari portoghesi avevano convertito degli re del Congo nel XVI secolo; è possibile che la penetrazione avvenga alla maniera del Giappone del XIX secolo: qualche porto franco sulle coste dove la popolazione si occidentalizza e si cristianizza, una corrente filo-europea che si diffonde verso l'interno delle terre africane e favorisce la creazione di regni e imperi centralizzati (e cristianizzati)... Ovviamente ciò contrasta con il commercio degli schiavi, e allora forse De Las Casas potrebbe cambiare ruolo, e durante il dibattito di Valladolid la Chiesa potrebbe giungere alla conclusione che i neri hanno un'anima e non devono essere ridotti in schiavitù. Che ne dici?

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Passiamo all'idea di Massimiliano Paleari:

All'inizio del XV Secolo i Cinesi avevano intrapreso nell'Oceano Pacifico e nell'Oceano Indiano una serie di spedizioni navali che erano giunte fino alle coste dell'Africa orientale. Qualcuno è giunto persino ad ipotizzare una scoperta dell'America anticipata da parte della Cina, anche se la cosa non è provata.

In ogni caso una imponente flotta cinese formata da grandi navi adatte alla navigazione oceanica e comandata dal famoso Ammiraglio Zheng He, percorse effettivamente per molti anni in lungo e in largo quei mari. I Cinesi avevano iniziato a costruire rapporti commerciali e/o di egemonia nei confronti delle popolazioni e delle compagini statali con cui erano entrati in contatto.

Poi, piuttosto improvvisamente, nel 1434 il Celeste Impero decise di sospendere queste spedizioni navali. Fu anzi vietata la costruzione di nuove imbarcazioni capaci di affrontare lunghi viaggi oceanici. Da quel momento la Cina iniziò a rinchiudersi nel suo "splendido isolamento" autoreferenziale. Molti storici vedono in questa decisione una causa non trascurabile del successivo declino dell'Impero Cinese.

Immaginiamo invece cosa sarebbe potuto accadere se la Cina avesse proseguito la politica di espansione marittima e di penetrazione commerciale intrapresa. Non dimentichiamoci che proprio nel momento in cui i Cinesi rinunciavano a questo, gli Europei (prima i Portoghesi, poi a seguire Spagnoli, Olandesi, Inglesi e Francesi) iniziavano il periodo delle grandi esplorazioni che avrebbe condotto nel tempo alla formazione dei grandi imperi coloniali e all'egemonia mondiale dell'Europa e dei "bianchi".

È incredibile pensare quale ritardo avesse la frammentata Europa rispetto alla monolitica Cina ancora negli anni '50 del 400. I cinesi avevano la bussola, la carta moneta, la polvere da sparo, le industrie cartiere, si erano persino inventati le paratie stagne per le loro gigantesche navi, accanto a cui le caravelle spagnole e le Nao portoghesi facevano la figura di un nano confrontato ad un gigante. Persino i possenti galeoni da guerra spagnoli del ì600 erano più piccoli rispetto alle colossali giunche cinese della "Flotta dell'Oro" che erano delle città galleggianti con 10 alberi, stive per le provviste "vive" (in prevalenza maiali). Senza la rivoluzione xenofoba e oscurantista guidata da buona parte del ceto burocratico cinese, la Cina non avrebbe chiuso le porte al progresso, e anzi probabilmente, vista la velocità con cui le invenzioni si susseguivano, sarebbe diventata la dominatrice del mondo: alla divisa Europa sarebbero rimasti gli scarti che il Dragone cinese non avrebbe voluto digerire. È persino possibile immaginare una guerra su scala planetaria in cui le potenze europee si sarebbero alleate per scalzare il potere imperante del Dragone. Chi avrebbe vinto? Oggi gli Stati Uniti potrebbero essere un paese a larga maggioranza cinese e parlare una lingua affine, e magari io starei scrivendo tutte queste cose in caratteri ideogrammatici...

