PADRE VINCENZO SOLDAVINI

(da "La Nona Campana", gennaio 1988)


Il 4 dicembre 1987, alle ore 16, si spense a Gurna, in Mozambico, il padre missionario Vincenzo Soldavini, una delle più straordinarie figure di religiosi cui Lonate Pozzolo ha dato i natali. Eccone un commosso ricordo.

Padre Vincenzo Soldavini (1917-1987)Due occhietti attenti e intelligenti dietro un paio di lenti, una barbetta che e andata imbiancandosi col tempo, un sorriso sempre pronto ed una gamba lesta nascosta sotto la tunica: bastano pochi tratti per delineare l'aspetto fisico di un missionario stimato ed amato da tutti i lonatesi, anche dai più accaniti "mangiapreti". Dentro, un cuore semplice e grande che ha accolto, nel corso di un'intera esistenza, migliaia di poveri e diseredati, spezzando con loro il pane materiale e quello Eucaristico.

Padre Vincenzo Soldavini, questo grande amico di Dio e degli uomini, è morto nella sua terra africana il 4 dicembre 1987: una forma fulminante di malaria lo ha ucciso nel giro di pochi giorni, mentre ancora svolgeva in pieno la sua attività, nonostante i settant'anni compiuti poco prima. E lì, in Mozambico, è stato sepolto con grande devozione dalla sua gente in lacrime per la morte di un padre autentico, ma profondamente edificata dal suo esempio di fede.

È difficile parlare o scrivere di Padre Vincenzo. Non perché manchino cose da dire (innumerevoli sono i possibili riferimenti al suo impegno missionario), bensì perché le parole appaiono troppo povere e limitate per delineare il ricordo di una persona totalmente dedita al prossimo là dove il Signore l'ha chiamata, anche a costo di gravi sacrifici, e così di casa anche tra noi, nonostante i suoi periodi di riposo in paese siano stati scarsi. Nato a Lonate il 27 novembre 1917, entrò in Seminario nell'ottobre 1931, si consacrò nella Congregazione dei sacerdoti del Sacro Cuore il 29 settembre 1937, fu ordinato sacerdote a Bologna il 25 giugno 1944, disse la sua prima Messa a Lonate il 29 giugno dello stesso anno. e il 24 settembre 1947 partì per il paese dell'Africa australe, allora ancora colonia portoghese, dove per quaranta lunghi anni ha svolto la sua vocazione di sacerdote missionario. Una vocazione difficile, faticosa, ma ricca di tante soddisfazioni perché certamente sostenuta da quel Dio a cui egli ha affidato la vita, carico di entusiasmo e di disponibilità.

Padre Vincenzo ha operato in una missione comprendente più di 60 comunità, estesa per circa tremila chilometri quadrati; una Chiesa ancora giovane, che lui stesso ha creato con alcuni confratelli durante il primo periodo di permanenza: al suo arrivo c'era carenza di servizi e strutture sociali, la gente viveva in uno stato di miseria davvero grave, ma con impegno e buona volontà sono stati costruiti scuole ed ospedali per l'indispensabile assistenza in campo educativo e sanitario, riuscendo in tal modo a conciliare nella pratica quotidiana l'impegno di promozione umana e quello di evangelizzazione.

Dal 1975 il Mozambico ha raggiunto l'indipendenza ed il partito unico di governo di ispirazione marxista, il Frelimo, ha nazionalizzato queste istituzioni, privando i missionari delle loro case; ma subito le comunità sono venute in loro aiuto con la costruzione volontaria di una nuova residenza, dimostrando cosi di apprezzare il gesto dei padri missionari; che hanno mantenuto viva la loro presenza pur nelle difficoltà. Ciò permette di capire come l'opera di Padre Vincenzo abbia inciso profondamente nel tessuto sociale e religioso del luogo, inventando in campo ecclesiale ministeri sempre nuovi per aiutare le comunità e crescere e a divenire autonome: il Consiglio degli anziani per le decisioni più importanti, il Proclamatore della Parola di Dio che si occupa della predicazione, l'Incaricato dell'Eucaristia che ogni domenica, durante una paraliturgia partecipata con canti, preghiere e suono di tamburi, distribuisce il Corpo del Signore affidatogli dal sacerdote, i catechisti che preparano i vari gruppi a ricevere i Sacramenti.

