The American Century

di Filobeche

POD: La guerra di secessione coinvolge anche la Gran Bretagna, gli Usa vincono la guerra e si apprestano a diventare la nazione più potente del mondo con un secolo d’anticipo.

Bandiera degli Stati Canadesi ed Americani Uniti, 1875

Bandiera degli Stati Canadesi ed Americani Uniti, 1875

.

Gli anni 1860-1871

La guerra inizia con il bombardamento di Fort Sumter da parte delle truppe confederate, in un primo momento il disorganizzato esercito dell’Unione non riesce a penetrare a Sud ed i generali sudisti sperano che la guerra possa essere vinta.
Tuttavia quando la nave unionista cattura il vascello inglese “Trent”, rifiutando di liberarlo scatena l’ira degli Inglesi che dichiarano guerra agli stati Uniti d’America.
In un primo momento le truppe britanniche sfondano il fronte in diverse aree del confine (in Oregon, in Michigan ed in Maine) e la guerra sembra vinta per la Confederazione.
Tuttavia gli Usa gettano nella battaglia la loro più recente invenzione la corazzata classe “Monitor”, e le navi britanniche che cercano di attraccare ai porti Confederati vengono affondate da un naviglio difficilmente colpibile a causa delle piccolezza e della velocità.
Nonostante questi successi militari il nord si trova a breve in una posizione svantaggiata ed è costretto a subire l’invasione di Lee in Pennsylvania (Battaglia di Antietam) e perdere praticamente l’intero Maine anche se Detroit per l’esercito di sua maestà diventa un inferno, con cecchini americani e partigiani che rendono praticamente impossibile la totale conquista della città.
Nel 1863, però, sembra che la confederazione abbia ormai la vittoria a portata di pugno, quando Simon Cameron, ministro della guerra di Lincoln, riesce a convincere lo Zar Alessandro II° a dichiarare guerra alla Gran Bretagna, in cambio dell’appoggio Russo gli Usa permetteranno che lo Zar possa annettere l’Afghanistan ed estendere il suo controllo sulla Turchia e sui Balcani.
A questo punto la situazione cambia.
A Luglio l’Esercito dell’Unione ottiene due successi importantissimi, sconfigge l’armata della Virginia del Nord a Gettysburg e prende Vicksburg isolando cosi la Confederazione in due tronconi.
A settembre il Tennessee, l’Arkansas e la Nord Carolina dichiarano la loro resa all’Unione ed escono dalla Confederazione, la Minaccia di Napoleone III° (entrato in guerra a fianco dei CSA) e dell’Inghilterra spaventano molte persone che hanno paura di finire ancora sotto l’Union Jack.
Sebbene la Nord Carolina venga rapidamente conquistata dalle truppe di Bouregarde e riportata sotto il controllo dei CSA, William T. Sherman avrà via libera per marciare verso Sud e puntare ad Atlanta.
Lincoln conscio di aver bisogno di tutti gli alleati possibili firma il 1 Settembre 1863 il trattato che forma le cosi dette “Indian Nations of America” con il quale vengono riservati agli Indiani d’America i due Dakota ed il Montana in cambio, essi combatteranno come volontari nelle brigate indiane da usare nel teatro nord della guerra.
Solo Sioux, Cheyennes, Arapaho e Crow firmano il trattato.
Grazie a questo nuove truppe ed a cospicui rinforzi raccolti tra gli immigrati tedeschi il Generale George Custer libera Detroit e Sherman cattura Atlanta.
Il partito favorevole alla pace in Inghilterra viene messo a tacere anche se la flotta inglese è stata sconfitta due volte alle Bermuda ed a Terranova.
Nel 1865 Grant prende Richmond e costringe Lee ad arroccarsi ad Appomattox, Custer al comando di 10.000 soldati Sioux cattura Vancouver.
In Irlanda scoppia una rivolta aperta ed anche il Canada è sull’orlo della rivoluzione, infatti Louis Riel, capo della popolazione Cree ottiene da Washington le stesse assicurazioni offerte ai Sioux e porta Manitoba e Saskatchewan a schierarsi con gli Usa.
A Maggio anche le ultime resistenze confederate si arrendono agli Usa, il 4 luglio 1866 Tutto il Canada occidentale viene ammesso nell’Unione, lo stesso Giorno il Generale Burnside cattura Toronto e marcia su Ottawa; pressoché contemporaneamente Philippe Sheridan occupa la Nuova Scozia praticamente facendo cessare di esistere il Canada.
A questo punto mentre il sud è avvolto dalle fiamme dell’insurrezione partigiana, inizia tra gli Usa e la Gran Bretagna una guerra navale senza esclusione di colpi.
Alla fine dopo quasi dieci anni di guerra il 22 Giugno 1870, le navi da guerra dell’Unione sconfiggono nella Manica la flotta Britannica.
La sconfitta Inglese complica la situazione internazionale, i Russi stanno ormai da anni in Afghanistan e marciano trionfali contro la Porta e contro l’Iran, Napoleone III° accetta di entrare in guerra a fianco dell’Inghilterra ma cosi facendo scatena le ire della Prussica(alleata della Russia) e i Prussiani lanciano una pesante offensiva attraverso l’Alsazia-Lorena.
Intanto Grant, nominato generale in capo di tutte le armate dell’Unione sbarca con 75.000 uomini in Irlanda, il 1 Ottobre 1870 la resa incondizionata della guarnigione di Dublino precede la proclamazione della Repubblica d’Irlanda.
Il generale Prussiano Molte sconfigge l’esercito imperiale francese a Sedan e proclama nella sala degli spechi di Versailles la nascita dell’impero Tedesco.
L’Inghilterra si arrende quando una flotta americana entra trionfale nel Tamigi e bombarda il parlamento.
La flotta è comandata dall’ammiraglio David Farragut ed include anche il nuovo modello di nave da guerra sommergibile copiato ai confederati ed integrato con la tecnologia della Monitor.
A novembre viene insediato come presidente dell’Unione Ulysses Simpson Grant e come suo vice il generale George Armstrong Custer, per la prima volta dalla nascita dell’Unione il discorso d’insediamento viene letto da un rappresentante dei due candidati, poiché entrambe sono al fronte a comandare le loro truppe, negli stati del Deep South le elezioni non si sono tenute perché sono sotto occupazione militare.

Le trattative di pace

C’erano due partiti a Washington, uno estremista e l’altro moderato, l’estremista era formato dal Free Soil Party, che chiedeva l’annessione in toto dell’impero Britannico, quello moderato invece chiedeva l’annessione del Canada e di tutte le terre britanniche in America, ma pensava di lasciare intatto l’impero coloniale.
Si optò per una via di mezzo.

Trattato di Washington (firmano: USA e UK)

1) Il regno unito (d’ora in avanti U.K) riconosce l’indipendenza della repubblica del Quebec, l’indipendenza delle repubbliche di Columbia, Saskatchewan, Manitoba e Alberta.
Inoltre il U.K cede agli Stati uniti d’america (USA) i territori dello Yukon e del Nonavut, cede alla repubblica del Quebec Terranova e Labrador.
2) Cede tutte le isole geograficamente facenti parte del continente americano agli USA
3) Cede le colonie Indiane e il Borneo agli Usa.
4) Riconosce l’indipendenza della Repubblica d’Irlanda.

Trattato di Brest (firmano Russia, Usa, Francia e Inghilterra)

1) Cessione della Guaiana Francese agli Usa.
2) La Russia annette l’Afghanistan .
3) La Russia annette la Mongolia esterna ed estende il suo protettorato su tutta la Mongolia Interna.
4) La Russia estende la sua influenza in Persia.

Trattato di Roma (Firmano Russia, Impero Ottomano e Germania)

1) La Russia riceve mandato su tutti i Balcani eccettuata la Bosnia (annessa dall’Austria-Ungheria) e la Serbia (posta sottoprotettorato Austro-Ungarico) .
2) La Grecia annette direttamente la Macedonia, e parte della Tracia
3) La Bulgaria annette invece parte della Tracia e gli viene assicurato un porto sul mediterraneo.
4) Su pressione Austro-ungarica (ancorché neutrale nella guerra) Istambul è posta sotto protettorato Tedesco.
5) I Luoghi santi son disarmati ed affidati alla cura dello zar e del Patriarca di Mosca.

.

La lunga pace

Gli Stati canadesi ed americani uniti

Sconfitti i nemici e diviso il mondo con i due alleati, gli Usa procedono alla rettificazione dei confini nel nord america.
Il Quebec viene riconosciuto come nazione indipendente, gli stati dell’Ovest canadese invece vengono ammessi nell’Unione il 4 Luglio 1873 dopo un referendum.
Il New Bruswick, la Nuova Scozia e Terranova seguiranno a ruota l’anno dopo.
L’Ontario invece attende più a lungo ma il 1° gennaio 1876 viene ammesso nell’Unione, il 4 Febbraio in occasione del compleanno di Washington nascono gli UCSA(stati canadesi ed americani uniti) che comprendono per il Canada e gli Usa.

Conseguenze economiche della Grande Guerra

La situazione economica mondiale è molto complessa, la Germania avendo combattuto una guerra brevissima è la nazione europea più ricca di tutte e può sostenere i debiti degli UCAS e della Russia, legando a se queste due nazioni(anche se la Russia è costretta ad avvicinarsi anche troppo).
Anche l’Italia non è messa male e acquista dalla Gran Bretagna alcune isole del pacifico.
Il tentativo di comprare la Tunisia dalla Francia, ma Roma riesce comunque a mettere le mani sul Gabon, l’Italia è anche libera di estendere il suo impero coloniale anche verso il Camerun e il Congo Francese.

Conseguenze politiche

Negli Ucas, dato che il sud è costantemente in ribellione(eccettuate VA, TN, AK, NC), i militari rimangono molto presenti in politica e difatti nel 1872 ci sarà il secondo mandato di Grant(stavolta affiancato da Sherman) e nel ’76 Custer e Sherman.
Gli stati nativi di Dakota e Montana vengono ammessi nell’unione il 4 Luglio 1877 benchè Custer sia fermamente contrario non pone il veto.
Per adesso nessuno degli stati del sud ha ancora riottenuto l’ammissione nell’Unione e vari generali, tra cui Louis Riel di Manitoba gli occupano.
In Europa alla potenza Francese ed Inglesi si sostituisce un’alleanza Russo-Tedesca volta a mantenere l’attuale status-quo(anche se Parigi e Londra iniziano quasi da subito una politica Revanchista).
La Russia mira ad estendersi in Turchia ed aumentare la sua influenza balcanica, mettendo, però, in allarme Vienna.

Conseguenze sociali

In America abbiamo la nascita di una nuova società più aperta e meno razzista, neri e indiani vengono più facilmente inseriti nella vita politica e sociale anche perché sono serviti come ossatura dell’esercito.
Tuttavia a causa del costante stato di guerriglia nel sud e la necessità di tenere in armi vasti eserciti, gli Usa non conoscono il grande sviluppo democratico ma mantengono un atteggiamento più conservatore e militaresco.
In ogni caso il Partito democratico è pressoché inesistente e si sviluppa a sinistra dei Repubblicani(che rimangono dunque una forza liberale e moderata) un partito socialista su ispirazione degli ex-stati canadesi.
I socialisti arriveranno al potere con Louis Riel nel 1884.

Fino alla guerra di Spagna (o seconda guerra Franco-Americana)

Quando l’erede al trono di Germania, Federico si ammala di cancro, viene prontamente ricevuto a New York e la curato con le migliori medicine dell’Epoca.
Il Kron-prinzip migliora e guarisce quasi subito, quando nel 1881 salirà al trono, appoggerà la nascita dell’asse tripartita Washington-Berlino-Mosca.
Intanto la Francia e l’Inghilterra scivolano verso forme di governo meno democratiche.
A Londra governi conservatori, per mantenere il controllo sull’impero Africano e su Scozia e Cornovaglia, impongono una politica di Inglesizzazione forzata ed una sostanziale limitazione del potere del parlamento nei confronti(non tanto di re Edoardo, Vittoria è morta di dolore poco prima del 1880) ma nei confronti del Premier sempre più forte.
In Francia i tentativi di dare vita ad una repubblica si scontrano con i militari che perseguono invece un tentativo di creare un impero coloniale, vengono conquistate diverse regioni dell’Africa e posto il protettorato su Vietnam, Cambogia e Siam, anche se questo mette in moto le divisioni coloniali americane in Birmania.
Nel 1885 il presidente Louis Riel firma il patto tripartito con Russia e Germania in occasione del completo ripagamento dei debiti esteri degli Usa.
A Sanpiuetroburgo, tuttavia, si mormora contro lo Zar e “la servitù tedesca”.
Nel 1889 a Washington si tiene il primo meeting del patto tripartito che ufficialmente assume il nome di Asse Berlino-Washington-San Pietroburgo, Riel al secondo mandato offre agli alleati una dimostrazione della super potenza dell’Esercito UCAS, in questa occasione la Germania dona all’america la famosa “Guardiana della libertà”, una statua colossale che raffigura una guerriera vichinga armata di scudo con in pugno una torcia accesa.
Intanto anche Inghilterra e Francia siglano un trattato presso Faschoda, in Sudan dove le due nazioni si spartiscono il continente africano. 
In Francia la giovane IIIa Repubblica è crollata sotto il peso della destra reazionaria che non ha saputo fare nulla di maglio che chiamare sul trono Napoleone IV° figlio di Luigi Napoleone III°
Il giovane avrebbe buoni principi ed anche qualche buona idea, ma i militari, guidati da un anziano MacMahon, impongono sempre il loro punto di vista.
Poi nel 1898, gli UCAS son di nuovo governati dal repubblicano William McKilney, scoppia la crisi di Cuba.
Una nave da guerra UCAS, la “U.S. Grant”, affonda nella rada di l’Avana, immediatamente a Washington il congresso si raduna.
I repubblicani chiedono immediatamente soddisfazione alla Spagna.
Le loro richieste comprendono una pubblica umiliazione e la consegna del porto di l’Avana, nonostante le proteste dei socialisti la richiesta passa lo stesso, al rifiuto(ovvio) di Madrid di acconsentire alle richieste, gli UCAS dichiarano guerra.
La Francia in cerca di rivincita dichiara guerra a Washington, ma Londra non la segue poiché il trattato di Faschoda vale solo se gli interessi dei due contraenti sono minacciati in Africa.
La Germania di Federico, opterebbe per non intervenire, e Washigton accetta questa soluzione.
La guerra sarà breve, sanguinosa e trionfale, in capo a due anni, Cuba, Portorico, le Filippine e l’Indocina francese crollano nelle mani degli UCAS, Parigi e Madrid si arrendono.
Tutte le terre occupate passano agli UCAS(che però devono fronteggiare una rivolta nelle Filippine), che ammette Cuba come stato il 25 Dicembre 1901.
A Parigi l’impero (praticamente appena risorto) crolla, un governo anarco-socialista assume pieni poteri in quasi tutto il nord della Francia mentre il sud si schiera attorno alla figura di Mac Mahon. Fuggito, si dice da solo a cavallo, da Parigi per raggiungere Marsiglia dove formare un governo monarchico guidato da Carlo XI° di Francia(anch’egli come Napoleone IV poco più che un pupazzo in mano ai militari).
La Germania contenta di vedere la Francia impegnata in una guerra civile si avvia, grazie a Federico avvezzo alle idee democratiche americane, verso una profonda democraticizzazione (benché, come in UCAS, moderata dal potere dei militari).
Lo stesso farà la Russia di Alessandro II° che prima abolisce la servitù della gleba e poi convoca la prima dieta (anche se possono votare solo i possessori terrieri e gli ufficiali con almeno il grado di colonnello).

.

The Road to war

L’intervento tedesco e la repubblica socialista di Francia

Nel 1901 la guerra civile tra socialisti e destra reazionaria era dilagata fino al punto che alcune divisioni Spagnole erano entrare in Francia meridionale per tenere sotto controllo gli sconfinamenti delle truppe socialiste, presso i baschi.
Nel 1902 la Germania aveva fatto entrare nell’asse anche la Svezia in questa maniera gli stati che potevano minacciare la sicurezza di Berlino rimanevano solo Inghilterra e Austriaungheria, ed eventualmente Francia e Danimarca come alleati.
Il governo di Washington parteggiava apertamente per i socialisti e il secondo presidente socialista Usa, John Reed premette su Berlino per un intervento decisivo a fianco del governo parigino.
Sebbene il cancelliere del Reich, Berthman-Hollweg non vedesse di buon occhio un governo socialisteggiante a Parigi, i suggerimenti degli Ucas non si potevano evitare a priori.
Benché economicamente Berlino fosse più forte degli Ucas, Washington aveva la maggior industria dell’acciaio del mondo ed il PIL aumentava a livelli vertiginosi, inoltre la flotta e l’esercito erano i più forti del pianeta.
Cosi, prendendo come spunto una violazione del confine Renano, le truppe Tedesche entrarono in Lorena.
Il governo socialista di Leon Blum accolse come liberatori i soldati tedeschi e fornì al generale Von Falkenhayn il completo appoggio logistico e militare.
Intanto decine e decine di volontari lasciavano gli stati canadesi ed americani e raggiungevano l’Europa per combattere con il governo socialista.
Sebbene il rischio di guerra tra Spagna e potenze dell’Asse era alto l’esercito Spagnolo si ritirò oltre i Pirenei e, limitandosi a presidiare Andorra e Paesi Baschi.
Nel 1905, in occasione della grande fiera di Roma(partecipavano tutte le nazioni con uno stand scientifico ed uno culturale), il regno di Francia si arrende e Marsilia la sua capitale occupata dalle truppe tedesche, in una delle ultime cruente battaglie Guglielmo II° Kronprinzip della corona tedesca cade alla testa del XX° Ussari. 
Viene firmato il trattato di Saint Tropez che unifica la Francia nella Repubblica Socialista Popolare Francese(RSPF), per celebrare questa occasione, alla fiera annuale di Parigi, viene edificata la “Torre del Popolo” costruita con il metallo sottratto ai cannoni ed alle navi da guerra dei reazionari.
La quale, dopo un discusso referendum, cede alla Germania(in cambio di aiuti economici e riparazioni militari) l’intero impero coloniale africano, salvo l’Algeria e la Tunisia.
La Liberia, alleata degli Ucas, ottiene di potersi espandere nella costa ovest.
La Francia non sarà mai più una grande potenza ma il governo socialista aumenterà il benessere del paese e ridurrà gli squilibri tra poveri e ricchi; in breve, la “Belle Republique”, diventerà un paradiso social-democratico con cui nazioni più autoritarie dovranno fare i conti.
Nel 1910, ad esempio, un tentativo del re del Belgio di limitare, sul modello Inglese, le libertà del parlamento finisce in aperta rivolta.
In tutto il mondo si teme in peggio, tuttavia a Bruxel il re è costretto all’esilio e le province vallone votano l’annessione alla RSPF e la vendita del Congo alla Germania.
L’anno dopo Federico I° muore lasciando il trono al nipote Massimiliano che affida al cancelliere Von Papen il compito di riorganizzare il reich.
Negli Ucas la situazione politica è molto fluida, dopo la prima presidenze Reed, viene eletto nelle file Repubblicane il presidente Teddy Roosevelt eroe della guerra di Cuba(ed anche primo governatore dell’Isola).
Roosevelt inizia immediatamente una politica di armamento e si appresta a minacciare il Giappone.
Infatti pochi anni prima nel 1905 l’impero del sol levante aveva ottenuto una schiacciante vittoria marittima contro la Russia.
La flotta Russa aveva lasciato i porti baltici per difendere le sue acquisizioni in Manciuria, minacciate dall’espansionismo dell’impero Giapponese.
Benché gli Ucas e la Germania avessero chiesto se San Pietroburgo avesse bisogno di aiuto lo Zar Nicola, appena salito al trono, aveva cortesemente rifiutato “Non abbiamo bisogno dell’aiuto dei nostri grandi alleati per respingere l’invasione dei gialli”.
Invece i “gialli” avevano affondato il fior-fiore della flotta russa a Tsushima ed anche per terra, in Manciuria, l’esercito dello zar era stato costretto alla rotta e la Manciuria aveva cambiato padrone.
Da quel momento l’impero del Sol levante aveva incominciato un escalation militare che nel 1907 aveva portato Cina e Giappone in guerra, con la costante preoccupazione di Russia e Ucas.
Questa nuova situazione destabilizzò i deboli equilibri continentali.
L’Inghilterra inviò segretamente a Tokio il suo lord dell’ammiragliato Sir Wiston Churchill, per trattare la nascita del “Patto dell’alleanza pacifica del nord”(ANPT), nella quale vennero coopate anche la Nuova Zelanda e l’Australia con la scusa di proteggerle dall’aggressione americana.
La Turchia, spaventata dal revanchismo russo, che trovava negli Armeni e nei Greci d’Asia minore una valvola di sfogo del nazionalismo deluso, fece un enorme cambiamento di politica e quando nel 1910 i giovani turchi presero il potere sfacciatamente si allearono con Vienna in chiave antirussa, a questa alleanza si unì Londra ed a Cipro, la notte del 6 maggio 1911 fu firmato il “Trattato dell’organizzazione del mediterraneo orientale” o EMTO con la quale le tre nazioni si promettevano aiuto reciproco in caso di guerra.
Le linee erano state tirate, i dadi preparati, c’era solo da aspettare che la scintilla desse fuoco alle polveri.