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A questo proposito, Generalissimus ha trodotto per noi questa ucronia:

Zheng He continua a navigare

Per chi non lo sapesse, Zheng He fu un eunuco Musulmano del 14° secolo ed esploratore per conto della Dinastia Ming.
Sebbene oggi venga considerato cinese, in realtà era di etnia Hui, e aveva antenati persiani, arabi e mongoli.
Da giovane sfidò un generale cinese, venne castrato e poi mandato a servire il Principe di Yan, in seguito Imperatore Yongle.
Divenne un soldato e combatté contro i Mongoli a nord, e poi contro i Cinesi quando aiutò il suo principe ad impadronirsi del trono del dragone.
Prima che Vasco da Gama circumnavigasse il Capo di Buona Speranza per raggiungere l’India, Zheng He aveva guidato sette spedizione in Asia e Africa orientale dal 1405 al 1433.
Sembra che il primo viaggio coinvolse 317 navi e 28.000 uomini d’equipaggio.
Alcune di queste navi erano enormi, e sono state descritte come lunghe 180 metri, con nove alberi, quattro ponti e delle stive enormi.
Gli studiosi moderni pensano che le dimensioni di queste navi furono esagerate, ma ciononostante, l’Armata del Tesoro dei Ming fu impressionante per la sua epoca.
Secondo Zheng He i viaggi avevano lo scopo di estendere il potere cinese e raccogliere tributi, inoltre combatté i pirati e invase Ceylon, il moderno Sri Lanka.
All’epoca della morte di Zheng He la Cina era diventata la prima potenza navale in Asia, ma il nuovo imperatore dichiarò che non ci sarebbero più stati altri viaggi del tesoro.
E Zheng He fece tutto questo senza i genitali, ricordatevene la prossima volta che farneticate online di quanto siete maschi.

Perché i viaggi del tesoro si fermarono?
Ci sono alcuni motivi, una teoria popolare è che i burocrati imperiali volevano distruggere il potere degli eunuchi, e perciò fermarono i viaggi.
Un motivo più probabile, comunque, è che fossero semplicemente troppo costosi, mettere insieme una flotta di quelle dimensioni solo per raccogliere tributi da quelle che venivano considerate piccole nazioni antiquate era per i Cinesi solo fonte di più problemi di quanto ne valesse la pena.
Detto questo, ci si chiede che cosa sarebbe successo se la Cina avesse continuato questi viaggi.
Una Cina che guarda di più all’esterno con una forte flotta avrebbe potuto, non so, conquistare il Giappone, colonizzare l’Africa, o perfino scoprire l’Australia o le Americhe.

Ho sentito dire che Zheng He ha scoperto l’America prima di Colombo, è vero?
Non proprio.
Anche se ci sono state molte teorie su un contatto cinese con le Americhe prima di Colombo, una più recente viene da "1421: La Vera Storia della Spedizione Cinese che Scoprì l'America", dell’autore inglese Gavin Menzies.
Nel libro Menzies afferma che i capitani al comando di Zheng He raggiunsero l’America, ma la sua teoria si basa su una sua personale interpretazione di scoperte archeologiche, prove genetiche e mappe antiche.
Menzies affermò anche che i burocrati cinesi hanno opportunamente distrutto tutti i documenti con le scoperte di Zheng He dopo che la Cina pose fine ai viaggi del tesoro, cancellando così ogni cronaca scritta.
Anche se personalmente non ho letto il libro, è a causa di questi motivi che la maggior parte degli storici non prende "1421: La Vera Storia della Spedizione Cinese che Scoprì l'America" tanto seriamente.
Far sì che Zheng He scopra l’America è comunque un’ucronia popolare, personalmente ho letto un paio di TL con quel POD, ma, detto questo, in realtà non ce ne sono molte là fuori nonostante alternatehistory.com lo riconosca come un cliché.