Purtroppo, i contrasts negli Stati meridionali dell'Africa sono andati accentuandosi e nel Mozambico dal 1982 al 1990 la Resistenza Nazionale Mozambicana (Renamo), anticomunista e finanziata da USA e Sudafrica, ha portato avanti una spietata guerriglia, che si è sparsa a macchia d'olio in tutta la regione: imboscate, attacchi, mine sulle strade, distruzione di villaggi hanno accentuato la miseria del popolo. Lo stesso Padre Vincenzo è stato vittima di un'imboscata, nella quale ha ricevuto una ferita ad un piede, fortunatamente risoltasi in breve tempo. Anche in questo caso, però, non e mancato il coraggio di continuare con una testimonianza fedele e coerente alla gente di colore oppressa dalla violenza: l'ansia e le preoccupazioni umane erano mitigate continuamente dalla fiducia nella Provvidenza divina. Peccato solo che egli non abbia fatto in tempo ad assistere alla riconciliazione nazionale tra la Renamo e il Frelimo, promossa dall'italiana Comunità di Sant'Egidio.

Ricordiamolo, dunque, cosi questo nostro missionario in Africa: nell'umile e silenzioso impegno quotidiano, che nel corso di quarant'anni ha dato frutti copiosi, diffondendo il Regno di Dio in quell'angolo di mondo che ci pare tanto lontano. Ricordiamolo nella semplicità di chi sa chiedere per gli altri, senza mai dimenticarsi di ringraziare anche per il più piccolo gesto di generosità e nella fede profonda, che e stata sempre a fondamento del suo agire. In Mozambico egli ha fatto anche la nostra parte: dovere di riconoscenza vuole che non ci dimentichiamo di questo popolo, e con la preghiera e con aiuti concreti continuiamo a sostenere le opere da lui avviate. Oggi il Mozambico resta uno dei più poveri paesi del mondo, ma perlomeno vive in pace, e questo si deve anche all'opera di missionari come padre Vincenzo.

La chiesa fatta costruire a Gurue da padre Vincenzo

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DALLE SUE LETTERE

L'animo buono di Padre Vincenzo emerge anche dalle sue lettere, essenziali eppure cariche di significato umano e cristiano: vi riscontriamo la fiducia totale nella Provvidenza, l'ansia e la condivisione nelle sofferenze della sua gente, il legame profondo con la comunità cristiana d'origine, con la famiglia, con la Congregazione missionaria.

Eccone alcuni stralci: sarà come risentire la sua voce ancora viva tra noi, sollecita a scuotere, con la discrezione di cui lui solo era capace, il nostro consumismo, per richiamarci i valori essenziali della vita.

Dicembre 1968:

Reverendissimo e carissimo Parroco, il Natale ormai prossimo mi spinge a porgerle i miei più cordiali auguri di Buone feste e di un anno nuovo felice e ricco di opere sante. Alla presente accludo la foto della jeep che la popolazione di Lonate mi ha generosamente offerto (...).

Non mi sono ancora seduto al volante della jeep o di altro carro perché sino ad oggi la moto mi portava in tutti i buchi, ma credo che qualche temporale con le relative docce mi farà cambiare idea.

Giugno 1970:

...Ho ricevuto le medicine, che sono molto utili. Quelle che più mi servono sono quelle che curano i raffreddori, le ferite, le costipazioni, le ulcere, le malattie della pelle, la dissenteria amebica, la lebbra.

Ottobre 1972:

...Ieri, vigilia della Giornata Missionaria, ho ricevuto intatte le cinque casse e tutte in ottime condizioni. Queste casse le aprirò solo tra quindici giorni, perché ho gia promesso di visitare i cristiani e i catecumeni che si preparano per il Battesimo o la Cresima. Non si può immaginare la felicita delle mamme che ricevono un bel vestito per loro o per i loro bambini e la riconoscenza di tanti poveri che ricevono pantaloni o vestiti. La loro preghiera di riconoscenza otterrà certamente molte grazie e benedizioni dal Signore per coloro che li hanno beneficati.

Ottobre 1978:

...Ho ricevuto la Sua gradita lettera e quelle molto interessanti dei bambini della Prima Comunione e vivamente La ringrazio per la bella sorpresa che mi ha fatto. Leggendole una dopo l'altra, ho notato molto interesse per i loro coetanei mozambicani e la generosità che li ha spinti a pregare e a sacrificarsi per venire in loro aiuto.La bandiera del Mozambico

Spero che questo aiuto spirituale continui anche per il futuro in modo da aiutare i bambini cristiani a conservare la fede e quelli pagani ad incontrarla, nonostante tutta la propaganda marxista contraria.