Breve excursus: la società degli Ucas tra le due guerre.

Dalla lettera di Franklin Delano Roosevelt ad un amico in Francia:

« …La società Ucas, può apparire bizzarra, ma non è dissimile da quella del suo più stretto alleato, la Germania imperiale.
Washington è strettamente dominata dai militari, le spese per la difesa sono, in generale, le più alte e l’esercito è il più preparato del mondo.
Tuttavia la situazione interna, sebbene non idilliaca come in Francia, non è brutta come in Inghilterra, ma anche qua ricorda la Germania.
I militari permetto un alto livello di vita, ospedali e scuole gratis, servizi pubblici a costo minimo, pensioni, sindacati e orari di lavoro umani e flessibili, ma non lo fanno per bontà.
Un popolo con la pancia piena, è più facile da comandare, dicono, e sarà più disposto a combattere per difendere il suo standard di vita, inoltre mantenere alte le spese sociali permette loro di tenere alte anche le tasse e con queste spendere in soldati.
Non è un brutto posto dove vivere, ma Washington potrebbe non essere d’accordo su come è gestito.
I partiti sono due, il partito socialista d’america ed il partito repubblicano, il primo espressione dei ceti lavoratori del New England e del Canada Orientale, il secondo dei ceti agricoli dell’Ovest e della Columbia britannica.
Nel 1911 il presidente è Teodore Roosevelt, una specie di zio, veterano della guerra di Cuba ed al suo terzo mandato consecutivo, tecnicamente il limite di mandati sarebbe due, ma poiché nulla nella costituzione lo vieta e TR piace ai militari…è eletto nelle fila dei repubblicani
Comunque si tratta di un buon presidente nel 1903 realizzò l’imponente progetto del canale di Nicaragua e seppe sempre gestire lo stato con attenzione attraverso le varie crisi.
I due grossi problemi della nazione sono il Sud e l’India.
Praticamente otto sono fuori dall’Unione(ironicamente i sudisti hanno realizzato il loro sogno) anche se tecnicamente essendo permesso alla gente di colore di votare…essi fanno parte dell’unione.
E se fosse solo questo il problema!
Il vero problema è il Klan, in tutto il sud è feroce e brutale, azioni di guerriglia e brigantaggio, linciaggio di neri ed attacchi agli uomini del governo, anche esponenti del partito socialista(il mio partito) non ne sono esenti, un anno fa il celebre senatore della Virginia Woodrowe Wilson è stato arrestato per congiura…i le accuse son vaghe, ma le prove certe… 
L’India è stata un acquisizione troppo veloce.
Semplicemente gli Ucas non hanno l’esperienza per gestire un impero cosi vasto e cosi complesso, troppo lontano e praticamente lasciato a se stesso.
Per adesso solo alcuni sporadici gruppi di estremisti, come nelle Filippine ed a Cuba si oppongono al dominio Ucas, mentre abbiamo cooptato nelle nostre fila alcuni dei figli più pregiati di questa nazione, tra questi non posso non ricordare il senatore delle California Mohandas Charamcha Ghandi, il quale è stato eletto nelle file dei socialisti nel 1907, è grazie ad una sua idea, quella della federazione indiana, che gli Ucas potrebbero cavarsi d’impiccio… »

(Estratto della lettera FDR N.33, citata con il permesso della biblioteca del congresso federale)

La IIa guerra mondiale

Il 1913 si era concluso bene, la Francia aveva pareggiato il debito contratto nella guerra civile, le ultime azioni del Clan erano state stroncate con la violenza e il sud appariva tranquillo, Russia e Germania avevano firmato un accordo per neutralizzare il Baltico e Italia e Austria avevano deciso di neutralizzare i porti di Venezia e Trieste, preferendo per le flotte militari, rispettivamente, Ancona e Scutari.
Invece il 1914 che si era aperto anche meglio, gli Ucas avevano risolto una terribile crisi economica
e Roosevelt si apprestava a diventare il candidato ufficiale del partito Repubblicano e presidente per la quarta volta (con il beneplacito di John Pershing, capo di stato maggiore e comandante in capo delle armate dell’Unione).
Invece nere nubi si addensavano sull’Europa e sul mondo, pochi mesi prima il 22 Aprile 1913 il governo Messicano era caduto vittima dell’ennesima guerra civile, “volontari” giapponesi erano sbarcati ad Acapulco per sostenere il governo conservatore del Generale Diaz e poi di Huerta, nonostante le proteste di Washington non si poteva impedire a volontari di combattere per chi volevano.
In segreto il Messico aveva firmato un alleanza anti-americana, era il momento, dicevano a Mexico, di riprendersi ciò che era andato perduto.
L’esplosione avvenne a Sarajevo; Sarajevo faceva parte della Duplice Monarchia di Austria-Ungheria, era stata ceduta alla duplice in occasione delle guerre del secolo precedente e il controllo della stato si era rafforzato, quando, nel 1912 la Bulgaria(filo-Russa) aveva attaccato, con l’aiuto della Grecia (la Serbia filoaustriaca), in cambio di un sostanzioso aiuto militare, Vienna aveva costretto Belgrado a cedere ogni pretesa sulla Bosnia e sull’Herzegovina.
Questo aveva irritato i nazionalisti e benché la guerra fosse stata vinta e la Macedonia guadagnata, i nazionalisti tentarono un colpo grosso, il colpo riuscì anche più grosso di come avevano previsto.
Il giovane studente Gavrilo Princip sparò alcuni colpi sulla macchina di Francesco Ferdinando, l’edere al trono della duplice monarchia ammazzando sia lui che la moglie.
L’impero, e con lui, l’Europa ed il mondo, rimasero costernati, era il 7 aprile 1914
Benché non si fosse esattamente sicuri di cosa sarebbe successo, Francesco Giuseppe, il vecchio imperatore, chiese alla Serbia di aprire le frontiere alla polizia imperiale e permettere loro di arrestare alcuni esponenti dei parti dell’opposizione.
Era tanto, era troppo, perfino per un paese satellite.
Belgrado chiese alcune settimane per pensare ma pochi giorni dopo la fata la Russia inviò in segreto una nota nella quale si faceva presente a Belgrado che se avessero apertamente resistito Pietroburgo sarebbe arrivata in loro soccorso e avrebbe anche aiutato la Serbia a liberare i fratelli bosniaci sotto il controllo austriaco.
La Serbia rifiutò il diktat di Vienna(benché fosse spalleggiata da Francia e Regno unito), Vienna dichiarò guerra a Belgrado, la Russia all’Austria, l’Inghilterra alla Russia, la Germania all’Inghilterra, la Francia alla Germania, gli Ucas alla Francia ed infine il Giappone agli UCAS con un attacco a sorpresa della flotta imperiale del pacifico sulle navi americane nella rada di Pearl Harbour.
Era scoppiata la IIa guerra mondiale.

Per ora finisce qui. Se volete fornirmi suggerimenti o consigli, scrivetemi a questo indirizzo.

Filobeche

.

In questa direzione si è mosso anche Inuyasha Han'yō:

Questa cartina mostra gli USA come "sognati" dal presidente James Polk, col Messico settentrionale e Cuba (all'epoca colonia spagnola) annessi a Washington. E se tali annessioni fossero avvenute?

.

E adesso, l'idea di Dario Carcano:

1811. New Orleans è entrata a far parte degli Stati Uniti da sette anni, tuttavia ancora non è parte di uno Stato, ma di un territorio organizzato non incorporato, il territorio di Orleans.
New Orleans è ancora una città francese, dominata dai piantatori creoli e molto diversa dal resto degli Stati Uniti, sia linguisticamente che culturalmente; tuttavia, gli americani stanno cominciando ad insediarsi nella città in numeri considerevoli, ed è in questi anni che il centro storico di New Orleans, il Vieux Carré, comincia ad essere chiamato semplicemente Quartiere francese dagli immigrati anglofoni.

In tutto questo, New Orleans e il territorio circostante hanno una grossa popolazione di schiavi di colore; in particolare la Côte des Allemands, regione agricola ad ovest di New Orleans, dove i piantatori creoli hanno le loro piantagioni di zucchero, fonte della ricchezza della classe dirigente creola di New Orleans.
Tra gli schiavi della Côte des Allemands c'è Charles Deslondes, un uomo di circa vent'anni impiegato nella piantagione Andry, in apparenza uno schiavo leale che aiuta il padrone a guidare gli altri schiavi della piantagione, ma in realtà una mente rivoluzionaria, che aveva ideato un piano per imitare i neri di Haiti, che si erano ribellati ai propri padroni e avevano proclamato una repubblica governata dagli ex schiavi.

E l'8 gennaio 1811 questo piano viene messo all'opera: il padrone della piantagione, Manuel Andry, viene assalito dagli schiavi e ferito; alcune fonti attribuiscono agli schiavi anche la morte del figlio di Manuel, Gilbert Andry, che però secondo altre fonti era morto di malattia una settimana prima dell'inizio dell'insurrezione.
Manuel Andry comunque sopravvive, e riesce a scappare dalla piantagione, lasciando però campo libero ai ribelli, che si impossessano di armi e uniformi della milizia. Nei piani di Deslondes infatti la rivolta deve essere condotta non da una banda di briganti, ma da un esercito organizzato e disciplinato.

Il tempismo della rivolta non è casuale: gennaio è di solito un periodo di riposo per gli schiavi, che quindi in questo periodo sono momentaneamente disoccupati e più liberi di muoversi; inoltre, e cosa più importante, le truppe federali stanziate nel territorio di Orleans sono state inviate a Baton Rouge, nell'ambito delle "negoziazioni" tra il governo degli Stati Uniti e la Repubblica della Florida Occidentale, che si concluderanno con la "spontanea" adesione della Florida Occidentale agli USA.
Questo però vuol dire anche un'altra cosa: che a New Orleans non ci sono truppe regolari, e che la città potrebbe essere catturata con un colpo di mano.

Così, mentre i ribelli marciano verso New Orleans raccogliendo nuovi membri lungo la strada, e bruciando le piantagioni che incontrano, nella città è il panico. Viene rapidamente formata un'unità di milizia, composta da due compagnie di volontari, 30 soldati federali e 40 marinai della US Navy, per un totale di circa 150 uomini, comandati dal generale Wade Hampton I e dal commodoro John Shaw; questa unità doveva fermare un esercito di 500 schiavi ribelli, dei quali la maggioranza era armata con picche o con i machete impiegati nel taglio delle canne da zucchero.
La notte tra il 9 e 10 gennaio gli uomini di Hampton hanno raggiunto la piantagione Fortier, dove il generale è convinto che gli schiavi ribelli si siano accampati per la notte; Hampton quindi prepara un imboscata, e quando il generale da il segnale per l'inizio dell'attacco i suoi uomini attaccano il nulla; il campo degli schiavi è deserto, infatti Deslondes e i suoi uomini erano riusciti a svincolarsi dall'accerchiamento di Hampton, e avevano raggiunto la piantagione Bernoudy.
Se Deslondes e i suoi uomini fossero riusciti a trovare un terreno favorevole dove affrontare Hampton, la rivolta avrebbe avuto delle concrete possibilità di successo; tuttavia, a giocare contro i ribelli ci pensò il fatto che Manuel Andry non se ne era rimasto con le mani in mano, ma aveva formato un reparto di piantatori creoli, circa 80 uomini in totale, con cui era intenzionato ad affrontare Deslondes.

Non è chiaro come si sia svolta la battaglia, probabilmente Andry e i suoi erano riusciti a sorprendere l'esercito di Deslondes mentre era in marcia, e i pochi moschetti degli schiavi non spararono per la pioggia, tuttavia Andry e la sua milizia di piantatori misero in rotta l'esercito degli schiavi ribelli, e vennero in seguito raggiunti dalle truppe di Hampton, che si unirono alla caccia.
Deslondes sarà catturato dai cani l'11 gennaio, e giustiziato sul posto in maniera brutale; i processi seguiti alla rivolta condannarono alla fucilazione 21 ribelli, le cui teste mozzate e i corpi mutilati furono esposti pubblicamente, come brutale monito per tutti coloro che pensassero alla rivolta.

La rivolta fu repressa dai piantatori creoli, che furono anche i principali responsabili delle esecuzioni e dei processi, ma furono gli Stati Uniti a trarne vantaggio: la rivolta fu usata come pretesto per aumentare la presenza militare americana a New Orleans, e in generale l'insediamento di americani nella città. L'anno successivo alla rivolta di Deslondes, New Orleans entrò ufficialmente a far parte degli USA con la trasformazione del territorio di Orleans nello stato della Louisiana.

Ma se la rivolta degli schiavi avesse successo, e Deslondes e i suoi uomini riuscissero a catturare New Orleans? Potrebbe nascere in Louisiana uno stato indipendente governato dagli ex schiavi di colore, sul modello di Haiti?

.

Gli risponde Tommaso Mazzoni:

Gli Americani lo avrebbero tollerato? Temo di no, ma le paludi della Luisiana avrebbero potuto essere la tomba dell'esercito unionista, e la Repubblica di Louisiana (o Deslondesia) avrebbe potuto negoziare l'ingresso negli Stati Uniti in una posizione di forza.

.

Questo è invece il parere dell'esperto Federico Sangalli:

Penso che la rivolta fallirebbe e verrebbe repressa nel sangue, gli Stati Uniti semplicemente non possono permettere che nasca una repubblica nera ai loro confini. Già in HL discusserò la possibilità di invadere Haiti per evitare che potesse dare l’esempio, se New Orleans provasse a imitarla non solo Washington sarebbe costretta a intervenire pena la rivolta del Sud ma probabilmente la cosa sarebbe seguita da una forte richiesta di assistere Napoleone nella riconquista di Hispaniola. È vero che all’epoca l’esercito federale non raccoglieva che poche migliaia di uomini ma la vera forza sarebbe rappresentata dalle milizie di volontari bianchi che si arruolerebbero per evitare questa grave minaccia all’ordine sociale statunitense. I ribelli potrebbero usare le paludi come scudo, certo, ma sarebbe una difesa relativa, il vero problema sarebbero le armi: non puoi fare la guerriglia armato solo di machete e bastoni, l’aria putrida e umida delle paludi non è adatta ai moschetti che, già pochi, presto diventerebbero inservibili. E i neri non potrebbero ottenere armi da nessuna parte, salvo qualche moschetto catturato di tanto in tanto. Le battute di caccia militari scoverebbero prima o poi eventuali accampamenti o villaggi improvvisati e li brucerebbero. Qualche gruppo potrebbe continuare a eludere la cattura muovendosi sempre più in profondità nel Delta del Mississippi ma alla fine non diventerebbero nulla di più di qualche forma di banditismo nero, politicamente e storicamente poco rilevante. Non è che voglia essere pessimista, è che nel 1780 ci avevano già provato guidati da un certo Jean St. Malo e gli spagnoli, con tutti i problemi che avevano, erano riusciti a schiacciarli. Gli americani, con più uomini e armi più moderne, dovrebbero farcela, così come schiacciarono la ben più imponente rivolta di Nat Turner in Virginia nel 1831.

Naturalmente la repressione non sarebbe senza conseguenze. Intanto l’esistenza di una repubblica nera per quanto effimera alimenterà la coscienza nazionale nera e probabilmente anche la corrente separatista dei nazionalisti afroamericani. Oggi forse tra le proposte della sinistra radicale ci sarebbe anche quella di uno stato di colore in Louisiana. Poi immagino che gli USA manterranno una guarnigione consistente a New Orleans, a maggior ragione se ci sarà qualche forma di guerriglia nera. Se gli inglesi sceglieranno di attaccare comunque nel 1814 non ci sarà bisogno di grandi rinforzi e probabilmente il ruolo di Andrew Jackson sarà ridimensionato (qua ci si ricollega all’altra ucronia, su cui prometto di intervenire quanto prima). Forse dopo l’intervento gli Stati Uniti potrebbero annettersi/acquistare Haiti dalla Francia per evitare nuove rivolte oppure ancora potrebbero perderla durante la guerra con gli inglesi. La rivolta lascerà il segno e probabilmente la Louisiana non diventerà uno degli Stati segregazionisti più liberali (dove le relazioni interrazziali era vietate ma ufficiosamente tollerate, un sesto della popolazione era di colore ma libera e nel 1860 un ebreo rappresentava lo stato al Senato). È anche possibile che la rivolta aumenti le paranoie del Sud in fatto di schiavitù e, come qualcuno disse “Il fatto non è il crimine in sé, il fatto è che ogni uomo della Virginia ha visto in John Brown il padre di mille Nat Turner”, forse queste paranoie porterebbero a una deflagrazione anticipata della Guerra Civile, con esiti imprevedibili con certezza.

.

In seguito Dario ci ha inviato un'altra ucronia dedicata a New Orleans:

La battaglia di New Orleans svoltasi l'8 gennaio 1815 fu l'ultimo grande scontro della guerra del 1812; tecnicamente la battaglia fu combattuta "a tempo scaduto", perché il 24 dicembre 1814 USA e Gran Bretagna avevano già firmato a Gand il trattato di pace, ma siccome la notizia del trattato non aveva ancora raggiunto le Americhe, e il Congresso degli Stati Uniti avrebbe ratificato il trattato di pace solo il 16 febbraio 1815, a New Orleans la guerra era ancora in corso.

Gli inglesi erano sbarcati in Louisiana a metà dicembre del 1814, con un esercito di 8.000 uomini comandato dal generale Edward Pakenham; quello inglese era un esercito composto da molte truppe esperte, tra cui veterani che avevano affrontato i francesi in Spagna. Lo stesso Pakenham aveva combattuto nella guerra peninsulare a fianco di Wellington (di cui tra l'altro era cognato, avendone sposato una sorella).
A contrapporsi agli inglesi c'era un esercito americano di 5.700 uomini guidato dal generale Andrew Jackson. Quello di Jackson era un esercito che sarebbe un eufemismo definire "variegato": accanto ai reggimenti dell'esercito federale c'erano reggimenti di milizia del Kentucky e del Tennesse, reggimenti di creoli francesi, un reparto di bucanieri del pirata Jean Lafitte (anche se Lafitte non prese personalmente parte alla battaglia) e addirittura un reparto di afro-americani liberi comandato da ufficiali afro-americani (il Battalion of Free Men of Color); perché New Orleans fa sempre le cose diversamente rispetto al resto degli USA.

Il primo contatto tra inglesi e americani fu il 23 dicembre 1814, quando Jackson guidò un assalto notturno al campo degli inglesi presso la piantagione Villeré (proprietà di Jacques Villeré, generale dell'esercito di Jackson e futuro governatore della Louisiana); questo assalto - complice il fatto che il grosso dell'esercito stava ancora sbarcando dalla flotta - bloccò gli inglesi per alcuni giorni, e permise agli americani di fortificare il canale Rodriguez e trincerarsi dietro di esso.
Quando gli inglesi ripresero l'avanzata si trovarono la strada sbarrata da questa fortificazione, e dovettero dare l'assalto ad una postazione ben difesa.

Il piano di Pakenham prevedeva un doppio attacco: l'assalto principale sul lato orientale del fiume Mississippi, contro le fortificazioni americane e il grosso delle truppe di Jackson, che doveva essere supportato da un attacco secondario sulla riva occidentale del Mississippi, il cui obiettivo era catturare le batterie americane da quel lato del fiume e puntarle contro le truppe di Jackson, prendendole d'infilata.
I due attacchi avrebbero dovuto procedere contemporaneamente, però la corrente del Mississippi aveva fatto ritardare lo sbarco della forza che doveva condurre l'assalto sulla riva occidentale; di conseguenza nelle prime ore del mattino l'assalto sul lato orientale si trovò sotto il tiro incrociato dei cannoni sulla sponda occidentale e di quelli oltre il canale Rodriguez, e ad aggravare il tutto la prima ondata dell'assalto inglese dimenticò di prendere con sé le scale con cui dare l'assalto alle fortificazioni americane.
La battaglia sulla riva orientale divenne ben presto un carnaio, e ad aumentare la confusione nello schieramento inglese ci pensò il fatto che sia il generale Pakenham, sia il secondo in comando - il generale Samuel Gibbs - morirono colpiti dalle mitraglie dell'artiglieria americana; fu quindi il comandante della riserva, il generale John Lambert, a prendere il comando dell'esercito inglese.

Lambert appresa la morte dei suoi superiori andò letteralmente nel panico, e considerando perduta la battaglia ordinò di interrompere l'assalto, usando la riserva per coprire la ritirata del resto dell'esercito.
Quel giorno gli americani, subendo perdite di appena 71 uomini, inflissero agli inglesi perdite per 2.000 uomini, e salvarono New Orleans dalla conquista britannica. Inoltre, questa battaglia trasformò Andrew Jackson in una leggenda vivente, perché Jackson aveva compiuto quello che i contemporanei considerarono un vero e proprio miracolo, aprendo al generale la strada per la presidenza.