E quindi è un cliché?
Al contrario, stavolta vado per il tropo.
Zheng He che scopre l’America è forse stato trattato troppo, ma l’idea di una Cina che guarda verso l’esterno, crea colonie ed esplora il mondo per me è intrigante, ed è una TL che vorrei vedere più spesso.
Secondo la mia opinione, Zheng He continua a navigare non riguarda solo un uomo che aggiunge un altro traguardo alla sua impressionante carriera, riguarda un’intera nazione che prende una strada diversa creando uno strano nuovo mondo.
Qualche pensiero finale?
Se state cercando delle buone ucronie con protagonista Zheng He, date un’occhiata a Gli Anni del Riso e del Sale di Kim Stanley Robinson.
Potete anche controllare The Chinese Discovery of the New World, 15th Century, di Theodore F. Cook Jr., che potete trovare in What If? 2, a cura di Robert Cowley, che è un’eccellente raccolta di saggi controfattuali..

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Questa invece è l'idea di Inuyasha Han'yō:

Cristoforo Colombo nel 1492 si rivolge al re di Francia Francesco I, ed è lui a fornirgli navi ed equipaggio per la sua impresa atlantica. Di conseguenza l'America latina (qui America francofona) viene colonizzata dai Francesi, tranne il Brasile che come nella HL va al Portogallo (salvo una breve parentesi di dominio spagnolo). Inizia così il cosiddetto siècle d'or, in cui la Francia si arricchisce grazie alle risorse provenienti dalle colonie, mentre la Spagna resta povera e arretrata. Come cambia la storia? La guerra dei 7 anni avrà comunque lo stesso esito? Scoppieranno comunque le rivoluzioni americana e francese? E le colonie francesi nelle Americhe avrebbero ottenuto l'indipendenza nell'ottocento (in primis gli États-Unis Mexicains di cui sotto potete vedere la bandiera)?

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A questo punto, Generalissimus aggiunge:

Non ci crederete, eppure il dottorando in storia Oleksander Dubin ha un pubblicato su "Cultura Ucraina", la rivista del Ministero della Cultura e delle Arti dell'Ucraina, un articolo, intitolato "Chi ha scoperto l'America?", in cui l'oggi parlamentare Dubin tenta di promuovere l'origine ucraina di Cristoforo Colombo.
Lo storico ucraino afferma che, poiché nell'Europa medioevale i cognomi venivano solitamente attribuiti in base al luogo di origine di una persona, il nostro Cristoforo Colombo non fosse altro che... Chrystofor Kolomyja, proveniente appunto dall'omonima città che oggi si trova nell'Oblast' di Ivano-Frankivs'k.
Non si sa come, l'Ucraino Cristoforo si appassionò alla navigazione, operò prima nel Mar Nero per poi trasferirsi nel Mediterraneo e infine sulle coste portoghesi, da dove iniziò a pianificare la sua spedizione verso il Cipango che risultò nella scoperta del Nuovo Mondo.
Perfino il comandante della Santa Maria sarebbe stato ucraino: Juan de la Cosa altro non sarebbe stato che lo pseudonimo di Ivan Kozak...

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E Paolo Maltagliati chiosa:

Prima di indignarmi come sarei tentato di fare, dovrei leggere il testo di questo paper (o meglio, capirne il tono). Comunque, come regola generale, qualsiasi storico sa che tutte le teorie sono degne di essere discusse, ma senza le fonti non sono teorie, solo chiacchiere da bar.
Nello specifico dunque dovrebbe mostrare:
A) attestazioni quantomeno in registri parrocchiali o notarili di colombo 'di perateia' o 'dalla gotia' o dalle terre del khan di crimea o cose simili a Genova
B) attestazioni di spostamenti di persone da Kolomyja verso Caffa, perlomeno indizi delle stesse
E questo sarebbe solo l'inizio: gradirei sapere anche quali sono le attestazioni più antiche dell'esistenza di Kolomyia stessa come insediamento.

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Generalissimus specifica:

Kolomyja esiste dal 1240, per quanto riguarda i documenti parrocchiali genovesi sono sicuro che non troveremmo niente in tal senso.