Le difficoltà non mancano, ma la buona volontà di continuare e la fede nella Divina Provvidenza ci aiutano a continuare a svolgere con serenità il nostro apostolato. In questi mesi dobbiamo arrangiarci a trovare un'altra residenza, visto che anche la nostra casa e stata nazionalizzata. Per ora abbiamo adocchiato una casa coperta con paglia e abbandonata e cerchiamo di adattarla provvisoriamente. Per quanto riguarda il resto è tutto normale.

Luglio 1980:

...Per non essere importuno non vorrei aggiungere altro, ma dato che da solo non riesco ad accontentare i Cristiani di buona volontà che danno buona parte del loro tempo a servizio della Comunità, vengo a sollecitare il vostro aiuto. La prima richiesta: si tratta di una pialla corta di ferro da falegname che qui non si trova. Il richiedente è un coraggioso cristiano che ha già sperimentato la prigione per la fede e adesso dirige, con l'aiuto di altri, una Missione vicina, dopo l'espulsione del personale Missionario. La seconda richiesta: si tratta di sostituire i vari barattoli più o meno convenienti che usiamo per il trasporto dell'Eucaristia, con dei cofanetti capaci di contenere un centinaio di ostie... Nonostante la nostra chiesa e le altre cappelle siano state nazionalizzate, i Cristiani trovano modo di celebrare la S. Messa in cappelle improvvisate; notiamo una partecipazione superiore a quella di prima, anche i Battesimi e le prime Comunioni sono numerosi. Il tempo della prova sia utile a rafforzare sempre più la Fede e la Carità in tutti.

Dicembre 1983:

Carissimo parroco, auguro a lei e a tutta la comunità cristiana un anno ricco di iniziative apostoliche. Alla sua domanda su come è sorta la mia vocazione non ho molto da dire. Per primo è stato per grazia di Dio. Una predica sentita da un missionario, la Santa Infanzia, la convivenza con un mio cugino don Vincenzo Rudoni parroco di Crema e poi i racconti di missionari che tornavano e partivano per l'Africa, durante gli anni della mia formazione sacerdotale.

Aprile 1986:

Carissimo don Eraldo, i miei auguri per la Santa Pasqua. La guerra civile è la peggior realtà che stiamo vivendo in Mozambico. Il commercio è bloccato e la gente ne paga le conseguenze. In città c'è la fame e nelle campagne c'è mancanza di tanti generi di prima necessità: sale, sapone, vestiti. Il popolo vive nella paura e molta gente dorme nella foresta e torna nell'abitato a giorno fatto. Speriamo che in quest'anno internazionale della Pace la Divina Provvidenza si ricordi anche del Mozambico. Grazie di tutto. Buona Pasqua e arrivederci a presto.

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La macchina che la parrocchia gli ha regalato negli anni '60

Gurue, 23 luglio 1986:

Dopo quindici giorni dalla partenza sono felicemente arrivato alla mia missione. Tutto e stato bello e rapido fino al capoluogo della Zambesia, poi ho dovuto attendere due settimane un aereo per arrivare a destinazione.

Il mio ritorno in missione, pur sapendo che qui esistono difficoltà di ogni specie, è il frutto di una libera scelta per continuare a seguire la chiamata di Cristo, per essere segno di speranza in una società dilaniata dall'ideologia. Qui la situazione continua a peggiorare, aumentano gli attacchi di ogni tipo, la gente vive sempre nella paura e sente sempre più la mancanza dei generi di prima necessità.

Sabato scorso in un attacco ad una grande piantagione del nostro distretto sono morte circa un centinaio di persone, sono andate distrutte molte abitazioni e macchinario. Nonostante tutto cresce nel popolo la fame di Dio e le cappelle diventano sempre più piccole. Approfitto dell'occasione per rinnovare a Lei e ai lonatesi, a cominciare dal più piccoli, il mio grazie sentito e cordiale per tutto il bene ricevuto. Prego il Signore affinché ricompensi Lui stesso; auguri di pace e bene a tutti, con la benedizione di Dio. Obbligatissimo padre Vincenzo.

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Il 18 ottobre 2008 è stato intitolato a Padre Vincenzo Soldavini il nuovo parco pubblico avente sede nella piazzetta adiacente a Via Sormani, dove il 6 aprile precedente era stato già collocato un cippo dedicato alla sua memoria. Ecco qui sotto una foto del detto cippo, sulla cui targa è scritto: « All'apostolo del Gurue - Padre Vincenzo Soldavini - la comunità lonatese - orgogliosamente memore - questo parco dedica ».