Tuttavia, se gli inglesi non si fossero ritirati avrebbero potuto invertire le sorti della battaglia; infatti, mentre Lambert ordinava la ritirata, l'assalto sulla sponda occidentale del Mississippi era andato a buon fine, e gli inglesi erano finalmente riusciti a catturare le batterie americane e a puntarle contro le fortificazioni del canale Rodriguez.
Sarebbe bastato un bombardamento di un paio d'ore per "riequilibrare" la battaglia, distruggendo le fortificazioni americane e infliggendo perdite pesanti alle truppe di Jackson, lasciando a quest'ultimo due sole scelte: ritirarsi con un esercito comunque troppo debole per difendere New Orleans, oppure farsi massacrare da un nuovo assalto inglese.

Quindi, il PoD è questo: il generale Edward Pakenham non muore nella battaglia, e non ordina la ritirata inglese; l'esercito inglese riesce quindi a sconfiggere Jackson e a catturare New Orleans.
Quali conseguenze sulla storia degli USA e del Mondo?

.

Diamo ora la parola a William Riker:

Già ai tempi di Washington negli USA c'era una corruzione così eclatante da cambiare la mappa stessa dello stato. Infatti delle Tredici Colonie originarie, sette sono entrate nell'Unione con rivendicazioni territoriali vaghe, contestate e spesso sovrapposte nella regione tra i monti Appalachi e il fiume Mississippi (vedi mappa sottostante), per cui il governo degli Stati Uniti trascorse i suoi primi anni a convincere quei sette stati ad abbandonare le loro rivendicazioni. La Georgia tuttavia continuò a rivendicare il territorio dall'Atlantico fino al fiume Mississippi, le cosiddette Terre Yazoo, corrispondenti alla maggior parte degli attuali stati del Mississippi e dell'Alabama. I proprietari terrieri erano ansiosi di acquisire grandi porzioni del paese, e il loro principio guida era: tangenti alte, paga bassa.

Nel 1794 quattro società, costituite appositamente per questo scopo, pagarono mezzo milione di dollari per circa 40 milioni di acri di terreno. Infuriati per l'accordo, i georgiani cacciarono i politici che avevano approvato lo Yazoo Act, con il quale la Georgia aveva venduto tutta quella terra a buon mercato, e nel 1795 una nuova legislatura statale votò un Rescinding Act, annullando la vendita. Ma le società dei proprietari terrieri non ammisero la sconfitta e continuarono a stampare obbligazioni che venivano scambiate e vendute sui mercati finanziari di New York, Boston e Filadelfia, rastrellando grandi profitti. Alla fine, però, gli investitori iniziarono a comprendere che avevano buttato via i loro soldi in un progetto fondiario fraudolento. La Georgia rimborsò alcuni degli acquirenti ingannati, ma non essendo in grado di gestire l'escalation dello scandalo, alla fine cedette al governo federale le sue pretese sulle terre di Yazoo. Con il cosiddetto patto del 1802, gli Stati Uniti pagarono alla Georgia 1,25 milioni di dollari, si assunsero ogni responsabilità residua per le terre di Yazoo e promisero di esonerare la Georgia da qualsiasi rivendicazione da parte dei nativi americani.

Nel 1810 il caso raggiunse la Corte Suprema, la quale stabilì che la legge di recesso era incostituzionale e che gli accordi fondiari originali erano legali, ed ordinò al governo degli Stati Uniti di pagare 4,5 milioni di dollari a titolo di risarcimento ai ricorrenti. Si può dire che lo Yazoo Act cambiò il corso della storia americana: per la prima volta in assoluto, la Corte Suprema si era pronunciata contro una legge statale, il Rescinding Act della Georgia. Ciò stabilì il principio che le leggi federali erano superiori alle leggi statali. Il caso stabilì anche fermamente che un contratto legale non poteva essere annullato da una legge successiva, il che divenne un principio importante nel diritto contrattuale.

Ma lo scandalo Yazoo ebbe altre due importanti conseguenze per gli Stati Uniti. Senza lo scandalo, la Georgia avrebbe anche potuto mantenere le sue terre ad occidente. Questa ipotetica Grande Georgia, estesa dall'Atlantico al Mississippi, avrebbe compreso la maggior parte degli attuali stati del Mississippi e dell'Alabama. Ciò la renderebbe uno degli stati più popolosi d'America, con i suoi 20 milioni di abitanti alla pari di Florida e New York, superata solo da Texas (30 milioni) e California (40 milioni). La Georgia avrebbe anche potuto evitare uno degli eventi più ignominiosi della sua storia. Nel 1830, infatti, il governo federale mantenne la sua promessa nel patto del 1802 per liberare la Georgia da tutte le rivendicazioni dei nativi americani con l'Indian Removal Act, firmato dal presidente Andrew Jackson: esso portò al tremendo "Cammino delle Lacrime", cioè la rimozione forzata delle tribù Cherokee, Creek, Choctaw, Seminole e Chickasaw - circa 100.000 persone in tutto - verso le riserve a ovest del Mississippi, in quello che sarebbe poi diventato l'Oklahoma. Insomma, i bei vecchi tempi andati non erano poi così belli. Ora, come cambia la storia americana se invece lo Scandalo Yazoo non ha luogo e tutte queste conseguenze non hanno ragion d'essere?

.

Alessio Mammarella suggerisce:

Chissà, forse una Georgia comprendente anche il territorio degli odierni Mississippi e Alabama avrebbe avuto più influenza politica: qualche candidato Presidente originario di questi territori avrebbe avuto più fortuna?

Mi sembra tra l'altro di ricordare che all'epoca esisteva anche una "Florida occidentale" comprendente una striscia costiera poi spartita per l'appunto tra Mississippi e Alabama per dare a questi ultimi uno sbocco sul mare: in caso di "Grande Georgia" avrebbe potuto esserci anche una "Grande Florida"? Ciò significa che la Florida sarebbe stata ancora più pesante e decisiva in certe elezioni.

.

MattoMatteo aggiunge:

Interessante! Ammettiamo che il tribunale dia ragione alla Georgia, in quanto il politico che ha firmato i contratti con le società lo ha fatto in quanto pagato e quindi corrotto, e pertanto l'intera operazione era illegale. La Georgia rimane uno degli stati più grandi e popolosi degli Usa; questo fà sì che il "Sentiero delle lacrime" non avvenga; allo scoppio della guerra civile americana, ci potrebbero essere ancora parecchi indiani (molti più che in HL) nella confederazione, che potrebbero fungere da "quinta colonna" per l'unione, rendendo la guerra molto più breve; assieme all'abolizione della schiavitù, Lincoln potrebbe decidere di ringraziare questi indiani creando uno "stato indiano" di grandi dimensioni; neri ed indiani sarebbero alleati nelle lotte per ottenere gli stessi diritti dei bianchi.

.

Ma Federico Sangalli non è d'accordo:

I nativi che rimasero nel Sud si allearono in buona parte con la Confederazione (le Cinque Tribù Civilizzate dell’Oklahoma, ma anche i Seminole), fatto che fu poi usato contro di loro dopo la guerra.

Paradossalmente una Grande Georgia non favorirebbe la causa sudista in quanto al posto di tre stati (e quindi sei senatori) ce ne sarebbe uno (e quindi due senatori). Il Sud si sentirà meno rappresentato e farà pressioni per ammettere più Stati schiavisti per bilanciare. Un primo punto sarebbe probabilmente una discussione sulla divisione del Texas: quando venne ammesso in HL lo si ritenne fosse troppo grosso e si parlò di dividerlo (stile Territorio del Dakota), ma il Nord si oppose perché giustamente ci vide la mano del Sud desiderosa di avere tanti nuovi “compagni di giochi” al Congresso. In questa TL il Texas potrebbe essere ammesso ma diviso in due.

Poi nel 1850 il Sud perorerebbe la causa dell’ammissione della California come stato schiavista e il famoso Compromesso finale potrebbe anche dargli ragione. Un tentativo analogo col Kansas andrebbe incontro alle stesse lotte sanguinarie della nostra TL.

In generale l’estensione della schiavitù a occidente fin sulle rive del Pacifico indignerebbe l’opinione pubblica del Nord, probabilmente già preoccupata dalla presenza di un grosso stato sudista nel Profondo Sud. É quindi plausibile che la somma di questi fattori (atteggiamento bellicoso della Georgia, diffusione della schiavitù nel West, Kansas-Nebraska Act, Bleeding Kansas, “moltiplicazione” dei Texas) permetta ai repubblicani anti-schiavisti di vincere già al primo tentativo nel 1856, dando inizio alla Guerra Civile con quattro anni di anticipo, un conflitto in cui la California potrebbe schierarsi con la Confederazione mentre al contrario il Texas Occidentale potrebbe scegliere di rimanere nell’Unione.

.

Ispirato da queste ucronie, Antonio Mele ci ha chiesto:

Quali PoD bisogna introdurre per arrivare nel gennaio 2013 a un Nordamerica come quello sottostante?

.

Passiamo alla proposta di Generalissimus:

In Kentucky e Missouri c'erano forti sentimenti antiunionisti, ma il governo di Washington riuscì a tenere questi due stati al suo fianco. Ma come cambiano gli equilibri della Guerra Civile se Kentucky e Indiana decidono di secedere e schierarsi con la Confederazione?

.

Gli replica Enrico Pellerito:

il Kentucky, uno dei cinque cosiddetti "stati cuscinetto", poteva essere la chiave di volta in uno sviluppo alternativo della guerra civile americana e molti ritengono che senza la sua discesa in campo a favore dell'Unione, gli USA non sarebbero riusciti a trionfare.

A questo proposito io ho dei dubbi ma diciamo che, a prescindere dalle forze in gioco, Lincoln era davvero preoccupato per la posizione che avrebbe potuto prendere il Kentucky (stato dove sia lui sia il futuro presidente confederato Davis erano nati); il 16' presidente degli Stati Uniti pare abbia detto che sperava di avere Dio dalla sua parte, ma che doveva avere il Kentucky, mentre testualmente disse: "Penso che perdere il Kentucky sia quasi lo stesso che perder l'intera partita. Via il Kentucky, non possiamo tenere il Missouri né il Maryland. Se tutti questi sono contro di noi, allora il gioco nelle nostre mani è troppo grande per noi. Dovremmo persino consentire subito la separazione, inclusa la resa di questa Capitale", la quale sarebbe risultata totalmente circondata da territori nemici, quali la Virginia una volta divenuta confederata ed un Maryland schiavista (aveva votato per Breckinridge) dove le truppe unioniste si fossero trovate in difficoltà.,Per fortuna dell'Unione l'esercito federale riusci molto presto a controllare il piccolo stato, anche se ci fu una sollevazione popolare a favore della Confederazione a Baltimora.

Mi sia concessa una digressione: gli "stati cuscinetto", Delawere a parte, nonostante anche qui avesse trionfato Breckinridge, palesavano un opinione pubblica aspramente divisa, tanto che si giunse a secessioni più o meno parziali di alcune aree rispetto alle scelte fatte dai parlamenti locali e a fornire personale nei due eserciti che si contrapposero.

Le contee della Virginia occidentale operano una loro secessione per rientrare nell'Unione una volta che il parlamento di Richmond aderì alla Confederazione, ma non mancarono virginiani di quelle zone che combatterono nelle file confederate così come ci furono cittadini della Virginia che si arruolarono nelle forze unioniste.

Similare situazione avvenne nel Missouri e, per l'appunto, nel Kentucky. Al momento di considerarsi neutrale rispetto ai due contendenti, il parlamento di Frankfort stabilì che se la neutralità fosse stata violata, lo stato si vincolava a diventare parte della Confederazione; ma nel momento che il generale confederato Polk entrò nel Kentucky poiché temeva una similare azione da parte di Grant, il suddetto vincolo venne considerato nullo e la maggioranza del parlamento decise di schierarsi a favore dell'Unione.

Sarebbe seguita la costituzione di un governo alternativo del Kentucky che venne accettato dalla Confederazione come 13' stato e la partecipazione al conflitto da parte di cittadini di quello stato in entrambe le parti.

Similari situazioni si sarebbero verificato durante la guerra nei territori dell'Arizona e del Nuovo Messico, mentre nel Kansas non si ebbe secessione una volta che il territorio entrò nell'Unione come 34' stato, ma anche lì non mancarono casi di guerriglia filosudista.

Condizioni al limite si verificarono nel Tennessee orientale, dove i volontari per l'Unione furono in proporzione maggiore di qualsiasi altra contea del Nord, nell'Alabama, che fornì abbastanza transfughi da costituire un reggimento di cavalleria nell'US Army (il 1' Alabama per l'appunto), mentre la Contea di Winston deliberò una risoluzione di secessione dallo Stato dell'Alabama; inoltre fu di fatto impossibile imporre la coscrizione nella parte occidentale del North Carolina.

Tornando a quanto ipotizzato da Raffaele Ucci, anche limitandoci solo ad un Kentucky totalmente confederato (gli ucronisti americani parlano di un POD che semplicemente si concretizza in un'azione unionista che anticipa Polk, con la conseguente "legittima" secessione) i timori di Lincoln non erano certo irreali ma ritengo che alcune misure effettuate con tempismo e professionalità da parte dell'esercito unionista, come l'aver occupato il Maryland e aver contrastato da subito le iniziative dei filosudisti in Missouri, mostrarono che la situazione non era affatto catastrofica e si poteva porre rimedio.

La potenza espressa dal Nord avrebbe poi fatto sentire il suo peso nel prosieguo del conflitto che, anche in presenza di un Kentucky confederato, non sarebbe finito diversamente, pur dilatato nel tempo.

Se però ci si limita, come da me fatto in questa occasione, a valutare lo schieramento sulla base dei soli voti espressi per la candidatura presidenziale del 1860, si dovrebbe considerare che, a parte gli stati che hanno eletto Lincoln o Breckinridge e che dimostrarono una teoricamente immediata scelta di campo, almeno quattro stati si pronunciarono a favore dell'Unione pur non essendo repubblicani ma schiavisti: in Missouri vinse Douglas, il candidato democratico settentrionale contrario all'abolizionismo ma anche alla secessione; in Kentucky, Tennessee e Virginia vinse Bell, rappresentante del partito Unionista Costituzionale anch'egli contrario al concetto di secessione, ma i numeri differirono in Virginia di poche centinaia di voti a sfavore dei democratici sudisti, mentre questi persero in Tennessee per meno di tremila voti e in Kentucky per quasi tredicimila.

A parte le differenze, a volte risicate altre volte sostanziose, si possono vedere consistenti numeri relativi ad opinioni politiche diverse e che rappresentavano percentuali dell'opinione pubblica che si sarebbero potute dividere ancora maggiormente nel Sud.

Elementi vari, primo fra tutti la fedeltà al proprio stato rispetto all'Unione (come fece il generale Lee) avrebbero poi contato nel momento di decidere per quale schieramento scegliere.

Vorrei però aggiungere qualcosa a proposito dello stato dell'Indiana. Sono andato a rileggere i testi in mio possesso sulla guerra civile; in effetti la presenza di copperheads in Indiana era molto più incisiva, a prescindere dalla loro quantità, di quanto ricordassi.

Nelle aree meridionali e centrali dello stato (fra l'altro, uno dei pochi ad aver esteso il suffragio agli afroamericani) si erano stanziati coloni giunti dalla Virginia e dal Kentucky e questo impensierì il governatore dell'Indiana, Morton, che riteneva il proprio stato il più popolato di meridionali fra quelli dell'Unione.

La maggioranza dei cittadini, noti come Hoosier, sposò, comunque, la causa del Nord, è quindi molto probabile che i timori di Morton fossero anche esagerati, ma la presenza nell'Assemblea Generale di molti esponenti democratici (che comunque approvarono le richieste del Governatore di mobilitare e finanziare truppe per l'Unione) faceva ritenere possibile un qualche pronunciamento a favore di una secessione. Onde evitare ciò, durante il conflitto Morton non riunì mai l'Assemblea e ad un certo punto lo stato si trovò sull'orlo del fallimento, in quanto il bilancio non veniva approvato; Morton risolse il problema facendosi finanziare da capitali privati.

In realtà, pochi degli esponenti democratici dell'Indiana simpatizzavano per la Confederazione, ma nel tempo, come altri colleghi settentrionali del partito, la maggioranza si mostrò sempre più contraria alla guerra; durante un convegno democratico riunitosi nell'estate del 1862, alcuni dichiararono di sostenere l'integrità dell'Unione, di appoggiare il conflitto ma di essere anche contrari all'abolizione della schiavitù. Al momento del Proclama d'emancipazione anche questi si mostrarono ostici al prosieguo della lotta ma i fatti mostravano che la maggior parte degli Hoosier restavano favorevoli all'Unione, nonostante alcuni di essi si fossero arruolati tra le file dei reggimenti confederati.

Altro elemento che poteva essere fonte di preoccupazione derivava dal fatto che alcuni gruppi di contrabbandieri avevano iniziato un commercio con il Kentucky e con altri stati del Sud, ma solo a fine del conflitto si scoprì che si trattava di elementi votati ad arricchirsi illecitamente più che a cercare di aiutare il Sud, sebbene questo fosse un rifornimento a tutti gli effetti.

Il vero problema fu rappresentato da alcuni gruppi come i "Figli del Golden Circle" e della stampa filosudista ma la loro attività era più che altro politica e tempestive misure di polizia impedirono loro di nuocere.

Né mai le incursioni sudiste in Indiana provocarono sollevazioni locali che avrebbero appoggiato le truppe sudiste non appena queste fossero penetrate nello stato unionista, come i millantati 10.000 uomini assicurati dal leader dei locali copperheads, tale William Bowles, all'agente segreto confederato Hines.

Semmai gli stessi copperheads lottarono contro i confederati, una volta che questi compirono delle razzie a danno anche delle abitazioni dei filosudisti, durante il cosiddetto raid di Morgan.

Ma se queste misure non fossero state prese o si fosse ritardata la loro applicazione, ed al contrario l'iniziativa fosse stata messa in essere da parte dei simpatizzanti per la causa confederata?

A questo punto azioni rapide e magari anche coordinate da parte di agenti confederati in combutta con i locali filosudisti in Missouri, Kentucky, Indiana e Maryland avrebbero sul serio messo in difficoltà il governo Lincoln.

Ed è proprio l'Indiana a diventare un nodo strategico tale da mettere in crisi l'apparato militare unionista, perchè se aderisse alla Confederazione, potrebbe letteralmente tagliare l'Unione in due...

.

rubberduck3y6 ha avanzato invece questo suggerimento:

Degli Stati Uniti imperialisti, che hanno appena sconfitto la Confederazione nella Guerra Civile, cercano di espandersi verso nord a spese della Gran Bretagna. Per fare ciò acquistano la Terra di Rupert dalla Hudson Bay Company, dividendo in due il Nord America britannico. Questo, come previsto, fa raffreddare le relazioni britanniche e anglo-americane con una brusca svolta al ribasso. Per scopi amministrativi, la Gran Bretagna crea la nuova colonia di "Ursalia" formata dalla Columbia Britannica e dai Territori del Nord-Ovest, anche se questo è inteso solo come misura "temporanea" finché la Terra di Rupert non sarà recuperata dagli Stati Uniti. Nel frattempo, l'ostilità tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti viene incanalata in una sorta di guerra per l'Alaska, che lo Zar russo ha messo in vendita.

.

Generalissimus poi ha tradotto per noi queste ucronie:

E se gli Stati Uniti vincessero la Guerra Anglo-Americana conquistando il Canada?