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E Paolo torna alla carica:

Allora torniamo al punto di partenza: uno storico professionista dovrebbe scindere tra le - divertenti e più che legittime, chiariamo - chiacchiere da Bar, in cui può anche dire che per lui Chichén Itza è stata costruita da alieni detti Mayani, e quando fa lo storico. Lo storico PRIMA analizza le fonti, POI elabora un paper, non il contrario.
Poi c'è lo storico disonesto che fa 'dire alle fonti' qualcosa che può più o meno collima con quello che aveva già in mente, ma dalle fonti deve partire persino il disonesto.
Chi l'idea la pubblica prima di trovare alcunché che la suffraghi non si può nemmeno dire storico. Il grave non è però tanto lui, il 'non-storico', ma chi decide di pubblicare su una rivista specializzata qualcosa che non segue il criterio scientifico di partire dalle fonti. In sintesi per me il problema non è il cazzaro che dice che Colombo è Ucraino senza uno straccio di prova. Il problema è che una ca***ta del genere finisca per essere pubblicata sulla rivista del MINISTERO DELLA CULTURA!

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C'è pure la pensata di Federico Pozzi:

Nonostante ci provino con tutte le loro forze, gli Incas non riescono a piegare il regno dei Mochica-Chimù, che rimangono stabilmente nelle regioni native; in compenso vincono la battaglia contro i Mapuche nel sud del continente e di conseguenza si allargano più verso le pampas. L'arte mochica (comprese le scandalose statuette che rappresentano svariate posizioni sessuali, molte distrutte dagli Incas) e la sua finezza nella lavorazione dei metalli non spariscono (circa 3000 orafi Moche furono deportati a Cuzco). Quando arriva Pizarro, il primo regno che si trova di fronte non è quello degli Incas ma quello dei Mochica-chimù con la sua magnifica capitale fortificata di Chan-Chan che si situa nel mezzo del deserto peruviano: assediarla non sarebbe facile...

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Passiamo alla proposta di Alex Bo:

Forti correnti spingono le navi di Colombo molto più a nord rispetto alle Bahamas dove approdò in HL, portandolo ad attraccare nei pressi dell’attuale Savannah, tra gli stati di Georgia e Carolina del Sud, da lui ribattezzata San Salvador. Il successivo trattato di Tordesillas divide il continente nordamericano in zone di colonizzazione portoghese (il nostro Québec, Labrador, nuova Scozia, Terranova, New England), lasciando il resto del continente alla Spagna. Gli altri stati europei, inglesi e francesi in testa, si lanceranno in seguito alla conquista dell’America del Sud. Ecco nella cartina sottostante come potrebbe apparire oggi l’America del Nord:

Legenda:
1 Boreal (ex colonia portoghese)
2 Aljaska (formalmente “Impero Russo d’America”, ex colonia dell’impero russo, dopo la rivoluzione d’ottobre diede asilo allo zar)
3 Florida (ex colonia spagnola)
4 Texas (resosi indipendente dall’impero messicano nel 1836)
5 California (resasi indipendente dall’impero messicano nel 1840)
6 Mexico (ex colonia spagnola)
7 Province Unite dell’America Centrale (ex colonia olandese)
8 Colorado (resosi indipendente dall’impero messicano nel 1838)
9 Arizona (resasi indipendente dall’impero messicano nel 1838)
10 Ferdinandea (ex colonia spagnola)
11 Colombia (ex colonia spagnola)
12 Aida (ex colonia spagnola)
13 Bolivia (ex colonia spagnola, patria di Simón Bolivar)

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Paolo Maltagliati gli risponde:

Di conseguenza gli Stati Uniti d'America si trovano a sud, e il Brasile prende il posto del Canada. L'Aljaska potrebbe essere il nostro Venezuela. Questa secondo voi diverrebbe una simmetrizzazione perfetta oppure no? Gli USSA diverrebbero davvero come i nostri Usa, a livello di ruolo geopolitico? E, viceversa gli stati del Norte America diventerebbero come noi concepiamo i paesi latinoamericani? Sarebbe ancor più intrigante una ucronia con una superpotenza capitalistica occidentale concorrente agli Usa in Sudamerica...

