Dopo aver citato tanti parroci di Lonate che io non ho mai incontrato, essendo deceduti prima della mia nascita, sarebbe ingiusto non dedicare una pagina del mio sito anche ad un sacerdote che io ho conosciuto di persona, e che ha avuto una parte importante nella mia formazione di uomo e di cristiano. Si tratta di don Mario Manfrin, prima parroco di Sant'Antonino Ticino e poi coadiutore di Lonate Pozzolo, che è stato a lungo mio confessore.
Nato a Cologna Veneta, un comune delta pianura veronese, è stato ordinato sacerdote nel 1945. Per dieci anni è stato Viceparroco a Samarate, città vicina a Lonate. Dal 1955 al 1991 è stato Parroco a Sant'Antonino Ticino, frazione di Lonate Pozzolo, e questo è coinciso con il periodo più lungo e costruttivo del suo ministero di sacerdote. Nel 1991 si è trasferito a Lonate Pozzolo, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. Si deve alla sua instancabile attività la realizzazione di numerose opere: nel 1957 costituì in ambito oratoriano la società sportiva "Audax" e nel 1959 realizzò la Casa del Giovane, inaugurata il 3 ottobre dello stesso anno dal cardinale arcivescovo Montini, futuro Papa Paolo VI. Nel 1974 venne posata la prima pietra delta sua opera più grande, la nuova Chiesa Parrocchiale di Sant'Antonino, e nel 1978 essa fu ultimata e benedetta. Era anche un grande appassionato della montagna (era sciatore e scalatore), si devono a lui 1'apertura dell'Ufficio Postale di Sant'Antonino, della Farmacia e l'attivazione delta linea di bus con il collegamento a Gallarate. Una volta ritiratosi in pensione, è stato assegnato alla nostra parrocchia in qualità di aiutante dell'allora curato Monsignor Eraldo Colombini, e successivamente nominato prevosto della comunità di Moncucco. Il Signore ha voluto che egli ci lasciasse, dopo lunga malattia, il 4 aprile 2005, due giorni dopo il piissimo transito del Santo Padre Giovanni Paolo II il Grande, con il quale lo si vede nella foto qui sotto riprodotta, diffusa nella nostra parrocchia dopo la sua morte.
Ecco una copia del suo testamento spirituale:
Così lo ha voluto ricordare il cardinale arcivescovo di Milano:
Ai fedeli
della Parrocchia S. Antonino, via Madonna 2
S. Antonino Ticino
Roma, 6 aprile 2005
Carissimi fedeli,
partecipo con profonda commozione al vostro cordoglio per la morte di don Mario Manfrin e mi unisco a voi tutti nella preghiera di suffragio.
Ordinato sacerdote nel 1945 per L'imposizione delle mani del mio venerato predecessore il Beato Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, dopo un primo incarico a Samarate, nel 1955 gli fu affidata la Parrocchia di S. Antonino Ticino. Qui compì il suo appassionato servizio alla Chiesa con forza e determinazione, impegnando tutto se stesso per guidare - con una attenta e assidua opera educativa - la comunità, che affrontava un periodo di cambiamenti sociali. Si attivò in maniera efficace per dotare la Parrocchia di un nuovo edificio sacro ed e lì che oggi gli viene dato l'ultimo saluto.
Il grande amore alla Chiesa ed ai Sacramenti, che don Mario ha sempre testimoniato nel suo ministero, è stato davvero un insegnamento importante per tutta la comunità di Lonate: tutti ricordano, con gratitudine, il prezioso e generoso servizio in cui don Mario profuse tutte le sue energie, anche dopo che ebbe lasciato l'incarico di parroco.
Ora affidiamo don Mario all'abbraccio misericordioso del Padre celeste e gli chiediamo di continuare a vegliare sul nostro pellegrinaggio terreno nell'attesa di ritrovarci tutti insieme nella Patria eterna.
Unito in questo cammino, imploro per tutti voi la benedizione del Signore.