Una parte della storia spesso trascurata è la Guerra Anglo-Americana del 1812, quando gli Stati Uniti invasero il Canada di proprietà inglese, e fu solo a causa dell'inettitudine dei generali americani e della coraggiosa difesa delle milizie canadesi che gli Stati Uniti vennero respinti e il Canada rimase un paese indipendente, ma come sarebbe diverso il mondo se il Canada venisse cancellato dalle mappe ad inizio del 19° secolo? Come sarebbero i confini? Come sarebbe la vita? Questa è la domanda di questa ucronia.
In questa TL i comandanti americani non sono così inetti, e a causa della mancanza di forze inglesi in Canada gli Stati Uniti lo conquisterebbero.
Questo porterebbe ad un controllo statunitense di tutto il Canada ad ovest delle Province Marittime, che gli Inglesi riuscirebbero a mantenere perché la Royal Navy impedirebbe qualsiasi attacco americano ad Halifax e alla Terranova.
A causa delle somiglianze culturali, religiose e linguistiche il Canada anglofono si integrerà piuttosto bene negli Stati Uniti, mentre il Québec, a causa delle differenze culturali, religiose e linguistiche probabilmente non si integrerà molto bene negli Stati Uniti, che tratteranno gli abitanti del Québec molto duramente, in modo simile a come hanno trattato la popolazione ispanica del Nuovo Messico nella nostra TL.
Una parte dimenticata della storia e che ha fatto entrare il Canada nel Commonwealth è che nel 1837-38 ci furono delle ribellioni in Ontario e nel Québec, e questo avvenne per alcune ragioni: la prima è che nel Québec era ancora in vigore un sistema feudale odiato dalla popolazione e inoltre i Canadesi non venivano rappresentati e venivano praticamente governati da governatori inglesi.
In questa TL le Ribellioni Canadesi del 1837-38 sarebbero leggermente diverse: l'Ontario non si ribellerebbe perché sarebbe uno stato e verrebbe quindi rappresentato, ma il Québec, non essendo rappresentato e a causa del trasferimento di coloni anglofoni che coltiverebbero terra presa ai Franco-Canadesi e dell'oppressione del governo americano, si ribellerebbe comunque.
L'Inghilterra probabilmente userà questa ribellione tra i Canadesi come scusa per dichiarare guerra agli Stati Uniti, per cercare di riconquistare il Canada e fermare l'ascesa degli Stati Uniti come superpotenza economica, che avrebbe messo in pericolo l'Inghilterra sui mercati globali.
Come ci è stato dimostrato nella nostra TL durante la Guerra di Crimea, durante questo periodo l'esercito inglese si dimostrò estremamente inetto, mentre, come dimostrato dalla Guerra Messico-Stati Uniti, l'esercito americano era in tutt'altre condizioni.
Accoppiato tutto ciò col fatto che gli Inglesi riuscirebbero a trasportare e rifornire in America solo una piccola forza, questo condurrà ad una vittoria americana contro gli Inglesi in questa guerra degli anni '30 dell'800.
La guerra finirà più o meno in questo modo: gli Inglesi faranno sbarcare una forza nel Canada orientale per aiutare i ribelli, ma dopo qualche successo iniziale gli Americani, per le ragioni che ho menzionato prima, cacceranno la forza inglese e poi attaccheranno la base inglese di Halifax, conquistando il Nuovo Brunswick e la Nuova Scozia, ma, sempre a causa della potenza della Royal Navy, gli Inglesi riusciranno a mantenere il possesso della Terranova.
Dato che gli Inglesi schiacciarono la ribellione canadese con una forza relativamente piccola, possiamo presumere che anche gli Americani, in possesso di una forza più grande, riusciranno a sedare la rivolta canadese.
Nel frattempo, poiché gli stati canadesi saranno tutti abolizionisti, per creare l'equilibrio tra gli stati schiavisti e quelli abolizionisti, gli Stati Uniti in questa TL annetteranno più parti del Messico settentrionale.
Il motivo per cui i Russi vendettero l'Alaska agli Americani è che erano preoccupati per una futura guerra nella quale gli Inglesi avrebbero usato la loro superiorità navale per impossessarsene, e così i Russi, alla ricerca di nazioni alle quali vendere l'Alaska, si rivolsero agli Americani e la vendettero a loro, ma se gli Inglesi non sono in possesso del Canada non ci sarà alcuna preoccupazione e i Russi non avranno nessuna ragione per vendere l'Alaska, che rimarrà parte della Russia.
Questo almeno fino alla Guerra Civile russa, durante la quale gli Americani annetteranno l'Alaska per impedire che cada in mani Comuniste, ed è così che entrerà a far parte degli Stati Uniti in questa TL.
Nel frattempo gli Stati Uniti permetteranno al Québec di diventare un paese indipendente negli anni '50, come fecero con le Filippine e Panama, mentre il resto del Canada rimarrà sotto il controllo americano.

La Guerra Anglo-Americana è in alto nella classifica delle guerre meno conosciute dell'America, e anche se non ha le sembianze di una guerra dimenticata, quando viene chiesto quali siano i conflitti americani più importanti viene spesso oscurata dalla Guerra d'Indipendenza e dalla Guerra di Secessione.
La Guerra Anglo-Americana avvenne tra questi due conflitti ed ebbe un ruolo importante nel legittimare l'indipendenza americana e nel dare agli Stati Uniti il posto di nuova potenza dominante delle Americhe, facendoli diventare essenzialmente il primo prodotto coloniale dell'Europa a prendere per davvero la propria strada e ad abbandonare la guida sicura dei paesi che lo avevano generato.
Ancora oggi si può dire che le altre nazioni americane sono nate o troppo presto o troppo tardi e che questo ha contribuito fino ad oggi alla potenza americana.
Le circostanze della Guerra Anglo-Americana si basavano su due motivi principali: prima di tutto, come ho affermato prima, gli Stati Uniti stavano cercando di affermare ulteriormente la loro indipendenza dall'Inghilterra, che all'epoca era impegnata nelle Guerre Napoleoniche e stava cercando di reclutare soldati ovunque potesse, e questo significava arruolare ex cittadini inglesi degli Stati Uniti attraverso la cattura e l'arruolamento dei marinai americani.
Va notato che gli Inglesi giustificavano questo fatto affermando che diversi dei loro concittadini avevano tentato di sfuggire alla coscrizione scappando negli Stati Uniti, ma senza dubbio diversi Americani vennero coinvolti o per errore o per spregio alla legittimità americana.
Inoltre in precedenza gli Inglesi avevano ceduto agli Stati Uniti la regione nota come Territorio del Nord-ovest, che comprendeva l'Ohio, l'Indiana, l'Illinois, il Michigan e il Wisconsin, ma essi avevano poche intenzioni di permettere agli USA di rivendicare completamente questa terra e in realtà avevano intenzione di creare uno stato cuscinetto formato da una confederazione di nativi americani per rendere sicuri dall'espansione americana i loro insediamenti canadesi sui Grandi Laghi.
Questo piano comportava l'armamento dei nativi e il loro incoraggiamento a razziare i nuovi insediamenti americani, cosa che a sua volta risultò in terribili perdite civili che il Congresso ritenne inaccettabili.
Per alcuni in Inghilterra, incluse grandi porzioni delle élite, la Guerra d'Indipendenza americana era un inconveniente temporaneo che non sarebbe durato, e che alla fine gli stati si sarebbero riuniti all'impero in un modo o nell'altro.
Gli Americani erano a conoscenza di questo sentimento e che fin quando la loro nazione veniva percepita in questo modo avrebbe continuato ad essere sminuita e sabotata dalle potenze europee, cosa che semplicemente non poteva essere consentita.
Questo alla fine avrebbe dato vita alle basi della Dottrina Monroe, un avvertimento a qualsiasi sherpa imperialista che gli Stati Uniti avrebbero agito e combattuto per difendere i propri domini anche se di molto in svantaggio.
Il secondo motivo sono i falchi da guerra e gli espansionisti, che vedevano la presenza inglese in Canada come una vestigia delle forze che avevano combattuto contro gli stati e che affermavano che la rivoluzione non sarebbe finita fino a quando ogni traccia del potere inglese non sarebbe stata cacciata dal continente e non sarebbe stata resa impossibile agli Inglesi la riconquista degli Stati Uniti.
La percezione in America era che i Canadesi stavano affrontando più o meno la stessa oppressione vista nelle 13 Colonie e che era un dovere americano liberare i propri fratelli da questa forza tirannica.
Ma la popolazione canadese era formata in gran parte da lealisti, diversi dei quali erano fuggiti dagli Stati Uniti anni prima, e che mantenevano un tremendo rispetto per la corona inglese, cosa che li faceva sentire un po' diversi dai loro precursori oltremare.
Nonostante questa differenza di opinioni si spinse per un'invasione del Canada col presupposto che le forze inglesi sarebbero state troppo occupate con Napoleone per intervenire, ma l'America aveva sovrastimato le sue possibilità.
Pensava che le sue sole milizie avessero la capacità di portare l'Inghilterra al tavolo dei negoziati, ma diverse milizie del New England si rifiutarono di partecipare e la sconfitta di William Hull nell'Assedio di Detroit in seguito alla fallita invasione dell'Ontario dimostrò che i Canadesi non volevano negoziare così in fretta.
Alla fine la guerra terminò senza un chiaro vincitore: il Canada vide un'ondata di orgoglio nazionale dopo aver respinto con successo l'invasione americana in gran parte da solo, gli Americani trovarono orgoglio nell'asserire all'Inghilterra che non bisognava scherzare con loro e l'Inghilterra si accontentò di non aver perso alcun territorio importante nel conflitto, ma cosa accadrebbe se le cose fossero andate in modo diverso? E se in una TL alternativa gli Stati Uniti cacciassero con successo l'Inghilterra dal nord e incorporassero le sue terre canadesi negli USA? Questo sarebbe potuto accadere in diversi modi che vanno da una maggiore cooperazione dei Canadesi ad un maggior vantaggio militare delle forze americane.
Entrambe le possibilità suggerirebbero condizioni in cui c'è semplicemente più di quanto ci si aspettasse, come le milizie del New England pronte per la guerra e i Canadesi meno propensi a resistere, magari dopo dei colloqui con i Federalisti più filo-britannici, o forse una collaborazione americana con i Franco-Canadesi del Québec.
Ancora una volta useremo un po' di entrambe le opzioni, il Canada finisce sotto l'occupazione americana e l'Inghilterra ha le mani troppo impegnate con Napoleone per tentare un intervento.
Un gran numero di lealisti fuggirebbe dal continente, lasciando quelli rimasti generalmente filo-inglesi ma favorevoli all'ordine americano, garantendo numeri maggiori alle file dei Federalisti, che, sebbene vacillanti, vedrebbero una rinascita grazie all'incorporazione del Canada e al loro appoggio alla guerra, la cui mancanza nella nostra TL costò loro la popolarità.
La piccola popolazione di 77.000 persone del Canada dell'epoca sarebbe comunque una goccia nel mare costituito dalla popolazione di 7 milioni di persone degli Stati Uniti, e ciò vuol dire che anche in questa TL è improbabile che il Partito Federalista riuscirà a far eleggere un suo candidato, a meno che le sue opposizioni non si dividano lasciando il 39% della pluralità Federalista come probabile vincitore.
Detto questo, le politiche del New England settentrionale, o per meglio dire del grande New England, negli anni a seguire vedranno un dominio generale delle politiche Federaliste.
Il Québec francese sarà un eccezione al dominio Federalista e gli verrà garantito la condizione di stato assieme all'Alto Canada, noto oggi come Ontario, che si unirà ai nuovi stati di Labrador e Nuova Scozia, mentre la Terra di Rupert e altre aree a bassa popolazione verranno incorporate come territori assieme all'appena acquisita Louisiana, lasciando l'Inghilterra con solo qualche possedimento nei Caraibi e qualche rivendicazione su Nuova Albione, che alla fine verrà reclamata dagli Stati Uniti come Territorio dell'Oregon.
La susseguente Era dei Buoni Sentimenti vedrà l'adozione, proprio come nel nostro mondo, di una maggiore centralizzazione federalista economica da parte dei Democratico-Repubblicani al governo.
Questi riconosceranno il potenziale vantaggio derivante dalla direzione del governo verso lo sviluppo delle infrastrutture e della produzione della nazione, Monroe cercò addirittura di far fondere i Federalisti col proprio partito per eliminare tutti i partiti che secondo lui erano per natura incompatibili con la libertà del governo.
L'idea era che l'arte del governare venisse condotta meglio da statisti disinteressati che agivano esclusivamente nell'interesse del paese, non da politici faziosi o con ambizioni personali.
Questa politica di amalgamazione funzionò così bene che alla fine nel 1820 corse per la presidenza praticamente senza opposizione, ma fuse i due partiti facendo praticamente cedere i Federalisti per fame e assimilando i loro membri che avevano politiche più simili alle sue e più potere attrattivo.
In questo mondo questa mossa non sarà così facile, Monroe forse dovrà negoziare e fare compromessi con i Federalisti invece che tentare di disgregare interamente il partito come fece nel nostro mondo.
Dovrà accontentare di più i Federalisti, cosa che alla fine si dimostrerà disastrosa, considerando quello che abbiamo visto nel nostro mondo: nonostante l'unità del partito e la dedizione agli stretti valori del partito, Monroe vide ampie divisioni sulla politica e crepe dove una volta l'unità del partito riempiva i vuoti, e vide anche lo scisma dei Democratico-Repubblicani quando John Quincy Adams, William Harris Crawford, Henry Clay ed Andrew Jackson andarono in direzioni diverse.
Adottando la centralizzazione e gli ideali a favore dell'economia di mercato dei Federalisti, Monroe verrebbe visto come un traditore della democrazia Jeffersoniana, che poneva l'accento sulle limitazioni al governo centrale e l'importanza della difesa del ruralismo invece che dell'industrialismo, e con l'arrivo delle elezioni del 1824 in questa TL i Democratico-Repubblicani si dividerebbero tra i Democratici guidati da Andrew Jackson e i Repubblicani guidati da Henry Clay, con il solo Crawford a mantenere il nome originale del partito.
In questo mondo Adams si riunirebbe con i risorti Federalisti e si candiderebbe con loro.
Il programma di Clay prevedeva dazi protettivi, sviluppo delle infrastrutture e un forte governo federale, quello di Jackson maggiori poteri esecutivi, governi statali più forti e la realizzazione del Destino Manifesto, Crawford voleva mantenere una forte sovranità statale e una limitazione del potere federale, e Adams aderirebbe al programma Federalista con l'eccezione del miglioramento delle relazioni con l'Inghilterra (nel nostro mondo Adams ruppe col suo partito perché era favorevole ad un embargo sui beni inglesi).
La corsa sarà un testa a testa tra Adams e Jackson, con Jackson che otterrà la maggioranza dei voti elettorali, ma sarà Adams ad ottenere la presidenza attraverso una votazione alla Camera dei Rappresentanti.
La politica negli anni successivi si polarizzerà, Adams, col suo grande sostegno dei territori canadesi, riuscirà a far approvare i suoi piani per un'università nazionale, un'accademia navale e la costruzione di strade e ferrovie finanziate in parte dalle tasse e dalla vendita di appezzamenti di terra nel nord e nell'ovest a coloni intraprendenti.
I dazi istituiti dall'amministrazione e la gestione dei nativi americani metteranno un cuneo tra il nord industrializzato e il sud agricolo.
Adams cercherà di assimilare le tribù del nord meno aggressive, ma il sud chiederà il trasferimento totale delle bellicose tribù del sud, che ponevano una costante minaccia ai nuovi insediamenti.
L'Inghilterra interromperà tutti i commerci tra gli Stati Uniti e le colonie nelle Indie Occidentali, estraniando ulteriormente i Federalisti dalla loro politica di amicizia col Regno Unito.
Essi utilizzeranno l'esperienza di Adams come ambasciatore in Russia per instaurare relazioni commerciali amichevoli con l'Impero Russo.
Al contrario, l'ambizione dei Federalisti di mantenere un'aristocrazia di politici ed intellettuali finirà a causa della base di sostegno più egalitaria proveniente dall'era Monroe, e questo vuol dire che i Federalisti, anche se riusciranno a far passare molte delle loro politiche economiche, vedranno fallire continuamente i loro sforzi per implementare il loro programma sociale e legale di libertà attraverso la leadership delle élite.
Nelle elezioni del 1828 il divario tra nord e sud diventerà chiaro, mentre i resti dei Democratico-Repubblicani e dei Repubblicani Nazionali verranno assimilati nel Partito Democratico e in quello Federalista.
Lo scisma politico delle elezioni precedenti è stato fondamentale nel riportare i Federalisti al potere, ma stavolta le cose sono più definite e Jackson otterrà uno schiacciante supporto dagli stati, nonostante la simpatia per i Federalisti che farà breccia negli stati dei Grandi Laghi.
Jackson e i suoi Democratici stabiliranno un precedente nella politica americana almeno per il prossimo decennio e rafforzando il ruolo del presidente, che toglierà poteri federali ai governi degli stati e creerà diversi nuovi stati con l'obiettivo di accelerare l'espansione verso ovest.

Arriviamo così all'annessione della Repubblica del Texas nel 1845 e alla susseguente Guerra Messico-Stati Uniti: dopo la guerra ci sarà un grande dibattito su quanta terra reclamare dallo sconfitto Messico.
I Federalisti proporranno il quantitativo necessario di territorio del Messico settentrionale per garantirsi l'accesso totale al Pacifico, ma i Democratici penseranno di poter facilmente estendere il dominio su tutto il Messico.
Il problema insito nella questione era duplice: prima di tutto uno sconvolgimento dell'equilibrio di potere tra nord e sud sarebbe andato drasticamente a favore dei Democratici, dato che al sud sarebbero state concesse altre terre agricole e potenziali stati schiavisti.
Ma i Democratici potrebbero dichiarare che con l'acquisizione del Canada i Federalisti avrebbero ottenuto il controllo del paese una volta completato il popolamento del nord e che perciò il sud ha bisogno del suo spazio per espandersi e mantenere l'equilibrio di potere.
Verrà fatto un compromesso per permettere l'annessione, oltre che dei territori sudoccidentali, delle repubbliche del Rio Grande e dello Yucatan, così come del territorio della Bassa California.
Il Messico vedrà in seguito la perdita dei suoi territori più settentrionali e meridionali a causa di movimenti indipendentisti che lo faranno rimanere solo col suo nucleo più densamente popolato.
Anche se i politici Democratici domineranno per un po' la politica americana, sarà la loro politica di autonomia locale e sovranità degli stati ad aiutare i Federalisti a consolidare la loro presa sul nordest, rendendo col passare degli anni questi stati un blocco Federalista omogeneo con una cultura predominantemente anglosassone e con minoranze tedesche, costruita su uno stile di vita basato sull'industria e la pesca.
L'unità nella regione sarà così forte che esisterà un'unione non ufficiale, visto che la maggior parte delle barriere tra quegli stati verranno eliminate, con l'eccezione del Québec.
Verranno persino suggerite al Congresso una o due proposte d'unione: o un'unione di tutti gli stati regionali escluso il Québec in una singola enorme entità o diverse unioni più piccole che formeranno gli stati del Grande New England, dell'Hudson e delle Midlands.
Il movimento incontrerà alcune opposizioni, dato che alcuni Democratici suggeriranno che ciò sopprimerà il potere non federale nell'area, mentre altri saranno favorevoli alla proposta sulla base del fatto che alla fine ridurrà il numero dei rappresentanti Federalisti al Senato.
Qualunque sarà l'esito questo sarà un piano dei Federalisti per allontanarsi finalmente dai Democratici, che percepiranno come troppo politicamente incompatibili, e, nel 1867, in seguito ad una collaborazione Democratica con la Francia per installare un governo fantoccio in Messico e all'acquisto dell'Alaska e della Groenlandia rispettivamente dalla Russia e dalla Danimarca, gli Stati Federali d'America dichiareranno ufficialmente la secessione dall'unione, rivendicando il dominio su tutti i territori non organizzati a nord del 42° Parallelo.
L'Unione del Sud cercherà di riconquistare i territori Federalisti, ma alla fine si ritroverà arenata in termini di risorse logistiche e manodopera.
Una guerra offensiva contro il nord più popolato e industrializzato non sarà fattibile e non avrà il favore del pubblico, perciò, dopo una breve resistenza, verrà stilato un accordo di partizione e separazione pacifica, e i due stati prenderanno ognuno la propria direzione.
Gli Stati Federali verranno visti come un alleato strategico sia dall'Inghilterra che dalla Russia, che cercheranno entrambe l'amicizia con la nuova nazione.
L'Inghilterra farà appello al retaggio anglosassone della nazione, mentre la Russia farà appello alle relazioni iniziali e cercherà di far apparire l'Inghilterra come un nemico.
L'Unione del Sud e il Québec indipendente formeranno una solida alleanza con l'Impero francese, ed entrambi sposteranno la loro attenzione sull'America Latina e il cacciare l'Inghilterra dai Caraibi.
Le Guerre della Banana, una serie di interventi americani in America Latina successivi all'acquisizione di Cuba e Porto Rico dalla Spagna, serviranno come periodo di transizione perfetto per rendere queste terre occupate vere e proprie colonie americane.
Gli Stati Federali si occuperanno di progetti interni e di mantenere la pace nei mari del nord, così da assicurare che il commercio continui.
Questo condurrà al notevole intervento nella Guerra Russo-Giapponese per assicurarsi che il loro principale alleato commerciale rimanga con un piede nell'area, soddisfacendo al contempo le rivendicazioni giapponesi in Corea per porre rapidamente termine al conflitto e mantenere l'occupazione russa della Manciuria.
Questo sul lungo termine smorzerà la disillusione nei confronti dello Zar russo che contribuì alla rivoluzione Bolscevica e allo stesso tempo darà una mazzata al nazionalismo giapponese che seguì nella nostra TL e che contribuì alla massiccia espansione giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale.
L'occupazione Franco-Meridionale del Messico lascerà i due paesi ad affrontare la Rivoluzione Messicana, che sarà basata sui problemi della rappresentazione, dell'europeizzazione e delle riforme sociali.
Questa rivolta verrà fermata dalle due grandi potenze, e verrà seguita da interventi più intensi in America centrale, sulla base che la libertà deve essere guadagnata attraverso la dimostrazione di moralità di un popolo e che la democrazia pura in America centrale non sarà possibile fino a quando i centroamericani non eleggeranno gli uomini giusti.
Questa era una percezione adottata durante le Guerre della Banana nella nostra TL e rappresentò un riconoscimento del processo civilizzatore che tutte le società devono attraversare prima che possa essere considerata l'instaurazione di una democrazia senza un importante rischio di corruzione o fallimento, ma questo adesso sarà nelle mani di un'unione Democratica che è stata storicamente costruita sugli ideali di autosovranità e mantenimento delle libertà fra tutti gli uomini, sarà un qualcosa che in questo mondo dividerà i Democratici tra due campi principali.
Da un parte avremo i Democratici Liberali, che propugneranno un'estensione del suffragio, la sostituzione del sistema rappresentativo col voto diretto e l'abolizione della schiavitù nei pochi stati nei quali è ancora presente.
I Democratici Conservatori, invece, insisteranno che il voto rimanga esclusivamente ai bianchi con più di 21 anni, che rimanga il sistema dei rappresentanti in modo che qualche stato non diventi più potente degli altri e che gli stati che includono territori siano soggetti alla loro giurisdizione piuttosto che a quella del governo centrale.
I Democratici Liberali mireranno essenzialmente a stati più decentralizzati per mettere il potere nelle mani della maggioranza assoluta, mentre i Democratici Conservatori cercheranno di rafforzare le autonomie locali degli stati per assicurarsi che i voti rimangano nelle mani di quelli ritenuti più capaci.
Questo scisma nel partito farà sì che i Democratici Conservatori, sebbene ancora al potere, si riavvicinino ai Federalisti con una proposta d'unione dopo aver compreso quali sono le falle e le vulnerabilità del loro sistema dopo anni di pratica e miglioramenti.
Allo stesso modo i Federalisti arriveranno a comprendere i pericoli della centralizzazione troppo diretta del potere.
La maggioranza anglosassone della popolazione si alienerà la popolazione tedesca delle Midlands, che, con le tensioni in ascesa tra Inghilterra e Germania. arriverà ad identificrsi con più forza con le sue radici ancestrali e rifiuterà la leadership di discendenza quasi esclusivamente inglese.
La riunione arriverà con la fusione dei due partiti in uno che ridarà di nuovo i poteri agli stati, ma manterrà gli alti standard di leadership promossi dai Federalisti attraverso un sistema federalista migliorato e collegi elettorali più forti.
Questi Stati Uniti, una volta scoppiata la Grande Guerra, anche se avranno la possibilità di rimanere neutrali o di rifornire entrambe le parti, troveranno un motivo per farsi coinvolgere e probabilmente si allineeranno con l'Intesa come nel nostro mondo.
Come detto prima, senza l'umiliazione di una sconfitta contro il Giappone, la Russia se la cava senza una rivoluzione e, per quanto possa sembrare bizzarro, verrà guidata dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti ad adottare una politica più democratica per evitare il rischio di affrontare gli stessi tumulti politici visti dalla Germania immediatamente dopo il conflitto.
Il Giappone, anche se ha ancora ambizioni di dominio sull'Asia, cercherà bersagli più facili nel dopoguerra, probabilmente Taiwan, l'Indonesia olandese o le Filippine spagnole.
Inoltre, essendo meno propenso a disobbedire agli ordini della Società delle Nazioni, accetterà i compromessi degli Stati Uniti, questo ovviamente sempre ammesso che la Società delle Nazioni esista affatto, cosa che potrebbe essere improbabile.
Come nota a margine, in questo mondo anche la Liberia prospererà, dato che gli stati del sud schiavisti potevano scegliere di mandare lì gli schiavi liberati, perciò quella regione non subirà mai lo spopolamento del quale ha sofferto nel nostro mondo.
Alla fine quest'unione tra il Canada e gli Stati Uniti cambierà gli equilibri di quella che sarà una lotta di potere tra nord e sud, centralizzazione e decentralizzazione, industria e agricoltura, potere federale e diritti degli stati.
Con l'equilibrio di potere ancora più sbilanciato e con la decentralizzazione che alla fine contribuirà all'unione dei gruppi più coesi, i due paesi riusciranno ad intraprendere strade separate e, cosa più importante, riusciranno a ricucire le divisioni passate per preservare quello che entrambi cercavano di rendere sicuro per loro.

