(da "Rassegna Gallaratese di Storia ed Arte", n° 121, 1975)
Questo testo, edito a cura della Società per gli Studi Patri del comune di Gallarate, mi è stato gentilmente fornito dalla "storica dell'arte ufficiale" del mio sito, prof.ssa Anna Elena Galli, che ringrazio vivamente, e contiene moltissime informazioni su Lonate Pozzolo così come esso si presentava nell'anno 1750, allorché era ancora diviso in due parrocchie: Sant'Ambrogio (quartiere d'in sü, oggi piazza Sant'Ambrogio) e Santi Nazaro e Celso (quartiere d'in giò, oggi piazza Mazzini). Il numero di conoscenze tramandateci dalla visita pastorale compiuta dal cardinal Giuseppe Pozzobonelli, uno dei più grandi arcivescovi di Milano di tutti i tempi, è davvero impressionante. Ma cominciamo a conoscere chi era quest'uomo di Chiesa:
IL CARDINALE GIUSEPPE POZZOBONELLI
Giuseppe Pozzobonelli nacque a Milano l'11 agosto 1696, nella parrocchia di San Giorgio al Palazzo, dal marchese Francesco, regio feudatario di Arluno, e dalla nobildonna Camilla Dardanoni. Rimasto orfano di madre ancora bambino, passò la fanciullezza in città, alunno del Collegio dei Nobili, diretto dai Gesuiti, ove si distinse per ingegno, applicazione e gentilezza d'animo, così da essere eletto principe dell'Accademia ivi esistente.
Iniziati a Roma gli studi superiori, li continuò a Pavia (1722) ove si laureò con lode in utroque iure ottenendo subito dopo, per la nobiltà dei natali, l'iscrizione al Collegio dei Giudici, dei Conti e dei Cavalieri della città di Milano (1726).
Maturata la vocazione ecclesiastica e consacrato sacerdote nel 1730 per volontà del card. Benedetto Erba Odescalchi, che era stato suo direttore spirituale, Giuseppe Pozzobonelli iniziò la sua rapida e brillante carriera: moderatore degli studi nel Seminario milanese, canonico della Metropolitana (1730), visitatore regionale della diocesi, conservatore della Biblioteca Ambrosiana (1734) da lui arricchita della libreria Rampini, vicario moniale della città, vicario capitolare (24 dicembre 1742) alla morte del card. Carlo Gaetano Stampa, arciprete del Capitolo (24 aprile 1743).
Il 19 giugno 1743, in qualità di vicario capitolare, mons. Pozzobonelli dovette annunciare alla diocesi la sua elezione (avenuta il 14 giugno) ad arcivescovo di Milano. (A sinistra: G. Antonio Bergomi, Ritratto del card. Pozzobonelli, Milano, Quadreria dell'Ospedale Maggiore)
Il 21 luglio successivo, nella chiesa di San Carlo al Corso in Roma, Papa Benedetto XIV in persona lo consacrò vescovo, il 4 agosto nella chiesa di S. Maria sopra Minerva gli impose il pallio ed il 19 settembre lo creò cardinale diacono di S. Maria in Via, titolo che mutò nel 1758 con quello presbiterale di S. M. sopra Minerva, optando, nel Concistoro Segreto del 28 maggio 1770, per quello di S. Lorenzo in Lucina a lui spettante come decano dell'Ordine dei Preti.
La nomina del nuovo arcivescovo fu accolta con gioia da tutta la cittadinanza ambrosiana; ma l'ingresso solenne, che fu davvero trionfale, non poté avvenire che il 21 giugno 1744 per la ritardata concessione del placet da parte del governo di Vienna, in contrasto con Roma per questioni giurisdizionali.
