PIONIERI LONATESI A WALLA WALLA


 Come racconta Indro Montanelli nel suo volume "L'Italia dei Notabili: 1861-1900", gli ultimi decenni del secolo XIX ed i primi del XX videro l'Italia interessata da un fenomeno di proporzioni poco meno che bibliche: l'emigrazione. Fino ad allora l'emigrazione italiana era quasi tutta di settentrionali, rivolta verso i paesi confinanti (Francia, Svizzera...) e a carattere stagionale. Ma il dirompente sviluppo industriale del continente americano risucchiò braccia di lavoro da tutt'Europa, e specialmente da Italia, Irlanda, Germania e Russia, mettendo in moto la più massiccia ondata migratoria di tutti i tempi. Fra il 1860 e il 1914 oltre 30 milioni di Europei varcarono l'oceano, andando a costituire il tessuto sociale dei moderni Stati Uniti d'America. In particolare fra il 1880 e il 1890 la media annua degli espatrii dall'Italia passò da 110.000 a 220.000, per raggiungere addirittura i 600.000 nel primo decennio del nuovo secolo. L'emigrante, ricorda Montanelli, diventò l'eroe melodrammatico di una saga popolare intrisa di pianto e di vittimismo, nonché il simbolo della nostra condizione di reietti; il nazionalismo, che doveva alimentare tutta la nostra politica coloniale con la sua retorica del "posto al sole", vi trovò il suo più efficace concime. Il fenomeno dell'emigrazione ha interessato in modo importante anche Lonate Pozzolo, a cavallo tra ottocento e novecento. Ecco due articoli, uno a cura della Pro Loco di Lonate, l'altro di Ernesto Milani, che raccontano proprio una pagina di questa storia.

.

Negli ultimi trent'anni dei secolo XIX la popolazione lonatese, ancora costituita da famiglie contadine, aumentò di quasi 1.000 persone. Non risultando possibile incrementare l'agricoltura, ragazze e donne fortunatamente trovarono occupazione nelle due filande esistenti e nell'apertura delle tessiture di cotone, mentre i giovani e gli uomini furono costretti a cercare lavoro nelle Americhe. L'emigrazione si diresse maggiormente verso gli USA: i lonatesi a Waila Walla (Stato di Washington, vedi articolo seguente) e a nord della Baia di San Francisco, soprattutto a San Rafael e in altre località della Contea di Marin; i santantoninesi a Crockett, dove lavorarono in maggior parte nello zuccherificio C&H. In Argentina si diressero a Buenos Aires, La Plata, Bahia Blanca, Tres Arroyos e Coronel Pringles. Non meno di 1.500 giovani e uomini, di età compresa tra i 18 e i 40 anni, molti dei quali già con famiglia, raggiunsero le Americhe in quegli anni; il periodo di più intenso esodo fu il quinquennio 1901-05, con 130 emigranti ogni anno.

Si partiva in nave: per gli USA da Genova e da Le Havre, sistemati in terza classe; la durata dei viaggio era di due settimane e di dieci giorni, rispettivamente. Giunti a New York, controllo doganale e sanitario a Ellis Island e poi quattro giorni di treno, per arrivare a San Francisco. Per giungere in Argentina l'imbarco avveniva a Genova. I posti di lavoro, la loro dislocazione e pure i documenti di viaggio necessari venivano indicati dagli agenti di viaggio (ne risiedeva uno anche a Lonate). Trovarono lavoro in agricoltura a Walla Walla e in Argentina, mentre in California operarono nelle fornaci, nelle ferrovie e come giardinieri. Per le migliori condizioni di vita che vi trovarono, non meno di 200 emigranti si accasarono nelle Americhe, richiamandovi la moglie e i figli o, se scapoli, chiedendo ai parenti di mandare loro una lonatese da sposare; le mogli condussero la vita da casalinghe, i figli più piccoli frequentarono le scuole americane (alcuni di essi raggiunsero poi la laurea). Col tempo molti emigranti diventarono lavoratori autonomi come parrucchieri, bottegai, maniscalchi e giardinieri (Ernesto Arbini, mediante incroci, ottenne un crisantemo di colore giallo passato agli onori della cronaca vivaistica americana).

Le famiglie emigrate conservarono con cura le tradizioni lonatesi. In casa si parlava solo in dialetto; la cucina tenne fede ai piatti della tradizione lonatese (alla domenica, immancabili il risotto allo zafferano e il polio ripieno); abituali erano gli incontri e le feste tra italiani, con particolare rilievo per il Columbus Day; gli sposalizi venivano celebrati nelle chiese cattoliche, anche a San Francisco e particolare cura era riservata dalle mamme all'educazione alla fede dei figli. Tuttavia la maggior parte degli emigranti (tutti quanti cioè non vi avevano trasferito o formato la propria famiglia) di norma dopo 5-6 anni di duro lavoro, quando i risparmi accumulati erano considerati sufficienti per costruire una casa propria, tornava a Lonate e Sant'Antonino.