.

Come gli Stati Uniti quasi comprarono il Canada con una nave

Sembra ragionevole pensare che la Guerra di Secessione Americana fu un evento ben confinato all’interno dei confini degli Stati Uniti o, al massimo, del continente nordamericano, ma la guerra civile ebbe un elemento internazionale molto importante spesso trascurato da molte narrative: dal tentativo della Francia di annettersi il Messico mentre l’Unione era distratta a sud, alla speranza dell’Inghilterra che la Confederazione indebolisse la crescente minaccia costituita dagli Stati Uniti, alla Russia, che, dopo aver perso malamente contro la Francia e l’Inghilterra durante la Guerra di Crimea, cercò di proteggere l’Unione in qualità di ultima amica che avrebbe potuto avere sulla scena internazionale.
Il Regno Unito in particolare sembrò essere solo a momenti dal sostenere la Confederazione, prima che la leadership inglese cambiasse idea all’ultimo.
Il cotone Confederato era molto ambito sia dalla Gran Bretagna che dalla Francia, e negli anni immediatamente precedenti la Guerra di Secessione Americana l’industria tessile inglese aveva visto un incredibile boom solo per fermarsi bruscamente a causa del blocco dell'Unione alle esportazioni del sud perché la Confederazione non acquisisse ulteriori fondi per il suo sforzo bellico.
In Inghilterra il risultato fu quella che divenne nota come Cotton Famine, una carenza di materiali grezzi che vide i prezzi dei prodotti tessili andare alle stelle mentre diversi di coloro precedentemente impiegati in quell’industria divennero disoccupati e indigenti.
Il governo della Gran Bretagna non poteva tollerare quanto fosse influenzato in negativo da quella che considerava ipocrisia da parte dell’Unione.
Perché, si chiedevano gli Inglesi, era così sbagliato che i Confederati si separassero e creassero il loro stato quando gli Stati Uniti avevano fatto più o meno lo stesso per ottenere l’indipendenza dall’Inghilterra? Crebbero le tensioni fra due paesi che erano già in cattivi rapporti dalla Guerra Anglo-Americana, una guerra senza un chiaro vincitore dove negli anni postbellici entrambe le parti accusarono l’altra di averla istigata, l’Inghilterra perché aveva coscritto a forza marinai statunitensi nella loro guerra contro Napoleone, e gli USA perché avevano tentato di far scoppiare una guerra d’indipendenza in Canada, che gli Statunitensi speravano si unisse a loro solo perché i Canadesi rifiutassero la loro liberazione e resistessero.
Avendo dei motivi per desiderare il male dell’Unione e beneficiando del cotone Confederato, la Gran Bretagna prese in considerazione l’idea di farsi coinvolgere direttamente dalla parte del sud, e anche senza partecipare direttamente nel conflitto fornì ai Confederati opportunità per bypassare il blocco dell’Unione e produrre per loro alcune navi, soprattutto la CSS Alabama, che arrembò diversi vascelli dell’Unione, prendendo circa 2000 prigionieri e catturando o distruggendo oltre 60 navi unioniste che valevano da sole circa 6 milioni di dollari dell’epoca.
Il Congresso postbellico cercò di ritenere responsabile l’Inghilterra della distruzione causata dall’Alabama, soprattutto Charles Sumner, che decise di tenere in considerazione il costo stesso delle navi, il costo dell’estensione della Guerra di Secessione Americana e le ferite fisiche ed emotive sostenute dai soldati.
La Gran Bretagna doveva agli Stati Uniti 2 miliardi e 125 milioni di dollari, e vi ricordo senza tenere conto dell’inflazione attuale.
In alternativa, invece di pagare questo enorme e inconsueto debito finanziario, Sumner offrì all’Inghilterra di cedere i territori canadesi controllati direttamente dall’Inghilterra e dalle sue compagnie, nello specifico le terre della costa occidentale, concedendo agli Stati Uniti l’accesso terrestre diretto all’Alaska, che era stata acquistata solo due anni prima dalla Russia, e il Segretario di Stato William H. Seward, che era stato in gran parte responsabile dell’acquisizione dell’Alaska, sostenne fortemente la proposta di annessione di Sumner, così come molti altri negli Stati Uniti.
Solo un anno prima dell’acquisto dell’Alaska un membro della Camera dei Rappresentanti propose una legge che autorizzava il presidente ad annettere l’intero Canada, mentre un’altra legge dell’anno seguente parlava solo dei territori occidentali, e anche se nessuna delle due entrò in vigore, attirarono un po’ di attenzione da parte del pubblico statunitense e dei vicini Canadesi, risvegliando le aspirazioni espansioniste del primo, come evidenziato da Seward e Sumner, mentre in Canada crearono molta angoscia.
Con l’acquisto dell’Alaska, la Guerra di Secessione Americana conclusa, le relazioni Anglo-Americane tese e l’interesse nell’annessione del Canada espresso tre volte in pochi anni, diversi segnali renderanno adesso evidenti una potenziale minaccia all’indipendenza canadese da parte degli Stati Uniti.
Come risultato di questi e altri fattori, le province canadesi orientali, dove si trovava la maggioranza della popolazione, si unirono per creare il Dominion del Canada, un’entità più autonoma che non era semplicemente un possedimento del Regno Unito, ma una nazione che poteva investire attivamente in sé stessa e difendersi da sola.
La Gran Bretagna a sua volta ridicolizzò le proposte di Sumner, e si accordò per un pagamento più ragionevole di 15 milioni di dollari, ma per quanto possa sembrare assurdo che gli Stati Uniti ottenessero una grande fetta di Canada come compensazione per la vendita inglese della CSS Alabama, ci fu veramente una discreta possibilità perché questo accadesse.
Prima di tutto c’era il valore che l’Inghilterra dava all’ovest del Canada: era un territorio sottopopolato, con molti dei suoi abitanti che erano prospettori statunitensi che erano arrivati lì in cerca d’oro.
Era uno dei possedimenti territoriali inglesi meno raggiungibili, difficile da sviluppare, popolare e utilizzare in maniera efficace.
Doveva essere la California della Gran Bretagna, un centro dal quale dominare il commercio del Pacifico, ma le città costiere della Columbia Britannica erano più dipendenti dagli Stati Uniti che dalla Gran Bretagna, e questa dipendenza stava contribuendo ad un debito problematico che aveva reso la colonia praticamente un peso.
Quando venne creato il Dominion del Canada molti ad est presunsero che la Columbia Britannica si sarebbe unita a loro, ma la tremenda divisione geografica tra est e ovest rese questa disposizione molto sfavorevole, gli abitanti della Columbia Britannica temevano che questa organizzazione li avrebbe resi poco più di un possedimento coloniale del Canada, invece di una provincia rappresentata in modo equo.
Gli Stati Uniti, d’altro canto, con la loro ferrovia transcontinentale quasi completa e gli stati occidentali che stavano prosperando, dimostravano un alto grado di interconnettività tra le sue metà occidentale e orientale che attirava gli abitanti della Columbia Britannica.
Era molto chiaro che gli USA volessero quel territorio per farne un buon uso, che era molto più di quello che si potesse dire dell’Inghilterra, che metteva regolarmente in dubbio il valore dei territori occidentali e la loro volontà di combattere gli Stati Uniti se questi alla fine si fossero risolti ad un’annessione forzata.
Prima della Confederazione Canadese, il Canada orientale stava diventando abbastanza preoccupante per la Gran Bretagna, dato che questo territorio lontano nel quale aveva investito pesantemente non poteva essere difeso con efficacia dai più grandi e più densamente popolati Stati Uniti se fossero scoppiate le ostilità.
Se questo valeva per l’est, come non poteva valere meno per l’ovest? Perfino la risoluzione inglese di pagare agli Stati Uniti 15,5 milioni di dollari parlava della possibilità di una concessione territoriale, dato che la molto più grande colonia russa dell’Alaska era stata comprata per meno della metà di quella cifra.
L’Inghilterra, però, iniziò a rivalutare l’utilità di una porta d’accesso al Pacifico, anche se avrebbe richiesto maggiori investimenti.
Questo alla fine ritardò i negoziati sulla disputa della CSS Alabama, cosa che fece preoccupare alcuni politici statunitensi che non avrebbero ottenuto nulla, incoraggiandoli ad offrire un pagamento monetario più ragionevole dei due miliardi di Sumner, affermando che questa risoluzione più pragmatica avrebbe aiutato a coprire le spese della Guerra di Secessione Americana.
Alla fine gli Stati Uniti ricevettero il loro pagamento, la Columbia Britannica entrò a far parte del Canada e le relazioni Anglo-Americane iniziarono lentamente a migliorare come risultato di quello che veniva visto come un accordo fatto di buona volontà, ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa la Gran Bretagna desse almeno parte del Canada agli Stati Uniti? All’epoca gli Stati Uniti erano esitanti ad arrischiarsi di dare il via ad una guerra con la Gran Bretagna e il Canada, vi ricordo che la Guerra di Secessione Americana era finita solo alcuni anni prima, il conflitto aveva lasciato la nazione gravata da un pesante debito, e l’occupazione militare del sud era ancora in corso, lasciando essenzialmente gli Stati Uniti con solo una frazione delle sue risorse totali disponibili.
Detto questo, la Columbia Britannica era, di nuovo, scarsamente popolata, gravemente isolata e troppo sconveniente sia per l’Inghilterra che per il Canada da occupare di nuovo in maniera ragionevole.
Gli Stati Uniti però avranno una ferrovia transcontinentale completata a loro disposizione quando scoppierà la guerra, permettendogli un rapido trasporto di uomini e rifornimenti da una costa all’altra ad una velocità che né la Gran Bretagna né il Canada potranno raggiungere.
Non ci sono dubbi su se gli Stati Uniti riusciranno a mantenere o meno i territori occidentali, gli USA potrebbero addirittura invadere contemporaneamente il Canada orientale, e né l’Inghilterra né i Canadesi riuscirebbero a fermarli.
Il motivo di preoccupazione all’epoca era precisamente quanto duramente erano disposti il Regno Unito e il Canada a combattere una battaglia persa in partenza.
Se fossero stati abbastanza determinati da portare avanti una guerra lunga diversi anni contro gli USA mentre erano vulnerabili, un simile conflitto avrebbe lasciato l’economia statunitense completamente distrutta, incoraggiando potenzialmente il sud a ribellarsi ancora una volta, causato terribili distruzioni alle infrastrutture appena ricostruite e lasciato il Nord America, sia il Canada che gli Stati Uniti, molto indietro rispetto alle nazioni europee nella classifica delle potenze globali.
La Gran Bretagna all’epoca era occupata a consolidare e fortificare la sua influenza globale, ma i suoi rivali continentali in Europa erano in ascesa per sfidare l’autorità dell’impero, rimanere impelagata in questo importantissimo momento storico in una guerra infruttuosa in America solo per vendicarsi sarebbe un errore pericoloso da fare per la Gran Bretagna.
L’Inghilterra potrebbe certamente infliggere una ferita agli Stati Uniti che potrebbe paralizzarli per almeno un decennio, ma quanti progressi verranno persi investendo in un conflitto simile solo per non ottenere nulla in cambio? E durante questo periodo i Francesi o i Tedeschi potrebbero sorpassarla.
Né gli Stati Uniti né la Gran Bretagna erano davvero nella posizione di rischiare la guerra, ed entrambi non lo fecero, ma stavolta le cose sono diverse.
In questa TL alternativa, nonostante gli evidentissimi rischi, gli Stati Uniti vedono il bluff dell’Inghilterra e determinano che per questa non vale la pena combattere per il Canada occidentale.
I soldati vengono spostati sulla costa occidentale in un’apparente mobilitazione, e le difese orientali vengono fortificate in vista di un attacco inglese.
Gli Stati Uniti rendono molto chiaro che sono disposti e pronti ad andare in guerra.
Discorsi più aggressivi nei negoziati minano la sicurezza del Regno Unito e la sua capacità di difendere la Columbia Britannica, il tutto rassicurandolo che sotto la guida statunitense la nazione prospererà, forse promettendo al Regno Unito l’uso di questi porti entro qualche anno per aiutare ad addolcire l’accordo, dando a questo un accesso limitato alle risorse della Columbia Britannica senza il bisogno di spendere nel suo sviluppo.
In ogni caso la Gran Bretagna accetta di cedere le terre della Columbia Britannica e dei Territori del Nord-Ovest.
Gli Stati Uniti cercheranno di ottenere anche la Terra di Rupert, ma l’Inghilterra la manterrà per la futura espansione del Canada, assicurandosi quello che in seguito diventerà il granaio del Canada, le preziose Praterie Canadesi.
Per quanto riguarda i termini del loro accordo per fare un uso redditizio dei territori che potrebbero in seguito arrecare beneficio alla Gran Bretagna, gli Stati Uniti si assumeranno il debito della colonia, togliendo un grande peso alle imprese locali, e inizieranno a lavorare su un paio di linee ferroviarie che connetteranno la Columbia Britannica al Minnesota e alla California, aprendo la regione ai proprietari terrieri e promuovendo la corsa all’oro in quel territorio, cosa che potrebbe suggerire agli aspiranti coloni che potrebbe esserci ancora molto da trovare nelle selvagge terre del nord.
Indipendentemente da se gli USA acquisiranno la Columbia Britannica per mezzo della pressione militare o meno, la concessione di terre da parte dell’impero più potente del mondo sarà incoraggiante, e quasi certamente alimenterà ulteriori avventure coloniali negli anni a venire, soprattutto nel Pacifico, dove l’espansionismo statunitense coinciderà e si scontrerà con quello di Germania e Giappone.
C’è anche una possibilità che questa concessione costi all’Inghilterra un po’ di prestigio internazionale e la costringa a difendere più aggressivamente le sue colonie da minacce come la Francia e la Germania.
Sotto la guida statunitense la Columbia Britannica vedrà una vistosa crescita in un importante stato portuale e minerario, attraendo una manciata di prospettori nell’anticipazione che nella regione venga scoperto altro oro, così come semplici minatori che si avvantaggeranno della ricca riserva di carbone della regione.
Nasceranno anche nuove città portuali che potranno agire come tappe verso la costa dell’Alaska, portando un numero maggiore di coloni in queste terre, specialmente all’inizio della Corsa all’Oro del Klondike, permettendo all’Alaska di raggiungere un livello di sviluppo più alto rispetto a quello visto nel nostro mondo.
La popolazione della Columbia Britannica alla fine rivaleggerà quella dello stato costiero della California, diventando molto superiore a quella che avrebbe visto sotto il controllo canadese.
Per i Canadesi la perdita dei territori occidentali sarà sia una maledizione che una benedizione, dato che anche se adesso saranno isolati dal Pacifico saranno anche liberi di concentrarsi sullo sviluppo locale ad est invece di estendersi eccessivamente sia in termini di popolazione che di finanze solo per raggiungere la costa opposta.
Questo porterà alla creazione di comunità più densamente popolate e interconnesse d est, un po’ come hanno iniziato a fare gli Stati Uniti, e che in seguito permetteranno una colonizzazione più profonda dei territori dei Grandi Laghi.
La ricchezza che sarebbe stata altrimenti investita nello sviluppo dell’occidente verrà invece spesa per industrializzare le province orientali, creando molti nuovi posti di lavoro, rafforzando l’economia e promuovendo la crescita demografica.
Tutto questo aiuterà a compensare la crisi economica che nella nostra TL il Canada subì nel decennio successivo, quando vide declinare la forza lavoro, uno sviluppo lento e una maggiore competizione con gli Stati Uniti.
Ci si può anche aspettare che il senso di unità nazionale fra i Canadesi di questa TL sia più forte.
Come detto prima, lo sviluppo dell’estesa ferrovia transcontinentale canadese del nostro mondo distolse molta ricchezza necessaria alle province orientali e al Manitoba, portando qualcuno a pensare che il governo canadese stesse favorendo l’ovest a spese dell’est, incentivando la rivalità regionale nel dominion e incoraggiando alcune province a considerare la secessione dalla confederazione per concentrarsi meglio su loro stesse, ma stavolta questo non è il caso, e il Canada riuscirà invece a sviluppare un governo e un’identità più centralizzate.
I Canadesi, volendo evitare di diventare dipendenti dagli USA dopo che una simile dipendenza gli è costato la costa occidentale, non adotteranno una politica commerciale di reciprocità come nel nostro mondo, almeno non per il momento, il che vuol dire che il Canada istituirà dei dazi protezionistici contro le importazioni statunitensi per promuovere una maggiore autosufficienza canadese o una co-dipendenza con l’impero.
Questo sarà ancora un altro fattore che aiuterà ad incentivare l’industrializzazione e l’estrazione delle risorse canadesi, mettendo il Canada sulla strada per diventare molto più forte di quello che conosciamo.
Anche la colonizzazione delle praterie sarà sempre più importante verso la fine del secolo, dato che la popolazione in espansione richiederà la produzione di più cibo.
Anche se il Canada vero e proprio diventerà un’entità più forte, rimarrà strettamente legato alla Gran Bretagna, mentre le relazioni di entrambi con gli Stati Uniti rimarranno tese e scettiche dopo i mezzi minacciosi coi quali hanno acquisito l’occidente.
Questo scetticismo del Canada nei confronti degli USA, assieme alla sua popolazione e le sue capacità industriali in aumento, alla fine spingeranno i Canadesi a diventare molto più capaci di respingere l’aggressione statunitense, cosa che a sua volta lascerà all’Inghilterra meno motivi per cercare l’amicizia con gli USA per proteggere il Canada.
Ora, questo non significa che i tre svilupperanno animosità l’uno contro l’altro, ma solo che l’amicizia che alla fine costruirono non sarà così forte.
La Gran Bretagna e il Canada continueranno a percepire gli Stati Uniti come una potenziale minaccia, ma non necessariamente un nemico.
Questo probabilmente avrà termine durante la Grande Guerra, quando l’Inghilterra, cercando di ottenere quanto più supporto contro la Germania possibile, avrà come obiettivo l’attirare le navi statunitense in zona di guerra, dove è probabile che finiranno sotto attacco da parte della Germania e costringeranno così gli USA alla rappresaglia, proprio come è successo nella nostra TL in seguito all’affondamento dell’RMS Lusitania.
L’unica differenza, stavolta, potrebbe essere una reprimenda nei confronti della Gran Bretagna per il suo sdegno per la sicurezza degli USA e le sue azioni contro le navi statunitensi ritenute in rotta verso la Germania.
L’Inghilterra forse compenserà gli Stati Uniti per queste azioni cedendo vari territori nel Pacifico meridionale, inclusi i territori tedeschi in Nuova Guinea e Micronesia, incoraggiando gli USA a fortificare la sua posizione nel Pacifico mentre l’Inghilterra si concentrerà sulla sua partnership transatlantica col Canada.