Il card. Pozzobonelli si tenne in buone relazioni con il Senato cittadino e con il Governo centrale, rappresentato per 23 anni (1759-1782) dal conte Carlo Gaetano di Firmian; fu insignito della massima onorificenza austriaca, la Gran Croce dell'Ordine di Santo Stefano in seguito alle nozze di Beatrice, figlia di Ercole d'Este, con l'arciduca Ferdinando; ciò non gl'impedì di opporsi all'autorità imperiale che aveva ordinato la soppressione in Lombardia della bolla In Coena Domini (1768), nella quale si condannavano l'eresia, la falsificazione delle bolle e di altri documenti pontifici, ed ogni genere di attentati contro le esenzioni ed immunità ecclesiastiche; protestò, di volta in volta, contro le leggi eversive e riformatrici del governo di Maria Teresa e di Giuseppe II ai danni dei vari Ordini Religiosi in Lombardia.
Il card. Giuseppe Pozzobonelli partecipò a due conclavi: in quello del 6 luglio 1758 fu eletto il card. Carlo Rezzonico di Venezia, che prese il nome di Clemente XIII; nel successivo del 18 maggio 1769, dopo 179 votazioni, ottenne la tiara il card. Lorenzo Ganganelli, che assunse il nome di Clemente XIV. Fino al pomeriggio del giorno precedente i nomi più quotati erano nell'ordine: Colonna, Pozzobonelli, Ganganelli. Il nostro arcivescovo portava in conclave l'esclusiva, a nome dell'imperatrice e regina Maria Teresa, ma, per la sua discrezione, non si seppe mai quale cardinale sarebbe stato escluso perché non accetto alla corte di Vienna. Al conclave che vide eletto Pio VI (15 febbraio 1775) il cardinal Pozzobonelli non poté partecipare per le sue precarie condizioni fisiche.
In esecuzione allo scioglimento della Compagnia di Gesù decretato da Clemente XIV con breve del 21 luglio 1773, anche in Milano vennero banditi i Gesuiti dalla casa professa di S. Fedele, dal collegio di S. Maria in Brera e dal collegio di S. Girolamo; ma grazie al tatto prudente ed illuminato dell'arcivescovo, le cose si accomodarono con soddisfazione degli stessi ex Gesuiti, molti dei quali furono conservati nei loro uffici ed ebbero posti distinti in cura d'anime, essendo passati al clero secolare.
Gli otto lustri di episcopato del card. Giuseppe Pozzobonelli coincidono con il regno dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, la quale lo stimava molto, e segnano un lungo periodo di pace e di benessere per il ducato di Milano, che contava, nel 1771, 1.300.000 abitanti (la Metropoli ne aveva 129.575), dei quali 2.072 erano preti secolari, 1.716 religiosi e 2.062 monache.
Le tre guerre di successione (spagnola, 1700-13; polacca, 1733-38; ed austriaca, 1740-48) mutarono notevolmente in meglio le condizioni della Penisola: il Napoletano e la Sicilia, liberi dal giogo straniero, costituirono un nuovo regno; la Toscana e Parma si rinvigorirono con il mutamento delle case regnanti; il Piemonte si ampliò territorialmente e sembrò presentire il suo destino; in Lombardia al governo spagnolo, oppressivo e tirannico, si sostituì quello austriaco più giusto e più liberale.
Alla pace di Aquisgrana (1748), che ratificava il riconoscimento della dignità imperiale e della successione al trono a Maria Teresa d'Asburgo e a suo marito Francesco Stefano di Lorena, seguì un lungo periodo di pace, che portò alla nostra regione un rinnovamento materiale e morale.
Dopo 25 anni di episcopato, malandato in salute e stanco per i continui contrasti via via crescenti con il Governo di Vienna, il card. Giuseppe Pozzobonelli decise di rinunciare alla cura pastorale; ma papa Clemente XIII, con una lettera molto confidenziale dei primi giorni del 1769, lo persuase a rimanere al suo posto di lavoro dove, provato da gravi malattie che lo colsero nel 1776 e nel 1781, spirò santamente il 27 aprile 1783. Il 21 maggio successivo, dopo solenni esequie, la salma di questo grande arcivescovo fu sepolta in Duomo, davanti all'altare di San Giuseppe.
