SANTA MARIA DELLE GRAZIE, GIÀ ORATORIO DEI SANTI ROCCO E SEBASTIANO


L'edificio noto ai lonatesi più anziani con il nome di Santa Maria delle Grazie, un tempo situato all'incrocio tra via Cavour e via Dante, esisteva già nel Cinquecento, ma con dedica ai santi Rocco e Sebastiano, sacerdote di Montpellier morto nel 1327 il primo, martire ai tempi dell'impero romano il secondo, entrambi tradizionalmente invocati durante le pestilenze in tutta l'Europa cristiana, festeggiati rispettivamente il 16 agosto e i120 gennaio nella liturgia di rito ambrosiano. Tale dedica suggerisce che la costruzione seguisse ad una peste, forse alla peste del 1485 o a quella del 1524, non a quella del 1576 detta peste di S. Carlo.

Prima di essa infatti il Borromeo poté venire a Lonate in visita pastorale e ordinare nel 1570: "L'oratorio di S. Rocco, fabricato de novo presso la terra di Lonate, ...e gli altri tre oratori appellati chiesuole - quali? -... si chiudano davanti con sbarre di legno". Costruzione recente, dunque, o ricostruzione di un sacello antico?

Madonna delle Grazie: la facciata

Santa Maria delle Grazie: la facciata

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La prima ipotesi sembra più accettabile in base alle indicazioni dei visitatori ecclesiastici del 1583 e del 1596. Il visitatore del 1583 prescriveva: "L'oratorio di S. Sebastiano sulla strada del Ticino (in via Ticini) si chiuda, se non viene sistemato", come se si trattasse di costruzione incompiuta o imperfetta. L'oratorio di S. Rocco, piccolo (perangustum), presente all'estremità del borgo presso la chiesa delle monache di S. Agata, ha l'altare sulla parete settentrionale, delimitato da cancelli di legno, ha una finestra con inferriata, la porta d'ingresso a sud, il pavimento di malta, ma non ha un campanile vero e proprio né suppellettile per le liturgie. Ha il soffitto d'assi dipinto e dipinte le pareti. È stato costruito per devozione dagli abitanti a loro spese ed i devoti continuano a curarne le riparazioni e l'ornato. Cosi scriveva il segretario della visita del 1596.

Sopra l'altare, che era coperto da un vecchio baldacchino di seta bianca come si legge negli atti della visita del 1622, era dipinta la Madonna in preghiera presso il bambino (B. Virrginis Mariae imago orantis ad puerum), chiusa in cornice di larice e protetta da vetro, donde la denominazione di oratorio dei santi Rocco e Sebastiano detto della Beata Vergine delle Grazie. "Fuori, sotto il portico che è retto da due colonne di pietra, sono le figure dei santi Cristoforo e Antonio, dipinte al lati della porta d'ingresso, e, sulla destra di essa, l'acquasantiera. Un arco all'angolo destro della facciata sostiene la campanella. Vi si celebra di tanto in tanto per devozione. Ogni sabato e nelle feste della Madonna i devoti accendono la lampada presso l'altare". Battistino Cane aveva lasciato all'oratorio due campi, senza oneri di culto.

Sulla parete esterna di ponente si trovava invece un dipinto a tempera raffigurante la Madonna orante in manto stellato e cuffia elaborata, con il bambino giacente per terra su panni ai suoi piedi: un lavoro probabilmente cinquecentesco, ispirato a tante Madonne di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola, che è giunto sino alla seconda metà del Novecento. Così in proposito scriveva il prof. Giuseppe Pacciarotti ("Tracce di devozione popolare nelle terre di Lonate Pozzolo" in AA.VV., "Il Ticino: Strutture, storia e società nel territorio tra Oleggio e Lonate Pozzolo", Gavirate, Nicolini ed., 1989):