In breve, si pu6 dire che i frutti dei lavoro nelle Americhe sono stati il passaggio degli emigranti da contadini affittuari a contadini proprietari di casa e terreni e lo sviluppo edilizio di Lonate e di Sant'Antonino. con un notevole miglioramento delle abitazioni: le nuove case coloniche, le cosiddette Case degli Americani, da loro fatte edificare ai margini dei vecchi nuclei abitati erano ben più salubri e comode di quelle dei cortili. Gli emigranti e i loro figli mantennero intensi legami con i parenti rimasti a Lonate, inviando loro lettere e fotografie. e poi tornandovi periodicamente nel secondo dopoguerra. Un caso dei tutto particolare è rappresentato dalla costituzione nel 1987 dei "Gruppo Lonatese" di San Rafael, che l'anno seguente riuscì a far gemellare quella città con Lonate Pozzolo; i principali risultati dei gemellaggio sono rappresentati dal rinnovo dei legami tra le due "città sorelle" e dalla costruzione dei Parco San Rafael a Lonate e dei "Lonatese Gardens" a San Rafael.

Gruppo Culturale Pro Loco

 

Antonio (Tony) Locati, figlio di Agostino e Maria Tacchi, e Caterina Locati, figlia di Giuseppe e Giuditta Belesi, si sposarono il 25 gennaio 1898 nella chiesa di Sant'Ambrogio in Lonate Pozzolo. Un matrimonio come tanti altri, se Antonio non fosse emigrato negli Stati Uniti nel 1886, a soli undici anni, dove aveva raggiunto lo zio Giuseppe (Joe) Tacchi, che dall'inizio degli anni '80 viveva a Walla Walla, nello stato di Washington. Tornato a Lonate nel 1897, seguendo un rituale comune a tanti emigranti, il Locati era ripartito subito per la Francia. Ritornato a Lonate e sposatosi come detto nel 1898, restò in paese fino al 1900, allorché, nata la primogenita Maria Anna (Mary) il 6 febbraio 1899, ritornò per sempre in America, portando con sé il fratello Ambrogio e altri parenti. In un viaggio successivo vi condusse il fratello Angelo e altri amici. Era il 1906. Divenuto un uomo importante nella comunità agricola di Walla Walla, Tony Locati mori il 27 febbraio 1915, minato dalla tubercolosi, lasciando la moglie e quattro figli.

Una cronaca come tante di emigranti delta fine del secolo scorso. In realtà questa emigrazione fu atipica, perché i lombardi dell'Alto Milanese trascurarono quasi sempre la loro origine contadina e, quando emigrarono negli Stati Uniti, si insediarono di solito in centri urbani. Non essendo in grado di acquistare terra e attrezzi per coltivarla, e considerando sempre la propria permanenza in America temporanea, preferirono il guadagno sicuro delta fabbrica all'incertezza delta terra che, attraverso i suoi innumerevoli problemi, li aveva già costretti a lasciare l'Italia.

Sappiamo ad esempio che i cuggionesi, dopo una prima esperienza nelle miniere di piombo di Union, nel Missouri, si trasferirono a Saint Louis, sempre nel Missouri, dove lavorarono a lungo come fornaciari e dove costituirono una "Little Italy" che ancor oggi, sotto il nome di "The Hill" ( La Montagna e non La Collina come potrebbe sembrare) resiste all'implacabile avanzata della macchina assimilatrice americana. I varesini si stabilirono invece a Barre, nel Vermont, ma anziché dedicarsi all'agricoltura continuarono il loro lavoro di scalpellini e tagliatori di marmo. Piccole colonie di arnatesi si formarono a Boston e Rockford, rispettivamente nel Massachusetts e nell'Illinois, dove l'occupazione fu quasi sempre nelle fabbriche e sulle strade. Altri gruppetti sparsi si diressero a Detroit (Michigan), e in altre località più o meno industriali, ma gli unici contadini emigrati in una comunità rurale sono forse le due famiglie Berra e Garavaglia, che già nel 1880 si trovavano a Genoa, nel Wisconsin, dedite come le famiglie valtellinesi all'allevamento del bestiame e alla produzione conseguente di latticini, seguita successivamente do quella del tabacco.

.

Un panorama di Walla Walla

Walla Walla si trova nel sudest dello stato di Washington. Il suo nome in lingua amerinda significa "molta acqua". La regione fu una delle prime ad essere occupata dai pionieri sulla famosa Oregon Trail, ma in realtà soltanto l'11 gennaio 1862 la città fu "incorporata", secondo le leggi americane: cioè le venne riconosciuto appunto il titolo di città. La sua popolazione al censimento del 2000 contava 29.686 persone.

Il clima e buono e il periodo di coltura dura circa 200 giorni, con 1'ultima brinata verso il 20 aprile e la prima verso il 10 ottobre. La graduale ondulazione del terreno, che varia in altezza da 100 a 1000 metri, permette altresì una discreta varietà di colture, aiutate da una relativa variazione di piovosità che consente maturazioni in tempi diversificati.