Nel 1799 Giovanni Battista Branca, prefetto dell'Ambrosiana, non esitò a paragonare l'opera riformatrice e restauratrice del Pozzobonelli con quella di Carlo e Federico Borromeo. Il Comune di Milano, nel 1886, consacrò la memoria del nostro cardinale scrivendone il nome nel Famedio.
Eugenio Cazzani
VISITA DEL CARD. POZZOBONELLI
ALLA PARROCCHIA DI LONATE POZZOLO
Nell'Archivio della Curia arcivescovile di Milano, con la segnatura sezione X, Gallarate, volume 49, si trova il Diario della Visita pastorale compiuta dal card. Giuseppe Pozzobonelli nei mesi di maggio e giugno del 1750 a Gallarate, Somma e Mezzana e loro pievi. Redatto dal cerimoniere Bernardino Cassini, servì in seguito come canovaccio per la compilazione degli Atti, nei quali passò quasi al completo tradotto in latino. Probabilmente accadde così per molte altre Visite e forse per tutte quelle di questo periodo. Questo, però, e uno dei pochi che ci sono pervenuti: ha quindi un valore documentario che oltrepassa quello dello stesso contenuto.
I territori delle pievi di Gallarate, Somma e Mezzana nella carta della provincia austriaca di Varese del 1789 (di proprietà di Gian Domenico Oltrona Visconti) |
Quanto al suddetto cerimoniere autore di queste note, qui si usa la forma Cassini adottata anche dal Fornaroli, noto biografo degli Oblati della Congregazione dei SS. Ambrogio e Carlo (cfr. E. Fustella, "Biografie dei Sacerdoti che si fecero Oblati al tempo di San Carlo", in Memorie Storiche della Diocesi di Milano, vol. XII, 1965, pp. 99-102), nonostante che lo stesso don Bernardino usasse la forma Cassino.. Dai documenti annessi alla domanda di Ordinazione suddiaconale risulta nato a Vergo, pieve d'Agliate, il 19 settembre 1697, dal signor Carlo Antonio e dalla signora Antonia Rasi. Fu battezzato il giorno stesso dal curato Giacomo Cassino e gli fu padrino il signor Giovanni Boltrafio di Rosnigo di Villa Raverio (cfr. l'Archivio della Curia Arcivescovile di Milano, Y2605). La biografia del Fornaroli fornisce le ulteriori informazioni che seguono (p. 485 e segg. della copia conservata nell'archivio della casa degli Oblati di S. Gregorio di Milano, gentilmente mostrataci da mons. E. Fustella). Assieme al chierico Giovanni Battista Bianchi, il Cassini fu accolto tra gli Oblati nel 1721 e il 3 settembre gli fu assegnata, come al Bianchi, la mensa di S. Sepolcro di Milano quale titolo di Ordinazione. Il 20 settembre fu ordinato Suddiacono, il 5 ottobre Diacono e il 12 ottobre fu consacrato Sacerdote a Lodi. Celebrata la Prima Messa nella nativa Vergo, subito entrò in servizio nei seminari milanesi successivamente a Celana, Monza e nel 1726 a Milano. Il 27 settembre 1729 fu nominato Vicecerimoniere del Duomo dopo aver partecipato a importanti lavori e incontri liturgici; lavori che continuarono in seguito e meritarono il riconoscimento del card. Giuseppe Pozzobonelli il quale, presentando l'edizione del Messale Ambrosiano del 1751, scrisse: « ...idcirco, severissimi iudicii viros sacrorumque rituum et caeremoniarum apprime peritos frequentius coram nobis evocavimus quorum consilio aliqua addidimus, nonnulla quae ab antiquo usu et ritu aliquantulum recesserant in pristinum restituimus, plura etiam obscura et ambigua clartus atque uberius illustravimus... ». Nel 1743 il Cassini era ancora Procerimoniere del Duomo quando diede alle stampe in Milano « ex typographia Josephi Magantiae » il volumetto di 102 pagine intitolato "Veritas sacrarum reliquiarum in basilica metropolitana Mediolani existentium illustrata". « Sacrae Cheologiae Doctor », « Cancellarius visitationis », (cfr. A.C.M., sez. X, Melegnano, vol. 13, p. 1) e « Caerimoniarum magister », durante la Visita alle Tre Valli svizzere (cfr. A.C.M., sez. X, Tre Valli, vol. 76) segui con tale incarico l'Arcivescovo fino alla morte avvenuta per colpo apoplettico il 30 aprile 1753.