« La Beatae Virginis Mariae imago orantis ad Puerum, come è nominata negli Atti della visita del Borromeo, è una variante, eseguita sul finire del Cinquecento, di uno schema iconografico in auge già nella prima metà di quel secolo. Ed ancora una volta occorre far riferimento a Gaudenzio Ferrari, alla sua Scuola ed alle sue Adorazioni del Bambino. Il pittore di Santa Maria delle Grazie riprende dalle Adorazioni gaudenziane solo il nucleo centrale con la Vergine adorante ed il vivace Bambino, trascurando San Giuseppe e gli angeli oranti quasi sempre presenti al momento, e lo colloca in un ambiente domestico dove una pesante tenda abilmente sollevata lascia intravedere in lontananza un paesaggio collinare. La Madonna, dal volto gentile, è in piedi (ciò che non capita alle Vergini del Ferrari) e sfoggia un elegante manto azzurro ricamato a stelle dorate; ai suoi piedi sono dipinti poveri fiori, un indizio della destinazione devozionale dell'affresco, certamente sempre ornato di fiori portati dai campi all'imbrunire, quando le contadine tornavano alle loro case non mancando, prima, di visitare la Madonna delle Grazie per un'Ave Maria. »

Affresco della Natività su una parete della chiesa di Santa Maria delle Grazie, demolita nel 1963 (vedi testo)

Affresco della Natività su una parete della chiesa di Santa Maria delle Grazie, demolita nel 1963 (vedi testo)

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La situazione non risulta mutata ne11646, se si eccettua un "armadio di nuovo fabricato" per i paramenti. Continuano a celebrarsi messe saltuarie a richiesta dei devoti, lonatesi e non.

Nel 1663 la chiesa venne ricostruita più grande (braccia 20 x 14, cioè metri 12 x 8,3) con il contributo anche del Comune e da allora, abbandonati gli altri titoli, si denominò semplicemente Madonna delle Grazie. Del 1667 è l'istituzione di una messa quotidiana per lascito testamentario del sacerdote Arcangelo Agnelli, lonatese, curato di Paderno Dugnano. Trenta le messe da celebrarsi ogni anno a carico della comunità di Lonate, dieci per un lascito di Camilla Della Croce. Cappellano titolare dell'oratorio negli anni 1679-1716 era Francesco Repossi, come si legge in Atti della Parrocchia di Lonate Pozzolo, cart. Chiese sussidiarie, fasc. Chiesa della Madonna delle Grazie, istrumento 30 apr. 1663 di Giovanni Ambrogio Magnoli "rector Capsinarum Mandii", con cui consoli e consiglieri lonatesi decidono di assegnare alla chiesa della B. V. delle Grazie °nuper aedificata" come dote perpetua per messe e paramenti il fitto livellario di 24 lire annue su 3 campi (in Monte di Sopra, in Strada di Maggiore, in strada di Vizzola), da aggiungere a lire 16,9 già erogate allo stesso scopo il 19 gennaio 1663. Le misure dell'edificio si ritrovano in Colombo, p. 58, nota 64. In ATI.G., cart. 2, atti della visita del 1682 con indicazione dei legati dell'oratorio; ivi, cart. 8, nota del clero del 1689 e dichiarazioni successive. Testamento Agnelli in A.Pa.L.P., cart. Testamenti e donazioni.

Appunto perché più grande, la nuova chiesa dovette assumere una collocazione diversa dall'antica, tenuto conto della "strada del Ticino" che le passava accanto. L'altare fu posto a ponente, come ben dimostra la mappa settecentesca di Maria Teresa. La cappella in capo alla navata aveva pianta quadrata, con sacrestia a nord. Chiesa e sacrestia avevano copertura di mattoni intonacati (coementitio), pavimento in mattoni a vista (arenato). Poche le reliquie della chiesa nel 1750: particelle delle ossa di S. Lucia in una teca d'argento, dei martiri Claro, Onesto, Colomba e Fortunato in due urnette di legno dorato. Si celebravano nell'oratorio delle Grazie quattro messe settimanali secondo un legato di Carlo Ambrogio Crespi e le già citate 30 messe all'anno "per obbligo della comunità di Lonate", mentre non si adempivano i legati minori).

Nel 1773 mancava il crocifisso regolamentare alla sommità della cappella dell'altare, e si erano aperte crepe nelle pareti. È probabilmente lavoro ottocentesco la Madonna con bambino dipinta all'esterno sulla parete di ponente dell'oratorio, all'imbocco allora di una stradina di campagna che portava verso Ferno, dipinto che ripete nell'impostazione grafica ma non nella scelta dei colori l'affresco cinquecentesco dell'interno.

Si conoscono inventari della suppellettile liturgica dell'oratorio datati 1863, 1870 e 1897, comprendenti quattro quadri di soggetto imprecisato.