.

E se la Cospirazione Burr avesse avuto successo?

Oggi faremo la conoscenza di Aaron Burr, padre fondatore e figura controversa che tramite un duello mandò in anticipo nella tomba Alexander Hamilton.
Burr è forse meglio noto per il suo ruolo come vicepresidente di Thomas Jefferson, per il suo famigerato duello e ovviamente per la cospirazione che esploreremo oggi, ma a parte queste cose è importante capire che uomo era Burr: un uomo complesso, un veterano di guerra il cui carattere intransigente gli procurava sia amici che nemici.
Aaron Burr è stato spesso descritto come insensibile e scostante, ma queste testimonianze vengono dai suoi nemici e conoscenti, mentre coloro che erano più vicini a lui parlavano di un’anima premurosa e molto generosa, e Burr descriveva sé stesso come un uomo inquieto e irritabile.
Questo fatto viene attribuito alla sua perdita della fede, che lo rese amareggiato nei confronti della vita e gli faceva pensare di aver perso il suo scopo.
Tentò di rendere la sua vita e quelle degli altri che stavano intorno a lui la migliore e più libera possibile, un tentativo che lo rese quello che potrebbe essere meglio descritto come un egalitario che desiderava un trattamento equo per le donne e l’abolizione della schiavitù.
Burr era anche un individualista che difendeva regolarmente il bene dell’interesse individuale rispetto al bene del collettivo, che percepiva come la filosofia dei suoi contemporanei Hamilton e Madison, ma secondo loro Burr era troppo interessato a sé stesso per poter costruire la nazione, qualcosa che minacciava in modo critico l’unità che i padri fondatori speravano di alimentare.
Burr veniva chiaramente visto come un uomo egoista e divisivo, che si faceva campione dell’egoismo mentre gli altri padri fondatori difendevano il valore della virtù pubblica del dovere verso l’intera nazione e pensavano che la Costituzione potesse essere difesa solo da un leader virtuoso e altruista.
Si potrebbe dire che Burr era una specie di Sargon di Akkad dell’epoca (mi riferisco allo YouTuber).
Questo conflitto di opinioni diede il via agli attacchi verbali e scritti di Hamilton contro il personaggio di Burr.
A Burr non venne permesso di ottenere incarichi importanti ed Hamilton lo inseguì durante tutte le sue campagne.
L’incarico più alto che Burr riuscì ad ottenere fu quello di vicepresidente, un incarico che all’epoca, come disse John Adams, era virtualmente insignificante, ma Burr non tollerò ancora per molto gli attacchi di Hamilton, e nel 1804 lo sfidò a quel duello fatale dove Hamilton perse la vita, ma che pose fine anche alla sua carriera politica, dato che nessuno avrebbe eletto l’uomo che aveva sparato ad uno dei politici più popolari della nazione.
Quando la vicepresidenza di Burr finì nel 1805, egli si trasferì ad ovest della frontiera, nel Territorio della Louisiana, dove aveva preso in affitto almeno 40.000 acri di terra dalla Spagna, ed è qui che le cose si fanno un po’ complicate e dove inizia la Cospirazione Burr.
Avendo compreso che non avrebbe mai ottenuto la presidenza a causa della sua perdita di popolarità, Burr stilò un piano per: a) lanciare un movimento secessionista della Louisiana e di vari altri territori occidentali o b) invadere il Messico spagnolo con un attacco a sorpresa, liberarlo e instaurarvisi come monarca illuminato.
C’erano alcuni problemi logistici, prima di tutto il fatto che per realizzare il suo piano Burr si affidava al sostegno spagnolo e britannico, che non si palesarono mai.
Gli alleati di Burr includevano James Wilkinson, il comandante in capo dell'esercito degli Stati Uniti a New Orleans e Governatore del Territorio della Louisiana, che Aaron Burr aveva assegnato a quell’incarico durante la sua vicepresidenza.
Wilkinson era anche noto per aver cercato la precedente secessione del Kentucky e del Tennessee dall’Unione, un piano che non fu mai portato a compimento.
Wilkinson in seguito avrebbe tradito Burr e contribuito ai rapporti sul suo voltafaccia.
Burr aveva anche il sostegno del Generale Andrew Jackson, ma solo nel caso in cui fosse stata dichiarata la guerra contro la Spagna.
Nella nostra TL Burr fu arrestato dopo che arrivarono dei rapporti sulle sue intenzioni, ma non venne incarcerato per tradimento, dato che non si riuscì a raccogliere abbastanza prove.
La credibilità di Burr venne irreparabilmente distrutta, ed egli fuggì in un esilio autoimposto in Europa, ma se le cose andassero diversamente? E se Burr riuscisse a radunare le forze necessarie per lanciare la sua invasione e non venisse scoperto fino a quando non sarebbe pronto per lanciare il suo attacco? Se fosse stato paziente gli si sarebbe presentata l’opportunità giusta, l’invasione napoleonica della Spagna, che danneggiò la presa della Spagna sulle sue colonie e diede via ai movimenti che avrebbero portato alla Guerra d’Indipendenza del Messico.
Supponiamo che in questa TL Burr non intraprenda azioni fino a quando l’ammassarsi dei conflitti in Nuova Spagna non renda la regione adatta per l’invasione: questo potrebbe portare ad un’offensiva che confluirà nella Guerra Anglo-Americana, portando ad una situazione simile a quella dell’invasione del Canada di William Hull che diede il via alla Guerra Anglo-Americana.
Burr e Hull spingeranno gli Stati Uniti in un grande conflitto sia contro la Spagna borbonica che contro l’Inghilterra, dando vita ad un confuso pantano militare che darà il via ad alleanze che vedranno numerose altre parti straniere e beneficherà ancora di più gli sforzi di Burr.
E quindi, detto tutto ciò, diamo il via allo scenario: i primi mesi del 1812 sembrano favorire gli Stati Uniti, alcuni falchi di guerra chiedono una rappresaglia contro l’Inghilterra per asserire il dominio sulle Americhe in seguito alla cattura inglese di navi e soldati americani.
Fortunatamente per loro sembra che Napoleone in Europa stia mettendo alle corde la Gran Bretagna.
Il Canada, così lontano dalla marina imperiale e così vicino ad essi, è maturo per essere liberato dagli Americani, e così un governatore, William Hull, si fa carico di guidare quell’invasione.
Anche il nostro Aaron Burr alternativo vedrà un’opportunità all’orizzonte, la Spagna gli ha già affittato le terre che aveva chiesto, e grazie ad alcuni anni di pazienza Burr avrà avuto il tempo di costituire una milizia di qualche migliaio di uomini.
La Nuova Spagna stava diventando sempre più divisa tra la popolazione nativa, i discendenti degli Spagnoli, i sostenitori della vecchia corona e i sostenitori della separazione dalla Spagna, cosa che creò numerose fazioni e divisioni all’interno della Nuova Spagna che Burr potrebbe sfruttare per acquisire la terra che desidera.
Il 12 Luglio William Hull lancia la sua invasione del Canada poco dopo che Napoleone ha dato il via alla sua invasione della Russia.
Un mese dopo, Hull è costretto ad arrendersi in Canada e in Europa per Napoleone le carte in tavola sono cambiate.
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna adesso sono in guerra, e Burr approfitterà di questo momento di shock per conquistare la Louisiana e poi assaltare il Texas Spagnolo, assicurandosi una buona porzione di territori dell’interno e della costa est.
La Spagna la riconoscerà solo come una mossa americana, procede a dichiarare guerra agli Stati Uniti e lancia un’invasione dalla Florida, una campagna che incontrerà la rappresaglia del Generale Andrew Jackson, mentre in Louisiana Wilkinson fingerà di resistere contro le forze di Burr per scoraggiare l’azione americana nella regione.
In Europa questa verrà percepita come un’azione statunitense per conto di Napoleone e forse in cambio di sostegno militare per il Territorio della Louisiana, che Napoleone ha venduto agli Stati Uniti ad un prezzo bassissimo, ma nel 1813 Napoleone era in ritirata e suo fratello aveva lasciato il trono spagnolo, ripristinando il dominio dei Borbone.
A questo punto il Messico aveva già dichiarato l’indipendenza, e alcune fazioni, incluse quelle fedeli al Bonaparte, si alleeranno con Burr per combattere le forze spagnole borboniche.
Nel 1814 Napoleone verrà sconfitto e mandato in esilio nella prima metà dell’anno, mentre la maggior parte dei conflitti nelle Americhe andranno presto incontro alla loro risoluzione.
Il problema di Burr nel sud sarà comunque stringente, ma a questo punto avrà radunato un esercito formidabile e avrà legittimato le sue rivendicazioni fra la popolazione della Louisiana.
Gli Stati Uniti, che sono appena usciti da una guerra quasi spietata, per adesso si tratterranno dall’invadere, ma si rifiuteranno di riconoscere il governo di Burr come legittimo.
Inoltre Jackson catturerà con successo la Florida e dichiarerà terminato il dominio spagnolo nelle Americhe, cosa che ispirerà le forze rivoluzionarie in America centrale e il movimento indipendentista di Bolívar in Sudamerica.
La Spagna farà la pace con gli Stati Uniti, ma continuerà a combattere i rivoluzionari messicani, incluso l’esercito di Burr.
Burr ambiva a creare quella che considerava una monarchia illuminata che avrebbe regnato su una società egalitaria, un qualcosa che potrebbe essere paragonato al dominio di Napoleone in Europa, e anche se Burr non era affatto il generale o il leader che era Napoleone, i loro ideali si sovrapponevano qua e là.
Nel suo impero illuminato Burr abolirebbe la schiavitù e creerebbe più opportunità pubbliche per le donne, prendendo in prestito parecchie cose dalle politiche Napoleoniche.
Istituirà in seguito un Codice della Louisiana che sottolineerà l’importanza della meritocrazia, dell’eguaglianza davanti alla legge, dei diritti di proprietà, dell’educazione laica e della tolleranza.
Col solidificarsi dei confini le fazioni diventeranno nazioni, così il Messico inizierà a dividersi tra il nordest e il sudovest.
L’impero laico e liberale di Burr emergerà a nord e nel sud generalmente Cattolico per tradizione, che però sarà composto da una schiera di gruppi disorganizzati e in competizione che alla fine si divideranno in numerosi veri e propri stati.
Il Regno Unito, favorendo l’idea di uno stato cuscinetto che fermi l’ulteriore espansione americana e desideroso di punire gli Stati Uniti per la loro interferenza nelle Guerre Napoleoniche, riconoscerà ufficialmente l’impero di Burr per il dispiacere degli USA.
Quello stesso anno Napoleone tornerà dal suo esilio solo per essere sconfitto di nuovo, ma stavolta, desiderosa di allontanare Napoleone il più possibile dall’Europa, la Gran Bretagna negozierà con Burr per mandare Napoleone in Louisiana, dove dovrà rimanere per non tornare mai più in Europa.
Il fratello di Napoleone, l’ex re della Spagna, si unirà a lui nel suo esilio, vendendo le sue proprietà spagnole per permettere a lui e a suo fratello uno stile di vita sontuoso.
Napoleone sarà testimone dei tentativi di Burr di emulare il suo impero, ma sarà molto deluso dallo scoprire quanto sono stati traslati male gli ideali repubblicani francesi nella cultura e nello stile di vita americani, una pessima amalgama che gli ricorderà più l’Inghilterra che la Francia o gli Stati Uniti, perciò Napoleone, usando la sua reputazione, inizierà a conferire personalmente con Burr e lo consiglierà sulla direzione della nazione, guadagnando una posizione di generale nell’esercito di Burr ed espandendo i confini verso le regioni più occidentali del Texas.
Agli Stati Uniti non piacerà molto l’espansione dell’impero di Burr, e quando il Presidente Monroe inizierà il suo incarico comincerà a reclamare la terra per la quale un tempo era stato mandato in Francia a negoziare, comprendendo appieno il valore del porto di New Orleans e perché i suoi predecessori erano pronti ad una guerra per impossessarsene.
Il governo di Burr non sarebbe una vera minaccia, almeno non nel lungo termine, ma la sua presenza sarebbe comunque un insulto per gli Stati Uniti, che nutrirebbero un enorme risentimento nei suoi confronti nonostante i suoi tentativi di negoziare una coesistenza pacifica con gli USA.
Napoleone diventerebbe una figura enormemente popolare dell’impero di Burr, tenendo incontri e stabilendo un’alleanza con Simón Bolívar, trasformando l’Esercito Texano-Louisianiano in una potenza tatticamente molto abile e riorganizzando le terre conquistate in America centrale su basi etno-religiose, dividendo la regione in quattro confederazioni principali di Cattolici di discendenza spagnola a nordovest, una confederazione laica multirazziale nel nordest della quale nominerà suo regnante il fratello, una confederazione di meticci Cattolici ad est e una di nativi Cattolici a sudovest.
Napoleone credeva che una provenienza, un’etnia, una cultura e una religione condivise fossero essenziali per la creazione di uno stato nazione potente e unito, cosa che in Europa lo spinse a creare la Confederazione del Reno e a tentare l’unificazione degli stati italiani.
Proprio come questi due divennero grandi stati europei, probabilmente vedremo le confederazioni dell’America centrale creare degli stati più coesi ed efficienti di quelli che si crearono nella nostra TL, formati in gran parte dalle rivendicazioni coloniali spagnole.
Nonostante il grande ritorno fatto nel Nuovo Mondo, la salute di Napoleone inizierà a declinare, capirà che non gli rimane molto in questo mondo e richiamerà dall’Austria il suo unico figlio legittimo, Napoleone II, per stilare con lui un piano per mantenere in vita la dinastia Napoleonica.
Aaron Burr sta invecchiando, e i suoi figli, i successori al trono ideali, erano tutti e due impopolari, dato che erano stati entrambi adottati e si speculava fossero illegittimi.
Napoleone invece era una celebrità militare internazionale, molto stimato fra la popolazione della Louisiana con antenati francesi, i cui numeri sono aumentati grazie ai tanti lealisti Bonapartisti emigrati dalla Francia verso il Texas e la Louisiana, e quelli che sono lì fin dall’inizio hanno assistito alla vendita del territorio agli Stati Uniti e lo hanno appena visto riprenderselo.
A fine 1820 Napoleone organizzerà un colpo di stato contro Aaron Burr e si impossesserà del trono.
Seguirà una breve scaramuccia tra la Guardia Reale di Burr e l’esercito di Napoleone, ma questi avrà numeri, peso e determinazione che Burr non potrà affrontare con una forza così piccola, e ancora una volta Napoleone si incoronerà imperatore, ben sapendo che non lo sarà per molto, così terrà suo figlio al suo fianco per ricordare a tutti chi è davvero il leader.
Anche se sarà sostenuto dalla maggioranza, questo cambio al potere scuoterà comunque la nazione, specialmente la popolazione non Franco-Americana leale a Burr, così Napoleone cederà territori del Texas e della Louisiana agli Stati Uniti e trapianterà la popolazione americana che risiede all’interno di essi.
Con la morte di Napoleone nel 1821 suo figlio salirà sul trono dell’Impero Napoleonico, la cui influenza si espanderà dalle rive del Mississippi alla Penisola dello Yucatán fino in Sudamerica.

.