Fu in questa cittadina del West in lenta ascesa, che arrivò per caso da New York nel 1880 un certo Giuseppe (Joe) Tacchi, che insieme a Pasquale Saturno, meglio noto come Frank Breen, iniziò a dare un'impronta italiana a Walla Walla. Tacchi era senz'altro molto intraprendente, e sfruttò le sue conoscenze agricole coltivando ortaggi su larga scala; occupatosi poi di proprietà immobiliari, divenne abbastanza ricco da lasciare alla sua morte, avvenuta l'8 febbraio 1912, un'eredità valutata in almeno 300.000 dollari dell'epoca: una cifra davvero considerevole.

Gli altri emigranti lonatesi, che seguirono le orme di Joe Tacchi e più tardi quelle dei suoi due nipoti Tony Locati e John Arbini, non fecero grandi fortune. Si affermarono però come grandi lavoratori, esperti coltivatori di ortaggi e soprattutto di cipolle.

L'introduzione delle cipolle cosiddette francesi, dette anche "Walla Walla Sweets" (Cipolle dolci di Walla Walla), viene fatta risalire a un corso, tale Peter Pieri, che le importò dalla Francia verso la fine del secolo XIX. Furono però i lonatesi a capire due cose fondamentali: che se la semina veniva ritardata fino alla prima settimana di settembre, le piantine si sarebbero conservate durante l'inverno; e che se non fossero state raggruppate in primavera, avrebbero maturato un bulbo di grandezza superiore alla media. Inoltre la "Francese", come veniva comunemente chiamata, giungeva a maturazione parecchie settimane prima delle altre qualità primaverili. La grandezza e la precocità di questa cipolla, aggiunte alla sua dolcezza dovuta all'alto contenuto di zolfo, ne fecero l'ortaggio di punta della valle di Walla Walla, per cui essa è famosa in tutti gli Stati Uniti.

I metodi di coltivazione, di raccolta e selezione sono naturalmente cambiati, ma ancor oggi la cipolla rimane 1'ortaggio emblematico delta comunità americana-lonatese. La coltivazione e resa degli ortaggi nella contea di Walla Walla nel 1980 è contenuta nel prospetto seguente (un acro corrisponde a 4.046,87 m2):

 

acri
coltivati

resa complessiva
in dollari

resa per acro in dollari

cipolle

1.425

3.460.000

2.428

patate

4.012

8.024.000

2.000

asparagi

6.077

7.638.789

1.257

piselli

21.712

4.495.500

207

 

La comunità lonatese di Walla Walla si è lentamente trasformata nel corso del secolo. Il primo motivo è da ricercarsi nella fine dell'emigrazione a causa delle leggi restrittive del 1924; il secondo nell'inevitabile processo di americanizzazione, dovuto ai matrimoni misti e alla mancanza di relazioni con altre comunità italo-americane vicine e con la madrepatria. Legato a tradizioni poco conosciute e ad un passato sempre più lontano, il patrimonio culturale di questo sparuto gruppo di lonatesi non poteva essere semplicemente sostenuto da un dialetto parlato male e dalla appartenenza alla Chiesa Cattolica.

Ernesto Milani

 

Fonte: J. J. Locati, Che horticultural Heritage of Walla Walla County, 1818-1977, Walla Walla 1978.

 

Per concludere, una breve galleria fotografica:

 

Walla Walla, 1910. Tipico raduno domenicale a casa di Tony Locati

Walla Walla, 1910. Tipico raduno domenicale a casa di Tony Locati (in prima fila con la mano sul mento) con bambini e il cane Dick. In prima fila, da sinistra a destra: Emilio Airoldi, Carlo Locati, Mary Locati, Jacob Locati, Sam Castoldi, Tony Locati, Frank Arbini, "Nel", Carlo Ponti, Henry Locati, August L. Locati. In seconda fila: Joe Arbini, Henry Grassi, Tony Zaro, Ambrose (Jim Locati), Joe (Pin) Locati, John Arbini, Andrea Castoldi, Angelo Castoldi, "Sandrin" Ferrari e Joe Fausti.

 

Dagli anni Trenta del '900 ai nostri giorni le cipolle dolci di Walla Walla vengono piantate soprattutto in autunno

Dagli anni Trenta del '900 ai nostri giorni le cipolle dolci di Walla Walla vengono piantate soprattutto in autunno.

 

Giugno 1952: raccolta delle cipolle, note come le primizie di Arbini

Giugno 1952: raccolta delle cipolle, note come le primizie di Arbini.

 

Luglio 1955. Cipolle già selezionate e insaccate, pronte per essere spedite all'Associazione Coltivatori, nel campo di proprietà di Carlo Bossini

Luglio 1955. Cipolle già selezionate e insaccate, pronte per essere spedite all'Associazione Coltivatori, nel campo di proprietà di Carlo Bossini.

 

Le celeberrime cipolle dolci di Walla Walla (per maggiori informazioni, cliccare qui)

 

Se volete saperne di più, rivolgetevi alla Pro Loco di Lonate Pozzolo, indirizzo via Cavour 21, telefono 0331/301155.

 

Già che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia recente di Lonate; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.


Torna su - Vai alla mia Home Page