L'abside della chiesa di Santa Maria delle Grazie nel 1940, con il campanile ribassato

L'abside della chiesa di Santa Maria delle Grazie nel 1940, con il campanile ribassato

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Nell'anno 1900 venne rifatto i1 castello del campaniletto. Le tre campane vi erano state collocate nel 1819, pesanti rispettivamente kg. 95, 140 e 192, capaci di "rara discontinuità di suoni", espressione che va intesa in senso positivo. Sono informazioni dedotte da una lettera del parroco datata agosto 1942, in tempo di guerra, scritta a breve distanza dalla loro requisizione "per la patria". La leggenda popolare voleva che al loro suono argentino le streghe si disperdessero, e con esse le sventure. Tolte le campane, la torricella costruita all'angolo sud-ovest venne privata della cella campanaria, in modo da non sporgere o quasi dal tetto della chiesa. Cippi delimitavano la proprietà ecclesiastica davanti alla facciata. Furono tolti nel 1937, cosi che nel 1951 il curato poteva protestare contro il municipio che, in assenza di essi, aveva lasciato occupare l'area da bancarelle di frutta e dolciumi e per uno spettacolo di "gioppini" (marionette) in occasione della festa patronale di S. Ambrogio.

L'uso della chiesa delle Grazie si diradò nel dopoguerra, ridotta ad ospitare poche funzioni particolari, d'altronde già invalse negli anni precedenti: il grande presepio artistico nel periodo natalizio, qualche rito funebre particolare. Mia mamma ricorda di aver giocato innumerevoli volte da bambina davanti alla porta della chiesa, mentre si recava alle Scuole Elementari! Lasciata decadere nel corso del '900, fu fatta oggetto di una vasta campagna di diffamazione con l'accusa di ostruire la strada e di impedire la viabilità pubblica, fino a che non fu ceduta al Comune e definitivamente demolita nel 1963. Mia mamma però è solita raccontare che, strada stretta o no, fino a che quella chiesetta fu in piedi non si registrò alcun incidente nella zona.

Prima di abbattere la chiesa, l'affresco cinquecentesco che si trovava sopra l'altare venne staccato e riportato su tela (nel 1983 venne poi ceduto alla Parrocchia, che lo destinò alla cappella del Moncucco), mentre il dipinto esterno a tempera della Vergine fu staccato e fissato sulla parete di ingresso della costruenda Scuola Media di via Dante, dentro una cornice di marmo recuperata  in parte dal portale della chiesa demolita. Tuttavia, quasi che il Cielo volesse vendicarsi di questo oltraggio con un meritato sberleffo, il dipinto secolare si cancellò rapidamente, dilavato dal sole e le intemperie, ed oggi non è più visibile, tanto che già quando lo frequentavo io (dal 1980 al 1983) nella cornice si vedeva solamente il... muro dell'edificio scolastico. Chi la fa l'aspetti...

Fortunatamente la Pro Loco di Lonate, che annovera tra i suoi fini anche quello della "salvaguardia del patrimonio monumentale e culturale lonatese", ha deciso di ricollocare nella cornice l'immagine delta Madonna delle Grazie, affidando ad un artista genovese l'incarico di riprodurla su piastrelle di ceramica. L'inaugurazione è avvenuta il 7 dicembre 2009, alla presenza di rappresentanze delta Scuola Media, del Comune (proprietario dell'edificio scolastico) e della Pro Loco. Finalmente è stata così resa giustizia ad una delle immagini devozionali più cara ai lonatesi.

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Il 7 dicembre 2009 l'affresco della Madonna delle Grazie torna a vivere! (foto della sig.na Romana Ferario)

Il 7 dicembre 2009 l'affresco della Madonna delle Grazie torna a vivere! (foto della sig.na Romana Ferario)

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Alcuni resti di Santa Maria delle Grazie, come la balaustra visibile in questa foto, si trovano tuttora in un terreno sul lato nord di via San Fortunato, accanto alla chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio

Alcuni resti di Santa Maria delle Grazie, come la balaustra visibile nella foto soprastante, si trovano tuttora in un terreno sul lato nord di via San Fortunato, accanto alla chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio.

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Se volete maggiori informazioni, rivolgetevi alla Pro Loco di Lonate Pozzolo, indirizzo via Cavour 21, telefono 0331/301155.

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