Dionigi card. Tettamanzi
+ Arcivescovo di Milano
Vogliamo ricordarlo con le parole lette dai due rappresentanti delle comunità di Lonate e di Sant'Antonino il giorno del funerale:
« Caro don Mario, hai testimoniato la tua fede, profondamente radicata nella Parola, spiegata con passione e semplicità ogni domenica, e nei sacramenti celebrati con cura e dedizione. L'obbedienza alla Chiesa ha guidato i tuoi passi fino al totale dono di te alle comunità cristiane che Lui ti aveva affidato e che tu bai servito con coraggio, anche nella malattia e nella sofferenza. Per ognuno dei figli di Dio non è mai mancata una parola di conforto, un aiuto concreto... ci siamo sempre sentiti confortati ed incoraggiati dalla semplicità e dalla forza delle tue parole...» (Parrocchia di Sant'Ambrogio)
« Caro don Mario, ci tornano alla mente gli anni trascorsi insieme: ben trentasei! Le intelligenti catechesi, la forte dedizione alla Chiesa ed alla Parrocchia, la fedeltà ai sacramenti, hanno fatto di te un grande pastore. Se ogni uomo ha la sua storia, se ogni comunità ha la sua storia, tu sei parte fondamentale di questa nostra storia. Quello che oggi siamo come cristiani riconosciamo di doverlo sicuramente a quanto hai operato in mezzo a noi. Di te possiamo dire che sei stato un esempio di fede e di amore a Cristo ed alla Chiesa. » (Parrocchia di Sant'Antonino Martire)
Così invece lo ha ricordato la comunità parrocchiale di Sant'Ambrogio sul notiziario parrocchiale "La Nona Campana":
« Caro don Mario,
se dovessi dare a Dio dei motivi per accoglierti tra i suoi santi, gli parlerei dell'integrità e dei rigore con cui hai testimoniato la tua fede, profondamente radicata nella Parola, spiegata con passione e semplicità ogni domenica, e nei sacramenti celebrati con cura e dedizione.
Gli direi che l'obbedienza alla Chiesa ha guidato i tuoi passi fino al totale dono di te alle comunità cristiane che Lui ti aveva affidato e che tu hai servito con coraggio anche nella malattia e nella sofferenza.
Gli racconterei di come l'amore per il Padre e la comunione con il Cristo diventassero in te affetto profondo per ognuno dei figli di Dio, per i quali non è mai mancata una parola di conforto, un aiuto concreto, l'augurio di "buona domenica" che sempre concludeva le tue celebrazioni al Moncucco... "Miei cari!" così ci chiamavi e così ci siamo sempre sentiti: cari a te e cari a Dio, confortati e incoraggiati dalla semplicità e dalla forza delle tue parole.
Ma so che Dio ha già preparato per te un posto speciale; e allora la mia preghiera in questo giorno di dolore, ma anche di grande speranza, diventa un grazie sincero a Dio per averci fatto dono di condividere con te un pezzo della nostra strada, sulla quale ti chiediamo di continuare ad accompagnarci. »
A questo commosso grazie si aggiunge anche il mio.
Il 1 maggio 2017 la Piazza della Chiesa a Sant'Antonino Ticino è stata intitolata proprio a don Mario, come vedete nella lapide soprastante.
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Ed ora, il ricordo di un altro sacerdote lonatese:
(da "La Nona Campana", gennaio 2023)
Il 21 novembre 2012 si spegneva don Battistino Bottarini, un sacerdote che io ho conosciuto molto bene. Questo è il ricordo che ne ha tracciato, a dieci anni dalla morte, il suo amico di famiglia Avvocato Felice Brusatori.
Il percorso umano di don Battistino Bottarini (4/4/1933 - 22/11/2012), detto affettuosamente don Tino, è stato certamente complesso e variegato, dalla sua nascita al trascorso nella sua devota famiglia di vera fede cristiana in Lonate Pozzolo, dove vive con il padre Natale, la mamma Pierina, il fratello Carlo e le amate sorelle Giannina e soprattutto Romana. Luogo ove matura e rafforza anche la sua vocazione e i doni ricevuti impegnandosi nelle Associazioni Cattoliche ed anche scolastiche. Don Tino era, ed è stato, certamente uno spirito irrequieto e curioso. E come non ricordare l'amato Agostino dell'"inquietum est cor nostrum donec requíescat in te" unito alla tremenda domanda del "tu quis es" ove si nasconde la profondità della ricerca della verità?
Frequenta gli studi magistrali, unitamente al lavoro, dove si distingue per l'acutezza e per la forte vocazione educativa. Prosegue gli studi laureandosi presso l'Università Cattolica in pedagogia con il prof. Agazzí per poi dedicarsi, a Brescia, all'insegnamento presso la scuola media e liceale collaborando anche alla collana "Scuola Italiana Moderna" diretta dal prof. Chizzolini. Dedito alla formazione pedagogica e psicologica scolastica, acquisisce autorevolezza e riconoscimenti anche per gli innumerevoli interventi e scritti. Svolge quindi attività di insegnante e poi di Preside nelle scuole medie presso l'Istituto Scolastico di Lonate Pozzolo ove, nel frattempo, convinto assertore della dedizione alla vita civile pubblica, desideroso di trasporvi l'impegno ispirato ai valori cristiani ed etici, viene eletto Sindaco al servizio della comunità di Lonate Pozzolo per il periodo dal 1990 al 1992.