Ed ecco il testo di Bernardino Cassini. Introduzione generale:
Visita delle pievi di Gallarate, Somma e Mezzana fatta dall'Em.mo Signor Cardinale Arcivescovo Pozzobonelli, fatta l'anno 1750 cominciata il di 14 del mese di maggio e terminata il dì 8 del mese di giugno.
Premessi i soliti avvisi ai vicari foranei e parrocchi delle suddette pievi [Gallarate, Somma, Mezzana e Arsago] e passati i complimenti di partecipazione al Conte Governatore Ferdinando Bonaventura, conte di Harrach in Rohrau, per via d'ambasciata, non essendovi andato in persona il Cardinale perché il Governatore credea di partire dalla città per Vaprio, benché poi questa partenza sia stata impedita da una leggiera indisposizione della Governatrice Rosa d'Harrach, partì la mattina del giorno tredici per Gallarate, Cesare aiutante di camera, il dottor Casiraghi Cancelliere, il Crocifero ed il Prefetto degli Ostiari unitamente col cuoco e garzone di cucina, et in seguito parti anche il carro col bagaglio.
Veduta di autore ignoto della piazza maggiore di Gallarate a fine '700: in primo piano, la chiesa di San Pietro e la quinta dei portici tuttora esistenti; sullo sfondo l'antica Collegfata, demolita nel 1856. |
A noi naturalmente interessa la visita pastorale presso la nostra parrocchia. Ed ecco il racconto di Bernardino Cassini:
Giovedì 28 Maggio 1750
Questa mattina il cardinale alle undici e tre quarti ha celebrato la messa nella Collegiata [di Gallarate], indi andò in confessionale dove si fermò sino alle quatordici. Cantò in seguito la messa il proposto e dopo vennero tutte le confraternite col clero e capitolo ed accompagnarono in chiesa il cardinale che subito, presa la perdonanza, andò al trono. Vestì i paramenti e fece la processione portando esso il SS.mo, colla mitra fuori di chiesa. I canonici ed i parrochi erano vestiti di pianete, i capellani di dalmatiche. Il cardinale era assistito dal proposto con piviale e da due canonici seniori colle dalmatiche. La strada era nobilmente apparata. Il concorso del popolo era innumerabile. In somma la funzione riuscì in ogni sua parte decorosissima. Seguitavano la processione, immediatamente dopo il baldacchino, il vescovo ed il visitatore. Dopo venivano, in seguito, alcuni scolari del SS.mo vestiti del loro abito consistente in un rocceto e mozzetta rossa ed otto di questi portavano il baldacchino. Dopo veniva il Vicario del Seprio con i Reggenti della Comunità. Si terminò alle sedici ore. Alle ore 17 si pransò. Alle ventun'ora parti il cardinale per Lonate Pozzolo, preceduto da molti signori di Gallarate a cavallo e seguitato dal Vicario del Seprio e da dodici soldati. Smontò all'arco alzato in principio del borgo, in vicinanza dei due monasteri di Sant'Agata e di San Michele. Le monache avevano alzato un palco sopra il muro della clausura ed ivi erano ad osservare la funzione. Si diede fuoco ad una salva di mortari. Sentì la recita di un epigrama. Baciato il crocifisso, andò alla chiesa sotto baldacchino portato da otto galantuomini della terra. Il piviale portavasi dal parroco di settimana, essendo due i parrochi in questa terra. Il curato di settimana era il curato Concone, sicché ciò dispiacque al curato Agnesino per esser egli il seniore. Premesse tutte le cerimonie alla porta ed all'altare, data la benedizione al popolo, avendo fatte tutte le funzioni il curato di settimana, fece l'aspersione de' morti, tenendo il libro il curato di settimana e la bugia l'altro parroco. Visitò dippoi il SS.mo, il fonte, gli oli, la chiesa e gli altari, avendo sempre fatta la prima figura il parroco di settimana. Dippoi andò in casa del parroco Agnesini dove era disposto il di lui alloggio. Il vescovo alloggiò in casa del curato Concone. Questa mattina in passando avanti al monastero di San Michele diede la benedizione alle monache col SS.mo. Ci siamo questa sera ritirati per tempo.