Il cippo dedicato alla memoria di padre Vincenzo Soldavini

Il cippo dedicato alla memoria di padre Vincenzo Soldavini

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La targa che intitola il parco a Padre Vincenzo (foto di Romana Ferrario)

La targa che intitola il parco a Padre Vincenzo (foto di Romana Ferrario)


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Colgo l'occasione per nominare in questa pagina anche un altro dei nostri missionari in Africa: padre Marino Albani, che si trova ad Odorkor presso Accra, nello stato del Ghana, ed è amico personale di mia mamma. Spesso egli invia a tutti i lonatesi per lettera un "caloroso" saluto visto che il caldo in quel paese si fa sentire in modo speciale: quello che per noi è l'inverno, poi, laggiù è il « tempo del caldo secco con tanta, tanta polvere, che viene dalla strada e dal vento del deserto, tanto che a volte sembra di essere a casa tra la nebbia, dove il sole si vede solo a stento. Anche le piante soffrono con noi e sono tutte rosse per la polvere », ci ha raccontato una volta in modo particolarmente efficace.

In Ghana padre Marino si occupa in particolare della pastorale e dell'istruzione dei giovani. Ma lasciamogli ancora la parola: « Qui per le scuole superiori tutti vogliono andare lontano da casa, per essere liberi, soprattutto dagli occhi dei genitori, che però sovente sono costretti a pagare molto di più per la scuola dei figli. Invece le attività parrocchiali, almeno per i rimasti, prevedoni il catechismo ed incontri vari dei diversi gruppi che compongono la parrocchia. La parrocchia e fatta soprattutto di giovani e quindi particolarmente a loro è rivolto l'impegno e il lavoro pastorale. Purtroppo li si può incontrare solo al sabato e alla domenica, a causa delle distanze, ma, specialmente a causa del traffico caotico, ci vogliono ore anche solo per brevi distanze. Anch'io impiego più di venti minuti per arrivare in chiesa da dove abito! Qui lavorano tanto, la gente vuole fare forse troppo; gli incontri si svolgono sotto le piante, per mancanza di aule. Vogliono imparare, ma a volte si ha la sensazione di lottare per niente; speriamo che, come il piccolo seme, qualcosa cresca. Con l'aiuto del buon Dio e delle vostre preghiere, forse un giorno tutto sarà diverso. »

Quindi non dimentichiamoci di pregare per padre Marino, visibile nella foto qui sotto durante un ritorno alla nostra parrocchia nell'estate 2008. Troppo spesso i sacerdoti come lui sono partiti per aiutare chi non aveva nulla, e sono stati ringraziati a fucilate. Lunga vita e prosperità, padre Marino!

Padre Marino Albani (foto dell'autore di questo sito, 6 settembre 2008)

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Voglio pubblicare in questa pagina anche la foto di un altro missionario nostrano, padre Angelo Anzioli, nato a Turbigo ma trasferitosi a Lonate all'età di 14 anni, che svolge il suo apostolato in una terra difficile per i cristiani: l'Egitto, e precisamente ad Assuan. Eccolo ritratto il 10 maggio 2009 all'Oratorio Maschile di Lonate mentre partecipa ad una festa in onore del suo 40° anniversario di professione religiosa, nel corso di uno dei suoi rari ritorni in patria (la foto è pubblicata per cortesia della sig.na Romana Ferrario che la ha scattata):

Padre Angelo Anzioli (foto della sig.na Romana Ferrario, 10 maggio 2008)

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Preghiamo anche per le Suore Lonatesi Missionarie, come Suor Agnese Castini, ritratta qui sotto il 29 luglio 2009, che si trova a Kampala, in Uganda (vedi foto sottostante), e ha permesso alla mia famiglia di adottare a distanza una bimba africana; Suor Daniela Billo che svolge il suo apostolato in una terra difficile, il Pakistan; suor Pierina Mazzoleni, che opera a Marsabit (Kenya); e e Suor Marina Bottiani, che opera nei quartieri più poveri e violenti di Fernando de la Mora, una città del Paraguay di oltre 200.000 abitanti. Esse hanno bisogno di tutta la nostra vicinanza spirituale!

Suor Castini con una famigliola ugandese a Kampala il 29 luglio 2009

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Chiudiamo questa rassegna missionaria con Suor Annamaria Rivato, una religiosa che è stata a lungo legata alla nostra Parrocchia, ed ora è tornata in Africa, nella missione delle Suore della Carità di Sarh (Ciad). Qui la vediamo impegnata ad insegnare a cucire alle donne del posto:

Suor Annamaria Rivato in Ciad

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Già che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia recente di Lonate; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.


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