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Infine, ecco cosa replica a tutti il grande Bhrihskwobhloukstroy:

'Rispondo' qui all'investitura del titolo di "costruttore di Imperi" ricevuta in un'altra discussione, perché gli Amerindi offrono un contesto ancora più favorevole.

1) È vero che le ucronie mi interessano più per le trasformazioni della Storia mondiale che per le pur interessantissime conseguenze a livello locale e cronologicamente immediato. Siccome poi la Storia mondiale è, per quanto caratterizzata dalla Dialettica «Continuità (Tesi) - Urbanesimo (Antitesi) - Geopolitica (Sintesi)», una terrificante collezione di orrori, spesso perpetrati in un contesto razionalizzante dimostrabilmente errato (Strategia - Lingua - Religione - Storia - Razza - Ideologia, i sei fattori manzoniani della Nazione «una d'arme, di lingua, d'altare | di memorie, di sangue, di cor»), è inevitabile o almeno comprensibile che ciò che trovo più urgente di tutto sia una narrazione ucronica tendenzialmente monistica a tutti e sei i livelli citati, in pratica all'insegna dell'Impero Mondiale, del ritorno alla Lingua Primigenia, dell'Unificazione di tutte le Religioni e Scienze, della confluenza di tutte le Tradizioni Storiche, del riconoscimento dell'Unità della Razza Umana e dell'«Armonia» Ideologica di tutto ciò (spero di aver alluso a tutti i Leitmotive che ho notato nei più operosi Ucronisti inclusi fra i Destinatarî della presente discussione).

2) Per questi motivi, quando càpita un Punto di Divergenza che potrebbe essere ragionevolmente incluso nell'Ucronia che inseguo (l'Unione Irenistica dell'Umanità), eventualmente dopo qualche schermaglia preliminare (altrimenti, se manca il tempo, ĕx ăbrŭptō) butto lì un cenno più o meno 'lirico' al possibile sviluppo in tal senso, chiaramente rendondomi ben conto che spesso la pertinenza con lo spunto è a dir poco debole (ma, tanto, dopo più o meno un paio di giorni la discussione cade comunque nel dimenticatoio).

3) Con qualunque popolo amerindio la questione è ancora più scottante, perché geneticamente gli Amerindi non sono soltanto i più vicini alla maggioranza dei parlanti di indoeuropeo preistorico, ma addirittura ne risulterebbero la più recente emanazione (talché si potrebbe parlare di 'indioeuropeo', con la -i-...). Il Mongolismo di matrice coloniale è ancora oggi vivissimo (sotto la cenere del politicamente corretto), ma è ridotto ăd ăbsŭrdŭm dal fatto che le stesse lingue altaiche (dei Mongoli, Turco-Tatari, Maciù-Tungusi e verosimilmente Giapponesi e Coreani) discendono dallo stesso antenato delle lingue indoeuropee. Perciò la Colonizzazione europea delle Americhe si configura come quella britannica dell'India (con tutte le note conseguenze 'ariane' del caso sul Razzismo!).

4) Ho ripetuto fino alla noia (altrui, non mia) ogni forma di proclama anticolonialistico; mi aspetto quindi l'obiezione di incoerenza rispetto alle possibilità di Impero Mondiale (che innegabilmente, nella Storia, si è avvicinato soprattutto attraverso il Colonialismo Europeo). È per questo che di solito taccio quasi del tutto sui temi di Storia Coloniale e ancor più Postcoloniale; però in ucronie che arrivino al controllo totale dell'Europa, anche Atlantica, da parte di Grandi Potenze Asiatiche la prospettiva di Imperi Coloniali europei in forma di Vassallaggi multipli, senza genocidî né etnocidî, diventa più realistica di quel tanto da permettere di rialzar la testa...

[Fine del delirio]

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