Venerdì 29 Maggio
Questa mattina it Cardinale alle ore undici entrò in chiesa,
in abito viatorio, sotto baldacchino portato da otto galantuomini del paese,
dove udì la messa celebrata dal visitatore. Il curato di settimana li portò a
baciare il testo e la tavoletta delta pace. Dopo la messa andò a dirittura al
monastero di San Michele dove visitò il SS.mo e l'altare, avendo servito it
curato Agnelli di Vanzaghello, confessore. Dopo andò net parlatorio superiore
dove udì le monache ad una ad una; dippoi entrò in clausura avendo ricevuto
l'aspersorio dalla badessa tanto nell'entrare net monastero come entrando nella
chiesa interiore, e qui visitò le reliquie e l'olio degl'infermi. Girò dippoi
il monastero ed uscito che fu, ritornò nel parlatorio dove fece un discorso
alle monache; poscia ritornò alla casa del parroco Agnesini. Alle sedici e
mezzo si pransò. Questa mattina il visitatore visitò le reliquie delta
parrocchiale, non visitate ieri perché non erano esposte; dippoi riconobbe i
libri. Il vescovo celebrò nella chiesa delle monache di
Sant'Agata, poi venne a
S. Michele dove cresimò una monaca e molte altre persone. Alle venti ore il
cardinale andò all'oratorio di San Nazzaro dove si fa la dottrina cristiana
delle femmine.
Sentite le dispute e fatto un poco di catechismo, lasciato qui
il visitatore a terminarlo, passò alla chiesa parrocchiale dove, sentite le
dispute che furono lunghissime, fatto il catechismo, andò sul pulpito a fare il
discosto, avendo prima fatte venire ancora le donne. Poscia andò a Tornavento a
visitare un oratorio. Questo luogo è discosto da
Lonate due grosse miglia ed è posto sulla riva del Ticino. Di là passò a
visitarne un altro detto del Lazzereto ed arrivò a casa alle ventiquattr'ore.
Il vescovo, questo dopo pranso, cresimò nella parrocchiale, poi fece la
processione del SS.mo ed infine diede la benedizione.
Sabato 30 Maggio
Questa mattina il Cardinale è venuto nella chiesa parrocchiale
ad ascoltare la Messa celebrata dal visitatore. Il curato di settimana gli ha
portato il testo e la pace. Dopo la messa ha visitato la sagristia. Indi è andato alla
chiesa delle monache di S. Maria. Visitato il SS.mo e l'altare,
avendo fatte le funzioni il curato di Vizzola, confessore ordinario, andò nel
parlatorio superiore dove sentì ad una ad una tutte le monache. Indi entrò in
clausura ricevuto, come ieri, processionalmente dalle monache che cantavano il
Te Deum. Venne dippoi a casa e si andò a pranso alle sedici e mezzo. Alle venti
ore il Cardinale andò al monastero di Sant'Agata dove fece tutto quello che ha
fatto alla mattina nella chiesa e monastero di Santa Maria. Questa mattina il
Cardinale, prima del pranso, è andato sul campanile di questa parrocchiale, che
è molto alto.