Il presidente in carica solo per un mese che avrebbe potuto cambiare tutto

Nell’anno 1800 per gli Stati Uniti d’America iniziò un periodo lungo quasi due decenni di dominio monopartitico ad opera dei Democratico-Repubblicani, un partito creato da Thomas Jefferson e James Madison per sfidare l’establishment a guida Federalista creato da Washington e Adams.
La fazione guidata da Jefferson sarebbe rimasta la forza guida incontrastata sia nel ramo legislativo che in quello esecutivo fino alla fine degli anni ’20 dell’800, quando il Generale Andrew Jackson salì alla ribalta e cercò di sradicare l’establishment vecchio di decenni, che era diventato piagato dalla corruzione.
Il Partito Democratico-Repubblicano si frammentò, e da esso emersero i Democratici di Jackson da una parte e una pletora di partiti residui dall’altro, che assieme ad una manciata di fazioni politiche più piccole si coalizzarono in un fronte anti-Jackson unificato.
Questo fronte vedeva la grande vittoria di Jackson e il suo personaggio imponente come una minaccia ai valori repubblicani del paese.
Il modo in cui egli ispirava una simile partecipazione politica ai comuni cittadini e alle classi più basse lasciò i resti del vecchio establishment preoccupati che Jackson stesse usando l’oclocrazia per trasformare la sua figura presidenziale in una figura di potere assoluto, una monarchia alimentata dalla tirannia delle masse, perciò il partito d’opposizione assunse il nome di Partito Whig, come il partito antimonarchico inglese, e in quanto tali i Whig avrebbero tentato di ridurre il potere del presidente e aumentare quello del Congresso, anche nonostante il fatto che non avrebbero ottenuto un’influenza duratura in nessuno dei rami del governo.
Durante la loro esistenza i Whig non riuscirono a raggiungere gli obiettivi della loro agenda nazionale, riuscirono a vincere solo due elezioni presidenziali prima del loro collasso, e una di queste solo perché il voto Democratico si divise.
Nessuno dei due presidenti Whig visse per servire per l’interezza del loro mandato, costringendo i loro poco brillanti vicepresidenti ad assumere il potere e macchiare ulteriormente la reputazione della fazione.
Il partito nel suo complesso aveva diversi problemi, il più ovvio forse era il fatto che a parte tutto la fazione era semplicemente un partito anti-Jackson non definito in origine da nessuna chiara ideologia od obbiettivo.
Di conseguenza la sua leadership era spesso ai ferri corti con sé stessa sulla direzione verso la quale muoversi.
Henry Clay aveva la visione più chiara per i Whig, li vedeva come i costruttori dell’autosufficienza statunitense e della forza nazionale.
Egli credeva che le industrie e le imprese statunitensi dovessero essere incoraggiate e protette dalla competizione estera, che il governo federale dovesse avere un ruolo guida nell’avvicinare gli stati attraverso un commercio integrato e delle infrastrutture moderne, che le decisioni politiche per il paese dovessero provenire principalmente dal Congresso e non dal presidente, e che la concentrazione degli Stati Uniti per avanzare dovesse concentrarsi sullo sviluppo del continente americano piuttosto che sull’interazione con l’Europa.
Clay aveva fatto campagna elettorale contro Jackson quando quel presidente cercò la rielezione, ma a quel punto la fazione anti-Jackson doveva ancora ottenere abbastanza coesione.
Quando i Whig divennero un partito meglio unito, Clay, nonostante il suo ruolo di uno dei Whig più importanti, venne visto come un candidato troppo divisivo, non abbastanza duro sulla schiavitù secondo il nordest mentre le sue visioni protezioniste sull’industria ponevano una minaccia diretta per l’economia agricola del Profondo Sud, perciò, se i Whig avessero desiderato una qualsiasi speranza di sconfiggere il successore di Jackson, Martin van Buren, che vi ricordo stava cercando la rielezione, bisognava trovare un’alternativa, un candidato simpatico e inoffensivo sia per il nord che per il sud, qualcuno che avesse lo stesso prestigio militare di Jackson ma che non fosse così intimidatorio, qualcuno che sembrasse con i piedi per terra ma comunque paterno e saggio.
Allo stesso tempo doveva anche essere abbastanza passivo da permettere al Congresso di prendere la maggioranza delle decisioni politiche e non combatterlo sulla legislazione come aveva fatto Jackson.
La soluzione fu il 67enne generale veterano William Henry Harrison.
Harrison sarebbe diventato il presidente più anziano ad essere eletto fino a quel momento, e anche se per gli standard odierni 67 anni possono non sembrare molti, questo avvenne in un’epoca in cui l’aspettativa di vita media alla nascita era intorno ai 40 anni, eleggere Harrison presidente a quell’età fu l’equivalente dell’eleggere oggi un uomo di 130 anni.
Basta dire che molta della gente dell’epoca presumeva che ad Harrison non rimanesse molto da vivere, ma dato che la morte di un presidente mentre era in carica doveva ancora avvenire questo non era un timore consistente, e per i media divenne un obbiettivo rimarcare la sua vitalità e la sua vigorosa storia di generale conquistatore.
Molta della sua educazione benestante in una piantagione della Virginia venne tenuta sotto traccia per dipingere invece un ritratto di uomo di frontiera con i piedi per terra che viveva in una capanna di tronchi bevendo sidro fatto in casa.
Questo fu un tentativo dei Whig di rubare il voto delle classi più basse che Jackson in origine aveva ottenuto per i Democratici, dato che lui stesso era davvero un uomo di frontiera che si era fatto da sé.
Dando la colpa all’amministrazione van Buren di una flessione economica globale, promuovendo Harrison come un candidato paterno e inoffensivo e travisando i fatti per far sembrare il loro come il candidato dell’uomo comune, i Whig riuscirono a far ottenere a Harrison una vittoria a valanga con 234 voti elettorali contro i miseri 60 di van Buren.
Harrison compì 68 anni quando entrò in carica, anche se non avrebbe mantenuto quella posizione per molto, visto che sarebbe morto solo un mese dopo l’inizio del suo mandato e sarebbe stato sostituito dal suo vicepresidente, Tyler, che era largamente in disaccordo con l’agenda Whig più ampia ed in precedenza era stato fedele ai Democratici, fermando gli sforzi Whig per far passare la loro agenda per la maggior parte di quella che avrebbe dovuto essere la presidenza di Harrison.
Ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa Harrison portasse a compimento con successo il suo mandato per intero? Harrison era noto per, e cito, “non avere forti opinioni”, anche se qualcuno potrebbe dire invece che Harrison si teneva le sue opinioni per sé e che sapeva come compiacere chi gli stava intorno.
Durante il suo periodo come Governatore del Territorio dell’Indiana, per esempio, condusse una forte campagna per permettere la pratica della schiavitù nella regione, e anche se personalmente era un sostenitore della schiavitù lo faceva sulla base della colonizzazione territoriale e dei diritti degli stati, insistendo che la regione era sottopopolata e potesse beneficiare dal non scoraggiare i proprietari di schiavi dal trasferirsi lì e che questa dovesse essere una decisione di coloro che colonizzavano il Territorio dell’Indiana determinare se la schiavitù dovesse continuare o meno all’interno dei suoi confini.
Quando divenne chiaro che il territorio stava progredendo abbastanza bene senza attirare i proprietari di schiavi e stava sviluppando una chiara posizione antischiavista, Harrison abbandonò la sua campagna, andò avanti ed evitò le discussioni sulla schiavitù per concentrarsi su altre questioni, cosa che suggerisce che perlomeno era flessibile riguardo le sue ambizioni politiche.
Nonostante l’ambiguità delle sue posizioni nel periodo precedente alle elezioni, rese molto chiara la sua agenda presidenziale attraverso un discorso di inaugurazione di circa due ore, ancora oggi il più lungo di sempre.
Ironicamente, l’illustrazione dei suoi obbiettivi quel giorno contribuì alla fine alla sua incapacità di raggiungerli, dato che egli, nella speranza di mettere a tacere le voci sulla sua debolezza e salute malferma, fece questo discorso di due ore sotto la pioggia, senza un cappotto e dopo essere arrivato a cavallo più o meno nelle stesse condizioni.
In questo discorso riconobbe quella che veniva vista come una concentrazione pericolosa di potere all’interno dell’incarico presidenziale che era stata accumulata da Jackson.
Asserì che il governo statunitense aveva tutte le sfaccettature necessarie con le quali creare una dittatura tirannica, ed era solo attraverso la separazione dei poteri che questo poteva essere impedito, così egli avrebbe mirato ad avere un ruolo minimo nel processo legislativo, lasciando la politica nazionale nelle mani della branca legislativa e intervenendo solo quando credeva che una legge avrebbe potuto violare la costituzione, infrangere i diritti di una minoranza politica o fosse stata passata troppo in fretta e avrebbe richiesto più revisioni, al Congresso sarebbe stata così data mano libera.
Affermò che le sue nomine sarebbero state basate puramente sul merito e non sull’appartenenza ad un partito, così da impedire un consolidamento del potere all’interno del governo da parte di una singola fazione.
Inoltre si rifiutò di perseguire un secondo mandato, sia a causa della sua età che per la sua credenza che un secondo mandato avrebbe contribuito ad un’espansione non sicura del potere presidenziale.
Come potrete immaginare iniziarono a circolare voci che Harrison non era altro che un fantoccio del leader dei Whig Henry Clay, ed Harrison si offese molto per questo, specialmente considerato che lo stesso Clay aveva tentato di ottenere per sé la nomina presidenziale di Harrison.
Come vendetta Harrison inserì nel suo gabinetto il leader Whig rivale Daniel Webster, alienandosi sempre di più Clay.
Dopo la morte di Harrison, Webster e Tyler collaborarono per bloccare l’agenda di Clay, ma facendo così Webster si allontanò ulteriormente dagli ideali Whig, e Tyler presto andò nella sua direzione, che Webster si rifiutò di seguire.
Se Harrison fosse sopravvissuto è probabile che le tensioni tra Clay e il presidente sarebbero rimaste, ma diversamente dalla nostra TL, dove Tyler fu più disponibile a mettere semplicemente un veto sulle politiche Whig come la ricreazione di una banca nazionale, Harrison affermò espressamente che non lo avrebbe fatto, permettendo così a gran parte dell’agenda Whig di diventare effettiva, dato che sia il Congresso che il Senato erano sotto il controllo dei Whig, e avrebbero avuto la maggioranza dei due terzi fino al 1843, quando i Democratici si ripresero il Congresso in maniera radicale.
L’inizio del mandato di Harrison vedrà il Congresso ristabilire la banca nazionale dopo che questa venne decentralizzata da Jackson, il raddoppio o l’aumento dei dazi per tagliare le importazioni e promuovere la produzione statunitense, la promozione della vendita di terre pubbliche per aiutare a popolare la frontiera e utilizzare i proventi di quelle vendite per i miglioramenti interni.
Il maggiore successo visto dai Whig nel promuovere la loro agenda e la mancanza del bisogno di espellere il presidente in carica dal partito come avvenuto con Tyler faranno certamente guadagnare ai Whig ricavi migliori nelle elezioni di medio termine, anche se ci si può comunque aspettare che i Democratici vincano al Congresso, vista l’enorme vittoria nella nostra TL, ma il risultato sarà meno netto, permettendo ai Whig di mantenere una qualche influenza e promuovere comunque la loro agenda durante gli ultimi due anni di Harrison in carica, anche se ad un passo più lento.
Nel nostro mondo John Tyler, sperando di vincere un secondo mandato, perseguì l’annessione del Texas come stato schiavista per ottenere il voto dei Democratici del sud, dato che in precedenza era stato cacciato dal Partito Whig e non poteva più contare sul suo supporto.
Questo aiutò a creare le prime grandi crepe nella fazione Democratica, mettendo quelli che si opponevano alla creazione di un altro stato schiavista contro quelli che sostenevano l’espansione del potere del sud.
Poiché Harrison intendeva servire per un solo mandato e in precedenza aveva espresso disinteresse per l’acquisizione del Texas, per non parlare dell’importante opposizione che riceverebbe dai Whig del Congresso, la probabilità che l’amministrazione Harrison eseguisse un’annessione del Texas è molto bassa.
Con la fine del mandato di Harrison arriveranno le elezioni del 1844.
Poiché l’annessione del Texas non è un argomento chiave del dibattito, le fazioni settentrionale e meridionale del Partito Democratico rimarranno unite, e il candidato presidenziale sarà van Buren al posto di Polk, che supererà il presidente precedente soprattutto per via della questione Texas.
Henry Clay, proprio come nella nostra TL, sarà il candidato dei Whig, ma, di nuovo, poiché l’annessione del Texas non sarà sul tavolo, Clay non sarà costretto a denunciare il movimento, ottenendo ulteriore sostegno dal sud.
Tutto questo, accoppiato col maggiore slancio dell’amministrazione Harrison, permetterà a Clay di ottenere un’importante vittoria su van Buren e rinforzare la visione Whig per gli Stati Uniti per altri quattro o forse otto anni, facendo dirigere il paese verso una maggiore unità nazionale e autosufficienza, invece che della divisione e della guerra civile.

.

E se Grover Cleveland non fosse sopravvissuto al suo intervento chirurgico segreto in mare?

Per quelli di voi che non lo sanno, Grover Cleveland fu il 22° e 24° presidente americano.
Ebbe questo insolito onore servendo per due mandati non consecutivi dopo aver vinto le elezioni del 1884, perso le elezioni del 1888 e poi vinto le elezioni del 1892.
Fu anche uno degli unici due Democratici ad arrivare alla Casa Bianca durante il dominio del Partito Repubblicano seguito alla ribellione a favore della schiavitù del 1861 e che durò fino al 1933.
Diversamente dalla maggioranza dei moderni Democratici, Cleveland era un politico conservatore sulle questioni fiscali a favore dei grandi affaristi che si opponeva ai dazi e ai sussidi alle imprese, potrei addirittura spingermi a descriverlo come un Libertario.
Era anche noto per la sua integrità, e quando fu al governo combatté tutti i tipi di corruzione politica.
Infatti la sua reputazione era tale che molti Repubblicani si scostarono dal loro partito per votare per lui alle elezioni del 1884.
Va però detto che essere un politico statunitense del XIX secolo significa non essere sempre adeguato agli standard dell’America moderna: per esempio si oppose alle leggi che avrebbero concesso il voto agli Afroamericani, specialmente quelli che vivevano al sud.
Ciononostante, considerata l’epoca, avrebbe potuto fare molto peggio come Presidente degli Stati Uniti.
Sfortunatamente, gli eventi avvenuti durante il suo secondo mandato, di cui parlerò dopo, macchiarono la sua reputazione, e dopo un cambio di leadership dei Democratici, Cleveland cadde nell’oscurità.
Se l’Americano medio sa qualcosa di lui, è che ha servito per due mandati non consecutivi e che forse era un viaggiatore del tempo.
Ma sapevate anche che mentre era presidente subì un intervento chirurgico in mare del quale il pubblico non seppe niente fino al 1917, nove anni dopo la sua morte? All’inizio del secondo mandato di Grover Cleveland venne scoperto un tumore maligno nel suo palato che necessitava di un’operazione chirurgica per la sua rimozione.
All’epoca l’America stava subendo una depressione economica chiamata Panico del 1893.
Questa depressione era stata peggiorata dalla carenza di oro dovuta ad una accresciuta coniazione di monete d’argento, avvenuta a causa dello Sherman Silver Purchase Act.
Ratificato nel 1890, lo Sherman Silver Purchase Act chiedeva che il governo americano acquistasse argento, cosa che causò l’aumento dell’inflazione.
Ciononostante, il contante in eccesso nell’economia aiutò gli agricoltori poveri a ripagare i loro debiti più velocemente e aiutò anche i minatori a trovare un acquirente per l’argento in accesso che all’epoca estraevano dal terreno.
Sfortunatamente questo significò che il governo americano esaurì l’oro, perché i creditori internazionali accettavano pagamenti solo nel suddetto metallo.
Cercando di rafforzare l’economia, Cleveland guidò la carica per abolire lo Sherman Silver Purchase Act e mantenere gli Stati Uniti legati al Sistema Aureo.
Avrebbe dovuto fare un discorso al Congresso ad Agosto per ottenere sostegno per l’abolizione, perciò l’intervento doveva avvenire il prima possibile.
Si temeva anche che se le condizioni del presidente fossero diventate pubbliche, la depressione sarebbe peggiorata, per questo l’intervento dovette essere fatto in segreto, e così, l’1 Luglio 1893, Grover Cleveland subì un intervento sullo yacht di un amico, con la scusa di una vacanza in crociera per rendere il tutto più credibile.
Anche se l’intervento fu un successo, parti della mascella superiore di Grover Cleveland dovettero essere rimosse, inficiandone la capacità di parola, e scavate per poter ospitare un impianto di gomma.
Nonostante tutto, Cleveland recuperò abbastanza per poter fare il discorso, e lo Sherman Silver Purchase Act venne abolito con successo.
Sfortunatamente non fu abbastanza, e l’economia traballante portò ad una rotta dei Democratici nelle elezioni successive e al ritorno dei Repubblicani alla Casa Bianca.
Ma se Cleveland non fosse sopravvissuto all’intervento? Perfino oggi, in paesi sviluppati come gli Stati Uniti, un intervento di routine può comunque andare male, perciò non è inconcepibile che qualcosa possa andare storto 125 anni fa durante un intervento segreto su una nave piuttosto che in un ospedale sterile con a disposizione equipaggiamento medico più avanzato, perciò la domanda da farsi ora è: chi sarebbe il presidente? Beh, la risposta a questa domanda è Adlai Stevenson, il primo di tre politici americani a portare quel nome.
All’epoca era il vicepresidente di Grover Cleveland, e si trovava in quella posizione in qualità di candidato di compromesso, perché diversamente da Cleveland, Stevenson faceva parte della fazione Ruralista dei Democratici a favore dell’argento e che si opponeva all’abolizione dello Sherman Silver Purchase Act.
Infatti, durante lo scontro al Congresso riguardo allo Sherman Silver Purchase Act egli si rifiutò di aiutare la sua amministrazione convincendo i Democratici a favore dell’argento a schierarsi col presidente, perciò è plausibile che da presidente non cercherà di abolire quella legge come Cleveland.
Se questo fatto migliorerà o peggiorerà il panico è dubbio, ma probabilmente vorrà dire che nell’elezione successiva sarà Stevenson e non Cleveland a prendersi la colpa del panico.
Cosa significa questo sul breve termine? Beh, non molto, in realtà, i Democratici si prenderanno comunque la colpa dell’economia che arranca, portando alla vittoria elettorale dei Repubblicani proprio come è avvenuto nella nostra TL.
William McKinley sarà probabilmente il prossimo presidente, anche se forse il suo assassinio sarà spazzato via dall’effetto farfalla.
Chissà se Theodore Roosevelt avrà mai la possibilità di succedergli… La leadership Democratica, invece, sarà drasticamente diversa dopo il Panico del 1893.
Nella nostra TL Cleveland e la sua fazione a favore del libero mercato, nota come Democratici del Bourbon, si presero gran parte della colpa e persero il comando del Partito Democratico, venendo sostituiti da populisti protezionisti che non si fidavano del capitalismo, ma in questa TL alternativa saranno Stevenson e gran parte dei favorevoli all’argento ad essere in carica per la maggior parte del Panico del 1893, perciò saranno loro a prendersi la colpa.
I Democratici del Bourbon potrebbero a questo punto mantenere il controllo del partito, portando ad una storia enormemente diversa per i Democratici nel 20° secolo e oltre.
È difficile speculare su cosa accadrà dopo, ma è possibile che nel 21° secolo saranno i Democratici il partito a favore delle imprese che adotta politiche fiscali Libertarie, non i Repubblicani, che invece abbracceranno le idee progressiste di Theodore Roosevelt che rifiutarono in questa TL.
Quello che più mi piace di questo esperimento mentale è che dimostra come perfino dei POD oscuri come la morte prematura di un presidente per lo più dimenticato possano avere un grande impatto sulla storia.

.

Così commenta Federico Sangalli:

L'autore ha probabilmente ragione nel sostenere che se Adlai E. Stevenson I fosse diventato Presidente avrebbero addossato a lui e ai Silver Democrats, pur tuttavia non si può escludere che Stevenson stupisca e vinca nel 1896. In HL infatti il "silver candidate" era il candidato del Partito Democratico, che aveva ripudiato Cleveland e scelto il giovanissimo deputato William Jennings Bryan. Bryan era molto più incendiario di Stevenson e perse le elezioni, tuttavia è possibile che una candidatura più istituzionale come quella del vice di Cleveland, da molti ritenuto un possibile unificatore del partito (nel 1896 proposero proprio lui come possibile candidato di compromesso tra Cleveland e Bryan), riesca ad attirare quei voti che mancarono a WJB. Guardando una cartina Stevenson dovrebbe vincere il Kentucky (margine di vittoria repubblicano 0,06%), California (0,6%), Oregon (2%), Indiana (2,8%) e Ohio (4,8%), cioè i cinque stati con il margine di vittoria del GOP più basso. Non una cosa impossibile se si pensa che probabilmente non vi sarebbe la scissione del Golden Democrats. Certo, una candidatura di Stevenson sarebbe apparsa come più rassicurante per molti moderati rispetto al più radicale Bryan ma avrebbe rischiato di lasciare a casa molti contadini entusiasti di WJB. Va però considerato che i repubblicani, con McKinley pro-Gold Standard (anche se non troppo apertamente), non erano ben posizionati per sottrarre questi elettori alla coalizione democratica quindi il danno sarebbe relativo. Più grave, e la vera questione che potrebbe ipotecare l'intera faccenda, è che in generale si arriverebbe al 1896 con la percezione che l'approccio Silver sia fallimentare rispetto a quello Golden e non viceversa per cui ritengo che il GOP parta ancora favorito alle elezioni.

Ci sono però alcuni altri fattori da considerare: Stevenson si porrebbe come candidato unitario ed essendo lui pro-Silver difficilmente accetterebbe un running mate dello stesso schieramento. Quindi niente Arthur Sewall mentre il suo profilo come candidato vice - un imprenditore che possa rassicurare gli elettori preoccupati per l'economia - potrebbe essere ereditato da un altro contendente per la vicepresidenza, l'imprenditore dell'Ohio John McLean, che perdipiù potrebbe aiutare in uno stato chiave. Se grazie a questo vincesse l'Ohio e poi California, Oregon e Kentucky Stevenson perderebbe la Presidenza di un singolo voto, se invece prevalesse anche in Indiana allora vincerebbe. Vincere l'Ohio si prospetta comunque dura tenendo conto che si tratta dello stato di appartenenza dello stesso McKinley. D'altro canto anche il ticket repubblicano potrebbe variare: in HL la nomination di McKinley non fu quasi mai in dubbio visto che lui e il suo faccendiere, Mark Hanna, ci lavoravano sopra da anni. Anche il nome del suo vice, Garret Hobart, era nell'aria da almeno un anno: McKinley credeva che fosse necessario un vice del Nord per controbilanciare la sua appartenenza a uno stato dei Grandi Laghi e si opponeva alla prima scelta di tutti, l'ex vicepresidente Levi Morton, che si era opposto alla sua candidatura a differenza di Hobart. In più Morton era un forte sostenitore del Gold Standard e Hanna temeva che questo potesse spingere i Silver Republicans nelle braccia dei democratici. Hobart poi era l'uomo che aveva portato i repubblicani al successo in uno stato tradizionalmente democratico come il New Jersey ed era un amico di entrambi. Per tutte queste ragioni la candidatura di Hobart appare ancora probabile, tuttavia, allo stesso tempo un ticket meno radicale e più tradizionale di Stevenson potrebbe spingere McKinley e Hanna a una riflessione: anche Hobart era un forte sostenitore del Gold Standard mentre McKinley era più soft, con un appeal meno identitario i democratici avrebbero potuto conquistare voti nelle zone chiave dipingendo il GOP come il partito dell'oro. Allo stesso il minore appeal presso il ceto rurale e contadino di Stevenson potrebbe spingere i repubblicani a prendere in considerazione l'idea di tentare di rubare qualche voto in quella direzione: sarebbe un po' una scommessa ma se andasse in porto il beneficiario sarebbe probabilmente stato il Senatore Cushman Kellogg Davis, originario del Minnesota e seconda scelta di Hanna dopo Hobart.

Particolare interessante: posto che McKinley vinca nel 1896 e venga poi rieletto nel 1900 in un rematch con Stevenson o contro l'ex senatore newyorkese David Hill probabilmente) Davis sarebbe morto in carica 21 giorni dopo la sua rielezione e altrettanti prima del voto dei Grandi Elettori. Qua si aprono vari scenari: se i repubblicani non sceglieranno un candidato unitario entro tale data i grandi elettori repubblicani voteranno per i candidati che più gli aggradano. Se nessuno di questi vincerà una maggioranza dei grandi elettori il Senato a maggioranza repubblicana dovrà scegliere tra i due più votati il nuovo vicepresidente, probabilmente tra il candidato vicepresidente democratico e il più votato tra quelli repubblicani. Salvo un intervento diretto di McKinley probabilmente il candidato più votato sarebbe Teddy Roosevelt, appoggiato dai grandi boss politici che voleva rimuoverlo dalla posizione di Governatore di New York. Ma può anche darsi che un candidato terzo, come Levi Morton, si imponga nella memoria degli elettori, di solito anziani politici di secondo piano, oppure, più probabile, che McKinley, incalzato da Hanna, si muova per annunciare una sua scelta che indirizzi ed eviti al partito inutili divisioni: in questo caso la scelta potrebbe essere il Segretario della Marina John Davis Long, che in HL era la scelta personale di McKinley. Chiunque venga scelto succederà a McKinley dopo il suo assassinio e nell'ultimo caso questo potrebbe portare a una sfida nel 1904 Roosevelt vs Long vs Bryan.

.

C'è poi la domanda di aNoNimo:

Secondo voi era realistico il progetto di alcuni di rimpatriare gli ex schiavi neri in Africa?

.