In tale funzione di servizio e nella quasi profetica visione e convinzione che l'uomo debba dedicarsi al Bene della comunità, affermando i valori anche dell'etica cristiana, ha lasciato certamente il segno operativo e culturale, una traccia di positività e di fermezza valevole anche per l'attualità, non facilmente dimenticabile pur nel non facile e turbolento fermento territoriale. Giunto all'età pensionabile, quando le normali persone anelano al riposo, don Tino sentì riacutizzarsi e ripresentarsi prepotentemente ed irresistibilmente la chiamata sacerdotale rispondendo come sempre: "eccomi" ed iscrivendosi alla facoltà di Teologia presso la Pontificia Università Lateranense in Roma e laureandosi nell'anno accademico 1994/95 con la specializzazione in Teologia Dogmatica, con la tesi "Il verbo luce dell'anima in Antonio Rosmini", proseguendo poi instancabilmente e conseguendo il baccalaureato e dottorato presso la facoltà di Teologia di Lugano nell'anno 1998/99 con l'ulteriore tesi di approfondimento "Il verbo luce dell'anima. Le dimensioni logologiche ed antropologiche della cristologia di Antonio Rosmini", mai smettendo di analizzare la ricerca della vita divina nell'uomo, fulcro del suo interesse. Riceve poi il diaconato in Lugano nel settembre del 1996 e successivamente, unitamente al "fratello e confratello" don Marco Dania, venne ordinato sacerdote dal Vescovo di Lugano mons. Giuseppe Torti il 5/4/1997 e assegnato a vari incarichi e collaborazioni, tra l'altro presso il Collegio Papio di Ascona e presso la Parrocchiale della Cattedrale, assumendo poi dal 3/10/1999 la guida pastorale di Maroggia, che lasciò però nel 2001 per motivi di salute. Da tale anno ritornò assiduo e operativo presso la comunità parrocchiale di Lonate Pozzolo celebrante e concelebrante nella liturgia e nelle messe, con le sue indimenticate e profonde omelie e la sua voce dalla tonalità convinta e coinvolgente nella lettura dei Vangeli.
A volte certamente non compreso, ha dedicato anima, corpo ed energie nella realizzazione di un progetto di formazione alla vita cristiana acquistando l'unità immobiliare Cascina Castello in Oleggio, base permanente di riferimento per la comunità, dove organizzava momenti di ritiro spirituale, di riflessione e anche di formazione per gli Scout (il suo primo e mai accantonato amore giovanile), arrivando a creare il Centro Base Scout. In quegli anni ha lavorato anche alla sua ultima fatica divulgativa, il libro "La mia Messa" edito nel 2010. Purtroppo il Padre Celeste non gli ha permesso dí vedere l'evoluzione di tale sua intuizione ed iniziativa ma la sua viva volontà e il suo desiderio sono stati raccolti e portati avanti con generosità dalla sorella Romana, presenza importante nella sua vita e sua consigliera. Ora Cascina Castello continua ad essere presenza viva di don Tíno nel suo essere a servizio della spiritualità e della formazione degli Scout.
La sua arguzia, lo sguardo folgorante e paterno, la sofferenza per l'attualità e per il silenzio sull'essenziale, uniti alla instancabile attività nel ricordare che gli esseri umani con i loro proclami andranno, ma le azioni e le opere restano, uniti anche al richiamo operato nelle sue visite a non dimenticare sempre ed ovunque ed in ogni dimensione di vita spirituale e operativa che "il corpo è il tempio dello Spirito Santo e che l'uomo è costituito dal Divino", restano segni e insegnamenti certamente attuali.
La presenza viva ed attuale dell'eredità che ci ha lasciato don Tino è rappresentata da tutto ciò che ha iniziato a creare, ad intuire e a donare, non cose morte ma realtà lasciate a tutti coloro che l'hanno amato. Eredità che è stata raccolta da coloro che gli sono stati vicino, che, con la loro passione, la loro fede e il loro amore, continueranno la sua opera, ricordando, come diceva don Tino, che nella vita dell'uomo si prospettano due strade, l'una agevole e l'altra del rischio, della domanda, della ricerca, in un cammino fatto anche di silenzio e solitudine ma percorso sempre con amore e con fede. Ecco, così ci piace ricordare don Tino.
Avvocato Felice Brusatori
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