Domenica 31 Maggio
Alle dieci e mezzo è andato nella chiesa parrocchiale dove ha celebrato la messa, servito al libro con bugia dal parroco di settimana ed al calice dall'altro parroco. Dopo, ha benedetto una statua di S. Giuseppe posta in un altare laterale. Poscia è andato in confessionale dove si è fermato due ore. Alle tredici e mezzo cantò la messa monsignor Bazzetta servito da due parrochi, uno di S. Macario, l'altro di Vizzola, che faceano uno da diacono, l'altro da suddiacono. Sul fine della messa andò in chiesa il Cardinale ed intervenne alla processione del Corpus Domini, solita farsi in questo borgo nella domenica fra l'ottava. Il SS.mo fu portato dal suddetto mons. Visitatore. Il vescovo celebrò nella chiesa delle monache di S. Maria, e dopo cresimò moltissime persone. Il Cardinale seguitava la processione con candela e dopo il Cardinale seguitava il Visitatore. Vi era un infinito concorso di popolo. La processione girò il borgo ed entrò in sette chiese, compresa la parrocchiale. Nelle tre chiese delle monache si diede la benedizione alle medesime, stando all'altare verso la chiesa interiore. Giunti nella parrocchiale, il Cardinale diede la benedizione colla stola. Alle sedici e mezzo si andò a tavola. Alle venti e mezzo si partì per Somma. Vennero a Lonate a ricevere il Cardinale ventiquattro signori e sacerdoti preceduti dai sonatori di tromba del Governatore. Giunto a Somma, smontò in vicinanza di un padiglione dove si mise a sedere e sentì la recita di alcuni componimenti [...]
Emblema araldico episcopale del cardinale Pozzobonelli (dal Missale Ambrosianum del 1751) |
Ed ora, le note degli Atti sul borgo di Lonate:
VISITA A LONATE POZZOLO: Atti, pp. 638-682.
POPOLAZIONE: totale 1600, ammessi alla Comunione 1200.
PARROCI: Giacomo Agnesini nato a Milano il 21/1/1705 e investito il 17/10/1745; Francesco Conconi nato a Milano il 30/10/1721 e investito il 16/2/1749 [vedi la cronotassi].
CONFRATERNITE: SS.mo Sacramento; S. Croce; Disciplini di S. Giovanni Battista (all'altare omonimo in S. Nazaro e Celso, abito di sacco); Disciplini dei SS. Pietro e Paolo (nella chiesa omonima, abito celeste); Dottrina Cristiana; Luogo Pio della Carità.
CONSUETUDINI: pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese; Dodici sabati in onore della Madonna cominciando dal primo di Maggio; S. Sebastiano (20/1 in S. Maria delle Grazie); S. Croce (3/5); S. Giovanni Battista (24/6 nella chiesa omonima); SS. Pietro e Paolo (29/6 nella chiesa omonima); S. Margherita (5/7): SS. Nazaro e Celso (28/7); S. Rocco (16/8 in S. Maria delle Grazie; Ufficio dei morti in S. Giovanni in arvis (a partire dal 20/5 nelle mezze feste).
CHIESE: Parrocchiale di S. Ambrogio (il disegno della chiesa e del campanile si attribuisce [erroneamente] al Bramante; fu costruita nel 1499; misure braccia 70 x 32 x 41; altare e cappella di S. Bartolomeo con beneficio ius patronatus Oltrona già Carcano; altare e cappella di S. Giuseppe con beneficio della Purificazione ius patronatus Carcano; altare e cappella di S. Antonio di Padova già del Rosario; altare e cappella del Crocifisso; altare e cappella del Rosario; altare e cappella di S. Pietro Martire); Santi Nazaro e Celso (antica parrocchiale; altare e cappella della Natività di Maria con beneficio ius patronatus Bodio; altare e cappella di S. Giovanni Battista; altare e cappella dei SS. Cosma e Damiano); Santi Pietro e Paolo (altare e cappella della Deposizione); B.V. delle Grazie; S. Giovanni « in arvis » o « il Lazzaretto »; B.V. della Maggia sul colle del Ticino (ius patronatus Visconti di Lonate); S. Antonio abate (ius patronatus Regia Camera di Milano); S. Eugenio in Tornavento;.