Diamo di nuovo la parola a Federico Sangalli:

Questa proposta conobbe il suo momento d'oro nella prima metà dell'Ottocento, quando venne fondata la American Colonization Society con lo scopo di reinserire ex schiavi in Africa. Molti esponenti di spicco della politica americana erano membri della società, tra cui i Presidenti Andrew Jackson, noto razzista e nazionalista, e James Monroe, a cui poi venne dedicata la capitale, Monrovia, della colonia che la ACS aveva creato in Africa Occidentale sotto il nome di Liberia (rimando alla supposta libertà che gli ex schiavi avrebbero ottenuto trasferendosi lì). Comunque negli Anni Trenta dell'Ottocento l'idea declinò da un lato per via dei costi e dei problemi logistici e dall'altro per l'opposizione politica bipartisan dal Sud, che non voleva liberare i suoi schiavi e che vedeva nella soluzione di compromesso un sotterfugio per costringerli a chiudere le piantagioni, e dal Nord, dove i predicatori abolizionisti accusavano l'immoralità di un piano che pretendeva di liberare gli schiavi solo per metterli a lavorare in piantagioni di gomma con cui l'ACS pretendeva di ripagare i costi di gestione. Con il crescere della polarizzazione della questione schiavista (ricordiamo proprio in quel periodo il Caso Amistad del 1839 e il dibattito sull'ammissione del Texas nell'Unione) l'opposizione bipartisan si tradusse nel progressivo ma pesante taglio dei fondi all'iniziativa, il che finì per portare l'ACS alla bancarotta. Nel 1847 Joseph Jenkins Roberts, un afroamericano nato libero negli Stati Uniti e nominato governatore della colonia per conto dell'ACS, dichiarò l'indipendenza della Liberia e ne diventò il primo Presidente, citando come ragione della separazione i soprusi degli uomini della compagnia e il dissesto finanziario della stessa. Da allora in avanti l'ACS declinò progressivamente fino a scomparire.

Quando Abramo Lincoln iniziò la sua carriera politica, attorno al 1832 quando aveva 23 anni, egli era un fervente ammiratore di Henry Clay Sr, fondatore del Partito Whig, fervente oppositore delle politiche populiste di Andrew Jackson (lo stesso nome Whig era stato un richiamo all'opposizione che i politici dell'omonimo partito inglese aveva svolto rispetto a Giorgio I d'Inghilterra, paragonato a Jackson, spesso chiamato "King Andrew" dai suoi oppositori) e tre volte candidato alla presidenza. Clay veniva dal Kentucky, lo stato natale di Lincoln, ed era uno schiavista con tanto di piantagione ma all'epoca questo non era ancora tema di discussione politica. Clay era stato presidente dell'ACS per diversi anni per cui Lincoln cooptò l'idea e la sostenne per buona parte degli Anni Quaranta. Tuttavia la sua posizione in merito si affievolì progressivamente. Nel 1854 Lincoln tenne un discorso che segnò il suo ritorno in politica (si era ritirato nel 1849 dopo aver promesso di fare un solo mandato come deputato ed era tornato a fare l'avvocato in Illinois, pur continuando a rimanere vicino alla politica, sempre tra i Whig. Il passaggio del Kansas-Nebraska Act, che apriva i territori occidentali alla schiavitù, lo convinse a rientrare in politica, abbandonando i morenti Whig per il nuovo Partito Repubblicano, nato apertamente antischiavista): in questo discorso Lincoln citò l'opzione africana ma come una delle molte, possibili soluzioni di compromesso alla frattura nazionale sulla schiavitù. Nel 1862 gli Stati Uniti sotto l'Amministrazione Lincoln riconobbero ufficialmente l'indipendenza della Liberia: il gesto rinfocolò le voci a sostegno dell'opzione africana. Lo stesso Lincoln ne parlò in alcune lettere, tuttavia nuovamente il tono e le argomentazioni sono chiaramente intese nel senso di risparmiare il più possibile sofferenze alla popolazione statunitense, neri compresi, durante la Guerra Civile. Insomma, se Jefferson Davis proponesse il trasferimento in Africa come via per porre fine alla Guerra Civile che sta uccidendo così tanti giovani americani (ricordiamo che fu il più sanguinoso conflitto dalle Guerre Napoleoniche e il primo a presentare analogie con la Grande Guerra) non dovrei almeno soppesare la cosa? si chiedeva tormentato il Presidente. In una lettera in particolare emerge la visione di Lincoln: in questa egli chiede di prepararsi a stanziare fondi per sostenere "il trasferimento volontario dei neri in Africa o in America Centrale". La parola chiave è "volontario": Lincoln non immaginava un tale spostamento come una deportazione (anzi rifiutò esplicitamente di parlare di trasferimenti forzati) ma come una chance per scegliersi una patria. Mentre infatti tutti i bianchi d'America erano migrati volontariamente dall'Europa e volontariamente avevano scelto di abbracciare gli Stati Uniti come loro patria, gli afroamericani erano stati presi dalle coste dell'Africa con la forza ed erano stati deportati in un continente e in una società a loro del tutto straniera. Lincoln dunque riteneva legittimo che essi non considerassero gli USA come la loro patria, preferendo un ritorno nella loro terra d'origine oppure vivere in un area del mondo abitata da altri neri, come per esempio le comunità mulatte dell'America Latina, e desiderava offrire loro tale scelta, su base volontaria. Già questo era un grande passo avanti rispetto alla logica da "scarto della società" che aveva animato la fondazione dell'ACS, pur dietro nobili intenzioni. L'idea comunque aveva molti oppositori: il Sud, ovviamente, che, lungi dal proporla come metodo per porre fine alla guerra, non voleva rinunciare alla schiavitù e alla segregazione; gran parte del Nord si opponeva altresì, non volendo ridurre uno scontro ideologico per il quale si stava combattendo una guerra civile ad un compromesso basato su mezze misure. Infine gran parte degli stessi neri erano contrari, perché, dopo aver vissuto per più di un secolo in terra americana, aver imparato l'inglese e essendosi adattati alla società americana, giunti ormai alla terza, quarta o quinta generazione, gli afroamericani non vedevano alcun legame con la loro terra d'origine né scalpitavano per tornarci (anzi la differenza era talmente grande che in Liberia gli ex schiavi disprezzavano i locali, giudicandoli troppo arretrati per poter partecipare alla cosa pubblica: ne risultò un sistema di semi-segregazione che mantiene il governo nelle mani dell'elité di Monrovia, discendente dagli ex schiavi, la quale espresse tutti i presidenti liberiani dal 1847 al colpo di stato del 1980). L'opinione di Lincoln mutò comunque rapidamente: già ai primi del 1863, parlando del Proclama d'Emancipazione, scriveva il suo completo rigetto all'idea ("profondamente immorale") di far combattere i neri arruolati nelle file dell'Unione solo per poi impacchettarli e spedirlo in Africa. Il Presidente volle sempre essere tenuto aggiornato delle vicende dei Reggimenti di colore e rimase molto colpito dalla devozione e dal coraggio dei soldati neri per la causa americana, non inferiori di certo, rifletteva, dei loro colleghi bianchi che avevano abbracciato gli USA come loro patria. Nel 1864, mentre si preparava per la rielezione e ordinava le idee per l'America post-bellica, volle incontrare Frederick Douglass, nero libero e il più importante sostenitore dei diritti civili per gli afroamericani dell'epoca. Già solo il fatto di invitare un noto attivista nero liberale alla Casa Bianca e addirittura di discutere con lui di politica, chiedendo la sua opinione ed ascoltandola, basterebbe a denotare la larghezza di vedute di Abramo Lincoln. Douglass fece un appassionata orazione contro l'opzione africana e in favore dell'integrazione e da quel momento Lincoln abbandonò definitivamente ogni idea di trasferimento, anche volontario, degli ex schiavi. Una volta rieletto poté finalmente annunciare quale fosse la sua idea per il futuro dell'America: l'11 aprile 1865, due giorni dopo la resa di Lee ad Appomatox, Lincoln tenne un pubblico discorso a Washington in cui annunciò l'architrave del suo programma post-bellico, cioè il suo sostegno alla concessione del suffragio agli afroamericani, a partire da coloro che avevano servito nell'esercito e agli alfabetizzati. Fu proprio ascoltando questo discorso che l'attore John Wilkes Booth prese la decisione di assassinare il 16esimo Presidente degli Stati Uniti, intento che sfortunatamente riuscì a portare a termine tre giorni dopo, al Ford Theatre.

In conclusione affermare che Lincoln fosse favorevole all'idea di trasferire gli ex schiavi in Africa o in Centro America (tra le destinazioni prese in considerazione il Belize, allora britannico, Panama, allora colombiana, Haiti e le Indie Occidentali Britanniche) non è sbagliato ma va inserito nel contesto dell'evoluzione del pensiero di Lincoln, all'interno del quale l'opzione africana é stata rispettivamente un'opinione di gioventù (tra il 1832 e il 1849) e una misura di realpolitik pensata per evitare inutili lutti e ritenendo l'emancipazione una via ancora impossibile (tra il 1854 e il 1863), laddove invece fu proprio la Guerra Civile, pur nella sua insensata violenza, a rappresentare quel momento catartico tale da permettere ad uno dei più grandi Presidenti della Storia di porre la parola Fine alla crudele pratica della schiavitù.

.

Aggiungiamo la proposta di Enrica S.:

Come cambia la Storia d'America se la California è uno stato schiavista e aderisce alla Confederazione? Quali sono le premesse necessarie per arrivare a questo risultato, e quali le conseguenze?

.

Le risponde Tommaso Mazzoni:

Per essere schiavista sarebbe necessario un motivo per cui la manodopera schiavistica sia necessaria, e ne intravedo uno solo: tutte le miniere d'Oro appartengono ad una sola persona/ compagnia, che usa gli schiavi per risparmiare.

.

E Generalissimus aggiunge:

C'è solo un uomo che potrebbe ottenere il monopolio dell'oro: Samuel Brannan. Politicamente la California sarà un Purple State, non sarà Democratica stabile, per via di questo suo retaggio sudista. Nel caso di vittoria Confederata grazie all'oro californiano, la situazione sarebbe più o meno questa:

.

Chiudiamo con la proposta di Strataghemma:

Quanti e quali PoD sarebbero necessarî per far sì che gli Stati Uniti seguano lo stesso percorso storico della Russia e viceversa?
Io avevo pensato a qualcosa del genere:
Sconfitta dei Rivoluzionarî Americani
La Rivoluzione Francese avviene lo stesso
Vittoria Napoleonica totale, Russia e Inghilterra diventano Repubbliche Sorelle o Regni retti da amici e/o parenti di Napoleone, comunque sia ci sono le costituzioni Liberali e cose così
Famiglia Reale britannica in Esilio nelle colonie americane, diventano reazionarî pazzi in reazione a Napoleone e ai Liberali locali
Espansione della Schiavitù in tutte le zone dove il clima la rende economicamente sostenibile
Le zone del Nord degli USA/Canada diventerebbero come la Russia Centrale della nostra TL, economia proto-industriale che però non spiccherebbe mai davvero il volo per via di una situazione politica ostile
Le zone del Sud USA sarebbero come il Černozjom della HL, ma anche peggio, perchè vi vigerebbe la schiavitù su base razziale invece della "semplice" servitù della gleba
Quindi Stati Uniti che diventano una monarchia agraria e razzista > rivoluzione comunista in seguito a un grande conflitto > stato stile URSS > le teorie antisemite del giudeo-bolscevismo qui sono rimpiazzate da altre teorie razziste ma contro i neri > ascesa nel continente americano di un equivalente di Hitler > vittoria degli USA comunisti ed egemonia sul continente americano > sconfitta nella Guerra Fredda contro l'egemone del Vecchio Mondo (la Russia) > stati uniti moderni simili alla Russia OTL, con un equivalente locale di Vladimir Vladimirovič Putin
Invece la Russia sarebbe la punta di diamante del "mondo libero" (dove per libero si intende liberale) seguendo il percorso degli USA OTL ma in Eurasia invece che nelle Americhe.

.

Gli risponde Federico Sangalli:

Un’idea molto bella e con ottime premesse, lavoriamoci su:

Sugli USA come la Russia penso sia pacifico sostenere che l’Alaska, lo Yukon e in generale il Canada svolgerà una funzione simile alla Siberia: una landa fredda e inospitale, colonizzata a fatica, luogo perfetto dove esiliare gli oppositori ma anche retroguardia sicura e protetta dal Polo dove raccogliere le forze al riparo da ogni aggressione straniera. Il Quebec invece potrebbe svolgere le funzioni della nostra Ucraina: è una regione culturalmente in bilico tra la sua geografia e la sua storia saldamente americane e l’inevitabile attrazione culturale verso l’Europa, ha avuto e ha spinte separatiste, spesso coniugate da sogni di adesione all’Unione Europea, ma al tempo stesso la sua posizione strategica lo rende indispensabile per il controllo dell’Atlantico settentrionale (come il Mar Nero per l’Ucraina) e l’estero vicino americano. In questo frangente le sue province anglofone, come Terranova e il Labrador, potrebbero svolgere il ruolo della Crimea.
Il Messico e il Sud-Ovest invece potrebbero invece svolgere il ruolo dell’Asia Centrale: una regione brulla e arida, abitata da popolazioni etnicamente e religiosamente molto diverse dagli americani, incorporate a forza a metà dell’Ottocento (Guerra Messicano-Americana come il Grande Gioco?) e mai veramente liberatesi dal loro vassallaggio politico ed economico.
Concordo sul fatto che il Continente Americano, cortile di casa degli Stati Uniti in ossequio alla Dottrina Monroe, costituisca l’equivalente dell’estero vicino russo, cioè dell’Europa Centro-Orientale e delle regioni ex imperiali/sovietiche.

Parlando invece della Russia credo sia necessario qualche ritocco alla storia europea. Infatti per come è stata delineata la Francia Napoleonica otterrebbe l’egemonia sull’Europa, riducendo la Russia a una vasta e debole sterpaglia asiatica, e sarebbe presumibilmente Parigi a emergere come grande potenza e interlocutore degli americani. Supponiamo allora che la Francia, vinta l’Inghilterra, si dedichi a consolidare il suo potere, reprimendo la ribellione in Spagna per esempio, mantenendo così con la Russia l’equilibrio degli accordi di Tilsit. Lo scontro tra le due potenze è solo rimandato e avviene ugualmente per il controllo del Vicino Oriente in corrispondenza della nostra Guerra di Crimea. Questo conflitto però si rivela molto più disastroso per San Pietroburgo del suo equivalente in HL, vuoi perché la Francia può contare su più forze, vuoi perché gli alleati attaccato su tutti i fronti, compresa Polonia e Baltico, vuoi perché Nicola I non rifiuta le cure contro la polmonite e non muore a metà conflitto, rimuovendo la sua testardaggine nel continuarlo dall’equazione. Sia come sia la Russia viene umiliata e, come con la Guerra Russo-Giapponese e la Grande Guerra, la disfatta provoca lo scoppio di una rivoluzione. Segue una guerra civile che fa da parallelo a quella tra Nord e Sud e che qua vedrebbe invece contrapposti la borghesia e il ceto operaio di città, repubblicani, contro l’aristocrazia agraria reazionaria delle campagne, monarchici. Vincono i primi e il conflitto diventa il fondamento culturale della moderna Russia come la Guerra di Secessione lo è stata per l’America. Nel 1860 anche i liberali chiedevano che le riforme fossero fatte da una figura autoritaria che desse alla Russia un moderno stato centralizzato, quindi il paese diventa una repubblica presidenziale, coi Cadetti che di fatto diventano i Padri Fondatori del nuovo stato. La nobiltà decaduta e la Chiesa Ortodossa mantengono però molti privilegi, compresa una servitù della gleba ufficiosa su danni delle minoranze non russe, per riconciliare la società russa.
Durante la Prima Guerra Mondiale l’America guida la vendetta degli stati sconfitti da Napoleone contro la Francia ma il conflitto è deciso solo dopo l’intervento russo, che colgono l’occasione per eliminare un pericoloso rivale e affermare così la Dottrina [inserire nome qualunque di ideologo panslavista] che dichiara la non interferenza estera nelle regioni slave sotto tutela russa.
Si è parlato di un Hitler latinoamericano ma il Sud America non aveva né la forza né la geografia per minacciare l’America (fa da parallelo all’Est Europa non a caso). È invece la Francia sconfitta a meditare propositi revanchisti e a scatenare la Seconda Guerra Mondiale, dopo essersi alleata con i regimi sudamericani per poter avere un trampolino di lancio per attaccare l’America, la cui invasione avviene ma poi fallisce disastrosamente (durante la campagna i francesi hanno gioco facile a reclutare i nazionalisti francofoni del Quebec nelle loro fila, il che però creerà spiacevoli sovrapposizione tra la causa indipendentista e il fascismo con conseguenze fino a oggi).
Al termine del conflitto i russi hanno liberato gran parte dell’Europa e quasi tutta l’Asia il che, assieme al fatto che la Francia impegnata in America ha lasciato intatta gran parte della Russia profonda, mettono Mosca in una posizione di vantaggio geopolitico, essendo prossima ad assicurarsi il controllo dell’Eurasia (almeno quanto lo fu l’America di ottenere quello dell’Oceania). Agli avversari di oltreoceano non resta che chiudersi nel loro blocco, soddisfatti di aver ottenuto il controllo del loro estero vicino, e cercare di mantenere i pezzi di Eurasia occupati durante il conflitto (l'Europa Occidentale) per cercare sia di negare il controllo dell’isola-mondo ai russi sia per tenerli fuori dall’Atlantico e quindi dall’estero vicino. Comunque sia alla fine il vantaggio russo si rivela incolmabile, anche a fronte di scelte sbagliate, e il blocco americani crolla. L’America tenta la via del capitalismo ma ne esce a pezzi, umiliata e depredata, oppressa e impoverita, e furiosa abbraccia presto un uomo forte che le promette un duro lavoro per poter tornare grande a contestare l’egemonia russa.
La Russia invece trionfa e pomposamente si abbandona a una grandezza imperialista che la spinge a commettere in bella vista guerre e crimini che prima almeno si degnava di nascondere. Sopra tutto però l’unificazione economica dell’Eurasia diventa il motore primo della globalizzazione, pompata dal liberismo (Ayn Rand è nata russa dopo tutto), e questo in ultima analisi trascina la Russia sulla strada della de-industrializzazione, dell’impoverimento e della concentrazione economica oligarchica. La frustrazione per il declino economico e internazionale motivano potenti forze populiste che promettono di restaurare la grandezza russa con un misto di isolazionismo e nazionalismo dalle modalità fumose e dagli esiti ancora più incerti.

La Siberia non ha mai potuto sostenere una base demografica sufficientemente forte da essere qualcosa di diverso da una landa desolata appendice di un’altro impero. Immaginare che possa diventare non una ma addirittura l’unica superpotenza è privo di basi concrete, sarebbe come immaginare gli eschimesi che vanno alla conquista di Marte. Se la Siberia sono gli Stati Uniti allora tocca a lei colonizzare le vasta lande poco popolare a sua disposizione ma avendo una densità abitativa al cui confronto il Kalahari sembra Riccione ad agosto non si capisce dove troverebbe la forza demografica per farlo. Da questo punto di vista, è come immaginare che i nativi americani del Far West, brevemente occupati e anglicizzati, secedano dal resto degli Stati Uniti per poi colonizzare da soli tutti i territori tra il Mississippi e lo Enisej, riprodursi a un tasso elevatissimo del tutto incompatibile con la realtà del terreno, le risorse a disposizione, l’avanzamento tecnologico e, banalmente, il numero di uteri a disposizione e poi partire alla conquista del mondo. Non sta in piedi secondo nessuna teoria della sociologia, della storia o della scienza. È esattamente quello contro cui mettevo in guardia quando ho espresso la mia opinione sulle simmetrie pure. Oltretutto, la proposta era “Simmetria America-Russia” e invece è diventata una simmetria tra America e Siberia.

Concludendo: personalmente non ho mai stravisto per le simmetrie pure, che tendono a piegare culture diverse e leader storici alle logiche dell’altra parte per trasformare la TL alternativa in un gioco di specchi dove un paese è la copia speculare di un altro in un’altra linea temporale, col rischio di trasformarsi in un banale esercizio teatrale dove gli attori seguono un copione già scritto (per e da altri). Credo sia più interessante analizzare le simmetrie non pure (o parallelismi, se vogliamo), che ci spingono a soffermarci a riflettere sui grandi processi storici, sociali, geopolitici ed economici che hanno influenzato le vicende storiche e a cercare modi per replicarli in altre parti del mondo lasciando ero un certo elemento di elasticità che tenga conto delle differenze tra i due contesti. Tanto per dirne una, io non credo che il “mondo libero” alfiere della globalizzazione a guida russa di questa HL possa essere uguale nei profili culturali a quello propugnato dagli Stati Uniti nella nostra storia. La mentalità, la cultura e le parole d’ordine dei due paesi sono profondamente diverse e così il loro background: un paese (neanche nazione, perché fondato, con vanto, sul crogiolo etnico) privo di storia l’uno, una nazione che vede il proprio posto nel mondo come frutto di secoli e secoli di costruzione ed evoluzione della cultura russa, un tassalocrazia naturale una, un impero terrestre per necessità l’altra, una società policentrica che ha sempre visto al centro gli interessi della sua classe mercantile l’una, una società gerarchica e verticistici con una missione nazionale metafisica da compiere l’altra.

.

Per contribuire alle discussioni in corso, scriveteci a questo indirizzo.


 

Torna indietro