MONASTERI: Monastero e chiesa interna ed esterna di S. Michele (visitata il 29/5; agostiniane); Monastero e chiesa interna ed esterna di S. Maria degli Angeli (visitata il 30/5; Agostiniane); Monastero e chiese interna ed esterna di S. Agata (visitate il 30/5; Agostiniane). Misure delle chiese desunte dalla visita del 1684 (f. 383-399r); SS. Nazaro e Celso braccia 30 x 18; SS. Pietro e Paolo b. 32 x 12; S. Maria delle Grazie b. 20 x 14; S. Michele b. 20 x 20; S. Agata b. 20 x 12; S. Maria degli Angeli b. 25 x 15; S. Giovanni Battista b. 18 x 15; S. Eugenio in Tornavento b. 15 x 10; S. Antonio b. 12 x 10.
Giulio Colombo, Giorgio Figini e Gian Enrico Macchi
Aggiungiamo un interessante confronto tra le popolazioni delle parrocchie visitate dal cardinal Pozzobonelli nel 1750 e quelle dei comuni attuali. Il raffronto è davvero stridente: Lonate Pozzolo ha avuto un incremento del 636 %, Gallarate e frazioni del 923 %, Cardano al Campo del 1100 % e Cavaria addirittura del 2300 %!!
Parrocchia | 1750 AD | 2000 AD | Parrocchia | 1750 AD | 2000 AD |
Gallarate | 2.796 | 48.927 | Corgeno | 285 | 1.284 |
Arnate | 328 | Ferno | 980 | 6.701 | |
Caiello | 400 | Golasecca | 1.287 | 2.482 | |
Cedrate | 360 | Jerago | 330 | 4.687 | |
Crenna | 900 | Orago | 130 | ||
Albizzate | 650 | 4.911 | Lonate Pozzolo | 1.600 | 11.785 |
Besnate | 650 | 5.021 | Samarate | 1.450 | 16.021 |
Bolladello | 386 | 3.573 | San Macario | 576 | |
Cardano al Campo | 1.072 | 12.872 | Verghera | 411 | |
Casale Litta | 294 | 2.420 | Solbiate Arno | 397 | 4.026 |
Cavaria | 200 | 4.787 | Somma Lombardo | 2.750 | 16.597 |
Coarezza | 430 | 661 | Vergiate | 547 | 8.740 |
Bibliografia: AA.VV., "« Accoglienze oneste e liete » serbate al Cardinale Giuseppe Pozzobonelli in visita alle pievi di Gallarate, Somma, Mezzana, Vimercate e Corbetta (1750 - 1756 - 1760)", in Rassegna Gallaratese di Storia e Arte, 1976, 121, pp. 9-11, 35-37 e 57-60; G.D. OLTRONA VISCONTI, "Un diario inedito della visita del Pozzobonelli a Lonate Pozzolo e Sant'Antonino", in Rassegna Gallaratese di Storia e Arte, 1959, 1, pp. 14-16; id., "La battaglia di Tornavento nelle fonti spagnole", in Rassegna Gallaratese di Storia e Arte, 1970, 1, pp. 31-50; 1970, 2 e 3, pp. 121-136; id., "Storia di Lonate Pozzolo - Dalle origini al Seicento", La Tipografica, Varese, 1969.
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Chiudiamo questa pagina con tre immagini da me scattate della Visita Pastorale a Lonate Pozzolo di un altro Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, nato a Gallarate il 29 luglio 1951, primate della Chiesa meneghina dal 7 luglio 2017, compiuta il 3 maggio 2019 per celebrare i 50 anni del nostro Oratorio Maschile. Sulla sinistra della terza foto si scorge il parroco di Lonate, don Giambattista Inzoli.
Già che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia antica di Lonate; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.